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pag. 13 Il Team df Sport Specialist

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Uomini e <strong>Sport</strong> - numero 10 | Febbraio 20<strong>13</strong> | Pubblicazione gratuita<br />

10<br />

diretti<br />

alla vetta<br />

È lo sci alpinismo la meravigliosa<br />

fonte di sensazioni pure e profonde


OGNI VOLTA “UN NOME”:<br />

DA NON DIMENTICARE<br />

I CONSIGLI DELL’ ESPERTO<br />

TESTIMONIAL<br />

Inchiesta<br />

ACCADEVA NELL’ANNO…<br />

I CONSIGLI DELL’ ESPERTO<br />

A proposito delle serate<br />

“A Tu per Tu con i Grandi dell <strong>Sport</strong>”<br />

In copertina:<br />

Foto di Damiano Levati<br />

A fronte sullo sfondo:<br />

Sergio Longoni sci-alpinista sulle<br />

montagne della Norvegia<br />

(foto: Franco Gionco)<br />

SOMMARIO<br />

FEBBRAIO 20<strong>13</strong> - Anno IV - N°10<br />

Brevi DF<br />

| <strong>pag</strong>. 02<br />

RENATO CASAROTTO, come Amico<br />

| <strong>pag</strong>. 03<br />

Sci alpinismo che passione...<br />

|<strong>pag</strong>.06<br />

Island, Terra dei ghiacci.<br />

|<strong>pag</strong>. 08<br />

Punti Vendita <strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong> - Sede e Negozio di Sirtori<br />

| <strong>pag</strong>. 10<br />

Ski Pool Brianza, sci di fondo e non solo...<br />

|<strong>pag</strong>. <strong>13</strong><br />

<strong>Il</strong> <strong>Team</strong> <strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong><br />

| <strong>pag</strong>. 14<br />

Impostare la vita come Guida Alpina - seconda puntata<br />

| <strong>pag</strong>. 16<br />

Fare <strong>Sport</strong> Gratis? Con Pillole di Salute si può!<br />

| <strong>pag</strong>. 23<br />

Luca Galimberti: La forza di un Sogno<br />

| <strong>pag</strong>. 24<br />

Arrampicate della Grignetta - prima parte<br />

| <strong>pag</strong>. 26<br />

A tutto Ciaspole!<br />

| <strong>pag</strong>. 30<br />

DENIS URUBKO, “<strong>Il</strong> Re dell’aria sottile”<br />

| <strong>pag</strong>. 32<br />

FONDATORE: SERGIO LONGONI<br />

COMITATO DI REDAZIONE: RENATO FRIGERIO, MARCO MILANI<br />

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: PAOLO MICHELI<br />

POSTA E RISPOSTA: Angolo dei lettori “Uomini e <strong>Sport</strong>”<br />

uominiesport@<strong>df</strong>-sportspecialist.it<br />

DF-SPORT SPECIALIST<br />

Redazione “Uomini e <strong>Sport</strong>”<br />

Via Figliodoni, 14 - 23891 Barzanò - LC


IL “BUON ANNO” DI SERGIO LONGONI<br />

“Felice” 20<strong>13</strong>: non credo che si possa trovare aggettivo più adeguato per esprimere agli amici<br />

più cari l’augurio che parte dal cuore, all’inizio di un nuovo anno. Felicità è l’astrattezza<br />

indovinata che intende escludere qualsiasi ombrosità che possa offuscare la serenità e la<br />

pace interiore cui aspira ogni persona. È per questo che, al mio “felice” 20<strong>13</strong>, sento la<br />

necessità di aggiungere un’ulteriore definizione: nonostante tutto.<br />

Ci siamo infatti lasciati alle spalle un anno difficile, ma rimaniamo avvolti ancora in un<br />

buio profondo che non ci lascia intravedere nessuna immediata inversione di tendenza.<br />

Lo so bene che, se una considerazione pessimistica come questa viene semplicemente<br />

accennata da un operatore del commercio, c’è solo da aspettarsi come benevolo<br />

commento: “ci siamo ai soliti piagnistei!”.<br />

Non è così adesso, almeno per me, e mi si può ritenere credibile, anche solo per il fatto<br />

che nessuno mi può imputare che sia “solito” piangere per queste cose. Ma voglio<br />

ripetere, anche per me: cerchiamo di essere felici.<br />

Non è forse questo che ci viene dettato dalla nostra passione per lo sport, sia che lo<br />

pratichiamo personalmente, sia che ne siamo coinvolti da quei “grandi” campioni che<br />

veniamo a conoscere nelle nostre serate “a tu per tu”?. Questa passione sportiva serve<br />

anche come incentivo a non perderci mai di coraggio, a vivere di speranze, a ripartire<br />

sempre fiduciosi, “nonostante tutto”. Nonostante i problemi che sorgono ogni<br />

giorno, che si moltiplicano e diventano problematici, come bastoni che si infilano<br />

tra le ruote, <strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong> non intende fermarsi e nemmeno indietreggiare: ho<br />

fiducia, perché vedo troppa gente che mi sta accanto, nei miei punti vendita, nelle<br />

serate con “i grandi dello <strong>Sport</strong>”; nell’affrettarsi a ritirare copia del nostro tabloid<br />

“Uomini e <strong>Sport</strong>”. In tutto questo ritrovo un’amicizia e una simpatia che non si<br />

possono deludere, che nello stesso tempo mi fanno crescere la forza per resistere<br />

ad una crisi che non è inventata.<br />

Penso che l’entusiasmo suscitato dall’intervento dei grandi personaggi dello sport<br />

non può fermarsi alle emozioni di una serata, ma potrà tradursi nella motivazione<br />

che ci spinge a seguire le loro tracce, ognuno secondo le proprie inclinazioni e<br />

nei diversi modi accessibili ad ogni età. Solo così sarà possibile vivere incredibili<br />

esperienze, oltre che ricavare benefici effetti per il nostro fisico e la nostra salute.<br />

Mi sembra di aver così confermato l’impegno di <strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong> ad<br />

organizzare anche per il nuovo anno le sue affermate serate mensili con i<br />

“grandi dello <strong>Sport</strong>”, dove potremo addirittura incontrare personaggi sempre<br />

più sorprendenti e spettacolari. Allo stesso modo proseguirà la pubblicazione<br />

di “Uomini e <strong>Sport</strong>”, una rivista che si arricchisce sempre più di elementi<br />

che conquistano consensi e complimenti, nello stesso tempo gratificanti e<br />

incoraggianti. Mi piacerebbe in proposito che il nostro tabloid diventasse<br />

presto un vero mezzo di colloquio tra i nostri lettori e la redazione, anche<br />

con me stesso: sarebbe il più bel segnale di un’apertura ricca di promesse per<br />

tutte le nostre iniziative, dalle serate al tabloid, e pure per il nostro rapporto<br />

come datori e fruitori di servizi. Lo spazio sul tabloid è già stato messo<br />

a disposizione e può venire ulteriormente ampliato: ci terrei tanto che si<br />

iniziasse ad occuparlo.<br />

Rivolgo a tutti un cordiale saluto: e ancora “felice” 20<strong>13</strong>.<br />

Sergio Longoni


BREVI DF...<br />

NUOVO CATALOGO<br />

DF SPORT SPECIALIST<br />

INVERNO 2012-20<strong>13</strong><br />

www.<strong>df</strong>-sportspecialist.it<br />

WINTER COLLECTION<br />

2012 - 20<strong>13</strong><br />

Uno scatto dal trofeo “Barzaghi” svoltosi lo scorso settembre<br />

al Crossodromo di Bosisio Parini.<br />

TROFEO “DAVIDE CARBONE”<br />

Anche quest’anno a Valbondione (BG) si è tenuto il Trofeo<br />

“Davide Carbone” a.m. per ricordare il giovane atleta che<br />

purtroppo ci ha lasciato prematuramente. La gara è a carattere<br />

regionale e richiama sempre un gran numero di partecipanti.<br />

La manifestazione, oltre a ricordare Davide, è utile ad aiutare<br />

l’associazione “La Vita è un Dono”, voluta dalla sua famiglia<br />

per sostenere la ricerca sulle malattie metaboliche.<br />

02 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

CICLOCROSS<br />

Grande giornata di sport con la gara di ciclocross tenutasi lo<br />

scorso 23 Dicembre a Roncola di Treviolo (BG). Immortalato<br />

in un frangente della corsa il campione Marco Aurelio Fontana<br />

che portò con onore i colori Italiani alle Olimpiadi di Londra<br />

2012 conquistando un eroico 3° posto in<br />

quell’ indimenticabile finale di corsa senza sellino!<br />

“BLOCCATI NELLA NEBBIA”<br />

Grande successo per l’ appuntamento di sabato 22 dicembre<br />

2012 alla palestra dei Ragni di Lecco con l’ultima tappa<br />

dell’anno 2012 di “Bloccati Nella Nebbia”.<br />

I numeri relativi alle presenze, seppur molto buoni e<br />

confortanti non raccontano comunque l’altissimo livello<br />

organizzativo del Gruppo dei Ragni, ormai veterani nella<br />

creazione di eventi come la “Lista di Natale” e bravissimi a<br />

curare tutti i dettagli di una festa per farla riuscire al meglio.<br />

E il risultato c’è stato, eccome!<br />

Info: www.bloccatinellanebbia.org


OGNI VOLTA “UN NOME”: DA NON DIMENTICARE<br />

Casarotto al Passo Superiore del Fitz Roy.<br />

Sulla destra il pilastro Nordest, dedicato a Goretta.<br />

Renato<br />

Casarotto<br />

“COME AMICO”<br />

di Renato Frigerio<br />

<strong>Il</strong> tempo è purtroppo una costante inesorabile,<br />

implacabile nel seppellire sotto il pesante manto<br />

degli anni perfino gli uomini e gli eventi che furono<br />

una volta oggetto di ammirazione e di esagerata<br />

passione. Anche se un nome eccezionalmente famoso<br />

può ancora, per un certo periodo, richiamare una<br />

volta collegandolo all’attività di rilievo che lo<br />

destinava all’intramontabilità, i particolari che<br />

hanno contribuito ad esaltarlo vengono sempre più<br />

sfumati e svalutati. È umano che tutto ciò accada<br />

in questo mondo: appartiene al gioco della storia che<br />

anche il più glorioso passato venga annullato dal<br />

nuovo che sopraggiunge. Più che i fatti prendono<br />

invece ancora spazio i sentimenti, se sono stati<br />

tanto profondi da emergere allora anche in chi,<br />

pur potendosi avvalere di rare occasioni, ha goduto<br />

della vicinanza del personaggio sul quale adesso sta<br />

cadendo l’oblio: questi conservano più a lungo la<br />

loro forza e il loro valore.<br />

Così, mentre non è pensabile di riproporre quegli<br />

articoli e quei volumi che a suo tempo venivano<br />

offerti e letti avidamente, il breve cenno dettato<br />

ventisette anni or sono da una amicizia profonda<br />

e sincera, nata senza pretese, può giovare al ricordo<br />

di un alpinista tanto straordinario quanto umile,<br />

come da tutti è stato considerato Renato Casarotto.<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 03


-Certe notizie sconvolgono<br />

Estate 1986 -l’animo per tutta la vita:<br />

e tale è stata per me la morte tragica di Renato Casarotto,<br />

caduto in un crepaccio, mentre scendeva da solo dal K2.<br />

Sei in attesa di sentire di una sua nuova vittoria, curioso di<br />

sapere che sorpresa ti porterà dal gruppo del Karakorum.<br />

Ormai ci ha abituato a cose grandi, inventate al momento, e<br />

quasi sempre più grandi di quelle programmate alla partenza.<br />

Mi dicono che è morto, e non ci credo che non lo rivedrò<br />

mai più, che non potrò più seguire la sue conquiste solitarie,<br />

che non avrò più un mito nella mia grande passione per la<br />

montagna.<br />

L’avevo conosciuto a Lecco nel 1975, quando, pur avendo<br />

raggiunto una buona fama in Italia, aveva ancora bisogno di<br />

tutti. La sua semplicità me lo aveva reso subito simpatico ed<br />

eravamo diventati amici nel senso più vero.<br />

Molti a Lecco gli erano diventati amici, e nell’ambiente dei<br />

Gamma e della Sezione U.O.E.I. aveva incontrato tanta<br />

simpatia. Con me si confidava spesso, mi telefonava, mi<br />

scriveva e, quando poteva, passava a casa mia o si faceva vivo<br />

presso la ditta dove lavoravo. L’ho conosciuto perciò come<br />

veramente era, non il superuomo inavvicinabile come viene<br />

descritto un grande alpinista. Anche quando ormai tutti si<br />

occupavano e parlavano di lui, non si dava importanza, ed anzi<br />

chiedeva in continuazione spiegazioni e suggerimenti, per<br />

potersi migliorare sempre come uomo e come alpinista.<br />

Era diventato grande proprio in forza della sua enorme volontà<br />

e spirito di sacrificio. Alla montagna aveva sacrificato tutto,<br />

perfino il suo desiderio di poter avere dei figli, condizionandolo<br />

al momento ormai vicino in cui avrebbe abbandonato<br />

l’alpinismo di punta. Non voglio ripetere cose che ormai tutti<br />

conosciamo, perché molti hanno già ricordato, in qualsiasi<br />

modo, le imprese di Casarotto.<br />

Non posso però non esprimere la mia ammirazione per la<br />

sua splendida armonia con Goretta, la sposa che lo sosteneva<br />

nelle sue lunghe prove solitarie in montagna, la donna che nei<br />

momenti più brutti e pericolosi era la luce che spronava la sua<br />

volontà, gli dava sicurezza, forza e riferimento.<br />

A lei certamente avrà pensato con dolcezza Renato, mentre<br />

avvertiva che la vita lo stava abbandonando nel buio di<br />

quel profondo pozzo di ghiaccio dove disgraziatamente era<br />

precipitato. Gli sarà stato di conforto in quegli ultimi momenti<br />

la convinzione che a Goretta egli sarebbe stato ancora presente,<br />

per sempre, perché le sue vittorie, vissute e realizzate insieme,<br />

sarebbero state, inevitabilmente per sempre, il modo più<br />

autentico di continuare la loro splendida unione.<br />

Ho sempre ammirato Casarotto, come uomo e come alpinista:<br />

penso anzi che la sua grandezza derivi appunto dal connubio:<br />

uomo – alpinista.<br />

La sua vita si è sviluppata in un continuo crescendo, tanto che<br />

la sua scomparsa ce lo toglie in un momento di straordinario<br />

splendore, dopo che ha potuto esprimere le potenzialità che<br />

fanno assurgere un alpinista al sommo delle considerazioni, e<br />

lo introducono nell’albo della storia.<br />

04 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

Una straordinaria impresa di Renato Casarotto: la prima solitaria invernale<br />

alla Est delle Grandes Jorasses sulla via Gervasutti-Gagliardone.<br />

Renato Casarotto, fortissimo alpinista, nato a Vicenza nel<br />

1948, è stato uno dei massimi esponenti dell’alpinismo solitario<br />

ed invernale. Nel 1974 fece la prima invernale solitaria della<br />

via Simon-Rossi alla parete Nord del Pelmo. Fra le altre vie<br />

in Dolomiti vanno ricordate: parete Ovest della Cima della<br />

Busazza al Civetta nel 1976; diedro Sud dello Spiz di Lagunaz<br />

alle Pale di San Lucano nel 1977; invernale solitaria della<br />

Scalet-Biasin al Sass Maòr alle Pale di San Martino nel 1980;<br />

solitaria del diedro Nord del Piccolo Mangart di Coritenza<br />

sulle Alpi Giulie nel 1983. Nel Monte Bianco effettuò la<br />

trilogia del Frèney, nel febbraio 1982, con una permanenza in<br />

quota di quindici giorni, la solitaria delle vie Ratti-Vitali alla<br />

Ovest dell’Aiguille Noire, Gervasutti al Pic Gugliermina, del<br />

Pilone Centrale del Frèney.<br />

Formidabili e di importanza storica alcune delle sue imprese<br />

extraeuropee: la nuova via, nel 1977, sulla parete Nord dello<br />

Huascaràn Norte alle Ande Peruviane settentrionali, da solo<br />

in diciassette giorni; la prima salita, nel 1979, del Pilastro<br />

Nord del Fitz Roy in Patagonia; altre ascensioni di rilievo sul<br />

McKinley in Alaska e sul Broad Peak Nord in Karakorum.<br />

Nella <strong>pag</strong>ina a lato, ombreggiata sullo sfondo la sagoma del K2, l’ottomila che ha<br />

voluto trattenere ai suoi piedi il grande alpinista vicentino.<br />

Tutte le fotografie sono state attinte all’archivio della moglie di Renato<br />

Casarotto, Goretta Traverso.


Rilievi eccellenti sull’attività alpinistica<br />

1972 – prima salita – Cima Canali, pilastro Ovest;<br />

1972 – prima invernale – Sass Maòr, parete Est, via Solleder;<br />

1973 – seconda invernale – Torre Trieste, spigolo Sudest, via Cassin;<br />

1973 – prima traversata integrale in 5 giorni per cresta da Sud, partendo dalla Torre<br />

Venezia alla sommità del Monte Civetta;<br />

1974 – prima invernale – Rocchetta Alta di Bosconero, spigolo Strobel;<br />

1974 – prima solitaria invernale – Pelmo, parete Nord, via Simon-Rossi;<br />

1974 – prima salita – Quarta Pala di San Lucano, parete Sud;<br />

1974 – prima salita – Quarta Pala di San Lucano, parete Sudest;<br />

1975 – prima solitaria invernale – Civetta, parete Nordovest, via Andrich-Faè;<br />

1975 – prima salita – Terza Pala di San Lucano, Spiz di Lagunaz, versante Ovest lungo<br />

il “gran diedro”;<br />

1975 – prima salita – Nevado Huandoy Est, spigolo Est;<br />

1975 – in Inghilterra, nel Nord del Galles, ripete molte vie e supera passaggi con<br />

difficoltà estreme;<br />

1976 – prima salita – Cima della Busazza, parete Ovest;<br />

1976 – prima salita e solitaria – Terza Pala di San Lucano, versante Ovest;<br />

1976 – prima salita – Nevado Huandoy Sud, 6164 m, sperone Sud, Cordillera Blanca;<br />

1977 – prima ripetizione – Cima Scotoni, parete Sudovest, via dei Fachiri;<br />

1977 – prima salita – Terza Pala di San Lucano, Spiz di Lagunaz, diedro Sud;<br />

1977 – prima salita e solitaria in 17 giorni – Nevado Huascaràn Norte, 6650 m,<br />

parete Nord, Cordillera Blanca;<br />

1978 – ripetizione solitaria – Monte Watkins – parete Sud,<br />

via Chouinard-Harding-Pratt;<br />

1979 – prima salita e solitaria – Fitz Roy, 3405 m, pilastro Nordnordest;<br />

1979 – prima salita – Cima Est – 3648 m – del Monte Disgrazia, parete Nord,<br />

canalone dell’Insubordinato;<br />

1980 – prima solitaria invernale – Sass Maòr, parete Est, via Scalet-Biasin;<br />

1982 – prima solitaria invernale – Monte Bianco, trittico del Frèney: parete Ovest<br />

dell’Aiguille Noire de Peutèrey, via Ratti-Vitali; Picco Gugliermina,<br />

via Gervasutti-Boccalatte; Pilone Centrale, via Whillans-Bonington;<br />

1983 – prima solitaria invernale – Piccolo Mangart di Coritenza, gran diedro Nord,<br />

via Cozzolino;<br />

1983 – prima solitaria in 7 giorni – Broad Peak Nord, 7538 m, sperone Nord;<br />

1984 – prima solitaria – Mount McKinley, 6194 m. cresta – Sudest, Ridge of No Return;<br />

1984 – salite su cascate di ghiaccio estreme in Canada;<br />

1984 – arrampicate in Colorado, Wyoming e California. Prima salita – Squartop<br />

Mountain, parete Nordest, Wyoming; prima salita – Long’s Peak, parete del Diamond,<br />

Colorado;<br />

1985 – prima solitaria invernale – Grandes Jorasses, parete Est,<br />

via Gervasutti-Gagliardone;<br />

1985 – ripetizione Gasherbrum II, 8035 m, sperone Sudovest, via degli austriaci, in stile<br />

alpino: senza ossigeno e senza predisporre campi d’alta quota.<br />

La salita è stata effettuata in cordata con la moglie Goretta, prima donna italiana che<br />

raggiunge la cima di un oltre ottomila. Per questa coppia si è attuato un avvenimento che<br />

difficilmente potrà ripetersi in futuro: trovarsi sulla vetta di un ottomila per festeggiare il loro<br />

decimo anniversario di matrimonio.<br />

Note di Redazione: il 16 luglio 1986 Renato Casarotto, all’età di 38<br />

anni, è morto ai piedi del K2. Era ormai fuori dalle difficoltà, a pochi<br />

minuti dal campo base dove Goretta stava aspettando. Lo ha tradito<br />

uno stretto e profondo crepaccio nascosto da un ponte di neve sul<br />

quale erano passati, più volte, gli alpinisti impegnati su quel versante<br />

della montagna.<br />

Renato stava rientrando dal terzo tentativo lungo lo Sperone<br />

Sudsudovest: era riuscito a raggiungere quota 8.300 m, …altri due<br />

Sopra: L’immensa parete dello Huascaràn Nord teatro<br />

di una via di Casarotto, che qui ha lottato per 17 giorni<br />

in solitaria.<br />

Sotto: La tranquillità di Casarotto nella funzione<br />

responsabile di capocordata.<br />

<strong>Il</strong> saluto di Renato e Goretta in partenza per il Pakistan<br />

nel maggio del 1985.<br />

giorni di bel tempo e ce l’avrebbe fatta. Invece per ben tre volte il<br />

maltempo lo ha ricacciato indietro. Renato stava arrampicando<br />

da solo. Anche questa volta aveva deciso di affrontare in solitaria<br />

quella che forse è la montagna più bella del mondo lungo una via<br />

difficilissima. Lo Sperone della “Magic Line” era stato prima tentato<br />

solo due volte nel 1979 in stile alpino da una piccola spedizione<br />

internazionale, che comprendeva pure Casarotto, e successivamente<br />

da una grossa spedizione francese composta da 14 fortissimi alpinisti.<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 05


I CONSIGLI DELL’ ESPERTO di Francesco Maspero<br />

SCI ALPINISMO CHE PASSIONE...<br />

Lo scialpinismo è un’attività che in questi ultimi anni si sta diffondendo molto, ne è conferma l’alta<br />

frequenza ai corsi organizzati dalle varie sezioni del CAI e dalle Guide Alpine.<br />

E’ un’attività che si presta a molteplici sfaccettature; ci sono i garisti, sempre molto attenti alla scelta dei<br />

materiali che possano regalare super prestazioni sia in salita che in discesa, poi c’è lo sci-alpinista classico,<br />

che cerca prodotti non estremamente leggeri ma che permettano di effettuare discese emozionanti<br />

con tutti i tipi di neve, e per finire il freerider, che sfrutta gl’impianti di risalita per ridurre al minimo<br />

l’impegno fisico nel risalire il pendio che disegnerà poi con curve ad ampio raggio fatte a tutta velocità.<br />

Tutte queste figure fanno parte della famiglia degli scialpinisti,<br />

ma le singole necessità sono molto differenti<br />

tra loro, basti pensare che l’attrezzatura completa in<br />

versione gara (sci, attacchi, scarponi, pelli) ha un peso<br />

che non supera i 3,5 Kg, mentre uno scarpone 4 ganci classico<br />

pesa da solo circa 3,2 Kg: una bella differenza!<br />

<strong>Il</strong> freerider invece non ha nessun interesse verso il peso<br />

dell’attrezzo ma ha bisogno di scarponi molto rigidi, sci molto<br />

più lunghi e con larghezze sotto il piede vicine o superiori ai 100<br />

mm ed attacchi dotati di molle con tarature fino a 16 din. per<br />

evitare lo sgancio anche dopo l’atterraggio dal salto di una falesia.<br />

Tra questi due estremi identifichiamo la maggior parte degli scialpinisti,<br />

dal principiante allo sci alpinista evoluto.<br />

<strong>Il</strong> primo cerca solitamente attrezzatura meno performante per<br />

la salita in termini di velocità, ma con ottima tenuta e che possa<br />

aiutare ad affrontare le insidie del fuoripista. Lo sci-alpinista<br />

evoluto invece cerca pelli scorrevoli da applicare a sci più larghi<br />

ma leggeri così da poter superare salite impegnative in termini<br />

di lunghezza e di difficoltà e che naturalmente offrano ottime<br />

prestazioni anche in discesa.<br />

Per l’effettuazione di tutte le tipologie di scialpinismo indicate<br />

quello che non deve mai mancare è l’attrezzatura individuale di<br />

soccorso, cioè A.R.T.VA., pala e sonda.<br />

Prima di lanciarsi in questa fantastica attività è di fondamentale<br />

importanza avere una certa conoscenza dei pericoli inerenti il<br />

manto nevoso, di come si sceglie una traccia di salita e ancor di<br />

più quella di discesa, saper leggere e capire un bollettino nivometeorologico<br />

e come agire nel caso di persone che vengono travolte<br />

da valanga o da slavina. E’ fortemente sconsigliato improvvisarsi<br />

sci-alpinisti esperti, meglio rivolgersi a dei professionisti (Guide<br />

Alpine) che possono accom<strong>pag</strong>nare i praticanti lungo la via più<br />

sicura da percorrere in questa magnifica attività oppure pensare<br />

di frequentare uno dei numerosi corsi organizzati dalle sezioni<br />

del CAI.<br />

BUONE SCIATE A TUTTI.<br />

06 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong>


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Peso record di 115 grammi.<br />

Attrezzatura Touring<br />

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Grazie alla sua facilità di utilizzo, rende il<br />

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appassionati dello sci.<br />

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e nuova forma esaltano<br />

leggerezza, efficienza e<br />

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Bastone alu da sci<br />

alpinismo e racchette da<br />

neve in 3 sezioni. Ideale<br />

anche per il trekking.<br />

MOVIMENT X-SERIES FISH<br />

Destinato principalmente allo scialpinismo<br />

agonistico. Performance in discesa straordinaria<br />

e perfetta tenuta in curva con un peso di poco<br />

superiore ai 700 grammi.<br />

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leggero ed affidabile in ogni condizione di<br />

pendio.<br />

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l’escursionista esigente.<br />

SKITRAB FREERANDO<br />

Sci leggero, estremamente facile e con un<br />

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gli sci alpinisti alla ricerca<br />

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performante della sua categoria,<br />

in versione uomo e donna.<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> |07


I s l a n d<br />

Terra dei ghiacci<br />

di Franco Gionco<br />

Una notte in mare e domattina sarò di nuovo in Islanda. Capisco il<br />

vichingo Floki Vilgerdarsson, che battezzò questo luogo fantastico “Island”,<br />

cioè terra dei ghiacci: amo questo paesaggio di smisurate glaciazioni.<br />

<strong>Il</strong> risveglio è un tuffo al cuore: dal mare di nubi che coprono l’Atlantico<br />

nelle prime ore del mattino, emergono in lontananza le grandi calotte<br />

glaciali, mute testimoni della preistoria europea. Poi le coste d’Islanda ci<br />

rapiscono, trascinandoci sotto il loro cielo azzurro.<br />

Sbarchiamo a Seydisfjördur, pratiche doganali istantanee;<br />

in pochi minuti le centinaia di passeggeri e le loro<br />

auto svaniscono nel nulla. D’inverno e in primavera<br />

solo un’arteria circolare attorno all’isola è percorribile,<br />

un anello di 1.400 chilometri, un continuo alternarsi di forti<br />

visioni: oceanici ghiacciai e dantesche valli fumanti, dove il<br />

magma terrestre sembra scorrere sempre sotto i piedi, e ancora<br />

praterie verdi e profumate, attraversate da acque limpidissime e<br />

mosse dal galoppo di puledri selvaggi. Una bellezza primordiale.<br />

La Ring Road N.1 è oggi quasi totalmente asfaltata, ma<br />

all’interno sono ancora molte (praticamente quasi tutte) le strade<br />

sterrate che richiedono ai guidatori prudenza e attenzione: alle<br />

insidie della scarsa aderenza si aggiunge il rischio di lasciarsi<br />

distrarre dal panorama.<br />

In direzione ovest, la strada si incastra tra il bianco del<br />

Vatnajökull, il più grande ghiacciaio d’Europa e anche il<br />

più grande del mondo al di fuori delle calotte polari, e il blu<br />

dell’Atlantico. Di tanto in tanto avvistiamo un’oasi, piccoli<br />

insediamenti di pastori e pescatori. Ci fermiamo alla Farm Litla<br />

Hof, ottima cena, tutta islandese, ma atmosfera internazionale:<br />

i pochi ospiti vengono da ogni parte del mondo. Francesi,<br />

tedeschi, argentini e, ovviamente, italiani. <strong>Il</strong> “Vatna” è un manto<br />

di ghiaccio circolare grande 8.500 chilometri quadrati, con un<br />

diametro di 150 chilometri e uno spessore, nel punto massimo,<br />

che supera i mille metri.<br />

<strong>Il</strong> tempo, abbastanza stabile d’estate, è quanto mai imprevedibile<br />

08 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

nei mesi primaverili: repentini cambi di scena alternano sole e<br />

calma a violentissime bufere, con venti in grado di sollevare<br />

anche le macchine. Ma quello che più fa paura è la nebbia,<br />

che può piombarti addosso senza preavviso, isolandoti da tutto,<br />

paralizzandoti perfino, perché qui la bussola è spesso inutile:<br />

sotto le calotte glaciali le masse minerali delle colate laviche<br />

possono far impazzire l’ago magnetico. Est e ovest, nord e sud,<br />

tutto salta in un corto circuito registrato dalle convulsioni degli<br />

strumenti. Scegliamo il versante sud del Vatna, il più ripido,<br />

quello veramente sciistico. I 2.119 metri di dislivello hanno<br />

uno sviluppo ragionevole rispetto alle classiche attraversate<br />

dei pianeggianti versanti nord, formidabili palestre degli sci da<br />

escursionismo, o delle slitte, da affrontare in più giorni.<br />

Dopo cena proseguiamo fino a Skaftafell: immani vallate di<br />

ghiaccio scendono dall’infinito verso l’oceano. Quasi a picco<br />

sul mare, 2.119 metri più su, si staglia la figura possente del<br />

Hvannadalshnukùr, un tumulo di ghiaccio in cui la leggenda<br />

vuole che riposi una bellissima principessa vichinga, nell’eterna<br />

attesa che i ghiacci del Vatnajökull le ridiano la libertà perduta.<br />

La visione mozza il fiato: è l’ottava meraviglia del mondo!<br />

Dopo un tramonto pieno di promesse, l’alba si annuncia cupa<br />

dalle finestrine della fattoria. Un’infinità di gabbiani annuvola<br />

il cielo sul mare e sulle scogliere di lava. Rivivo in un brivido<br />

la mia prima ascensione al gigante di ghiaccio, ormai risalente<br />

a diversi anni fa… inizio a raccontare ai miei com<strong>pag</strong>ni di<br />

avventura:


“Sono le otto del mattino quando fisso gli sci agli scarponi<br />

e comincio a salire. Non sono le difficoltà tecniche che mi<br />

incutono timore, non è la forza fisica che mi manca per arrivare<br />

lassù: è la potenza silenziosa di una dimensione al di sopra di<br />

ogni fantasia che mi angoscia e nello stesso tempo mi ammalia.<br />

Le bufere dei giorni scorsi hanno incipriato il ghiacciaio,<br />

cosi lascio dietro una traccia sicura, indispensabile, visto che<br />

sono avvolto dalla nebbia. Lentamente salgo, orientato solo<br />

dall’inclinazione del pendio. L’altimetro segna 1.350 metri.<br />

Nella nebbia percepisco l’esatta posizione e guardo in direzione<br />

della vetta invisibile: ogni curva di livello, ogni ondulazione<br />

del terreno letta sulla cartina è ancora oggi impressa nella<br />

mente. Per un attimo la nebbia lascia intravedere l’ennesimo<br />

pendio. Luciano e Germano, i miei com<strong>pag</strong>ni d’avventura,<br />

sono d’accordo: saliremo per altri 300 metri e poi scenderemo;<br />

l’indomani si ritornerà sulle stesse tracce, sperando che le<br />

condizioni meteorologiche siano migliori. Poi, lentamente,<br />

la luce si fa sempre più forte, fino a diventare irresistibile,<br />

nonostante le lenti specchiate al carbonio che proteggono<br />

gli occhi. Accelero. La nebbia, dietro di me, nasconde anche<br />

i miei com<strong>pag</strong>ni. Per un momento rimango solo nell’azzurro<br />

del cielo e nell’infinità del Vatnajökull… <strong>Il</strong> gruppo si riunisce.<br />

Ci sentiamo come astronauti sulla luna. Non scambiamo una<br />

parola, ma l’intesa è immediata: con un grande semicerchio, per<br />

evitare le zone screpacciate, puntiamo al Hvannadalshnukur,<br />

che è proprio di fronte a noi. Un’attrazione quasi magnetica<br />

ci aveva guidati nelle nebbie per un itinerario perfetto, sicuro<br />

ed elegante. Forse la bionda principessa vichinga dalla sua<br />

reggia glaciale presa da un momento di malinconia ha voluto<br />

la nostra presenza guidandoci fino a lei.”<br />

<strong>Il</strong> Nostro Equi<strong>pag</strong>giamento:<br />

Calzature da trekking invernali: LA SPORTIVA.<br />

Di LA SPORTIVA anche i nostri scarponi, attacchi e sci da<br />

scialpinismo e freeride.<br />

Per l'abbigliamento tecnico ci siamo affidati ai capi realizzati<br />

da <strong>df</strong> SPORT SPECIALIST che garantiscono sempre una<br />

libertà di movimento totale ed una giusta regolazione della<br />

temperatura corporea grazie agli innovativi materiali con cui<br />

sono confezionati. Per ogni nostra discesa maschere da<br />

sci e caschi ventilati GIRO. Per la nostra DACIA DUSTER<br />

che ci ha portato fino nella lontana Islanda, abbiamo scelto<br />

batterie FIAMM, per garantirci sempre partenze perfette in<br />

ogni condizione climatica!<br />

In questa foto e nella<br />

<strong>pag</strong>ina precedente:<br />

Franco Gionco in Islanda,<br />

in salita verso il mitico<br />

Vatnajökull.<br />

Come allora, il tempo che sembrava inclemente ha cambiato<br />

umore all’improvviso e anche oggi, siamo improvvisamente<br />

in vetta, descrivere il panorama che ho nuovamente davanti è<br />

un’impresa per me più difficile della salita stessa.<br />

Proseguiamo il viaggio. La laguna di Jokulsarlön è affollata di<br />

iceberg che navigano pigri verso il mare. Più che in ogni altro<br />

punto della sua circonferenza, qui il fronte del Vatna si spinge<br />

potentemente fino alle onde dell’oceano. È qualcosa di più<br />

vasto di tutti i ghiacciai delle Alpi messi assieme! Da qui, dove<br />

il ghiacciaio sfoggia con superbia tutta la sua enorme bellezza,<br />

smontata la tenda ci decidiamo a ripartire. <strong>Il</strong> lungo rettilineo<br />

sterrato non finisce mai, il ghiacciaio è sempre dietro di noi.<br />

Poi, dopo una curva, il Vatna scompare, l’incantesimo è rotto.<br />

L’avventura islandese continua attorno all’isola e non è fatta<br />

solo di montagne e ghiacciai. Akureyri, la capitale del Nord, ci<br />

appare come una perla preziosa. Le sue cime sono come troni<br />

sospesi sulle onde dell’oceano sui quali siedono pensosi gli dei.<br />

Nella penisola di Snaefells ci sentiamo ancora proiettati nel<br />

“Viaggio al centro della Terra” di Giulio Verne. All’orizzonte<br />

la sagoma perfetta dello Snaefellnesjökull, ricoperta di neve e<br />

di ghiaccio, continua a emanare quell’influsso magnetico che<br />

colpì il professor Lidenbrock, e mi piace pensare che da lassù,<br />

dalla vetta, scendendo per le misteriose gole del grande cratere,<br />

si possa arrivare veramente al centro del mondo.<br />

Sulla cima nessuna traccia di passaggi o cunicoli, ma un<br />

panorama fantastico, radiante di intimo splendore. Piccozza e<br />

ramponi sono imposti da una pendenza che sfiora la verticale.<br />

La cima è una scultura astratta, un fungo di ghiaccio inciso nel<br />

blu. <strong>Il</strong> cielo è terso, solo qualche nube all’orizzonte, sul mare<br />

calmo si scorgono alcuni pescherecci in direzione di Reykjavik.<br />

È incredibile, sembra di essere su un’isola di ghiaccio. L’oceano,<br />

1.500 metri più sotto, ci circonda su tre lati; la neve arriva<br />

a poche centinaia di metri dalla costa e alle nostre spalle si<br />

snoda lo stretto braccio della penisola. Ancora un momento<br />

di contemplazione e ci lanciamo lungo il pendio che scende<br />

con inattesa regolarità. Scivoliamo leggeri, tenendo d’occhio<br />

le acque dell’Atlantico, inseguendo i colori di un arcobaleno<br />

scolpito tra le onde, apposta per indicare la via.<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 09


PUNTI VENDITA DF-SPORT SPECIALIST<br />

Iniziamo con questo numero la presentazione di tutti i punti vendita <strong>df</strong>-<strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong>.<br />

Sono 12 i mega store dell’articolo sportivo distribuiti in tutta la Lombardia, più uno in<br />

Emilia Romagna, a Piacenza, e uno in Svizzera a Lugano.<br />

I punti vendita hanno superfici che variano dai 1.500m ai 3.000m con oltre 45.000<br />

articoli per 37 discipline sportive.<br />

L’ultimo nato è a San Giuliano Milanese: una nuovissima struttura di ben 1.500m con<br />

16 dipendenti.<br />

Cominciamo quindi il nostro viaggio partendo da Barzanò, dalla sede dell’azienda, e<br />

dal negozio di Sirtori da cui ha preso il via, il 15 Luglio 2004, la storia di questa nostra<br />

grande passione.<br />

UFFICI SEDE<br />

BARZANO’<br />

La sede di Barzanò è il centro operativo da cui vengono<br />

coordinati tutti i negozi <strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong>.<br />

Un vero e proprio “cervello direzionale” con i suoi 600m 2<br />

di uffici, due magazzini rispettivamente di 1400m 2 e<br />

1700m 2 ed un gruppo di oltre 50 persone che supportano<br />

quotidianamente l’attività dei punti vendita sotto ogni<br />

aspetto.<br />

Qui si trovano anche gli uffici che gestiscono il negozio<br />

on-line.<br />

Orari:<br />

dal lunedì al venerdì 9.00-<strong>13</strong>.00<br />

14.00-18.00<br />

Tel: 039.92155<br />

e-mail: info@<strong>df</strong>-sportspecialist.it<br />

10 20 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio Ottobre 2012 20<strong>13</strong>


SIRTORI<br />

località BEVERA<br />

<strong>Il</strong> negozio si trova nelle vicinanze di Barzanò (LC), a metà<br />

strada tra Monza e Lecco, è sviluppato su una superficie di<br />

2.800m 2 e conta una forza lavoro di 33 dipendenti. Dotato<br />

di pareti di arrampicata artificiali, pista di mountain bike<br />

all’interno di un bosco e vasca per immersione, ormai è<br />

diventato un punto di ritrovo e di riferimento per tutti gli<br />

sportivi.<br />

<strong>Il</strong> personale altamente qualificato è sempre disponibile nel<br />

darvi preziosi consigli per i vostri migliori acquisti. Anche<br />

a Sirtori infatti, come negli altri punti vendita, molti dei<br />

nostri collaboratori sono atleti, maestri e istruttori di provata<br />

esperienza, che potranno darvi sicuramente le informazioni<br />

tecniche più adeguate in relazione alle vostre esigenze.<br />

Pareti di arrampicata e vasca per immersioni disponibili presso il punto vendita<br />

Sirtori (LC), Via delle Industrie 17/C<br />

Orari:<br />

lunedì 15.00-20.00<br />

da martedì a venerdì 9.00-<strong>13</strong>.00 /15.00-20.00<br />

sabato 9.30-20.00 orario continuato<br />

Tel. 039.9217591<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 11


“NOTTE BIANCA ALLA VETTA”<br />

VENERDI’ 15 MARZO 20<strong>13</strong> - LIZZOLA BERGAMO<br />

A NOTTE BIANCA ALLA VETT<br />

Ritrovo ore 19.00 presso la partenza della seggiovia Cavandola a Lizzola (BG). Partenza ore 19.30 con assistenza di Guide Alpine. Arrivo<br />

al rifugio Campel dopo circa 45 minuti, il dislivello è di 300m. Facoltativa la salita al rifugio Mirtillo di circa 500m di dislivello. Cena<br />

ore 21.30 presso il rifugio Campel. La quota di iscrizione € 5.00 da diritto alla cena, al ristoro, alla sacca di partecipazione con gadget<br />

VENERDI’ 15 MARZO<br />

La <strong>Sport</strong>iva e <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong>. <strong>Il</strong> ricavato delle iscrizioni sarà devoluto in beneficenza. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi ai punti<br />

vendita <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong> . PIAZZA (Le iscrizioni verranno chiuse TORRE al raggiungimento del BERGAMO<br />

numero massimo di partecipanti).<br />

www.<strong>df</strong>-sportspecialist.it / www.lasportiva.com /www.lizzolasci.it / info tel. 039 921551 Sivia Airoldi - 339 5364265 Giuseppe Zamboni<br />

Presentando la tua tessera Vantaggi <strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong> avrai diritto ad<br />

uno sconto del 15% sull’acquisto di uno skipass giornaliero ADULTO.<br />

La promozione è valida ogni giorno, compresi i festivi, per tutta la stagione 2012/20<strong>13</strong>.


Ski Pool Brianza, sci di fondo e non solo...<br />

Lo Ski Pool Brianza nasce nel 2001 sotto la spinta di alcuni appassionati dello sci fondo e del biathlon.<br />

Questa società è affiliata alla Federazione Italiana <strong>Sport</strong> Invernali e fa parte della polisportiva <strong>Team</strong> Brianza A.S.D. che raggruppa<br />

l’Atletica <strong>Team</strong> Brianza e la Triathlon <strong>Team</strong> Brianza. Lo scopo della società (che ad oggi conta 46 tesserati FISI) è quello di divulgare<br />

lo sci di fondo tra i giovani senza tralasciare il settore amatoriale. <strong>Il</strong> presidente è Carlo Salvioni, ex atleta di sci fondo, da diversi anni<br />

responsabile per le prove nordiche della Provincia di Milano.<br />

In questi anni lo Ski Pool Brianza ha saputo togliersi<br />

grandi soddisfazioni con i suoi atleti, oltre che nello sci<br />

di fondo, anche nel biathlon. Una nostra atleta è stata<br />

nella Nazionale Italiana per le Olimpiadi di Torino 2006, ha<br />

partecipato a 3 Campionati Europei regalandoci il 3° posto<br />

nella classifica finale in Coppa Europa e ha saputo portare<br />

nella nostra bacheca la Coppa Italia assoluta.<br />

Altri 2 nostri giovani sono stati chiamati a rappresentare<br />

l’Italia in due edizioni delle Universiadi a Tarvisio e Innsbruck.<br />

Almeno 6 dei nostri ragazzi hanno fatto parte della squadra<br />

Alpi Centrali di biathlon e grazie ai loro risultati lo Ski Pool<br />

Brianza è riuscito a salire al 3° posto nella classifica di società<br />

alle spalle del gruppo sportivo Esercito e del gruppo sportivo<br />

Fiamme Gialle.<br />

Nello sci di fondo con soddisfazione abbiamo conquistato un<br />

titolo regionale individuale senior femminile 5km TL, un 3°<br />

posto nella staffetta femminile 3x5km TL e il 3° posto nel<br />

trofeo Madonna Delle Nevi sulle piste di Folgaria valevole<br />

come Campionato Italiano cittadini Master di società.<br />

Molti altri sono i trofei conquistati nelle varie gare regionali<br />

a cui abbiamo partecipato grazie all’impegno di tutti i nostri<br />

tesserati.<br />

Nel nostro progetto abbiamo coinvolto numerosi ditte e<br />

aziende della Brianza. Da quando siamo nati, il signor Sergio<br />

Longoni con la <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong> è stato al nostro fianco,<br />

dandoci il supporto determinante per far crescere i nostri atleti<br />

e la nostra società. Da grande appassionato di montagna e di<br />

sport quale è, ha recepito il nostro progetto, principalmente<br />

educativo verso i giovani.<br />

L’impegno per la beneficenza<br />

Da 6 anni organizziamo il Trofeo Davide Carbone a.m. per<br />

ricordare un nostro giovane atleta che purtroppo ci ha lasciato<br />

prematuramente. La gara è a carattere regionale e viene<br />

disputata a Valbondione (BG) con sempre un gran numero<br />

di partecipanti. Con la nostra gara oltre a ricordare Davide,<br />

siamo vicini e sosteniamo l’ Associazione “La Vita è un Dono”,<br />

voluta dalla sua famiglia per sostenere la ricerca sulle malattie<br />

metaboliche.<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | <strong>13</strong>


TEAM DF SPORT SPECIALIST<br />

TEAM DF SPORT<br />

DANIELE BERNASCONI<br />

TESTIMONIAL<br />

Laureato in Geologia, Guida Alpina, è stato Presidente<br />

dei “Ragni della Grignetta” dal 2009 al 2012. Negli anni<br />

novanta la sua attività si è svolta sulle Alpi, collezionando<br />

alcune delle più ambite e impegnative salite sulle Grigne,<br />

in Dolomiti, Alpi centrali, Monte Bianco.<br />

Molto appassionato di arrampicata su roccia ha ripetuto<br />

tiri di difficoltà fino all’ 8a+/8b e blocchi 8a.<br />

Terminati gli studi e i corsi di formazione professionali<br />

per Guida Alpina la sua attività si è aperta anche a<br />

spedizioni e viaggi extra europei:<br />

2000 Monte Pumorì 7160m - Nepal;<br />

2001 Madagascar - Tsaranoro;<br />

2002 California - Yosemite, USA;<br />

2003 Patagonia - Argentina;<br />

2004 K2 8611m - Cina (senza successo);<br />

2005 Annapurna 8091m - Nepal;<br />

2006 Makalù 8463m - Nepal;<br />

2007 Gasherbrum II 8035m - Cina - prima salita assoluta<br />

del versante settentrionale, in stile alpino e traversata<br />

della montagna;<br />

2009 Patagonia - Argentina - attraversata dello Hielo<br />

Continental est-ovest fino all’Oceano Pacifico;<br />

2011 Salita al Colle Sud dell’Everest in Nepal per il<br />

posizionamento di una stazione di raccolta dati per il<br />

progetto Share Everest con Ev-K2-CNR;<br />

2012 Tentativo alla Nord dell’Ogre in Pakistan e salita di<br />

3 cime vergini nella zona dello Snow Lake.<br />

14 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

Nato a Bellano il 19 giugno 1971.<br />

Guida Alpina dal 2000 e geologo dal 1997,<br />

membro del Gruppo Ragni di Lecco.<br />

Collabora con i ricercatori del CNR per i<br />

progetti in Nepal e K2.<br />

Attualmente è impegnato nel monitoraggio della<br />

recente frana di Fiumelatte.<br />

Come Guida Alpina, oltre alla normale<br />

esperienza di accom<strong>pag</strong>namento sui vari terreni<br />

della montagna estivi ed invernali, da qualche<br />

anno propone attività didattiche per ragazzi, in<br />

particolare di arrampicata sportiva ed educazione<br />

ambientale. Partecipa inoltre, in qualità di addetto<br />

alla sicurezza, a gruppi aziendali di team-building.


SPECIALIST<br />

DANIEL ANTONIOLI<br />

TESTIMONIAL<br />

Winter Triathlon<br />

Otto volte Campione Italiano assoluto (dal 2005 al 2012)<br />

Vincitore della Coppa del Mondo 2010<br />

Campione Mondiale assoluto nel 2005<br />

Secondo classificato Campionati Europei 2012<br />

Secondo classificato Campionati Mondiali 2012<br />

Otto vittorie in Coppa del Mondo e quindici volte sul podio<br />

Duathlon<br />

Secondo assoluto campionati italiani 2009<br />

Tre presenze nella squadra nazionale<br />

ai Campionati Mondiali 2009, 2010, 2011<br />

Sky Running<br />

Cinque vittorie consecutive al Trofeo Vidini (Grignetta)<br />

Due vittorie al chilometro verticale del Pavillon (M. Bianco)<br />

Primo classificato Sky Race della Rosetta 2012<br />

Primo classificato al traguardo volante<br />

della Grignetta al Trofeo Scaccabarozzi 2012<br />

Sci Alpinismo<br />

Primo classificato circuito “3V” 2011<br />

Secondo classificato Campionato Italiano a Staffetta 20<strong>13</strong><br />

Perché il winter triathlon?<br />

«Da ragazzino ho imparato lo sci di sci di fondo<br />

con Ermanno Riva, il papà di Paolo (che poi è<br />

stato il mio primo maestro-allenatore). D’estate<br />

correvo liberamente a piedi nei miei boschi,<br />

poi ho scoperto e mi sono appassionato anche<br />

alla bici fuoristrada. Da ragazzo non mi sono<br />

specializzato in uno sport singolo, a me è<br />

sempre piaciuto fare un po’ di tutto. Così, a un<br />

certo punto, è stato naturale cimentarmi in una<br />

gara di winter triathlon. Mi sono divertito e ho<br />

continuato. Ora sono diventato uno specialista<br />

di questa multidisciplina invernale. Mi<br />

entusiasma la possibilità di praticare discipline<br />

diverse.»<br />

TEAM DF SPORT S<br />

Nato a Tirano (LC) il 27/10/1982.<br />

Atleta Militare presso il<br />

Centro <strong>Sport</strong>ivo Esercito di Courmayeur<br />

<strong>Team</strong>: C.S. Esercito / Nazionale Italiana<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 15


Inchiesta<br />

LA GRANDE INCHIESTA DI UOMINI E<br />

PER ESPRIMERE LE LORO PERSONALI OPINIONI SI FANNO<br />

AVANTI NELLA SECONDA PUNTATA DELLA NOSTRA INCHIESTA<br />

CINQUE NOMI SIGNIFICATIVAMENTE RAPPRESENTATIVI DI<br />

TUTTE LE GUIDE CHE HANNO VISTO LA LORO PASSIONE PER<br />

LA MONTAGNA E PER QUESTA PROFESSIONE NEL SETTORE<br />

DELLE ALPI OCCIDENTALI.<br />

Abbiamo intenzionalmente impostato la nostra inchiesta sulle Guide Alpine italiane scegliendo<br />

arbitrariamente alcuni degli operatori che svolgono il loro lavoro nei tre settori dove maggiormente si<br />

concentra la loro presenza, convinti con questo di poter interpretare obiettivamente il pensiero delle<br />

Guide Alpine nell’intero ambito nazionale. Ci sembra inoltre che, anche sotto l’aspetto orografico,<br />

la nostra scelta rappresenti adeguatamente la diversa tipologia di gusti, inclinazioni e preparazione<br />

degli appassionati che intendono frequentare la montagna con l’assistenza delle Guide qualificate.<br />

Con le interviste rilasciate ora dalle Guide che risiedono nel territorio dominato dalle Alpi Occidentali<br />

vedremo allora scaturire risposte originali, in parte differenti da quelle avute nella prima puntata,<br />

perché formulate in base alla frequentazione di un ambiente più severo e non assimilabile a quello<br />

pure impegnativo delle Alpi Centrali. Mettere a confronto adesso le impressioni e gli orientamenti<br />

non solo delle singole Guide ma ancora più del collettivo dei due gruppi intervistati finora, potrà<br />

costituire per i lettori un esercizio interessante e perfino un divertente modo di passare il tempo.<br />

Hervè Barmasse Benché geneticamente riconoscibile in<br />

uno di quei personaggi che sono nati con la montagna nel<br />

sangue – rappresenta addirittura la quarta generazione<br />

di Guide Alpine della sua famiglia – Hervè Barmasse si<br />

avvicina relativamente tardi al mondo dell’alpinismo. È vero<br />

che aveva frequentato la montagna come sciatore, ma è solo<br />

verso i vent’anni che subentra in lui l’autentica componente<br />

alpinistica. La sua attività ha inizio sulle montagne di casa. Le<br />

Alpi e il Cervino rappresentano il terreno ideale dove poter<br />

crescere e maturare come alpinista e Guida Alpina, prima<br />

di confrontarsi con il Karakorum, le Ande e l’Himalaya. In<br />

poco tempo il curriculum di Hervé si inspessisce di nuove<br />

ascensioni. Per molte di queste salite gli vengono assegnati<br />

alcuni riconoscimenti, tra cui il prestigioso “Premio Paolo<br />

Consiglio” che Hervé Barmasse si aggiudica per ben quattro<br />

volte. Ma Hervé non arrampica solo per se stesso, per lui<br />

la montagna è anche il lavoro di Guida Alpina e per questo<br />

motivo dal 2009 decide di mettere a disposizione le proprie<br />

esperienze e capacità nel suo ruolo di istruttore degli aspiranti<br />

Guida e delle Guide Alpine.<br />

16 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

Giovanni Bassanini Nato a Milano il <strong>13</strong> settembre<br />

1965. Guida Alpina dal 1988, ha praticato l’alpinismo<br />

e l’arrampicata ad alto livello fino alla nascita del suo<br />

primo figlio nel 1996. Tra le tante salite compiute<br />

possiamo ricordare la prima solitaria alla via Bonatti<br />

Vaucher sulla parete Nord delle Grandes Jorasses e il<br />

primo 8a on sight nel massiccio del Monte Bianco.<br />

Giovanni Bassanini si è poi dedicato totalmente<br />

al mestiere di Guida Alpina e si è specializzato in<br />

grandi ascensioni su roccia e ghiaccio, ottenendo cosi<br />

alcuni record particolari. Basti pensare che Bassanini<br />

è stato ben 118 volte sulla vetta del Grand Capucin<br />

con Clienti, 32 volte ha compiuto la sola “Voyage<br />

selon Gulliver”, 26 il Supercouloir... Anche se poi<br />

il mestiere lo ha portato più volte ad appassionarsi<br />

allo sci alpinismo, il suo pezzo forte restano le<br />

salite: 86, in quattro mesi la scorsa estate, tra cui<br />

Freney, Gugliermina e sei volte il Grand Capucin.


SPORT SULLE GUIDE ALPINE<br />

Interviste di Renato Frigerio e Marco Milani<br />

Marco Camandona Nato ad Aosta nel 1970 vive<br />

e risiede in Valle d’Aosta, alpinista, viaggiatore<br />

e fotografo per passione è anche Guida Alpina<br />

e Maestro di sci alpino. Marco ha salito le vie<br />

più classiche e impegnative dal Monte Bianco<br />

al Monte Rosa. Dal 1996 a oggi ha fatto più di<br />

quindici spedizioni e numerosi viaggi, salendo<br />

su cinque delle montagne più alte di ogni<br />

continente. Marco è stato tra i pochi eletti ad<br />

aver salito il K2 nel 2000, l’Annapurna nel 2006<br />

e l’Everest nel 2010. Direttore tecnico della gara<br />

internazionale di scialpinismo a tappe: il Millet<br />

Tour du Rutor Extrême. Nell’autunno 2012<br />

ha aperto una via nuova chiamata “Princess<br />

Cecile Line” graduata TD sup., con continuità<br />

di pendenza 50°-70°, con passaggi su roccia<br />

5 sup. sulla parete Ovest del Churen Himal<br />

(Nepal) 7371 m, posto a ridosso della possente<br />

catena dei Dhaulagiri. Nel 2010 ha esordito nel<br />

mondo dell’editoria con un libro fotografico<br />

“Un fascio di luce sulla Dea Madre della Terra”.<br />

Marco Spataro Nato in valle d’Aosta nel 1974,<br />

ai piedi del Monte Rosa, dove vive e lavora<br />

come Guida Alpina. Fin da piccolo percorre le<br />

montagne della valle d’Aosta in com<strong>pag</strong>nia di<br />

suo padre Remo che gli ha trasmesso la passione<br />

dell’alpinismo e della fotografia. Verso i 15 anni<br />

si dedica in modo più assiduo all’arrampicata,<br />

dedicandosi alle competizioni. Nei mesi invernali<br />

si cimenta con il monosci e diventa campione<br />

Juniores europeo, come premio gli viene<br />

regalato uno snowboard e questa diventa per<br />

alcuni anni la sua attività principale. A 18 anni<br />

è pronto per superare la preselezione del corso<br />

Guide in com<strong>pag</strong>nia di suo fratello Franco. A<br />

20 anni inizia a lavorare come Guida, attività<br />

principale che svolge in alternanza con quella<br />

di fotografo. Marco collabora regolarmente<br />

con le testate di montagna, ogni tanto pubblica<br />

i suoi servizi anche su riviste di viaggi.<br />

Collabora con alcune ditte per la creazione di<br />

immagini per cataloghi. Potrete incontrarlo<br />

sulle creste del Monte Rosa in com<strong>pag</strong>nia<br />

dei suoi Clienti, oppure in giro per falesie o<br />

ancora sulle spiagge della sua amata Corsica.<br />

Hervè Barmasse impegnato sugli ultimi<br />

tiri della sua nuova via sul Cervino<br />

(foto: Levati – The North Face).<br />

Anna Torretta Nata a Torino nel 1971 ed<br />

è venuta al mondo con la passione per la<br />

montagna che ha frequentato fin da bambina.<br />

Nel 1998, subito dopo la laurea in Architettura,<br />

con tesi in Industrial Design dal titolo “Bivacco<br />

fisso a quota 3.500”, si trasferisce ad Innsbruck,<br />

dove svolge la sua professione impostata<br />

completamente verso il settore della montagna.<br />

Sviluppa intanto una impressionante attività<br />

alpinistica, a partire dagli strepitosi successi nelle<br />

gare internazionali di arrampicata su ghiaccio,<br />

e affrontando a ripetizione salite estreme sulle<br />

Alpi, nel Nepal, nell’Afghanistan, in U.S.A. e<br />

in Canada. Esercita la professione di Guida<br />

Alpina dal 2002 e, rientrata definitivamente in<br />

Italia nel 2005, si stabilisce a Courmayeur, dove<br />

è iscritta e lavora per la “Società delle Guide<br />

di Courmayeur”, prima e unica donna. Come<br />

architetto e designer, collabora con ditte che<br />

producono materiale alpinistico. Ha inoltre<br />

progettato numerosissimi e famosi muri di<br />

arrampicata e parchi gioco in tutta Europa.<br />

Parla il francese, l’inglese e il tedesco, mentre<br />

sta studiando lo s<strong>pag</strong>nolo e il russo.<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 17


1<br />

1 – Incominciamo con una domanda piuttosto indiscreta,<br />

perché viene ad interpellarti sotto un aspetto gelosamente<br />

personale, che ci consentirebbe però di entrare subito<br />

nel cuore di una delicata situazione: una attività, quella<br />

da te intrapresa, dettata da pura passione, o come valida<br />

soluzione professionale? La tua cioè è stata una scelta dove<br />

a giocare è stato un irresistibile amore per la montagna, per<br />

cui starsene lontano, anche se solo saltuariamente, avrebbe<br />

comportato di soffrirne la mancanza? Oppure diventare<br />

Guida Alpina costituiva per te l’opportunità, comunque<br />

degna di approvazione, di immettersi in una carriera<br />

vantaggiosa, ancorché piacevole?<br />

Barmasse <strong>Il</strong> bisnonno, il nonno e poi mio padre sono<br />

divenuti Guide Alpine perché amavano la Valtournenche, e<br />

la Grand Becca (così noi valligiani chiamiamo il Cervino) e<br />

volevano condividerne con altre persone, il fascino, i segreti, la<br />

bellezza, la solennità e l’immensità di questa montagna. Oggi<br />

come allora nulla è cambiato, almeno per quanto mi riguarda.<br />

L’idea di poter regalare delle emozioni uniche a persone che<br />

senza l’aiuto delle Guide Alpine non potrebbero affrontare<br />

l’ascesa del Cervino e di tutte le altre montagne nel mondo,<br />

rappresenta l’essenza magica di questo mestiere che non deve mai<br />

essere confuso con una professione che possa regalare carriera,<br />

vantaggio, approvazione e soprattutto denaro; e questo è l’unico<br />

motivo per il quale oggi io ho deciso di rappresentare la quarta<br />

generazione di Guide Alpine della mia famiglia, i Barmasse.<br />

Bassanini Sono diventato Guida Alpina perché quando<br />

avevo 20 anni mi sembrava fosse il miglior sistema per<br />

guadagnar dei soldi facendo ciò che mi divertiva di più.<br />

Camandona Premetto che nasco da genitori prettamente<br />

cittadini. L’unica passione che mi ha portato da giovanissimo<br />

in montagna è stata la caccia in montagna trasmessami<br />

da mio padre. Ho iniziato ad andare in montagna e scalare<br />

a una età, che oggi si direbbe troppo vecchia, cioè a 17-18<br />

anni, dopo aver concluso l’esame da Maestro di sci alpino; la<br />

passione per l’alpinismo è cresciuta successivamente, a 24 anni<br />

sono diventato aspirante Guida Alpina, una opportunità di<br />

lavoro e passione. Tutta questa premessa per concretizzare che<br />

per me la montagna è prima di tutto grande passione per<br />

l’alpinismo e tutte le sue discipline e poi ovviamente anche<br />

professionalità nel mestiere che custodisco gelosamente che<br />

mi dà la possibilità di vivere e di condividere la mia passione<br />

con altre persone e ovviamente non potrei farne a meno!<br />

Spataro Ho scelto di fare la Guida Alpina per<br />

poter essere sempre sulle mie amate montagne da solo o in<br />

com<strong>pag</strong>nia dei miei futuri Clienti. Come ho sempre fatto fin<br />

da piccolo sul monte Rosa in com<strong>pag</strong>nia di mio padre Remo<br />

che mi ha accom<strong>pag</strong>nato sulle prime salite a piedi o con gli sci.<br />

In seguito mi sono reso conto che la scelta era anche buona<br />

da un punto di vista prettamente economico. Ho iniziato a<br />

lavorare a vent’anni come Guida e da allora ho percorso molte<br />

cime con Clienti. Ancora oggi mi emoziona vedere la gioia dei<br />

miei Clienti che realizzano il sogno di raggiungere una vetta!<br />

18 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

Torretta Nella vita ho cercato di realizzare tutte le<br />

mie aspirazioni: nei miei sogni di ragazzina c’era il desiderio<br />

di diventare Guida Alpina, un desiderio nato dalla prima<br />

salita sulla Piccola Ciamarella, con mio papà e la Guida<br />

Alpina Franco Girodo, quando avevo 15 anni. Ho studiato<br />

architettura a Torino e sono diventata Guida Alpina molti<br />

anni dopo, quando ho potuto permettermi di <strong>pag</strong>are il corso<br />

(in famiglia non si discuteva dell’eventualità di fare le selezioni<br />

per intraprendere questa professione, prima c’era l’Università!).<br />

Dopo la laurea sono andata a Innsbruck, in Austria, per un<br />

lavoro in uno studio di architettura. La città tirolese diventa<br />

il mio sfogo per vivere più vicino alle montagne, ma con un<br />

piede ancora nella città: sono libera di accedere alla selezione<br />

e ai corsi di formazione per Guide Alpine e continuare a<br />

lavorare nel campo del design. Innsbruck mi apre la strada<br />

per vivere in montagna e “di montagna”: progetto al computer<br />

muri di arrampicata, lavoro da aspirante Guida, disegno<br />

prodotti di design per la montagna per ditte diverse (caschi,<br />

zaini, bastoni per camminare, ecc.), divento un’atleta Grivel<br />

nelle gare internazionali di arrampicata su ghiaccio e vado in<br />

bici a scalare, come Hermann Buhl…Così per sette anni! <strong>Il</strong><br />

richiamo del Monte Bianco, dove avevo fatto le mie prime<br />

esperienze in montagna, è stato uno dei fattori che mi ha fatto<br />

rientrare in Italia. Volevo vivere solo più di montagna, la città<br />

non mi attirava più, e Courmayeur è stata l’occasione offertami<br />

da Grivel per cambiare la mia residenza. Sono così entrata<br />

a far parte delle Guide di Courmayeur alcuni anni dopo.


2 – Posto in questi termini, ti risulta ora che questo lavoro sia<br />

sufficientemente ri<strong>pag</strong>ante in fatto economico, o necessiti di<br />

essere supportato, e fino a che punto, da ulteriori entrate ed<br />

eventualmente attraverso quali impieghi? Quanto a lungo<br />

inoltre una Guida Alpina può rimanere su questa faticosa<br />

breccia?<br />

Barmasse Prima di rispondere a questa domanda ci<br />

si deve chiedere cosa significa essere ri<strong>pag</strong>ati. Se dovessi<br />

rispondere prendendo l’esempio di una società come la nostra<br />

dove ci è stato insegnato che benessere è sinonimo di denaro<br />

ti risponderei che no, economicamente il mestiere di Guida<br />

Alpina non è vantaggioso. Soprattutto per i rischi che si<br />

corrono. Ma se mi fermo a riflettere, e ripenso alle parole di un<br />

signore giapponese che ho portato in vetta al Cervino all’età<br />

di 69 anni e che in lacrime, singhiozzando, mi ha detto che gli<br />

avevo appena fatto il regalo più bello della sua vita, allora dico<br />

che non esiste lavoro <strong>pag</strong>ato meglio. La fatica? Indubbiamente<br />

si fa fatica in montagna ma non siamo in miniera… e poi, se<br />

guardo mio padre appena rientrato dal Cervino all’età di 64<br />

anni, penso che la passione per la montagna, è un buon effetto<br />

placebo della fatica.<br />

Bassani <strong>Il</strong> lavoro da Guida è remunerativo, perfetto<br />

quando non si ha famiglia perché si riesce a vivere lavorando<br />

80-100 giorni per anno e si ha tanto tempo libero. Purtroppo<br />

quando si hanno figli i giorni vanno raddoppiati e lavorar da<br />

Guida 200 giorni è fisicamente molto duro.<br />

Camandona <strong>Il</strong> mestiere di Guida Alpina è un mestiere<br />

difficile, i periodi di lavoro si concentrano in pochi mesi<br />

dell’anno, soprattutto estivi, infatti spesso bisogna anche<br />

ampliare gli orizzonti e con un po’ di “fantasia” e di spirito<br />

di iniziativa inventarsi nuove prospettive di lavoro come ad<br />

esempio i trekking per ammirare le montagne più spettacolari<br />

al mondo. Fortunatamente per me, essendo io anche Maestro<br />

di sci, sono facilitato a lavorare anche d’inverno, ma ciò non<br />

toglie che attività come il free ride, lo sci alpinismo, le ciaspole<br />

non possano sopperire alla mancanza di lavoro invernale.<br />

Tendenze alla moda come lo scialpinismo di competizione o<br />

i trail in alta quota possono sicuramente, oggi o nel prossimo<br />

futuro, diventare nuove prospettive di lavoro per le Guide<br />

Alpine.<br />

Spataro L’attività di Guida Alpina sul Monte Rosa<br />

permette di lavorare durante tutto l’arco dell’anno e assieme<br />

all’attività di elisoccorso presso la base di Aosta, nonché come<br />

fotografo d’azione non necessito di fare altri lavori lontano<br />

dai monti per vivere. Se il fisico me lo permette spero di poter<br />

accom<strong>pag</strong>nare i miei Clienti, magari sulle montagne meno<br />

impegnative, fino a tarda età. Per una Guida arrivare all’età<br />

della pensione è un sogno, visti i rischi oggettivi (seracchi,<br />

valanghe e caduta pietre) che incontriamo ogni giorno!<br />

Torretta <strong>Il</strong> fattore economico non ha mai inciso sulle<br />

mie scelte di vita, volevo vivere con quello che mi piaceva di più<br />

fare: andare in montagna e progettare per la montagna! Oggi<br />

vivo facendo la Guida Alpina e in parte con le sponsorizzazioni<br />

3<br />

delle aziende con cui collaboro. Nelle mezze stagioni svolgo,<br />

in quanto Guida Alpina, attività di formazione degli operai<br />

per “lavori in altezza” e di “rigger” nella preparazione dei<br />

grandi concerti. La professione è ri<strong>pag</strong>ante dal punto di vista<br />

economico se ci si propone ai Clienti in modi diversi, con<br />

impegno e fantasia. È un lavoro faticoso rispetto a lavorare in<br />

ufficio tutto il giorno, ma lavorare dietro a una scrivania con<br />

continuità non fa per me! <strong>Il</strong> futuro sono i giovani, e oggi è<br />

importante creare un cultura alpina nei ragazzi: sono molte le<br />

attività che svolgo con loro. <strong>Il</strong> problema è il costo della Guida,<br />

ma se si trova la collaborazione con un ente disposto a investire<br />

nei giovani, lo si può abbattere o annullare.<br />

Lavoro con la fondazione “Montagna Sicura” di Courmayeur<br />

che, attraverso progetti finanziati da Comunità Europea e<br />

Regione Valle d’Aosta, offre corsi gratuiti sui rischi della<br />

montagna, per ragazzi in età scolare. Con Grivel ho costituito<br />

nel 2010 il “Junior Ice team Grivel” per insegnare l’arrampicata<br />

su ghiaccio e il dry tooling ad un gruppo di ragazzi dai <strong>13</strong> ai<br />

16 anni. Quattro anni fa mi sono sposata e a luglio 2012 sono<br />

diventata mamma di Lidie e ho già nuove idee per continuare<br />

a lavorare anche con la mia bambina!<br />

3 – Esistono, o potresti tu stesso proporne la costituzione,<br />

forme proficue che riescono ad incrementare il ricorso<br />

all’impiego della Guida Alpina da parte degli appassionati<br />

di montagna che desiderano raggiungere cime che non sono<br />

alla loro portata indipendente?<br />

Quali sono le montagne di più forte richiamo e di maggior<br />

interesse?<br />

Barmasse Come istruttore delle Guide Alpine ho<br />

notato che molti degli allievi che si presentano ai corsi, siano<br />

alla ricerca di uno “status symbol”, di una sorta di vanto da<br />

esercitare su persone che come loro sognavano di divenire<br />

Guide Alpine solo per esibire lo stemma, la “patacca”. Così<br />

facendo, la Guida Alpina perde la sua identità, le sue origini<br />

e la nostra figura di professionisti della montagna, perdendo<br />

di credibilità, non viene rispettata come un tempo dalle<br />

istituzioni pubbliche ma anche dalle persone normali, i nostri<br />

futuri Clienti. Questo per dirti che forse, per convincere le<br />

persone a usufruire dei nostri servizi, a far sì che attraverso<br />

i nostri insegnamenti si possa raggiungere la cima dei<br />

propri sogni, basterebbe non perdere la nostra identità. Le<br />

montagne di maggior interesse sono quelle più conosciute e<br />

famose. Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa, Pizzo Badile,<br />

Marmolada, Tre Cime di Lavaredo ecc… Questo sulle Alpi.<br />

Bassanini Credo che per incrementare il lavoro da Guida<br />

bisognerebbe innanzitutto cambiare le Guide. Cioè eliminare<br />

chi non fa questo mestiere a tempo pieno. Mi spiego: conoscete<br />

un dentista che un po’ fa il dentista e un po’ il falegname, o il<br />

giornalista, o l’albergatore, o l’impiegato statale o il militare?<br />

Non so fino a che età si può lavorare, dipende dalla salute e<br />

da quanto si ha lavorato. Ma è soggettivo. Ci sono atleti che<br />

sono più longevi di altri, le spiegazioni però sono molteplici.<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 19


Camandona Premetto che il 70% dei Clienti, penso valga per<br />

molte Guide, siano Clienti di medio basso profilo tecnico, per<br />

cui di preferenza indirizzati verso gite su itinerari facili, dalle<br />

ferrate alle montagne di media difficoltà e impegno, anche se<br />

in Valle d’Aosta la tendenza di salire sui nostri quattromila,<br />

come ad esempio Monte Rosa e Gran Paradiso, è appetibile e<br />

alla portata di molti. L’interesse maggiore è sicuramente per il<br />

Monte Bianco.<br />

Spataro A Champoluc dove vivo l’attività di Guida<br />

Alpina viene promossa dall’ufficio Guide in collaborazione<br />

anche con alcune agenzie viaggi italiane e straniere. Io<br />

personalmente lavoro principalmente con la mia Clientela<br />

privata che mi sono creato con il passa parola nell’arco degli<br />

ultimi vent’anni. In estate le richieste maggiori riguardano le<br />

vette di 4000 metri e le arrampicate con bambini. In inverno<br />

l’attività più richiesta è lo sci fuori pista seguito in modo<br />

minore dallo scialpinismo.<br />

Torretta Le Guide dovrebbero orientarsi di più<br />

sull’escursionismo, per ampliare il bacino di utenti, da guidare<br />

in un secondo tempo verso l’alpinismo.<br />

<strong>Il</strong> lavoro con la Società delle Guide è ugualmente stimolante,<br />

ma ovviamente, essendo a Courmayeur, si concentra sul Monte<br />

Bianco: pertanto il numero maggiore di affluenza di Clienti<br />

sono per le traversate della francese Aiguille du Midi 3.800<br />

metri, all’italiana Punta Helbronner 3.460 metri in estate. In<br />

inverno la discesa con sci più frequentata è sempre la Vallèe<br />

Blanche, partenza da Punta Helbronner fino a Chamonix.<br />

Rifare un itinerario più volte mi fa apprezzare i piccoli<br />

cambiamenti della montagna giorno dopo giorno.<br />

4<br />

4 – In base alla tua esperienza, potresti tracciare i diversi<br />

profili dei tuoi Clienti, classificandoli cioè nel riferimento<br />

alle motivazioni che li spingono ad affrontare salite che<br />

sono lontane dalle loro autonome possibilità: si tratta cioè<br />

di fatue ambizioni, di una dimostrazione di autostima, o di<br />

autentica passione per poter gustare le emozioni e i brividi<br />

di arrivare su cime che si erano a lungo sognate? E quali sono<br />

i rapporti che si stabiliscono con i diversi tipi di Clienti?<br />

Barmasse La maggior parte dei miei Clienti sono<br />

diventati Amici con i quali mi diverto a programmare anno<br />

per anno salite interessanti, spesso anche molto facili, ma<br />

che presentano una peculiarità. La solitudine. Amo portare i<br />

Clienti là dove non troveremo rifugi affollati, code sulla via di<br />

salita; questo per cercare di far vivere loro il fascino della natura<br />

e della montagna selvaggia. Anche una semplice passeggiata<br />

assume, nelle stagioni meno consuete, un fascino particolare<br />

e può regalare un’ap<strong>pag</strong>ante soddisfazione. E se decidiamo di<br />

andare su una montagna famosa, io ed i miei Amici Clienti,<br />

cerchiamo di andarci fuori stagione. <strong>Il</strong> resto della mia Clientela<br />

sono persone che mi conoscono per l’attività alpinistica e<br />

vogliono scalare con me il Cervino.<br />

Bassanini Le motivazioni dei Clienti sono complicate e<br />

difficilmente codificabili. Alla base c’è un grande amore per<br />

la montagna e gli spazi aperti. Molte volte sono o diventano<br />

20 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

ottimi alpinisti. I più, in realtà, non affrontano salite lontano<br />

dalle loro possibilità ma prendono atto, intelligentemente,<br />

che l’alpinismo è uno sport pericoloso e rivolgersi ad un<br />

professionista aiuta a portare a casa la pelle. I buoni Clienti, in<br />

genere, diventano Amici.<br />

Camandona Come premesso prima i Clienti sono persone<br />

che hanno una grande passione per la montagna e ciò che la<br />

circonda, alla ricerca di emozioni forti, con la consapevolezza<br />

di non essere in grado di salire da soli, cercando aiuto in un<br />

professionista come la Guida Alpina, andando alla ricerca<br />

della montagna dei propri sogni. Le persone che vengono in<br />

montagna con me non posso chiamarli Clienti, prima di tutto<br />

sono Amici.<br />

Spataro La maggior parte dei miei Clienti è spinta<br />

dalla passione di scalare le montagne più alte e non avendo le<br />

capacità tecniche per salire da soli si rivolgono ad una Guida<br />

Alpina per realizzare i loro sogni in sicurezza. Quasi tutti<br />

i miei Clienti si sono affezionati e ritornano di anno dopo<br />

anno anche nelle mezze stagioni per salire cime famose o per<br />

scoprire quelle meno conosciute.<br />

Torretta <strong>Il</strong> bello della mia professione è non fare mai<br />

le stesse cose. Propongo ai miei Clienti gite diverse che<br />

contemplano tutti gli aspetti dell’alpinismo: con loro cerco di<br />

stabilire a inizio stagione un obiettivo da raggiungere, in modo<br />

da motivarli nelle singole uscite, altre volte propongo loro<br />

itinerari particolari, se si presentano condizioni ottimali. I miei<br />

Clienti più affezionati sono persone adulte e professionalmente<br />

realizzate, che hanno scoperto il piacere della montagna dopo<br />

gli “anta”, e sotto la mia guida hanno potuto raggiungere<br />

vette che da soli non avrebbero neanche sognato. Di norma<br />

non sono loro che chiedono un’escursione particolare, ma<br />

generalmente sono io che propongo le diverse salite. Sovente<br />

con queste persone si instaura un rapporto di Amicizia che va<br />

al di là della professione.


Nella <strong>pag</strong>ina precedente, sopra e sotto:<br />

tre immagini di Anna Torretta in scalata al Brevent, nell’esercizio della sua<br />

professione di Guida Alpina, rivolta ad una giovane ragazza.<br />

Sullo sfondo domina il Monte Bianco (foto: S. Im for Grivel Mont Blanc).<br />

5<br />

5 – L’ultima domanda riassume forse insieme il senso<br />

delle precedenti e delle relative risposte: se un colpo di<br />

spugna riuscisse ad azzerare gli anni e far tornare da capo,<br />

ti sentiresti ancora di affrontare il lungo percorso richiesto<br />

per conseguire il brevetto di Guida Alpina, e rimettersi poi<br />

a cimentarsi in questa attività come scelta di vita?<br />

Barmasse I corsi di Guida Alpina non sono ne troppo<br />

lunghi e nemmeno troppo impegnativi. Ti assicuro che si<br />

richiede solamente la giusta preparazione e il giusto impegno<br />

per chi, una volta conseguito il brevetto di Guida Alpina, dovrà<br />

assumersi la responsabilità di accom<strong>pag</strong>nare i propri Clienti<br />

in montagna. Inoltre ho così tanti bei ricordi che ripeterei il<br />

corso senza indugiare. Ed è proprio perché mi mancavano i<br />

corsi che ho deciso di diventare istruttore delle Guide Alpine.<br />

Bassanini Se tornassi indietro rifarei la Guida ma andrei<br />

a vivere in Francia o in Svizzera.<br />

Camandona Ovviamente sì, anzi per me sono stati forse i<br />

momenti più intensi e belli della mia vita, da me vissuti con<br />

una intensità umana che mai potrò rivivere.<br />

Spataro Se dovessi scegliere nuovamente rifarei<br />

precisamente lo stesso percorso come ho fatto da giovanissimo<br />

se possibile con qualche incidente sulla mia pelle di meno!<br />

Nel duemila ad esempio durante la festa delle Guide per<br />

una distrazione ho fatto un pendolo di trenta metri contro il<br />

campanile della chiesa di Antagnod… Conseguenza 6 mesi<br />

di inattività fratture multiple trauma cranico e operazione per<br />

ricostruire zigomo, naso e mandibola.. Da allora presto più<br />

attenzione in tutte le manovre di corda!<br />

Torretta Ho iniziato il corso Guide in Austria, dove<br />

sono diventata “Aspirante Guida”, ho continuato la formazione<br />

con il corso Nazionale e infine ho conseguito il patentino<br />

da “Guida Alpina” in Val d’Aosta. <strong>Il</strong> periodo in cui ho fatto<br />

“il corso Guide”, con le amicizie, le scalate di quegli anni, la<br />

spensieratezza, è stato uno dei più belli della mia vita. <strong>Il</strong> corso<br />

non era un impegno pesante, lo scalare le montagne era tutto:<br />

imparare e dimostrare di farlo nei migliori dei modi era la mia<br />

aspirazione. La parte relativamente più impegnativa erano gli<br />

esami di Soccorso Alpino, ma, come tutti gli esami, studiando<br />

si passano. Mi sono scontrata con gli istruttori in Austria,<br />

durante la formazione di Aspirante Guida, e ne ho <strong>pag</strong>ato le<br />

conseguenze: ho rifatto un corso, ma temo che rifarei nello<br />

stesso modo anche a distanza di anni. Non ho mai imparato<br />

a “tenere la bocca chiusa”, se sono convinta di aver ragione.<br />

Rifarei quello che ho fatto? Assolutamente sì! La professione<br />

più bella del mondo!<br />

La redazione di “Uomini e <strong>Sport</strong>” e i suoi lettori esprimono la loro<br />

viva riconoscenza a Hervè Barmasse, a Giovanni Bassanini, a Marco<br />

Camandona, a Marco Spataro, ad Anna Torretta, che con garbata<br />

intelligenza ed apprezzata disponibilità hanno contribuito ad aprirci<br />

nuovi orizzonti verso il mondo delle Guide e indirettamente verso<br />

l’appassionante frequentazione delle più belle montagne.<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 21


Val D’Annivers<br />

IL FREERIDE CHE NON TI ASPETTI<br />

Sono molte le località del vicino Canton Vallese, in<br />

Svizzera, famose per le loro piste ed i loro fantastici<br />

itinerari in neve fresca ma forse non tutti conoscono la<br />

Val d’Anniviers.<br />

Nella stagione invernale la Val d’Anniviers e i suoi caratteristici<br />

centri abitati hanno un fascino speciale con i loro antichi chalet<br />

di legno scuro coperti dalla morbida coltre di neve bianca.<br />

Neve, tanta neve, sulle stradine bianche e le piste dello sci di<br />

fondo, sopra gli alberi dei fitti boschi, nei campi gioco per i<br />

bambini, sulle piste per gli slittini e su quelle per lo sci.<br />

Sciare tra Grimentz e Zinal permette di spaziare su parecchie<br />

decine di chilometri di tracciati, segnati e battuti, di ogni livello<br />

di difficoltà. Ma sono stati quei gruppi di ragazzi con enormi<br />

sci da neve fresca a farmi sorgere il dubbio che ci fosse ancora<br />

qualcosa da scoprire. E infatti, appena c’è stata la possibilità,<br />

questa volta accom<strong>pag</strong>nato da una Guida esperta che conosce<br />

ogni angolo della sua valle, ho potuto scoprire un nuovo<br />

mondo di valloni, pendii, versanti, canali dove la neve è allo<br />

stato naturale, soffice e fresca d’inverno e nei versanti a Nord,<br />

trasformata e compatta in primavera.<br />

In pratica, sebbene la Val d’Anniviers sia un luogo dove frotte<br />

di bambini vengono ad imparare a sciare e dove sciatori di tutti<br />

i livelli trovano piste adatte a loro, qui si trova anche uno dei<br />

santuari del freeride con enormi spazi ed infinite possibilità per<br />

scendere fuoripista a fianco delle piste battute, in vaste valli o<br />

su interi versanti assolutamente selvaggi.<br />

Nella zona di Grimentz merita una citazione particolare<br />

l’incontaminato vallone che dal Roc d’Orzival permette di<br />

scendere, scegliendo tra molte varianti, fino a St. Jean; 1500<br />

metri di dislivello sui quali lasciare la propria firma.<br />

A Zinal si raggiunge l’apoteosi sui numerosi versanti in ombra<br />

o esposti a Nord dove la neve si mantiene a lungo polverosa,<br />

come nei ripidi canalini a fianco della Piste du Chamois oppure<br />

nella solitaria valle del Lac de Moiry dove si scia nella polvere<br />

su vaste praterie immacolate.<br />

Probabilmente ci sono località più famose per il freeride,<br />

Verbier per esempio, ma questo non è uno svantaggio per la Val<br />

d’Anniviers; qui non c’è mai troppa gente e gli spazi da scoprire<br />

nell’inesauribile gioco della ricerca della neve più bella sono<br />

veramente sconfinati.<br />

INFORMAZIONI<br />

Per una vacanza in Val d’Anniviers, oltre agli alberghi, gli appartamenti e molti rifugi, sono<br />

presenti numerose strutture di alloggio per gruppi, ideali per famiglie e com<strong>pag</strong>nie organizzate.<br />

Per informazioni e prenotazioni: www.sierre-anniviers.ch. Informazioni sulla regione e su tutte<br />

le opportunità che offre: www.vallese.ch tel. 0041 27 3273570 dove si trovano anche pacchetti a<br />

prezzi particolarmente interessanti. Ulteriori proposte su www.myswitzerland.com.<br />

5 villaggi, 4 comprensori sciistici<br />

220 km di piste, 45 impianti di risalita<br />

5 Snowparks, 3 Boardercross<br />

63 km di piste per lo sci di fondo<br />

Itinerari per lo sci fuoripista<br />

8,7 km di piste per lo slittino<br />

73 km di sentieri invernali<br />

Percorsi per racchette da neve segnalati<br />

Avalanche Training Center<br />

Piste per pattinaggio e curling<br />

2 Scuole di volo e Parapendio<br />

5 Scuole di Sci e 1 Ufficio Guide Alpine<br />

Articolo a cura della rivista on-line Piediliberi - www.piediliberi.it<br />

COME ARRIVARE<br />

In auto: Statale del Passo del Sempione fino al passo e discesa a Briga – possibilità di evitare il valico caricando<br />

l’auto sul treno da Iselle a Briga – si prosegue poi fino a Sierre da dove si imbocca la Val d’Anniviers. Da<br />

Milano 290 km. Con i mezzi pubblici si arriva a Sierre comodamente, e velocemente, dall’Italia in treno con la<br />

linea Milano – Losanna. Da Sierre e lungo tutta la valle funziona un comodo servizio bus.<br />

22 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong>


Fare sport gratis? Con Pillole di Salute si può!<br />

Tutti sognano di fare sport gratuitamente e nella<br />

provincia di Lecco questo è possibile da settembre<br />

2012, quando l’Associazione di promozione sociale<br />

Giretto insieme con l’ASL di Lecco, l’Amministrazione<br />

Provinciale - Assessorato allo <strong>Sport</strong>, il CONI, Federfarma e il<br />

main sponsor ACEL Service, è scesa in campo con il progetto<br />

Pillole di Salute.<br />

Pillole di Salute è una confezione simile a quella dei farmaci<br />

che però contiene 35 coupon che danno la possibilità di<br />

svolgere ore di attività fisica completamente gratuite presso<br />

le Strutture/Associazioni sportive del territorio che hanno<br />

aderito al progetto.<br />

A settembre 2012 sono state distribuite 10.000 scatolette<br />

presso le 96 farmacie della provincia. Chiunque recandosi in<br />

farmacia poteva prendere gratuitamente la scatoletta di Pillole<br />

di Salute e sfruttare i 35 coupon disponibili per fare sport<br />

gratis. A distanza di 3 mesi le scatolette presso le farmacie<br />

erano andate a ruba e stanno ormai quasi terminando, ma<br />

il progetto continua grazie al sito web www.pilloledisalute.<br />

giretto.it dal quale è possibile visualizzare tutte le attività che<br />

si possono provare.<br />

Nordic walking, nuoto libero, acquagym, volley, atletica,<br />

arrampicata, sub, ma anche sport innovativi come hitball<br />

o quelli di provenienza orientale come tai chi vietnamita o<br />

vivinam viet vo do. Insomma un’ampia scelta di sport tutti da<br />

provare gratuitamente!<br />

Come? Semplice basta collegarsi al sito web www.<br />

pilloledisalute.giretto.it scegliere le attività che si desidera<br />

provare, scaricare il coupon allegato, contattare la Struttura/<br />

Associazione sportiva per fissare il giorno della prova e poi<br />

fare tanto sport!<br />

Pillole di Salute è un progetto in continua crescita.<br />

Le Strutture sportive che desiderano partecipare e mettere<br />

a disposizione prove gratuite di movimento aumentano di<br />

mese in mese e Giretto può così continuare ad incrementare<br />

l’offerta sportiva con attività nuove che vengono comunicate e<br />

rese disponibili, insieme a quelle già esistenti, attraverso il sito<br />

web.<br />

Giretto non si è accontentato di ideare un progetto che dia la<br />

possibilità a tutti di fare ogni tipo di sport gratis, ma è andato<br />

oltre organizzando Pillole di Salute IN TOUR: giornate<br />

interamente dedicate allo sport, con numerose attività sportive<br />

gratuite da provare tutte all’interno di un’unica struttura<br />

sportiva.<br />

In questo modo gli utenti possono provare gli sport offerti<br />

ed essere seguiti e consigliati da uno staff professionista e<br />

competente.<br />

Dopo il primo debutto del 25 novembre a Cesana Brianza,<br />

Giretto ha in programma altre tappe del TOUR per offrire<br />

nuovi momenti di attività fisica tutti riuniti in un’unica cornice:<br />

in primavera il negozio <strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong> di Bevera ospiterà<br />

una tappa di Pillole di Salute IN TOUR, dove i bambini e<br />

le famiglie potranno provare tante attività sportive gratuite e<br />

passare una giornata all’insegna del divertimento e dello sport.<br />

Conferenza Stampa di presentazione del progetto Pillole di Salute.<br />

Da sinistra: Gianluigi Maggioni, Antonio Rossi, Enzo Lucchini<br />

Seguite le iniziative sul sito: www.pilloledisalute.giretto.it<br />

Oppure su facebook : www.facebook.com/pilloledisalute.giretto.it<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 23


L’allenamento, svolto al meglio, comunque comporta<br />

delle difficoltà, che se affrontate con grande forza d’animo<br />

permettono di concretizzare i nostri più irraggiungibili ideali.<br />

La forza di volontà è il trampolino di lancio per riuscire nel<br />

mio intento, per conseguire obiettivi e raggiungere risultati.<br />

L’attività fisica permette di superare quasi tutti gli ostacoli,<br />

specialmente per le persone che hanno delle disabilità; sono<br />

fermamente convinto che il potere della mente possa prevalere<br />

sul dolore, qualsiasi esso sia, ed è anche grazie all’attività<br />

motoria che si possono far regredire le nostre avversità.<br />

E’ grazie a questa convinzione che ho deciso di mettermi in<br />

gioco, sfidando me stesso.<br />

Mi rendo conto di essere fortunato anche perché molte persone<br />

gravitano intorno a me dandomi forza, coraggio e stimoli.<br />

L’appoggio delle persone è per me fondamentale per riuscire<br />

in questa sfida, nella quale le mie sole forze in alcuni momenti<br />

potrebbero non bastare per superare gli ostacoli.<br />

Sono affetto da una rara malattia genetica chiamata<br />

Adrenoleucodistrofia (ALD) dovuta a una mutazione del<br />

gene ABCD1, che è localizzato sul cromosoma X e dal Morbo<br />

di Addison, patologia a carattere endocrino.<br />

L’ALD, colpisce quasi esclusivamente i maschi, mentre le<br />

femmine sono di solito portatrici sane della mutazione.<br />

Esistono forme diverse di Adrenoleucodistrofia, che vanno<br />

dalla più precoce e grave forma cerebrale infantile, alla più<br />

mite e tardiva Adrenomieloneuropatia (AMN).<br />

In questa malattia si verifica l’accumulo di acidi grassi a catena<br />

molto lunga (VLCFA), che provocherebbe in modo ancora<br />

non del tutto chiarito la graduale distruzione della mielina<br />

– la guaina che avvolge e isola gli assoni – oppure la lenta<br />

degenerazione degli assoni stessi.<br />

Inoltre, nella malattia è di solito colpito anche il surrene (il<br />

termine “adreno” indica il coinvolgimento delle ghiandole<br />

surrenali), con conseguente ridotta produzione degli ormoni<br />

steroidei che sono necessari per la sopravvivenza”.<br />

Da quando i sintomi della malattia sono diventati più evidenti,<br />

la voglia di reagire è diventata la mia linea guida; anche nel<br />

24 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

Luca Galimberti<br />

La forza di un Sogno<br />

<strong>Il</strong> mio nome è Luca Galimberti, sono un ragazzo che fa parte di un gruppo<br />

di persone che hanno avuto la fortuna di avere una malattia rara.<br />

Fortuna perché uno dei pochi mezzi per contrastare l’evolversi della stessa,<br />

è la pratica fisica: lo <strong>Sport</strong>.<br />

periodo più difficile, quello legato al principio di paralisi,<br />

la voglia di combattere mi ha permesso di riemergere nei<br />

momenti di maggior sconforto.<br />

Ho sempre praticato attività sportiva sin dalla prima giovinezza<br />

partecipando, da adolescente, alle mini-olimpiadi (giochi della<br />

gioventù) confrontandomi con atleti di tutto il mondo.<br />

La fortuna, con la F maiuscola, di avere avuto basi solide da cui<br />

ripartire mi ha permesso di riuscire a dirigermi verso il sogno<br />

più grande: le Olimpiadi.<br />

Un sogno che rientra nei desideri di qualunque atleta, un<br />

traguardo difficile da tagliare; in ogni caso considero il mio<br />

sogno chiamato Olimpiade qualsiasi opportunità realizzabile.<br />

Condividere i valori dello sport è davvero importante; unifica i<br />

principi le ideologie e le persone; un grande mezzo che rilascia<br />

una costante energia nel tempo.<br />

Grazie alla dimensione sport ho avuto la possibilità di<br />

immergermi in un mondo sempre più sorprendente e<br />

gratificante; ho incominciato a intraprendere percorsi nuovi,<br />

come le esperienze nel mondo delle scuole e all’Università di<br />

Scienze Motorie di Rimini, per portare grandi messaggi.


I suoi risultati nell’ultimo biennio<br />

2012<br />

Arrampicata sportiva<br />

Campionati Italiani Paraclimbing Speed Campione Italiano<br />

Nuoto<br />

XXXV Camp.ti Italiani assoluti 50 Sl 1°classificato Campione Italiano<br />

XXXV Camp.ti Italiani assoluti 50 Sl Open 1°classificatoTitolo Open<br />

XXXV Camp.ti Italiani assoluti 100 Sl 2°classificatoVice campione Italiano<br />

XXXV Camp.ti Italiani assoluti 100 Sl Open 3°classificato Bronzo Open<br />

XXXV Camp.ti Italiani assoluti 100 rana 1°classificato Campione Italiano<br />

XXXV Camp.ti Italiani assoluti 4×100 sl 1°classificato<br />

XXXV Camp.ti Italiani assoluti record italiano 4×100 mista 1°classificato<br />

Camp.ti Societari Napoli 50 sl 100 sl 400 sl 4x100 stile 4x100<br />

mista 4x50 stile 4x50 mista<br />

2° Coppa Italia - 2° Campionati Italiani di società<br />

Camp.ti Societari Napoli Record Italiano 4x100 sl<br />

Camp.ti Societari Napoli Record Italiano 4x100 mista<br />

Camp.ti Italiani Assoluti Busto Arsizio F.I.N.P. 50 sl 1° classificato<br />

Campione Italiano<br />

Camp.ti Italiani Assoluti Busto Arsizio F.I.N.P. 50 sl open 1° classificato<br />

Titolo Open<br />

Camp.ti Italiani Assoluti Busto Arsizio F.I.N.P. 100 sl 2° classificato<br />

Camp.ti Italiani Assoluti Busto Arsizio F.I.N.P. 100 sl open 4° classificato<br />

Camp.ti Italiani Assoluti Busto Arsizio F.I.N.P. open società 3° classificato<br />

Bronzo Open<br />

Meeting interregionale di nuoto Campionato dell'Emilia Romagna F.I.N.P.<br />

Bologna 100 sl 1° classificato Campione regionale<br />

Meeting interregionale di nuoto Campionato dell'Emilia Romagna F.I.N.P.<br />

Bologna 50 sl 2° classificato Vice Campione regionale<br />

Meeting interregionale di nuoto Campionato dell'Emilia Romagna F.I.N.P.<br />

Bologna staffetta 4x100 mista 1° classificato<br />

Meeting interregionale di nuoto Campionato dell'Emilia Romagna F.I.N.P.<br />

Bologna staffetta 4x100 sl 1° classificato<br />

Canoa<br />

Campionati Italiani Assoluti Canoa velocità k1 500 m 4° classificato<br />

Campionati Italiani Assoluti Canoa velocità k1 200 m 4° classificato<br />

XIII Gara di Fondo Aperta Camp.to Regionale k2 1° classificato<br />

Campione Regionale<br />

XXIII Meeting International Canoa Kayak k2 1° Classificato<br />

Titolo Internazionale<br />

Campionati Italiani Paracanoa k1 2° classificato Vice Campione Italiano<br />

Campionati Regionali Paracanoa k1 1° classificato Campione Regionale<br />

2011<br />

Canoa<br />

Campionati Italiani Paracanoa discesa fluviale Ferrara Po’ di Volano k1<br />

3° classificato<br />

Rimini Challenge F.I.C.K. Rimini k1 3°classificato<br />

Selezione Mondiali Paracanoa Olimpica "Flatwater" Campogalliano k1 n.c.<br />

Iv° Camp.to Italiano Paracanoa slalom Casalecchio di Reno k1 1° classificato<br />

Campione Italiano<br />

Iv° Campionato Regionale Paracanoa slalom Casalecchio di Reno k1<br />

1° classificato Campione Regionale<br />

Nuoto<br />

Meeting interregionale di nuoto Campionato dell'Emilia Romagna F.I.N.P.<br />

Reggio Emilia 50 sl 3° classificato<br />

Meeting interregionale di nuoto Campionato dell'Emilia Romagna F.I.N.P.<br />

Reggio Emilia 100 sl 1° classificato - Trofeo del Tricolore –<br />

Campione Regionale<br />

8° Meeting Master nuoto F.I.N. Pescara 16° classificato<br />

Campionati Italiani U.I.S.P Master 2011 200 sl Riccione 16° classificato<br />

Campionati Italiani U.I.S.P Master 2011 100 sl Riccione 56° classificato<br />

Campionati Italiani U.I.S.P Master 2011 50 sl Riccione 38° classificato<br />

8° trofeo città di Riccione Master F.I.N. 2011 100 sl Riccione 34° classificato<br />

8° trofeo città di Riccione Master F.I.N.2011 200 sl Riccione 15° classificato<br />

So di avere realizzato molto ma, sono convinto, di avere ancora<br />

grosse opportunità sia a livello personale sia a livello sportivo.<br />

<strong>Il</strong> percorso intrapreso sin d’ora mi ha regalato davvero grossi<br />

successi; sono consapevole che solo con i grandi sacrifici<br />

riusciremo a migliorarci e crescere nel migliore dei modi.<br />

Sono Testimonial di grandi realtà come Telethon, Progetto<br />

Mielina, Unascabile e Sandiline Italia.<br />

Tutto ciò mi da grande forza e mi spinge verso nuovi orizzonti;<br />

il 2011 e il 2012 sono gli anni dei grandi frutti. Nel mese di<br />

dicembre dello scorso anno sono riuscito a realizzare davvero<br />

tanto compresa la pubblicazione del mio libro “<strong>Il</strong> mio sogno<br />

chiamato Olimpiade – non sono fatto per stare su una sedia<br />

a rotelle” i cui proventi saranno devoluti alla ricerca per le<br />

malattie rare e demielinizzanti.<br />

La ricerca è importante, importante per tutti, con piccoli<br />

sforzi si può dare una mano a chi ha davvero grandi difficoltà<br />

alleviandone le sofferenze.<br />

Per quanto riguarda il mio percorso sportivo mi ritengo molto<br />

soddisfatto dei risultati ottenuti sin ora; i titoli Italiani, Open<br />

e Internazionali sono la prova lampante di come grazie anche<br />

al lavoro di coloro i quali sono dietro le “quinte” medici,<br />

preparatori, fisioterapisti si sia trovata la strada giusta verso il<br />

conseguimento di importanti traguardi.<br />

per saperne di più:<br />

www.progettomielina.it<br />

www.unascabile.it<br />

www.auxilia.fvg.it<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 25


ACCADEVA NELL’ANNO…<br />

<strong>Il</strong> delizioso articolo che arricchisce in maniera straordinaria la rubrica<br />

“Accadeva nell’anno” di questo numero, si presenta nella forma di squisita<br />

rievocazione di un’epoca romantica del nostro alpinismo. Ma non è tanto<br />

per questo però che merita di essere attentamente letto ed apprezzato,<br />

perché allo stesso tempo fornisce la testimonianza storica di un tempo<br />

in cui l’alpinismo, che si svolgeva sulle montagne che sovrastano Lecco<br />

e i paesi limitrofi, cresceva prepotentemente sia in qualità e in presa di<br />

coscienza delle proprie potenzialità, sia come attrattiva di forte richiamo<br />

per tanti innamorati della montagna.<br />

Da scritti come questi, la motivazione accattivante delle stesse montagne<br />

avrebbe ricevuto un impulso sempre più consistente, da cui derivava<br />

settimanalmente un caratteristico scenario di costume.<br />

L’articolo riguarda precisamente il 1935, l’anno in cui fu scritto da Mary<br />

Varale, e per questo motivo illustra una situazione ben differente dal<br />

periodo in cui venne pubblicato in anteprima su “Rassegna di Montagna”,<br />

quando nel 1966 Vittorio Varale, marito della validissima alpinista,<br />

lo passò in esclusiva all’annuario della sottosezione del C.A.I. Belledo,<br />

Sezione di Lecco.<br />

Arrampicate della grignetta<br />

di Mary Varale<br />

Non c’è neanche bisogno di parlarne in famiglia e<br />

studiare in anticipo i particolari della gita che per<br />

un giorno ci porterà a respirare l’aria buona dei<br />

monti: già si sa che ogni sabato sera della buona<br />

stagione, vale a dire dall’aprile all’ottobre – tolta la lunga<br />

vacanza che si va a passare nelle Dolomiti – gli arrampicatori<br />

di Milano e dintorni accorrono in “Grigna”.<br />

È un’abitudine ormai alla quale siamo tutti legati, e vi<br />

rimaniamo fedeli per le soddisfazioni che ci dà. Qualche<br />

volta potremo volgere altrove i nostri passi senza neanche<br />

allontanarcene troppo: andremo al Resegone o ai Corni di<br />

Canzo, allo Zuccone di Campelli o alla Presolana dovunque<br />

ci sia della roccia sulla quale posare le mani, ma la “Grignetta”<br />

rimane la nostra favorita, e altrettanto il suo vicino “Grignone”,<br />

massiccio e pelato, che per noi fa tutt’uno con la sorella minore.<br />

Quei sabati, chi lavora in casa sbriga alla svelta le proprie<br />

faccende e chi è in ufficio chiede il permesso d’uscire con breve<br />

anticipo: giusto alle 19 e un quarto c’è la comodità d’un diretto<br />

in partenza alla Stazione centrale, il quale dopo 67 minuti ci<br />

sbarca a Lecco. Appena fuori, sul piazzale si trovano pronte<br />

le autocorriere, e non c’è pericolo che partano vuote verso la<br />

Valsassina, dove appunto siamo diretti per poi salire sui monti.<br />

Da Lecco vediamo vicinissima alla nostra sinistra profilarsi<br />

l’estremità meridionale del Coltignone, che cade a picco sui<br />

sobborghi dell’industre cittadina lombarda.<br />

Subito l’occhio esperto riconosce che quelle pareti devono<br />

26 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

1935<br />

= =<br />

prima parte<br />

avere un significato e rappresentare un risultato. È bene sapere<br />

che, vergini fino a pochi anni addietro, ora tanto la parete del<br />

San Martino sopra le case di Castione e di Rancio, quanto la<br />

più alta parete del Corno di Medale sopra Malavedo, sono<br />

state superate dagli arrampicatori locali.<br />

Soltanto i profani che sono con noi in corriera possono<br />

disinteressarsi dal volgere lo sguardo sue due apicchi –<br />

avanguardie dei “tesori” che si trovano alle loro spalle; quanti di<br />

noi sentiamo l’amore per le arrampicate guardiamo invece con<br />

attenzione quelle pareti grigie e gialle e pensiamo alla gioia di<br />

coloro che per primi le superarono ad onta delle difficoltà, dei<br />

pericoli e della leggenda che orribili e velenosi serpenti colassù<br />

annidati ne impedissero il passaggio.<br />

La corriera quasi costeggia la base della Medale attraversando<br />

le case di Laorca; risale le prime serpentine della Valsassina, ed<br />

ecco Ballabio, dopo appena venti minuti da Lecco.<br />

Qui siamo già a 655 metri d’altitudine, e la piramide rocciosa<br />

delle Grigna meridionale apparirebbe ai nostri occhi se le<br />

prime ombre della sera non fossero calate sulla terra.<br />

Alcuni lumi brillano in alto, e verso di essi ci dirigiamo<br />

dopo esserci alleggeriti della giacca che riponiamo nel sacco<br />

carico di provvigioni per l’indomani. Appena fuori del paese<br />

attraversiamo il cantiere per i lavori di costruzione della strada<br />

carrozzabile che sarà inaugurata nell’ottobre prossimo; noi ci<br />

accontentiamo di salire su a piedi come sempre.<br />

Un’acqua che scorre schiumosa; un ponticello; due sentieri


Sullo sfondo: due fatidiche torri della<br />

Grignetta; sulla sinistra il Torrione<br />

Cinquantenario, a destra la Torre<br />

Cecilia (foto: Giorgio De Capitani).<br />

Sopra: Mary Varale, ritratta tra i<br />

fratelli agordini Giovanni e Alvise<br />

Andrich, due protagonisti dell’epopea del<br />

sesto grado nelle Dolomiti (foto: Fondo<br />

Vittorio Varale - Biblioteca civica di<br />

Belluno).<br />

aspettano i viandanti. Quello di sinistra, detto della “Ferrata”, porta al Piano dei<br />

Resinelli che è un delizioso, verde e ombroso luogo di quiete e di riposo, sparso di<br />

piccoli rifugi, di ville e d’una Chiesetta; il sentiero di destra, che risale il torrentello,<br />

è detto della “Val Grande” e segna il cammino per giungere al rifugio-albergo Carlo<br />

Porta, della Sezione di Milano del C.A.I. Esso sorge all’estremità settentrionale del<br />

Piano dei Resinelli e un poco al disopra di questo, come dire più vicino ai costoni<br />

e alle creste che scendono dalla Grignetta. È in una posizione delle più amene ed è<br />

frequentatissimo soprattutto per la tranquillità che vi si gode e per il modo con cui è<br />

tenuto. Ad arrivare quassù non abbiamo mica compiuto una grande impresa; siamo<br />

appena a 1.400 metri d’altitudine, e senza sudare né affannarci come fanno certe<br />

comitive di cittadini, vi siamo arrivati da Ballabio in poco più di un’ora di cammino.<br />

Guardiamo l’orologio: non sono ancora le 22.<br />

Tre ore fa eravamo ancora sul tram diretti alla Stazione centrale: non è vero che una<br />

montagna più a portata di mano di questa è difficile scoprirla?<br />

Ma non è soltanto questa facilità d’accesso che fa la Grignetta così frequentata e<br />

accogliente. Dopo uno sguardo alla miriade di luci che si vedono brillare laggiù nella<br />

pianura, si va a nanna, e la meraviglia la vedrete al mattino (se non pioverà) e con essa<br />

farete la scoperta dei tesori di questa montagna. Ma io non voglio precedere il volume<br />

delle Guide del C.A.I. proprio dedicato a questo gruppo e la cui pubblicazione,<br />

curata dal Saglio, è imminente. Vi si troveranno ampie e complete descrizioni d’ogni<br />

genere, dal geologico che tratta della conformazione prettamente dolomitica della<br />

roccia onde si compongono le due Grigne fino ai numerosi e quasi tutti pittoreschi<br />

e interessanti itinerari turistici che intersecano i costoni della svelta piramide, ne<br />

scavalcano le creste, s’immergono nei canaloni, ne risalgono per ogni parte i versanti<br />

fino a comprendere il pacifico Grignone anch’esso mèta di tante domenicali escursioni.<br />

<strong>Il</strong> tema a me affidato è meno ampio: riferire alla buona le impressioni e i ricordi di chi<br />

frequenta la Grignetta a scopo d’arrampicamento.<br />

Ricarichiamoci dunque del sacco, nel quale avremo messo il fedele paio di pedule<br />

reduci da tante battaglie; non dimentichiamo la corda lasciata ogni domenica sera in<br />

consegna alla “sciura Maria”, né il martello con la necessaria dotazione di chiodi e di<br />

moschettoni; e incamminiamoci all’attacco delle rocce.<br />

I passi possono indirizzarci verso tre direzioni. Senza lasciare il Piano dei Resinelli,<br />

il Corno del Nibbio ammicca perché gli si vada a fare una visitina. Curioso destino<br />

questo monticolo, erboso e in declivio da tre parti, tagliato a picco dal versante<br />

Nordnordest. Quella parete che ne risulta, alta all’incirca cento metri, non aveva<br />

storia fino a due anni fà.<br />

Soltanto qualche anziano riferiva che prima della guerra ne era stata tentata la scalata<br />

da parte di milanesi, ma senza riuscirvi. In quanto agli arrampicatori lecchesi non vi<br />

badavano neppure, pur avendola continuamente sotto gli occhi.<br />

Nella primavera del 1933 il caro amico e mio maestro Emilio Comici accettò<br />

l’invito di venire in Grignetta a tenervi un corso di tecnica d’arrampicamento per la<br />

Sezione di Lecco; io fui incaricata di fargli da… guida, e ricordo che appena gettato<br />

lo sguardo verso il Nibbio mentre salivamo al Porta uscì con una esclamazione: -<br />

“Guarda che bella parete! Nessuno l’ha mai “fatta”?”. - Alla mia risposta negativa,<br />

soggiunse: - “Andremo noi”. Infatti andammo a metterci le mani qualche giorno<br />

dopo, tornandone con la certezza che, per quanto difficile, la parete era fattibile.<br />

Io non potei partecipare alla prima ascensione per vari motivi, fra cui non secondario<br />

quello della presenza di un centinaio di curiosi che si erano dati convegno sul prato<br />

proprio di fronte al Nibbio come per assistere a uno spettacolo, e cedetti il mio posto<br />

a Piloni nella cordata di Comici e Boga. Ma vi ritornai la settimana dopo con uno dei<br />

più bravi capocordata lecchesi, e fu davvero una magnifica arrampicata. Di passaggi<br />

di sesto grado ve n’è più d’uno; ma non sono di quelli pel cui superamento si debba<br />

ricorrere alla forza. Appartengono piuttosto al genere che d’una scalata sia pure<br />

estremamente difficile fa un modello di tecnica e di eleganza. Per ciò, data anche<br />

la sua ridotta lunghezza, l’arrampicata non risulta faticosa. Questa “via Comici” ha<br />

reso immediatamente popolare il modesto Corno del Nibbio altrimenti votato alla<br />

sorte più oscura malgrado il suo riferimento manzoniano. Divenne subito orgoglio<br />

dei frequentatori della Grignetta il ripeterla: e primi furono appunto i lecchesi e<br />

qualche milanese. Non solo, ma a fianco di essa, e senza badare ai mezzi altri<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 27


percorsi sono stati aperti. Sul fronte della parete<br />

ora risultano tracciate ben quattro “vie”; e una<br />

quinta, meno difficile ma anch’essa divertente, è<br />

sullo spigolo di destra, con passaggio finale sulla<br />

parete. Ho l’impressione di aver concorso anch’io<br />

un pomeriggio dell’estate scorsa che non si sapeva<br />

più dove andare, all’apertura d’una nuova “via” o<br />

variante da quella parte, su per un camino; ma<br />

non è il caso di soffermarci troppo, perché è l’ora<br />

di lasciarci alle spalle il Piano dei Resinelli, dove<br />

torneremo all’imbrunire, un po’ stanchi, ma felici.<br />

L’alta piramide della Grignetta (ma non fidiamoci<br />

troppo di questo diminutivo, perché la Grignetta<br />

non è tascabile, anzi, talvolta traditrice, e sempre<br />

infida), è davanti a noi, nitida e bruna con qualche<br />

striatura di giallo propria della dolomia, nella tersa<br />

chiarità mattinale.<br />

Dove andremo oggi a rampicare? Due direzioni<br />

ci aspettano. Per fila dest’, si va sul versante<br />

orientale; piegando a sinistra ci s’interna nella<br />

parte più caratteristica della Grigna, tutta<br />

formata di guglie, aghi, punte, torrioni che in<br />

numero impressionante, e con formazioni delle<br />

più bizzarre, popolano la cosiddetta Val Tesa e<br />

gli adiacenti valloncelli. Qui, sparsi per un vasto<br />

raggio sia a monte che a valle del sentiero chiamato<br />

“Direttissima” – che è la via più breve per giungere<br />

alla romita Capanna Rosalba al di là di tutta questa<br />

merlettatura – qui si trovano i pinnacoli cari agli<br />

arrampicatori lombardi, e le cui “vie comuni” sono<br />

tanto frequentate che non esagero nel dire che<br />

gli appigli risultano lucidi per il lungo uso. Sono<br />

la Punta Angelina con vicinissimo il sottile Ago<br />

Teresita; è la triade della Lancia-Torre-Fungo;<br />

quest’ultimo circondato da una nomèa tragica che<br />

non merita; sono i tozzi Torrioni Clerici, Casati,<br />

Vaghi, Palma; è l’inclinata e rigonfia Mongolfiera;<br />

in basso, che spunta come uno stelo di sasso sulla<br />

ripida china erbosa, è la svelta Punta Giulia; più<br />

avanti altre torri ed altre guglie si slanciano verso il<br />

cielo, e sui loro fianchi scoscesi si vedono le cordate<br />

all’opera; quasi in bilico su due profondi canaloni<br />

si vede un singolare e altissimo cilindro roccioso,<br />

ed è il Torrione Costanza; e ancora procedendo<br />

verso la Capanna Rosalba – che si trova al termine<br />

della cresta che scende dalla vetta – passeremo di<br />

fianco ad altre bizzarre ed appuntite costruzioni,<br />

mansuete e bonarie a seconda dei versanti che si<br />

scorgono, oppure lisce e strapiombanti.<br />

In questa zona si trova il maggior numero di<br />

scalate; mentre in quella orientale già accennata la<br />

cosa si riduce al Sigaro ed ai Torrioni Magnaghi<br />

pei vari versanti. Qualche spuntone – dedicato<br />

alla Guida Fiorelli o alla bella Ginetta o a due<br />

sconosciuti Gendarmi – sono sovente anch’essi<br />

saliti, ma nulla hanno a che fare con i “classici”, che<br />

sono i Maghaghi e il Sigaro. Qui, lecchesi hanno<br />

recentemente aperto due itinerari assai difficili, e<br />

per questo divertenti: il loro nome è “via Rizieri” e<br />

28 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

“via Cassin” – e nessuno glieli cambierà.<br />

Spenderò una parola pel Canalone<br />

Porta – selvaggia spaccatura che porta<br />

fin sotto la vetta – perché rappresenta<br />

nella zona il tipico esempio delle<br />

difficoltà di primo grado.<br />

Accennato così sommariamente alla<br />

dislocazione delle principali – nel senso<br />

di conosciute – arrampicate di cui è<br />

ricca la Grignetta, la parte descrittiva<br />

vecchio stile potrebbe ritenersi avviata<br />

verso la conclusione. Le cose stanno<br />

alquanto diversamente. Se fino a<br />

qualche anno addietro questa popolare<br />

cima delle Prealpi aveva un’importanza<br />

esclusivamente locale, cristallizzata fra<br />

il convegno preferito dalle numerose<br />

masse escursionistiche e la curiosità<br />

di vedervi talvolta impegnata qualche<br />

Strutture rocciose in Val Tesa: cordate sulla<br />

parete Est della Torre. Sulla destra spicca la<br />

sagoma della Lancia.<br />

(foto: Mauro Lanfranchi).<br />

cordata di milanesi prima di portarsi<br />

sulle rocce della Val Masino e poi di là<br />

muovere verso le classiche scalate sui<br />

giganti delle Alpi, con la diffusione del<br />

gusto dell’arrampicamento in Italia<br />

e conseguentemente fra i giovani<br />

del lecchese e del comasco – oltre,<br />

s’intende, al contributo dato da Milano<br />

coi suoi atleti venuti da vari rami dello<br />

sport – , la Grignetta divenne in breve<br />

la palestra tipica, riunente in sé tutti<br />

i requisiti richiesti dalla bisogna:<br />

vicinanza dai grandi centri; facilità<br />

degli approcci; varietà delle scalate, a<br />

portata di tutte le forze – con passaggi<br />

fino allo “estremamente difficile”, e<br />

sulle varie strutture che presenta la<br />

roccia dolomitica, cioè parete aperta,<br />

fessure, camino, diedro.<br />

...continua sul prossimo numero.


Stefano Michelin, sulla via<br />

Corna Nibbia in Val Sabbia (BS).<br />

DOVE VIAGGIA<br />

IL LOGO DF SPORT SPECIALIST<br />

Lettera Aperta...<br />

Francesco Capuano, Circolo Sciatori Madesimo,<br />

in posa dopo la discesa a Madesimo (SO)<br />

Questo è lo spazio dedicato a tutti Voi lettori!<br />

Scriveteci per raccontarci le Vostre esperienze, le Vostre imprese, per comunicarci<br />

le Vostre idee e i Vostri suggerimenti.<br />

Fateci conoscere le Vostre opinioni sulla rivista, oppure cosa Vi piacerebbe trovare<br />

nei prossimi numeri, quale sport vorreste vedere approfondito o quale personaggio<br />

sportivo Vi piacerebbe conoscere meglio.<br />

Aspettiamo con entusiasmo il Vostro coinvolgente contributo...<br />

Scrivete, Scrivete, Scrivete!!!<br />

Inviaci una tua fotografia dove compare il<br />

logo <strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong>: sarà qui pubblicata,<br />

mentre a te faremo dono di un simpatico<br />

gadget. Le immagini più curiose e più belle<br />

saranno premiate durante una delle serate “A<br />

tu per tu con i Grandi dello <strong>Sport</strong>”.<br />

Alberto Brambilla, in Finlandia<br />

viaggiando verso il Circolo Polare Artico.<br />

uominiesport@<strong>df</strong>-sportspecialist.it<br />

<strong>df</strong>-SPORT SPECIALIST<br />

Redazione “Uomini e <strong>Sport</strong>”<br />

Via Figliodoni, 14 - 23891 Barzanò - LC<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 29


I CONSIGLI DELL’ ESPERTO di Andrea Frigerio<br />

A TUTTO CIASPOLE!<br />

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Profilo dentellato su tutto il perimetro per<br />

un’eccellente presa in ogni inclinazione e tipo di<br />

terreno. Attacco Posilock AT a doppia densità<br />

utilizzabile con ogni calzatura. Rampone<br />

snodato in acciaio. Alzatacco ergonomico. Code<br />

di prolunghe applicabili per una più versatile<br />

galleggiabilità.<br />

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180pro, senza dente Viper e con<br />

alzatacco Active Lift 16°, in versione<br />

uomo e donna.<br />

30 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

Le racchette da neve, o più comunemente ciaspole,<br />

sono sicuramente uno degli articoli sportivi più venduti<br />

e diffusi in questi ultimi inverni; dall’esperto alpinista,<br />

all’escursionista occasionale fino a persone di ogni età,<br />

infatti sono tantissimi quelli che ne hanno almeno<br />

noleggiato un paio.<br />

Con una fascia prezzo indicativamente compresa fra i 70,00<br />

e 250,00 Euro sono sicuramente alla portata di tutti; anche<br />

perché se aggiungiamo un buon paio di scarponi, ghette e<br />

bastoncini, l’attrezzatura è completa e permette di fare belle e<br />

divertenti escursioni.<br />

Le versioni più semplici e quindi più economiche, sono<br />

comunque tutte già dotate di alzatacco e di 6/8 punte in acciaio<br />

per avere una buona presa su neve dura e ghiaccio.<br />

Sono ben apprezzate sia da giovani, da famiglie spesso anche<br />

con bambini e da buoni escursionisti che cercano un prodotto<br />

con un buon rapporto qualità / prezzo adatto ad uscite su facili<br />

pendii ed in mezzo a boschi innevati.<br />

Le versioni più tecniche si differenziano per sistema di chiusura<br />

e regolazione più precisi sul piede e per dei coltelli in acciaio<br />

che assicurano più affidabilità su terreni impegnativi.<br />

Queste vengono generalmente richieste da alpinisti più esperti<br />

che le utilizzano nelle loro ascensioni a cime e rifugi e dagli<br />

snowbordisti che risalgono pendii spesso impegnativi per poi<br />

scendere in neve fresca.<br />

Utilizzarle non è per niente complicato, ma anzi molto semplice<br />

e divertente, ma è bene ricordare che prima di ogni uscita è<br />

buona norma consultare il bollettino meteo ed il bollettino<br />

valanghe.<br />

TLS OUTDOOR 206/226 RANDO<br />

Rigidità, buona presa laterale<br />

e portanza rassicurante. Per gli<br />

appassionati della passeggiata facile!


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a.r.t.va con ricezione a 3 antenne e<br />

sensori di supporto. Innovativo sistema<br />

di posizionamento della miglior antenna<br />

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Raggio di scansione: 40 metri.<br />

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<strong>Il</strong> “com<strong>pag</strong>no” perfetto per le<br />

uscite in giornata di scialpinismo,<br />

snowboard o freeride.<br />

ORTOVOX ZOOM<br />

Loc. a.r.t.va di ultima generazione.<br />

Compatto, leggero, performante, di facile uso<br />

ed economico. Ricezione digitale a 3 antenne<br />

e trasmissione con tecnologia “smartantenna”.<br />

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Zaino completamente<br />

dedicato al freeride:<br />

ergonomico, sicuro,<br />

funzionale.<br />

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come per utilizzo professionale.<br />

Realizzato per soddisfare tutte le tue<br />

esigenze. Ideale per uso alpinistico,<br />

ghiaccio e vie classiche.<br />

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Facilmente riponibile nello zaino,<br />

offre massime prestazioni con<br />

ogni tipologia di neve.<br />

Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong> | 31


A proposito delle serate “A Tu per Tu ” di Marco Milani<br />

DENIS<br />

URUBKO<br />

“IL RE DELL’ARIA SOTTILE”<br />

OSPITE DI DF-SPORT SPECIALIST<br />

Un nuovo obbiettivo ambizioso per l’alpinista kazako:<br />

“In primavera proverò ad aprire una via nuova sull’Everest”<br />

Un ragazzino fragile che, grazie a un grande lavoro e tanta<br />

dedizione, è riuscito a entrare nell’Olimpo dell’alpinismo. Si presenta<br />

così Denis Urubko al pubblico di <strong>df</strong>-<strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong> che, lo scorso 28<br />

novembre, ha potuto apprezzare l’ennesimo spettacolo che ha legato un uomo<br />

alle montagne. L’alpinista russo, nato il 29 luglio del 1973 e naturalizzato kazako,<br />

nella sua brillante carriera è riuscito a salire senza ossigeno tutti i 14 ottomila della<br />

terra (nel 2009 è stato il 15° uomo a chiudere questa impresa), realizzando due prime<br />

invernali in com<strong>pag</strong>na di Simone Moro sul Makalu (8462 metri) e sul Gasherbrum II<br />

(8035 metri). Denis, inoltre, ha aperto anche tre vie nuove su tre diversi 8000, di particolare<br />

importanza è l’apertura di una via nuova sulla parete Sud-Est del Cho Oyu (8201 metri) con Boris<br />

Dedeshko, ascensione che gli è valsa il Piolet d’Or, il premio di maggior prestigio nell’alpinismo.<br />

Come ti sei avvicinato all’alpinismo?<br />

“Quando ero un bambino mio papà mi<br />

portava con sé durante i giri che faceva per<br />

il suo lavoro di topografo, dalla pianura<br />

mi portò su alcune colline e osservai<br />

l’orizzonte. Una visione che aprì la mia<br />

mente… ricordo che avevo circa sei anni.<br />

Più tardi, invece, mi capitò di trovare un<br />

giornale dove lessi due articoli che mi<br />

colpirono molto: nel primo Reinhold<br />

Messner raccontava la scalata solitaria<br />

al Nanga Parbat, il secondo parlava di<br />

due alpinisti kazaki che avevano aperto<br />

una via nuova sul Dhaulagiri. Capii che<br />

l’alpinismo sarebbe diventato la mia strada<br />

e per arrivare in alto sarebbero serviti<br />

impegno e tanto lavoro”.<br />

L’Himalaya è un po’ la tua seconda casa…<br />

“Lì ci sono le montagne più alte del mondo<br />

e per me questo ha sempre rappresentato<br />

una grande attrattiva. Gli 8000 metri sono<br />

solo 14, ma raccolgono tutta l’attenzione<br />

del mondo. Per me è sempre stato<br />

fondamentale cercare l’altezza e salire tutte<br />

le 14 cime era come cercare di raggiungere<br />

una sorta di limite. <strong>Il</strong> fatto di spingermi<br />

al limite ha sempre caratterizzato la mia<br />

attività e quando scali un 8000 tutte le<br />

funzioni elementari del corpo diventano<br />

molto più complicate e, a volte, arrivi<br />

molto vicino alla morte”.<br />

32 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

Tu sei molto legato all’Italia…<br />

“Qui la gente è molto legata alle montagne<br />

e l’alpinismo è un argomento di cui si<br />

discute molto. Per esempio un autista una<br />

volta mi ha riconosciuto e mi ha detto:<br />

“Ma tu sei Denis Urubko! Anche mio<br />

fratello scala gli 8000…” e questo significa<br />

che la cultura della montagna è molto<br />

radicata nel territorio. C’è tanto interesse<br />

per l’alpinismo, mentre nel mio paese, in<br />

Kazakistan, ci sono montagne molto belle<br />

ma non c’è molto interesse da parte della<br />

comunità”.<br />

Qual è la tua impresa più bella?<br />

“E’ impossibile dire quale sia la salita più<br />

bella. Se a una persona che ha due, tre o<br />

quattro figli chiedi quale sia il più bello<br />

penso non possa rispondere, ti dirà che<br />

sono tutti belli e così è per le salite. Posso<br />

però dirti quello che è più interessante per<br />

me: io cerco sempre l’avventura perciò mi<br />

piace aprire vie nuove. Un altro aspetto<br />

fondamentale è lo stare insieme, conoscere<br />

persone e iniziare nuovi rapporti. Mi piace<br />

andare in spedizione con un amico perché<br />

l’avventura e i risultati sono doppi. Tutti<br />

i risultati raggiunti non sarebbero stati<br />

possibili senza i miei amici. Un po’ come<br />

è successo con Simone Moro, una persona<br />

speciale”.<br />

Un vero successo di pubblico per questa intensa serata<br />

del ciclo “A Tu per Tu con i Grandi dello <strong>Sport</strong>”.<br />

Nuovi progetti in vista?<br />

“In marzo, con Simone Moro e Mario<br />

Curnis, comincerò un progetto nuovo<br />

supportato dal Cai di Bergamo rivolto ai<br />

giovani. Abbiamo deciso di organizzare<br />

una spedizione in Himalaya per effettuare<br />

salite di montagne di 6000 e 7000<br />

metri in modo da permettere a questi<br />

giovani alpinisti di fare esperienza. <strong>Il</strong><br />

capo spedizione sarà proprio Mario<br />

Curnis. Questa esperienza mi servirà<br />

per acclimatarmi visto che voglio cercare<br />

di aprire una via nuova in stile alpino<br />

sull’Everest, un progetto che non è mai<br />

stato tentato prima da nessuno”.<br />

Denis Urubko, insieme a Sergio Longoni, durante la serata<br />

del 28 Novembre presso il negozio <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong> di Sirtori.


I PROSSIMI APPUNTAMENTI<br />

firmati <strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong><br />

FULVIO SCOTTO<br />

14/03/20<strong>13</strong><br />

dalle ore 20.00<br />

Presenta il suo racconto filmato:<br />

“Scarason, il mito alpinistico delle Alpi Liguri”.<br />

L’ arrampicatore savonese che predilige le Alpi Liguri, Marittime e<br />

Cozie, pratica da trentacinque anni l’alpinismo estivo e invernale,<br />

sovente in solitaria, con particolare attenzione ai grandi itinerari<br />

storici delle Alpi. Con oltre un centinaio di vie nuove su roccia e su<br />

ghiaccio dal 1991, è Accademico del C.A.I. e del G.I.S.M.<br />

Interverrà Alessandro Gogna: l’alpinista ha dedicato all’impresa -<br />

risalente al 1967 - un ampio capitolo nel suo libro “Un alpinismo<br />

di ricerca”, che contribuì a mitizzare le difficoltà dello Scarason.<br />

www.blufrida.it<br />

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MARZO


MATTIA<br />

GALBIATI<br />

Grandi risultati per il judoka<br />

del <strong>Team</strong> <strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong>.<br />

Lo scorso 1° Dicembre<br />

medaglia di bronzo nel<br />

Campionato Italiano a<br />

squadre di Pesaro.<br />

<strong>Il</strong> 27 gennaio medaglia d’oro<br />

al XII Trofeo “Città di Castiraga<br />

Vidardo e Marudo”.<br />

NEWS<br />

FRANCESCA<br />

MARIN<br />

Strepitosa prestazione<br />

per la nuova runner del<br />

<strong>Team</strong>, il 27 Gennaio alla<br />

Siracusa Marathon...<br />

Prima vittoria con<br />

<strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong>.<br />

MATTEO<br />

BERNASCONI<br />

MATTEO DELLA<br />

BORDELLA<br />

I due fenomenali alpinisti<br />

targati <strong>df</strong> <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong><br />

hanno appena conquistato<br />

una nuova vetta: La Aguja<br />

Standhardt in Patagonia.<br />

Risultato importante in<br />

vista del grande obiettivo<br />

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Via Sant'Anna, 16 - al fianco di Esselunga e Brico<br />

Tel. 0331-679966<br />

Piacenza<br />

Centro Commerciale "Galleria Porta San Lazzaro"<br />

Via Emilia Parmense<br />

Tel. 0523-594471<br />

Grancia / Lugano (Svizzera)<br />

Parco Commerciale Grancia<br />

Via Cantonale s.n.<br />

Tel. 0041-919944030<br />

Desenzano del Garda (BS)<br />

Centro Commerciale Le Vele<br />

Via Marconi, angolo Via Bezzecca s.n.<br />

Tel. 030-9911845<br />

Mapello (BG)<br />

Centro Commerciale <strong>Il</strong> Continente<br />

Via Strada Regia<br />

Tel. 035-908393<br />

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Centro Commerciale Cremona Po,<br />

Via Castellone 108<br />

Tel. 037-2458252<br />

Orio Al Serio (BG)<br />

Via Portico 14 - 16 (vicino Oriocenter)<br />

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Bellinzago Lombardo (MI)<br />

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Tel. 02-95384192<br />

Lissone (MB)<br />

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