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2013 | Anno 9 | numero 1 - Orchestra da Camera di Mantova

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IN COPERTINA<br />

CORGHI: “MOZART MESSAGGERO D’AMORE PER LA VITA”<br />

Azio Corghi, compositore <strong>di</strong> fama, firma<br />

la musiche per Le due regine, la fiaba che<br />

il prossimo 20 gennaio (ore 11) andrà in<br />

scena al teatro Bibiena <strong>di</strong> <strong>Mantova</strong> per<br />

il ciclo “Ma<strong>da</strong>ma DoRe”. Si è volentieri<br />

concesso per sod<strong>di</strong>sfare qualche nostra<br />

curiosità.<br />

Ci si immagina che anche lei, come tutti,<br />

abbia avuto delle passioni giovanili per<br />

la musica esistente. Quali erano i suoi<br />

compositori preferiti?<br />

«I miei primi interessi si sono legati<br />

all’essere stato pianista, quin<strong>di</strong> ho amato<br />

le musiche che suonavo, <strong>di</strong> Stravinskij,<br />

Prokof’ev. Poi sono appro<strong>da</strong>to alla classe<br />

<strong>di</strong> composizione <strong>di</strong> Bruno Bettinelli,<br />

e lì ho assorbito la scuola viennese<br />

ed in particolare quella berghiana.<br />

Successivamente, quando ho avvicinato<br />

il teatro musicale, il rapporto con le voci,<br />

attraverso Gargantua e la collaborazione<br />

con Saramago, è emerso l’interesse per<br />

Messiaen. E ancora: ho scoperto Ligeti,<br />

quando l’ho stu<strong>di</strong>ato per insegnarlo. I<br />

compositori, più cercano l’evoluzione<br />

e più cercano il nuovo. Nel mio caso<br />

rivisitare la storia si è sempre legato<br />

ad un processo <strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong><br />

me stesso, figlio <strong>di</strong> padre emiliano e<br />

<strong>di</strong> madre piemontese. E Mazapegul,<br />

composizione del 1985 nella quale<br />

calano canti popolari emiliani, è la ricerca<br />

che le librerie dei musicisti si siano arricchite <strong>di</strong> elementi<br />

non strettamente connessi alla pura tecnica ed<br />

al sapere del comporre, se è vero che, come ricor<strong>da</strong><br />

Carli Ballola, «opere <strong>di</strong> Kant, Goethe, Lessing, Molière<br />

e Tasso furono trovate nella biblioteca <strong>di</strong> Mozart» e<br />

che l’ampiezza degli interessi culturali contrad<strong>di</strong>stinse<br />

molte altre personalità, <strong>da</strong> Jacopo Peri a Benedetto<br />

Marcello, <strong>da</strong> Montever<strong>di</strong> a Beethoven, per non parlare<br />

<strong>di</strong> romantici come Schumann, Berlioz e Liszt e poi<br />

<strong>di</strong> Richard Strauss e <strong>di</strong> moltissime personalità del Novecento<br />

e dei tempi nostri, sempre più poliedricamente<br />

istruite, sempre più coinvolte (e questo è un fatto<br />

positivo, ça va sans <strong>di</strong>re) nei gran<strong>di</strong> temi che attengono<br />

l’universale progresso civile. Con questo, signicando<br />

che il rapporto del singolo artista con la storia a lui<br />

precedente (oltre che contemporanea), si è caricato<br />

in misura crescente e persino prepotente in certi casi,<br />

<strong>di</strong> signicati non strettamente musicali, nanche sociali<br />

e politici; dunque congurando sguar<strong>di</strong> destinati<br />

non tanto a manifestare sentimentalismi nostalgici <strong>di</strong><br />

tipo emotivo, ma a stabilire consonanze intellettuali,<br />

chiarire vicinanze estetiche, restituire riessioni ltrate<br />

in forma <strong>di</strong> nuove opere, abbeverate all’antico<br />

ma non per questo meno attuali.<br />

L’ammirazione <strong>di</strong> Mozart per Bach, espressa tanto<br />

chiaramente nelle sue lettere, fa comprendere meglio<br />

10 musicalmente<br />

<strong>di</strong> un’identità <strong>di</strong> appartenenza, <strong>da</strong> cui<br />

<strong>di</strong>scende la possibilità <strong>di</strong> capire il mondo<br />

ed accettarne le <strong>di</strong>versità».<br />

Che legami ci sono – se ci sono – fra<br />

la sua attività <strong>di</strong> revisore e quella <strong>di</strong><br />

compositore? Gli approfon<strong>di</strong>menti<br />

scientifici e <strong>di</strong> ricerca hanno suggerito<br />

valutazioni ine<strong>di</strong>te delle musiche e degli<br />

autori <strong>di</strong> cui s’è occupato?<br />

«Quando collaboravo con Ricor<strong>di</strong><br />

come correttore <strong>di</strong> bozze, ricordo che<br />

mi occupai <strong>di</strong> Vival<strong>di</strong> e del suo salmo<br />

Beatus Vir; poi dopo altre esperienze<br />

appro<strong>da</strong>i, con gli incoraggiamenti <strong>di</strong> Philip<br />

Gossett, all’impegnativa revisione critica<br />

de L’Italiana in Algeri <strong>di</strong> Rossini. Lavorai<br />

<strong>di</strong>rettamente sulle pagine <strong>di</strong> Rossini<br />

e fu una scoperta ed una emozione<br />

perché egli emerse per me come grande<br />

compositore e non solo come artigiano;<br />

con le sue intuizioni, il senso del tempo<br />

del teatro, le simmetrie tra i vari numeri<br />

dell’opera. Questo ha <strong>da</strong>to origine ad un<br />

rispetto, ad una presenza che ritrovo in<br />

me ancora oggi».<br />

Anche il passato affiora, con Mozart,<br />

ne Le due Regine, la fiaba musicale che<br />

vedremo ed ascolteremo a <strong>Mantova</strong>. Si<br />

va alla ricerca del senso <strong>di</strong> stupefazione<br />

che coglie l’ascoltatore comune <strong>da</strong>vanti a<br />

Mozart o si tratta <strong>di</strong> un rapporto per così<br />

Corghi (foto Masotti)<br />

<strong>di</strong>re meccanico con il materiale sonoro?<br />

«Quello con Dario Moretti, cui si deve<br />

l’idea pittorica, è stato un incontro<br />

bellissimo, ed il lavoro che ne è<br />

scaturito ha colto un successo anche<br />

internazionale che non immaginavamo. La<br />

componente musicale ha trovato ra<strong>di</strong>ce<br />

nella valorizzazione <strong>di</strong> quel fattore che<br />

usualmente si considera in co<strong>da</strong> agli altri,<br />

cioè il “timbro”, per me particolarmente<br />

importante in un titolo de<strong>di</strong>cato ai<br />

bambini. Mozart, che nella vicen<strong>da</strong> che<br />

si racconta è un folletto vestito <strong>di</strong> giallo,<br />

è colui che trova l’armonia, spegne i<br />

contrasti, conquista la pienezza musicale.<br />

Musica per tutto il corpo, messaggio <strong>di</strong><br />

amore per la vita». (a.z.)<br />

la motivazione che regge le sue trascrizioni per archi<br />

<strong>di</strong> una scelta <strong>di</strong> “fughe”; probabile poi avere idee più<br />

chiare sull’origine delle Variazioni per violoncello e pianoforte<br />

che Beethoven scrisse su tema <strong>di</strong> Haendel, nel<br />

momento in cui si prende nota del fatto che il maestro<br />

tedesco giunse a possedere, sul nire della sua vita,<br />

tutta la produzione a stampa dell’illustre e ammirato<br />

predecessore. Per non parlare dell’inuenza esercitata<br />

<strong>da</strong> Chopin su Rachmaninov e Ravel, o il favore <strong>di</strong><br />

Debussy per Rameau (quando scriveva della «sottile<br />

eleganza che questa musica sempre mantiene senza<br />

cadere mai nella leziosità né in contorcimenti <strong>di</strong> ambigua<br />

leggiadrìa»), emergente in quell’Hommage che<br />

conclude la prima serie delle Images pianistiche. Ma<br />

potremmo an<strong>da</strong>re anche oltre: al Respighi che guar<strong>da</strong><br />

all’Est e al Nord oltre che alle ra<strong>di</strong>ci lontane e popolari<br />

della propria terra; o a Stravinskij, che in un camaleontico<br />

agire trova una miriade <strong>di</strong> padri più e meno<br />

necessari. Musica come storia <strong>di</strong> liazioni, dunque? Se<br />

il creare è un atto consapevole sul piano intellettuale<br />

ed ideale, oltre che emozionale, non c’è dubbio. La<br />

storia dell’arte musicale permea, anche in forme invisibili,<br />

il nostro presente, sempre e ovunque. Talora<br />

rimane celata, ma spesso emerge <strong>da</strong> lontananze inimmaginabili<br />

per ricor<strong>da</strong>rci una forza <strong>di</strong> cambiamento<br />

che, nelle giuste mani, si rivela intatta.

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