IL THEREMIN di Corona - Istituto Istruzione Superiore Maserati
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Tesina inter<strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> maturità<br />
UNITÁ PORTAT<strong>IL</strong>E AMPLIFICATA “<strong>THEREMIN</strong>”<br />
Strumento musicale elettronico<br />
Stefano <strong>Corona</strong><br />
classe 5°EA<br />
I.I.S. <strong>Maserati</strong><br />
in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> elettronica e telecomunicazioni<br />
Anno scolastico 2007/2008<br />
1
INDICE<br />
PREMESSA…………………………………………………………………………………...p. 3<br />
LA NASCITA DEL <strong>THEREMIN</strong>……………………………………………………………p. 4<br />
<strong>IL</strong> CONTESTO STORICO…………………………………………………………………..p. 5<br />
<strong>IL</strong> PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO…………………………………………………....p. 6<br />
<strong>IL</strong> MIO <strong>THEREMIN</strong>………………………………………………………………………….p. 9<br />
L’OSC<strong>IL</strong>LATORE A FREQUENZA FISSA………………………………………………p. 10<br />
L’OSC<strong>IL</strong>LATORE A FREQUENZA VARIAB<strong>IL</strong>E……………………………………….p. 11<br />
Il MISCELATORE…………………………………………………………………………..p. 12<br />
L’AMPLIFICATORE DI POTENZA………………………………………………………p. 15<br />
L’ALIMENTAZIONE……………………………………………………………………….p. 17<br />
LO SCHEMA A BLOCCHI…………………………………………………………………p. 20<br />
COSTRUZIONE DEI CIRCUITI STAMPATI……………………………………………p. 21<br />
COSTRUZIONE DELLA CASSA………………………………………………………….p. 23<br />
FOTO DELLA REALIZZAZIONE………………………………………………………...p. 24<br />
FONTI E BIBLIOGRAFIA…………………………………………………………………p. 29<br />
2
PREMESSA<br />
Il theremin è conosciuto come il primo strumento musicale totalmente elettronico ed è stato<br />
inventato da Leon Theremin agli inizi del 1900.<br />
Questo strumento nella sua versione originaria è formato da un contenitore con due antenne, una <strong>di</strong><br />
forma appuntita posta verticalmente, una <strong>di</strong> forma circolare posta orizzontalmente che permettono il<br />
controllo rispettivamente della tonalità e dell’ampiezza del suono, all’interno del contenitore vi<br />
alloggia tutta la circuteria elettronica necessaria per il funzionamento dello strumento.<br />
Figura 1 Leon Theremin che suona un esemplare <strong>di</strong> theremin<br />
La <strong>di</strong>fficoltà nel suonare il theremin risiede nel fatto che si suona senza toccarlo e richiede una<br />
notevole abilità nel saper coor<strong>di</strong>nare i movimenti <strong>di</strong> due mani in <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong>verse e con tempi<br />
<strong>di</strong>versi.<br />
Lo strumento inoltre necessita <strong>di</strong> un apparato <strong>di</strong><br />
riproduzione che trasforma il segnale elettrico<br />
proveniente dall’elettronica in un’onda sonora<br />
percepibile dall’orecchio umano.<br />
Il suono del theremin può variare molto a seconda<br />
della tipologia del circuito elettronico e dalla<br />
costruzione delle antenne, si può ottenere un suono<br />
simile a quello <strong>di</strong> un violino o al timbro vocale.<br />
3
LA NASCITA DEL <strong>THEREMIN</strong><br />
Il theremin fu originariamente il prodotto della ricerca sui sensori <strong>di</strong> prossimità sponsorizzata dal<br />
governo russo. Lo strumento fu inventato dal giovane fisico russo <strong>di</strong> nome Lev Sergeivich Termen<br />
(conosciuto nell'Ovest come Léon Theremin) nel 1919 dopo lo scoppio della guerra civile russa.<br />
Theremin ebbe l’idea dello strumento musicale mentre compiva alcuni esperimenti per l’esercito<br />
con gli amplificatori a valvole termoioniche, si accorse infatti che in alcune occasioni a causa <strong>di</strong><br />
imperfezioni <strong>di</strong> costruzione o progettazione gli impianti producevano un fischio che cambiava<br />
frequenza variando la <strong>di</strong>stanza delle mani dalle valvole, da qui sviluppò l'idea fino a giungere alla<br />
costruzione <strong>di</strong> un vero e proprio strumento musicale battezzato eterofono. Theremin che era un<br />
violoncellista approfittò dei circoli musicali che frequentava per far conoscere la sua invenzione che<br />
riscosse un notevole interesse. Successivamente alle conferenze <strong>di</strong> elettronica <strong>di</strong> Mosca, Theremin<br />
mostrò l'apparecchiatura al leader bolscevico Vla<strong>di</strong>mir Lenin.<br />
Figura 2 Vla<strong>di</strong>mir Lenin<br />
Lenin fu così entusiasmato dall'apparecchiatura che cominciò a<br />
prendere lezioni per suonarlo, fece commissionare la costruzione <strong>di</strong><br />
seicento strumenti per la <strong>di</strong>stribuzione in tutta l'Unione sovietica, e<br />
spedì Theremin in un viaggio in tutto il mondo per <strong>di</strong>mostrare<br />
l'ultima tecnologia sovietica e l'invenzione della musica elettronica.<br />
Dopo un lungo periodo in tour in Europa durante il quale Theremin <strong>di</strong>mostrò la sua invenzione a<br />
delle serate dove ci fu il tutto esaurito soprattutto a Parigi dove si ricorda che ci furono dei <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni<br />
per prendere gli ultimi posti a teatro, egli trovò la sua strada in America, dove brevettò la sua<br />
invenzione nel 1928 che per l’occasione venne ribattezzata “theremin” (US1661058).<br />
Theremin accordò i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> produzione commerciali alla RCA ma a causa della crisi economica <strong>di</strong><br />
quegli anni, il prezzo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta dello strumento era talmente alto da impe<strong>di</strong>rne la <strong>di</strong>ffusione.<br />
4
<strong>IL</strong> CONTESTO STORICO<br />
Lo Zar, per <strong>di</strong>fendere l’impero ed evitare una rivolta sociale decise <strong>di</strong> fare entrare la Russia in<br />
guerra, questo rese evidente l’impreparazione dell’esercito russo e i conta<strong>di</strong>ni allontanandosi dalle<br />
campagne generarono carestie. Inoltre la Russia rimase isolata dal mercato mon<strong>di</strong>ale a causa della<br />
chiusura degli stretti dei Dardanelli, del mar <strong>di</strong> Marmara e del Bosforo. Questa situazione sfociò, il<br />
7 marzo 1917, in un movimento che prese il nome <strong>di</strong> “Rivoluzione <strong>di</strong> Febbraio” perché in Russia<br />
era in uso il calendario giuliano. Scioperarono gli operai delle officine Putilov a Pietrogrado<br />
(l’o<strong>di</strong>erna San Pietroburgo), poi quelli <strong>di</strong> altre fabbriche fino a <strong>di</strong>venire manifestazioni <strong>di</strong> massa<br />
contro la guerra. Il 12 marzo si ammutinarono le truppe <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa della capitale. I manifestanti<br />
<strong>di</strong>vennero padroni della città e si organizzarono in un soviet (consiglio). Intanto lo Zar or<strong>di</strong>nò lo<br />
scioglimento della Duma (parlamento russo) ma questa non obbedì, e nominò un governo<br />
provvisorio. Lo zar Nicola II ab<strong>di</strong>cò il giorno stesso (15 marzo). Al governo provvisorio si oppose<br />
il soviet <strong>di</strong> Pietrogrado costituito da rappresentanti <strong>di</strong> sinistra che riuscì ad ottenere: l’elezione <strong>di</strong><br />
una Costituente, un’amnistia generale, la giornata lavorativa <strong>di</strong> 8 ore e la libertà <strong>di</strong> espressione ed<br />
organizzazione. Il 16 aprile rientrò dalla Svizzera il capo dei bolscevichi Lenin il quale nelle sue<br />
tesi <strong>di</strong> aprile propose <strong>di</strong> sostituire il governo provvisorio con un governo dei soviet, così come<br />
chiedevano le masse, con la speranza <strong>di</strong> portare il paese verso il socialismo. Il 9 agosto si formò un<br />
nuovo governo provvisorio guidato da Aleksander F. Kerenskij allora i bolscevichi nella notte del 6<br />
novembre fecero la cosiddetta “Rivoluzione d’Ottobre” occupando militarmente Pietrogrado e il<br />
giorno stesso il Congresso panrusso dei soviet costituì un nuovo governo presieduto da Lenin.<br />
Il 5 gennaio 1918 sciolse l’Assemblea Costituente e firmando la pace <strong>di</strong> Brest-Litovsk con la<br />
Germania ruppe l’alleanza tra i bolscevichi e l’ala sinistra del governo. Il partito comunista<br />
bolscevico russo rimase solo al potere. L’armata rossa si concentrò quin<strong>di</strong> nella guerra civile<br />
interna contro le “armate bianche” anticomuniste. Il 10 luglio 1918 venne approvata la Costituzione<br />
della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa.<br />
5
<strong>IL</strong> PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO<br />
Il funzionamento del theremin si basa sul principio fisico del battimento <strong>di</strong> due oscillazioni, per<br />
capire il concetto fondamentale si può prendere in esame il caso più facile che è quello in cui tali<br />
oscillazioni abbiano un andamento sinusoidale, un’onda sinusoidale V(t) può essere descritta con<br />
l’espressione matematica<br />
dove:<br />
V(t) =V0 sen(ωt)<br />
V0 è l’ampiezza espressa in volt (nel nostro caso si parla <strong>di</strong> segnali elettrici)<br />
sen é l’operatore matematico del seno<br />
ω<br />
ω è la pulsazione espressa in ra<strong>di</strong>anti al secondo (la frequenza in Hertz è uguale a )<br />
2π<br />
t è il tempo espresso in secon<strong>di</strong><br />
ora supponiamo <strong>di</strong> sovrapporre due segnali con medesima ampiezza e pulsazione <strong>di</strong>versa<br />
avremo<br />
applichiamo la regola trigonometrica<br />
si può quin<strong>di</strong> riscrivere<br />
Poniamo ora<br />
Ω<br />
ω<br />
=<br />
2<br />
nel caso in cui Ω 1 « 2<br />
1<br />
1<br />
− ω<br />
V<br />
2<br />
V1(t) =V0 sen(ω1 t)<br />
V2(t) =V0 sen(ω2 t)<br />
Vtot(t) =V0 [ sen(ω1 t) + sen(ω2 t) ]<br />
⎛ α - β ⎞ ⎛ α + β ⎞<br />
sen ( α)<br />
+ sen(<br />
β)<br />
= 2 cos⎜⎝<br />
⎟⎠<br />
sen⎜⎝<br />
⎟<br />
2 2 ⎠<br />
tot<br />
e<br />
⎛ ω1<br />
− ω 2 ⎞ ⎛ ω1<br />
+ ω 2 ⎞<br />
( t)<br />
= V0<br />
2 cos⎜⎝<br />
t⎟⎠<br />
sen⎜⎝<br />
t⎟<br />
2<br />
2 ⎠<br />
Ω<br />
2<br />
ω<br />
=<br />
1<br />
+ ω<br />
2<br />
2<br />
Ω ovvero quando ω1 e ω 2 sono molto vicine la somma <strong>di</strong> dei due segnali<br />
può essere vista come un segnale che abbia frequenza Ω 2 e ampiezza modulata da frequenza Ω 1 .<br />
6
Per capire meglio il fenomeno si immagini <strong>di</strong> avere due segnali sinusoidali con ampiezza identica<br />
V1 <strong>di</strong> frequenza 1Hz e V2 <strong>di</strong> frequenza 1.1 Hz e introdurli in un <strong>di</strong>spositivo che provveda a fornirci<br />
in uscita un segnale V0 che corrisponda alla somma dei due segnali in ingresso<br />
tracciamo un grafico nel dominio del tempo con tutti e tre i segnali <strong>di</strong>segnati con i loro rispettivi<br />
colori prendendo in considerazione un periodo <strong>di</strong> tempo limitato<br />
premettendo che due segnali con frequenza <strong>di</strong>versa hanno una fase non costante ma che varia<br />
perio<strong>di</strong>camente con il variare del tempo, si può osservare che l’escursione dell’ampiezza del segnale<br />
<strong>di</strong> uscita <strong>di</strong>pende dalla <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> fase tra le due onde in ingresso, analizzando i casi estremi ,<br />
quando sono in fase (φ=0°) si ha la cosiddetta interferenza costruttiva e la ampiezza del segnale in<br />
uscita risulta essere il doppio <strong>di</strong> quella dei segnali in ingresso, quando le due onde sono in<br />
opposizione <strong>di</strong> fase (φ=±180°) si ha una interferenza <strong>di</strong>struttiva e il segnale <strong>di</strong> uscita risulta essere<br />
zero. Il battimento è considerato una modulazione d’ampiezza come l’AM nelle telecomunicazioni.<br />
Leon Theremin ebbe l’intuizione <strong>di</strong> accoppiare due circuiti che generassero due segnali sinusoidali<br />
a frequenze ultrasoniche, uno dei quali oscillasse a frequenza fissa, l’altro a frequenza varibile,<br />
quest’ultimo doveva avere la proprietà <strong>di</strong> variare la propria frequenza <strong>di</strong> oscillazione in base alla<br />
<strong>di</strong>stanza della mano dall’antenna posta verticalmente. Per fare questo Theremin sfruttò l’effetto<br />
7
capacitivo delle antenne riuscendo così a variare il valore <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> un circuito oscillatore<br />
risonante LC (induttanza-capacità) e <strong>di</strong> conseguenza anche la stessa frequenza <strong>di</strong> oscillazione. I due<br />
segnali generati dall’oscillatore fisso e da quello variabile vengono miscelati per ottenere una forma<br />
d’onda complessa con uno spettro formato dalle singole frequenze e da tutti i prodotti <strong>di</strong><br />
intermodulazione tra cui anche un segnale con frequenza pari alla <strong>di</strong>fferenza tra le due frequenze<br />
dei segnali in ingresso, più nota tra i musicisti come il terzo suono <strong>di</strong> Tartini. Filtrando il segnale <strong>di</strong><br />
uscita e progettando opportunamente i circuiti degli oscillatori si riesce ad ottenere un battimento<br />
con una frequenza che può variare per tutto lo spettro u<strong>di</strong>bile cioè tra circa 20Hz e 20KHz.<br />
Nello strumento perfezionato per l’esecuzione si ha anche un circuito che permette, con una<br />
seconda antenna, <strong>di</strong> variare l’ampiezza del segnale au<strong>di</strong>o, questo circuito è composto da un<br />
oscillatore fisso che genera un segnale sinusoidale ad una determinata ampiezza con una frequenza<br />
accordata alla frequenza <strong>di</strong> risonanza del circuito LC nel quale viene inserito. l’antenna variando la<br />
capacità del circuito risonante varia anche la sua frequenza <strong>di</strong> risonanza, <strong>di</strong> conseguenza si riesce ad<br />
ottenere un segnale sinusoidale a frequenza fissa ed ampiezza variabile, successivamente questo<br />
segnale viene reso unipolare e livellato fino ad avere una tensione continua che andrà a pilotare un<br />
circuito amplificatore VCA ( voltage controlled amplifier) oppure un attenuatore controllato in<br />
tensione. Tramite la scelta <strong>di</strong> questi due circuiti si può decidere se si vuole che il volume <strong>di</strong>minuisca<br />
con l’avvicinarsi o con l’allontanarsi della mano all’antenna, un altro modo però è scegliere un<br />
circuito risonante parallelo piuttosto <strong>di</strong> uno risonante serie.<br />
Figura 3 curve caratteristiche dell’impedenza nei circuiti risonanti<br />
8
<strong>IL</strong> MIO <strong>THEREMIN</strong><br />
La scelta personale <strong>di</strong> costruire un theremin è dovuta a vari motivi del tutto in<strong>di</strong>pendenti.<br />
Ultimamente poco conosciuto il theremin ritornò alla ribalta grazie ad una apparizione questa<br />
primavera in un noto programma televisivo <strong>di</strong> successo, io ebbi l’opportunità <strong>di</strong> vedere tale<br />
trasmissione e incuriosito dall’aspetto tecnico-scientifico mi informai sull’oggetto in questione<br />
utilizzando i mezzi informatici. Durante una breve ricerca conobbi molte persone che coltivano la<br />
passione per la musica elettronica e la sintesi frequenziale, e mi accorsi <strong>di</strong> come come sia <strong>di</strong>ffusa tra<br />
<strong>di</strong> loro la conoscenza del theremin.<br />
Pochi giorni dopo i professori mi fecero l’allettante ma impegnativa proposta <strong>di</strong> costruire un<br />
theremin in occasione della festa dell’ascensione <strong>di</strong> Voghera e per esporlo anche a SU18 (scienze<br />
under 18). Motivato da una crescente passione per i circuiti risonanti decisi <strong>di</strong> accogliere la proposta<br />
e mi misi alla ricerca <strong>di</strong> informazioni approfon<strong>di</strong>te sull’argomento.<br />
Come spesso si fa nell’elettronica a livello elementare sono partito da un circuito già progettato che<br />
ho trovato in un sito internet. Per venire incontro alla <strong>di</strong>sponibilità limitata dei componenti<br />
elettronici sul mercato è stato necessario effettuare delle mo<strong>di</strong>fiche al circuito e con l’intento <strong>di</strong><br />
realizzare un circuito dal valore puramente <strong>di</strong>dattico è stato semplificato ulteriormente eliminando<br />
le parti non necessarie riducendo così il costo totale ma anche la qualità del suono e le funzionalità<br />
del theremin originale. Ho scelto <strong>di</strong> eliminare la parte <strong>di</strong> controllo dell’ampiezza del suono tramite<br />
antenna sostituendola con un controllo tramite un potenziometro lineare.<br />
È stata semplificata la parte dell’alimentazione togliendo il circuito <strong>di</strong> stabilizzazione <strong>di</strong> tensione a<br />
basso drop-out, questo ha causato una riduzione della stabilità della frequenza <strong>di</strong> oscillazione che<br />
verrà comunque compensata dalla possibilità <strong>di</strong> regolazione fine e taratura nell’oscillatore a<br />
frequenza fissa tramite un potenziometro <strong>di</strong> bias (polarizzazione) ed un trimmer capacitivo.<br />
Sono stati mo<strong>di</strong>ficati i valori <strong>di</strong> induttanze e capacità dei circuiti oscillatori e questo ha causato la<br />
mo<strong>di</strong>fica della frequenza <strong>di</strong> oscillazione del progetto originale la quale a sua volta ha portato ad una<br />
risposta in frequenza del circuito miscelatore meno lineare.<br />
9
Figura 4 circuito dell'oscillatore a frequenza fissa<br />
L’OSC<strong>IL</strong>LATORE A FREQUENZA FISSA<br />
Agendo sul potenziometro R1 si riesce a variare solo leggermente la frequenza <strong>di</strong> oscillazione,<br />
aumentando la tensione sulla base <strong>di</strong>minuisce la frequenza mentre <strong>di</strong>minuendo la tensione si avrà un<br />
aumento della frequenza. I componenti che incidono maggiormente sulla frequenza <strong>di</strong> oscillazione<br />
sono quelli del circuito formato da L1, C3, C4, C5 e la formula approssimata per calcolarla è<br />
dove:<br />
L è l’induttanza L1<br />
C è il parallelo tra C4 e la serie <strong>di</strong> C4 e C5<br />
quin<strong>di</strong> sostituendo si ottiene<br />
f0 ≅<br />
2π<br />
f0 ≅<br />
2π<br />
1<br />
LC<br />
1<br />
≅227KHz<br />
⎛ C4<br />
⋅ C5<br />
⎞<br />
L⎜⎝<br />
C3<br />
+ ⎟⎠ C4<br />
+ C5<br />
Il circuito dell’oscillatore a frequenza<br />
fissa è costituito da un colpitts a base<br />
comune con un transistor bipolare PNP<br />
come amplificatore.<br />
Le resistenze R3 e R5 fanno parte della<br />
rete <strong>di</strong> polarizzazione fissa mentre R2 ed<br />
il potenziometro R1 permettono <strong>di</strong><br />
variare leggermente la tensione <strong>di</strong><br />
polarizzaione in base.<br />
Il condensatore C1 crea un tempo <strong>di</strong> assestamento a causa del tempo <strong>di</strong> carica, il condensatore C2 è<br />
un condensatore <strong>di</strong> filtro sull’alimentazione. La retroazione necessaria per l’oscillazione viene<br />
prelevata dal partitore <strong>di</strong> tensione formato da C4 e C5, in comune con l’uscita V1, sull’emettitore.<br />
10
L’OSC<strong>IL</strong>LATORE A FREQUENZA VARIAB<strong>IL</strong>E<br />
Figura 5 circuito dell'oscillatore a frequenza variabile<br />
L’antenna <strong>di</strong>venta una armatura del condensatore mentre l’altra armatura è la mano che si avvicina<br />
per suonare, nell’immagine viene rappresentato il circuito che si chiude collegando il corpo in<br />
maniera elettrostatica (in rosso) a terra e collegando la massa del theremin a terra con un filo<br />
conduttore (in blu).<br />
Figura 6 le correnti nel theremin<br />
Per questo motivo è stato necessario inserire il trimmer capacitivo e il potenziometro per regolare<br />
la frequenza in maniera da avere due segnali con la stessa identica frequenza quando la mano è<br />
<strong>di</strong>stante dall’antenna.<br />
L’oscillatore a frequenza variabile è<br />
fondamentalmente identico all’oscillatore a<br />
frequenza fissa tranne per la rete <strong>di</strong><br />
polarizzazione che in questo caso risulta essere<br />
determinata sole dalle resistenze R7 ed R9 e per<br />
la mancanza del trimmer capacitivo<br />
(condensatore variabile) dove al suo posto<br />
troviamo l’antenna.<br />
Così avvicinando ed allontanando la mano dall’antenna (in<br />
realtà funziona anche con il resto del corpo) si ha una<br />
variazione della componente capacitiva nel circuito LC e <strong>di</strong><br />
conseguenza anche della frequenza d’oscillazione.<br />
Anche in questo oscillatore la frequenza è data dalla formula<br />
f0 ≅<br />
2π<br />
1<br />
LC<br />
ma non si può calcolare perché non si conosce<br />
la variazione della capacità data dall’antenna.<br />
11
Il MISCELATORE<br />
Noto nelle telecomunicazioni come “mixer” è un <strong>di</strong>spositivo non lineare che accetta in ingresso<br />
due segnali e rende in uscita una combinazione dei due segnali a frequenze <strong>di</strong>verse:<br />
1. la somma delle frequenze dei segnali in ingresso<br />
2. la <strong>di</strong>fferenza tra le frequenze dei segnali in ingresso<br />
3. entrambe le frequenze in ingresso originali<br />
in precedenza abbiamo affrontato il caso in cui si sommino due segnali sinusoidali a frequenze<br />
<strong>di</strong>verse, ora osserveremo cosa succede nel caso in cui si moltiplichino i due segnali<br />
sfruttiamo l’identita trigonometrica<br />
sostituendo avremo<br />
V1(t) =V0 sen(ω1 t)<br />
V2(t) =V0 sen(ω2 t)<br />
1<br />
sen +<br />
2<br />
( α)<br />
⋅ sen(<br />
β)<br />
= [ cos(<br />
α − β)<br />
− cos(<br />
α β)<br />
]<br />
2<br />
V<br />
V tot<br />
1 2<br />
1 +<br />
2<br />
0 ( t)<br />
= [ cos(<br />
ω − ω ) − cos(<br />
ω ω ) ]<br />
dove appaiono le pulsazioni <strong>di</strong> somma (ω1 + ω2) e <strong>di</strong>fferenza (ω1 - ω2). In realtà non esistono ne<br />
sommatori reali ne moltiplicatori reali, il nostro circuito esegue parzialmente tutte e due le<br />
operazioni, eseguendo una scomposizione in serie <strong>di</strong> Fourier si è tracciato un grafico che<br />
corrisponde allo spettro del segnale <strong>di</strong> uscita<br />
Figura 7 spettro ottenuto con la scomposizione in serie <strong>di</strong> Fourier<br />
2<br />
12
Figura 8 circuito del miscelatore<br />
polarizzazione della giunzione base-emettitore è realizzata dal partitore <strong>di</strong> tensione tra R11 ed R13,<br />
R12, ed R14 determinano il punto <strong>di</strong> lavoro, la stabilità e il guadagno. Come si può vedere dal<br />
grafico nel dominio della frequenza la maggior parte della potenza del segnale <strong>di</strong> uscita è incentrata<br />
sulle due righe spettrali corrispondenti alle due frequenze dei segnali d’ingresso, noi però vogliamo<br />
sfruttare la non linearità del circuito che ha prodotto la frequenza corrispondente alla <strong>di</strong>fferenza dei<br />
segnali <strong>di</strong> ingresso che nel nostro caso corrisponderà ad una frequenza compresa nella banda au<strong>di</strong>o,<br />
quin<strong>di</strong> non dobbiamo far altro che filtrare il segnale d’uscita con un condensatore, inoltre mettiamo<br />
anche un altro condensatore per eliminare la componente continua e un potenziometro per<br />
<strong>di</strong>minuire la tensione da mandare all’amplificatore.<br />
Questo è il circuito su cui ho eseguito<br />
l’analisi <strong>di</strong> Fourier. Esso è costituito<br />
principalmente da un nodo sommatore<br />
fatto con le resistenze R6 e R10 e i<br />
condensatori C6 e C11 che nel contempo<br />
eliminano la componente continua dei<br />
segnali in ingresso, da un amplificatore ad<br />
emettitore comune realizzato con un<br />
transistor bipolare NPN che costituisce<br />
l’elemento <strong>di</strong> non linearità. La rete <strong>di</strong><br />
Figura 9 spettro del segnale <strong>di</strong> uscita ottenuto tramite la serie <strong>di</strong> Fourier<br />
13
Figura 10 circuito finale del miscelatore<br />
Dal grafico rappresentante lo spettro del<br />
segnale <strong>di</strong> uscita si vede chiaramente che<br />
con l’agguinta del condensatore C12 la<br />
componente fondamentale risulta essere<br />
quella corrispondente alla <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />
frequenza dei due segnali in ingresso,<br />
scegliendo un valore del condensatore<br />
<strong>di</strong>verso si avrà minore o maggiore<br />
selettività del filtraggio, com’è<br />
facilmente intuibile aumentando il<br />
valore <strong>di</strong> C12 si <strong>di</strong>minuirà l’ampiezza delle armoniche a frequenze più alte, al contrario<br />
<strong>di</strong>minuendolo si <strong>di</strong>minuiranno le componenti delle frequenze più basse. Per eliminare la<br />
componente continua del segnale in uscita si è deciso <strong>di</strong> usare il condensatore elettrolitico C13<br />
mentre per regolare l’ampiezza per poter rientrare nelle con<strong>di</strong>zioni dell’ingresso dell’amplificatore<br />
<strong>di</strong> potenza si è utilizzato il potenziometro R16. Il circuito <strong>di</strong> uscita si comporta come un filtro passa-<br />
basso che non avendo una banda passante rettangolare ideale determina una risposta in frequenza<br />
<strong>di</strong>versa anche nella banda au<strong>di</strong>o, per fortuna l’orecchio ed il cervello umano, non avendo anch’essi<br />
una risposta identica a tutte le frequenze, non ci faranno accorgere del piccolo <strong>di</strong>fetto dello<br />
strumento, comunque se lo si ritenesse necessario si può come già detto mo<strong>di</strong>ficare il valore <strong>di</strong> C12.<br />
Figura 11 grafico nel dominio del tempo che mostra lo sweep in frequenza del segnale <strong>di</strong> uscita<br />
14
L’AMPLIFICATORE DI POTENZA<br />
Questo amplificatore può erogare fino a 50 watt RMS (root mean square) con una alimentazione<br />
duale <strong>di</strong> ± 35 V ed un carico <strong>di</strong> 4 Ω, il circuito si compone essenzialmente da tre parti, uno sta<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong>fferenziale in ingresso, uno sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> amplificazione in tensione (VAS) ed uno sta<strong>di</strong>o finale a<br />
mosfet. Lo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong>fferenziale è composto da due transistori bipolari PNP che vanno accoppiati per<br />
hfe e per vbe tramite un multimetro per aumentare il guadagno dello sta<strong>di</strong>o, per aumentare la<br />
reiezione ai segnali <strong>di</strong> modo comune quin<strong>di</strong> al rumore e per limitare l’offset in uscita che potrebbe<br />
danneggiare l’altoparlante ed i finali. Il circuito composto da R3, R4 e C3 alimenta in corrente lo<br />
sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong>fferenziale. R1, R2 e C1 compongono un filtro passa-basso che serve a tagliare le<br />
frequenze superiori a circa 200KHz per evitare l’ingresso <strong>di</strong> frequenze ultrasoniche, aumentando il<br />
valore <strong>di</strong> C1 si può <strong>di</strong>minuire questa frequenza. R6 ed R7 sono la rete <strong>di</strong> retroazione<br />
dell’amplificatore ed il loro rapporto determina il guadagno totale dell’amplificatore, il<br />
condensatore C2 fa si che la continua non venga amplificata, assieme ad R7 si stabilisce una<br />
frequenza <strong>di</strong> taglio per gli infrasuoni che può essere abbassata aumentando il valore <strong>di</strong> C2.<br />
15
Sempre per minimizzare l’offset in uscita la resistenza R6 deve essere uguale ad R2.<br />
Il VAS è composto dal transistor T4 che preleva il segnale sul collettore <strong>di</strong> T1 dello sta<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong>fferenziale, lo VAS ha come carico un “VBE multiplier” (moltiplicatore <strong>di</strong> tensione base-<br />
emettitore) che altro non è che un circuito che si comporta come un <strong>di</strong>odo con caduta <strong>di</strong> tensione<br />
variabile, questo serve a dare la giusta tensione sui gate dei mosfet per tenerli accesi <strong>di</strong>minuendo<br />
così la <strong>di</strong>storsione <strong>di</strong> cross-over, il vbe multiplier è anche responsabile della compensazione<br />
termica del finale, la tensione sui gate <strong>di</strong>minuisce al crescere della temperatura, quin<strong>di</strong> minore sarà<br />
anche la corrente <strong>di</strong> riposo, per far questo bisognerà avvicinare <strong>di</strong> poco il transistor del vbe<br />
multiplier T3 ai mosfet finali. R8, R9 e C4 alimentano in corrente la rete del vas e del vbe<br />
multiplier.<br />
D1 ed R10 sono una protezione <strong>di</strong> sovratensione per non rompere l’isolamento tra il gate ed il<br />
canele dei mosfet ma non è necessario se non si intende portare il segnale d’ingresso ad una<br />
tensione maggiore <strong>di</strong> 2Vp-p.<br />
La resistenza R13 ed il condensatore C7 costituiscono la rete <strong>di</strong> Zobel che serve a dare un carico<br />
all’amplificatore in corrispondenza delle più alte frequenze evitando così che si inneschino<br />
oscillazioni pericolose che danneggerebbero irreparabilmente l’altoparlante in maniera silenziosa.<br />
La bobina L1 è fatta avvolgendo 10 spire sulla resistenza R13 della rete <strong>di</strong> Zobel per risparmiare<br />
spazio e serve per mantenere una certa stabilità quando l’altoparlante è lontano dall’amplificatore e<br />
quin<strong>di</strong> viene collegato con un cavo molto lungo.<br />
I condensatori C5 e C6 sono una riserva <strong>di</strong> corrente per i mosfet in corrispondenza <strong>di</strong> picchi <strong>di</strong><br />
potenza, mettondoli il più vicini possibile ai finali e magari aumentandoli <strong>di</strong> valore si ottiene una<br />
maggiore corposità nella riproduzione delle basse frequenze.<br />
Nel mio caso avendo a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> altoparlanti a due vie <strong>di</strong> impedenza totale 4 Ω e<br />
potenza massima 30W non è stato necessario mettere un <strong>di</strong>ssipatore grande, se si volesse far erogare<br />
all’amplificatore 50W sarebbe tassativo un <strong>di</strong>ssipatore in barra <strong>di</strong> alluminio ano<strong>di</strong>zzato da almeno<br />
100 x 40 mm (larghezza x profon<strong>di</strong>tà) per permettere la corretta <strong>di</strong>ssipazione <strong>di</strong> calore.<br />
16
L’ALIMENTAZIONE<br />
L’alimentatore è costituito da due parti ben <strong>di</strong>stinte, una serve ad alimentare il circuito del theremin<br />
che contiene i due oscillatori e il miscelatore, l’altra serve ad alimentare l’amplificatore <strong>di</strong> potenza.<br />
L’alimentazione del theremin necessita una tensione compresa tra 7 e 10 volts e deve essere il più<br />
possibile stabile e dato che il theremin consuma solo qualche decina <strong>di</strong> mA ho utilizzato una pila da<br />
9V (VCC) che consente <strong>di</strong> avere una tensione fissa piuttosto stabile.<br />
Diverso e anche decisamente più complesso è il circuito <strong>di</strong> alimentazione dell’amplificatore che<br />
lavorando in classe lineare push-pull ha un ren<strong>di</strong>mento η (eta) <strong>di</strong> circa il 70% e quin<strong>di</strong> erogando<br />
30W i finali consumeranno circa 13W andando a scaldare il <strong>di</strong>ssipatore, <strong>di</strong> conseguenza<br />
l’alimentazione dovrà sostenere un carico <strong>di</strong> potenza attiva <strong>di</strong> 43W più la potenza reattiva dovuta<br />
alle componenti <strong>di</strong> impedenza capacitiva e induttiva dell’altoparlante che come si sa non viene visto<br />
dall’amplificatore come un carico puramente resistivo, per essere sicuri l’alimentatore è stato<br />
progettato per reggere un carico <strong>di</strong> 60VA <strong>di</strong> potenza apparente. Viene prelevata la tensione <strong>di</strong> rete<br />
attraverso una presa bipolare + massa che consente <strong>di</strong> portare il cavo della messa a terra<br />
all’interno del <strong>di</strong>spositivo, questo è importante sia perché sia a norma con le leggi in vigore sia<br />
perché consente al theremin <strong>di</strong> funzionare al massimo delle sue potenzialità. Una volta all’interno la<br />
17
tensione <strong>di</strong> rete, si deve provvedere a mettere in sicurezza il trasformatore che è l’elemento più<br />
costoso <strong>di</strong> tutto l’impianto, per farlo può bastare un fusibile da 800mA che svolge il suo compito<br />
egregiamente. Per interrompere l’alimentazione si è deciso <strong>di</strong> utilizzare un doppio interruttore che<br />
consente <strong>di</strong> staccare sia la fase sia il neutro all’alimentazione evitando così qualsiasi possibilità che<br />
ci siano correnti <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione, inoltre l’interruttore è stato posizionato a valle del fusibile in modo<br />
da ridurre il pericolo per l’operatore al momento dell’accensione. L’alimentazione<br />
dell’amplificatore richiede due livelli <strong>di</strong> tensione continue riferite a massa, una positiva <strong>di</strong> +35V<br />
(VPOS) ed una negativa <strong>di</strong> -35V (VNEG), questo significa che bisogna costruire un alimentatore<br />
duale, per farlo bisogna innanzitutto abbassare la tensione <strong>di</strong> rete <strong>di</strong> 230V, <strong>di</strong>viderla in due tensioni<br />
simmetriche rispetto alla terra, poi vanno rese unipolari ed infine livellate per renderle a tutti gli<br />
effetti delle tensioni continue. Il trasformatore ci isola galvanicamente dalla rete, in più svolge il<br />
compito <strong>di</strong> abbassare la tensione e quello <strong>di</strong> fornirci due tensioni <strong>di</strong>stinte dato che possiede due<br />
avvolgimenti secondari. Per rendere unipolare la tensione ho usato un ponte raddrizzatore fatto con<br />
quattro <strong>di</strong>o<strong>di</strong> noto anche come ponte <strong>di</strong> Graetz, esso funziona grazie alla proprità dei <strong>di</strong>o<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
condurre la corrente in una sola <strong>di</strong>rezione e in uscita in fatti ci ritroviamo una tensione che ha lo<br />
stesso periodo della tensione sinusoidale in ingresso solo che tutta la parte del semiperiodo negativo<br />
viene ribaltata simmetricamente rispetto all’asse del tempo come mostrato in figura 12 A. Questo<br />
non basta perché per alimentare l’amplificatore ci serve una tensione continua e non unipolare,<br />
quin<strong>di</strong> bisogna mettere un condensatore fuori dal ponte <strong>di</strong> <strong>di</strong>o<strong>di</strong> come in figura 12 B e la forma<br />
d’onda d’uscita, dopo un breve tempo <strong>di</strong> transitorio, è una tensione perfettamente continua. Il<br />
condensatore si carica durante la salita della tensione e rimane carico fornendoci una tensione<br />
continua a con<strong>di</strong>zione che l’uscita non richieda corrente. Nel caso in cui l’uscita assorba corrente<br />
quando è presente la tensione proveniente dal ponte <strong>di</strong> <strong>di</strong>o<strong>di</strong> non c’è problema perché gli viene<br />
fornita dal ponte <strong>di</strong> <strong>di</strong>o<strong>di</strong> stesso. Nel caso in cui l’uscita chieda corrente durante la <strong>di</strong>scesa della<br />
tensione proveniente dal ponte <strong>di</strong> <strong>di</strong>o<strong>di</strong> allora il condensatore è l’unico che può fornire la corrente<br />
necessaria e quin<strong>di</strong> scaricando le cariche in uscita, la tensione ai suoi capi cala improvvisamente<br />
18
con una pendenza inversamente proporzionale alla sua capacità e <strong>di</strong>rettamente proporzionale alla<br />
corrente richiesta. Nei grafici della figura 12 C si vede particolarmente bene questo effetto per il<br />
quale la tensione sul condensatore cala durante l’assenza della tensione in uscita dal ponte <strong>di</strong> <strong>di</strong>o<strong>di</strong> a<br />
fronte <strong>di</strong> una richiesta <strong>di</strong> corrente da parte del resistore posizionato in parallelo.<br />
Figura 12 funzionamento dell'alimentatore<br />
Per ovviare al problema della caduta <strong>di</strong> tensione bisogna scegliere dei condensatori <strong>di</strong> livellamento<br />
con capacità elevate, il proce<strong>di</strong>mento matematico <strong>di</strong> calcolo delle capacità è molto lungo perché<br />
richiede l’uso della forma integrale della legge <strong>di</strong> joule ma esiste un approccio empirico che si basa<br />
sul fatto che è risaputo che il bisogno <strong>di</strong> energia è <strong>di</strong> 1-2 joule ogni 10W <strong>di</strong> carico per gli<br />
alimentatori a 100Hz (semionda positiva+semionda negativa) quin<strong>di</strong> si usa la formula<br />
E =<br />
1<br />
V<br />
2<br />
dove V la tensione ai capi del condensatore ed è in volt e C è la capacità del condensatore in farad.<br />
La capacità del ramo <strong>di</strong> alimentazione si ricava imponendo la tensione e l’energia necessaria. Una<br />
volta trovata la capacità bisogna calcolare la tensione degli avvolgimenti secondari del<br />
trasformatore che è espressa in tensione RMS, una volta raddrizzata e livellata la tensione continua<br />
Vc corrisponde alla tensione <strong>di</strong> picco dell’onda sinusoidale, quin<strong>di</strong> la tensione degli avvolgimenti<br />
primari sarà<br />
2<br />
Vc<br />
Vs =<br />
2<br />
C<br />
19
LO SCHEMA A BLOCCHI<br />
Dallo schema a blocchi si può vedere che sono stati aggiunti alcune parti che non sono state trattate<br />
fino ad ora. Oltre ad alimentatore, theremin ed amplificatore ho inserito anche l’antenna del<br />
theremin, un potenziometro per il controllo del volume, un doppio interruttore supplementare e<br />
l’altoparlante. L’antenna è stata fatta con una lastra piatta <strong>di</strong> alluminio <strong>di</strong> 11x 12 cm per avere una<br />
massima prevalenza <strong>di</strong> componente capacitiva, quin<strong>di</strong> una massima variazione della frequenza e<br />
una minore interferenza <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ofrequenze. Data la mancanza della seconda antenna per il controllo<br />
dell’ampiezza è stato aggiunto un potenziometro a manopola che permette <strong>di</strong> regolare il volume<br />
esternamente alla cassa del theremin. L’interruttore supplementare è un doppio switch che permette<br />
<strong>di</strong> interrompere sia il circuito dell’alimentazione del theremin aumentando così la durata della<br />
batteria, sia il circuito <strong>di</strong> riproduzione, l’altoparlante all’accensione dell’alimentazione principale<br />
subisce una forte sollecitazione chiamata “bump” dovuta al momento iniziale del transitorio <strong>di</strong><br />
carica dei condensatori <strong>di</strong> livellamento, con lo switch si collega l’altoparlante successivamente<br />
all’accensione dell’alimentazione in questo modo si evita il fasti<strong>di</strong>oso e pericoloso bump.<br />
20
COSTRUZIONE DEI CIRCUITI STAMPATI<br />
La costruzione dei circuiti stampati richiede una lavorazione tecnica particolare sud<strong>di</strong>visa in vari<br />
passaggi, la progettazione, il <strong>di</strong>segno, la stampa, la foratura ed infine la saldatura dei componenti.<br />
Per progettazione si intende il <strong>di</strong>mensionamento dei circuiti, la scelta dei componenti più adatti e il<br />
controllo della corretta funzionalità dello schema. Per la progettazione oggi si usano dei programmi<br />
software per il computer che aiutano e velocizzano questo laborioso passaggio consentendo <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>segnare lo schema e provarlo prima della sua costruzione vera e propria. Questi programmi<br />
simulano per quanto possibile la realtà fisica con l’ausilio dei cosiddetti modelli che sono delle<br />
rappresentazioni informatiche dei componenti elettronici e del loro comportamento. Io ho usato un<br />
programma che consente sia <strong>di</strong> fare la progettazione che il passaggio successivo, quello del <strong>di</strong>segno.<br />
Il <strong>di</strong>segno del circuito stampato fatto attraverso un programma <strong>di</strong> CAD (Computer Aided Drafting<br />
che significa <strong>di</strong>segno assistito dall’elaboratore) è un lavoro semplice e <strong>di</strong>vertente quando si tratta <strong>di</strong><br />
circuiti semplici come nel nostro caso, i CAD permettono <strong>di</strong> eseguire automaticamente lo sbroglio<br />
delle piste che portano i segnali da un componente all’altro semplificando ed ottimizzando il<br />
circuito stampato tracciando piste perfettamente dritte e sottili che l’uomo a mano non riuscirebbe a<br />
fare, inoltre danno la possibilità <strong>di</strong> intervenire sul lavoro svolto personalizzandolo con delle firme o<br />
dei <strong>di</strong>segni particolare dando un tocco <strong>di</strong> stile al circuito stampato.<br />
Figura 13 <strong>di</strong>segno fatto con CAD del circuito stampato del theremin<br />
21
Una volta finito il <strong>di</strong>segno bisogna stampare il circuito, per farlo si possono usare <strong>di</strong>verse tecniche,<br />
io ho usato quella cosiddetta dello sviluppo. Si stampano i vari <strong>di</strong>segni su dei luci<strong>di</strong> da proiezioni<br />
che vengono sovrapposti a delle basette <strong>di</strong> vetronite con del rame presensibilizzato grazie ad un<br />
fotoresist che è una pellicola sensibile alla luce. Con uno strumento chiamato bromografo si<br />
impressionano le basette <strong>di</strong> rame mettendole sotto delle lampade ai raggi ultravioletti che grazie alla<br />
loro lunghezza d’onda polimerizzano velocemente il fotoresist solo nel punto in cui la pista sul<br />
lucido non è presente. Successivamente si passa la basetta in un bagno <strong>di</strong> soda caustica che elimina<br />
il fotoresist che polimerizzato lascia il rame puro allo scoperto solo negli spazi vuoti. Il passaggio<br />
successivo consiste nell’eliminare il rame in eccesso che è quello in corrispondenza degli spazi<br />
dove il fotoresist è venuto via, infatti le piste con sopra il fotoresist non polimerizzato sono protette<br />
da qualsiasi attacco acido. Per fare l’incisione si usa una macchina che scalda e ossigena il cloruro<br />
ferrico che è il sale <strong>di</strong> ferro dell’acido cloridrico (quin<strong>di</strong> non è un vero e proprio acido) ed è una<br />
sostanza corrosiva nei confronti del rame, la sua corrisività raggiunge il massimo alla temperatura<br />
<strong>di</strong> circa 35-40 gra<strong>di</strong> centigra<strong>di</strong> e con una forte ossigenazione.<br />
Figura 14 incisione con il cloruro ferrico<br />
Finita l’incisione avremo il nostro circuito stampato con le piste e le piazzole pronto per essere<br />
forato. Per forare la nostra basetta in corrispondenza delle piazzole dove andranno inseriti i<br />
componenti è necessario usare un trapano con delle punte fini <strong>di</strong> varie misure, più comodo è il<br />
trapano a colonna che permette <strong>di</strong> effettuare dei fori passanti perfettamente perpen<strong>di</strong>colari rispetto<br />
alla orizzontale della basetta. Per saldare i componenti si deve usare un buon saldatore non<br />
necessariamente con temperatura regolabile a con<strong>di</strong>zione che non superi i 40W <strong>di</strong> potenza, dello<br />
stagno per elettronica ed infine tanta pazienza e precisione.<br />
22
COSTRUZIONE DELLA CASSA<br />
Per contenere il tutto e renderlo trasportabile ho utilizzato come contenitore la cassa <strong>di</strong> un<br />
amplificatore rotto che avevo a <strong>di</strong>sposizione che al suo interno aveva già un sistema <strong>di</strong> due<br />
altoparlanti, un mid-woofer ed un tweeter, e lo spazio necessario per tutti i circuiti. All’interno<br />
della cassa ho alloggiato tutti i circuiti stampati, gli interruttori e le regolazioni presenti nello<br />
schema a blocchi. Tutto è stato fatto cercando <strong>di</strong> recuperare pezzi da <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong>smessi limitando<br />
così la spesa che è stata impiegata per tutto il progetto ad una cinquantina <strong>di</strong> euro. Per fissare i<br />
circuiti stampati sul compensato internamente alla cassa ho utilizzato delle viti autofilettanti con dei<br />
<strong>di</strong>stanziatori che ho creato tagliando dei tubicini in PVC, con due viti e due <strong>di</strong>stanziatori ciascuno<br />
ho sistemato tutti e tre i circuiti dell’amplificatore, del theremin e del raddrizzatore. Il trasformatore<br />
è stato fissato pre<strong>di</strong>sponendo all’interno della cassa una basetta in legno, ottenuta da un battiscopa,<br />
per <strong>di</strong>stanziarlo dal compensato in maniera che il bullone <strong>di</strong> fissaggio del trasformatore stesso non<br />
sporgesse fuori dalla cassa mettendo a rischio <strong>di</strong> contatto il suonatore. Sulla stessa basetta <strong>di</strong> legno è<br />
stata fissata una sche<strong>di</strong>na sulla quale ho saldato il fusibile, i fili in arrivo dalla presa e quelli verso<br />
l’interruttore principale dell’alimentazione dell’amplificatore. Per posizionare gli interruttori, la<br />
presa bipolare+massa e il potenziometro del volume ho forato con il trapano la cassa avendo cura <strong>di</strong><br />
non fare buchi troppo grossi che facessero <strong>di</strong>sperdere il suono, poi ho incastrato l’interruttore<br />
principale, la presa bipolare+massa è stata avvitata alla cassa esternamente mentre il<br />
potenziomentro e il secondo interruttore per l’antibump sono stati fissati ad un telaietto che è stato a<br />
sua volta avvitato all’interno della cassa. I collegamenti delle alimentazioni e quelli<br />
dell’altoparlante sono stati fatti con dei cavi in rame grossi e multianima mentre quelli del segnale<br />
del theremin sono stati fatti con il cavo coassiale che si usa per le antenne paraboliche consentendo<br />
una perfetta pulizia del segnale. Per finire ho montato la parete anteriore della cassa sulla quale ci<br />
sono i due altoparlanti attraverso due cerniere che permettono la sua apertura nel caso <strong>di</strong> successive<br />
lavorazioni o più semplicemente per osservare all’interno.<br />
23
FOTO DELLA REALIZZAZIONE<br />
Figura 15 il theremin, in alto l’antenna in alluminio, il pulsante d’accensione e il volume<br />
Figura 16 il theremin aperto, a sinistra gli altoparlanti e a destra l’elettronica interna<br />
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Figura 17 panoramica interna del theremin<br />
Figura 18 esterno, lato della presa d'alimentazione e dell'interruttore<br />
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Figura 19 interno, trasformatore, interruttore, fusibile e sitstema <strong>di</strong> chiusura<br />
Figura 20 circuito stampato con ponte <strong>di</strong> graetz e condensatori <strong>di</strong> livellamento<br />
26
Figura 21 circuito stampato dell'amplificatore au<strong>di</strong>o a mosfet<br />
Figura 22 circuito stampato con gli oscillatori e il miscelatore<br />
27
Figura 23 alimentazione degli oscillatori e del miscelatore, interruttore multilinea, potenziometro del volume<br />
Figura 24 il theremin con il cavo d'alimentazione<br />
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FONTI E BIBLIOGRAFIA<br />
E. CUNIBERTI, L. DE LUCCHI, B. DE STEFANO, Elettronica. Dispositivi e sistemi, vol III,<br />
Petrini E<strong>di</strong>tore, Milano 1998<br />
A. FALASCHI, Elementi <strong>di</strong> trasmissione dei segnali e sistemi <strong>di</strong> telecomunicazione, Roma 2006<br />
A. GIARDINA, G. SABBATUCCI, V. VIDOTTO, Moduli <strong>di</strong> Storia. Dal 1900 a oggi, vol II,<br />
Laterza, Bari 2005<br />
T. DETTI , G. GOZZINI , Storia Contemporanea. Il novecento, Bruno Mondadori, Milano 2002,<br />
pp.128-139<br />
D. TOMASSINI, Corso <strong>di</strong> Telecomunicazioni, vol. II, Bruno Mondadori, Milano 2004<br />
http://www.wikipe<strong>di</strong>a.org/<br />
http://home.att.net/~theremin1/<br />
http://www.tnt-au<strong>di</strong>o.com<br />
Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato nella realizzazione <strong>di</strong> questo progetto.<br />
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