terre del cavallo e della cavalleria [a1. 1.1] - Comune di Pinerolo

Codice progetto: A1. 1.1 

PTI Distretto delle Valli Olimpiche, del Pinerolese e della Val Sangone 

[A1. 1.1] 

TERRE DEL CAVALLO E DELLA 

CAVALLERIA 1



INDICE ELABORATI 

• studio di fattibilità 

• elaborati grafici: 

tavola unica 

tavola integrativa 

• Urb 

[A1. 1.1] 

TERRE DEL CAVALLO E DELLA 2 

CAVALLERIA


REGIONE PIEMONTE 

BANDO REGIONALE “PROGRAMMI TERRITORIALI INTEGRATI” 

DGR 11/12/06 n. 55-4877 

P.T.I. 

DISTRETTO DELLE VALLI OLIMPICHE, DEL PINEROLESE E DELLA VAL SANGONE 

TITOLO INTERVENTO: 

“TERRE DEL CAVALLO E DELLA CAVALLERIA” 


STUDIO DI FATTIBILITÁ [ TIPO B ] 


REALIZZAZIONE STUDI DI FATTIBILITÁ TURISMO 

COMMITTENTE: 

Comune di Pinerolo (Capofila PTI) 

REALIZZAZIONE: 

Selene Consulting srl (Capofila ATI aggiudicataria) 

OASIS s.a.s. di Alberto Ballarini & C 

“Studio Tecnico Associato Arch. F. Bianchi e Arch. C. Malacrino” 

Codice progetto: A1. 1.1 3


Indice 

1. QUADRO CONOSCITIVO..................................................................................................5 

1.1.1 Descrizione del contesto .......................................................................................................5 

1.1.2 Analisi swot ........................................................................................................................10 

1.1.3 Analisi della domanda.........................................................................................................24 

1.1.4 Analisi dell’offerta ..............................................................................................................45 

1.1.5 Focus: la città di Pinerolo ...................................................................................................59 

1.1.6 Pinerolo città della cavalleria..............................................................................................61 

1.1.7 Descrizione dell’intevento ..................................................................................................65 

1.1.8 Obiettivi dell’intervento......................................................................................................67 

1.1.9 Elementi di prospettiva .......................................................................................................68 

1.1.10 Soggetti coinvolti ................................................................................................................68 

1.1.11 Compatibilità con gli indirizzi di programmazione sovralocali..........................................69 

1.2 Alternative progettuali ........................................................................................................69 

1.3 Modalità di gestione dell’opera...........................................................................................71 

2. FATTIBILITA’ TECNICA.................................................................................................71 

2.1 Indicazioni tecniche di base ................................................................................................71 

2.2 Stima parametrica del costo di realizzazione......................................................................76 

2.3 Eventuali problemi su cui porre l'attenzione in fase progettuale ........................................78 

3. COMPATIBILITA’ URBANISTICA, AMBIENTALE E PAESAGGISTICA.................78 

3.1 Compatibilità urbanistica ....................................................................................................79 

3.2 Eventuali impatti ambientali ...............................................................................................83 

3.2.1 Compatibilità con gli strumenti di pianificazione in materia ambientale ...........................84 

3.2.2 Descrizione dello stato dell’ambiente.................................................................................84 

3.3 Descrizione dettagliata di eventuali impatti paesaggistici ..................................................85 

3.3.1 Verifica della compatibilità dell’opera con il quadro normativo e con gli strumenti di 

pianificazione in materia paesaggistica...............................................................................85 

4. SOSTENIBILITA’ FINANAZIARIA ................................................................................85 

4.1 Definizione del bacino di utenza dell’opera, analisi della domanda potenziale e dei 

competitori presenti (idem SdF completo)..........................................................................85 

4.2 Stima dei potenziali utenti (idem SdF completo)................................................................92 

4.3 Piano finanziario dell’opera – analisi costi ricavi (idem SdF completo)............................93 

4.4 Sostenibilità dei costi e copertura finanziaria (idem SdF completo) ..................................99 

5. CONVENIENZA ECONOMICO-SOCIALE.....................................................................99 

5.1 Analisi aggregata di carattere sostanzialmente descrittivo dei benefici e dei costi “esterni o 

indiretti” per la collettività ..................................................................................................99 

6. PROCEDURE...................................................................................................................102 

6.1 Descrizione puntuale di tutti i vincoli che gravano sull’opera..........................................102 

6.2 Descrizione puntuale dei passaggi normativi e procedurali che si intendono attuare per 

superare i vincoli indicando i relativi tempi......................................................................102 

6.3 Cronoprogramma ..............................................................................................................103 

7. ANALISI DI SENSIBILITA’ E DI RISCHIO ..................................................................104 

7.1 Analisi di sensibilità per il piano finanziario dell’opera...................................................104 

7.2 Descrizione sintetica dei fattori di rischio.........................................................................105 


1. QUADRO CONOSCITIVO 

1.1.1 Descrizione del contesto 

1. Elementi generali 


Il territorio della Comunità Montana “Pinerolese Pedemontano” occupa un ampio anfiteatro 

pedemontano che si affaccia sulle estreme propaggini centro-occidentali della Pianura Padana. La 

Comunità Montana è limitata a Nord dalla Val Sangone, ad Ovest dall’inizio della Val Chisone, a 

Sud dalla bassa Val Pellice, mentre verso Est confina con alcuni Comuni di pianura (Osasco, 

Macello, Buriasco, Piscina,Volvera e Airasca). 

L’estensione attuale dell’intero territorio della C.M. è pari a 9578 Ha mentre la superficie originaria, 

prima dell’entrata in vigore della L.R. 16/99, era di 10047 Ha. Analizzando le superfici 

amministrative degli 8 Comuni per piano altimetrico emerge che: 

• l’intero territorio di due comuni (Cantalupa e Prarostino) è localizzato in fascia montana; 

• l’incidenza delle zone di pianura e collina risulta modesta in due comuni (Cumiana e 

Roletto), rappresentando rispettivamente il 40% e il 30% del territorio comunale e risulta 

bassa a San Pietro Val Lemina (17%); 

• nei restanti comuni le superfici di pianura e collina risultano significative (circa il 70%); 

• nel complesso circa il 50% del territorio è rappresentato da superfici di pianura e collina. 

2. Dinamiche socio-demografiche 

Il territorio Pinerolese Pedemontano è stato interessato dagli anni ’60 in poi, fino agli anni ’80 da un 

forte spopolamento della montagna ed un incremento dei comuni pedemontani, in particolare 

Roletto, San Secondo, San Pietro, Frossasco e Cantalupa, dove erano presenti insediamenti 

industriali. Attualmente il territorio ospita il 2,5% della popolazione residente nella Provincia di 

Torino. 

I Comuni della Comunità Montana Pinerolese Pedemontane contano, alla fine del 2006 contano 

55.682 abitanti, mentre Pinerolo ne registra 34.640. Il confronto dei dati rispetto al 1991 presenta 

una cera variabilità, con un incremento demografico dei comuni periferici rispetto all’area 

metropolitana torinese (Cantalupa, Cumiana) e di quelli pedemontani come Roletto e Sa Pietro Val 



Lemina, caratterizzati dalla vicinanza alla città di Pinerolo (-1,80%) e, al contempo, da migliori 

condizioni ambientali. 

Tab. 1. Variazione della popolazione - C.M. Pinerolese Pedemontano (PP). 

Comuni 1991 2006 Var % 

Cantalupa 1.752 2.397 36,81 

Cumiana 6.188 7.585 22,58 

Frossasco 2.606 2.872 10,20 

Pinerolo 35.274 34.640 -1,80 

Prarostino 1.055 1.274 20,75 

Roletto 1.701 1.994 17,22 

San Pietro Val Lemina 1.300 1.485 14,23 

San Secondo di Pinerolo 3.268 3.435 5,11 

Pinerolese Pedemontano 53.144 55.682 4,77 

Provincia di Torino 2.235.826 2.248.955 0,59 

Grafico 1. Incidenza della popolazione e variazione nel tempo (PP). 

PP 

San Secondo di Pinerolo 

San Pietro Val Lemina 

Roletto 

Prarostino 

Pinerolo 

Frossasco 

Cumiana 

Cantalupa 

0 15.000 30.000 45.000 60.000 

Analizzando le fasce di età della popolazione della Comunità Montana Pinerolese pedemontano si 

evince che in media il 23,5% della popolazione residente è al di sopra dei 65 anni di età, mentre la 

fascia di età che va dai 15 ai 65 anni corrisponde al 64% circa; la fascia di età inferiore (da 0 a 14 

anni) è del 12,5 %. Rispetto al territorio provinciale, il confronto evidenzia una sostanziale 

invarianza per quanto riguarda le prime due fasce, mentre per classe 65 e oltre si registra 

un’incidenza maggiore di quasi il 2%. Emergono dati positivi per i comuni di Roletto e Prarostino, 

rispettivamente per quanto concerne la terza (18&9 e prima fascia (15%). L’indice di vecchiaia, 

dato dal rapporto percentuale tra la popolazione uguale e maggiore di 65 anni e quella con meno 

di 14 anni, indica che nel Pinerolese pedemontano ogni 100 giovani ci sono 186 anziani. L’indice di 

Codice progetto: A1. 1.1 6 

2006 

1991


dipendenza, che è dato dal rapporto percentuale tra la popolazione avente meno di 14 anni e più 

di 65 e quella compresa tra i 14 ed i 64, è pari 41. Il confronto rispetto al 1991 evidenzia un 

peggioramento degli indici che segnano, rispettivamente, un invecchiamento della popolazione e 

un aumento della popolazione non attiva. In parziale controtendenza, i comuni di Cantalupa e 

Prarostino vedono ridursi il peso degli anziani sulla popolazione totale, fornendo maggiore 

rilevanza al dato emerso nell’analisi della popolazione residente. 

Tabella 6. C.M. Pinerolese Pedemontano – Popolazione residente per classi di età (2006). 

Comune 0-14 % 15-64 % 65> % TOT 

Cantalupa 337 14,06 1550 64,66 510 21,28 2397,00 

Cumiana 1028 13,55 4835 63,74 1722 22,70 7585,00 

Frossasco 355 12,36 1895 65,98 622 21,66 2872,00 

Pinerolo 4222 12,19 21935 63,32 8483 24,49 34640,00 

Prarostino 190 14,91 812 63,74 272 21,35 1274,00 

Roletto 263 13,19 1360 68,20 371 18,61 1994,00 

San Pietro Val Lemina 181 12,19 994 66,94 310 20,88 1485,00 

San Secondo di Pinerolo 452 13,16 2139 62,27 844 24,57 3435,00 

Pinerolese Pedemontano 7028 12,62 35520 63,79 13134 23,59 55682,00 

Provincia di Torino 284210,00 12,64 1473800,00 65,53 490945,00 21,83 2248955,00 

TOT PROV. TORINO 

TOT. PP 



Roletto 

Prarostino 


Frossasco 

Cumiana 

Cantalupa 

Grafico 11. Struttura demografica (2006). 

0% 15% 30% 45% 60% 75% 90% 

Tabella 7. Indici demografici (PP). 

Indice di 

Indice di 

vecchiaia dipendenza 

Comuni 1991 2006 1991 2006 

Cantalupa 158,46 151,34 40,38 54,65 

Cumiana 145,16 167,51 43,41 56,88 

Frossasco 91,60 175,21 40,64 51,56 

Pinerolo 156,28 200,92 46,07 57,92 

Prarostino 163,33 143,16 42,76 56,90 

Roletto 96,15 141,06 36,96 46,62 

San Pietro Val Lemina 98,26 171,27 35,56 49,40 

San Secondo di Pinerolo 152,62 186,73 39,00 60,59 

Provincia di Torino 118,32 172,74 39,39 52,60 

Pinerolese Pedemontano 147,46 186,88 44,19 56,76 

Grafico 12. Variazione indice di vecchiaia. (PP). 


0-14 

15-64 

65>

PROVINCIA TO 

PP 



Roletto 

Prarostino 


Frossasco 

Cumiana 

Cantalupa 

PROVINCIA TO 

PP 



Roletto 

Prarostino 


Frossasco 

Cumiana 

Cantalupa 


0 50 100 150 200 

Grafico 13. Variazione indice di dipendenza (PP). 

0,00 15,00 30,00 45,00 60,00 

Sotto il profilo della struttura produttiva, il territorio esprime una netta prevalenza dei settori 

manifatturiero e commerciale, i quali riescono ad aggregare più del 50% degli addetti totali (graf.). 

In coerenza con tale dato, segue il settore relativo i servizi alle imprese (K) con il 16% degli addetti; 

il settore delle costruzioni segna un valore pari all’11%, mentre le attività di ristorazione (H) 

coinvolgono il 5% degli addetti. 


2006 

1991 

2006 

1991

Grafico 14. Struttura occupazionale (PP). 

K 

16% 

J 

4% 

N 

3% 


PP - Addetti attività economiche - 2001 

O 

4% 

I 

3% 

H 

5% 

Fonte: elaborazione su dati Istat. 

3. Attività economiche e prospettive 1 

D 

30% 

Per quanto riguarda le attività economiche si registra sul territorio una contrazione riferita agli ultimi 

anni del numero di disoccupati, scendendo nel complesso a 4.179 unità, con una contrazione del 

3,3% rispetto all'anno passato. 

In riferimento al settore primario, le imprese agricole presenti sul territorio ammontano a 542 con 

463 dipendenti, contraddistinte da una connotazione tipica di impresa a conduzione familiare, con 

o senza salariati. Il 96% di esse infatti non hanno personale dipendente o questo ammonta a sole 

una o due unità. 

A partire dal secondo dopoguerra la struttura economica si è orientata verso una agricoltura 

caratterizzata da monocolture, primeggiando anche su questo territorio l'attività legata allo sviluppo 

industriale, favorendo l'insediarsi di numerosi stabilimenti. Permane, tuttavia, una certa vocazione 

agricola, la cui vivacità è determinata da una diversificazione delle produzioni, dalla presenza di un 

territorio di piano abbastanza vasto con una buona qualità del suolo ed integrato dalla fascia 

pedemontana per lo più sfruttata a coltivazioni intensive. Attualmente la frutticoltura si inserisce 

come una sorta di estensione dell'area tipica relativa ai Comuni limitrofi di Barge e Bagnolo, per lo 

G 

22% 

più dedicata alla coltivazione di mele, pesche, actinidie e pere. 

1 

Fonte: dati Istat, censimenti 2001 e 2000. 


E 

1% 

F 

11%


In ascesa sul territorio è sicuramente la produzione vinicola, per la quale l'area ha ottenuto la 

denominazione di origine controllata "Pinerolese", grazie all'attività promozionale sorta intorno alla 

cantina sociale di Bricherasio. 

Le aziende produttrici di tipo lattiero-casearie risultano il 10% della produzione piemontese, mentre 

si rileva un forte incremento delle cosiddette coltivazioni biologiche (34 aziende sulle 80 regionali) 

e delle strutture agrituristiche. 

Per quanto concerne il settore secondario, sull'area pinerolese risultano presenti 155 aziende 

industriali per un totale di circa 12.500 addetti, pari al 20% degli occupati totali in Provincia. La 

caratteristica locale è di contare sulla grande industria, considerando che le imprese con oltre 250 

addetti assorbono il 58% dell'occupazione totale, all'interno di 5 grossi stabilimenti. 

Tuttavia il settore che meglio caratterizza il pinerolese è sicuramente quello alimentare, contando 

un quarto degli addetti totali all'interno della Provincia. 

Il terziario rappresenta un settore in continua espansione, trainato dal comparto dei servizi alle 

imprese, dei servizi finanziari e sociali, e dagli esercizi commerciali. Questi, catalogati nel numero 

di 1259 attività, sono costituiti per la maggior parte da piccoli esercizi a conduzione familiare con 

un numero di addetti inferiore a tre. 

Dal punto di vista turistico la maggior parte degli alberghi e dei ristoranti è concentrata su Pinerolo. 

1.1.2 Analisi swot 

Di seguito si riporta l’analisi relativa di punti di forza e di debolezza, alle minacce ed alle 

opportunità relative al territorio del PTI nel suo insieme, con particolare attenzione all’area del 

pinerolese, area di riferimento in tutto il territorio del PTI e non solo per quanto concerne il tema 

della cavalleria. 

Punti di forza del pinerolese e del territorio del PTI: 

Identità territoriali 

• forte identità storica e culturale: il Pinerolese ha radici antiche, a partire dal Ducato degli Acaja, 

e subì alterne vicende, in quanto con il Trattato di Ultrecht del 1713 l’esperienza politica della 

Repubblica degli Escartons si concluse e quello che fu l’Escartons di Pragelato diventò terra 

piemontese. 



• identità locale legata alla Cavalleria, nonché atmosfera in gran parte “integra” del contesto 

urbanizzato del centro cittadino, dove sono ancora presenti segni di un passato carico di storia 

(antica capitale del Ducato di Acaja) 

• complessa identità linguistica: presenze storiche di quattro lingue: l’occitano e il francese nelle 

aree degli Escarton, francese, piemontese e italiano nelle basse valli, a Pinerolo e in pianura. 

• identità artistica di ampio spettro: dai palazzi e chiese medievali e rinascimentali di Pinerolo, 

alle chiese barocche delle valli e della pianura, ai recenti templi costruiti dopo che le Patenti 

Regie di Carlo Alberto nel 1848 consentirono la libertà di culto ai Valdesi; tipologie costruttive 

articolate e complementari, dalle architetture alpine delle borgate in legno e pietra, alle case di 

pianura in mattoni e coppi, alle cascine agricole organizzate a corte. 

• identità economica forte e diversificata: Pinerolo in qualità di capoluogo rappresenta da sempre 

il centro di gravità dell’economia; insediamenti di antica industrializzazione si trovano nelle valli 

alpine, tipicamente lungo i corsi d’acqua, mentre in pianura sorgono moderni complessi 

industriali e prospera l’agricoltura; negli anni passati è stato presentato il Patto Territoriale del 

Pinerolese, esteso a 51 Comuni.(eliminare la parte sul patto, differenziare pinerolese e aree 

montane, citare la val sangone) 

• particolare identità religiosa: il Pinerolese è la terra dei Valdesi che risiedono principalmente 

nelle Valli Pellice e Germanasca, ma anche in Val Chisone, a Pinerolo, a S. Secondo, a 

Prarostino; 

Risorse territoriali: beni naturalistici e ambientali 

• Due parchi regionali naturali in Alta Val Chisone di elevato valore ambientale (con 

testimonianze geologiche, archeologiche, antropologiche, naturalistiche, faunistiche, ecc.): 

Parco Orsiera Rocciavrè, e il Parco della Val Troncea, che propongono già pacchetti turistici 

strutturati. Un terzo - il Parco Provinciale dei Tre Denti e del Freidour - si estende nel territorio 

compreso tra le Valli Chisone e Sangone. In ultimo, in Alta Val di Susa si estende il Parco 

Regionale del Gran Bosco di Salbertrand, in parte iscritto nel Registro nazionale dei boschi da 

seme. 

• valloni di grande valore naturalistico e ambientale (Salza, Massello, Bourcet nelle Valli Chisone 

e Germanasca) 

• Val Pellice: la testata di Valle (area alpina del Comune di Bobbio Pellice), zona che si eleva 

fino a 3171 m del Monte Granero, dove sono riunite le strutture per la pratica di escursionismo 

e alpinismo, presenta i sentieri che mettono in comunicazione con la Val Germanasca, il 

Queyras, la Valle Po e si snoda il percorso delle GTA; in Val Pellice: presenza del Giardino 

Botanico Alpino B. Peyronel al Colle Barant 

• il Parco Martinat con la voliera più grande d’Europa, a S. Pietro Val Lemina, che richiama 

numerosi ragazzi con famiglie e che risulta essere la meta turistica più richiesta del Pinerolese. 



• La “Via dell’Assietta” che consente di collegare le valli Chisone e Susa attraverso mulattiere di 

alta quota, per un totale di 140 km. percorribili (escursionismo, ciclismo, equiturismo). 

Risorse territoriali: beni architettonici e artistici, centri storici 

• Pinerolo, (37.000 abitanti) antica capitale del Ducato d’Acaja, città fortificata di frontiera, 

protetta dai forti di alta quota, dotati di numerosi palazzi, chiese e musei. Il centro storico di 

Pinerolo presenta molti edifici religiosi e civili che risalgono al periodo medievale e barocco: 

Cattedrale di San Donato (sec. XI), Chiesa e Monastero delle Clarisse (sec. XIV), Chiesa di 

San Maurizio (sec. XVI), Chiesa di San Domenico (sec. XVI), Chiesa di S. Agostino (sec. XVII), 

Chiesa di San Rocco (sec. XVIII) Chiesa di San Giuseppe, Tempio Valdese, Casa del Vicario 

(sec. XIV), Palazzo dei Pricipi d’Acaja (sec. XIV), Palazzo del Senato (sec. XV), Palazzo 

Vittone (sec. XVIII), Palazzo del Circolo Sociale (sec. XIX), Cavalleria Caprilli (1909) 

• numerosi centri storici minori sia nelle valli alpine (Fenestrelle, l’antica Finitterrae, ecc.) sia 

nelle colline (Frossasco di origine romana, ecc.) 

• frazioni e piccoli nuclei rurali fortemente connotati e di notevole fascino 

• fortificazioni alpine secondarie sempre a Fenestrelle, il Serre Marie, il Blockhus, i trinceramenti 

dell’Assietta, ecc.) 

• Un sistema di fortificazioni alpine di elevato valore patrimoniale, che vede nel Forte di 

Finestrelle e nel Forte di Exilles i suoi elementi di spicco. 

• mulini, meridiane, frantoi restaurati, espressioni vive di una cultura materiale che richiamano il 

passato sia delle valli che della pianura e che rappresentano buone opportunità per uno 

sviluppo del “territorio attivo” 

• i centri storici, unitamente alle frazioni e alle case sparse, rappresentano una risorsa di 

grandissimo valore non solo in termini di patrimonio architettonico ma anche per la possibile 

riconversione a ricettivo 

• luoghi storici legati alla storia valdese: a Torre Pellice, la Foresteria Valdese, la casa Valdese 

con la sala del Sinodo, il Collegio dei Barba, il Centro culturale Valdese, i templi edificati dal 

XVI al XX secolo;) 

Risorse territoriali: musei, ecomusei e laboratori didattici 

• a Pinerolo vi sono numerosi musei: il Museo Nazionale dell’Arma della Cavalleria, il Museo 

Regionale d’Arte Preistorica, il Museo del Legno, il Museo Didattico di Scienze Naturali, il 

Museo Storico del Mutuo Soccorso, la Collezione Civica d’Arte, la Pinacoteca di Palazzo 

Vittone, il Museo Storico della Casa del Senato, il Centro Arti e Tradizioni Popolari. 

Attualmente è’ stato approvato un progetto per la creazione di un Museo Europeo della 

Cavalleria che nasce dalla trasformazione e valorizzazione dell’attuale struttura in un moderno 



polo museale attraverso gli strumenti della moderna museologia, dell’informatica e della 

multimedialità. In Europa esistono solo altre due grandi realtà museali di questo genere legate 

all’arma della Cavalleria ed all’Equitazione: a Vienna e a Saumur, in Francia 

• numerosi musei nelle valli valdesi: Museo Scuola degli Odin-Bertot ad Angrogna, Museo 

Etnografico, Museo Storico Valdese a Torre Pellice, Galleria Civica d'Arte contemporanea 

“Filippo Scroppo” 

• musei in Val Chisone: Museo Valdese Antichi mestieri a Pomaretto, Museo del Costume 

Tradizionale delle Genti Alpine a Pragelato, il Museo di Prali e della Val Germanasca, il Museo 

etnografico di Rodoretto. Da ricordare ancora a San Germano Chisone e a Pramollo i Musei 

Valdesi 

• ecomusei: sono presenti e attivi l’Ecomuseo della Carbonaia (sentiero che parte dal Talucco di 

Pinerolo e attraverso il Colle Ciardonnet giunge al rifugio Melano), l’Ecomuseo di Villar Pellice 

(La Crumière), l’Ecomuseo della pietra di Rorà, l'Ecomuseo della Resistenza di Angrogna, 

Bricherasio e Luserna San Giovanni. 

• Museo del Gusto a Frossasco 

• Ecomuseo della Resistenza in alta Val Sangone 

• Il sistema delle miniere di talco della Val Germanasca, aperte al pubblico dal 1998. Il 

patrimonio minerario rappresenta, sotto il profilo turistico, un buon fattore di attrazione, in 

quanto inserito in un contesto di testimonianze di archeologia industriale di notevole estensione 

e qualità. Dal 1998 ad oggi le affluenze a Scopriminera hanno raggiunto le 215.000 unità, con 

una media annua superiore a 21.000 soggetti, tra singoli, gruppi e scuole. 

• il Laboratorio Didattico sull’Ambiente di Pra Catinat all’interno del Parco Orsiera Rocciavrè che 

è anche il più grande “albergo” del Pinerolese con 260 posti letto (che diventeranno 310 nel 

2001 grazie ai lavori di ristrutturazione) 

• il Centro di Educazione Ambientale di Bobbio Pellice 

• la cultura e la storia valdese, il cui punto di forza consiste nella loro specificità, nel radicamento 

nella cultura locale, nella loro dimensione turistica internazionale e nel fatto che costituisce già 

fin d’ora un esempio di ecomuseo territoriale “in rete” che riguarda principalmente la Val Pellice 

e la Val Germanasca 

• archeologie industriali: numerosi edifici testimoniano il passato delle valli e della loro 

industrializzazione. Da ricordare il Museo della Meccanica e del Cuscinetto a Villar Perosa 

• possibilità di turismo industriale (visita alle installazioni attuali e future di produzione di energia 

elettrica lungo il Chisone, al museo della meccanica e del cuscinetto a Villar Perosa, ecc.) 

Infrastrutture e trasporti 

• autostrada Torino-Pinerolo 



• ferrovia fino a Pinerolo con prolungamento per Torre Pellice, prossimamente destinata a 

essere trasformata in metropolitana leggera 

• parcheggio di interscambio auto/treno a Pinerolo per favorire l’uso del treno rispetto al mezzo 

privato 

• possibilità di trasportare biciclette al seguito sulla linea ferroviaria Torino – Pinerolo - Torre 

Pellice, a scopo turistico 

• due strade statali (la n. 589 dei Laghi di Avigliana e la n. 23 del Sestriere) che collegano Torino 

a Pinerolo e che proseguono rispettivamente verso Saluzzo e il Sestriere 

• oltre alla strada ferroviaria esistono stabili collegamenti tra Torino e il Pinerolese con le 

seguenti ditte: 

- SAPAV (con collegamenti in Val Chisone e Germanasca, in Val Pellice fino a Bobbio 

Pellice e la tratta Torino – Sestriere) 

- Cavourese (con collegamenti fino a Torre Pellice e tratte urbane ed extraurbane Pinerolo e 

dintorni) 

- SATTI (solo la tratta Torino-Cumiana) 

- SDAV (con collegamenti Lusernetta – Luserna San Giovanni e Torre Pellice – Chabriols) 

Servizi: ricettività 

• Laboratorio Didattico per l’Ambiente di Pra Catinat (Fenestrelle), nel Parco Orsiera Rocciavrè, 

che però è una struttura extralberghiera, rivolta soprattutto al turismo scolastico, familiare e a 

gruppi organizzati 

• Ottima capacità ricettivain alta val Chisone e alta Val Susa 

• buona distribuzione di rifugi alpini e di case per ferie (turismo sociale) 

• elevata potenzialità di sviluppo della ricettività del modello B&B in special modo nel tessuto 

rurale diffuso in sia in Pianura che nelle Valli 

• elevata potenzialità di sviluppo della ricettività di tipo agrituristico vista la significativa e diffusa 

presenza sul territorio di tali strutture (attualmente limitata per lo più alla ristorazione) 

Servizi: possibilità di praticare sport 

• escursionismo e trekking nelle valli a diverse quote e a vario livello di impegno e difficoltà su 

itinerari nazionali e transfrontalieri (G.T.A.) con numerosi rifugi e posti tappa a disposizione 

(nelle Valli Chisone e Germanasca e in Val Pellice): sentieri collinari, di bassa valle, di alta 

valle e transvallivi di particolare valore ambientale e paesaggistico. arrampicata su roccia con 

numerose palestre di allenamento. Tra queste la palestra di particolare interesse è il 

comprensorio della Rocca Sbarua. La presenza del Rifugio Melano (quota 1064 m. s.l.m.) 

rappresenta un ottimo punto di appoggio raggiungibile sia dalla Val Lemina (attraverso il Col 

Ciardonet) che dalla zona a monte di Cantalupa. 



• equitazione in numerosi maneggi e diverse piste equestri. I maneggi sono ben distribuiti su 

tutto il territorio: (1) Angrogna, (2) Bibiana, (2) Bricherasio, (1) Cantalupa, (1) Cavour, (2) 

Cumiana, (1) Frossasco, (1) Macello, (1) Massello, (1) Pinasca, (2) Pinerolo, (1) Pragelato, (1) 

Prali, (1) Roletto, (1) Rorà, (1) Roure, (1) San Pietro Val Lemina, (2) San Secondo di Pinerolo, 

(1) Vigone, (1) Villar Pellice. Tra i percorsi equestri di diverso grado e difficoltà in Val Pellice in 

partenza da Pra del Torno; nel Vallone di Rorà; ad Angrogna e nel Vallone di Pramollo; in alta 

Val Pellice in partenza da Villar Pellice; tra la Val Pellice e la Val Germanasca; in alta Val 

Chisone con itinerari che toccano i passi più alti delle Alpi Occidentali ed infine proposte 

equestri che hanno per tema Pinerolo e la pianura pinerolese 

• disponibilità su tutto il territorio di percorsi cicloturistici 

• le stazioni invernali dell’Alta val di Susa e Chisone rappresentano un vantaggio competitivo in 

termini di montagna “immediatamente vendibile” 

• le stazioni invernali di pregio ambientale il cui punto di forza sta proprio negli scenari alpini di 

rara bellezza e nel fatto di aver saputo mantenere l’atmosfera dei caratteristici centri di 

montagna (soprattutto Prali, ma anche Pragelato ) 

• sci di discesa, nordico, di fondo, alpinismo a Pragelato e Prali 

• la Val Pellice offre buone possibilità per la pratica dello sci escursionismo e dello sci di fondo: 

nel Comune di Rorà si trova una pista da fondo con un anello di 5 Km, in località Vaccera di 

Angrogna si trova una pista ad anello di 5 Km, con struttura di servizio e ristoro; lo sci 

escursionismo si può praticare partendo dalla località Chiot Ponset della Comba dei Carbonieri 

(Villar Pellice alla Punta Sea Bianca attraverso la Comba della Gianna) 

• pratica dello sci alpinistico: itinerari di notevole qualità paesaggistica e tecnica sono presenti in 

Val Germanasca e nell’alta Val Chisone 

• Impianti olimpici a Pinerolo e Torre Pellice 

Prodotti enogastronomici tipici e artigianali 

• l’agricoltura e i prodotti della terra sono rappresentati da produzioni tipiche di alto pregio (le 

mele, l’ortofrutta in pianura e collina, funghi e frutti del sottobosco in collina e nelle valli) 

• presenza di numerosi vini DOC grazie anche al recupero di vitigni storici: a Prarostino il 

Prustinenc, a Pinerolo, Cumiana, Frossasco il vitigno Plassa, a Frossasco il Doux d’Henry, il 

Ramie a Pomaretto. 

• erbe, distillati, liquori (Albergian ed altri produttori) 

• formaggi (tomini del Talucco, Saras del Fen, Toma del Lair Brusc, Cevrin di Coazze) 

• Altri prodotti tipici di qualità: Prosciuttello della Val si Susa, Marrone della Val di Susa, 

Mustardela, antiche cultivar di mele e pere piemontesi). 

• Presenza di quattro Presidi Slow Food. 


Eventi e manifestazioni 


• Presenza di manifestazioni locali ed eventi di interesse, quali: gare di Coppa del Mondo in Alta 

Valle Susa, Rievocazione della Maschera di Ferro (Pinerolo); Sagra del Fungo a Giaveno, 

• Associazionismo diffuso, sia a livello comunale che intercomunale 

• Campionati mondiali e internazionali d’equitazione a Pinerolo 

• Tour dell’Assietta in bicicletta a luglio 

• Gara di marcia alpina “I tre Rifugi” a Bobbio Pellice (agosto) 

Formazione 

• buon livello di scolarità diffusa, valida premessa a una potenziale vocazione imprenditoriale, 

soprattutto di micro-imprenditorialità, particolarmente indicata per le imprese turistiche 

• presenza dell’Università a Pinerolo (Scuola Universitaria di Mangagement d’Impresa) e di 

scuole alberghiere (a Pinerolo) 

• in corso di realizzazione la scuola Nazionale di Equitazione: l’istituto di istruzione a livello 

universitario è destinata alla formazione di istruttori e personale altamente specializzato. Per la 

sua unica caratterizzazione a livello nazionale e per la peculiarità del variegato indotto che ne 

può scaturire (corsi di formazione e di perfezionamento, interscambio con analoghe strutture 

internazionali, concorsi ippici qualificati, turismo indotto, specializzazioni nel vasto campo della 

selleria e del vestiario, rapporti con il mondo agricolo equestre), rappresenta una iniziativa 

portatrice di grandi vantaggi economici e sociali in una area vasta. 

Olimpiadi invernali 

• Le strutture lasciate in dotazione dall’evento olimpico sono cruciali per costruire nuove forme di 

sviluppo delle comunità, che si trovano nelle condizioni di giocare la partita della competitività 

con risorse di alto livello. 

• La riuscita dell’evento ha determinato un’eredità di immagine positiva, intesa nel senso di 

autorappresentazione esterna. La sensazione di essere all’altezza, la consapevolezza del 

proprio patrimonio visto attraverso i visitatori, possono essere elementi forti nel consolidare le 

capacità organizzative e le sensibilità esistenti. 

• Governance. L’accresciuto ruolo dell’amministrazione locale, sebbene già in atto prima delle 

Olimpiadi, costituisce un patrimonio, in termini di capacità decisionale e organizzativa, che, se 

riprodotto nel tempo, può sostenere i processi di sviluppo futuri 

Punti di debolezza del pinerolese e del territorio del PTI: 




• al di là del tenace mantenimento alle tradizioni e della cultura valdese nelle valli, di alcune 

rievocazioni storiche e della sopravvivenza di alcuni costumi locali, l’identità dei luoghi del 

Pinerolese non è assolutamente percepibile in termini di coerenza di prodotto complessivo. 

• anche gli aspetti culturali peculiari alla lingua occitani e alla tradizione degli Escarton non sono 

adeguatamente valorizzati. 


• insufficiente manutenzione dei beni naturalistici e ambientali, principalmente boschi e sentieri 

• le presenze nei parchi naturali sono già quasi alla saturazione, almeno per i Parchi Val 

Troncea e Gran Bosco di Salbertrand. Occorre sviluppare sempre più la capacità di 

trasformare le presenze in soggiorni organizzati che alimentino in maniera sostanziale 

l’economia del territorio con opportunità di visita, di acquisti di prodotti, di servizi e di 

pernottamenti. Risultano insufficienti le aree di attestamento per i mezzi motorizzati, soprattutto 

camper, ai margini dei Parchi Val Troncea e Orsiera-Rocciavrè, la segnaletica, le piste per 

MTB 

• iniziative mirate allo sviluppo del turismo rurale e di attività agrituristiche poco integrate tra loro 

• le risorse ambientali e ricreative non sono mai state oggetto di un vero e proprio piano 

strategico di valorizzazione 

• mancano esempi di gestione del territorio e promozione di sviluppo e occupazione che 

possano essere considerate come modelli da emulare per la nascita di nuove attività 

imprenditoriali 

• le aree di montagna sono in notevole calo demografico e con limitate risorse umane giovani 

capaci di avviare processi di sviluppo innovativo e complesso 

• sono trascurate le potenzialità connesse con l’idrografia 

• debole apertura del sistema “montagna estiva” rispetto al tema “neve”. 


• la manutenzione del patrimonio storico è quanto mai carente e gli investimenti in 

ristrutturazione di immobili pressoché irrilevanti 

• insufficiente livello di preparazione all’accoglienza turistica che necessita di formazione ed un 

sistema di monitoraggio della qualità dell’accoglienza per gli operatori del settore 


• scarso rilievo hanno i musei minori che potrebbero essere valorizzati collocandoli in rete con 

l’offerta dell’intero Pinerolese 



• l’ingresso gratuito in molti musei, se da una parte rispondere ad esigenze di politica culturale, 

dall’altra rappresenta una perdita a entrate potenziali cui far corrispondere una maggiore 

qualità dei servizi 

• orari di apertura e di chiusura dei musei non ben definiti e limitati 

• carenza di attività didattica nei musei e negli ecomusei 


• la ferrovia va assolutamente ripensata e rilanciata in chiave anche turistica 

• le strade statali sono eccessivamente trafficate e poco scorrevoli anche per la presenza di 

mezzi di trasporto merci su gomma 

• trasporti pubblici insufficienti per soddisfare una domanda turistica a basso impatto ambientale 

(attualmente il traffico si sviluppa quasi esclusivamente su mezzi privati); occorre ripensare 

anche i collegamenti con autobus delle valli marginali (es. Val Germanasca) 

• il numero delle corse penalizza fortemente le località marginali che sono raggiunte solo poche 

volte al giorno in orari poco favorevoli allo sviluppo: anche da questo si capisce la natura 

prevalentemente industriale dell’Area. Le corse favoriscono soprattutto i lavoratori pendolari e 

molte di esso sono soppresse sia in giorni festivi, sia il mese di agosto (corrispondenza alla 

ferie Fiat) 


• la ricettività non è diversificata: i posti letto sono insufficienti, manca la ricettività tipo “zimmer” 

particolarmente apprezzata dal pubblico straniero 

• i prezzi delle camere non sono competitivi con l’offerta della vicina Francia, la qualità del 

servizio è a volte deludente, con la conseguenza di un insufficiente rapporto qualità/prezzo 

• a parte i rifugi in quota non si è in presenza di un’offerta ricettiva tipica del Pienerolese, basata 

ad esempio sul B&B, sull’agriturismo, sul turismo rurale, sulle dimore di charme, ecc. 

• in Val Pellice vi è una concentrazione della ricettività escursionistica in un'area molto ristretta 

(Bobbio Pellice) 

• in generale salvo le località turistiche dotate di strutture ricettive e seconde case per 

villeggianti, il turismo in molte aree del territorio non è ancora percepito come potenzialità di 

sviluppo dell’area 


• non esiste una buona organizzazione delle iniziative sportive dal punto di vista del contesto in 

cui queste sono inserite che spesso non ne agevola lo svolgimento 

• le iniziative realizzate non sempre vengono promosse a sufficienza 




• occorre prima rafforzare le singole identità di valle, di collina e di pianura e poi ricercare uno o 

più marchi di riconoscimento 

• i prodotti sono ancora presentati in maniera frammentaria ed episodica, nonostante il ruolo del 

marchio Pinfruit 

• occorre incentivare la produzione di colture orticole,frutticole e cerealicole biologiche e 

biodinamiche 


• scarsa promozione turistica sui territori limitrofi a quelli interessati alle iniziative e agli eventi 

• scarsa capacità del territorio di trasformare gli eventi in opportunità dal punto di vista turistico 

• la promozione non avviene ancora con la dovuta incisività e con chiari messaggi di specificità 

locale e di senso di appartenenza a un territorio specifico 

Formazione 

• mancanza di una formazione turistica specifica per gli operatori del settore, per i dipendenti 

pubblici e per la popolazione in genere per promuovere una vera disponibilità all’accoglienza 


• Insufficiente livello di preparazione all’accoglienza turistica che necessita di formazione ed un 

sistema di monitoraggio della qualità dell’accoglienza per gli operatori del settore. 

• Minore qualità ambientale del contesto rispetto ad altri territori alpini 

Opportunità del pinerolese e del territorio del PTI: 


• azioni che mirano ad individuare il territorio del Pinerolese e delle sue Valli come appartenenti 

a Pinerolo “Città della Cavalleria” 

• valorizzazione della lingua e delle tradizioni attraverso scambi interculturali e attività formative 



• recupero del ruolo europeo di Pinerolo, che per la sua posizione strategica prossima alla 

Francia, fu teatro di importanti avvenimenti e decisioni politiche di importanza nazionale ed 

Europea. 


• È in crescita la domanda turistica verde, rivolta ad aree protette e in generale a territori con 

elevata presenza di risorse naturali di pregio. 

• Possibilità di valorizzare le infrastrutture esistenti all’interno di circuiti tematici in grado di 

determinare effetti moltiplicativi sul territorio (nuovi prodotti e servizi). 

• la domanda turistica tradizionale è sempre più attenta ai fattori qualitativi, in particolare quelli 

legati alla qualità dell’ambiente, dei prodotti alimentari e della ricettività 


• l’inserimento di molte risorse artistiche e architettoniche in una serie di percorsi turistici 

consente di valorizzare e potenziare una nuova offerta turistica per questo territorio 

• sfruttare l’eredità olimpica per promuovere il territorio e il suo patrimonio artistico, creando un 

interesse i cui effetti si manifestino nel lungo periodo 

• Inserire il sistema delle fortificazioni all’interno di pacchetti turistici strutturati. 


• l’inserimento dei musei e degli ecomusei tra loro collegati consente una maggiore divulgazione 

di queste iniziative anche a livello locale, permettendo una sempre maggiore fruibilità 

• il sistema scolastico è sempre maggiormente interessato ai servizi di educazione ambientale e 

alle proposte di fruizione turistica all’interno di aree protette ed ecomusei 

• il museo può diventare l'anello principale della filiera composta da un insieme di attività 

complementari (servizi, ristorazione, produzione e commercializzazione di beni artigianali) 

• recuperare il valore simbolico del Museo della Cavalleria al fine di costruire una 

rappresentazione interna ed esterna del territorio sul tema del cavallo. 

• coinvolgimento della classe politica locale in percorsi formativi che includano la componente 

ambientale come fattore di competitività del territorio. 


• ripensamento dei trasporti in modo tale da renderli fruibili anche da un punto di vista turistico 


• eventuali nuove opportunità fornite dalle leggi 4/00 verso enti no-profit e Comuni per la 

creazione di strutture di accoglienza o altre opportunità di finanziamento analoghe 



• sviluppo alla formazione alla cultura dell’accoglienza 


• il potenziamento e la diffusione dell’equitazione consente di rivitalizzare servizi che hanno una 

grande radice storica locale 

• l’aumento del numero delle strutture a servizio della fruizione di attività sportive permette una 

serie di ricadute positive per la popolazione residente (aumento del numero di persone che 

praticano attività sportiva non agonistica durante tutto il corso dell’anno, aumento della varietà 

delle pratiche sportive) 


• coinvolgimento dei produttori di alimenti tipici nella conservazione delle tradizioni e il recupero 

grazie all’inserimento in un circuito commerciale del prodotto tipico e di denominazione di 

origine controllata 

• valorizzazione del "Tipico Pinerolese" 


• il successo de grandi eventi e delle manifestazioni non risiede solamente nella manifestazione 

medesima, ma anche nella capacità di fornire servizi complementari di supporto, che 

arricchiscono e perfezionano il sevizio. La capacità di inserire gli eventi locali all’interno di 

un’offerta turistica integrata costituisce un elemento di caratterizzazione dell’offerta stessa 

• Possibili sinergie tra le manifestazioni ippiche e gli operatori titolari dei maneggi 

Formazione 

• possibilità di orientare la formazione locale sia verso il management turistico che verso modelli 

di governance del territorio oggetto del PTI, sfruttando la coesione che deriva dall’adesione al 

programma stesso. 

• la messa in rete delle vocazioni eccellenti attraverso l’interconnessione tra i punti di eccellenza 

e le esperienze in crescita sul territorio 


• Potenzialità degli impianti olimpici in termini di sviluppo di attività ludico-sportive. 

• Estendere l’esperienza di governance in termini di integrazione degli aspetti infrastrutturali, 

insediativi e ambientali, migliorando la qualità complessiva del territorio. 



Minacce per il pinerolese e il territorio del PTI: 


• Rischio di frammentarietà del patrimonio e dell’identità territoriale 


• Puntare esclusivamente sull’incremento dei flussi turistici senza operare una sensibilizzazione, 

nei confronti dei soggetti locali, finalizzata al riconoscimento e valorizzazione delle risorse 

locali. 

• Mancato coordinamento degli attori pubblici locali rispetto a progetti di area vasta. 


• puntare esclusivamente sull’incremento dei flussi turistici senza diffondere nella popolazione 

residente una conoscenza delle risorse locali 


• Graduale riduzione del numero di visitatori delle miniere, dovuto al mancato rinnovamento dei 

contenuti del “prodotto”. 

• Rischio di perdita del valore simbolico del Museo della Cavalleria. Ciò ha riflessi in termini di 

autorappresentazione esterna, nella misura in cui tale identità rappresenta una risorsa latente 

e, quindi, potenziale per quanto riguarda i processi di sviluppo ( 


• esclusivo potenziamento della rete stradale che sfavorisce il potenziamento di altri mezzi di 

trasporti con minori effetti di impatto ambientale 

• eccessiva polarizzazione dei flussi metropolitani verso il “naturale” proseguimento 

autostradale, ossia la Val Chisone e Germanasca 


• le nuova strutture create in occasione dell’evento olimpico non possono essere sfruttate a 

pieno se non si investe sia nel patrimonio del territorio, sia nella capacità di fornire un servizio 

concorrenziale 

• la ricettività si concretizza in piani di sviluppo non contestualizzati e al di fuori della strategia di 

sviluppo sostenibile ed eco-compatibile 




• utilizzo delle infrastrutture finalizzate esclusivamente in occasione di grandi eventi e difficile 

riutilizzo nel tempo con evidenti impatti ambientali 


• perdita nel medio periodo delle identità locali dovuto all’abbandono delle produzioni tipiche 


• Rischio di considerare gli eventi come elemento di per sé sufficiente a creare un movimento di 

tipo turistico 

• Scarsa integrazione degli eventi con i servizi e le altre risorse del territorio 

Formazione 

• Incapacità di sfruttare la formazione come elemento decisivo nei processi di sviluppo del 

settore turistico 


• Rischio di non riuscire a sfruttare i patrimoni, materiali e immateriali, che le olimpiadi hanno 

lasciato al territorio 

• Rischio di una eccessiva “disneylandizzazione” del territorio, in contrasto con un modello di 

1.1.3 

sviluppo basato sulla valorizzazione di valori identitari e non replicabili. 


Analisi della domanda 

1. Le dinamiche a livello regionale 


Come emerge dal rapporto sui flussi turistici del 2006 della Regione Piemonte, negli ultimi anni il 

turismo piemontese è in crescita, tanto che dal 2005 al 2006 il numero delle presenze registra un 

incremento dell’8,67%, mentre resta stabile il numero degli arrivi, che cresce dello 0,76% rispetto 

all’anno precedente. Si noti come nel 2005 si sia verificato un incremento rilevante degli arrivi, il 

quale ha posizionato il territorio regionale oltre la quota dei tre milioni. 

Anno Arrivi 

Tabella 26. Andamento degli arrivi nel tempo. 

Diff. %su 

2000 

Diff. % su 

2001 

Diff. % su 

2002 

Diff. % su 

2003 

Diff. % su 

2004 

Diff. % su 

2005 

2.000 2.532.630 

2.001 2.682.994 5,94% 

2.002 2.651.068 4,68% -1,19% 

2.003 2.810.110 0 0 6,00% 

2004 2.872.642 13,43% 7,07% 8,36% 2,23% 

2005 3.289.398 29,88% 22,60% 24,08% 17,06% 14,51% 

2006 3.313.508 30,83% 23,50% 24,99% 17,91% 15,35% 0,73% 

3500000 

3000000 

2500000 

2000000 

1500000 

Fonte: Osservatorio Turistico regionale 

Grafico 36. Andamento degli arrivi nel tempo. 

Trend arrivi 2000-2006 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 

Fonte: ibidem. 


Anno Presenze 


Tabella 27. Presenze turistiche nel tempo. 

Diff. % su 

2000 

Diff. % 

su 2001 

Diff. % 

su 2002 

Diff. % 

su 2003 

Diff. % 

su 2004 

Diff. % 

su 2005 

2.000 8.092.269 

2.001 8.770.355 8,38% 

2.002 8.591.889 6,17% -2,03% 

2.003 8.944.345 10,53% 1,98% 4,10% 

2.004 9.341.598 15,44% 0 8,73% 4,44% 

2005 10.209.190 26,16% 16,41% 18,82% 14,14% 9,29% 

2.006 11.094.330 37,10% 26,50% 29,13% 0 18,76% 8,67% 

12000000 

11000000 

10000000 

9000000 

8000000 

7000000 

6000000 

Grafico 37. Andamento delle presenze turistiche. 

Trend presenze 2000-2006 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Anche il numero di stranieri che scelgono il Piemonte e aumentato, arrivando a rappresentare 

nell’anno in questione il 55,46% del totale delle presenze. Il trend è quindi decisamente positivo, 

anche se il tempo di permanenza media rimane invariato ed è di poco superiore alle 3 giornate. 

Osservando la composizione di questi flussi, emerge come essi si concentrino intorno all’Area 

Metropolitana (30,03%) e al Distretto dei Laghi (27,79%). Tuttavia, solo il turismo lacustre presenta 

un dato positivo rispetto al 2005, mentre la prima cresce solo dello 0,86%. Le realtà che si rivelano 

più dinamiche nel biennio risultano, oltre alle ATL Lanche e Asti, sono le Valli di Susa e Pinerolese 

e ATL Novara, che segnano entrambe un miglioramento prossimo ai 23 punti percentuali. 


Presenze % 

Langhe 

4% 


Grafico 38. Distribuzione delle presenze per ATL (2006) 

Novara 

3% 

Distretto dei Laghi 

28% 

Presenze 2006 - distribuzione nelle ATL 

Cuneo 

8% 

Alexala 

5% 

Valsesia 

2% 

Asti 

2% 

Biella 

2% 


Canavese 

3% 

Area Metropolitana 

30% 

Valle di Susa e 

Pinerolese 

13% 

Tabella 28. Presenze turistiche per tipologia di ricettività e provenienza (2006) 

Diff. 

05/06 

3.331.129 30,03% 0,86% 

1.481.637 13,35% 22,78% 

Italia Estero 

ATL Ext Alb Tot Ext Alb Tot 

Area 

Metropolitana 


Pinerolese 

390.337 1.816.179 2.206.516 158.624 965.989 1.124.613 

518.147 283.341 801.488 98.631 581.518 680.149 

286.985 2,59% 4,37% Canavese 43.665 187.372 231.037 4.109 51.839 55.948 

230.823 2,08% 3,10% Biella 59.678 111.938 171.616 15.555 43.652 59.207 

273.339 2,46% -4,44% 

3.073.088 27,70% 7,50% 

Valsesia e 

Vercelli 

Distretto dei 

Laghi 

90.565 123.843 214.408 25.311 33.620 58.931 

393.133 528.251 921.384 996.648 1.155.056 2.151.704 

360.679 3,25% 22,88% Novara 16.050 228.635 244.685 3.573 112.421 115.994 

397.891 3,59% 35,00% Langhe 50.972 120.447 171.419 67.598 158.874 226.472 

888.822 8,01% 14,07% Cuneo 219.066 460.905 679.971 41.216 167.635 208.851 

538.572 4,85% 7,95% Alexala 51.247 344.309 395.556 25.820 117.196 143.016 

231.365 2,09% 21,95% Asti 44.651 71.216 115.867 54.208 61.290 115.498 

11.094.330 100,00% 8,67% Totale 1.877.511 4.276.436 6.153.947 1.491.293 3.449.090 4.940.383 




Cuneo rimane la quarta meta turistica tornando a crescere, dopo un po’ di anni di calo, mentre in 

controtendenza con l’andamento regionale sono Vercelli e la Valsesia, che vedono ridursi il 

numero di presenze del 4,4 %, dato che replica l’andamento dell’anno precedente. 

Langhe 

5% 

Cuneo 

7% 

Novara 

4% 

Distretto dei Laghi 

26% 

Grafico 39. Distribuzione degli arrivi per ATL (2006) 

Arrivi 2006 - distribuzione nelle ATL 

Alexala 

7% 

Asti 

3% 

Valsesia 

2% 

Biella 

2% 


Area 

Metropolitana 

34% 

Canavese 

3% 


Pinerolese 

Dal punto di vista degli arrivi, i rapporti di forza tendono ad equivalere, seppur con differenze meno 

marcate fra le due aree leader e le altre ATL. Area metropolitana e Distretto dei Laghi confermano, 

infatti, la propria posizione di leadership, mentre, in termini di trend emerge, nettamente, la 

posizione delle Valli di Susa e Pinerolese e che segnano una riduzione degli arrivi del 16%; il dato 

trova conferma nell’Area Metropolitana che, con una riduzione dell’8%, evidenzia un calo 

fisiologico dovuto all’esaurirsi dell’evento olimpico. 

Arrivi % 

Tabella 29. Arrivi per tipologia ricettiva e provenienza. 

Italia Estero 

Diff. 

05/06 ATL Ext Alb Tot Ext Alb Tot 

1.128.801 34,07% -8,03% Area Metropolitana 21.085 774.115 795.200 12.782 320.819 333.601 

221.938 6,70% -16,01% Valle di Susa e Pinerolese 82.346 64.523 146.869 9.662 65.407 75.069 

94.517 2,85% 1,55% Canavese 11.563 64.705 76.268 1.209 17.040 18.249 

74.119 2,24% 2,16% Biella 18.334 35.865 54.199 3.967 15.953 19.920 

66.500 2,01% 0,27% Valsesia 15.065 34.908 49.973 5.494 11.033 16.527 

854.172 25,78% 6,67% Distretto dei Laghi 90.620 215.442 306.062 160.023 388.087 548.110 

142.073 4,29% 25,74% Novara 2.107 84.865 86.972 1.619 53.482 55.101 

174.033 5,25% 26,83% Langhe 19.725 65.681 85.406 22.102 66.525 88.627 

236.931 7,15% 4,18% Cuneo 50.110 124.295 174.405 11.973 50.553 62.526 

225.655 6,81% 10,88% Alexala 17.846 142.597 160.443 8.133 57.079 65.212 

94.769 2,86% 12,76% Asti 16.355 35.462 51.817 16.121 26.831 42.952 

3.313.508 100,00% 0,73% Totale 345.156 1.642.458 1.987.614 253.085 1.072.809 1.325.894 



7%

Le strutture ricettive 


Nel 2006 erano presenti in tutta la regione rispettivamente 4.535 strutture ricettive (+12,5% rispetto 

al 2005), 75.048 camere(+10,87) e 175.602 posti letto (+8,47%). La maggior parte di esse è 

compresa nel territorio della Provincia di Torino, seguita a breve distanza da quella di Cuneo, 

come mostra il graf. 40. 

Il numero di strutture negli ultimi anni è decisamente aumentato, grazie alle iniziative di 

finanziamento promosse dalla Regione Piemonte per lo più in vista delle Olimpiadi Invernali del 

2006. Il maggior incremento di strutture si registra nella Provincia di Cuneo, dove il turismo 

montano e quello collinare hanno riportato negli ultimi anni risultati decisamente confortanti. 

Grafico 40. Distribuzione delle strutture turistiche per provincia. 

1600TORINO; 

1445 

1400 

1200 

1000 

800 

600 

400 

200 

0 

1600 

1400 

1200 

1000 

800 

600 

400 

200 

VERCELLI; 190 

TORINO 

Strutture ricettive per provincia (2006) 

NOVARA; 212 

VERCELLI 

CUNEO; 1213 

NOVARA 

CUNEO 

ALESSANDRIA; 431 

ASTI; 373 

ASTI 

BIELLA; 145 

ALESSANDRIA 

VERBANO C.O.; 

526 

BIELLA 

Grafico 41. Andamento delle strutture ricettive nel tempo. 

N. di strutture ricettive nel tempo 

0 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


TORINO 

VERCELLI 

NOVARA 

CUNEO 

ASTI 

ALESSANDRIA 

BIELLA 

VERBANO C.O. 

VERBANO C.O. 



Dal punto di vista della tipologia le strutture alberghiere rappresentano il 35% della capacità 

ricettiva, a fronte di un 65% di strutture extra-alberghiere, costituito per lo più da case in affitto ed 

alloggi agrituristici, mentre relativamente basso è invece il numero degli ostelli e dei campeggi, 

anche se questi ultimi hanno un numero di letti per struttura nettamente superiore. 

2. Le dinamiche in atto a livello locale 

I dati raccolti in questa sezione, la cui fonte è l’Osservatorio Regionale per il Turismo, sono relativi 

agli arrivi e alle presenze registrate presso le strutture ricettive. E’ doveroso ricordare, tuttavia, che 

il sistema di rilevazione risente di alcune criticità: 

• i dati raccolti non rappresentano la totalità delle strutture ricettive, in quanto alcuni 

esercizi non trasmettono la loro situazione; 

• esiste una percentuale non trascurabile di casi in cui la trasmissione dei dati avviene in 

ritardo rispetto al periodo di riferimento. 

Data questa premessa, che aiuta a tenere nella giusta considerazione i dati raccolti, si evidenziano 

le dinamiche di seguito riportate. 

Comunità Montana Pinerolese Pedemontano 

L’area attualmente è interessata da flussi turistici misti, in parte business (nella zona di Pinerolo) e 

in piccola parte short break e turismo montano estivo (soprattutto nella zona pedemontana). L’area 

è anche meta di day tripper, attratti soprattutto da sagre e manifestazioni e dagli itinerari 

cicloturistici, che provengono essenzialmente da Torino e dalle altre zone piemontesi limitrofe. 

Questi flussi non creano particolari fenomeni di congestione, sia per i numeri limitati sia per la 

conformazione dell’area. L’analisi di variazione della stagionalità sembra indicare un aumento del 

turismo leisure, visto che negli ultimi anni le presenze sono aumentate soprattutto nel periodo 

primaverile e nel periodo estivo. 

A livello generale, nell’arco di periodo considerato (2000-2006) la Comunità Montana evidenzia un 

trend positivo sia per quanto concerne gli arrivi (+168,76%) sia per quanto riguarda le presenze 

(+191,65). A livello di performance infrannuale, nell’ultimo anno si è verificata una sensibile 

flessione nel numero degli arrivi (-25,33%), dato in linea con quanto già emerso a livello di ATL 

(Metropolitana e Valli Susa e Pinerolese). Se scomponiamo i dati sulla base della natura delle 

strutture ricettive (grafici 43-44), notiamo come le strutture alberghiere replichino il trend generale, 

mentre le strutture extralberghiere non presentano una correlazione stretta con esso, soprattutto 

nel caso delle presenze, i cui flussi sono soggetti ad evidente variabilità nel corso del periodo. Nel 

confronto fra gli anni 2005 e 2006 emerge come, a fronte di un incremento complessivo pari al 



14% circa, le presenze a livello alberghiero registrano un +1,64% mentre a livello extralberghiero il 

dato è pari a +179%. 

Tabella 30. 

Arrivi 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Var. % 

Extra 242 799 643 965 697 321 830 242,9 

Indice di 100 230,165 -19,5244 50,0777 -27,772 -53,9455 158,567 

Alberghiero 4497 7550 12217 12965 14226 16738 11907 164,7 

Indice di var 100 67,8897 61,8145 6,12261 9,72618 17,6578 -28,8625 

Totale arrivi 4739 8349 12860 13930 14923 17059 12737 168,7 

Indice di var 100 76,1764 54,0304 8,32037 7,1285 14,3134 -25,3356 

Presenze 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Var. % 

Extra 2401 10887 2001 7181 7380 3125 8730 263,5 

Indice di var 100 353,436 -81,6203 258,870 2,77120 -57,6558 179,36 

Alberghiero 1538 22777 33339 35416 40789 42436 43132 180,4 

Indice di var 100 48,0853 46,3713 6,22994 15,1711 4,03785 1,64011 

Totale 1778 33664 35340 42597 48169 45561 51862 191,6 

Indice di var 100 89,3150 4,97861 20,5348 13,0807 -5,41427 13,8298 

Fonte: elaborazione su dati Osservatorio Turistico regionale. 

60000 

50000 

40000 

30000 

20000 

10000 

0 

Grafico 42 

Pinerolese Pedemontano - Arrivi e presenze 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Arrivi 

Presenze 


17000 

13500 

10000 

6500 

3000 

-500 

45000 

40000 

35000 

30000 

25000 

20000 

15000 

10000 

5000 

0 


Grafico 43. 

Pinerolese Pedemontano. Distribuzione degli arrivi 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Grafico 44 

Pinerolese Pedemontano. Distribuzione delle presenze 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Alb 

Extralb 

Alb 

Extralb 

Se si osserva la distribuzione degli arrivi nell’arco dell’anno (graf. 45), emerge come essi di 

distribuiscano in modo omogeneo nei dodici mesi, con “punte” nei periodi di luglio, agosto e 

settembre 2 . L’analisi disaggregata per tipologia di flussi (arrivi e permanenze), non mostra 

sostanziali differenze rispetto al dato generale; solamente rispetto alle presenze extralberghiere si 

evidenziano alcuni aumenti nei mesi di febbraio e maggio. 

2 

Si è scelto di considerare l’anno 2005 in quanto l’informazione al 2006 risente degli effetti distorsivi dei flussi legati 

all’evento olimpico, i quali hanno incisivo in modo significativo sui mesi di gennaio e febbraio. 


ott 

9% 

Nov 

7% 

Set 

9% 

Dic 

6% 

Le Valli Valdesi 3 


Ago 

10% 

Grafico 45. 

Distribuzione dei flussi turistici totali (2005) 

Gen 

7% 

Feb 

9% 

Lug 

11% 


Attualmente le Valli Valdesi sono caratterizzate da un turismo leisure individuale legato 

essenzialmente ai soggiorni climatici durante il periodo estivo, al sinodo valdese e agli short break 

legati ad eventi e manifestazioni. Negli ultimi anni le iniziative programmate durante l’anno 

sembrano aver contribuito a ridurre la stagionalità delle presenze, aumentando le presenze nel 

periodo primaverile ed autunnale. Una quota consistente delle presenze, inoltre, è legata al 

turismo scolastico (essenzialmente piemontese) attratto dal centro di Pra Catinat (a Fenestrelle). 

Escludendo le presenze legate al sinodo valdese, i turisti che frequentano l’area provengono 

Mar 

11% 

soprattutto dal Piemonte e sono, in parte, turisti fedeli che tendono a tornare di anno in anno. 

Alle presenze di turisti pernottanti si aggiunge un certo numero di day tripper, provenienti 

soprattutto dalle aree limitrofe (Pinerolo) e anche da aree non contigue (Torino) in occasione di 

manifestazioni ed eventi. Per i day tripper gli attrattori principali della zona sono rappresentati dai 

percorsi escursionistici e dagli alpeggi. La forte stagionalità di questo tipo di flussi crea qualche 

problema di congestione, limitato comunque dal fatto che si tratta di piccoli numeri. 

3 

Con Valli Valdesi si intendono le valli Pellice, Chisone e Germanasca. 


Giu 

6% 

Apr 

7% 

Mag 

8%

La Valle Pellice 


La Comunità Montana Val Pellice evidenzia un trend dei flussi turistici che, a partire dal 2003, 

tende ad assumere connotazioni negative. Nel corso del periodo considerato, si registra sia una 

riduzione degli arrivi (-30,67%) sia delle presenze, seppur in misura più limitata (-7,81%). A livello 

disaggregato, si evidenziano le seguenti dinamiche: 

prevalgono, a livello di arrivi e di presenze, quelli legati alle strutture extralberghiere; 

sia nel caso degli arrivi extralberghieri che alberghieri si evidenzia un aumento più che 

proporzionale fra 2002 e 2003, seguito da un deciso calo negli anni successivi; 

per quanto riguarda le presenze, l’andamento risulta più discontinuo, soprattutto nel caso 

delle presenze extralberghiere; tuttavia, a dinamica di aumento fra 2002 e 2003, seguita 

dalla riduzione negli anni successivi, è confermata. 

Tabella 31. 

Arrivi 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Var. % 00/06 

Extra alberghiero 9823 11744 12204 14368 12707 9923 7307 -25,6134 

Indice di var. % 100 19,55614 3,916894 17,73189 -11,5604 -21,9092 -26,363 

Alberghiero 3776 4050 3843 6136 4536 4979 2120 -43,8559 

Indice di var % 100 7,256356 -5,11111 59,66693 -26,0756 9,766314 -57,4212 

Totale 13599 15794 16047 20504 17243 14902 9427 -30,6787 

Indice di var % 100 16,14089 1,601874 27,77466 -15,9042 -13,5765 -36,74 

Presenze 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Var. % 00/06 

Extra alberghiero 42335 55692 50141 62584 49013 45501 39630 -6,38951 

Indice di var % 100 31,55073 -9,96732 24,81602 -21,6845 -7,16545 -12,903 

Alberghiero 10595 12153 11421 21398 15897 15607 9162 -13,5252 


Totale 52930 67845 61562 83982 64910 61108 48792 -7,81787 


Fonte. Elaborazione su dati Osservatorio Turistico regionale 

90000 

80000 

70000 

60000 

50000 

40000 

30000 

20000 

10000 

0 

Grafico 46. 

Arrvi e presenze negli anni 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 

Arrivi 

Presenze 



70000 

60000 

50000 

40000 

30000 

20000 

10000 

16000 

14000 

12000 

10000 

0 

8000 

6000 

4000 

2000 

0 


Grafico 47. 

Arrivi 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Presenze 

Grafico 48. 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Con riferimento ai flussi turistici distribuiti nei mesi dell’anno (stagionalità), il grafico mostra che, 

con riferimento all’anno 2005, i flussi turistici tendono a distribuirsi intorno al periodo maggio 

settembre, con un picco relativo nel mese di agosto. Le presenze mantengono la concentrazione 

in prossimità del mese di agosto (momento dell’anno in cui si tiene il Sinodo Valdese a Torre 

Pellice, che richiama migliaia di persone), che spiega, quindi, il picco relativo i flussi totali. 


Extra 

Alb 

Extra 

Alb

ott 

9% 

Set 

11% 

Nov 

4% 

Dic 

4% 

Gen 

4% 


Grafico 49. 


Ago 

17% 

Feb 

3% 

Mar 

6% 

Apr 

5% 

Lug 

13% 

Mag 

11% 


Rispetto alla provenienza, i dati relativi al 2005 mettono in evidenza una prevalenza degli arrivi di 

turisti provenienti dai Paesi Europei (Italia in primo luogo pari al 73% degli arrivi dei Paesi Europei, 

seguita da Svizzera e Liechtenstein e Germania. Considerando le presenze le indicazioni di cui 

sopra sono confermate in questo caso con una prevalenza della Germanica rispetto a Svizzera e 

Giu 

13% 

Liechtenstein, che tendono a soggiornare evidentemente di più. 

73% 

Grafico 50. 

Arrivi per paese europeo nella Comunità Montana 

(2005) 

7% 


8% 

Germania 

Svizzera e Liech. 

Francia 

Regno Unito 

Paesi Bassi 

Finlandia 

Altri paesi Europ. 

Italia 

5% 0%2%0% 


5%

Le Valli Chisone e Germanasca 


La comunità montana presenta un andamento dei flussi turistici contrastante. A livello generale, gli 

arrivi segnano un moderato incremento, pari al 3,21%; le presenze registrano un incremento più 

consistente, pari al 38% circa. Mentre i primi non evidenziano un trend ben definito, le seconde 

crescono in modo più evidente nel periodo. 

Tabella 33. 

Arrivi 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Var. % 

Extra alb 20099 21925 20760 23571 23239 28006 22253 10,71 

Indice di var. 100 9,08 -5,31 13,54 -1,40 20,51293 -20,54 

Alberghiero 6605 6785 7327 8970 7523 5286 5309 -19,62 

Indice di var 100 2,72 7,98 22,42 -16,13 -29,7355 0,43 

Totale 26704 28710 28087 32541 30762 33292 27562 3,21 

Indice di var 100 7,51 -2,16 15,85 -5,46 8,224433 -17,2 

Presenze 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Var. % 

Extra alb 81990 83430 74657 82778 81734 123593 116980 42,67 

Indice di var 100 1,75 -10,51 10,87 -1,26 51,21369 -5,35 

Alberghiero 29114 20666 31875 38393 36535 16594 36591 25,68 

Indice di var 100 -29,01 54,23 20,44 -4,83 -54,5805 120,5 

Totale 111104 104096 106532 121171 118269 140187 153571 38,22 

Indice di var 100 -6,30 2,34 13,74 -2,39 18,53233 9,54 

Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio turistico regionale. 

Come mostrano i graf. 56-57, il settore extralberghiero è predominante sia per quanto concerne gli 

arrivi che le presenze, anche se solo queste ultime evidenziano un consolidamento negli anni 

2005-2006, tale da spiegare parzialmente i flussi totali. I flussi alberghieri sono in calo tendenziale 

per quanto concerne gli arrivi, mentre le presenze crescono del 25% nell’ultimo anno ma, 

complessivamente, sono soggette a variazioni congiunturali 

160000 

140000 

120000 

100000 

80000 

60000 

40000 

20000 

0 

Grafico 55 

Arrivi e presenze 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 

Arrivi 

Presenze 

Fonte: ibidem 


30000 

25000 

20000 

15000 

10000 

5000 

0 

140000 

120000 

100000 

80000 

60000 

40000 

20000 

0 


Grafico 56 

Arrivi 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Grafico 57 

Presenze 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


La distribuzione dei flussi mostra come a livello di arrivi e di presenze vi sia una concentrazione nei 

mesi estivi, a conferma, come già emerso per altre realtà dell’importanza della valle come meta di 

villeggiatura. Le presenze evidenziano una distribuzione significativa nel mese di agosto e nella 

stagione sciistica (febbraio e marzo), appannaggio dell’alta valle. 


extra 

Alb 

Extra 

Alb

Nov 

ott 

3% 

7% 

Set 

6% 

Ago 

13% 

Nov 

3% 

ott 

8% 

Set 

4% 

Dic 

6% 

Dic 

6% 

Ago 

17% 

La Val Sangone 

Gen 

6% 


Gen 

8% 

Grafico 58. 

Distribuzione degli arrivi (2005) 

Lug 

12% 

Feb 

7% 

Mar 

10% 

Giu 

13% 


Grafico 59. 

Distribuzione delle presenze (2005) 

Lug 

12% 

Feb 

10% 

Giu 

8% 


L’area attualmente è interessata da flussi turistici misti, in parte business (nella zona più vicina a 

Torino), in piccola parte short break e, soprattutto, da flussi di turismo montano estivo. L’area è 

anche meta di day tripper, attratti soprattutto da alcune importanti emergenze storico-culturali da 

sagre e manifestazioni e dalla presenza di parchi di interesse naturalistico. Questa utenza 

proviene essenzialmente da Torino e dalle altre zone piemontesi limitrofe. I flussi di day tripper non 

creano particolari fenomeni di congestione, sia per i numeri limitati sia per la conformazione 

dell’area. La zona dell’Alta Val Sangone comprendente i comuni di Giaveno, Coazze e Valgioie 


Apr 

8% 

Mar 

11% 

Mag 

9% 

Apr 

6% 

Mag 

7%


registra un turismo di seconde case particolarmente vivace sia sul fine settimana che nei periodi 

estivi, raddoppiando la popolazione nel caso di Giaveno. 

A livello generale, il territorio evidenzia un trend positivo sino al 2005, per poi posizionarsi ad un 

livello inferiore nel 2006, anno in cui si registra una variazione pari a +166,12% rispetto al 2000. In 

termini disaggregati, il settore alberghiero cresce sia in termini di arrivi che di presenze, mentre il 

settore extralberghiero presenta un trend stagnate negli arrivi ma fortemente in crescita nelle 

presenze, seppur con numeri modesti. Come in altre realtà, l’anno 2003 rappresenta un punto di 

picco degli afflussi, grazie alle condizioni climatiche che hanno spinto le persone ad allontanarsi 

dalle città. 

Tabella 32. 

Arrivi 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 

Var. % 

00/06 

Extra alb. 35 86 42 429 44 44 31 -11,4286 

Indice di var. % 100 145,7143 -51,1628 921,4286 -89,7436 0 -29,5455 

Alberghiero 4417 4914 3511 7429 9333 14871 11086 150,9848 

Indice di var % 100 11,25198 -28,5511 111,5921 25,62929 59,33783 -25,4522 

Totale 4452 5000 3553 7858 9377 14915 11117 149,708 


Presenze 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 

Var. % 

00/06 

Extra alb. 82 174 131 523 248 223 311 279,2683 

Indice di var % 100 112,1951 -24,7126 299,2366 -52,5813 -10,0806 39,46188 

Alberghiero 14396 15447 9238 24843 31547 45126 38311 166,1225 


Totale 14478 15621 9369 25366 31795 45349 38622 166,7634 


50000 

40000 

30000 

20000 

10000 

0 

Fonte: elaborazione su dati Osservatorio Turistico regionale. 


Grafico 51. 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Arrivi 

Presenze 


16000 

14000 

12000 

10000 

8000 

6000 

4000 

2000 

0 

50000 

40000 

30000 

20000 

10000 

0 


Grafico 52. 

Arrivi 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Presenze 

Grafico 53. 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Rispetto alla distribuzione dei flussi all’interno dell’anno, il graf . 54 mostra come non vi sia una 

concentrazione visibile in mesi particolari, se non quelli estivi; piuttosto, emerge che l’inizio della 

stagione viene anticipata già ai primi mesi primaverili inoltrandosi sino a tardo autunno. Le quote 

non elevate del territorio permettono, infatti, di beneficiare di un clima mite anche in periodi altrove 

più sfavorevoli. 

Per quanto riguarda la provenienza, il 78% delle presenze proviene dall’Italia, poco più del 4% 

dalla Francia, il 2,6% dagli USA e l’1,6% dalla Germania. Il resto è distribuito, su valori prossimi al 

punto percentuale, sugli altri paesi europei. 

Grafico 54. 


Extra 

Alb 

extra 

Alb

Nov 

10% 

ott 

7% 

Set 

8% 

Dic 

6% 

Alta Val di Susa 

Gen 

4% 



Ago 

11% 

Feb 

6% 

Mar 

8% Apr 

7% 

Lug 

12% 


Le Montagne Olimpiche rappresentano la principale area turistica in Provincia di Torino e sono 

interessate quasi esclusivamente da un turismo leisure, rappresentato da turisti pernottanti, da 

turisti di seconde case e day tripper. Nel 2005 i comuni delle Montagne Olimpiche hanno realizzato 

circa il 18% delle presenze ufficiali complessive in Provincia di Torino. Buona parte dei flussi 

turistici dell’area, tuttavia, è rappresentato dalle presenze in seconde case. Ciò pone una serie di 

problemi, così sintetizzabili: 

• L’elevata stagionalità infrasettimanale (unita alla stagionalità mensile) e la bassa spesa 

Giu 

10% 

Mag 

11% 

media giornaliera rendono economicamente poco convenienti tutti i servizi collaterali 

rispetto alla ricettività (ristoranti, negozi, intrattenimento): 

• Il forte sviluppo edilizio, unito ad una scarsa regolamentazione che ha di fatto lasciato 

grande libertà in termini di linee architettoniche, ha avuto un forte impatto paesaggistico, 

rendendo molte località poco attrattive per i turisti ad alta rotazione; 

• La carenza di servizi collaterali rende poco competitive le strutture piccole e medie 

(privilegiate dal turismo individuale), mentre è meno sentita dalle grandi strutture ricettive 

che si dotano al proprio interno di tutti i servizi collaterali, proponendo pacchetti full 

inclusive. Tali strutture sono privilegiate dal turismo organizzato. 

Con riferimento alle presenze ufficiali, le analisi sulle presenze mettono in luce quanto segue: 

• La stagione invernale (da novembre a marzo) genera circa i 2/3 delle presenze ufficiali 

complessive. L’analisi per comuni, tuttavia, mette in luce come la situazione sia molto 

differenziata fra un comune e l’altro, con alcuni comuni che vedono prevalere le presenze 



invernali (soprattutto Sestriere, Sauze d’Oulx, Cesana e Claviere), altri che presentano 

maggiori presenze in estate (Oulx, Prali, Sauze di Cesana e Chiomonte) e altri ancora 

con un profilo più equilibrato (Bardonecchia); 

• Complessivamente l’area vanta la più alta incidenza di stranieri di tutta la provincia (46% 

delle presenze), con un forte aumento negli ultimi anni. Gli stranieri sono presenti 

soprattutto nella stagione invernale (57% delle presenze), mentre incidono meno sulla 

stagione estiva (24% delle presenze). 

• La crescita delle presenze straniere negli ultimi anni si lega non tanto ad un aumento di 

presenze individuali, quanto ad un forte aumento dei flussi generati da tour operator, 

soprattutto inglesi e di fascia bassa. Lo squilibrio nella composizione delle presenze a 

favore del turismo organizzato inglese è misurato (anche se non perfettamente) 

dall’incidenza delle presenze inglesi sul totale, con due località (Sauze d’Oulx e Claviere) 

che realizzano oltre la metà delle proprie presenze complessive con turisti inglesi. 

Tabella 34. 

Arrivi 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Var. % 00/ 

Extra alberghiero 15272 33522 33265 42535 39034 39480 57655 277,521 

Indice di var. % 100 119,5 -0,76666 27,8671 -8,23087 1,14259 46,036 

Alberghiero 71305 85421 80010 93669 99448 116504 79935 12,1029 


Totale 86577 118943 113275 136204 138482 155984 137590 58,9221 


Presenze 

Extra alberghiero 74526 126646 138769 180097 168994 186633 431262 478,673 

Indice di var % 100 69,9353 9,57235 29,7819 -6,16501 10,4376 131,075 

Alberghiero 349059 468689 396387 488206 555016 642943 684376 96,0631 

Indice di var % 100 34,2721 -15,4264 23,164 13,6848 15,8422 6,44427 

Totale 423585 595335 535156 668303 724010 829576 1115638 163,38 

Indice di var % 100 40,5468 -10,1084 24,88 8,33559 14,5807 34,4829 

Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regionale. 

Dal punto di vista quantitativo, la situazione presenta caratteri di dinamicità: un incremento degli 

arrivi del 58% e delle presenze del 163% nel corso del periodo considerato, con un peso 

prevalente delle presenze sul totale. A livello disaggregato, il trend è positivo sotto tutti i profili 

analizzati, con un sensibile decremento nel 2006 per quanto riguarda gli arrivi alberghieri, 

compensato da un + 2775 del settore extralberghiero. 

Grafico 60. 


1200000 

1000000 

800000 

600000 

400000 

200000 

0 

120000 

100000 

80000 

60000 

40000 

20000 

700000 

600000 

500000 

400000 

300000 

200000 

100000 

0 



2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 

0 


Grafico 61. 

Arrivi 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Grafico 62. 

Presenze 

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 


Arrivi 

Presenze 


extra 

Alb 

Extra 

Alb


In termini di distribuzione dei flussi, il grafico generale è in grado di spiegare le dinamiche sia degli 

arrivi che delle presenze. Rispetto alle altre comunità montane del territorio, emerge una forte 

polarizzazione dei flussi nei mesi invernali, a conferma della vocazione turistico-invernale dell’area. 

Nel mese di agosto la percentuale è pari al 9%, dato che si posiziona ad un livello inferiore rispetto 

alle altre valli del PTI. 

La forza attrattiva della valle è confermata dalla distribuzione delle provenienze: il 54% di essi fa 

riferimento al bacino italiano, mentre il 22% proviene dal Regno Unito. Seguono la Francia con il 

4%, gli USA (2,27), la Gemania (1, 60%), Belgio e paesi Bassi (2,50% complessivo). 

1.1.4 

Nov 

ott 5% 

3% 

Set 

3% 

Ago 

9% 

Dic 

9% 

Lug 

8% 

Grafico 63. 

Distribuzione dei flussi (2005) 

Giu 

3% 

Gen 

20% 

Mag 

3% 

Apr 

4% 



Mar 

15% 

Feb 

18%

Analisi dell’offerta 

1. L’offerta in termini di servizi 


Grazie a strumenti di finanziamento regionale quali la legge 18/1999, tra il 2000 e il 2005 ii 

Piemonte sono stati creati 26.099 nuovi posti letto, 10.198 camere, 171 alberghi completamente 

nuovi. In particolare, nell’area olimpica sono stati realizzati 12.544 nuovi posti letto e 5596 nuove 

camere. Il panorama attuale del sistema turistico del territorio, mostra uno spettro di strutture 

relativamente variegato (negli ultimi anni sono aumentate le strutture ricettive alternative a quelle 

tradizionali come per esempio i Bed & Breakfast), ma fortemente concentrato nell’Alta Val 

Chisone, dove si trovano i maggiori centri turistici, (Pragelato e Fenestrelle,). A livello aggregato, il 

territorio del PTI conta 24.213 posti letto e 472 strutture ricettive, di cui il 37% alberghiere e 63% 

extralberghiere. Rispetto ai posti letto, il rapporto è sensibilmente diverso, in quanto il 46% di essi 

è appannaggio delle strutture alberghiere (graf. 1). 

Il graf. 2 ci mostra come la maggior parte dei posti letto (67%) è collocata nella Comunità Montana 

Alta Val di Susa, che dispone di 16300 posti letto, seguita, a distanza, dalla Valle Chisone e 

Germanasca (3903). Se si considera, invece, il dato ponderato per la superficie territoriale, emerge 

una minore distanza tra i territori, con la Val Pellice che evidenzia il maggior numero di posti letto 

per km quadrato, dato spiegato dalla maggior incidenza del settore extralberghjiero (in particolare, 

campeggi). 

100% 

80% 

60% 

40% 

20% 

0% 

Grafico 1. PTI - Struttura ricettiva (2006). 

Strutture e letti per settore 

Strutture Letti 

Fonte: elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regionale. 

Grafico 2. PTI – Distribuzione territoriale dei posti letto (2006). 


Extra 

Alb

1 


Distribuzione dei posti letto per comunità montane (2006) 

0 2500 5000 7500 10000 12500 15000 17500 

1 


Grafico 3. PTI – Densità territoriale dei posti letto (2006). 

0 2 4 6 8 10 

L’offerta ricettiva della C.M. Val Pellice 

Posti letto - densità per km quadrato (2006) 


VS 

VCG 

VP 

PP 

AVS 

VS 

VCG 

VP 

PP 

AVS 

Si riportano qui di seguito i dati relativi alla consistenza delle strutture ricettive nella Comunità 

Montana. I dati al 2006 evidenziano la prevalenza, in termini sia di esercizi che di posti letto, delle 

strutture extralberghiere (campeggi in particolare), le quali rappresentano l’88% dell’offerta ricettiva 

in termini di posti letto. Il territorio si configura, quindi, come una meta del turismo estivo, 

confermato dal peso di strutture quali rifugi alpini e agriturismo. 



Tabella 1. C.M. Val Pellice – Struttura ricettiva (2006). 

Settore Tipologia di struttura Strutture Letti 

% posti letto 

su totale 

Campeggio 6 833 40,18 

Casa per Ferie 6 230 11,10 

Rifugio Alpino 6 224 10,81 

Rifugio Escursionistico 1 24 1,16 

Extra alberghiero Bivacco Fisso 1 12 0,58 

Alloggio Agriturismo 19 232 11,19 

Affittacamere 5 58 2,80 

Affittacamere con Ristorante 5 52 2,51 

Casa o Appartamento per Vacanze 5 79 3,81 

Alloggio in Locazione - Bed & Breakfast 20 76 3,67 

Extra alberghiero Totale 74 1820 87,80 

Alberghiero Albergo 9 253 12,20 

Alberghiero Totale 9 253 12,20 


Grafico 4. C.M. Val Pellice. Posti letto per settore (2006). 

V.P. Incidenza dei posti letto 

12% 

Extra alberghiero 

Alberghiero 

88% 

Fonte: ibidem 

Grafico 5. C.M. Val Pellice – Struttura ricettiva (2006). 


Alloggio in Locazione - 

Bed & Breakfast 

4% 


Albergo 

12% 

Casa o Appartamento 

per Vacanze 

4% 

Campeggio 

40% 

VP 

Affittacamere con 

Ristorante 

3% 


L’offerta ricettiva della C.M. Pinerolese Pedemontano 

Alloggio Agriturismo 

11% 

Affittacamere 

3% 

Casa per Ferie 

11% 

Rifugio Alpino 

11% 

La Comunità Montana evidenzia un equilibrio, in termini di posti letto, fra strutture alberghiere ed 

extralberghiere, mentre in termini di struttura l’80% è rappresentato da imprese extra-alberghiere. 

Per quanto riguarda gli alberghi, il 30% dei relativi posti letto è situato nella città di Pinerolo, 

principalmente legata al turismo business. 

Tabella 2. C.M. Pinerolese Pedemontano – Struttura ricettiva (2006). 


Extra 

alberghiero 

% posti letto 

su totale 

Campeggio 1 162 13,31 










Extra alberghieroTotale 43 615 50,53 

Alberghiero 

Albergo 10 552 45,36 

Albergo Residenziale 1 50 4,11 


49% 

Grafico 5. Pinerolese Pedemontano. Posti letto per settore (2006). 

P.P. Incidenza dei posti letto 

Alloggio in Locazione - 

Bed & Breakfast 

7% 

Casa o Appartamento 

per Vacanze 

8% 



Alberghiero 

51% 

Grafico 6. Struttura ricettiva (2006). 

Albergo 

45% 

PP 


Ristorante 

4% 


L’offerta ricettiva della C.M. Valli Chisone e Germanasca 


Albergo Residenzia 

4% 

Campeggio 

13% 


7% 



La tabella 3 evidenzia una prevalenza dei posti letto extra-alberghieri, che rappresentano quasi il 

70% del totale. Di questi, circa il 30% è attribuibile ai campeggi, mentre un ulteriore 30% è 

distribuito tra le tipologie “Case per ferie e “Case per vacanze”. Nel confronto con la Valle Pellice, 

emergono alcune analogie complessive, anche se risulta inferiore il peso degli agriturismo nonchè 

dei rifugi alpini ed escursionistici: mentre i primi scontano un divario soprattutto in termini di 

numero di strutture, in secondi rappresentano appena lo 0,13% dei posti letto totali. Dal punto di 

vista della distribuzione territoriale, più del 50% dei posti letto sono concentrati nei Comuni di 

Finestrelle, Pragelato, Usseaux (alta Val Chione) e Prali (alta Val Germanasca) i quali 

rappresentano quasi il 98% delle presenze turistiche della Valle. 

Tabella 3. C.M. Valli Chisone e Germanasca – Struttura ricettiva (2006). 



% posti letto 

su totale 

Campeggio 4 1240 31,77 


Ostello per la gioventù 2 104 2,66 


Rifugio Escursionistico 1 5 0,13 







Alberghiero 

Albergo 18 1177 30,16 

Albergo Residenziale 1 18 0,46 



Grafico 7. Posti letto per settore (2006). 



VCG - Incidenza dei posti letto (2006) 


Alberghiero 

31% 

Casa o 

Appartamento per 

Vacanze 

14% 


2% 


69% 


Albergo 

30% 

L’offerta ricettiva della C.M. Val Sangone 

VCG 


2% 


Ostello per la 

gioventu 

3% 


15% 

Campeggio 

32% 

A differenza delle altre realtà sin qui considerate, la Comunità Montana Val Sangone si 

caratterizza per una netta prevalenza dei posti letto alberghieri, i quali costituiscono quasi l’80% 

del totale. Nonostante le quote relativamente non elevate, i rifugi alpini rappresentano quasi il 9% 

dei posti letto (il 40% del totale extra-alberghiero); tuttavia, se si confronta il dato con le altre 

comunità montane, emerge come l’importanza del dato vada ridimensionata in funzione del limitato 



sviluppo del settore extra-alberghiero. I comuni di Coazze , Giaveno e Sangano assorbono più del 

90 % dei posti letto totali. 

Tabella 4. C.M. Val Sangone – Struttura ricettiva (2006). 



% posti letto 

su totale 








Alberghiero Albergo 10 564 78,33 




VS - Incedenza dei posti letto (2006) Extra alberghiero 

78% 

Alberghiero 

22% 





Alloggio in 

Locazione - Bed 

& Breakfast 

4% 

L’offerta ricettiva in Alta Val Susa 

VS 

Affittacamere 

con Ristorante 

2% 


9% 


Albergo 

78% 


6% 

L’Alta Val di Susa evidenzia un equilibrio fra i due settori, sia in termini di posti letto sia in termini di 

strutture. Il settore alberghiero prevale sensibilmente con il 53% dei posti letto, mentre il settore 

extra-alberghiero conta principalmente su tre categorie ricettive, ossia il campeggio (23,37%), le 

case per ferie (13,16%) e gli appartamenti per vacanze (6,67%). I rifugi alpini rappresentano 

l’1,40% del totale, ma se si rapporta il numero di strutture con i letti disponibili, il livello appare in 

linea con le realtà più dotate (vedi Val Pellice). 

Tabella 5. C.M. Alta Val di Susa – Struttura ricettiva (2006). 


% posti letto 

su totale 

Campeggio 8 3809 23,37 



Rifugio Escursionistico 

Extra alberghiero Alloggio Agriturismo 

1 

8 

24 

109 

0,15 

0,67 





Alloggi Vacanze 1 103 0,63 


Albergo 114 7862 48,23 

Alberghiero Albergo Residenziale 10 736 4,52 


Fonte: elaborazione su dati Osservatorio turistico regionale. 



53% 

Albergo 

49% 


AVS - Incidenza dei posti letto 


Ristorante 

7% 



Ostello per la 

gioventu 

1% 

AVS 

2. L’offerta in termini di risorse territoriali 

1. Risorse ambientali e naturalistiche 


13% 


Albergo 

Residenziale 

5% 

Campeggio 

23% 


Alberghiero 

Il patrimonio esistente nel territorio del PTI è ricco e composito e vede i suoi punti focali in un 

patrimonio naturalistico tra i più rari e meglio preservati dell'Italia nord-occidentale: i tre parchi 

regionali dell'Alta Val Chisone (Val Troncea, Orsierà-Rocciavrè e, in parte, Gran Bosco di 

Salbertrand) e il Parco Provinciale dei tre Denti e del Freidour in Val Sangone. 

La Val Pellice rappresenta una meta riconosciuta per lo scialpinismo nonché per l’escursionismo e 

l’alpinismo, essendo un crocevia importante fra la Valle Po, Germannasca e il territorio francese 

del Queyras (attraverso lo strorico Colle della Croce). Il territorio offre svariate possibilità di 


47%


escursionismo e trekking nelle valli a diverse quote a vario livello d'impegno e difficoltà su itinerari 

nazionali e transfrontalieri. 

L'Alta Val Germanasca ha il suo punto di forza nel minor livello di antropizzazione del territorio, che 

le attribuisce una qualità ambientale notevole. Il comune di Prali rappresenta una stazione alpina di 

pregio ambientale. In sinistra orografica, il vallone di Germanasca di Massello presenta 

caratteristiche uniche dal punto di vista ambientale e idrografico, con la presenza di un Sito di 

Interesse Comunitario (S.IC.) nel comune di Massello. 

Su tutto il territorio di riferimento, comprese le quote più elevate, è possibile praticare l'equitazione 

escursionistica, vista la presenza di numerosi maneggi e di percorsi equestri (anche transvallivi) 

diffusi soprattutto sul territorio della Comunità Montana Pinerolese Pedemontano e della Val 

Pellice. 

Anche l'arrampicata è molto diffusa in particolare presso la Rocca Sbarua nei pressi del Parco dei 

Tre Denti e del Freidour, ma anche in Val Pellice e Val Chisone e Germanasca, in siti minori 

(vallone di Bourcet, Prà). 

2. Risorse culturali 

Il territorio ha inoltre un patrimonio storico e culturale di rilievo basato, sia su preesistenze di 

particolare valore, sia su testimonianze di attività, religioni, lingue e costumi: fortificazioni alpine: la 

fortificazione di Fenestrelle, inserita nella "Via dei Forti", il Forte di Exilles (Alta Val di Susa), le 

borgate alpine ancora intatte con architetture tipiche in pietra e legno, luoghi storici legati alla 

cultura valdese. Il centro storico di Pinerolo, antica capitale del Ducato d’Acaja, presenta svariati 

edifici religiosi e civili che risalgono al periodo medievale e barocco. 

Moltissime manifestazioni storico-culturali di rilievo distribuite su tutto il territorio dalla rievocazione 

della Maschera di Ferro a Pinerolo, Cantalibri a Cantalupa, alle feste religiose Valdesi in Val 

Pellice. 

I luoghi storici legati al movimento valdese sono ricchi di attrattori culturali: edifici e istituzioni di 

Torre Pellice testimoniano la sua realtà di capitale del mondo valdese. Si possono ricordare la 

Foresteria, il Museo con una ricca documentazione storica e etnografica, la Casa Valdese, che 

ogni anno ospita il Sinodo, il tempio neo-romanico del 1852, il Convitto Valdese, eretto in memoria 

dei 500 valdesi caduti nella prima guerra mondiale, la Casa Valdese della Gioventù e la Casa delle 

Diaconesse, sede centrale delle sorelle infermiere all'opera nei numerosi istituti di assistenza. 

Un soggiorno nelle valli valdesi è motivo di grande interesse culturale: consente di incontrare una 

realtà ecclesiale nella sua vita odierna e di rivivere sui luoghi una vicenda storica di grande fascino 

che attraversa otto secoli e si interseca costantemente con la storia europea. 


3. Cultura materiale 


Sono presenti numerosi Ecomusei alcuni già attivi in tutte le Comunità Montane: 

Val Pellice. L'ecomuseo di Archeologia Industriale Crumière propone uno spaccato 

dell'attività produttiva di un fiorente feltrificio dei primissimi anni del XX secolo, per rivivere 

tutte le suggestioni suscitate dai vasti locali dell'antico stabilimento. L’ Ecomuseo della pietra 

di Rorà espone un'accurata documentazione sulla pietra di Luserna, il gneiss lamellare che 

ha permesso lo sviluppo di un'intensa attività estrattiva. 

Valli Chisone e Germanasca. L’Ecomuseo delle Miniere rappresenta un caso di successo di 

valorizzazione della cultura materiale in prospettiva turistica. Per molti anni l’impiego in 

miniera ha rappresentato per i valligiani la sola possibilità di occupazione alternativa 

all’emigrazione; per questo motivo la visita in miniera non è soltanto uno straordinario 

viaggio nel tempo, ma anche una testimonianza del sacrificio delle genti di queste valli. E’ il 

passaggio dal mondo contadino alla società industriale che ha segnato una svolta epocale 

nella storia dell’uomo. In quasi 10 anni di aperture, l’ecomuseo ha raggiunto i 213.000 

visitatori, con una media annua pari a 21.320 presenze. È inoltre attivo il museo del 

Cuscinetto a Villar Perosa. Il museo si articola in tre grandi sezioni: 

le macchine utensili, costituite da un'ampia rassegna di tipologie delle "macchine che 

costruiscono altre macchine" e della loro evoluzione; 

gli strumenti di misura per il controllo della precisione, in quanto esigenza 

fondamentale della tecnica moderna; 

il cuscinetto, inteso non solo come specificità aziendale, ma visto come sintesi delle 

precedenti sezioni, sia per la qualità di lavorazione meccaniche che coinvolge, sia per 

l'altissima precisione che le sue prestazioni richiedono. 

Pinerolese Pedemontano. L’Ecomuseo della Carbonaia si propone, attraverso le tappe della 

prima parte del percorso, di mostrare come praticamente si costruiva una carbonaia: 

l'accatastamento della legna - il sistema usato per accatastare la legna - i camini di tiraggio - 

il sistema ed i materiali usati per la copertura della carbonaia, con un cammino che, 

idealmente, con il procedere del percorso, procede anche nella costruzione pratica della 

carbonaia, fino a trovarla completata e fumante. Nella seconda parte del percorso ci si 

prefigge, con l'osservazione del territorio e con l'uso di bacheche ed espositori, di sviluppare 

i vari temi conduttori dell'itinerario museale. 

Val Sangone. L’Ecomuseo della Resistenza valorizza il contributo delle popolazioni montane 

al movimento della Resistenza e alla lotta di liberazione nazionale (1943-45), nonché i 

luoghi significativi della lotta partigiana. La sede ecomuseale di Coazze ospita una mostra 

permanente che ripercorre la storia della Resistenza locale con oggetti, pannelli illustrativi e 

su supporto informatico, oltre a presentare mostre temporanee e ad accogliere giornate di 



studio sul tema della Resistenza. Dalla sede parte poi una serie di sentieri tematici che si 

snodano in vari itinerari sul territorio circostante permettendo di conoscere direttamente i 

luoghi teatro delle lotte partigiane. 

4. LABORATORI DIDATTICI 

Il laboratorio Didattico sull'ambiente a Pra Catinat, in Alta Val Chisone all’interno del Parco Orsierà 

Rocciavrè, a pochissima distanza dalla Fortezza di Finestrelle, ospita in media 250 classi per anno 

scolastico, pari a circa 5000 studenti, in stage settimanali. In particolare, la struttura si offre come 

supporto ed aiuto alle istituzioni e ad organizzazioni di ogni genere che, per le proprie finalità 

politiche ed educative, hanno a cuore il bene pubblico 

In Val Pellice si trovano i centri culturali di conoscenza ambientale: osservatorio astronomico, 

centro sulle biodiversità, Istituto Europeo per la valorizzazione ambientale e lo sviluppo delle 

attività artigianali della pietra, il centro di educazione ambientale di Bobbio Pellice. 

In Val Sangone è presente il laboratorio didattico “Giardino Botanico Rea”. 

5. Pinerolo città della cavalleria 

A metà Ottocento una serie di motivi inducono ad individuare nella cittadina piemontese il luogo 

ideale per trasferire da Venaria Reale, dove era stata istituita nel 1823, la Regia Scuola Militare di 

Equitazione. Nel 1848 la Scuola di Cavalleria si insedia presso un edificio, ancora in parte in 

costruzione, voluto dal Comune per ospitare guarnigioni militari e da quel momento inizia una 

lunga vita interrottasi solo con l’8 settembre del 1943. Successivamente, nel 1910 viene costruita 

la cavallerizza, allora più grande d’Europa, intitolata al grande maestro Federico Caprilli, che a 

Pinerolo è stato illustre istruttore di equitazione ed inventore del metodo naturale di equitazione, 

destinato a rivoluzionare il modo di cavalcare, attirando a Pinerolo cavalieri degli eserciti di tutto il 

mondo. Nel 1968 viene inaugurato a Pinerolo il Museo dell’Arma di Cavalleria, unico in Italia e tra i 

più prestigiosi nel mondo. Raccoglie e custodisce cimeli di ogni genere, documenti, quadri, 

fotografie, stampe, bronzi, stendardi, armi, uniforme, materiali e oggetti comunque riguardanti la 

storia e le vicende plurisecolari dell'Arma dal brillante passato legato al mondo del cavallo. 

Pinerolo sta riscoprendo e rilanciando questa eccellenza e oggi, l’accostamento Pinerolo- 

Cavalleria, è sempre più conosciuto e affermato, anche a livello internazionale. La Scuola di 

Equitazione chiuse la sua esistenza nel 1943 per motivi bellici. Nel 1990 venne ripresa l’idea della 

sua ricostruzione e dando avvio al primo lotto funzionale l’8 settembre 2004. Per il futuro della 

Scuola, la F.I.S.E. ha conferito alla nuova struttura la qualifica di “FEDERALE”, proposizione che 

significa organizzazione di attività di carattere agonistico, tecnico e formativo. Nel 1994, per dare 



maggiore risalto all’idea della scuola, ebbero inizio i Concorsi Ippici Internazionali e Nazionali, che 

concorrono ad esportare l’immagine di Pinerolo in tutto il mondo. 

L’attività turistica del Pinerolese è tradizionalmente caratterizzata da un turismo sportivo, 

monostagionale e prevalentemente basato sull’utilizzo di seconde case. A questo si affianca un 

altrettanto tradizionale turismo a carattere religioso, legato alla presenza nelle Valli della maggiore 

comunità protestante d’Italia; il carattere religioso sostiene un turismo legato alla storia dei Valdesi 

e alla scoperta dei luoghi simbolo della comunità. 

Negli ultimi anni si è diffusa la promozione di un turismo naturalistico, ecologico, legato anche alle 

scelte di alcune imprese agricole di attivare forme di integrazione tra attività produttiva e turismo. 

L’area ha, quindi, molte potenzialità determinate dalla qualità del paesaggio, da infrastrutture per 

gli sport invernali potenziate dall’evento olimpico, dalla presenza di vaste aree a parco o sottoposte 

a salvaguardia (parco naturale della Val Troncea, parco naturale dell’Orsiera-Rocciavrè, parco 

naturale Gran Bosco di Salbertrand), sistemi socio-culturali che consentono la lettura di un insieme 

di elementi tra loro connessi (le Valli Valdesi, il sistema delle fortificazioni sabaude). 

Recuperare il prezioso patrimonio lasciatoci dalla Scuola di Cavalleria (museo dell'Arma di 

Cavalleria - Cavallerizza Caprilli - l’area di Baudenasca - il famoso Tancredi di Savoiroux - l’area 

ex- Scuola di Veterinaria) costituisce una occasione per rilanciare la città e il suo territorio in un 

contesto internazionale, anche sotto l’aspetto turistico. 

6. Ristorazione e prodotti tipici 

Buona rete di ristorazione di livello medio ma diversificata ricette tipiche nelle Valli, prodotti tipici 

locali: le mele, funghi e frutta del sottobosco in collina e nelle Valli, il miele, i formaggi, vini DOC. 

Nel dettaglio, la tabella 1 evidenzia i prodotti locali oggetto di politiche di valorizzazione, alcuni dei 

quali si avvalgono del marchio “Presidio Slow Food”. 

Il patrimonio enogastronomico presenta un potenziale inespresso in termini di valorizzazione, 

soprattutto in considerazione dei flussi che dall’area metropolitana si dirigono verso le valli. In 

questo senso, il “prodotto tipico” assume rilevanza sia termini di commercializzazione sia in termini 

di sviluppo endogeno legato all’esplorazione culturale del territorio, il quale presenta interessanti 

riflessi in termini di diversificazione dei modelli di fruizione turistica, nonché di benefici economici e 

sociali. 



Prodotto Presidio 

Antiche cultivar di melo e 

Tabella 1. PTI e prodotti locali. 

Slow 

Food 

Paniere 

della 

Provincia 

O O Val Pellice 

Territorio di produzione 

pero 

Blu del Moncenisio O Alta Val di Susa 

Cevrin di Coazze O O Val Sangone 

D’Oux d’Henry Pinerolese Pedemontano 

Fungo di Giaveno O Val Sangone 

Genepi Occitan O Valli Chisone e Germanasca 

Mustardela delle Valli 

Valdesi 

Prosciuttello dell'Alta Valle 

di Susa 

O O Valli Chisone e Germanasca 

O 

Alta Val di Susa 

Ramie Valli Chisone e Germanasca 

Reblochon O Alta Val di Susa 

Saras del Fen o O Val Pellice 

Toma del lait brusc O Val Sangone 

Toma del Plaisentif O Pinerolese Pedemontano 

Tomino del Talucco o Pinerolese Pedemontano 

Vino del “giacchio” 

1.1.5 Focus: la città di Pinerolo 

La Città di Pinerolo ed il Pinerolese può costituire una meta escursionistica per i residenti di zone 

relativamente vicine: Torino, ed in genere le province piemontesi, la Liguria ed i dipartimenti 

francesi oltre il confine. Gli abitanti di queste zone possono infatti trovare ad una breve distanza 

(poco più di un’ora di tragitto in automobile) un’offerta turistico-culturale composta da risorse 

paesaggistico-ambientali: parchi e aree naturali, percorsi ciclabili, tradizione gastronomica, 

patrimonio storico-artistico (musei, chiese, monumenti, …), sagre e manifestazioni legate alla 

vocazione storica, agricola e religiosa. 

L’area del Pinerolese è tuttavia circondata da fortissimi poli competitivi, costituiti sia da città d’arte 

e/o d’interese storico, sia dal polo per eccellenza per tutti i settori legati alla cultura costituito da 

Torino, che dista da Pinerolo città circa 40 km. Questi ambiti non solo creano una forte attrazione 



centrifuga per i potenziali visitatori del Pinerolese, ma anche diventano motivo di spostamento e 

gravitazione per i residenti stessi. 

L’analisi del contesto locale confrontata con quella delle aree limitrofe evidenzia che Pinerolo, dal 

punto di vista turistico-culturale presenta elementi di interesse riassumibili in: 

Identità locale legata alla Cavalleria, nonché atmosfera in gran parte “integra” del contesto 

urbanizzato del centro cittadino, dove sono ancora presenti segni di un passato carico di storia 

(antica capitale del Ducato di Acaja) . 

Vicinanza e ottimi collegamenti con Torino, che può costituire un interessante bacino d’utenza di 

riferimento per avviare processi di valorizzazione del territorio; per i cittadini della metropoli 

Pinerolo ed il Pinerolese può rappresentare un’occasione di rivisitazione del mondo culturale e 

storico (legato alla Cavalleria) e di contatto con la natura (si pensi alle aree naturalistiche del 

Chisone, alle ippovie e ai percorsi ciclabili). 

Tradizione artigianale e gastronomica, testimoniata dalla presenza di iniziative mirate alla 

valorizzazione di prodotti tipici di grande richiamo del settore artigianale (prime fra tutte la 

Rassegna dell’Artigianato del Pinerolese, giunta quest’anno alla 31^ edizione), oltre alle 

manifestazioni del territorio che propongono i prodotti di eccellenza quali i formaggi, i vini, i liquori, i 

funghi, i prodotti della frutticoltura, ecc... 

Patrimonio artistico-culturale degno di attenzione, seppure di dimensioni contenute (si pensi al 

centro storico di Pinerolo che presenta molti edifici religiosi e civili che risalgono al periodo 

medievale e barocco: Cattedrale di San Donato (sec. XI), Chiesa e Monastero delle Clarisse (sec. 

XIV), Chiesa di San Maurizio (sec. XVI), Chiesa di San Domenico (sec. XVI), Chiesa di S. Agostino 

(sec. XVII), Chiesa di San Rocco (sec. XVIII) Chiesa di San Giuseppe, Tempio Valdese, Casa del 

Vicario (sec. XIV), Palazzo dei Pricipi d’Acaja (sec. XIV), Palazzo del Senato (sec. XV), Palazzo 

Vittone (sec. XVIII), Palazzo del Circolo Sociale (sec. XIX), Cavalleria Caprilli (1909) tanto per 

citare alcuni esempi). 

Presenza di numerosi musei: il Museo Nazionale dell’Arma della Cavalleria, il Museo Regionale 

d’Arte Preistorica, il Museo del Legno, il Museo Didattico di Scienze Naturali, il Museo Storico del 

Mutuo Soccorso, la Collezione Civica d’Arte, la Pinacoteca di Palazzo Vittone, il Museo Storico 

della Casa del Senato, il Centro Arti e Tradizioni Popolari, ecc. 

Evidente vocazione all’uso della risorsa “cavallo”: numerosi maneggi e diverse piste equestri. I 

maneggi sono ben distribuiti su tutto il territorio pinerolese: (1) Angrogna, (2) Bibiana, (2) 

Bricherasio, (1) Cantalupa, (1) Cavour, (2) Cumiana, (1) Frossasco, (1) Macello, (1) Massello, (1) 

Pinasca, (2) Pinerolo, (1) Pragelato, (1) Prali, (1) Roletto, (1) Rorà, (1) Roure, (1) San Pietro Val 

Lemina, (2) San Secondo di Pinerolo, (1) Vigone, (1) Villar Pellice. I percorsi ippici presenti ed in 

fase progettuale si collocano nel più ampio progetto Marca Pinerolese a cura della Provincia di 

Torino, delle Comunità Montane Valli Chisone e Germanasca, Val Pellice, Pinerolese 



Pedemontano e dei comuni della Pianura Pinerolese, che comprende 32 itinerari di diverse 

tipologie: su strade sterrate, sentieri, strade secondarie di campagna, in montagne, collina e 

pianura percorribile oltre che con il cavallo con la bicicletta. 

Rinnovata visibilità di Pinerolo a seguito delle Olimpiadi Invernali Torino 2006: l’evento olimpico ha 

sicuramente rinnovato l’immagine di Pinerolo sulla scena internazionale proponendola come sede 

di eccellenza per una disciplina degli sport del ghiaccio, il curling, non molto conosciuta ma che ha 

riscontrato un ottimo successo di pubblico e simpatia. La preparazione dell’evento ha inoltre 

contribuito a modernizzare tutta la rete infrastrutturale dei trasporti facilitando l’accesso alla città ed 

al suo territorio, oltre a potenziare le strutture ricettive e di accoglienza. 

A fronte di ciò, è pur vero che, se da un lato il Pinerolo e il Pinerolese può rappresentare una meta 

escursionistica per i residenti nelle aree limitrofe, dall’altro sono tangibili anche elementi di 

debolezza che potrebbero minacciare il successo di un progetto promozionale di sviluppo 

culturale: 

♦ scarsa sensibilizzazione di alcuni operatori locali (in particolare economici) riguardo alla 

valorizzazione del territorio ed all’accoglienza; 

♦ poca disponibilità da parte dei musei a tenere aperto per periodi più lunghi; 

♦ musei aperti prevalentemente nel week-end; 

♦ 

scarsa segnaletica turistica. 

1.1.6 1 Pinerolo città della cavalleria 

Le prime tracce della tradizione cavalleresca di Pinerolo possono essere collegate al destino dei 

possedimenti Savoia nel seicento. Dal 1630 al 1696 la città ritorna sotto dominio francese 

che la 

trasforma in città fortificata, immagine tramandataci dall’iconografia del Seicento. 

La cittadella diviene anche prigione di stato francese ove sono reclusi personaggi come 

Fouquet il ministro delle finanze scortato dai celebri moschettieri del re condotti da d’Artagnan 

come testimoniano documenti conservati nell’archivio storico cittadino ed il personaggio misterioso 

e leggendario passato alla storia come la “maschera 

di ferro” attorno al quale aleggiano ipotesi, 

nessuna delle quali trova sufficiente certezza. 

Nella città ritornata ai Savoia, perduta la fisionomia di fortezza, iniziano a fiorire i commerci e le 

attività produttive, manifatturiere ed agricole; ai primi dell’Ottocento conosce un rilevante sviluppo 



urbano pur rimanendo una guarnigione militare specialmente dei reggimenti della cavalleria sardo- 

piemontese. 

Senza risalire agli omerici ricordi dei popoli dell’antichità, nella quale il cavallo e l’equitazione 

hanno interessato mitologici re, principi ed eroi e senza disquisire sulle tendenze equestri diffusesi 

nel mondo e nel tempo, è bene ricordare che l’arte equestre ha avuto in Italia illustri e famosi 

maestri, chiare dottrine, importanti scuole. Basterebbe 

citare quelle rinascimentali di Padova, 

Napoli e Ferrara, che accolgono numerosi allievi, anche stranieri, i quali assumono poi rilevanza e 

fama nella propria terra. 

L'Italia, quindi, nella metà del secolo XVI è stata culla dell'equitazione accademica con le scuole di 

Fiaschi, Pignatelli e Grisone. Per il fenomeno dei ricorsi storici, i dettami equestri sono ancora 

diffusi dall’Italia nel mondo tra la fine dell’Ottocento ed i primi 

del Novecento. 

Tra i due periodi, che possono essere definiti inequivocabilmente italiani, 

si sono innestati 

insegnamenti francesi, germanici, anglosassoni, insomma stranieri. Taluni 

di questi sono stati seguiti e ripresi anche in Italia fino a quando, sul finire 

del secolo XIX, 

si afferma una dottrina italiana, riconosciuta come sistema 

di equitazione, detta naturale, perchè segue l'istinto naturale del 

quadrupede. 

Metodo concepito, studiato, applicato ed insegnato dal capitano di 

cavalleria Federigo Caprilli e dai suoi allievi diretti e prediletti ed introdotto 

infine nei regolamenti ufficiali della cavalleria italiana ed in questo primo 

dopoguerra anche della FISE. Da quanto finora descritto l'Italia è la nazione dove la storia dell'arte 

equestre si identifica più che in ogni altro paese con quella della cavalleria, perché il sistema 

naturale di equitazione si sviluppa a Pinerolo e si diffonde nel mondo attraverso la Scuola di 

Cavalleria che ne è stata la fucina, svolgendo nel contempo la funzione importantissima di forgia 

del carattere dei cavalieri e di scuola di coraggio 

per uomini e quadrupedi. Non è da dimenticare, 

infatti, che montare a cavallo significa dominare 

la volontà di un altro essere che, per mole e forza, 

è senz’altro molto superiore all’uomo. Bisogna sapergli 

imporre la propria volontà per farlo muovere alla velocità 

e nella direzione volute e per fargli 

superare gli ostacoli 

prescelti dall’uomo, per portarlo, in ultima sintesi, contro 

il nemico, affrontarlo e batterlo. 

A metà Ottocento una serie di motivi inducono ad 

individuare nella cittadina piemontese il luogo ideale per 

trasferire da Venaria Reale, dove era stata istituita nel 

1823, la Regia Scuola Militare di Equitazione. Nel 1848 

la Scuola di Cavalleria si insedia presso un edificio, 



ancora in parte in costruzione, voluto dal Comune per ospitare guarnigioni militari e da quel 

momento inizia una lunga vita interrottasi solo con l’8 settembre del 1943. Successivamente nel 

1910 viene costruita la cavallerizza, allora più grande d’Europa, intitolata al grande maestro 

Federico Caprilli che a Pinerolo è stato illustre istruttore di equitazione ed inventore del metodo 

naturale di equitazione, destinato a rivoluzionare il modo di cavalcare, attirando a Pinerolo cavalieri 

degli eserciti di tutto il mondo. Basti ricordare che malgrado una severissima selezione ben 144 

ufficiali di cavalleria provenienti da 33 nazioni diverse vengono ad apprendere in Italia il nuovo stile 

equestre. Nel secolo scorso Pinerolo mantiene un rilevante aspetto militare costituendo sede da un 

cinquantennio 

del reggimento “Nizza Cavalleria” e per un quarantennio della Scuola militare di 

veterinaria, assumendo tra l’altro aspetto di città industriale e mantenendo il ruolo di capoluogo 

circondariale. 

A Pinerolo, nella prestigiosa sede un tempo del comando della celebre Scuola di Cavalleria, viene 

inaugurato nel 1968 il Museo dell’Arma di Cavalleria, unico in Italia e tra i più prestigiosi nel 

mondo. Raccoglie e custodisce cimeli di ogni genere, documenti, quadri, fotografie, stampe, 

bronzi, stendardi, armi, uniforme, materiali e oggetti comunque riguardanti la storia e le vicende 

plurisecolari dell'Arma dal brillante passato legato al mondo del cavallo; molto ben allestito merita 

di essere visitato da tutti gli appassionati del settore equestre. Un archivio storico e 

cinematografico, una biblioteca militare ed una di 10.000 volumi sul cavallo risalente al XV secolo, 

completano le ricche ed eleganti attrezzature. Il Museo non ha ereditato dalla Scuola di Cavalleria 

il solo edificio che oggi lo ospita, ma anche quel ricco bagaglio di tradizioni che, oltre a 

testimoniare la storia dell’Arma tutta, è anche un ottimo memore della storia locale e dei fasti 

dell’equitazione pinerolese del bel tempo che fu. 

L'Associazione Nazionale Arma di Cavalleria ha prescelto Pinerolo quale sede di ben quattro 

raduni nazionali: nel 1924 per il centenario della Scuola, nel 1968 per l’inaugurazione del predetto 

Museo dell’Arma di Cavalleria, nel 1990 per il tricentenario di “Nizza Cavalleria” 

ed il più importante 

sul piano storico quello del 1998 che ha celebrato il 150° anniversario della costituzione della 

celeberrima Scuola 

e la consegna degli Stendardi ai reggimenti di cavalleria. 

Un passato glorioso quello della Cavalleria a Pinerolo e un futuro altrettanto luminoso per la Città 

della Cavalleria. 

Pinerolo sta riscoprendo e rilanciando questa eccellenza e oggi l’accostamento Pinerolo - 

Cavalleria è sempre più affermato e conosciuto a livello internazionale. La storia ci racconta che la 

Scuola di Equitazione, per motivi bellici, chiuse la sua esistenza l’8 settembre 1943, senza sussulti, 

senza alcuna proiezione futura. Nel 1990 venne ripresa l’idea della sua ricostruzione, approvando 

il Progetto Esecutivo e dando inizio al primo lotto funzionale (8 settembre 2004), qualificando la 

stessa come “Scuola Nazionale Federale 

di equitazione”. Nel 1994, per dare maggiore spessore 



all’idea della Scuola, ebbero inizio i Concorsi Ippici Internazionale e Nazionali che oggi portano il 

nome di Pinerolo in tutto il mondo. 

La ricostruzione della Scuola Nazionale Federale di Equitazione renderà possibile la formazione 

delle figure professionali richieste dal settore di mercato, quali gli istruttori di equitazione, i 

preparatori di cavalli, gli operatori tecnici (maniscalchi, 

capi scuderie, veterinari, artieri …) ed 

agevolerà la programmazione dei raduni collegiali per gli atleti e per i quadri tecnici (ufficiali di 

gara, direttori di campo e disegnatori di percorsi). 

I Concorsi Ippici rivestono 

invece una particolare importanza perché vedono la partecipazione di 

moltissimi cavalieri italiani e stran ieri, desiderosi di conoscere la Città della Cavalleria, il suo 

fascino e il suo passato. 

Galoppatoio di Baudenasca 


1.1.7 Descrizione dell’intevento 


Il presente progetto prevede una serie di azioni prevalentemente materiali finalizzate a potenziare 

la competitività 

turistica del pinerolese facendo leva in particolare sul tema del "Pinerolese terre 

della cavalleria”, 

ed in particolare: 

• 

• 

Creazione di un percorso percorribile a cavallo, in bicicletta e a piedi che colleghi la la 

costruendo Scuola Nazionale di Equitazione o l'area dell’ex Galoppatoio di Baudenasca. 

tale percorso due rive del torrente Chisone, utilizzando in gran parte strade interpoderali 

agricole. Il percorso è di elevato valore paesaggistico, ricco di fauna selvatica, in particolare 

uccelli, e di una flora selvaggia e lussureggiante tipica dei terreni che costeggiano i fiumi. 

tutto il tracciato inoltre avrà una larghezza tale da poter essere percorso nei due sensi di 

marcia senza che questo genere situazioni di pericolo; eventuali punti critici verranno messi 

in sicurezza per consentire una fruizione turistica e quindi anche da parte di persone non 

esperte. Lungo percorso si prevede la realizzazione di aree di sosta attrezzate con fontane 

sbarre per legare i cavalli, portabiciclette, tavoli e panche, inoltre si prevedono accessi 

intermedi che consentono di accedere al percorso direttamente da diversi 

punti della città, 

oltre che dal Mulino di Riva, senza dover necessariamente recarsi all'estremità del 

tracciato. Segnaletica e pannelli informativi completeranno il percorso. 

Nell'area ex demaniale del Galoppatoio di Baudenasca il progetto prevede un intervento di 

Conservazione del patrimonio edilizio esistente (in particolare sulla Cascina Villafranca), 

mediante opere di ristrutturazione per predisporre una riqualificazione e 

rifunzionalizzazione. La Cascina Villafranca, costruita nella prima metà dell'800, presenta 

delle caratteristiche di notevole pregio architettonico, come muri e coperture in pietra di 

Lucerna; di fronte all'edificio principale che sono le scuderie che possono ospitare una 

ventina di cavalli; anche la presenza di numerosi alberi ultracentenari contribuisce ad 

aumentare il pregio dell'immobile. Purtroppo negli ultimi anni le condizioni di abbandono 

della hanno facilitato l'accesso da parte di ladri e vandali per cui attualmente l'immobile 

versa in uno stato di degrado. Le coperture in pietra sono in parte state rubate e l'acqua 

piovana ha completamente rovinato soffitti e pavimenti. Riteniamo comunque che l'edificio 

abbia tutte le caratteristiche per poter ospitare una attività di ristorazione e ricettivo, rivolto 

in particolare a persone che viaggiano con il cavallo al seguito e che necessitano dunque 

anche di una scuderia per il cavallo. Dal momento che uno dei punti di forza di questo 

progetto è la realizzazione di un pacchetto servizi di qualità sono stati individuati a priori i 

criteri di qualità che dovrebbero caratterizzare questa proposta . Allo scopo quindi è stata 

definita un’apposita griglia di qualità con i requisiti minimi che la cascina Villafranca ed ogni 


• 

• 


altro 

Centro ippico o punto sosta all'interno del circuito delle ippovie dovrà possedere per 

poter aderire a questo 

circuito di qualità. 

o n. 8-10 poste (1,5 x 3,0 

m) coperte e separate nettamente l’una dall’altra, soggette a 

o disponibilità di acqua potabile; 

o 

custodia 

o fienile (min. 20 mc); 

o servizio igienico per cavalieri; 

o selleria (min. 10 mq); 

disponibilità nelle vicinanze di bivacco o albergo per cavalieri; 

o I singoli punti tappa saranno gestiti dai singoli proprietari o dai gestori (se in affitto) e 

dovranno essere mantenuti efficienti (pulizia letame, disponibilità fieno, disponibilità 

acqua, custodia cavalli e selle, supporto nella prenotazione di alberghi). 

Di fianco alla porzione di terreno servita alla cascina Villafranca esiste già un percorso di 

campagna per i cavalieri che vogliano divertirsi o allenarsi, costruito pochi anni fa dai 

militari. Dalle verifiche preliminari che abbiamo compiuto è ipotizzabile, attraverso la stipula 

di una convenzione, pensare di 

poter utilizzare a fini turistici anche questa infrastruttura; 

inoltre tutta l'area di proprietà del demanio militare presenta caratteristiche di particolare 

pregio naturalistico ambientale 

In prospettiva, ipotizzando una completa gestione dell'area da parte del demanio militare si 

può pensare alla realizzazione, di un campo per il gioco del polo e a degli ulteriori percorsi 

di campagna per i cavalieri. Il polo è un gioco sportivo che si disputa fra due squadre 

composte da quattro giocatori in sella a cavalli e muniti di mazze. Una squadra segna un 

punto a proprio favore ogni volta che un suo giocatore riesce a mandare la palla nella porta 

avversaria. Vince la squadra che segna più punti. 

I lanci vengono fatti colpendo la palla con 

un’apposita mazza. Se la partita, al termine dei tempi regolamentari, si chiude in pareggio, 

si procede con uno o più tempi supplementari. 

Da sempre considerato lo sport di re, principi, duchi e ufficiali, il Polo ricorda le giostre 

medievali e come allora i cavalieri si trovano l’uno contro l’altro mettendo a dura prova il 

loro equilibrio. Forza e virilità sono le doti fondamentali 

per partecipare a questo gioco 

equestre tra più antichi del mondo, a questa sfida fra cavalieri, che in sella ai loro cavalli 

lanciati al galoppo sfiorano addirittura i 70 chilometri orari. 

Non si conosce l’anno esatto di nascita di questo sport, ma è nel 522 a.C. che questo gioco 

approda in India grazie al re persiano Dario. La palla utilizzata era fatta di foglie di salice e 

la stecca era chiamata chaugan. In seguito la palla venne fabbricata in legno, identificato 

con il termine tibetano pulu (palla). E’ da questa parola che deriva il nome odierno polo. 

Questo sport si sviluppa successivamente in tutto l’oriente e in Cina ed è tenuto in grande 

considerazione, addirittura, per poter accedere alle cariche pubbliche più importanti era 



necessario essere abili giocatori di polo. Nel 1862, a Calcutta, fu fondato il primo circolo, 

tuttora in attività. Sbarca in Occidente, e più precisamente in Inghilterra, molto più tardi, nel 

1869 e poi si propagherà, in Spagna, in Germania, poi, anche grazie agli equipaggi della 

Royal Navy, il gioco sbarca a Malta nel 1874 dove venne fondato il Malta Polo Club, in 

Argentina nel 1877, in Sud Africa nel 1885, e in Nuova Zelanda nel 1888. Solo nel 1924 

arriverà in Italia sull’isola di Brioni (oggi appartenente alla Croazia) in cui viene fondato il 

primo circolo italiano. 

Il terreno di gioco è lungo 275 metri e largo 180 e di solito è chiuso da un recinto basso; le 

porte sono costituite da due pali di vimini flessibilI alti 3 m: si rompono in caso di impatto 

con le zampe del cavallo, posti ad una distanza di 7,30 metri l’uno dall’altro, mentre la palla, 

di legno di salice o in plastica dura, ha un diametro compreso tra i 78 e i 90 millimetri e 

pesa da 120 a 135 grammi. La mazza (fatta di canna di bambù) è denominata stecca e la 

sua lunghezza dipende, tra l’altro, dall’altezza dei cavalli (chiamati pony nel gioco del polo), 

che sono molto veloci e scattanti. La coda del pony viene sempre legata durante la partita 

per evitare che rimanga impigliata nella mazza. Una partita è divisa in tempi detti chukker o 

chukka. La durata e il numero di chukker in una partita è variabile: a seconda dei 

regolamenti, un chukker dura dai 

7 ai 7 minuti e mezzo, e ne vengono giocati da quattro a 

otto in una partita. Tra un tempo e l’altro è previsto un intervallo di 3 minuti per abbeverare i 

cavalli e concedergli un riposo. 

1.1.8 Obiettivi dell’intervento 

Gli obi ettivi dell’intervento, coerentemente con la programmazione di livello superiore e con le 

indicazioni 

emergenti dalla relazione illustrativa, sono i seguenti: 

♦ accrescere la fruizione turistica di un’area a valenza ambientale e paesaggistica; 

♦ recuperare alcuni tratti di sponda fluviale al fine di 

♦ 

renderli fruibili per attività diverse 

♦ potenziare lo sviluppo turistico legato al tema del cavallo, attraverso la reinterpretazione in 

♦ 

(cavallo, passeggiate, cicloturismo); 

valorizzare il patrimonio storico e ambientale esistente; 

chiave attuale del patrimonio esistente; 

♦ creare un polo di riferimento per l’equiturismo da campagna, che si configuri come punto di 

partenza per le escursioni in pianura e nell’area pedemontana; 

qualificare il territorio in termini di immagine, 



♦ creare un sistema turistico incentrato sul cavallo, differenziato ma complementare (scuola 

di Equitazione per l’attività professionistica, 

Ippovie pedemontane per gli appassionati 

esperti e il polo di Baudenasca, introrno al uqlae possono gravitare più tipologie di utenti e 

con motivazioni diverse (svago, relax, sport). 

1.1.9 Elementi di prospettiva 

Il progetto di recupero dell’area si propone come il naturale completamento di un quadro di 

notevole bellezza al cui centro, la città di Pinerolo, risalta per il suo passato storico e per la sua 

tradizione di “Città della Cavalleria”. In tale quadro si inseriscono la Scuola Nazionale di 

Equitazione, con l’area destinata allo svolgimento dei prestigiosi 

concorsi ippici, la posizione 

all’ingresso della Val Chisone, il Museo della Cavalleria, la Cavallerizza Caprilli e il naturale 

collegamento con 

dell’area. 

le piste ciclabili, elementi che rafforzano la necessità di riqualificazione 

Il progetto presenta, 

inoltre, i seguenti elementi di integrazione: 

la parte a monte del torrente Chisone è già oggetto di progettazione di 

riqualificazione ecologico-ambientale; 

lungo le sponde del torrente si possono preveder percorsi pedonali e ciclabili, oltre 

che a cavallo; 

utilizzando la rete di strade vicinali è possibile collegarsi con le piste ciclabili che 

conducono sino a Stupinigi, estendendo la rete ciclabile regionale; 

parte delle aree potrebbero essere destinate ad orti urbani, migliorando la qualità 

paesaggistica con la possibilità di realizzare progetti didattici. 

possibilità di riavvicinare la popolazione al “suo” Torrente, recuperando la sua 

funzione in termini di infrastrutturazione territoriale e di riequilibrio delle relazioni fra 

società e fiume. 

1.1.10 Soggetti coinvolti 

Il soggetto proponente l’intervento è il Comune di Pinerolo, il quale per la realizzazione del 

progetto prevede il coinvolgimento dei soggetti locali e sovralocali che a vario titolo possono 

contribuire al successo dell’inziativa. Tra questi in particolare si prevede l collaborazione con il 


aggiungere gli obiettivi prefissati. 


Museo dell’arma della Cavalleria, l’ATL, la FISE e altre strutture con le quali insieme si intende 

Il progetto si propone, in una seconda fase, proprio per promuovere l’integrazione con il territorio, 

di interloquire anche con altri soggetti significativi della cultura, del turismo, dell’economia e della 

società: enti 

pubblici, op eratori economici e turistici, istituti culturali, associazioni, scuole, istituti di 

formazione, università. 

1.1.11 Compatibilità con gli indirizzi di programmazione sovralocali 

Il progetto risponde a diversi punti della programmazione regionale e provinciale, in primis quella di 

incrementare l’incidenza del PIL turistico sul territorio. Più nello specifico l’iniziativa risponde 

all’esigenza di incrementare i flussi turistici e rendere il territorio più attrattivo dal punto di vista 

turistico favorendo un incremento del turismo internazionale attraverso lo sviluppo di nuovi 

segmenti di mercato. 

Il progetto è inoltre in linea con le indicazioni 

contenute nel Piano Turistico Provinciale dove tra le 

azioni specifiche dell’area pinerolese è indicata la “Promozione dell’ippoturismo facendo leva sulla 

diffusa “cultura del cavallo” dell’area (Concorso Ippico Internazionale, Museo Nazionale 

della 

Cavalleria, 

Allevamenti, Scuola Nazionale di Equitazione di Pinerolo) per rafforzare l’offerta 

turistica (percorsi e servizi specifici). 

Inoltre, il progetto trova riscontro nell’ipotesi del Piano di promozione coordinata del turismo rurale 

e ciclo turismo, essendo l’area collegabile 

con le piste ciclabili di Marca Pinerolese. 

1 .2 Alternative progettuali 

Si riportano di seguito le alternative progettuali individuate e che non sono state considerate 

percorribili. Per la descrizione dell’alternativa prescelta si rimanda alla descrizione dell’intervento. 

1.2.1 Opzione zero 

La struttura e l’area adiacente non vengono riqualificate, 

mantenendo l’attuale configurazione. 

Punti di debolezza: 


• 


• ulteriore degrado dell’area e degli edifici di pregio 

progressivo incremento delle spese progettuali, derivante da tale abbandono 

• continui atti di vandalismo e di spoglio nei confronti del patrimonio edilizio e ambientale (taglio 

non autorizzato di sequoie secolari) 

• non cogliere le potenzialità dell’area in relazione agli sviluppi sul tema del cavallo, in particolare 

la Scuola Federale di Equitazione e i percorsi ippici già esistenti e in programmazione, i quali 

presentano potenziali collegamenti con l’area in oggetto. 

• Mancata territorilaizzazione di potenzialità previste anche dal Piano Turistico Provinciale (cfr. 

Scheda Pinerolese del relativo piano). 

• mancata realizzazione di un polo attrattivo forte, il quale presenta potenzialità di utilizzo plurimo 

e,quindi, destinato a target differenti (cavallo, bici, passeggiate, ristoro) 

• possibilità di 

ulteriori sviluppi progettuali derivanti dalla progressiva dismissione dell’area. Il 

riferimento è alla realizzazione di un campo da polo che presenta elementi di forte integrazione 

e strutturazione dell’offerta locale. 

P unti di forza: 

• non se ne scorgono. Unico apparente vantaggio è l’assenza di investimenti nell’immediato e, 

quindi, un risparmio in termini di cassa. 

1.2.2 Alternativa 1 

L’area e gli edifici vengono 

riqualificati, inserendo un campo da golf quale attrattore principale. 

Punti 

di forza: 

• potenziale interesse da parte di soggetti privati 

Punti di debolezza: 

• elevati costi di realizzazione, che si stimano in circa 4-5 milioni di euro per un campo da 

• 

diciotto buche; 

elevato consumo di risorse idriche per l’irrigazione. Per mantenere un campo in condizioni 

ottimali, sono necessari da 1, 5 a 2 milioni di 

litri di acqua la giorno. In un trend di riduzione 



della disponibilità di acqua, un eccessivo consumo per scopi ludici può creare conflitti tra i 

diversi usi finali (agricoli, potabili) 

• ritorno dell’investimento non garantito, a causa degli elevati costi di investimento e gestione. In 

• 

• 

Italia i golfisti tesserati sono 56.000 per 262 campi con una media di 

214 giocatore per campo 

contro i 2.000 giocatori per campo degli USA 

il progetto introduce una frattura dal punto di vista delle vocazioni territoriali e della 

territorializzazione progettuale, in quanto elimina la possibilità di valorizzare, in chiave attuale, 

le risorse storico-culturali del luogo e di mettere a sistema le progettualità in corso 

rischio di speculazione edilizia intorno all’area oggetto di intervento 

1.3 Modalità di gestione dell’opera 

La gestione della struttura recuperata, sarà affidata mediante evidenza pubblica a soggetti privati i 

quali dovranno gestire attività di maneggio, accoglienza e ristorazione. Parte dei proventi di tali 

attività 

sarà destinata al pagamento di un canone annuale corrisposto al comune di Pinerolo che 

servirà 

a coprire i costi di gestione e manutenzione della struttura. 

Nel piano finanziario sono riportate ulteriori informazioni in proposito 

La parte relativa ai percorsi rimane invece 

di gestione pubblica come allo stato attuale, dal 

momento 

che non prevede attività di gestione particolari, al di à del mantenimento ordinario 

dell’area. 

2. FATTIBILITA’ TECNICA 

2.1 

2.1.1 

Indicazioni tecniche di base 

Funzioni da insediare 

Gli obbiettivi di questa prima fase del progetto possono 

così individuarsi: 

• Creazione di un percorso percorribile a cavallo, in bicicletta e a piedi che colleghi la 

città di 

Pinerolo con le Terre della cavalleria, che colleghi anche la costruendo Scuola Nazionale di 

Equitazione; 



• Conservazione del patrimonio edilizio esistente nell’area di intervento (cascina Villafranca), 

mediante opere di ristrutturazione per predisporre 

rifunzionalizzazione; 

• Creazione di aree di sosta attrezzate lungo il percorso sopra menzionato; 

una riqualificazione e 

• Individuazione di un’area che, tramite convenzione tra il Comune di Pinerolo e i privati, 

potrà essere resa disponibile per la costituzione di orti urbani; 

• In prospettiva si può pensare alla realizzazione, in una fase successiva, di un campo per il 

gioco del polo e a dei percorsi di campagna attrezzato per il cavallo. 

2.1.2 Caratteristiche progettuali e localizzazione 

Trattandosi di un progetto localizzato lungo le sponde del torrente Chisone, i materiali utilizzati 

saranno quelli semplici, naturali e verranno utilizzate tecniche 

ambientale 

e il miglior inserimento nel contesto dell’intervento. 

Si manterranno gli esemplari 

arborei di pregio presenti. 

che assicurino il minor impatto 

Il percorso per le biciclette e per i cavalli, quando non sfrutteranno la viabilità esistente, e le aree di 

sosta saranno caratterizzati da una pavimentazione permeabile. 

2.1.2 Output previsti 

Il progetto che il Comune di Pinerolo presenta si pone come obiettivo la promozione di una 

peculiarità di una parte di territorio piemontese, che, di fatto, ha contribuito a costruire l’identità 

stessa del luogo: la terra della Cavalleria. 

In considerazione di alcuni fattori di 

sviluppo che sul territorio si stanno concretizzando 

(completamento della Scuola Nazionale di Equitazione, realizzazione 

di sentieri ed ippovie, 

crescita del settore allevamento equino), le azioni e le opere che il presente studio propone hanno 

un carattere di completamento del costruendo prodotto turistico, il quale si compone di elementi 

tra loro integrati, 

anche a livello spaziale. 

Gli output previsti dalla realizzazione 

del progetto sono così delineati: 

• creazione di un’area fluviale percorribile con mezzi diversi 

(cavallo, mtb, biciclette), 

collegabile con i percorsi ippici in progettazione, al fine di creare un sistema di itinerari che 

si snodano in ambienti aventi caratteristiche differenti; 

• realizzazione di un’area ristoro gestita, all’interno dell’attuale “cascina Villafranca”; 

• collegamento 

con la costruenda Scuola Federale di Cavalleria 



2.1.3 Schemi planivolumetrici di massima e fotografie 

Si allegano alcune fotografie dell’edificio. Per la planimetria dell’area oggetto di intervento, vedi 

allegato 1. 

Cascina Villafranca 




Tratto di percorso su sponda del torrente Chisone 

Codice 

progetto: A1. 1.1 74



Veduta aerea dell'area dell'intervento 

75


2.2 Stima parametrica del costo di realizzazione 

Per la parte relativa le opere materiali, il costo di realizzazione si stima come di seguito riportato: 

SCHEMA A - IMPORTO DEI LAVORI 

INTERVENTO CODICE A1.1.1 

QUADRO ECONOMICO (art.17, DPR n° 554 del 

21/12/1999) 

a) Lavori a base d'asta 

a1) lavori ed opere € 2.266.500,00 

oneri per la sicurezza compresi nei prezzi e non soggetti a 

a2) ribasso 

€ 101.992,50 

a3) oneri per la sicurezza aggiuntivi non soggetti a ribasso € 56.662,50 

a4) totale lavori a base d'asta € 2.164.507,50 

a5) totale importo appalto € 2.323.162,50 

b) Somme a disposizione della stazione appaltante 

b1) lavori in economia 

b1bis) arredi 

b2) rilievi, accertamenti e indagini € 11.615,81 

b3) allacciamenti ai pubblici servizi e opere di urbaniz. € 20.000,00 

b4) imprevisti € 69.694,88 

b5) acquisizione aree o immobili € 600.000,00 

b6) accantonamento di cui all'art.133 D.Lgs. 163/06 € 40.000,00 

b7) spese tecniche per progettazione e D.LL. € 453.016,69 

b8) spese per attività di consulenza, ecc € 10.000,00 

b9-10) spese per pubblicità, gare, commissioni, ecc. € 5.000,00 

b11) collaudo 

b12) IVA totale € 335.212,24 

IVA su a5 10,00% € 232.316,25 

IVA su b4 10,00% € 6.969,49 

IVA su b1bis 20,00% 

IVA su b2 20,00% € 2.323,16 

IVA su b7 20,00% € 90.603,34 

IVA su b8 20,00% € 2.000,00 

IVA su b9-10 20,00% € 1.000,00 

IVA su b11 20,00% € - 

parziale € 1.544.539,61 

Totale costo realizzazione € 3.867.702,11 

DATI SINTETICI DELL'INTERVENTO 4 

parametro tecnico = quantità = 

COSTI PARAMETRICI 

costo di costruzione = 

costo di 

realizzazione = 

4 

Le stime sono state effettuate sulla base dei seguenti elementi: 

ristrutturazione Cascina Villafranca – circa 1.100 mq di superficie lorda di pavimento; 

sistemazione area esterna – circa 13.000 mq: 

sistemazione percorsi – circa 5 km. 



Per delle azioni immateriali di promozione, la stima dei costi è la seguente, seguita dall’analisi di 

dettaglio: 

SCHEMA B2 - COSTO ATTIVITA' AZIONI IMMATERIALI 

INTERVENTO CODICE A1.1.1 

QUADRO ECONOMICO SINTETICO 

a) Totale importo attività € 108.000,00 

b) Somme a disposizione 

b1) arredi 

b3) consulenze, indagini, pubblicità, ecc. € 2.250,00 

b4) imprevisti 

b5) IVA totale € 22.050,00 

Azioni 

parziale 

Totale costo realizzazione € 132.300,00 

1. Realizzazione di materiale editoriale e 

promozionale 

costo senza iva costo con iva 

n. 7.000 depliant € 3.500,00 € 4.200,00 

n. 5.000 copie di Guida del Museo € 32.000,00 € 38.400,00 

n. 1 Video documentario dell'area e dei percorsi € 29.500,00 € 35.400,00 

2. Realizzazione e gestione del sito internet 

progettazione e attivazione € 10.000,00 € 12.000,00 

costi di mantenimento e aggiornamento (per 6 mesi) € 2.000,00 € 2.400,00 

3. Video promozionale multilingue del territorio; 

Realizzazione video € 16.000,00 € 19.200,00 

Produzione n. 500 copie DVD € 1.000,00 € 1.200,00 

4. Studio e presentazione del pacchetto turistico 

“Terre delle Cavalleria e del cavallo" 

Realizzazione dello studio € 3.000,00 € 3.600,00 

Presentazione € 1.000,00 € 1.200,00 

5. Presentazione Scuola Nazionale Federale di 

Equitazione 

Convegno sulla Cavalleria € 10.000,00 € 12.000,00 

TOTALE € 108.000,00 € 129.600,00 



QUDRO RIEPILOGATIVO 

Interventi Materiali (Schema A) € 3.867.702,11 

Attività immateriale (Schema B2) € 132.300,00 

Totale Intervento € 4.000.002,11 

2.3 Eventuali problemi su cui porre l'attenzione in fase progettuale 

Particolare attenzione, nelle successive fasi di progettazione, andrà posta in ordine ai 

seguenti fattori: 

- utilizzo di materiali e tecniche il più possibili coerenti con il contesto ambientale 

in cui si opererà 

- nelle varie fasi di progettazione (preliminare, definitivo, esecutivo) occorrerà 

privilegiare soluzioni che limitino al minimo le opere di trasformazione del 

suolo e le interferenze con i rii 

- occorrerà privilegiare tutti i percorsi già esistenti senza creare nuovi sedimi. 

3. COMPATIBILITA’ URBANISTICA, AMBIENTALE E PAESAGGISTICA 

L’area in oggetto si estende nel Comune di Pinerolo alle porte della Valle del Chisone, 

comprendendo in parte l’area della scuola Militare di Cavalleria detta il Galoppatoio in frazione 

Baudenasca. 

L’area nel suo complesso è situata in una posizione strategica poiché è facilmente raggiungibile 

tramite le principali strade provinciali ed è accessibile dagli svincoli della tangenziale che collega 

Torino con Sestriere e con la rete autostradale italiana; infatti dista soltanto 30-35 Km. da Torino. 

Nelle immediate vicinanze dell’area in oggetto sono ubicate la Scuola Nazionale d’Equitazione 

confinante con l’ex cotonificio Turati (ora divenuto Hotel Relais Barrage), zona conosciuta un 

tempo per la sua tradizione tessile e per la presenza del canale Moirano che svolse, allora, un 

compito primario nello sviluppo dell’industria manifatturiera pinerolese. 



Si trovano inoltre il Parco del Torrione (parco delineato secondo i criteri del parco romantico 

inglese di 20 ettari che è il più grande dei parchi privati progettati da Xavier Kurten, giardiniere di 

casa Reale Savoia) e il parco acquatico “Atlatis” nel territorio di Miradolo confinante con il Parco 

del Castello di Miradolo. 

Un paesaggio naturale ricco di verde e abbracciato dalle montagne costituisce l’ideale cornice del 

sito che si propone come una degna premessa delle bellezze della Val Chisone. 

La zona in oggetto sarà percorribile a piedi e a cavallo. 

L’intera zona, a parte gli interventi di arginatura eseguiti dopo l’ultima alluvione, è caratterizzata 

da un accentuato degrado ed abbandono. 

3.1 Compatibilità urbanistica 

I terreni localizzati sulle sponde del torrente Chisone sono inseriti dal P.R.G.C. vigente ed in 

variante del Comune di Pinerolo nelle zone F1, VN4, M5.2 ed M5.3. 

L’area F1 5 , che si estende in più punti lungo il torrente Chisone, è destinata a Parco Pubblico 

Fluviale, regolamentata dagli articoli dal 60 al 63 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.C. 

del Comune di Pinerolo. 

L’art. 60 indica: 

“aree per parchi pubblici fluviali e montani dove è ammesso l'intervento pubblico oppure di enti ed 

associazioni di interesse pubblico o di singoli privati alle condizioni dettate per le aree a parco per 

la realizzazione di infrastrutture di servizio pubblico delle aree in oggetto; tali interventi saranno 

comunque ammissibili solo a seguito dell'approvazione da parte del Consiglio Comunale di un 

piano complessivo di sistemazione dell'area considerata. 

Limitatamente all’area F 1, sono inoltre consentite con singolo permesso di costruire, per le parti 

non soggette ad inedificabilità, attrezzature e servizi elementari per il turismo e lo sport a carattere 

popolare e associativo con lotto minimo mq. 10.000, SUL (Superficie Utile Lorda) massima di 200 

mq., altezza massima 4 mt., previa dotazione di congrui spazi pubblici a parcheggio, da 

prevedersi con specifica convenzione con il Comune al momento del rilascio del permesso di 

costruire. Nella stessa convenzione dovrà essere regolamentato l'uso pubblico delle attrezzature 

e dei servizi stessi, nonché la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria necessarie.” 

5 I fabbricati della cascina Villafranca, oggetto dell’ intervento, sono inseriti in zona F1. 




“Le aree individuate con la sigla F sono riservate ad impianti ed attrezzature pubbliche o private 

convenzionate di interesse generale. 

L'urbanizzazione di ogni area F dovrà risultare da apposito P.P. o da un piano tecnico esecutivo 

previsto dall'art. 47 della L.R. 56/77 o da un progetto unitario. 

In assenza di Piano Esecutivo sono consentiti interventi di cui alle lettere a), b), c), d) (quindi fino 

alla ristrutturazione edilizia) dell'art. 13 della L.R. 56/77 e successive modifiche ed integrazioni, 

sugli edifici esistenti, che non comportino modifiche alla destinazione d'uso.” 


“Sono inedificabili a norma dell'art. 13 della L.R. 56/77 tutte le aree soggette a frane, a dissesto, a 

esondazione o ad instabilità per cause varie, come risultano dalla carta di sintesi dei rischi 

allegata all'indagine idrogeologica e dalle planimetrie del P.R.G. (individuate con perimetro a 

pallini e numero 3 eventualmente seguito dalla lettera a). 

Nelle aree 3a (quelle più prossime al torrente Chisone) non sono consentite nuove edificazioni ma 

solamente il recupero di quelle esistenti (con gli interventi di cui alle lettere A, B, C dell'art. 23 

precedente e di cui al comma 6 dell'art.58), previa valutazione dell'entità dei lavori e del tipo di 

rischio, sulla scorta di una relazione geologico-tecnica allegata alla richiesta di permesso di 

costruire. 

Nelle aree 3a1 (in cui si trova la cascina Villafranca, oggetto di intervento) e 3a2 sono consentiti 

gl’interventi di cui alle lettere A, B, C, D (quindi, compresa la ristrutturazione edilizia) dell’art.23 

precedente, fatto salvo che per le opere di ristrutturazione edilizia (art. 23 lettera D) è necessaria 

una relazione geologico – tecnica di fattibilità allegata alla richiesta di permesso di costruire.” 


“Per le aree a rischio sismico devono essere rispettate tutte le norme di legge vigenti, in 

particolare la legge 64/74, la legge regionale n. 19/85 ed il Decreto della Giunta Regionale n. 

2/19274 del 9 marzo 1988. 

La relazione geologico-tecnica dovrà essere conforme al D.M. 11/3/1988. 

L’area VN4, che si estende nella zona compresa tra la circonvallazione di Pinerolo e le aree 

militari di Baudenasca è destinata a Riserva Verde Naturale, regolamentata dagli articoli dal 60 al 

67 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.C. del Comune di Pinerolo. 

Oltre agli articoli visti in precedenza si riportano quelli dal 64 al 67. 




“Sono sottoposti a vincolo paesistico ai sensi del D. Lgs. n° 490/1999. 

a) L'area collinare individuata sulle tavole del P.R.G.; 

b) L'area circostante la villa del Torrione; 

c) i fiumi, i torrenti ed i corsi d'acqua iscritti negli elenchi di cui al testo unico delle disposizioni di 

legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con R.D. 11/12/1933 n° 1775, e le relative 

sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna come individuato sulle 

planimetrie del P.R.G. 

d) i terreni coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli 

sottoposti a vincolo di rimboschimento (aree F1, F2 e VN); 

2 - I progetti degli interventi di nuova edificazione in queste zone sono soggetti alle norme della 

legge Regionale n° 20/89 e dovranno rispettare le seguenti norme: 

- Altezza massima degli edifici mt. 7,50. 

- Numero dei piani degli edifici: due fuori terra oltre all'eventuale sottotetto da computare nella 

SUL. 

- Distanza minima dai confini, metri dieci nel rispetto delle aree a verde e attrezzate a pubblico 

servizio. 

- Distanza minima tra pareti finestrate o tra edifici: metri dieci. 

- Coperture a falde inclinate di tipo tradizionale (art. 36 comma 11, lettere l e m). 

Sono ammesse coperture piane purchè attrezzate a verde su almeno l’80%. 

- Materiali di rivestimento e/o di paramento esterno: intonaco civile, mattone o calcestruzzo a 

vista, zoccolo in pietra (Vedere Art. 36). 

- Colori tradizionali tipici della pianura pinerolese, o della fascia pedemontana, a seconda del sito. 

- Recinzioni a giorno di disegno semplice con le seguenti specificazioni: 

a. in fregio alle pubbliche vie, con zoccolo di base, di altezza media sino a mt. 0,60, in muratura a 

vista, rivestimento in pietra o in calcestruzzo gettato a vista; 

b. interne alla proprietà con cortine verdi dell'altezza massima di mt. 1,60 dotate di eventuale 

zoccolo in cls dell'altezza massima di cm. 30 al suolo sistemato e interposizione di reti metalliche. 

- Formazione di manufatti in fregio alla pubblica via da inserire nelle recinzioni per la sistemazione 

dei cassonetti di raccolta rifiuti. 



Nei boschi di cui alla lettera d) del presente articolo sono consentiti il taglio colturale, la 

forestazione, la riforestazione, le opere di bonifica, antincendio e di conservazione previsti ed 

autorizzati in base alle norme vigenti. 

Le norme del comma 2 non si applicano negli abitati esistenti e nelle aree edificabili residenziali 

produttive e terziarie previste dal P.R.G. qualora diverse soluzioni progettuali siano 

opportunamente motivate ed accettate dalla Commissione Edilizia Comunale.” 


“Non sono autorizzate, di norma, opere relative ad accessi veicolari diretti sulle strade statali e 

sulle provinciali, per tratti lungo i quali queste attraversano parti di territorio esterne al perimetro 

degli abitati. 

Tali accessi possono avvenire, in conformità alle prescrizioni del Codice della Strada, solo a 

mezzo di derivazioni, adeguatamente attrezzate, dagli assi stradali, organicamente inserite nella 

rete viabilistica ed opportunamente distanziate, a seconda delle caratteristiche dimensionali e di 

viabilità dell'arteria.” 


- Aree a verde naturale (sigla VN) 

Le aree indicate con la sigla VN sono destinate alla conservazione del verde e dell'ambiente 

naturale. Nell'area VN 4 sono ammessi, oltre alle colture agricole, esclusivamente gli interventi di 

cui all'ultimo comma dell'art. 60 (Parchi fluviali e montani). Per gli edifici residenziali esistenti sono 

ammessi gli interventi di cui al comma 23 dell'art. 53 "Aree agricole" con l'ampliamento massimo 

fino a 25 mq. 

Per gli edifici diversi dalla residenza è consentito, per una sola volta, un ampliamento del 25% 

della superficie coperta alla data di adozione del P.R.G. 

L’area M5.2 e M5.3 6 , limitrofe all’area F1 in cui è localizzata la cascina Villafranca oggetto di 

intervento, sono destinate ad Attrezzature Militari, regolamentate dagli articoli dal 62, 63 e 70 

delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.C. del Comune di Pinerolo. 

Gli articoli 62 e 63 sono già stati riportati in estratto. 

6 Nell’area M5.3 è situato il poligono per l’addestramento al lancio delle bombe a mano. 




“In tali aree sono ammessi sugli edifici esistenti tutti gli interventi di cui all'art. 23 

delle N.T.A. (Norme tecniche di Attuazione), nell'interesse del ministero della Difesa. 

I parametri edilizi sono i seguenti: 

- Altezza massima mt. 16,50 (esclusi volumi tecnici) 

- Rapporto di copertura 50 % 

- Distanza dai confini mt. 10 

In caso di nuove costruzioni o di demolizione con ricostruzione dovranno essere rispettati tutti i 

parametri sopradetti ed inoltre la distanza di mt. 10 dalle strade comunali (salvo minori distanze 

preesistenti). Le Costruzioni Civili devono adeguarsi alla Normativa delle aree residenziali più 

vicine. 

Altri vincoli sono riferiti al vincolo paesistico della Legge 431/85, nota come legge Galasso. 

Gli interventi sono inoltre soggetti all’Autorità di Bacino in seguito alle esondazioni verificatesi 

nell’ottobre 2000. 

Particolare importanza però riveste la presenza vicino la cascina Villafranca di un’area destinata 

dall’esercito a poligono per l’addestramento al lancio delle bombe a mano. 

Quando tale poligono è utilizzato vi sono sentinelle lungo il perimetro di un’area di sicurezza che 

chiudono le strade limitrofe. 

Tale poligono non è utilizzato frequentemente dall’esercito, ma è necessario che il Comune di 

Pinerolo provveda a richiedere presso la Direzione del Genio Militare, che ha sede a Roma, la 

dismissione di tale area. 

3.2 Eventuali impatti ambientali 

Data la natura dell’opera, l’intervento non solo non comporta impatti negativi sul contesto 

ambientale, ma potrà creare un indubbio beneficio al contesto in cui si inserisce. E’ un intervento 

non soggetto a procedura di verifica o valutazione di impatto ambientale. 



3.2.1 Compatibilità con gli strumenti di pianificazione in materia 

ambientale 

Non si segnalano elementi rilevanti, in quanto il progetto prevede di riqualificare edifici e percorsi 

esistenti. 

3.2.2 Descrizione dello stato dell’ambiente 

La posizione geografica, le nuove infrastrutture stradali e autostradali, il clima mite che ha portato 

Pinerolo ad essere chiamata “la Nizza del Piemonte”, il paesaggio e la storia, la vicinanza a Torino 

pur senza far parte della cintura, l’essere alla confluenza delle valli, il patrimonio storico ed 

artistico, la presenza valdese, la tradizione industriale, il “marchio” di Città della Cavalleria, 

conferiscono a Pinerolo caratteristiche peculiari ulteriormente rinforzate dal coinvolgimento nelle 

XX Olimpiadi Invernali di Torino 2006. 

Le nuove infrastrutture ed i lavori straordinari realizzati per le Olimpiadi Invernali 2006, sia nella 

città di Torino che nelle Valli di Susa e del Chisone, hanno mutato profondamente non solo il 

Pinerolese ma di riflesso tutto l'assetto territoriale del Piemonte, modificando rapporti gerarchici tra 

i centri abitati ed abitudini di accesso, radicate ormai da decenni. E’ sufficiente considerare 

l’impatto che l’autostrada Torino-Pinerolo ha prodotto, rafforzando l’asse veicolare Avigliana- 

Pinerolo-Cuneo. 

Un razionale progetto di recupero ambientale-paesaggistico non può non prescindere da 

un’accurata analisi delle componenti territoriali esistenti in zona, con l’obiettivo di fornire una 

visione reale delle vocazioni territoriali e delle utilizzazioni colturali del suolo e da un’attenta 

rivisitazione della funzione storica che i luoghi hanno avuto in passato. 

Il sito individuato si estende in una posizione tradizionalmente e storicamente utilizzata come 

collegamento tra la valle del Chisone, attraverso l’adiacente pianura, verso la città di Torino. 

Numerose sono le piste, ora ciclabili, che ricalcano le antiche vie della cavalleria e degli eserciti 

che percorrevano la pianura piemontese, collegando la città fortificata di Pinerolo con Stupinigi, 

Torino e gli altri luoghi di importanza strategica del Regno Sabaudo. 



3.3 Descrizione dettagliata di eventuali impatti paesaggistici 

L’intervento non presenta alcun elemento di criticità sotto il profilo dell’inserimento paesaggistico; 

particolare attenzione dovrà essere svolta in sede di esecuzione dei lavori onde non apportare 

disturbo alla fauna presente nell’ambiente circostante. 

3.3.1 Verifica della compatibilità dell’opera con il quadro normativo e 

con gli strumenti di pianificazione in materia paesaggistica 

L’area è soggetta a vincolo paesaggistico. Sono sottoposti a vincolo paesistico, ai sensi del D. 

Lgs. n° 490/1999.i fiumi, i torrenti ed i corsi d'acqua iscritti negli elenchi di cui al testo unico delle 

disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con R.D. 11/12/1933 n° 1775, e le 

relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna come individuato sulle 

planimetrie del P.R.G. Trattandosi, tuttavia, di riqualificazione dell’esistente, non emergono impatti 

di natura paesaggistica. Per quanto concerne gli adempimenti, cfr. § 6.1 

4. SOSTENIBILITA’ FINANAZIARIA 

4.1 Definizione del bacino di utenza dell’opera, analisi della domanda 

potenziale e dei competitori presenti (idem SdF completo) 

Gli studi di fattibilità effettuati per la realizzazione di interventi significativi dal punto di vista della 

capacità di attrazione turistica evidenziano come il bacino di utenza primario di un’opera di questo 

genere sia racchiudibile a coloro che abitano nell’arco di 200 Km dall’area interessata: nel caso 

delle Terre della Cavalleria il bacino di utenza, consideratà la densità abitativa media, si aggira 

intorno ai 10 milioni di abitanti. A questo va aggiunto un bacino secondario costituito 

prevalentemente da un turismo più mirato, che effettua la scelta della località per un interesse ben 

preciso (in questo caso i percorsi a cavallo, i concorsi ippici etc) e per questa ragione è disposto a 

sopostamenti anche significativi. In questa categoria rientrano pertanto i turisti provenienti dal 

resto d’Italia e dall’estero. 

Effettuare una stima puntuale sulla domanda potenziale legata nello specifico al turismo equestre, 

comporta non poche difficoltà, dal momento che non esistono dati attendibili di tipo motivazionale 

con questa specificazione, legati ai flussi turistici. 



E’ però possibile assimilare il turismo legato alle Terre della Cavalleria a due tipi di turismo: da un 

lato il turismo natura, che riguarda chi si reca a Pinerolo per ragioni prevalentemente legate ai 

percorsi equestri. Dall’altro c’è un bacino di utenza, interessato al tema della cavalleria nella sua 

evoluzione storica, e saranno questi i turisti maggiormente interessati alla visita di realtà come il 

Museo della Cavalleria, che sono maggiormente assimilabili al turismo culturale. 

Di seguito si riporta un’analisi dei bacini di utenza sulla base delle tendenze delle due tipologie di 

turismo sopra menzionate. 

Le Terre della Cavalleria come itinerari di turismo naturale o equestre 

Per turismo natura si intende una tipologia turistica nella quale il turista è un consumatore di aree 

verdi, di aree protette, di percorsi escursionistici ed equestri, la cui motivazione alla vacanza è 

rappresentata dall’osservazione e dall’apprezzamento della natura e delle culture tradizionali e il 

cui comportamento è caratterizzato da un “continuum” di elementi ambientali e culturali talvolta 

non facili da distinguere 

Nel turismo natura sono compresi diversi sotto-settori, come per esempio quello degli agriturismi, 

che negli ultimi anni si è consolidato grazie al raggiungimento di risultati significativi, o ancora il 

trekking e il cicloturismo el’equiturismo. 

Nel complesso si parla sempre di settori i cui potenziali clienti sono persone che ricercano una 

vacanza attiva in un ambiente nel quale regnano relax e tranquillità, cucina tipica e genuina e sono 

interessate alla conoscenza del territorio. 

Partendo da queste considerazioni, si può arrivare a comprendere la crescente importanza che il 

turismo natura ha nell’ambito del fenomeno turistico generale, nonché la capacita di diventare 

elemento attrattivo di traino nelle fasi di stanca, con evidenti benefici dal punto di vista della 

multistagionalità, fino a diventare, in alcuni territori, strumento centrale di uno sviluppo economico: 

speriamo sostenibile, endogeno e duraturo. 

Utilizzando i dati Istat disponibili circa i flussi turistici connessi al turismo naturale, è possibile 

stimare il fatturato complessivo di questo settore in 7,395 miliardi di € come somma del fatturato 

dei Parchi e Natura per 5,247 €, (49.380.401 presenze italiane, con una spesa media giornaliera 

pari a 60 €, e 26.257.284 presenze straniere, con una spesa media giornaliera pari a 87 €), del 

fatturato degli agriturismo non compresi nei comuni il cui territorio ricade nell’ambito dei parchi e di 

quello generato dalle presenze negli esercizi ricettivi non classificati ufficialmente pari a 1,464 

miliardi di € 7 . 

Nel complesso quindi si tratta di un settore che, pur non raggiungendo forse i livelli di fatturato dei 

settori turistici tradizionali, assume delle dimensioni di una certa rilevanza, tali da ritenerlo un 

7 

Vedi rapporti annuali forniti dall’Osservatorio nazionale sul turismo natura. 



valida possibilità di sviluppo turistico per i territori ad alto valore ambientale come le aree montane, 

lacuali o collinari. 

Interessanti sembrano anche le prospettive di crescita del settore. Da un’analisi condotta su un 

campione di tour operator e sulle delegazioni estere dell’ENIT (Ente Nazionale Italiano Turismo), 

emerge come molti siano convinti che il turismo natura abbia buone speranze di svilupparsi 

ulteriormente nei prossimi anni, o quantomeno possa presumibilmente rimanere stabile 

Nei grafici successivi vengono riportati questi dati, da cui emerge una previsione particolarmente 

ottimistica da parte dei tour operator, il 76% dei quali ritiene che il turismo natura sia in aumento e 

tenderà a crescere nei prossimi anni. 

Opinione dei tour operator sulle 

prospettive del turismo natura 

24% 

76% 

In aumento 

Stabile 

Turismo natura: previsioni delegazioni 

estere ENIT 

50% 

27% 

1% 

22% 

Fonte: Osservatorio turismo natura. 

In aumento 

In diminuzione 

Non risponde 

Stazionario 

Meno ottimistiche ma comunque confortanti sembrano essere le stime fatte dalle delegazioni 

estere dell’ENIT, in cui le prospettive di aumento rappresentano il 27% a fronte di un 50% di 

risposte che considerano l’andamento stazionario. Questi dati offrono una prospettiva significativa, 

dal momento che offrono uno specchio delle possibilità di sviluppo di questo settore verso i turisti 

stranieri, che oggi rappresentano circa il 35 % della domanda di turismo naturale in Italia. Sebbene 

il turismo natura sia spesso ancora legato ad un turismo di vicinanza, questo dato indica come la 



percentuale di stranieri che praticano questo tipo di turismo sia tutt’altro che irrilevante, specie per i 

territori del Nord Italia, più facilmente raggiungibili da turisti stranieri. 

Analizzando il tipo di domanda emerge come tra le persone che scelgono il turismo natura, metà è 

spinta da una preferenza per l’escursionismo, seguita a distanza dalla motivazione prettamente 

sportiva e successivamente dagli aspetti enogastronomici e tradizionali offerti dal territorio. 

Interessi di chi sceglie il turismo natura (valori %) 

altro 

enogastronomia 

sport 

escursionismo 

tradizione 

8,7 

7,9 

16,2 

17,2 

0 10 20 30 40 50 60 

Motivazioni della scelta 

tradizioni 

22% 

ambiente 

31% 

relax 

33% 

ospitalità 

14% 

Fonte: Osservatorio del turismo natura 

Gli aspetti motivazionali prevalenti sono quelli relativi al relax ed all’ambiente che sembrano 

rendono l’idea del bisogno di tranquillità di questo segmento della domanda turistica. Gli altri due 

elementi citati sono quello delle tradizioni e ospitalità. Nel complesso si può osservare che il 

pubblico cui il turismo natura si rivolge ha esigenze di contrasto con quella che è la realtà della vita 

di tutti i giorni, specie nei centri urbani più sviluppati. Questa considerazione può diventare un 

buono spunto per lo sviluppo futuro del settore, dal momento che facilita la lettura dei bisogni della 

domanda. 


50


Per quanto riguarda infine il tempo di permanenza dei turisti dei parchi dobbiamo dire che quello 

prevalente è rappresentato da 1 giorno con un valore pari al 67,3%, segue a distanza notevole il 

soggiorno di 1 settimana con il 13,8%, poi quello di 3 giorni con il 10,2% e in ultimo il soggiorno 

lungo più di una settimana con l’8,7%. 

più di 1 

settimana 

1 settimana 

3 giorni 

1 giorno 

Tempo di permanenza (valori %) 

8,7 

13,8 

10,2 

67,3 

0 20 40 60 80 

Fonte: Osservatorio del turismo natura 

Le Terre della Cavalleria come itinerario culturale 

In tutto il mondo l’Italia è percepita come una meta esclusiva per quanto riguarda il turismo 

culturale. In paesi come la Spagna e l’ Austria la “marca Italia” ha tutt’oggi un ottimo 

posizionamento. 

Il segmento culturale ricopre una quota di mercato turistico molto rilevante. Se si considera poi il 

turismo culturale nella sua accezione più ampia, ossia quella della domanda “culturalmente 

motivata”, la quota di mercato ricoperta diventa ancora maggiore, al punto da poter considerare 

l’interesse culturale come uno dei principali, se non addirittura il principale elemento motivazionale 

a livello turistico. 

Ciò nonostante, il mercato del turismo culturale italiano risente ancora di alcune criticità che ne 

limitano l’ampiezza e la portata. 

Dall’analisi di tutti i principali mercati turistici emerge infatti che la competitività della destinazione 

Italia risente della carenza del rapporto qualità/ prezzo. 

Spesso infatti la ricettività e i servizi turistici in genere hanno prezzi relativamente elevati, specie se 

confrontati alla qualità dei servizi e della gestione del patrimonio culturale e naturalistico che è 

invece non sempre soddisfacente. 

La competitività risente anche molto della scarsità di promozione della destinazione nel suo 

complesso e di quella delle singole regioni. 



Altri punti deboli risiedono nella carenza di informazione, e nella scarsa accessibilità ai territori. 

Spesso infatti l’immagine di alcune regioni ed aree ricche di risorse culturali ed attrattive è 

scarsamente conosciuta e poco pubblicizzata non solo all’estero, ma anche nel resto d’Italia. A 

questo proposito sarebbe necessaria una maggiore programmazione delle iniziative e delle 

manifestazioni e la relativa e tempestiva comunicazione al pubblico potenziale per mezzo di vari 

strumenti di comunicazione. 

Per quanto riguarda l’accessibilità poi, emerge la carenza di mezzi di trasporto sul territorio e 

anche di collegamenti a lunga distanza (es. aerei di linea e charter). 

E’ necessario infine diversificare ed arricchire maggiormente l’offerta con la creazione di prodotti di 

nicchia per i segmenti più maturi del mercato o per segmenti con esigenze particolari. L’adozione 

di una tale strategia è particolarmente necessaria in quei territori che, a differenza delle grandi città 

o dei luoghi che dispongono di patrimoni di rilevanza soprannazionale, possiedono in vece un 

patrimonio storico artistico il cui valore è apprezzabile se inserito in un contesto culturale e 

organizzativo idoneo. 

Spostandosi da un’analisi sui punti di forza e le criticità ad un’analisi sulla conformazione della 

domanda del mercato culturale, si intuiscono immediatamente le grandi potenzialità di cui dispone 

questo settore. 

La definizione di turismo culturale, presenta ancor oggi dei contorni poco definiti, così come del 

resto anche altre definizioni turistiche sulla base dell’aspetto motivazionale. Quest’ultimo infatti non 

è facilmente identificabile, dal momento che molte coesistono più elementi motivazionali che 

spingono il turista a compiere una determinata scelta, e d’altra parte la stessa definizione di 

culturale racchiude al suo interno aspetti anche molto differenti. La difficoltà a definire con 

precisione il settore, rende anche molto difficile la raccolta di dati certi circa i flussi turistici, che 

permettano di effettuare stime precise sulla consistenza del turismo culturale. 

Per valutare la portata del turismo culturale è necessario quindi fare riferimento a settori la cui 

domanda è sicuramente legata alla motivazione culturale. A questo proposito un buon indice della 

portata del turismo culturale è indubbiamente quello del numero i visitatori della rete composta da 

musei, monumenti e opere architettoniche e circuiti mussali 

Il settore museale italiano, così come quello monumentale e architettonico, dispone di un 

patrimonio espositivo particolarmente ricco e variegato, sebbene non sempre conservato con cura 

o valorizzato al meglio delle sue potenzialità. 


N° visitatori 


33.000.000 

32.000.000 

31.000.000 

30.000.000 

29.000.000 

28.000.000 

Trend visitatori 

2000 2001 2002 2003 2004 

Visite culturali 

Fonte: Istat 

Come testimoniano i dati sul numero di visitatori, il settore culturale sta vivendo negli ultimi anni 

una fase di espansione, legata particolarmente allo sviluppo dei circuiti museali e all’incremento di 

visitatori nei musei, nelle gallerie ed alle mostre espositive. 

Nel 2004 i visitatori di beni del patrimonio culturale italiano hanno superato quota 32 milioni, 

lasciando intravedere dei margini di crescita impossibili da trascurare per chi opera nel mercato del 

turismo. 

18.000.000 

16.000.000 

14.000.000 

12.000.000 

10.000.000 

8.000.000 

6.000.000 

4.000.000 

2.000.000 

0 

Trend visitatori per tipologia 

2000 2001 2002 2003 2004 

Fonte: Istat 

Musei e gallerie 

Monumenti e aree 

archeeologiche 

Circuiti museali 

La strategia di puntare sui circuiti museali, sembra di recente essersi affermata come soluzione 

vincente, specie per quelle zone ricche di un patrimonio culturale strettamente legato al territorio e 

per questo valorizzabile soltanto attraverso la creazione di veri e propri circuiti in grado di far 



ripercorrere al visitatore le esperienze e le conoscenze legate al patrimonio tradizionale sia a livello 

storico culturale che a livello artigianale e gastronomico. 

4.2 Stima dei potenziali utenti (idem SdF completo) 

La stima dei potenziali utenti dell’opera è da effettuarsi tenendo conto delle diverse attività che 

nell’opera andranno ad insediarsi. 

La stima puntuale degli utenti sotto riportata, elaborata sulla base dell’esperienza di realtà 

analoghe sul territorio, può subire una significativa variazione in positivo qualora effettivamente il 

territorio riesca, come descritto nel presente studio, a creare un sistema turistico integrato intorno 

al tema della cavalleria. Questo infatti consentirebbe di incrementare significativamente i flussi 

turistici su tutta l’area, andando a creare benefici in particolar modo per tutte le strutture orbitanti 

intorno al tema della cavalleria e di conseguenza per tutti gli attori economici locali. 

Si riportano di seguito le stime suddivise per tipo di attività: 

Stima utenti ristorante 

1° anno di attività 

n° clienti al giorno tot clienti 

all'anno x 285 

Ipotesi apertura: 1 pasto durante la settimana 4 

giorni e 2 pasti nei week-end 

Ristorante 25 7125 47,5 Settimane 






ristorante 30 8550 47,5 Settimane 








Stima utenti maneggio 

Stima utenti ostello 


Pensione 12 

Pernottamenti 800 

Lezioni e 

accompagnamenti 1.800/h anno individuali 

750 h/anno gruppi 

Pernottamenti 2.000 

La stima si intende ipotizzando l’apertura dell’albergo per 11 mesi all’anno con un numero di 

camere che può arrivare a 10. 

Per quanto riguarda il tratto di percorso lungo il Chisone, collegato alle da un’indagine effettuata in 

altre aree, è emerso che circa il 70% dei cavalieri che partecipano ai raduni equituristici proviene 

da altre regioni italiane, mentre il 10% proviene dall’estero. Di essi, circa il 20% ritorna 

successivamente sul territorio. 

4.3 Piano finanziario dell’opera – analisi costi ricavi (idem SdF 

completo) 

I costi per il Comune sono costituiti da costi manutenzione e costi di ammortamento 

dell’investimento, occorre poi distinguere tra gestione dell’immobile e percorsi. 


L’edificio della Cascina Villafranca ospiterà una serie di attività, tra loro complementari, che 

potranno essere gestite da un unico, oppure due operatori economici. 

In base ad alcune ipotesi di seguito descritte è stato possibile formulare un piano previsionale dei 

costi e dei ricavi di gestione per il Comune. 

Dettaglio previsionale dei costi/ricavi di gestione (in €) 



Anno Ricavi 

Costi di gestione 

rif. (Affitto) Personale Servizi Materiale di Manutenzione Altre voci 

consumo ordinaria 

I° 65.000 13,000 86.666 

II° 80.000 13,000 86.666 

III° 100.000 13,000 86.666 

IV° 100.000 13,000 86.666 

V° 100.000 13,000 86.666 

VI° 100.000 13,000 86.666 

VII° 100.000 13,000 86.666 

VIII° 100.000 13,000 86.666 

IX° 100.000 13,000 86.666 

X° 100.000 13,000 86.666 

Ipotesi di calcolo Costi/Ricavi 

Costi 

Le principali voci di costo sono rappresentate da: 

“Manutenzione ordinaria” 

L’importo relativo ai costi di manutenzione è stato stimato pari allo 0,50% del costo di realizzazione 

dell’intervento (Euro 2.600.000,00) per i primi 10 anni e 1% per i secondi 10 anni e, cioè, Euro 

13.000,00 all’anno per i primi 10 anni ed Euro 26.000,00 all’anno per i successivi 10 anni. 

Colonna “Altre voci” 

Si sono inseriti gli AMMORTAMENTI calcolati si base trentennale. 

1/30 di 2.600.000,00 € = 86.666.00 € 

Il costo totale annuo derivante dalla somma dei costi della manutenzione ordinaria e degli 

ammortamenti risulta dunque essere di € 99.666. 


Ricavi 


I ricavi per il comune, come abbiamo detto saranno costituiti dall’affitto pagato dal gestore per le 

strutture; al fine di dimostrare la sostenibilità economica delle attività ospitate sono stati stimati 

costi e ricavi per ognuna della attività che occuperanno l’ex Cascina Villafranca: 

Osteria del Galoppatoio 

Il canone di concessione che il gestore dovrà pagare al comune tiene conto della posizione 

particolarmente favorevole e della sinergia con le altre attività; l’imposto stimato è di 36.000 € a 

partire dal terzo anno, mentre la cifra è leggermente ridotta per i primi due anni. 

Dal punto di vista del gestore il conto economico risulta essere il seguente: 

PREVISIONE INCASSI 1° anno di attività 



Ipotesi apertura: 1 pasto durante la settimana 

4 giorni e 2 pasti nei week-end 


Tipo di Offerta % su tot 

clienti 

all'anno 

N° clienti 

all'anno 

Incasso 

unitario 

Incasso 

Totale 

Menù fisso 22% 1567,5 23 € 36.053 € 

Ristorante Pasto completo 18% 1282,5 31 € 39.758 € 

Pasto non completo 60% 4275 18 € 76.950 € 




TOTALE 152.760 € 

Ipotesi apertura: 1 pasto durante la settimana 

4 giorni e 2 pasti nei week-end 



clienti 

all'anno 

N° clienti 

all'anno 

Incasso 

unitario 

Incasso 

Totale 

Menù fisso 22% 1881 23 € 43.263 € 

Ristorante Pasto completo 18% 1539 31 € 47.709 € 


TOTALE 183.312 € 










clienti 

all'anno 

N° clienti 

all'anno 

Incasso 

unitario 

Incasso 

Totale 

Menù fisso 22% 2194,5 23 € 50.474 € 

Ristorante Pasto completo 18% 1795,5 31 € 55.661 € 


TOTALE 213.864 € 

PREVISIONE COSTI FISSI 

1° ANNO 2° ANNO 3° ANNO 

AFFITTO LOCALI 25.000 € 30.000 € 36.000 € 

DIPENDENTI N.1 Cuoco 30.000 € 30.000 € 30.000 € 

N.1 Aiuto cuoco part-time 18.000 € 18.360 € 18.727 € 

N.1 Camerieri 

N.1 Barista/Cassiere/Resp.cantina (part- 

18.000 € 18.500 € 19.500 € 

time) 15.000 € 15.300 € 15.606 € 

UTENZE Elettricità 8.263 € 8.522 € 8.780 € 

Gas Metano 5.165 € 5.165 € 5.681 € 

Acqua 1.033 € 1.291 € 1.549 € 

Telefono 1.291 € 1.808 € 1.808 € 

Varie 2.066 € 

CONSULENZE 

PROF. 2.066 € 2.066 € 2.066 € 

PROMOZIONE 

ACQUISTI MATERIE 

5.165 € 5.682 € 6.250 € 

PRIME 25.000 € 30.000 € 40.000 € 

PUBBLICITA' 7.747 € 8.909 € 10.245 € 

TOTALE COSTI 166.730 € 175.602 € 192.278 € 

Riepilogo gestore 

TOTALE COSTI 166.730 € 175.602 € 192.278 € 

TOTALE RICAVI 152.760 € 183.312 € 213.864 € 

Imposte/tasse 2.675 € 7.000 € 10.000 € 

Utile/perdita di esercizio - 11.645 € 710 € 5.586 € 

Nel precedente conto economico il costo del personale è stato considerato integralmente in 

quanto non avendo ancora individuato un gestore non siamo in grado di conoscere quali ruoli 

potrebbero essere coperti dall'imprenditore o dalla sua famiglia. La perdita considerata al primo 

anno non sarà dunque una reale perdita economica manderà ridurre la remunerazione del lavoro 

svolto direttamente dall'imprenditore. 


Maneggio 


Lo spazio destinato al ricovero dei cavalli è costituito sia dai box in muratura che già esistono 

annessi al complesso immobiliare della Cascina Villafranca, sia da ulteriori box prefabbricati in 

legno/acciaio che ci potranno aggiungere. La capienza prevista è di 35 cavalli. 

I ricavi saranno generati sia dai cavalli in pensione presso il maneggio sia dall'attività di punto 

tappa per i gruppi di cavalieri che percorrono le ippovie. 

I ricavi previsti sono i seguenti: 

Ricavi n° cavalli 

MANEGGIO - PREVISIONE Costi e Ricavi a regime 

Ricavo 

unitario 

Ricavo Annuo 

Pensione 12 350€/mese 50.400 

Pernottamenti 800 25€/notte 20.000 

Lezioni e 

accompagnamenti 1.800/h anno individuali 25€/h 45.000 

750 h/anno gruppi 40€/h 30.000 

TOTALE 145.400 

Costi Descrizione Costo totale 

Affitto 36.000 

Personale 2 istruttori 50.000 

1 stalliere 15.000 

Mat. di consumo Foraggi e mangimi 7.000 

Lettiere ed altro 3.000 

Spese veterinarie Medicinali e visite 2.500 

Utenze Elettricità 1.200 

Gas Metano 500 

Acqua 1.700 

Telefono 2.600 

Varie 1.300 

Marketing Pubblicità 8.000 

Sponsorizzazioni 5.000 

TOTALE 133.800 

Pernottamenti 



E’ stato ipotizzato un ricavo per il Comune, sotto forma di affitto, di circa 28.000 € annui, a regime, 

per l’utilizzo della sezione dell’edificio destinata ad attività alberghiera. 

Dal punto di vista del gestore si ritiene che l’affitto stimato sia equo in quanto: 

ipotizzando l’apertura dell’albergo per 11 mesi all’anno che il n° di camere può arrivare a 10, il 

fatturato del gestore dovrebbe essere intorno ai 90.000 €. 

L’ipotesi di fatturato per il gestore è stata effettuata considerando: 

n. giorni di 

334 gg X 6 (55%) X 45,00 € = 90.180 

n. medio di 

camere 

occupate 

costo medio 

pernottamento 

a notte 

La differenza di circa 62.181 tra i ricavi ed il costo dell’affitto da corrispondere al Comune, a conti 

fatti, consentirà comunque di coprire i costi di gestione dell’ostello considerando i consumi limitati 

e l’impegno di personale locale solo part time. 

Ricavi n° camere occupate/anno 

ALBERGO - PREVISIONE Costi e Ricavi a regime 

Ricavo 

unitario 

Ricavo Annuo 

Pernottamenti 2.004 45€/notte 90.180 

TOTALE 90.180 

Costi Descrizione Costo totale 

Affitto 

2 receptionist/cameriere part 

28.000 

Personale 

time 23.720 

1 cameriera/pulizie 13.000 

Mat. di consumo Alimenti 7.000 

Detergenti, carta igenica 3.000 

Utenze Elettricità 2.500 

Gas Metano 4.500 

Acqua 1.100 

Telefono 2.600 

Varie 1.300 

Marketing Pubblicità 4.000 

TOTALE 87.720 



Tale ipotesi può essere valida a regime (a partire prevedibilmente dal terzo anno in poi), mentre 

per i primi due anni è stata previsto un affitto ridotto per tener conto dei probabili minori fatturati e 

dei maggiori costi di promozione della fase di avvio. 

Le ipotesi sopra descritte ovviamente saranno tanto più realistiche quanto più le tre attività 

lavoreranno in sinergia; la gestione unitaria di tutto il complesso è sicuramente la situazione 

ottimale. 

4.4 Sostenibilità dei costi e copertura finanziaria (idem SdF completo) 

La realizzazione dell’intervento prevede un apporto di risorse pubbliche locali pari a € 880.000 a 

fronte di un investimento complessivo di €4.000.000 per il quale si richiede il contributo. 

Come riportato al punto precedente ’importo relativo ai costi di manutenzione a carico del Comune 

di Pinerolo è stato stimato pari allo 0,50% del costo di realizzazione dell’intervento (Euro 

2.600.000,00) per i primi 10 anni e 1% per i secondi 10 anni e, cioè, Euro 13.000,00 all’anno per i 

primi 10 anni ed Euro 26.000,00 all’anno per i successivi 10 anni. 

A questo costo deve essere aggiunto quello relativo agli ammortamenti, calcolato come 1/30 del 

valore dell’immobile e delle aree connesse (cfr punto precedente) che è pari a 86.666.00 € 

all’anno. 

Nel complesso rimane a carico del Comune di Pinerolo un costo annuo per la gestione pari a € 

99.666 che sarà coperto mediante i ricavi derivanti dall’affitto pagato dal gestore per le strutture: 

tale cifra risulta essere sostenibile alla luce dell’ipotesi di sostenibilità economica delle attività 

ospitate riportata al punto precedente. 

5. CONVENIENZA ECONOMICO-SOCIALE 

5.1 Analisi aggregata di carattere sostanzialmente descrittivo dei 

benefici e dei costi “esterni o indiretti” per la collettività 

Le azioni proposte si innestano su un tessuto economico sociale che già accoglie in sé le risorse 

intese come attività economiche e come capitale di conoscenza e le potenzialità che si vogliono 

promuovere perché coerenti con la tradizione e con l’esperienza vissuta. L’intervento vuole 



proporre azioni in grado di svolgere una funzione di catalizzatore di sviluppo di fattori già presenti 

e non sufficientemente valorizzati. 

Tale considerazione della capacità del tessuto economico/sociale rendono evidente la fattibilità di 

avviare questo percorso di promozione e valorizzazione dal quale i benefici che si possono 

ottenere sono molteplici: 

miglioramento dei servizi offerti ai cittadini, turisti e visitatori; 

miglioramento dell’offerta turistica; 

miglioramento delle funzioni di conservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale 

e della cultura materiale; 

ricaduta economica sul territorio; 

rilancio del territorio in chiave turistica; 

sviluppo della ricerca storica del territorio; 

sviluppo integrato dell’attività dei musei. 

Esaminando gli aspetti economici si deve considerare la necessità di portare ad un livello di 

maggiore efficienza gestionale ed organizzativa gli attrattori turistici culturali del territorio 

pinerolese, che si configurano come realtà concrete ma con margini di sviluppo commerciale 

ancora poco considerati. 

Tuttavia è solo se ad essi verranno ad aggiungersi strategie di maggiore integrazione funzionale 

ed economica della filiera produttiva dei beni culturali ai contesti d’appartenenza, che potranno 

generarsi processi in cui i beni stessi assumano quella funzione di armature territoriali, di 

infrastrutture di base, capace di farli divenire volano di sviluppo non soltanto per le ristrette 

economie della conservazione e della fruizione, ma anche per quelle assai più pervasive degli 

interi sistemi interessati. 

Si ritiene che il progetto sia in grado di originare rilevanti benefici di ordine strettamente 

economico e di carattere sociale, sia pure concentrati, almeno in una prima fase, nell’area della 

Città di Pinerolo. Tuttavia, si può ipotizzare che, in un secondo momento, gli effetti sinergici tra le 

varie realtà turistico-culturali del pinerolese possano indurre una estensione dei vantaggi anche a 

favore delle aree immediatamente adiacenti. 

Sul piano strettamente economico, si ritiene che il maggior beneficio indotto dall’intervento possa 

concretizzarsi nel potenziamento degli attrattori turistici di Pinerolo e nell’aumento delle 

opportunità di richiamo turistico dell’area. 

Inoltre, sono possibili effetti di “sistema” che potrebbero coinvolgere un’area più vasta facendola 

diventare una meta attraente per il turismo culturale, enogastronomico, sportivo, leisure. 

Redditività dell’iniziativa: il valore ricavabile dal progetto proposto deriverà non solo dalla vendita 

del prodotto “città della Cavalleria” nei circuiti turistici nazionali e internazionali, ma anche dalla 



fruizione da parte degli operatori locali delle opportunità relative alla gestione delle iniziative 

culturali, nonché dei servizi offerti. 

Ricadute a livello locale: il progetto oltre a rafforzare la caratterizzazione di Pinerolo, che 

attraverso la Cavalleria ha già una precisa identità, intende produrre ricadute sulle altre filiere più 

o meno direttamente collegate e collegabili alla valorizzazione della risorsa cavallo per i vari 

aspetti inseriti nel progetto e per la trasversalità del progetto stesso. 

Filiere di interesse: sarà possibile attivare processi di collaborazione con filiere e realtà artigianali 

e commerciali diffuse sul territorio che potrebbero trarre nuova linfa dalla promozione e visibilità 

della particolare eccellenza legata al cavallo. 

abbigliamento del cavallo e del cavaliere; 

artigianato del cuoio: finimenti, selle, ecc.; 

produzioni foraggiere; 

turismi; 

in modo trasversale potrà essere incentivata la cooperazione transfrontaliera con realtà 

simili in Europa. 

Per ciò che riguarda l’aspetto dei benefici sociali, gli effetti di miglioramento della visibilità del 

territorio, connessi alla promozione dell’identità storico-culturale, unitamente alla valorizzazione 

del settore produttivo (allevamenti, agriturismo, club house) del territorio, dovrebbero portare alla 

creazione di posti di lavoro. 

L’auspicio è che l’aumento di interesse per il territorio e per i suoi “prodotti” possa stimolare settori 

come quello alberghiero e della ristorazione, degli agriturismo unitamente a quello connesso alle 

attività di maneggi e allevamento di capi equini selezionati e agire positivamente sull’occupazione. 

Si può ipotizzare la formazione di figure impegnate in attività di promozione e di marketing legate 

alla valorizzazione del cavallo, in grado di progettare mostre, fiere, eventi internazionali sportivi 

nonché tour finalizzati ad accrescere la conoscenza dell’area e l’interesse per la fruizione di 

servizi e/o per una visita turistica sul territorio. 

Rispetto alla situazione in cui l’intervento non venga realizzato, è possibile ipotizzare i seguenti 

elementi: 

l’area appartiene al Demanio militare. Nella situazione attuale, l’immobile non genera costi 

per la collettività, tantomeno benefici in termini diretti e indirettii. Esiste, tuttavia, una 

questione che investe direttamente il carattere patrimoniale del luogo. Esso, infatti, 

rappresenta una risorsa avente un valore in sé, ossia caratteristiche di ereditarietà, 

indivisibilità e insostituibilità. La sua riabilitazione attraverso una (in parte) diversa 

destinazione degli usi permetterebbe di mantenere tali caratteristiche; 




il perpetuarsi dello stato di degrado genera effetti negativi in termini di qualità 

paesaggistica 

6. PROCEDURE 

6.1 Descrizione puntuale di tutti i vincoli che gravano sull’opera 

Sull’area insiste il vincolo paesaggistico ai sensi della Legge 490/199, per cui occorre richiedere 

l’autorizzazione paesaggistica regionale, ma si può ricorrere alla sub-delega Comunale. 

L’area, di proprietà del Demanio Militare, sarà dismessa attraverso apposito bando, rispetto al 

quale il comune di Pinerolo avrà diritto di prelazione. 

6.2 Descrizione puntuale dei passaggi normativi e procedurali che si 

intendono attuare per superare i vincoli indicando i relativi tempi 

I principali passaggi normativi e procedurali da attuare sono: 

dismissione dell’area da parte del Demanio Militare 

acquisizione dell’area da parte del comune di Pinerolo 

progettazione nelle diverse fasi attuative e acquisizione dei necessari pareri 

esperimento della gara pubblica per l’affidamento dei lavori 

scelta del contraente e affidamento provvisorio 

aggiudicazione definitiva e stipulazione del contatto 

esecuzione lavori 

collaudo finale tecnico-amministrativo. 

esperimento gara pubblica per l’affidamento della gestione del punto di ristoro 

102

6.3 Cronoprogramma 

Fasi 


Trimestri 

(mesi) 

IDONEITA' E DISPONIBILITA' AREA 

PROGETTO PRELIMINARE 

PROGETTO DEFINITIVO 

RICHIESTA AUTORIZZAZIONI 

PROGETTO ESECUTIVO 

AGGIUDICAZIONE 

INIZIO-FINE LAVORI 

COLLAUDO 

AVVIO ESERCIZIO/SERVIZIO 


2008 

2009 2010 

3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 

7 8 9 10 11 12 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 

103


7. ANALISI DI SENSIBILITA’ E DI RISCHIO 

7.1 Analisi di sensibilità per il piano finanziario dell’opera 

La disaggregazione dei costi e dei ricavi per tipologia di attività evidenzia le cifre presenti nella 

tabella seguente: 

Ricavi % Costi % 

Attività 

Ristorazione 213.864,00 47,58413 192.278,00 46,46663 

Manegeggio 145.400,00 32,35108 133.800,00 32,33462 

Albergo 90.180,00 20,06479 87.720,00 21,19875 

Totale 449.444,00 100 413.798,00 100 

Le voci di costo e ricavo più significative per tipologia di attività sono le seguenti: 

Ristorazione 

Affitto locali 19% 

Personale 44% 

Utenze 9% 

Materie prime 20% 

Promozione 8% 

Ristorazione 

Servizio di ristorazione 100% 

Maneggio 

Affitto 27% 

Personale 37% 

Costi 

Materiale di consumo 7,5% 

Utenze 4% 

Marketing 9,7% 

Maneggio 

Pensione 35% 

Ricavi 

Pernottamenti 14% 

Accompagnamenti 51% 

Albergo 

Affitto 30% 

Personale 41% 

Materiale di consumo 11% 

Utenze 11% 

Marketing 4,5% 

Albergo 

Pernottamenti 100% 




L’analisi di sensibilità è stata effettuata sull’ ipotesi variazione di due principali voci, ossia il 

decremento degli arrivi – il quale si riflette su tutte e tre le voci di ricavo sopra evidenziate - di una 

percentuale pari al 10% e 5%. Unitamente a tale variabile, è stato valutato anche l’incremento del 

costo dell’energia, sempre nelle medesime percentuali sopra citate. 

I risultati evidenziano quanto segue: 

se si considera solamente una riduzione degli afflussi, emerge come le criticità si verifichino su un 

decremento del 10%, il quale incide nettamente sulla attività del maneggio e dell’albergo mentre 

l’attività di ristorazione resta ancora in territorio positivo, inteso come differenza tra ricavi e costi. 

Rispetto al bilancio previsto per il terzo anno, il saldo è negativo per un importo pari a circa € 

10.000,00. Se a ciò si aggiunge l’aumento del costo dell’energia (che, tendenzialmente, è un 

fenomeno avente un certo margine di attendibilità), lo scompenso aumenta sino a € 13.000,00. A 

livello operativo, è possibile correggere il fenomeno attraverso la riduzione di alcune voci di spesa 

quali la promozione e l’attività di sponsorizzazione le quali, tuttavia, non possono ridursi in modo 

considerevole, in quanto si ripercuoterebbero, indirettamente, sugli afflussi stessi, generando una 

spirale regressiva 

7.2 Descrizione sintetica dei fattori di rischio 

I fattori di rischio individuati sono principalmente: 

• aumento del costo del petrolio che potrebbe ripercuotersi pesantemente sulla capacità di 

spesa dei turisti e delle famiglie che provengono da lontano, limitandone il numero e di 

conseguenza le presenze 

• aumento dei costi di gestione, anch’essi dovuti in buona parte per eventuali aumenti delle 

materie prime e delle utenze legate ai prodotti energetici; 

• rinnovo dei contratti di lavoro che comportino un’impennata dei livelli retributivi 

• incapacità del soggetti locali di fare sistema rispetto alle valenze legate al cavallo, il che 

implicherebbe una minore caratterizzazione dello stesso ed un minore appeal 

• aumento dei costi delle prestazioni e dei servizi (accompagnamenti, lezioni) che potrebbe 

avere riflessi negativi in termini di diffusione delle pratiche ippiche ad altre fasce delle 

popolazione 

Per le considerazioni suesposte si potrebbero verificare sia un aumento dei costi che una riduzione 

dei ricavi 

105

terre del cavallo e della cavalleria [a1. 1.1] - Comune di Pinerolo

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