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pag. 13 Il Team df Sport Specialist

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I s l a n d<br />

Terra dei ghiacci<br />

di Franco Gionco<br />

Una notte in mare e domattina sarò di nuovo in Islanda. Capisco il<br />

vichingo Floki Vilgerdarsson, che battezzò questo luogo fantastico “Island”,<br />

cioè terra dei ghiacci: amo questo paesaggio di smisurate glaciazioni.<br />

<strong>Il</strong> risveglio è un tuffo al cuore: dal mare di nubi che coprono l’Atlantico<br />

nelle prime ore del mattino, emergono in lontananza le grandi calotte<br />

glaciali, mute testimoni della preistoria europea. Poi le coste d’Islanda ci<br />

rapiscono, trascinandoci sotto il loro cielo azzurro.<br />

Sbarchiamo a Seydisfjördur, pratiche doganali istantanee;<br />

in pochi minuti le centinaia di passeggeri e le loro<br />

auto svaniscono nel nulla. D’inverno e in primavera<br />

solo un’arteria circolare attorno all’isola è percorribile,<br />

un anello di 1.400 chilometri, un continuo alternarsi di forti<br />

visioni: oceanici ghiacciai e dantesche valli fumanti, dove il<br />

magma terrestre sembra scorrere sempre sotto i piedi, e ancora<br />

praterie verdi e profumate, attraversate da acque limpidissime e<br />

mosse dal galoppo di puledri selvaggi. Una bellezza primordiale.<br />

La Ring Road N.1 è oggi quasi totalmente asfaltata, ma<br />

all’interno sono ancora molte (praticamente quasi tutte) le strade<br />

sterrate che richiedono ai guidatori prudenza e attenzione: alle<br />

insidie della scarsa aderenza si aggiunge il rischio di lasciarsi<br />

distrarre dal panorama.<br />

In direzione ovest, la strada si incastra tra il bianco del<br />

Vatnajökull, il più grande ghiacciaio d’Europa e anche il<br />

più grande del mondo al di fuori delle calotte polari, e il blu<br />

dell’Atlantico. Di tanto in tanto avvistiamo un’oasi, piccoli<br />

insediamenti di pastori e pescatori. Ci fermiamo alla Farm Litla<br />

Hof, ottima cena, tutta islandese, ma atmosfera internazionale:<br />

i pochi ospiti vengono da ogni parte del mondo. Francesi,<br />

tedeschi, argentini e, ovviamente, italiani. <strong>Il</strong> “Vatna” è un manto<br />

di ghiaccio circolare grande 8.500 chilometri quadrati, con un<br />

diametro di 150 chilometri e uno spessore, nel punto massimo,<br />

che supera i mille metri.<br />

<strong>Il</strong> tempo, abbastanza stabile d’estate, è quanto mai imprevedibile<br />

08 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Febbraio 20<strong>13</strong><br />

nei mesi primaverili: repentini cambi di scena alternano sole e<br />

calma a violentissime bufere, con venti in grado di sollevare<br />

anche le macchine. Ma quello che più fa paura è la nebbia,<br />

che può piombarti addosso senza preavviso, isolandoti da tutto,<br />

paralizzandoti perfino, perché qui la bussola è spesso inutile:<br />

sotto le calotte glaciali le masse minerali delle colate laviche<br />

possono far impazzire l’ago magnetico. Est e ovest, nord e sud,<br />

tutto salta in un corto circuito registrato dalle convulsioni degli<br />

strumenti. Scegliamo il versante sud del Vatna, il più ripido,<br />

quello veramente sciistico. I 2.119 metri di dislivello hanno<br />

uno sviluppo ragionevole rispetto alle classiche attraversate<br />

dei pianeggianti versanti nord, formidabili palestre degli sci da<br />

escursionismo, o delle slitte, da affrontare in più giorni.<br />

Dopo cena proseguiamo fino a Skaftafell: immani vallate di<br />

ghiaccio scendono dall’infinito verso l’oceano. Quasi a picco<br />

sul mare, 2.119 metri più su, si staglia la figura possente del<br />

Hvannadalshnukùr, un tumulo di ghiaccio in cui la leggenda<br />

vuole che riposi una bellissima principessa vichinga, nell’eterna<br />

attesa che i ghiacci del Vatnajökull le ridiano la libertà perduta.<br />

La visione mozza il fiato: è l’ottava meraviglia del mondo!<br />

Dopo un tramonto pieno di promesse, l’alba si annuncia cupa<br />

dalle finestrine della fattoria. Un’infinità di gabbiani annuvola<br />

il cielo sul mare e sulle scogliere di lava. Rivivo in un brivido<br />

la mia prima ascensione al gigante di ghiaccio, ormai risalente<br />

a diversi anni fa… inizio a raccontare ai miei com<strong>pag</strong>ni di<br />

avventura:

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