ESSERE EUROPEI SENZA BARRIERE - Gigliolazanetti.eu

l’immagine della Inquisizione rappresenta quasi il simbolo di antitestimonianza e scandalo. In
quale misura questa immagine è fedele alla realtà? Prima di chiedere perdono è necessario
avere conoscenza esatta dei fatti e collocare le mancanze rispetto alle esigenze evangeliche, là
dove esse effettivamente si trovano”. Presentando il volume, il cardinale George Cottier,
presidente della Commissione storica che organizzò il convegno, ha sottolineato la perplessità
di alcuni prelati che temevano si offrissero argomenti ai detrattori della Chiesa.
Tuttavia, è opportuno sottolineare che la Chiesa non può che beneficiare di una
coraggiosa autocritica, soprattutto presso gli intellettuali sensibili ai valori umani. Errare è
umano e la Chiesa è fatta di uomini, di cui alcuni sono più illuminati e ispirati dallo spirito
evangelico di altri. Comprendere questo significa salvaguardare l’autentico messaggio di
Cristo, unica garanzia di “purezza spirituale”.
Il cardinale Louis Tauran , “bibliotecario di Santa Romana Chiesa”, ha dato notizia di
“cinque sacchi di libri proibiti” scomparsi in circostanze misteriose dal Sant’Uffizio nel 1559:
ritrovati, furono restituiti alla Congregazione, sede dell’Inquisizione, dopo tre secoli: si stanno
ancora studiando ed è probabile che tra essi ci siano anche opere di Erasmo da Rotterdam.
Altre curiosità sono emerse. Secondo il dottor Agostino Borromeo, curatore del
volume, “la ricchezza dei dati forniti consente di rivedere alcuni luoghi comuni assai diffusi
tra i non specialisti: il ricorso alla tortura e la condanna alla pena di morte non furono così
frequenti come si è per molto tempo creduto”, ed oggi “è possibile fare una storia della
Inquisizione, prescindendo dai luoghi comuni”. Alcuni dati: su 150 mila processi
dell’Inquisizione spagnola, tredici furono “le streghe” finite sul rogo; quella portoghese ha
bruciato 4 persone, quella italiana 36. Il numero di imputati al rogo dell’Inquisizione si
calcola in un centinaio contro i centomila dei tribunali civili. E sembra che le cosiddette
“streghe” bruciate nell’ambiente protestante fossero in numero assai superiore che in ambito
cattolico.
L’osservazione secondo cui noi siamo ciò che ricordiamo va quindi ritoccata
aggiungendo che il significato di ciò che ricordiamo cambia, a seconda del nostro stadio
evolutivo. Perciò, nella misura in cui prendiamo le distanze da un passato che è servito come
esperienza di vita per evolvere ad un livello superiore, ma che non ci appartiene in quanto non
rifaremmo mai le stesse esperienze di allora con la visione del mondo - o mappa cognitiva -
che abbiamo oggi, possiamo dire che la nostra identità attuale è diversa da quella di allora. In
breve, non è utile tagliare i ponti con il passato, perché possiamo trarne utili insegnamenti per
il futuro, ma al tempo stesso è possibile, e spesso auspicabile, che non ci riconosciamo più in
quel passato, sotto la spinta evolutiva che ci ha portato ad elevarci a nuovi e più progrediti
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