Il Periodico - Policlinico Umberto I
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UMBERTO I POLICLINICO DI ROMA<br />
<strong>Il</strong> <strong>Periodico</strong><br />
A p p R O F O n D I m E n T I<br />
<strong>Il</strong> Trittico Scultoreo<br />
della Cappella Maggiore dell’<strong>Umberto</strong> I<br />
La Storia del Trittico Scultoreo, Gesù Risorto e due Angeli<br />
Oranti, ornamento del Timpano esterno della Cappella Maggiore<br />
del <strong>Policlinico</strong> <strong>Umberto</strong> I.<br />
Silvio Messinetti - Piero Bartolucci - Angelo Chierici.<br />
<strong>Il</strong> 21 settembre scorso al policlinico <strong>Umberto</strong><br />
I, si è svolta la cerimonia per posizionare<br />
il Trittico Scultoreo Sacro sul timpano della<br />
chiesa della cappella maggiore. La cerimonia<br />
è stata preceduta dalla Santa messa<br />
di ringraziamento, celebrata da S. E. mons.<br />
Zygmunt Zimowski, presidente del pontificio<br />
consiglio per la pastorale degli Operatori<br />
Sanitari, e dalla benedizione della statua di<br />
Gesù Risorto. Di seguito, pubblichiamo la<br />
storia del trittico scultoreo, che oggi ammiriamo<br />
sul timpano della cappella maggiore.<br />
Nell’ambito del Progetto esecutivo del <strong>Policlinico</strong><br />
<strong>Umberto</strong> I, includente anche quello della sua<br />
Cappella Maggiore, particolare attenzione fu posta<br />
alla perizia riguardante l’esecuzione di tre statue,<br />
il “Salvatore e due angeli adoranti”, da porre<br />
all’esterno sopra il timpano, presentata dal “formatore”<br />
Ferrante “il quale è anche conosciuto nel<br />
ceto dei formatori”. L’esecuzione e la posa in opera<br />
delle tre statue, colle dimensioni indicate nelle fotografie<br />
allegate (perdute), doveva essere realizzata<br />
“in cemento con una solida armatura interna di<br />
ferro”. <strong>Il</strong> Ferrante chiedeva £ 2.500. <strong>Il</strong> 30 giugno<br />
1898 la Commissione giudicatrice decideva di richiedere,<br />
per la scelta dello scultore cui dovevano<br />
essere affidate le sculture, la presentazione di un<br />
bozzetto in creta fresca o in plastilina o in gesso<br />
del solo Cristo “lasciando libertà ai concorrenti di<br />
dare al Cristo quella movenza che credano immaginare,<br />
indipendentemente dal modello d’ufficio,<br />
che aveva servito di base al Capitolato Ministeriale”.<br />
La scultura centrale doveva essere alta m.<br />
2,10 mentre i due angeli laterali dovevano essere<br />
alti m. 1,10. <strong>Il</strong> 19 luglio 1898 vennero esposti in<br />
•<br />
una sala del Ministero dei Lavori<br />
Pubblici i bozzetti dei concorrenti.<br />
I Commissari scelti erano lo scultore<br />
Eugenio Maccagnani (VEDI<br />
NOTA 1), l’architetto Alessandro<br />
Viviani, Direttore dell’Ufficio Tecnico<br />
Comunale di Roma, e lo scultore<br />
Giulio Tadolini che, però, non poté intervenire<br />
“dovendo assistere il suo padre moribondo”.<br />
Dall’esame dei bozzetti presentati si evince che due<br />
concorrenti si erano ritirati: lo scultore Antonio<br />
Allegretti e il già citato Giulio Ferrante. Restavano<br />
da valutare soltanto cinque modelli in creta, quattro<br />
dello scultore Michele Tripisciano e uno dello<br />
scultore Giuseppe Mangionello (VEDI NOTA<br />
2). I Commissari riconobbero che “i quattro<br />
bozzetti del Tripisciano sono modellati con molto<br />
gusto e ricercatezza, il che non era a dubitare<br />
conoscendosi il merito dell’autore, ma che però la<br />
linea generale si ritiene poco confacente e bilanciata<br />
in rapporto al posto dove la statua dovrebbe<br />
elevarsi, cioè sul mezzo della facciata e al vertice<br />
del timpano della cappella. A queste condizioni<br />
ritengono che corrisponda invece il bozzetto del<br />
Mangionello il quale bozzetto modellato con pari<br />
maestria di quelli del Tripisciano, ha il vantaggio<br />
di una linea più raccolta e più adatta alla decorazione<br />
architettonica dell’edificio…”. I Commissari,<br />
infine, “esprimono il voto che le statue<br />
abbiano da scolpirsi in pietra travertino, anziché<br />
gettarsi in cemento, materia che non affida nella<br />
sua stabile durata”. Dietro la decisione di affidare<br />
il lavoro al poco noto Giuseppe Mangionello si<br />
deve vedere l’influenza del Maccagnani che, quasi<br />
certamente, cercò di aiutare lo scultore suo conterraneo.<br />
Come si evince dai documenti “il Salva-<br />
Una suggestiva immagine del<br />
Trittico Scultoreo Sacro, posto sul<br />
timpano della Cappella Maggiore<br />
dell’<strong>Umberto</strong> I, <strong>Policlinico</strong> di Roma<br />
nOte<br />
3TORNA AL SOMMARIO<br />
1) Eugenio Maccagnani<br />
(Lecce 1852 - Roma 1930) fu<br />
uno scultore molto conosciuto<br />
e prolifico. Sacconi lo chiamò<br />
a collaborare alla realizzazione<br />
del bozzetto vincitore<br />
del secondo concorso per il<br />
Monumento a Vittorio Emanuele.<br />
Proseguì a operare con<br />
Sacconi diventando il primo<br />
interprete del suo “stile nazionale”.<br />
Manifestò un’iniziale<br />
tendenza al naturalismo con<br />
l’esercizio e lo studio dei modelli<br />
antichi e dei disegni del<br />
Sacconi, fino all’acquisizione<br />
di un particolare atteggiamento<br />
classicista che lo portò a<br />
impostazioni michelangiolesche<br />
nella resa plastica e nelle<br />
dimensioni delle sculture. A<br />
Lecce eseguì la Statua del Re<br />
d’Italia nei giardini comunali.<br />
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