ESSERE EUROPEI SENZA BARRIERE - Gigliolazanetti.eu

dei valori condivisi, che vengono trasmessi innanzitutto ai figli.
Parallelamente all’“Islam molteplice”, che oggi comprende anche la terrificante
ideologia di Al Qaida, codificabile come il peggiore nazislamismo, si fa strada una
deislamizzazione del modello islamico, a cominciare dalle donne, che vedono le “colleghe”
occidentali “diverse”.
Anche se il mancato riconoscimento dei diritti fondamentali della donna ha bloccato il
processo di avvicinamento all’Occidente, è tuttavia possibile il dialogo con l’Islam per
favorire questo percorso. E l’evoluzione della Tunisia in questa direzione rappresenta una
chiara testimonianza di questa possibilità. D’altro lato, è dal maggio 2004 che in Arabia
Saudita è stato concesso alle donne il diritto di guidare l’auto. Su questo terreno, è ancora
possibile fare altri passi avanti.
Per combattere il nazislamismo, con la partecipazione dei Paesi islamici moderati e/o
contrari al progetto imperialista di Al Qaida, occorre intervenire con una strenua resistenza,
paragonabile a quella europea contro il nazifascismo durante la seconda guerra mondiale, che
non implica solo l’impiego delle forze militari. Il 29 maggio 2004, in prossimità della sua
visita all’Italia, Bush parla della “guerra in Iraq come quella contro il nazismo. Al Qaida è il
nuovo nemico come il nazifascismo”. Rilancia “una nuova strategia per combattere il
nemico... Sconfiggeremo il nemico e manterremo l’Iraq come terreno di libertà”.
Il nazislamismo va combattuto su vari fronti e a molteplici livelli di intervento, che
non comprendono solo o principalmente quello militare, come vedremo nel corso
dell’esposizione. È di importanza cruciale il dialogo con l’Islam, in cui gli islamici si
impegnino a capire noi, mentre noi cerchiamo di capire loro. In Francia cresce l’ostilità verso
i musulmani; un sondaggio reso noto in Italia il 21 maggio 2004 al TG2 serale indica che
l’Islam non è considerato compatibile con i valori della Repubblica Francese.
Non a caso i fondamentalisti e i terroristi ripudiano energicamente il dialogo,
considerato il “nemico” della diffusione delle idee estremiste.
L’altro fronte su cui combattere consiste nell’assertività, in cui non c’è la titubante
ritrosia nel sostenere le nostre radici storico-culturali e i nostri valori condivisi, che
supportano la nostra Identità Europea, nazionale, regionale, locale.
In effetti, oggi, è diffusa una cultura del diritto di professare la propria fede, ma non la
cultura del dovere di salvaguardare la nostra cultura.
Il timore esitante di affermare la propria eredità cristiana e greco-romana getta benzina
sul fuoco alle menti che intendono imporre le loro regole alla nostra società con la strategia
del terrore, per conquistarci, ricalcando così le orme dei nazisti intenzionati a germanizzare
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