2013 | Anno 9 | numero 1 - Orchestra da Camera di Mantova
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NOTE ALL’ASCOLTO<br />
a cura <strong>di</strong> Andrea Zaniboni<br />
INSERTO ESTRAIBILE<br />
Martedì 22 gennaio <strong>2013</strong><br />
Poggio Rusco, Teatro-Au<strong>di</strong>torium | ore 20.45<br />
R Schumann, An<strong>da</strong>nte e variazioni op. 46<br />
P. Hindemith, Tre Pezzi per pianoforte,<br />
clarinetto, tromba, violino e contrabbasso<br />
M. Ravel, La valse per due pianoforti<br />
B.Martinu, La Revue de Cuisine H 161<br />
C. Saint-Saëns, Il carnevale degli animali<br />
Conosciuta ed eseguita in particolare<br />
nella versione per duo pianistico,<br />
questa composizione venne concepita<br />
poco dopo la grande stagione dei quartetti<br />
per archi, del Quartetto e del Quintetto<br />
con pianoforte, e cioè all’inizio del<br />
1843, sull’arco <strong>di</strong> una decina <strong>di</strong> giorni,<br />
per una formazione che comprendeva,<br />
oltre le due tastiere, anche due violoncelli<br />
e corno. Stranamente non fu questa<br />
la prima partitura ad essere pubblicata;<br />
anzi, la stampa si fece attendere<br />
no al 1893, trascorso circa mezzo secolo<br />
dopo l’apparizione <strong>di</strong> quella per<br />
due pianoforti, che venne preferita.<br />
L’An<strong>da</strong>nte iniziale possiede un tono<br />
raccolto e amoroso, lievemente struggente,<br />
ed offre spunto per nove variazioni<br />
che con il procedere del lavoro<br />
assumono tinte più intense o lievi, in<br />
una viva sequenza <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> che non<br />
tra<strong>di</strong>scono lo spunto originario, e dove<br />
le tastiere mantengono preminenza<br />
<strong>di</strong> ruolo lasciando ai due archi ed al<br />
corno compiti quasi ovunque complementari,<br />
no alla conclusione che riafferma<br />
l’intensa atmosfera iniziale.<br />
Le <strong>di</strong>fferenze fra le due versioni<br />
dell’opera sono poche, e quella per<br />
due pianoforti – che viene privata<br />
della brevissima introduzione, <strong>di</strong> una<br />
variazione e <strong>di</strong> un curioso interlu<strong>di</strong>o<br />
collocato fra la quinta e la sesta variazione<br />
che cita l’incipit del ciclo liederistico<br />
Fraunliebe und Leben – risulta lievemente<br />
più breve.<br />
Sebbene la stesura per quintetto sia<br />
<strong>di</strong> rara esecuzione in quanto estranea<br />
a qualunque tra<strong>di</strong>zione cameristica,<br />
l’ascolto ne risulta assai suggestivo,<br />
pervaso <strong>da</strong> un lirismo che affon<strong>da</strong> le<br />
ra<strong>di</strong>ci nella spiritualità romantica <strong>di</strong><br />
cui Schumann fu l’inteprete più geniale<br />
e rivelatore.<br />
Brevi e raramente eseguiti, i Drei Stücke<br />
für 5 Instrumente rappresentano una<br />
Alexander<br />
Lonquich<br />
Cristina Barbuti, pianoforte<br />
Solisti dell’Ocm<br />
prova marginale nel catalogo <strong>di</strong> Hindemith,<br />
ma risultano interessanti per<br />
la singolarità dell’organico che unisce<br />
due archi (violino e contrabbasso)<br />
e due ati (clarinetto in si bemolle e<br />
tromba in do) al pianoforte, nonché<br />
per la comunicativa chiarezza del dettato<br />
che viene informato <strong>da</strong> elementi<br />
neoclassici e popolari. I Tre pezzi, altrimenti<br />
intitolati Drei Anekdoten für Ra<strong>di</strong>o<br />
(Tre aneddoti per la ra<strong>di</strong>o) svelano<br />
proprio in tal maniera la destinazione<br />
<strong>di</strong> queste pagine: quella <strong>di</strong> entrare<br />
nelle case <strong>di</strong> ogni ascoltatore possibile<br />
con l’aspetto dell’intelligente intrattenimento.<br />
In questo senso la vocazione<br />
<strong>di</strong><strong>da</strong>ttica <strong>di</strong> Hindemith si conferma.<br />
Se gli esor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Hindemith si congurano<br />
con un linguaggio <strong>di</strong> rottura,<br />
queste brevi pagine scritte nel 1925<br />
e presentate il 18 febbraio del 1926 a<br />
Francoforte (la prima e la terza durano<br />
meno <strong>di</strong> tre minuti, mentre quella<br />
centrale appare come la più sviluppata)<br />
in<strong>di</strong>viduano invece uno stile compromesso<br />
con il genere <strong>di</strong> consumo,<br />
pur adottando elementi colti sul piano<br />
formale ed organizzativo (imitativo)<br />
dei materiali.<br />
«L’or<strong>di</strong>ne, la trasparenza, la misura,<br />
il gusto ed una espressione esatta<br />
e chiara dei sentimenti, tutte qualità<br />
che sono le caratteristiche dell’arte<br />
francese che ho sempre ammirato».<br />
Così <strong>di</strong>ceva il boemo Bohuslav Martinu<br />
(1890-1959), uno tra i più rilevanti<br />
compositori cechi, motivando in qualche<br />
modo l’attrazione per la Francia<br />
ed i suoi musicisti, un’attrazione posta<br />
in essere con i suoi anni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o parigini,<br />
<strong>da</strong>l 1923 in poi, prima nella classe<br />
<strong>di</strong> Albert Roussel (il maestro anche<br />
<strong>di</strong> Satie e Varèse) e poi abbeverandosi<br />
alle esperienze dei modernisti più in<br />
vista, <strong>da</strong> Stravinskij al Gruppo dei Sei.<br />
La Revue de Cuisine è un lavoro che<br />
Hindemith<br />
si colloca nella secon<strong>da</strong> metà degli<br />
anni Venti, a ridosso degli stu<strong>di</strong> con<br />
Roussel, risentendo con evidenza della<br />
corrente neoclassica allora in atto,<br />
interpretata con <strong>di</strong>stacco ironico e spirito<br />
<strong>di</strong>vertito.<br />
La sua stesura originale fu ampia e<br />
consistette in un balletto in <strong>di</strong>eci movimenti,<br />
intitolato Le tentazioni del<br />
Santo Vaso, <strong>da</strong>to in prima esecuzione<br />
alla ne del 1927. Tre anni più tar<strong>di</strong><br />
giunse la breve suite dotata <strong>di</strong> nuovo<br />
titolo, <strong>da</strong>ll’equilibrio più strettamente<br />
musicale,e più sfumatamene allusiva<br />
nei confronti <strong>di</strong> una fantasiosa, irreale<br />
vicen<strong>da</strong> nella quale i protagonisti<br />
sono gli utensili <strong>da</strong> cucina, <strong>da</strong>l Coperchio<br />
alla Frusta, <strong>da</strong>llo Stronaccio alla<br />
Scopa. I titoli dei quattro movimenti<br />
evidenziano l’apertura alle espressioni<br />
del ballo d’importazione (in quel momento<br />
storico, favorite <strong>da</strong> un grande<br />
successo popolare), dominate però<br />
<strong>da</strong> un gioioso, elegante e colto procedere<br />
che, presente ovunque, <strong>di</strong>segna<br />
un’opera go<strong>di</strong>bilissima, <strong>di</strong> ancor fresca<br />
ricercatezza.<br />
musicalmente 21