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PIANO DI SICUREZZA E DI COORDINAMENTO - Protezione Civile

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Ing. Sergio Maini P. I.V.A. 01596380228<br />

Via don Francesco Manini, 7 Tel. 0463/901371 – 349/7773433<br />

38027 Terzolas (TN) Cod. Fisc. MNASRG76S16C794W<br />

superiore a 50 mm. La parte dell’asola che in opera non verrà annegata nel getto dovrà quindi essere<br />

protetta da due tubi di acciaio, zincati a fuoco, concentrici, il più sottile dei quali scorrerà<br />

direttamente sulla fune spiroidale.<br />

Quest’ultimo, dovrà avere una lunghezza tale da coprire tutta l’asola ed essere inserito, alla posa, nel<br />

terreno per una lunghezza superiore a mm 100. Il secondo tubo, che scorre su quello di diametro<br />

inferiore, dovrà coprire tutto lo sviluppo dell’asola.<br />

La fune così piegata, presenta sull’estremità opposta alla redancia, un cappuccio di acciaio stampato<br />

di spessore di mm 2, zincato, chiuso a pressione.<br />

I fori nei quali verrà alloggiato il tirante, saranno eseguiti mediante rotopercussori del diametro di<br />

101 mm e verranno iniettati con malta o boiacca dosata a 600 kg di cemento 425 per m³ di impasto. Il<br />

getto dovrà essere effettuato dal fondo del foro, per mezzo di apposito tubo convogliatore ed evitando<br />

l’uso dell’elicottero, fino al completo intasamento della perforazione ed al rifluimento della malta<br />

dalla testa del tirante.<br />

Nel caso di terreno sciolto, al fine di evitare il crollo del foro di perforazione ed evitare quindi che la<br />

fune spiroidale possa entrare direttamente in contatto con il suolo, si provvederà alla messa in opera<br />

di un tubo di protezione.<br />

Per la realizzazione dei tiranti di valle si procederà in modo del tutto analogo.<br />

Le forze di compressione agenti sui puntoni tubolari saranno invece assorbite e trasmesse al terreno<br />

da un micropalo con foro di perforazione eseguito a mezzo di rotopercussori del diametro di 101 mm<br />

ed armatura costituita da un tubo in acciaio Fe 360 senza saldatura, con diametro estremo pari a 76.1<br />

mm, dello spessore non inferiore a 7.0 mm.<br />

Il vincolo tra puntone tubolare e micropalo sarà garantito da una piastra bombata di acciaio delle<br />

dimensioni di 250x250 mm e di 8 mm di spessore, forata in 3 posizioni. Alla piastra sarà sovrapposto<br />

un cilindro con estremità semisferica, di acciaio Fe 510, del diametro di 80 mm e di altezza minima<br />

di 90 mm, ad essa vincolato solidarmente per mezzo di saldatura da realizzarsi in officina. La piastra<br />

sarà inoltre munita di un manicotto, di acciaio Fe 510, filettato esternamente, della lunghezza non<br />

inferiore a 70 mm, al fine di consentire l’accoppiamento della stessa con la testa del micropalo. Il<br />

blocco costituito da piastra, cilindro con estremità semisferica e manicotto filettato sarà zincato a<br />

fuoco.<br />

I fori per i micropali saranno eseguiti mediante l'impiego di sonde a rotopercussione, con<br />

rivestimento se necessario onde impedire l'ostruzione del foro.<br />

Il riempimento dei fori avverrà mediante getto di malta o boiacca dosata a Kg 600 di cemento R425<br />

per mc di impasto con RcK>=35 N/mm² e rapporto acqua-cemento minore di 0,50. Il getto si<br />

effettuerà dal fondo del foro, per mezzo di apposito tubo convogliatore, fino al completo intasamento<br />

della perforazione ed al rifluimento della malta dalla testa del micropalo.<br />

Qualora si verificassero delle difficoltà nelle operazioni di iniezione del micropalo dovute<br />

all’eccessiva perdita di malta negli interstizi del terreno si farà uso di un apposita calza in tessuto non<br />

tessuto da posizionare attorno all’armatura metallica.<br />

Al fine di aumentare la resistenza del micropalo alle forze di taglio, nel caso di terreno sciolto, si<br />

realizzerà, a sostegno della piastra bombata, un piccolo plinto delle dimensioni in pianta di 50x50 cm<br />

e dello spessore di 25 cm.<br />

Come descritto in precedenza oltre alle barriere paraneve sono previste delle barriere paramassi. Si<br />

tratta di un intervento atto a creare una valida protezione passiva contro la caduta di pietre ed è<br />

costituito da elementi deformabili ad elevato assorbimento energetico; strutture prodotte in regime di<br />

qualità UNI-EN-ISO9001:2000, atte alla protezione da fenomeni di caduta massi con sviluppo<br />

energetico da 250 a 2.000 kJ.<br />

Lo schema strutturale garantisce la trasformazione delle eventuali forze a cui potrebbero essere<br />

sottoposte a causa della caduta di massi, in deformazioni plastiche o plasticotransitorie controllate.<br />

Inoltre dove necessario saranno effettuate delle chiodature puntuali, attraverso l’utilizzo di reti<br />

metalliche di ritenuta e tiranti, di alcuni speroni rocciosi.<br />

La prima fase sarà comunque caratterizzata dal disgaggio attraverso un intervento leggero atto a<br />

stabilizzare vaste porzioni di parete mediante lo scaricamento a valle dei massi pericolanti. Tale<br />

tipologia di solito e' da considerarsi propedeutica al posizionamento delle reti, in quanto permette di<br />

Lavori di difesa attiva nei confronti delle valanghe a monte degli abitati di Cogolo e Celedizzo in loc. Bosco Bruciato nel C.C. di Peio. - pag. 10

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