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CULTURA LE COSE COME STANNO<br />
«La storia mostra che ogni<br />
misconoscimento del “dato<br />
naturale” può portare all’avallo<br />
di leggi che implicano una<br />
violenza dell’uomo sull’uomo<br />
e dei popoli su altri popoli»<br />
mento federale tedesco <strong>il</strong> 22 settembre<br />
2011 – è considerata oggi una dottrina piuttosto<br />
singolare, quasi ci si vergogna di menzionare<br />
anche soltanto <strong>il</strong> termine. Eppure,<br />
osservava <strong>il</strong> Santo Padre, l’importanza<br />
dell’ecologia è ormai indiscussa. E allora si<br />
dovrebbe anche riconoscere che esiste una<br />
“ecologia dell’uomo”. L’uomo stesso, infatti,<br />
possiede una natura da rispettare, non<br />
manipolab<strong>il</strong>e a piacimento. Si tratta, per<br />
l’uomo, di accettare se stesso per quello che<br />
è, cioè un essere che non si è creato da sé.<br />
Soltanto così si realizza la vera libertà umana.<br />
La storia, anche quella recente dell’Europa,<br />
mostra che ogni misconoscimento del<br />
“dato naturale umano” crea un pericoloso<br />
precedente, può portare insomma all’avallo<br />
di comportamenti arbitrari e persino di<br />
leggi permissive, leggi che avranno magari<br />
<strong>il</strong> consenso di una maggioranza democratica,<br />
ma che implicano in realtà una violenza<br />
dell’uomo sull’uomo e dei popoli su altri<br />
popoli. Si dovrebbe essere, pertanto, molto<br />
cauti nel definire superata ogni concezione<br />
“naturale” della vita umana.<br />
Quali conseguenze sociali avrebbe la<br />
parificazione dell’unione omosessuale a<br />
quella matrimoniale?<br />
Tommaso d’Aquino, per confermare la<br />
visione biblica dell’unione coniugale, adduceva<br />
delle ragioni eminentemente “laiche”.<br />
Era giusto – diceva – che nella prima costituzione<br />
delle cose la donna fosse formata<br />
dall’uomo, a differenza di quanto fu fatto<br />
per gli altri animali, affinché l’uomo, sapendo<br />
che la donna era uscita da lui, l’amasse<br />
di più e le fosse unito indissolub<strong>il</strong>mente.<br />
E citava a favore della sua affermazione<br />
l’autorità di Aristotele, secondo <strong>il</strong> quale<br />
<strong>il</strong> maschio e la femmina si uniscono nella<br />
specie umana non solo per la necessità di<br />
generare, come tutti gli altri animali, ma<br />
anche per la necessità di una vita domestica,<br />
cioè di una convivenza di cui hanno reciprocamente<br />
bisogno. Per ragioni della stessa<br />
natura condannava la fornicazione, cioè<br />
l’unione occasionale dell’uomo e della donna.<br />
Essa è indebita, diceva, proprio perché<br />
mancante di quella totalità propria della<br />
comunione coniugale, dentro la quale soltanto<br />
può essere accolta ed educata quella<br />
vita che l’atto stesso dell’unione sessuale<br />
tende a generare. Come negare la “naturalità”<br />
di queste esigenze? Non è diffic<strong>il</strong>e, del<br />
resto, immaginare cosa accade quando esse<br />
vengono trascurate. La mancanza di stab<strong>il</strong>ità<br />
degli affetti genera insicurezza e incapacità<br />
di decisioni definitive: le radici di quel-<br />
44 | 4 apr<strong>il</strong>e 2012 | |<br />
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0<br />
Depressione<br />
Eterosessuali<br />
Disordine<br />
ossessivo-compulsivo<br />
Schizofrenia<br />
criminale<br />
Tendenze<br />
all’autolesionismo<br />
Dipendenza<br />
dall’alcol<br />
Eterosessuali<br />
Gay<br />
Bisessuali (m)<br />
Omosessuali<br />
Eterosessuali Gay<br />
Eterosessuali Gay<br />
Eterosessuali Gay<br />
STILI DI VITA A RISCHIO<br />
L’incidenza di alcuni disturbi mentali<br />
e comportamentali in Nuova Zelanda<br />
I grafici riprodotti qui sono tratti<br />
da un’indagine condotta nel 2010 in<br />
Nuova Zelanda pubblicata dal Journal<br />
of Human Sexuality e rappresentano<br />
la frequenza di comparsa (Odds Ratio,<br />
OR) di alcune patologie e disagi psichici<br />
rispettivamente nei soggetti eterosessuali<br />
(OR = 1) e in quelli che esprimono<br />
preferenze sessuali diverse.<br />
Lesbiche<br />
Bisessuali (f)<br />
lo sfaldamento dei rapporti sociali al quale<br />
progressivamente assistiamo.<br />
Molti sostengono che <strong>il</strong> riconoscimento<br />
del matrimonio omosessuale non declassa<br />
quello tra uomo e donna.<br />
Paragonare l’unione omosessuale a<br />
quella matrimoniale significa inevitab<strong>il</strong>mente<br />
mettere in crisi <strong>il</strong> matrimonio. Lo si<br />
voglia o no, si tende, di fatto, allo scardinamento<br />
di quell’istituzione a cui è legata la<br />
vera completezza umana, completezza che<br />
si ha nella relazione affettiva tra persone di<br />
sesso diverso, luogo adeguato alla generazione<br />
e all’educazione dei figli. In una relazione<br />
sessuale si cerca, anche morfologicamente<br />
e fisiologicamente, una persona di<br />
sesso diverso. Da dove verrebbero, poi, i figli<br />
in un matrimonio costituito da una relazione<br />
omosessuale? E che compiutezza di<br />
funzioni potrebbe esserci rispetto alla loro<br />
educazione? Essa pretenderebbe smentire<br />
quanto innumerevoli studi psicologici hanno<br />
sancito circa l’irrinunciab<strong>il</strong>e, insostituib<strong>il</strong>e<br />
e specifica funzione, nella educazione<br />
dei figli, sia del padre sia della madre.<br />
Perché <strong>il</strong> matrimonio è l’alveo migliore<br />
per educare i figli?<br />
Il cielo e la terra si incontrano laddove<br />
l’uomo prende coscienza della sua appartenenza<br />
a un disegno buono e amoroso, rendendosi<br />
conto di “essere voluto”. Se questa<br />
coscienza non <strong>il</strong>lumina innanzitutto<br />
l’amore dell’uomo e della donna e persino<br />
la loro volontà carnale di unirsi sessualmente,<br />
non la si potrà dopo trasmettere ai<br />
figli in un rapporto educativo, come principio<br />
di sostegno, cioè di stima di sé, e quindi<br />
di certezza e di speranza della vita. Ricordo<br />
che una mia alunna divenne pazza perché<br />
una sua professoressa, fin troppo zelante,<br />
le rivelò che i suoi genitori non l’avevano<br />
voluta, e solo a posteriori si erano decisi ad<br />
accoglierla. Al solo pensiero di “non essere<br />
stata voluta” quando suo padre e sua madre<br />
facevano l’amore, e perciò di essere nata<br />
per sbaglio, la vita le divenne insopportab<strong>il</strong>e.<br />
La mancanza della coscienza di “essere<br />
voluti” investe quel mastice, quell’energia<br />
di contatto, di attacco e di affezione che l’io<br />
ha con se stesso e con le cose, in una parola<br />
la volontà. La libertà è tutta smarrita, quindi<br />
la sicurezza è tutta simulazione. L’evasione<br />
nella violenza individuale e collettiva o<br />
nella droga sono la conseguenza di questo<br />
rapporto sbagliato con sé e la realtà. L’alternativa<br />
sarebbe la noia e quella profonda<br />
insoddisfazione, quella tristezza che, a<br />
ben guardare, è sul volto di tutti, come un<br />
gemito inespresso. Solo se viene favorito ed<br />
educato <strong>il</strong> senso di un’appartenenza religiosa,<br />
<strong>il</strong> rapporto con la realtà si vive in modo<br />
costruttivo, in qualunque situazione. Anche<br />
<strong>il</strong> dolore cambia aspetto; cambia cioè significato,<br />
cambia segno e diventa anzi condizione<br />
per una crescita nella coscienza del<br />
valore di se stessi. [bf]