Il Periodico - Policlinico Umberto I

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UMBERTO I POLICLINICO DI ROMA Il Periodico Continua la prevenzione per la malattia celiaca grazie al progetto coordinato dalla prof.ssa Margherita Bonamico, responsabile del Centro Celiachia del Dipartimento di Pediatria del Policlinico Umberto I, in collaborazione con Claudio Tiberti, del Laboratorio di Scienze Cliniche della Sapienza-Università di Roma, Policlinico Umberto I. R I c E R c A E c U R A Celiachia e prevenzione: quando lo sputo non è maleducazione L’11 novembre scorso, nella sala degli Arazzi del Campidoglio, è stato presentato il progetto “Ottimizzazione delle procedure di screening della malattia celiaca nei bambini della prima classe delle scuole primarie del Comune di Roma”. Il progetto, voluto e finanziato dall’Assessorato alle Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù del Comune di Roma, dalla Sapienza – Università di Roma e dal Dipartimento di Pediatria dell’Umberto I, Policlinico di Roma, coinvolge circa 3mila bambini della scuola primaria di Roma. Di questi, 1000 verranno assistiti dal Dipartimento di Pediatria del Policlinico Umberto I. Una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Livia Azzariti, alla quale sono intervenuti, oltre alla prof.ssa Margherita Bonamico e al dott. Claudio Tiberti - responsabili del progetto - anche l’on. Laura Marsilio, assessore alle Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù del Comune di Roma e l’on. Marco Siclari, vicepresidente della Commissione Sanità del Comune di Roma. Presenti anche il Rettore della "Sapienza, Università di Roma", Luigi Frati, la dott.ssa Daniela Celin, responsabile del Servizio Programmazione e Controllo di Gestione dell’Umberto I, Policlinico di Roma, il prof. Manuel Castello, professore onorario di Pediatria, il prof. Fabrizio Mainiero, ordinario di Patologia Generale, nonché i responsabili dell’Associazione Italiana di Celiachia. Il • gruppo di ricerca ha messo a punto una metodica innovativa, poco costosa e di facile esecuzione, che permette di dosare con un sensibile metodo radioimmunologico (RIA), gli anticorpi anti transglutaminasi tissutale (AbtTG), importante marker serologico di autoimmunità della Malattia Celiaca anche nella saliva, che può essere raccolta in maniera semplice e non invasiva. Una tecnica che a livello nazionale ed internazionale viene eseguita esclusivamente presso le strutture che l’hanno messa a punto. Non è stata ancora brevettata ma appare particolarmente indicata per i bambini dai 5 anni in poi, che vivono la raccolta della saliva come un gioco. “Abbiamo ritenuto di fondamentale importanza finanziare questo screening innovativo che consente una rapida diagnosi della malattia celiaca nei bambini delle prime classi elementari di Roma – ha spiegato l’assessore Marsilio – poiché la Celiachia è una malattia silente, ancora poco conosciuta dai genitori. Riteniamo importante aiutare le famiglie a capire meglio come certe problematiche, diagnosticate precocemente, possano ridurre danni futuri e consentire uno stile di vita normale”. I risultati dello studio saranno comunicati alle famiglie che hanno aderito al progetto, e quelli che saranno risultati positivi avranno la possibilità di effettuare altri 3TORNA AL SOMMARIO clicca sull’immagine per avviare il filmato (intervista alla prof.ssa Margherita Bonamico, resp. Centro Celiachia, Dip. di Pediatria dell'Umberto I) Nella foto: la tavola rotonda dell'11 novembre scorso, per la presentazione del progetto: da sinistra, la giornalista Livia Azzariti, il prof. Manuel Castello, professore onorario di Pediatria, l'on. Laura Marsilio, assessore alle Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù del Comune di Roma e il prof. Luigi Frati, Rettore della "Sapienza, Università di Roma" 6
UMBERTO I POLICLINICO DI ROMA 7 Il Periodico La dott.ssa Daniela Celin, responsabile del Servizio Programmazione e Controllo di Gestione dell’Umberto I, Policlinico di Roma R I c E R c A E c U R A accertamenti diagnostici e di essere seguiti presso il Dipartimento di Pediatria, nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale. La prof. ssa Bonamico ha sottolineato che “la procedura messa a punto per il precedente studio ha dato ottimi risultati ma il nuovo progetto vuole ottimizzare la tecnica che, insieme a Claudio Tiberti, applichiamo per lo screening della malattia celiaca. Lo scopo è quello di velocizzare la metodica, per riuscire ad effettuare 200 esami anziché 20/30 nelle 48 ore”. La prima fase del progetto si è svolto negli USA. Infatti, nel novembre 2008 Claudio Tiberti del Laboratorio di Scienze Cliniche, ha trascorso un periodo presso i laboratori di ricerca del Centro Barbara Davis dell’Università del Colorado, a Denver negli USA, per mettere a punto una nuova metodologia di determinazione della transglutaminasi umana ricombinante necessaria per le future fasi del progetto. Nello stesso periodo è stato per lui La malattia celiaca La malattia celiaca è una malattia sociale caratterizzata da tipiche lesioni della mucosa dell’intestino tenue, che colpisce individui geneticamente predisposti all’intolleranza al glutine, presente in molti tipi cereali (frumento, orzo, segale). Si tratta di una patologia ubiquitaria che ha una maggior prevalenza nelle popolazioni europee, nordamericane, australiane e mediorientali. Casi di celiachia sono segnalati anche in Estremo Oriente e in Africa. Si può manifestare con una forma tipica, con sintomi come vomito, diarrea, dolori addominali, stipsi e scarsa crescita, che generalmente viene diagnosticata con facilità e il bambino può essere curato tempestivamente eliminando il glutine dalla dieta. I celiaci possono però presentare dei sintomi atipici, come anemia, bassa statura, ritardo puberale e in questi possibile fare esperienza con l’uso dell’apparecchiatura (Top Count) che viene utilizzata nella routine dei laboratori destinati alla determinazione degli anticorpi nei sieri dei diabetici e dei celiaci. “Mi è sembrato doveroso partecipare alla tavola rotonda per il progetto della prof.ssa Bonamico – ci racconta inoltre la dott.ssa Celin - che, con costi bassi, mira ad ottimizzare una tecnica che consentirà una diagnosi precoce, con importanti vantaggi che interessano ben tre fasce di età: quella dei bambini, gli adolescenti e gli adulti. Intervenire precocemente vuol dire ottimizzare i costi e migliorare la qualità di vita dei bambini che, in quella fascia di età, devono adeguarsi alla dieta aglutinica che è l’unica terapia per la malattia celiaca. Quando si entra nella fase adolescenziale è più difficile intervenire per modificare lo stile di vita". “Un’iniziativa importante – sottolinea infine il rettore Luigi Frati - che ha trovato il riscontro positivo di tutti gli attori che contribuiscono alla riuscita del progetto. Una bella squadra: Assessorato, Comune, Università “La Sapienza” e Policlinico Umberto I. Insomma, una volta tanto, possiamo dire che sputare… non è maleducazione!”. casi la diagnosi viene spesso posta con ritardo. Esistono, inoltre, forme silenti della malattia e gli screening effettuati su gruppi numerosi di bambini hanno dimostrato che questo tipo di presentazione è più frequente rispetto alle forme tipiche e atipiche. Se la Celiachia non viene diagnosticata precocemente possono comparire diverse complicazioni: endocrinopatie, alterazioni del fegato, delle ossa dei reni, lesioni a carico del sistema nervoso, infertilità, poliabortività, nascita di bambini pretermine, tumori, cardiopatie, etc. Alcune complicazioni, come quelle autoimmuni, possono insorgere già nell’adolescenza. Risulta evidente la necessità di individuare precocemente i soggetti celiaci, per prevenire l’insorgere delle complicanze e per garantire una crescita soddisfacente del bambino e un migliore stato di salute degli adulti. • 3TORNA AL SOMMARIO
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