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2013 | Anno 9 | numero 1 - Orchestra da Camera di Mantova

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COSA ASCOLTEREMO<br />

Antonio Vival<strong>di</strong>, L’Estate. Concerto in sol<br />

minore op.8 <strong>da</strong> Le Stagioni, per vibrafono e<br />

orchestra d’archi <strong>di</strong> Andrei Pushkarev<br />

Philip Glass, Concerto per violino, archi e<br />

sintetizzatore nr.2 The American Four Seasons<br />

Vytautas Barkauskas, Avanti per archi<br />

Gidon sun sounds, medley <strong>di</strong> brani sulla<br />

estate (composizioni/trascrizioni de<strong>di</strong>cate a<br />

Gidon Kremer e alla Kremerata Baltica):<br />

Leonid Desyatnikov, Crying with the cuckoo<br />

and Tolotnaya<br />

P.I. Cajkovsky/A. Raskatov, <strong>da</strong> The Seasons<br />

Digest: June – Barcarole; July – Song of the<br />

reaper; August – Harvsest; September – Hunt<br />

Dobrinka Tabakova , Dusk <strong>da</strong> Sun tryptichGeorgs<br />

Pelecis, Flowering jasmin<br />

Astor Piazzolla/L.Desyatnikov, Verano Porteno<br />

<strong>da</strong> Le Quattro Stagioni a Buenos Aires<br />

Con inesauribile<br />

entusiasmo, torna<br />

a <strong>Mantova</strong> il14 febbraio,<br />

nel “suo” amatissimo<br />

Teatro Bibiena dove<br />

"Tempo d’<strong>Orchestra</strong>"<br />

lo ha accolto<br />

ben sette volte<br />

Il suo ottimismo<br />

costruttivo gli impone,<br />

oggi, <strong>di</strong> rimanere fedele<br />

a se stesso, prendendo<br />

le <strong>di</strong>stanze<br />

<strong>da</strong>lla confusione<br />

che si è affermata<br />

nel mercato della musica<br />

Kremer con la Kremerata al Bibiena<br />

I CONCERTI<br />

vita legata soltanto al violino e ha <strong>di</strong>mostrato come la<br />

musica fatta insieme sia molto più potente e comunicativa<br />

<strong>di</strong> quella svolta <strong>da</strong> solista. Mi consente <strong>di</strong> arrivare<br />

alla gente in maniera molto più facile <strong>di</strong> quanto<br />

possa fare io <strong>da</strong> solo». È Gidon Kremer stesso che ci<br />

apre, con questo passaggio <strong>di</strong> intervista pubblicata <strong>da</strong><br />

la Repubblica lo scorso giugno, le porte del suo pensiero,<br />

in<strong>di</strong>ca chiaramente la ricchezza che l’ensemble<br />

può esprimere; ma anche coi fatti ci rivela che le sue<br />

scelte vanno verso le musiche che conservano una <strong>di</strong>mensione<br />

sentimentale, un linguaggio delle emozioni,<br />

perché la musica, classica o contemporanea che<br />

sia, non deve essere un puro esercizio intellettuale.<br />

E la sua storia personale, scan<strong>di</strong>ta <strong>da</strong>i ritmi incalzanti<br />

<strong>di</strong> una creativa irrequietezza, pare riettersi anche<br />

nella preziosità e nelle specicità degli strumenti<br />

utilizzati nel tempo: il potente, impetuoso Stra<strong>di</strong>vari<br />

“Baron Feititsch” del 1734, poi un meraviglioso<br />

Giuseppe Guarneri del Gesù del 1730 e, per nire,<br />

l’inestimabile Nicolò Amati del 1641. Tratti, anche<br />

questi, <strong>di</strong> una curiosità intellettuale che ha dominato<br />

una vita spesa al servizio della musica, tra repertorio<br />

classico ed elementi innovativi per la cui accettazione<br />

ha dovuto lottare decenni, costantemente volta ad<br />

offrire nuove opportunità <strong>di</strong> crescita culturale all’arte<br />

dei suoni e, soprattutto, al pubblico.<br />

L’ottimismo costruttivo <strong>di</strong> Gidon Kremer gli impone,<br />

oggi più che mai, <strong>di</strong> rimanere fedele a se stesso, <strong>di</strong><br />

saper <strong>di</strong>re sì o no, prendendo le <strong>di</strong>stanze <strong>da</strong>lla confusione<br />

che si è affermata nel mercato della musica<br />

negli ultimi anni.<br />

«Semplicemente, non voglio respirare quell’aria piena<br />

<strong>di</strong> sensazionalismo e valori <strong>di</strong>storti, pur ammettendo<br />

che tutti abbiamo qualcosa a che fare con lo<br />

sviluppo insano del nostro mondo musicale in cui le<br />

“stelle” contano più della creatività, i giu<strong>di</strong>zi più del<br />

vero talento, i numeri più dei suoni», come ha avuto<br />

modo <strong>di</strong> spiegare in una missiva ripresa <strong>da</strong>l magazine<br />

on line Artsjournal.<br />

musicalmente 27

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