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L'IPNOTISMO E GLI STATI AFFINI - Voglia di Cielo

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La statistica <strong>di</strong> Bottey è del 30 per 100 in donne dai <strong>di</strong>ciassette ai quarantadue anni;<br />

però sempre in soggetti del tutto sani, e che non presentavano alcuna affezione nervosa, non<br />

solo nei loro precedenti, ma neanche ere<strong>di</strong>taria. Però, osserva lo stesso Bottey, questo quadro<br />

è anche esagerato, perché bisogna tener conto dello spirito <strong>di</strong> imitazione prodotto<br />

dall'esperimento in comune, ciò che non sarebbe successo se fossero stati operati<br />

isolatamente.<br />

Il sesso è uno dei fattori pre<strong>di</strong>sponenti; quin<strong>di</strong> il sesso femminino, molto sensibile e<br />

facilmente eccitabile, subisce a preferenza l’influenza dei processi ipnogeni. Secondo alcuni, le<br />

donne <strong>di</strong> piccola statura, brune, dagli occhi neri, dai capelli abbondanti, dalle spesse<br />

sopracciglia, sono dei soggetti molto favorevoli; ed in generale, le donne delicate, nervose,<br />

affette da qualche malattia cronica, sono certamente, più che le altre, adatte a subire<br />

l'influenza dell’ipnotismo.<br />

Ora, essendo la <strong>di</strong>atesi isterica una delle cause pre<strong>di</strong>sponenti <strong>di</strong> maggiore<br />

importanza, e l’isterismo d’altra parte quella nevrosi, che a preferenza si riscontra nella donna,<br />

ecco perché il sesso femminile dobbiamo citarlo fra le prime cause <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposizione.<br />

Il sesso maschile, sebbene abbia un sistema nervoso più resistente e meno<br />

impressionabile, è anche facilmente influenzato dal sonno nervoso, però non colla stessa<br />

frequenza che nella donna.<br />

Al sesso, fra le cause pre<strong>di</strong>sponenti, fa seguito l’età. Braid ha ipnotizzato in<strong>di</strong>vidui,<br />

che raggiungevano la bella età <strong>di</strong> 68 anni; ma in generale si può <strong>di</strong>re che quasi tutti, donne ed<br />

uomini, sono con più facilità ipnotizzabili nell’età giovanile. I fanciulli si prestano egualmente<br />

alle esperienze ipnotiche, ma osserva Richer che bisogna astenersi dal farlo, perché potrebbe<br />

soffrirne il loro sistema nervoso, che a quell’età si trova ancora in stato <strong>di</strong> evoluzione.<br />

Vi sono poi d’altra parte alcuni stati speciali fisiologici e patologici, che aumentano la<br />

<strong>di</strong>sposizione. Essi sono, secondo Brémaud, l’epilessia, l’anemia, la clorosi, lo snervamento<br />

<strong>di</strong>etro eccessi venerei, l’alcoolismo. Anche la buona volontà, la fiducia che si ha<br />

nell’operatore, l’attenzione, favoriscono la produzione dell’ipnosi artificiale.<br />

Le cause che impe<strong>di</strong>scono l’influenza dei processi ipnogeni, per cui si rende<br />

<strong>di</strong>fficilissima la concentrazione del cervello, sono alcune affezioni cerebrali, come l’i<strong>di</strong>otismo,<br />

la follia, l’ipocondria, la paralisi progressiva. Si aggiunga in ultimo la mancanza <strong>di</strong> volontà o <strong>di</strong><br />

fiducia del soggetto, la mancanza <strong>di</strong> attenzione, e via <strong>di</strong>cendo.<br />

II.<br />

Abbiamo superficialmentte accennato ai mezzi che Mesmer adoperava per ottenere i<br />

suoi effetti magnetici, e che Déleuze semplificò, abbandonando le verghe magnetiche, le<br />

catene, le tinozze mesmeriche e gli alberi magnetizzati <strong>di</strong> Puységur. Déleuze ridusse a due soli i<br />

mezzi da usare, e questi furono la fissazione dello sguardo ed alcune speciali manovre colle<br />

mani.<br />

1° Il metodo che usarono Déleuze ed in seguito tutti gli altri magnetizzatori fino a<br />

questi ultimi tempi, è il seguente: Bisogna far sedere il paziente su <strong>di</strong> una se<strong>di</strong>a <strong>di</strong> fronte a noi,<br />

ad un piede <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza. Occorre raccogliersi un momento nella ferma volontà <strong>di</strong> ottenere<br />

effetti magnetici; si prendono quin<strong>di</strong> le mani del soggetto, in modo che la parte interna dei<br />

suoi pollici tocchi l’interna dei nostri, e si fissa lo sguardo su <strong>di</strong> esso finché si sia stabilito un<br />

ugual grado <strong>di</strong> calore fra i pollici messi a contatto. Si ritirano quin<strong>di</strong> la mani a destra ed a<br />

sinistra con la palma rivolta in fuori, innalzandole all’altezza del corpo, ed in<strong>di</strong> si posano circa<br />

un minuto sulle spalle dell’ammalato; e poi toccando leggermente le braccia, si conducono<br />

lentamente le mani su <strong>di</strong> esse fino all’estremità delle <strong>di</strong>ta, per cinque o sei volte. In seguito si<br />

pongono le mani al <strong>di</strong> spora della testa per un momento, e poi si abbassano, passandole<br />

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