Massimo Bonifazi - La pubblica libreria - Fondazione Cassa di ...
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<strong>Massimo</strong> <strong>Bonifazi</strong><br />
<strong>La</strong> <strong>pubblica</strong> <strong>libreria</strong><br />
Quasi sconosciuta, nel panorama storico culturale<br />
fanese, è la figura <strong>di</strong> padre Bartolomeo<br />
Cimarelli, il fondatore del primo istituto <strong>di</strong> <strong>pubblica</strong><br />
lettura fiorito nella Fano barocca, ancor<br />
prima che l’abate Domenico Federici trasferisse<br />
presso il convento dei padri filippini <strong>di</strong> Fano la<br />
sua preziosa e voluminosa biblioteca 1 . Certamente<br />
anche prima <strong>di</strong> questo evento, a Fano, esistevano<br />
importanti biblioteche o collezioni librarie,<br />
ma queste servivano privatamente ai principali<br />
conventi o alle più importanti famiglie gentilizie<br />
fanesi, come ha avuto modo <strong>di</strong> scrivere lo storico<br />
locale Masetti 2 . Lo stesso convento <strong>di</strong> Santa<br />
Maria Nuova, prima ancora della venuta a Fano<br />
<strong>di</strong> Bartolomeo Cimarelli, possedeva all’interno<br />
delle sue mura una piccola biblioteca privata, il<br />
cui accesso era consentito esclusivamente ai frati<br />
ivi <strong>di</strong>moranti, come <strong>di</strong>mostra un documento<br />
gentilmente suggeritomi da Giuseppina Boiani<br />
Tombari ove si legge, in data 30 marzo 1540, che<br />
“il guar<strong>di</strong>ano del convento dei frati osservanti in<br />
San Salvatore riceveva in elemosina richiesta dal<br />
padre fra Francesco da Cartoceto ed elargita dal<br />
consiglio generale del 7 <strong>di</strong>cembre 1539 quattor<strong>di</strong>ci<br />
scu<strong>di</strong> da spendere nell’acquisto <strong>di</strong> tanti libri<br />
per la biblioteca da farsi in detto convento e da<br />
non spendersi in altro uso” 3 .<br />
Nato da una <strong>di</strong>stinta famiglia <strong>di</strong> Corinaldo alla<br />
fine del XVI secolo, Bartolomeo Cimarelli fin da<br />
giovane abbracciò la regola <strong>di</strong> San Francesco, indossando<br />
l’abito dei minori osservanti. Eccellente<br />
nelle scienze filosofiche e teologiche, tanto da essere<br />
definito dagli storici del tempo “uno de’ più<br />
chiari teologi e profon<strong>di</strong> filosofi <strong>di</strong> questa nostra<br />
età” 4 , ricoprì, con molta reputazione, la mansione<br />
<strong>di</strong> pubblico lettore in molte cattedre della sua<br />
religione “con gran profitto et utilità de gli scolari<br />
per la profon<strong>di</strong>tà e chiarezza della sua dottrina”<br />
5 . Quale valente storico ed eru<strong>di</strong>to collaborò<br />
col sommo annalista Wad<strong>di</strong>ng, al quale mandava<br />
i necessari documenti trovati negli archivi <strong>di</strong><br />
molte città d’Italia. Si cimentò nella stesura <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>versi scritti rimasti però, per lo più, ine<strong>di</strong>ti e<br />
gelosamente conservati nelle mani dei suoi padri<br />
superiori che si adoperarono per darli, almeno in<br />
parte, alle stampe 6 . Tra queste sue fatiche, sicuramente,<br />
quella più prestigiosa fu la voluminosa<br />
Croniche dell’Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> San Francesco in cinque<br />
volumi, <strong>di</strong> cui solo tre “vennero alla luce” 7 , e<strong>di</strong>ti<br />
a Venezia nel 1621 ed a Napoli nel 1680, che <strong>di</strong><br />
fatto costituivano la Quarta Parte delle Cronache<br />
de’ Minori composte da fra’ Marco da Lisbona<br />
(1511 - 1591) ed in seguito tradotte dal Diola 8 .<br />
L’opera in questione si <strong>di</strong>stinse non soltanto per<br />
la profonda spiritualità profusa, ma anche per le<br />
molteplici eru<strong>di</strong>zioni in questa contenuta, trattandovi<br />
vita, morte e miracoli ed altri fatti egregi<br />
<strong>di</strong> molti eccellenti ed illustri religiosi e religiose<br />
che in vita ed in morte santamente splendettero<br />
nel serafico or<strong>di</strong>ne 9 . Altri suoi scritti, rimasti<br />
ine<strong>di</strong>ti, si reputano, purtroppo, andati definitivamente<br />
perduti.<br />
Assiduo frequentatore <strong>di</strong> biblioteche, sviluppò<br />
una forte passione per la bibliofilia e la ricerca<br />
delle antiche opere rimaste manoscritte, tanto<br />
che a lui si deve il fortunato ritrovamento del<br />
A fronte<br />
Mappa <strong>di</strong> Fano del Blavius<br />
(1663), particolare. Il<br />
convento <strong>di</strong> Santa Maria<br />
Nuova (in<strong>di</strong>cato in legenda<br />
dal numero 7) è l’e<strong>di</strong>ficio<br />
che si vede al <strong>di</strong> sopra del<br />
numero 32 (Fano, Biblioteca<br />
Federiciana)<br />
Bartolomeo Cimarelli, Delle<br />
Croniche dell’Or<strong>di</strong>ne de<br />
frati minori Istituito dal P.<br />
S. Francesco, Venezia 1621,<br />
frontespizio<br />
219
LA CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA A FANO<br />
220<br />
co<strong>di</strong>ce De obitu patris Marci Bononiensis Or<strong>di</strong>nis<br />
Minorum Observantiae regularis scoperto nel<br />
convento <strong>di</strong> San Francesco del Monte, nei pressi<br />
<strong>di</strong> Perugia. Forte <strong>di</strong> questo successo venne spe<strong>di</strong>to<br />
dal padre generale Benigno da Genova per<br />
tutta l’Italia a ricercare scritture e cose notabili,<br />
degne <strong>di</strong> stampa, considerandolo persona dotta<br />
nella storia e nell’antichità della sua religione.<br />
Grazie alla fama raggiunta nel campo dell’insegnamento<br />
e della <strong>di</strong>vulgazione, fu inviato dai<br />
suoi superiori in Spagna, per <strong>di</strong>sbrigare alcune<br />
importanti questioni. In questo paese si trattenne<br />
per ben cinque anni, entrando nella stima <strong>di</strong><br />
quella corte “per gli suoi pronti e virtuosi <strong>di</strong>scorsi<br />
ammirato veniva e per <strong>di</strong>vino huomo tenuto”<br />
10 , tanto da essere, più volte, personalmente<br />
introdotto in u<strong>di</strong>enza al cospetto della maestà<br />
cattolica, che gli assicurò affetto e protezione.<br />
Rientrato, carico <strong>di</strong> meriti, in Italia venne nominato<br />
guar<strong>di</strong>ano del convento <strong>di</strong> Santa Maria<br />
Nuova <strong>di</strong> Fano. Apprezzato sempre più tra i suoi<br />
contemporanei per il suo vasto sapere e per le<br />
sue doti naturali, crebbe in animo al duca <strong>di</strong><br />
Urbino Francesco Maria II che “conoscendo gli<br />
suoi gran meriti, honoravalo sopramodo e famigliarissime<br />
lettere piene d’affetto gli scriveva, le<br />
qual fino a’ questo giorno in mano degli suoi<br />
stretti parenti si servono” 11 . Intanto, in veste <strong>di</strong><br />
commissario apostolico della provincia dell’Umbria<br />
presso il convento <strong>di</strong> Santa Maria degli<br />
Angeli <strong>di</strong> Assisi, <strong>di</strong>ede gra<strong>di</strong>ta ospitalità al duca<br />
<strong>di</strong> Mantova Vincenzo Secondo, “il quale per le<br />
cortesi maniere del suo trattare e per la dolcezza<br />
de gli suoi ragionamenti affettionasseli tanto<br />
che lo volle seco in Mantuva con amoroso sforzo<br />
condurre, ove lo <strong>di</strong>chiarò suo teologo e consigliero<br />
<strong>di</strong> Stato” 12 . Dopo soli pochi giorni quel<br />
principe, a riprova della sua cor<strong>di</strong>ale beneficenza,<br />
fece personale istanza presso la Santa Sede<br />
affinché si provvedesse <strong>di</strong> nominare il Cimarelli<br />
al grado <strong>di</strong> vescovo, con procurargli una buona<br />
provvista ecclesiastica 13 . E mentre a Roma si<br />
stava trattando la conclusione <strong>di</strong> questo negozio,<br />
venne spe<strong>di</strong>to dal duca <strong>di</strong> Mantova a Venezia,<br />
per esporre, a proprio nome, al senato <strong>di</strong> quella<br />
re<strong>pubblica</strong>, alcune delicate ambascerie. Ma qui<br />
la fortuna fece il suo amaro gioco; caduto infatti<br />
il Cimarelli in o<strong>di</strong>o ed in gelosia <strong>di</strong> qualche<br />
suo sconosciuto nemico, venne assassinato me<strong>di</strong>ante<br />
la somministrazione <strong>di</strong> un potente veleno<br />
nell’anno 1628. Il suo cadavere venne tumulato<br />
nella chiesa veneziana <strong>di</strong> San Francesco delle<br />
Vigne, accompagnato da solenni esequie funebri<br />
alle quali partecipò, contrita e mesta, tutta la<br />
corte mantovana, con in testa il suo principe 14 .<br />
Nel corso della sua prestigiosa esistenza, costellata<br />
da onorificenze e mansioni pubbliche, il<br />
Cimarelli seppe dare prova della sua vasta pro<strong>di</strong>galità<br />
e del suo profondo amore per lo scibile<br />
umano provvedendo, personalmente, all’istituzione<br />
<strong>di</strong> una <strong>pubblica</strong> <strong>libreria</strong>, illuminante e<br />
tangibile testimonianza <strong>di</strong> una vita spesa per la<br />
conoscenza e la sua <strong>pubblica</strong> <strong>di</strong>ffusione. Il luogo<br />
da lui scelto per dar vita a questa sua generosa<br />
volontà fu la città <strong>di</strong> Fano, nel periodo a cavallo<br />
tra il suo rientro dalla Spagna e la sua nomina a<br />
commissario apostolico ad Assisi, quando venne<br />
nominato guar<strong>di</strong>ano del convento <strong>di</strong> Santa<br />
Maria Nuova, al tempo in pieno sviluppo culturale<br />
e materiale 15 .<br />
A tale riguardo, risultano fondamentali le due<br />
fonti poc’anzi consultate per la ricostruzione<br />
della sua biografia, che relativamente a questo<br />
evento affermano, la prima: “tornato in Italia,<br />
essendo guar<strong>di</strong>ano del convento <strong>di</strong> Fano, fatta<br />
una gran raccolta <strong>di</strong> libri, à spese del suo patrimonio,<br />
una ricca e sontuosa Libreria v’eresse, si<br />
come una Speciaria v’apre à beneficio publico” 16 .<br />
<strong>La</strong> seconda, similmente racconta: “tornato in<br />
Italia, fu fatto guar<strong>di</strong>ano del convento <strong>di</strong> Fano,<br />
pel quale raccolse una copiosa <strong>libreria</strong>, accresciuta<br />
poi notabilmente per opera <strong>di</strong> altri dotti religiosi”<br />
17 . Sembrerebbe dunque che il Cimarelli,<br />
come del resto anche l’abate Domenico Federici,<br />
altro personaggio <strong>di</strong> spicco nel campo della <strong>pubblica</strong><br />
lettura nella città <strong>di</strong> Fano, in quanto uomo<br />
dotto ed eru<strong>di</strong>to, nonché autore <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong><br />
rivolti a più <strong>di</strong>sparati campi dello scibile umano,
avesse messo in pie<strong>di</strong>, nel corso <strong>di</strong> più anni, una<br />
cospicua collezione libraria (“fatta una gran raccolta<br />
<strong>di</strong> libri”), magari, per l’occasione, accresciuta<br />
durante il suo soggiorno fanese, la quale volle<br />
sistemare e rendere fruibile “à beneficio pubblico”<br />
proprio dentro i muri del convento fanese,<br />
<strong>di</strong> cui fu nominato guar<strong>di</strong>ano e dove esisteva già<br />
una biblioteca ad uso interno. Altra importante<br />
informazione, specialmente in riferimento alla<br />
storia ed allo sviluppo <strong>di</strong> questo nuovo pubblico<br />
istituto culturale, è il riferimento al fatto che<br />
l’originaria raccolta libraria del Cimarelli venisse<br />
nel tempo accresciuta grazie al lavoro “<strong>di</strong> altri religiosi”,<br />
magari gli stessi padri guar<strong>di</strong>ani che gli<br />
succedettero, nel tempo, nel suo stesso ufficio.<br />
Tuttavia notizie ancora più precise circa la data<br />
e le modalità della fondazione della “civica” biblioteca<br />
si possono estrapolare dalla celebre fatica<br />
dello storico locale Pier Maria Amiani ove,<br />
in riferimento all’anno 1621, si legge: “Nel me-<br />
desimo Consiglio delli 13 <strong>di</strong> Febbrajo <strong>di</strong>ede il<br />
Pubblico tutta la mano all’erezione della <strong>libreria</strong><br />
destinata in servigio comune della Città nel<br />
convento <strong>di</strong> Santa Maria Nuova col pagare cinquanta<br />
scu<strong>di</strong> al padre Bartolomeo Cimarelli, che<br />
<strong>di</strong> sì utile provve<strong>di</strong>mento fu l’autore”. 18 Quin<strong>di</strong><br />
una data: l’anno 1621, e una somma: cinquanta<br />
scu<strong>di</strong> equivalente all’adeguato sostegno profuso<br />
dalle autorità comunali in ausilio a quello già generosamente<br />
offerto dal suo fondatore.<br />
Ciò nonostante pare che la fondazione <strong>di</strong> detta<br />
<strong>libreria</strong> debba essere posticipata almeno <strong>di</strong><br />
un anno, ossia al 1622, da quanto si deduce da<br />
un altro manoscritto federiciano, ove nell’in<strong>di</strong>ce,<br />
sotto la lettera “M”, alla voce “Minori<br />
Osservanti”, tra i molteplici avvenimenti descritti<br />
in rigoroso or<strong>di</strong>ne cronologico, compare<br />
la seguente voce d’in<strong>di</strong>ce: “1622, scu<strong>di</strong> 50 per<br />
la libraria per accomodarsi pieno utile publico<br />
c. 169”; dal raffronto della citata carta si è poi<br />
LA PUBBLICA LIBRERIA<br />
Verbale del Consiglio del<br />
16 febbraio 1622 (ASP-<br />
SASF, ASC, Consigli,<br />
Libro dei Consigli n.<br />
139, nn.)<br />
221
LA CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA A FANO<br />
Planimetria del convento<br />
(XIX secolo).<br />
Le due frecce in<strong>di</strong>cano le<br />
probabili posizioni della<br />
biblioteca all’interno del<br />
convento<br />
222<br />
evinto che: “1622, 16 febraro: scu<strong>di</strong> 50 dati alli<br />
Padri <strong>di</strong> Santa Maria Nova per la <strong>libreria</strong> da accomodarsi<br />
per utile publico” 19 .<br />
Piena conferma a questa cronologia viene proprio<br />
dall’originale libro delle adunanze del civico<br />
consiglio, quando in data 16 febbraio 1622<br />
venne verbalizzato: “et posito partito: a chi pare<br />
et piace che, si come saria <strong>di</strong> molto utile et riputazione<br />
insieme a questa città l’essecutione<br />
dell’amorevole offerta del R. P. fr. Bartolomeo<br />
Cimarelli <strong>di</strong> condurre in questo Convento <strong>di</strong> S.<br />
Maria Nuova una piena libraria <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse sorti<br />
<strong>di</strong> libri a comune utilità; così per non mancare <strong>di</strong><br />
coa<strong>di</strong>uvar quanto si può questa buona e lodevole<br />
opera, in virtù del presente partito sia data facoltà<br />
al magnifico magistrato <strong>di</strong> supplicare i signori<br />
padroni <strong>di</strong> Roma per la licenza d’impiegare in<br />
tal opera la somma <strong>di</strong> 50 scu<strong>di</strong> dell’entrate publiche<br />
et ottenendosi si facciano porre in tabella<br />
et si convertano effettualmente per mano <strong>di</strong><br />
doi gentil huomini da deputarsi da’ detti signori<br />
Priori in detta opera, con procurare dai medesimi<br />
signori padroni opportuno che detti libri non<br />
possano mai sotto qualsivoglia pretesto o colore
levar <strong>di</strong> detta città conforme alle constitutioni<br />
apostoliche et sotto le pene et censure che in esse<br />
si contengono. Obtenunt fabis 10 nigris non abstantibus”<br />
20 .<br />
Dal medesimo verbale emerge poi un’altra importante<br />
notizia, che <strong>di</strong> fatto tende a suffragare<br />
l’ipotesi dell’esistenza <strong>di</strong> una ricca raccolta libraria,<br />
se non già un primo embrione <strong>di</strong> biblioteca<br />
vera e propria, <strong>di</strong> proprietà del Cimarelli,<br />
anche prima dell’esperienza fanese, trovandosi<br />
riportata, in prelu<strong>di</strong>o all’atto decisionale del<br />
pubblico consiglio, la volontà espressa da padre<br />
Bartolomeo Cimarelli <strong>di</strong> voler trasferire nella<br />
città <strong>di</strong> Fano, presso il convento <strong>di</strong> Santa Maria<br />
Nuova, una “bibliotecha” piena <strong>di</strong> libri. Quin<strong>di</strong>,<br />
forse, non soltanto libri e manoscritti, ma anche<br />
scansie e scaffalature potevano essere i generosi<br />
oggetti della donazione del nuovo padre guar<strong>di</strong>ano.<br />
Un altro interessante dato su cui vale la<br />
pena soffermarsi, emerso nella parte finale del<br />
verbale, è quello riguardante il <strong>di</strong>vieto assoluto<br />
<strong>di</strong> portare fuori dalla città <strong>di</strong> Fano i libri conservati<br />
nella biblioteca. Il fatto che la restrizione<br />
contempli espressamente “levar <strong>di</strong> detta città”,<br />
fa sorgere spontaneo l’interrogativo se il prestito,<br />
così detto esterno, fosse invece concesso<br />
entro le mura della città <strong>di</strong> Fano e se quin<strong>di</strong> lo<br />
statuto interno della biblioteca contemplasse la<br />
possibilità per i citta<strong>di</strong>ni fanesi non soltanto <strong>di</strong><br />
consultare i testi desiderati in loco, ma anche,<br />
eventualmente, <strong>di</strong> poterli prendere in prestito<br />
per un determinato periodo <strong>di</strong> tempo, proprio<br />
come suole farsi oggi nelle nostre moderne biblioteche.<br />
Altro dubbio, per nulla sciolto nelle<br />
fonti archivistiche conservate, riguarda la modalità<br />
e la tempistica dell’orario <strong>di</strong> apertura al pubblico,<br />
ossia lo stabilire chi poteva aver accesso o<br />
meno in biblioteca e in quali giorni della settimana<br />
ed ore del giorno. Il fatto che ad oggi non<br />
si conservi più alcun regolamento, o qualsivoglia<br />
altro documento originale relativo alla gestione<br />
ed all’organizzazione <strong>di</strong> questa <strong>pubblica</strong> <strong>libreria</strong>,<br />
rende questi interrogativi irrisolvibili. Tuttavia,<br />
seppur in<strong>di</strong>rettamente, un’ipotesi <strong>di</strong> risposta ad<br />
almeno uno <strong>di</strong> questi quesiti potrebbe arrivare<br />
dalla consultazione dalle prime norme stilate per<br />
l’altra grande biblioteca, semi - <strong>pubblica</strong>, istituita<br />
nella Fano seicentesca dall’abate Federici; in<br />
queste infatti veniva stabilita l’apertura al pubblico<br />
della <strong>libreria</strong>, a quanti ne facevano regolare<br />
richiesta (seppure <strong>di</strong>etro scrupoloso vaglio del<br />
suo fondatore), almeno un’ora al giorno 21 .<br />
Riguardo invece alla sua localizzazione all’interno<br />
del convento, risultano valide alcune fonti archivistiche.<br />
<strong>La</strong> prima è una planimetria del convento<br />
risalente al XIX secolo, la quale mostra sul<br />
versante settentrionale del complesso una grossa<br />
stanza all’interno della quale vengono <strong>di</strong>segnate,<br />
parallele ed in senso perpen<strong>di</strong>colare alle pareti,<br />
una serie <strong>di</strong> linee interpretabili, ipoteticamente,<br />
con le scansie lignee <strong>di</strong> una biblioteca. Collegata<br />
a questa particolare ubicazione della <strong>libreria</strong>,<br />
<strong>di</strong>stante dalla porta <strong>di</strong> accesso al convento, potrebbe<br />
essere la supplica mossa al Pubblico fanese<br />
dai frati minori, magari per risolvere proprio<br />
questo inconveniente; infatti dall’analisi dalla<br />
citata pianta risulta del tutto evidente che chi<br />
voleva accedere alla biblioteca doveva per forza<br />
attraversare, non senza <strong>di</strong>sagio per i frati, l’intera<br />
casa. Risultava, pertanto quanto mai utile dare<br />
soluzione a questo problema, cercando <strong>di</strong> ottenere<br />
dal civico municipio il possesso <strong>di</strong> un piccolo<br />
vicolo presso le mura, attiguo al convento lungo<br />
il lato su cui poggiava il locale a<strong>di</strong>bito a <strong>libreria</strong>.<br />
E se anche non specificamente segnalato, si potrebbe<br />
interpretare la deliberazione del consiglio<br />
speciale del 20 agosto del 1642, in risposta alla<br />
supplica (purtroppo oggi non più conservata in<br />
archivio) mossa dai minori osservanti “petens<br />
sibi como<strong>di</strong> viculum qui adest prope muros coram<br />
hortus […] et non est in como<strong>di</strong> alicui […]<br />
ut concedat mittere in Clausura et specialiter in<br />
Casa”, probabilmente come l’esigenza <strong>di</strong> usufruire<br />
<strong>di</strong> un nuovo passaggio più <strong>di</strong>screto e <strong>di</strong>retto<br />
alla biblioteca 22 . Pur tuttavia, al riguardo, bisogna<br />
formulare due ulteriori e necessarie considerazioni:<br />
la prima tenendo presente, come si vedrà<br />
in seguito, che nell’anno 1845, la biblioteca del<br />
LA PUBBLICA LIBRERIA<br />
223
LA CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA A FANO<br />
Verbale del Consiglio del<br />
20 agosto 1642 (ASP-<br />
SASF, ASC, Consigli, Libro<br />
dei Consigli n. 158, cc.<br />
145 - 146)<br />
224<br />
convento potrebbe essere stata trasferita rispetto<br />
al sito originario e quin<strong>di</strong> l’immagine presente<br />
nella pianta potrebbe rappresentare sì la <strong>libreria</strong>,<br />
ma quella ottocentesca e non quella seicentesca<br />
fondata dal Cimarelli. Altra considerazione riguarda<br />
invece l’aspetto estrinseco del locale; infatti<br />
nel XVII secolo la tipologia delle biblioteche,<br />
anche quelle più consistenti, prevedeva la<br />
presenze <strong>di</strong> scaffalature o scansie addossate alle<br />
pareti; la modalità <strong>di</strong> adoperare scaffalature a<br />
spina o <strong>di</strong>sposte parallelamente nel centro della<br />
stanza è una prerogativa della storia recente della<br />
biblioteconomia, in conformità e risposta al<br />
numero sempre più consistente <strong>di</strong> libri e volumi<br />
in queste ospitati. E pur sempre vero comunque<br />
che quei segni presenti nella citata planimetria<br />
potrebbero rappresentare, se non le scansie della<br />
<strong>libreria</strong>, i banchi <strong>di</strong> lettura sull’esempio della ce-<br />
lebre biblioteca malatestiana <strong>di</strong> Cesena realizzata<br />
nel 1450 dal valente architetto fanese Matteo<br />
Nuti, ben nota anche in città.<br />
Due testimonianze documentarie, suggeritami<br />
dall’archivista Giuseppina Boiani Tombari, precedenti<br />
al secolo XIX e quin<strong>di</strong> sicuramente relative<br />
alla biblioteca originaria, tendono invece<br />
a suggerire una <strong>di</strong>versa localizzazione, compresa<br />
tra il chiostro maggiore e quello minore della<br />
casa dei frati minori; si tratta per l’esattezza <strong>di</strong><br />
una breve memoria relativa ad un affresco <strong>di</strong>pinto<br />
nella lunetta sopra la porta che dava accesso<br />
alla <strong>libreria</strong>, la quale dava <strong>di</strong>rettamente sul chiostro<br />
maggiore 23 e <strong>di</strong> una scrittura nella quale viene<br />
asserita, appunto, l’esistenza della <strong>libreria</strong> tra i<br />
due chiostri, posizione eccellente ove ubicare una<br />
biblioteca, che poteva ricavare luce da entrambi i<br />
versanti lungo cui correvano i lati dei chiostri.
Altra data fondamentale per la storia culturale<br />
del convento <strong>di</strong> Santa Maria Nuova e per tutta<br />
la città <strong>di</strong> Fano è l’anno 1661, quando fu fatta<br />
richiesta <strong>di</strong> introdurre presso <strong>di</strong> loro lo Stu<strong>di</strong>o<br />
generale; ed è ancora lo storico fanese Pier Maria<br />
Amiani a raccontare come: “furono similmente<br />
accresciute le limosine dal nostro Consiglio<br />
alli Frati Minori Osservanti <strong>di</strong> S. Maria Nuova,<br />
perché s’introducesse in quel Convento lo stu<strong>di</strong>o<br />
generale, che il Magistrato con premurosi uffizi<br />
l’aveva ricercato al P. <strong>La</strong>nci Fanese, Procuratore<br />
Generale <strong>di</strong> quella Religione coll’interporvi la<br />
me<strong>di</strong>azione del car<strong>di</strong>nal Cibo, stato in quest’anno<br />
eletto Protettore della Città”. 24<br />
Notizie ancora più esaustive si evincono nel capitolo<br />
L’osservanza a Fano <strong>di</strong> padre Salvatore Tosti<br />
contenuto nelle Memorie Francescane Fanesi, il<br />
quale celebra così questo importante evento:<br />
“Nel 1661 il Consiglio accolse la supplica dei<br />
frati d’interporsi presso il Procuratore generale<br />
dell’Or<strong>di</strong>ne Padre Nicolò <strong>La</strong>nci, fanese, per<br />
introdurre nel convento <strong>di</strong> Santa Maria Nuova<br />
lo Stu<strong>di</strong>o generale, onore che allora era tanto<br />
ambito dalle province e giustamente, perché in<br />
questi stu<strong>di</strong> insegnavano i migliori lettori e accedevano<br />
i migliori studenti. Il convento soltanto<br />
nel 1662 venne <strong>di</strong>chiarato Stu<strong>di</strong>o generale <strong>di</strong><br />
teologia ed ebbe una storia abbastanza gloriosa.<br />
Circa il 1764 v’insegnava il dotto e formidabile<br />
polemista, padre Flaminio Annibali da <strong>La</strong>tere;<br />
nel gennaio 1772 a Santa Maria Nuova si tennero<br />
i concorsi provinciali <strong>di</strong> filosofia e teologia;<br />
nel febbraio del 1773 i concorsi <strong>di</strong> teologia<br />
e similmente nel febbraio del 1789 quelli <strong>di</strong> filosofia<br />
e teologia. Lo Stu<strong>di</strong>o generale <strong>di</strong> Santa<br />
Maria Nuova dette in ogni tempo professori al<br />
Collegio Università Nolfi <strong>di</strong> Fano.” 25 Dalla lettura<br />
del brano appena riportato si evince come<br />
il neonato Stu<strong>di</strong>o generale eccellesse soprattutto<br />
nel campo degli stu<strong>di</strong> teologici e filosofici,<br />
ossia nelle <strong>di</strong>scipline particolarmente amate da<br />
fra’ Bartolomeo Cimarelli, delle quali scienze è<br />
possibile presupporre la presenza in biblioteca<br />
<strong>di</strong> una cospicua e preziosa raccolta libraria. E’<br />
quin<strong>di</strong> del tutto lecito immaginare l’esistenza <strong>di</strong><br />
un forte legame che univa saldamente la gloriosa<br />
vita dello Stu<strong>di</strong>o generale con la ricchezza della<br />
biblioteca a questo connessa 26 .<br />
A riprova <strong>di</strong> questo importante evento storico si<br />
conserva, ancora oggi, la supplica originale inviata<br />
dai frati <strong>di</strong> Santa Maria Nuova al civico<br />
fanese, nella quale si invitano i signori consiglieri<br />
a contattare il reveren<strong>di</strong>ssimo padre <strong>La</strong>nci,<br />
loro procuratore generale a Roma, affinché si<br />
adoperasse per creare presso <strong>di</strong> loro lo Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
Giubilazione 27 . Il fatto che nella supplica, non<br />
datata, si esplichi: “manutenenza <strong>di</strong> reputazione<br />
<strong>di</strong> questa illustrissima città come dello Stu<strong>di</strong>o<br />
che sino ad hora ha goduto simile privilegio”,<br />
lascia intendere che anche prima dell’anno 1661<br />
esisteva nel convento fanese uno Stu<strong>di</strong>o, che<br />
però desiderava essere promosso ad un livello<br />
“più cospicuo”, ossia <strong>di</strong> “Giubilazione”.<br />
Piena conferma <strong>di</strong> quanto richiesto nella supplica<br />
viene poi dal verbale <strong>di</strong> consiglio speciale<br />
redatto in data 10 settembre 1661 che recita:<br />
“Convocato Consilio Generale de mores cum<br />
assistentia Domini Nicolai a’ <strong>La</strong>ncis Officialis<br />
Maior Guar<strong>di</strong>ae et nondum adunato Generale<br />
et Convocato Speciale in numero 13 cum assitentia<br />
Magistrati D. Praetoris qui postea accessit.<br />
Lecta supplicatione fratruum Sanctae<br />
Mariae Novae petentium litteras favorabiles<br />
Reveren<strong>di</strong>ssimo Patri Procuratori Generali a’<br />
<strong>La</strong>ncis, ut faveat ipsis Patribus ad obtinendum<br />
stu<strong>di</strong>um huius Civitatis sit in honore Jubilationis<br />
[…] et posito partito obtinuit […] aliquam eleemosinam<br />
pro subsi<strong>di</strong>o suae familiae” 28 . Dalla<br />
lettura <strong>di</strong> entrambe queste fonti documentarie si<br />
è portati a escludere qualsiasi legame <strong>di</strong> parentela<br />
tra il procuratore generale Padre Nicolò <strong>La</strong>nci<br />
e la famiglia nobile fanese dei <strong>La</strong>nci 29 .<br />
Purtroppo neanche nelle pagine degli importantissimi<br />
Annali dell’Or<strong>di</strong>ne dei Frati Minori si<br />
sono potute ricavare notizie biografiche o storiche<br />
relative al “nostro” procuratore generale, del<br />
quale oltre al nome, conosciamo solamente la<br />
sua origine o citta<strong>di</strong>nanza fanese, come ha sug-<br />
LA PUBBLICA LIBRERIA<br />
225
LA CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA A FANO<br />
226<br />
gerito lo storico locale Pier Maria Amiani, e la<br />
sua permanenza romana.<br />
In merito all’evoluzione storica della biblioteca<br />
ed alla storia delle collezioni librarie in questa<br />
contenuta poche sono le informazioni a nostra<br />
<strong>di</strong>sposizione a causa della mancanza <strong>di</strong> fonti archivistiche.<br />
Riguardo la sua ubicazione un’importante<br />
notizia viene ancora dedotta tra le<br />
righe del brano del Tosti 30 ; questi trattando a<br />
proposito del rifiorire della vita e delle attività<br />
religiose ed intellettuali nel convento <strong>di</strong> Santa<br />
Maria Nuova dopo la triste esperienza delle<br />
soppressioni napoleoniche, mise in evidenza il<br />
ritorno all’originario splendore ed il rifiorire degli<br />
stu<strong>di</strong>, tanto che nell’anno 1851 il convento<br />
venne <strong>di</strong>chiarato Stu<strong>di</strong>o generale <strong>di</strong> Filosofia e<br />
Teologia, trovandosi presenti eccellenti lettori e<br />
professori del calibro <strong>di</strong> padre Luigi Flamini e<br />
padre Antonio Maria Pettinari. In questi stessi<br />
tempi, continua il Tosti, vennero fatte anche<br />
nuove costruzioni, tra cui, si legge: “nel 1845<br />
dal padre Flamini, allora generale dell’Or<strong>di</strong>ne,<br />
venne costruita la Biblioteca” 31 . Purtroppo non è<br />
dato sapere se si trattasse <strong>di</strong> un rifacimento degli<br />
arre<strong>di</strong> o <strong>di</strong> una ristrutturazione od ampliamento<br />
dei locali a<strong>di</strong>biti a <strong>libreria</strong> fin dal tempo della<br />
sua erezione, nel lontano XVII secolo, e neppure<br />
se questa fosse stata completamente trasferita in<br />
nuovi locali del convento, magari giu<strong>di</strong>cati più<br />
idonei a tal uso.<br />
Relativamente invece alla storia delle collezioni<br />
librarie successivamente confluite per arricchire<br />
il nucleo originario donato dal Cimarelli, si<br />
è già visto come queste, nel corso dei secoli, si<br />
ampliarono grazie allo sforzo profuso da <strong>di</strong>versi<br />
padri guar<strong>di</strong>ani in servizio nel convento fanese.<br />
Tuttavia informazioni più puntuali e dettagliate<br />
vengono ancora dal Tosti, che informa: “alla<br />
morte <strong>di</strong> <strong>La</strong>tino Negusanti, poeta e giurista insigne,<br />
le sue opere manoscritte furono date a ‘quei<br />
sapientissimi Padri’ <strong>di</strong> Santa Maria Nuova; parimenti<br />
andarono ad arricchire la Biblioteca le<br />
opere <strong>di</strong> Pietro Negusanti, altro poeta e autore<br />
della Faneide, che morì nel 1662 e volle essere<br />
sepolto coll’abito francescano in Santa Maria<br />
Nuova” 32 . Di altre donazioni non si hanno notizia,<br />
tuttavia sono facilmente ipotizzabili considerando<br />
l’importanza del convento fanese e, <strong>di</strong><br />
riflesso, della sua <strong>libreria</strong>.<br />
Per le vicissitu<strong>di</strong>ni delle collezioni librarie e dei<br />
singoli volumi in questa contenuta e per poter<br />
esattamente quantificare e qualificare l’intera<br />
<strong>libreria</strong>, sarebbe stato fondamentale conservare,<br />
ancora oggi, il catalogo dei manoscritti e dei volumi,<br />
come felicemente accade per altri importantissimi<br />
fon<strong>di</strong> librari, come ad esempio, per<br />
Fano, quello della <strong>libreria</strong> del Federici, oppure,<br />
restando in tema <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne francescano, quello<br />
che si conserva ancora nell’archivio storico<br />
Diocesano <strong>di</strong> Ancona, appartenuto alla biblioteca<br />
dei canonici regolari della chiesa <strong>di</strong> San<br />
Giovanni Battista in Pannocchiara, alla quale si<br />
aggiunse, in maniera preponderante, la collezione<br />
libraria dei frati minori succeduti ai primi 33 .<br />
Tuttavia importanti notizie trapelano tra le righe<br />
<strong>di</strong> alcuni documenti risalenti al periodo dell’incameramento<br />
dei beni religiosi da parte del neonato<br />
Stato italiano a seguito dei provve<strong>di</strong>menti<br />
comunemente appellati “leggi eversive dell’asse<br />
ecclesiastico”, emanati tra il 1866 e il 1867. Nella<br />
lettera circolare n. 2079 spe<strong>di</strong>ta dal sindaco <strong>di</strong><br />
Fano Pasqualucci al prefetto <strong>di</strong> Pesaro in data 22<br />
agosto 1868 con oggetto “Libri e oggetti d’arte<br />
degli enti morali religiosi aboliti dalla legge 15<br />
agosto 1867” si <strong>di</strong>chiara che dagli enti morali<br />
minori osservanti (zoccolanti), cappuccini e camaldolesi<br />
<strong>di</strong> Montegiove pervennero al municipio,<br />
a seguito <strong>di</strong> regolare cessione fatta dal governo,<br />
i libri lasciati da dette corporazioni dei quali<br />
si era già provveduto a mandare un dettagliato<br />
catalogo al ministero della Pubblica Istruzione.<br />
In queste righe si evince il seguente numero dei<br />
volumi: minori osservanti n. 992, cappuccini n.<br />
652 e camaldolesi <strong>di</strong> Montegiove n. 730 34 .<br />
Anche la circolare n. 218, spe<strong>di</strong>ta dall’Amministrazione<br />
delle Tasse e del Demanio - Ufficio del<br />
Registro in Fano - al prefetto Petrucci, in data<br />
31 maggio 1867, avente come oggetto “Fondo
Culto. MM. Osservanti e Cappuccini <strong>di</strong> Fano<br />
e Camaldolesi <strong>di</strong> Montegiove. Libri ed oggetti<br />
d’arte”, torna a trattare sull’argomento in questione<br />
35 . Tuttavia notizie ancora più esaustive e<br />
precise inerenti al patrimonio librario della biblioteca<br />
francescana si celano in una lettera datata<br />
11 settembre 1867, a firma dell’allora custode<br />
e bibliotecario comunale Luigi Masetti, avente<br />
per oggetto la “Biblioteca dei M.M. O.O.” nella<br />
quale, oltre ad essere riba<strong>di</strong>ta l’importanza della<br />
raccolta libraria in questione, vengono elencate<br />
alcune opere andate <strong>di</strong>sperse in occasione della<br />
consegna del materiale librario al municipio<br />
fanese 36 . Una successiva nota del bibliotecario<br />
Masetti, in<strong>di</strong>rizzata sempre al sindaco <strong>di</strong> Fano<br />
in data del 10 <strong>di</strong>cembre 1867, avverte ancora<br />
come i libri del convento <strong>di</strong> Santa Maria Nuova<br />
fossero stati trasportati nei locali della biblioteca<br />
già dei cappuccini 37 .<br />
Altre fondamentali informazioni storiche, seppur<br />
in<strong>di</strong>rette, sono state evinte nel sesto volume<br />
delle Cronache del convento del Beato Sante <strong>di</strong><br />
Montebaroccio ove, in merito alla biblioteca istituita<br />
in questo prestigioso santuario, viene riportato:<br />
“1949 Relazione del lavoro compiuto nella<br />
Biblioteca del Convento del Beato Sante dal 25<br />
ottobre al 22 <strong>di</strong>cembre 1949: la Biblioteca del<br />
convento all’inizio del lavoro era praticamente<br />
inesistente, poichè ben pochi erano i libri conservati<br />
nel suo locale e quelli raccolti nel locale<br />
antistante non le appartenevano; negli scaffali<br />
sconnessi, inoltre, erano evidenti i segni della<br />
presenza dei topi. Considerata la importanza<br />
del convento e santuario <strong>di</strong> Montebaroccio, al<br />
Bibliotecario Padre Previtera è sembrato opportuno<br />
fondere i libri provenienti dalla Biblioteca<br />
<strong>di</strong> Fano con quelli pochi, ma buoni, rimasti nella<br />
Biblioteca <strong>di</strong> Montebaroccio. Dalla fusione sono<br />
stati avvertiti i Padri <strong>di</strong> Fano che si sono espressi<br />
consenzienti e il Superiore Provinciale. Sono<br />
occorse 7 giornate <strong>di</strong> falegname per riparare gli<br />
scaffali e la porta d’ingresso e collocare altri palchetti<br />
nella credenza dell’archivio. Dallo spoglio<br />
della Biblioteca è risultato un certo numero <strong>di</strong><br />
volumi deteriorati e inservibili i quali sono stati<br />
alienati per la copertura <strong>di</strong> spese incorse dal<br />
Convento. <strong>La</strong> Biblioteca possiede una importante<br />
raccolta <strong>di</strong> cinquecentine, oltre a buone opere<br />
dei secoli posteriori quali: opere <strong>di</strong> S. Agostino,<br />
S. Bonaventura, S. Tommaso, S. Alberto<br />
Magno, ecc. <strong>La</strong> Storia del Concilio <strong>di</strong> Trento<br />
del Pallavicino; il Vocabolario Italiano della lingua<br />
Universale [...] in 7 volumi; il “Glossarium<br />
infime latinitatis” del Du Cange in 6 volumi.<br />
Il corso Teologico e Scritturistico (quest’ultimo<br />
completo) del Migne e la collezione completa<br />
della “Civiltà Cattolica” ... Nell’Archivio conservati<br />
tre incunaboli. Opuscoli <strong>di</strong> Hieronimo da<br />
Ferrara (Savonarola) spaginato ed incompleto;<br />
importante per le xilografie. Il “Mariale” <strong>di</strong> Fra’<br />
Giacomo da Varagine unito ad una altra opera<br />
“Sermoni” dello stesso Fra’ Giacomo, cui mancano<br />
fogli iniziali. Vi si conservano pure, oltre<br />
al proprio materiale già or<strong>di</strong>nato dal P. Antonio<br />
Talamonti ofm, alcune copertine <strong>di</strong> vecchie<br />
salmiste, le borchie <strong>di</strong> stile sono originali.<br />
Annotazione del Bibliotecario Padre Previtera.<br />
<strong>La</strong> Biblioteca è stata formata in gran parte con<br />
libri provenienti dalla ex Biblioteca <strong>di</strong> Fano i cui<br />
locali sono stati a<strong>di</strong>biti per altri scopi. Alcuni<br />
libri <strong>di</strong> carattere strettamente scolastico e francescano<br />
sono stati trasportati a Falconara per la<br />
Biblioteca francescana e a Sassoferrato.” 38<br />
Conferma <strong>di</strong> quanto appena riportato ci viene<br />
anche da un appunto manoscritto, in brutta<br />
copia, gentilmente passatomi da padre Silvano<br />
Bracci, conservato all’interno <strong>di</strong> un fascicolo<br />
intitolato Appunti <strong>di</strong> Cronaca del Convento <strong>di</strong><br />
Santa Maria Nuova, ove si legge: “1946: volendo<br />
iniziare una Schola Cantorum con inten<strong>di</strong>menti<br />
artistici è stata liberata la sala a<strong>di</strong>bita a <strong>libreria</strong> a<br />
pian terreno per le prove <strong>di</strong> musica e raduno dei<br />
giovani. I libri più importanti furono portati a<br />
Montebaroccio (Beato Sante) altri a Falconara,<br />
parte venduti per carta”.<br />
I brani appena proposti risultano <strong>di</strong> estrema<br />
importanza, non solo per la ricostruzione delle<br />
vicende storiche della biblioteca fanese, ma<br />
LA PUBBLICA LIBRERIA<br />
227
LA CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA A FANO<br />
Frontespizio del libro Teologia<br />
Moralis <strong>di</strong> Anacleti<br />
Reifntuel, con ex libris<br />
(Biblioteca Santuario Beato<br />
Sante R V 1)<br />
228<br />
anche perché potrebbero fornire in<strong>di</strong>rettamente<br />
un sommario elenco dei principali volumi,<br />
oggi confluiti a Mombaroccio, ma che in origine<br />
potevano appartenere alla soppressa biblioteca<br />
del convento <strong>di</strong> Santa Maria Nuova <strong>di</strong> Fano.<br />
Sicuramente un numero consistente rispetto a<br />
quelli che si trovavano in origine nel santuario<br />
del Beato Sante stando alle testimonianze scritte<br />
ed alle giornate spese dal falegname per dotare la<br />
nuova biblioteca riunita, del numero sufficiente<br />
<strong>di</strong> scansie. Una raccolta formata da manoscritti,<br />
incunaboli, cinquecentine ed altri numerosi<br />
volumi e<strong>di</strong>ti nei secoli successivi. Di alcune <strong>di</strong><br />
queste opere viene fornito anche un sintetico<br />
elenco, comunque illuminante per qualificare<br />
ed in<strong>di</strong>viduare le materie raccolte: patristica,<br />
teologia, filosofia, annalistica, storia e grammatica,<br />
tutte scienze fondamentali per dotare un<br />
prestigioso “Stu<strong>di</strong>o generale” <strong>di</strong> un’altrettanta<br />
ricca e prestigiosa biblioteca 39 . Nella speranza <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>viduare con certezza i volumi provenienti da<br />
Fano è stato dal sottoscritto effettuato, a cam-<br />
pione, un raffronto degli ex libris presenti nei volumi<br />
attualmente conservati presso la biblioteca<br />
del santuario <strong>di</strong> Mombaroccio. Nonostante il<br />
fatto che al momento la raccolta libraria si trovi<br />
provvisoriamente poggiata in una nuova stanza<br />
a causa dei lavori <strong>di</strong> restauro nei locali a<strong>di</strong>biti a<br />
biblioteca e che la maggior parte dei volumi lì<br />
conservati non presentino al loro interno alcun<br />
“ex libris”, sono stati, al momento, in<strong>di</strong>viduati<br />
due libri recanti, entrambe, la seguente <strong>di</strong>citura,<br />
posta nella controrisguar<strong>di</strong>a del piatto anteriore:<br />
“Ad uso dello Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> S. Maria Nuova<br />
<strong>di</strong> Fano”. Guarda caso si tratta <strong>di</strong> un volume <strong>di</strong><br />
carattere teologico ed un volume <strong>di</strong> carattere filosofico,<br />
fatto che mostra a chiare lettere sia l’originaria<br />
de<strong>di</strong>zione del Cimarelli per queste due<br />
scienze, sia la specializzazione perpetuata dallo<br />
Stu<strong>di</strong>o fanese. Per la precisione si tratta dell’opera<br />
<strong>di</strong> Anacleti Reifntuel Teologia Moralis e<strong>di</strong>ta<br />
a Venezia nel 1790 40 e dell’opera <strong>di</strong> Ludovico<br />
Antonio Muratori <strong>La</strong> Filosofia Morale stampata<br />
a Venezia nel 1754 nella stamperia Remon<strong>di</strong>ni 41 .
Altra opera conservata a Mombaroccio, senza<br />
“ex libris”, ma facilmente riconducibile alla <strong>libreria</strong><br />
fanese, è l’opera stampata a Fano nel 1802<br />
dalla tipografia del Leonar<strong>di</strong>, che reca il seguente<br />
frontespizio: “Admodum Reverendo Patri /<br />
Carolo Mariae Perusino / […] / P.F. Franciscus<br />
A Granarola / Minorita / Almae Observantis<br />
Picenae Provinciae Alumnus / et in Fanensi<br />
Sanctae Mariae Novae Lyceo / Sacrae Theologiae<br />
Studens Generalis […]”.<br />
Meno fortunata è stata la ricerca, a campione,<br />
degli ex libris compiuta nella biblioteca francescana<br />
<strong>di</strong> Falconara, dove al momento non è stata<br />
trovata alcuna opera proveniente dall’antica biblioteca<br />
del convento <strong>di</strong> Santa Maria Nuova <strong>di</strong><br />
Fano, valente istituzione nata e sviluppatasi per<br />
effondere l’amore per l’eru<strong>di</strong>zione nelle menti e<br />
nei cuori dei nostri predecessori.<br />
Note<br />
1. F. Battistelli (a cura <strong>di</strong>), Biblioteca Federiciana Fano, Fiesole,<br />
1994.<br />
2. <strong>La</strong> situazione della <strong>pubblica</strong> lettura a Fano, antecedente alla<br />
fondazione della biblioteca del Federici, viene così sintetizzata<br />
da Luigi Masetti: “Supplivano allora questa mancanza (quella <strong>di</strong><br />
una <strong>pubblica</strong> biblioteca) le biblioteche delle comunità religiose<br />
aventi stu<strong>di</strong>o in questa città, a cui ricorrevano gli ecclesiastici<br />
specialmente per le lettere sacre, mentre per le profane erano ricche<br />
quelle dei particolari, e sopra tutto dei Nolfi, dei Marcolini,<br />
dei Montevecchio, dei Carrara, dei Castracane e degli Amiani.<br />
Fra le comunità religiose quelle dei Canonici <strong>La</strong>teranensi,<br />
de’ Conventuali, de’ Minori Osservanti, de’ Cappuccini e<br />
de’ Gesuiti […]”; ve<strong>di</strong>: L. Masetti, Memorie sulla Biblioteca<br />
Comunale <strong>di</strong> Fano denominata Federiciana, Fano, 1873.<br />
3. Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Pesaro - Sezione Archivio <strong>di</strong> Stato<br />
<strong>di</strong> Fano (ASP - SASF), Archivio Storico Comunale (ASC),<br />
Referendaria, reg. 84, c. 227r.<br />
4. P. V. Cimarelli, Istorie dello stato <strong>di</strong> Urbino, Brescia, 1642 -<br />
1643, lib. III, p. 176.<br />
5. Ibidem.<br />
6. “Ha scritto vagamente sopra varie scienze, come io ne posso<br />
fare indubitata fede, havendo gli suoi scritti veduti e con<br />
attentione benissimo <strong>di</strong> essi la dottrina compresa, i quali non<br />
ancora dati alle stampe, furono alla sua morte dagli suoi Padri<br />
à questo effetto pigliati”. P. V. Cimarelli, op. cit.<br />
7. “Scrisse anco la quarta Parte delle Croniche <strong>di</strong> San Francesco,<br />
<strong>di</strong>visa in cinque volumi, de’ quali tre solamente veggonsi alla<br />
luce, sendo gli altri due rimasti alla sua morte in mano dello<br />
stampatore in Venetia, il qual’essendo anco similmente il seguente<br />
anno mancato non hebbedè restituitli potere: onde si<br />
stimano smariti”. P. V. Cimarelli, op. cit.<br />
8. “Scrisse e pubblicò: Croniche dell’Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> San Francesco,<br />
<strong>di</strong> Fra’ Bartolomeo Cimarelli in Venezia 1620 per Berezza<br />
Berezzi, vol. 5 (3) in 4° e in Napoli per Novello de Bonis 1680<br />
in 4°. Forma quest’opera la Parte Quarta delle Cronache de’<br />
Minori, scritte già da fra’ Mauro da Lisbona ( e poscia tradotte<br />
dal Diola) ed è molto pregiata non solo pel profitto spirituale,<br />
ma ezian<strong>di</strong>o per la varia e molteplice eru<strong>di</strong>zione. Più altri<br />
manoscritti <strong>di</strong> materie scientifiche lasciò frà Bartolomeo nella<br />
sua morte in mano de’ suoi religiosi, per quanto affermasi dal<br />
detto Cimarelli, che niun cenno peraltro ci ha dato del luogo<br />
ove furono collocati”. Biblioteca Picena, Osimo, 1793, t. III,<br />
pp. 210 - 211.<br />
9. Diede inoltre alle stampe: Chronicorum Or<strong>di</strong>nis partem quarta<br />
succedaneam tribus prioribus a Marco Ulyssiponensi compositis,<br />
anno 1621; Adnotationes in quatuor Lib. Sententiarum Scoti;<br />
Commentaria in primum et quartum Scoti; Apologia <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />
cose <strong>di</strong> filosofia o <strong>di</strong> teologia contro i detrattori dell’Or<strong>di</strong>ne francescano;<br />
De forma et colore <strong>di</strong>vi Francisci habitus; Controversiarum<br />
Ioannis Radae quarta pars. in Venezia 1617.<br />
10. “Fù da suoi superiori mandato, con carichi degni della sua<br />
persona, nella Spagna, ondè <strong>di</strong>morò cinque anni in stima tale<br />
presso à quella Corte, che da tutti per gli suoi pronti e virtuosi<br />
<strong>di</strong>scorsi ammirato veniva e per <strong>di</strong>vino huomo tenuto. Per questo<br />
più volte introdotto fu all’u<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> quella Maestà Cattolica,<br />
riportandone pretiosi doni e segnalate gratie; e quando da suoi<br />
emoli stato impe<strong>di</strong>to non fosse (troppe vivace tassandolo e nelle<br />
LA PUBBLICA LIBRERIA<br />
Frontespizio del libro <strong>La</strong><br />
Filosofia Morale <strong>di</strong> Ludovico<br />
Antonio Muratori,<br />
con ex libris (Biblioteca<br />
Santuario Beato Sante R<br />
IV 31)<br />
229
LA CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA A FANO<br />
230<br />
sue risolutioni violento) senza fallo sarebbe stato co’l mezzo della<br />
detta Maestà, al Generalato della sua Religione promosso”. P.<br />
V. Cimarelli, op. cit.<br />
11. P. V. Cimarelli, op. cit.<br />
12. P. V. Cimarelli, op. cit.<br />
13. “[…] e dopo non molti giorni lo <strong>di</strong>mandò anco per Vescovo titolare<br />
alla Santa Sede, da cui ottenuta la gratia de’ beni Ecclesiastici<br />
assai ricca entrata procurarli”. P. V. Cimarelli, op. cit.<br />
14. “Poterono tanto gli accennati honori nel cuore de’ maligni,<br />
ulcerati dalla cantaride dell’invi<strong>di</strong>a e punti dal tarlo del livore<br />
che co’l veleno si spinsero à procurarli la morte, la quale successe<br />
l’anno 1628. Il cui cadavero fu nella Chiesa <strong>di</strong> San Francesco<br />
delle Vigne nella medesima città <strong>di</strong> Venetia, riposto. Di sommo<br />
<strong>di</strong>spiacere fu la morte <strong>di</strong> questo gran religioso all’Altezza <strong>di</strong><br />
Mantova et à tutta la sua Corte, come se ne videro con chiarezza<br />
i segni, honorando egli con la sua presenza e con l’assistenza<br />
della medesima Corte gli offici funebri, che con solennità gli si<br />
celebrarono da’ padri della sua Religione in San Francesco <strong>di</strong><br />
Mantova” P. V. Cimarelli, op. cit.<br />
15. Aveva Bartolomeo un fratello pure lui frate dell’osservanza<br />
francescana, padre Marco Cimarelli, morto nel 1631 (anche<br />
questi ricordato da Vincenzo Maria Cimarelli nelle sue Istorie<br />
dello Stato <strong>di</strong> Urbino, cit), che risulta Guar<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> Santa Maria<br />
Nuova in un atto del 6 agosto 1569 (ve<strong>di</strong> sempre in questo volume<br />
G. Boiani Tombari, Regesti, alla data).<br />
16. P. V. Cimarelli, op. cit.<br />
17. Ve<strong>di</strong>: Biblioteca Picena, op. cit.<br />
18. P. M. Amiani, Memorie Istoriche della città <strong>di</strong> Fano, Fano,<br />
1751, vol. II, p. 264.<br />
19. Biblioteca Federiciana <strong>di</strong> Fano (BFF), Sala Manoscritti,<br />
Fondo Amiani, n 4.<br />
20. ASC - SASF, ASC, Consigli, Libro dei Consigli n. 139, nn.<br />
21. J. Ligi, Congregazione dell’Oratorio <strong>di</strong> Fano, BFF, Sala<br />
Manoscritti, Fondo Federici, n. 76.<br />
22. “Et posito partito a chi pare e piace … che la concessione<br />
del Vicolo che <strong>di</strong>mandano li Padri Zoccolanti non è dannosa<br />
ne’ al Publico, ne’ al Privato per non servire al comodo d’alcuno<br />
e per non haver il suo utile e vedendosi che più tosto come<br />
per accomodamento et abbellimento della Città in vista del<br />
presente partito si conceda detto sito alli sopradetti supplicanti<br />
conforme alla <strong>di</strong>manda loro per ovviare le Cause esposte nella<br />
supplica et conseguire con l’accomodamento…”. ASP - SASF,<br />
ASC, Consigli, Libro dei Consigli n. 158, cc. 145 - 146.<br />
23. “Requisiti <strong>di</strong> Francesco Maria Polidori, dei suoi antenati<br />
ed Anna Maria Durantini sua madre e parente della medesima.<br />
Carlo Polidori padre <strong>di</strong> Francesco Maria prese per moglie<br />
l’anno 1665 Anna Maria figlia <strong>di</strong> Giovanni Andrea Durantini,<br />
quale aveva per moglie una <strong>di</strong> casa Galletti che <strong>di</strong> questa casa<br />
e sua famiglia vi sono stati molti virtuosi, uno fu monsignor<br />
Flavio Galletti vescovo <strong>di</strong> Anglona come si può vedere da una<br />
pittura nel claustro <strong>di</strong> Santa Maria Nuova sopra la porta della<br />
<strong>libreria</strong>, quale morì a Roma e fu sepolto alla Madonna del<br />
Popolo ove si vede il suo deposito con una lapide e sua iscrizione<br />
ad perpetuam rei memoriam”. ASP - SASF, ASC, Famiglie<br />
Fanesi, b. 7, fam. Polidori.<br />
24. P. M. Amiani, op. cit., vol. II, p. 293.<br />
25. S. Tosti, L’Osservanza a Fano, in Memorie Francescane<br />
Fanesi, pp. 168 - 181, qui pp. 177-178.<br />
26. “Una biblioteca e uno stu<strong>di</strong>o, dunque aperti all’intera città<br />
e che dovettero certo apparire come il logico coronamento <strong>di</strong><br />
un’attività tipografica e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in cui la città si era venuta da<br />
tempo <strong>di</strong>stinguendo fra le consorelle marchigiane, ospitando<br />
gli stampatori Girolamo Soncino (1501 - 1508; 1515 - 1517),<br />
Giacomo Moscar<strong>di</strong> (1562 - 1572) e Pietro Farri (1590 - 1593;<br />
1596 - 1612), dando vita al Seminario dei chierici (1569) e successivamente<br />
all’Accademia degli Scomposti (1641), pre<strong>di</strong>sponendosi<br />
infine ad accogliere il Collegio dei padri gesuiti (1674)<br />
e a rendere operante il testamento <strong>di</strong> Guido Nolfi con l’apertura<br />
dell’omonimo Collegio degli stu<strong>di</strong> (1680), destinato a <strong>di</strong>ventare<br />
sede universitaria a partire dal 1729”. F. Battistelli (a cura <strong>di</strong>),<br />
Biblioteca Federiciana, cit., p. 33.<br />
27. “Lo Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Santa Maria Nova trovandosi escluso nel<br />
prossimo passato Capitolo Generale della nota de Stu<strong>di</strong>i <strong>di</strong><br />
Giubilazione e conseguentemente da una si riguardevole prerogativa,<br />
che toglie a i Padri Lettori che vi esercitano la lettura<br />
in spazio <strong>di</strong> nove anni l’esser anoverati tra i Ministri<br />
Provinciali; fa ricorso alle Illustrissime Vostre Signorie si per<br />
la manutenenza <strong>di</strong> reputazione <strong>di</strong> questa Illustrissima Città,<br />
come dello stesso Stu<strong>di</strong>o, che sino ad hora ha goduto simile<br />
privilegio a’ fine vogliano compiacersi scrivere lettera favorevole<br />
al Reveren<strong>di</strong>ssimo Padre <strong>La</strong>nci Procuratore Generale in Roma,<br />
acciò prenda la posizione <strong>di</strong> questo Stu<strong>di</strong>o con farlo <strong>di</strong>chiarare<br />
<strong>di</strong> Giubilazione in conformità <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> Ancona, che<br />
da Sua Beatitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>eci mesi sono fu restituito in pristinum;<br />
che il tutto saria cagione <strong>di</strong> destare i suggetti riguardevoli al<br />
desiderio <strong>di</strong> questa stanza e quelli vi sono al non tentare la promozione<br />
a stu<strong>di</strong>o più cospicuo, ove possano godere il privilegio<br />
delle fatiche. Saranno pero f. Bonaventura Ferrari Devotissimo<br />
Servitore delle Signorie Vostre Illustrissime che informerà Sua<br />
Reveren<strong>di</strong>ssima con addurli fondamenti co’ quali facilmente<br />
né possa riportare facilmente l’effetto e le grazie delle Signorie<br />
Vostre Illustrissime l’honore <strong>di</strong> tanto favore; che Deus.”. ASP<br />
-SASF, ASC, Suppliche, vol. 1.<br />
28. Ve<strong>di</strong>: ASP -SASF, ASC, Consigli, Libro dei Consigli n. 169,<br />
c. 92r.<br />
29. Analizzando infatti la Genealogia delle Nobili Famiglie Fanesi<br />
del Bertozzi (cfr: F. Bertozzi, Genealogia delle nobili famiglie<br />
Fanesi, BFF, Sala Manoscritti, Fondo Bertozzi, prot. F.) e il Libro<br />
D’oro della Nobiltà Fanese del Borgogelli (cfr: P.C. Borgogelli,<br />
Libro D’oro della Nobiltà Fanese, BFF, Sala Manoscritti, Fondo<br />
Federici, n. 310, vol. 10) si evince come Nicolò <strong>La</strong>nci, nobile<br />
fanese, vissuto anch’egli nelle metà del XVII secolo, non fu mai<br />
un uomo <strong>di</strong> chiesa, svolgendo invece esclusivamente incarichi<br />
pubblici e prendendo in sposa Giustina Giunti <strong>di</strong> Montenovo<br />
(“Nicolaus <strong>La</strong>ncius filius quondam Johannis Nobilis Fanensis<br />
[...] fu ammesso <strong>di</strong> Consiglio il 20 settembre 1650. Fu Priore<br />
<strong>di</strong> novembre e <strong>di</strong>cembre 1650. Poi fu Gonfaloniere per breve <strong>di</strong><br />
Alessandro VII del 18 ottobre 1656 ed esercitò in luglio e agosto<br />
1657 e gennaio e febbraio 1661 [...] Sposò Giustina del Cavalier<br />
Antonio Giunti <strong>di</strong> Montenovo [...]”; P. C. Borgogelli, cit.”). Fu<br />
invece il <strong>di</strong> lui fratello carnale Giovanni Maria <strong>La</strong>nci ad intraprendere,<br />
con successo, la carriera ecclesiastica ricoprendo,<br />
tra i tanti uffici, anche quello <strong>di</strong> procuratore generale, ma dei<br />
canonici regolari <strong>di</strong> San Salvatore in San Paterniano (ossia i<br />
canonici lateranensi) e non dei padri minori osservanti <strong>di</strong> Santa<br />
Maria Nuova (“<strong>La</strong>nci Gio. Maria da Fano, professando l’Or<strong>di</strong>ne<br />
de’ canonici regolari <strong>di</strong> S. Salvatore, ne sostenne la carica <strong>di</strong><br />
Abate e quin<strong>di</strong> all’altra più onorevole fu promosso a Roma <strong>di</strong>
procurator generale. Morì l’anno 1671 allorquando stava sotto i<br />
torchi una sua opera, che <strong>di</strong> poi fu publicata dal fratello Nicolò<br />
e presentata al ch. sig. card. Bona, <strong>di</strong> cui mentr’era in vita l’autore,<br />
goduto avea singolarmente la grazia […] Varie sue lettere<br />
si <strong>pubblica</strong>rono fra quelle del detto sig. car<strong>di</strong>nale ed il ch. P.<br />
ab. Trombelli nelle sue Memorie Istoriche <strong>di</strong> S. Maria del Reno<br />
e S. Salvatore dopo averlo chiamato dottissimo uomo e molto<br />
benemerito della sua congregazione […] L’Amiani nella Storia<br />
<strong>di</strong> Fano accenna una <strong>di</strong> lui <strong>di</strong>vota ed eru<strong>di</strong>ta orazione, recitata<br />
in detta città nella chiesa <strong>di</strong> San Paterniano per la occasione<br />
del flagello della peste, che nel 1656 andava desolando l’Italia”.<br />
Biblioteca Picena, Osimo, 1796, t. V, pp. 220 - 221). Nessun altro<br />
membro <strong>di</strong> Casa <strong>La</strong>nci, vissuto in quel determinato periodo<br />
storico, può essere identificato con il citato procuratore.<br />
30. L’informazione viene ripresa anche nel dattiloscritto intitolato<br />
Storia e vicende del convento francescano <strong>di</strong> S. Maria Nuova<br />
in Fano (Pesaro) redatto da padre Cristoforo Fini nell’anno<br />
1953, conservato presso l’archivio storico Diocesano <strong>di</strong> Fano,<br />
Conventi e Monasteri Fanesi, vol. 15.<br />
31. S. Tosti, L’Osservanza a Fano, cit., p. 180.<br />
32. Ibidem, p. 177.<br />
33. G. Pagnani, Un Archivio Ecclesiastico Anconetano dal 1051<br />
al 1863, in “Stu<strong>di</strong>a Picena”, vol. XXVIII (1960), p. 81.<br />
34. ASP -SASF, ASC, titolo IX, busta 506, 1868.<br />
35. “E’ piacevole al sottoscritto porgere avviso all’Onorevole<br />
Signor Sindaco <strong>di</strong> Fano che la Direzione Demaniale <strong>di</strong> Ancona<br />
con Nota 14 Maggio ultimo scorso N. 4355 comunicava che il<br />
Guardasigilli con Decreto in data 8 medesimo mese ha <strong>di</strong>sposto<br />
che i libri e gli oggetti d’Arte dei tre Conventi a margine<br />
in<strong>di</strong>cati siano ceduti al Municipio <strong>di</strong> Fano con l’obbligo però<br />
<strong>di</strong> provvedere per il locale, e <strong>di</strong> destinare una somma per la conservazione<br />
<strong>di</strong> essi e <strong>di</strong> farne a suo carico l’esatto catalogo in doppio<br />
nell’atto <strong>di</strong> consegna. Vorrà pertanto l’Onorevole Signor<br />
Sindaco compiacersi fissare il giorno o i giorni per ricevere gli<br />
oggetti, ed i libri in <strong>di</strong>scorso. Quante le volte credesse <strong>di</strong> delegare<br />
Persona <strong>di</strong> sua fiducia per la consegna vorrà questa munirla<br />
<strong>di</strong> apposita lettera <strong>di</strong> autorizzazione.”. ASP -SASF, ASC, titolo<br />
IX, busta 506, 1868.<br />
36. “All’Ill.mo Sig. Sindaco <strong>di</strong> Fano. Perché a molti era noto il<br />
valore <strong>di</strong> alcuni gran<strong>di</strong> opere esistenti nella Biblioteca dei M.M.<br />
O.O. e perché alcuni potrebbero rammentarle e ricercarle in<br />
proprietà del Municipio, il sottoscritto che ha assunto oggi il<br />
carico del nuovo inventario e della consegna, ama che il Sig.<br />
Sindaco sappia, e ne resti memoria scritta a sua garanzia che<br />
nella Biblioteca stessa mancano le seguenti Opere che ne formavano<br />
il pregio e che figurarono già descritte nell’inventario<br />
redatto alla presa <strong>di</strong> possesso fatta dagli Agenti del Governo<br />
nel mese <strong>di</strong> febbraio dell’anno 1861, trascurando alcuni libri <strong>di</strong><br />
minor conto i quali restano compensati da altri che non furono<br />
descritti nel citato inventario. Trovandosi gl’in<strong>di</strong>cati libri posti<br />
in terra e nel massimo <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, attenderà che gli venga in<strong>di</strong>cato<br />
come e dove abbiano a rior<strong>di</strong>nare a scopo <strong>di</strong> <strong>pubblica</strong> utilità.<br />
Luigi Masetti Custode Bibliot. (segue l’elenco) S. Thomae<br />
Aquinatis Opuscula vol. 12 (due copie); Luca Wad<strong>di</strong>ng Annali<br />
Francescani vol. 29; Dufresne Glossario vol. 6; Epigraphicum<br />
Morcellianum vol. 4; Morcelli sud. de Stilo inscript. vol. 5;<br />
Agatopisto - Storia ed indole <strong>di</strong> ogni filosofia vol. 12; <strong>La</strong>bbé<br />
Collezione dei Concili, vol. 29; Amiani Storia <strong>di</strong> Fano, vol.<br />
2; Muratori opere, vol. 24; Grisellin - Dizionario delle Arti e<br />
Mestieri, vol. 18; Natali Alessandro - Storia Ecclesiastica, vol.<br />
18; ve<strong>di</strong>: ASP -SASF, ASC, titolo IX, busta 506, 1868.<br />
37. ASP -SASF, ASC, titolo IX, busta 506, 1868.<br />
38. Mombaroccio, Archivio Beato Sante, Cronache, Sez. C, lib.<br />
5, pp. 2809 - 2810.<br />
39. Nella citata lettera circolare n. 2079, spe<strong>di</strong>ta dal sindaco<br />
<strong>di</strong> Fano al prefetto <strong>di</strong> Pesaro, viene <strong>di</strong>chiarato come un elenco<br />
completo dei libri della biblioteca in oggetto era stato trasmesso<br />
al ministero della Pubblica Istruzione; non è pertanto da<br />
escludere l’esistenza <strong>di</strong> questo importante documento a Roma,<br />
presso l’archivio Centrale dello Stato.<br />
40. Mombaroccio, Biblioteca Beato Sante, R V 1.<br />
41. Mombaroccio, Biblioteca Beato Sante, R IV 31.<br />
LA PUBBLICA LIBRERIA<br />
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