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epistolario ii - S.Maddalena di Canossa

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domandano le regole <strong>di</strong> San Vincenzo de‘ Paoli 7 , vestite come siamo, attendendo con tutto l‘impegno<br />

alle ragazze sì interne che esterne, e non volendo passare ad esercitare nemmeno privatamente i vari<br />

rami ch‘Ella ben sa deve abbracciare l‘Opera, che quando sia ben sistemato quello, che si ha per le<br />

mani; e così poi fare successivamente.<br />

Stabilita in questo modo la cosa, m‘adoperai per procurare l‘assicurazione dello stato 8 della<br />

compagna, questo allora non mi riuscì, e solo otto, o <strong>di</strong>eci giorni sono, Dio, ha benedetto i miei passi, e<br />

questo pure fù concluso, nel modo desiderato dal Padre de Vecchj. Il ritorno <strong>di</strong> detto Padre doveva<br />

essere circa dopo Pasqua, quando sul finire <strong>di</strong> Quaresima, un giorno il Signor Arciprete mi <strong>di</strong>sse, che<br />

capiva come già purtroppo è vero, che non confido quanto debbo nel Signore, e che voglio troppo<br />

cercare i mezzi umani, concludendo, che per ora non pensi all‘esecuzione della mia vocazione. Le<br />

confesso che sono restata afflittissima, ma più <strong>di</strong> tutto oppressa, imaginandomi qual colpo questo era<br />

per la Compagna, e quanto sarei stata imbarazzata col Padre De Vecchj, al quale non mi sembrava<br />

prudente narrare questi pensieri del Signor Arciprete, per timore <strong>di</strong> produrne pensieri, o parole contrari<br />

allo stesso. Gli resi dunque tutte le mie ragioni forse anche troppo vivamente, ma vedendolo<br />

inflessibile, né sapendo che risolvere mi appigliai all‘orazione, e per qualche tempo più non parlai.<br />

Quando poi si avvicinò il tempo dell‘arrivo <strong>di</strong> detto padre ripigliando l‘affare ebbi il permesso<br />

anzi l‘approvazione, <strong>di</strong> operare a norma del primo concertato, ma siccome doveva allora venire a<br />

Verona l‘Imperatore Napoleone, e che doveva venire ad abitare in casa nostra, io proposi al Padre De<br />

Vecchj, ed al Signor Arciprete, se avessero creduto meglio che aspettassimo allora a <strong>di</strong>chiarare la mia<br />

vocazione alla mia famiglia, giacché io aveva ottenuto da mio fratello, <strong>di</strong> potere in que‘ giorni andar ad<br />

abitare nella casa delle mie ragazze, dovendo lasciare vuota la casa per servizio del Sovrano. Ed io<br />

voleva tentare, poiché il <strong>di</strong>stacco era fatto, <strong>di</strong> restare allora colle ragazze, e dar principio nel modo<br />

suddetto all‘Opera 9 . L‘uno, e l‘altro unitamente, approvò la proposizione. E <strong>di</strong> fatto stabilite così le<br />

cose, il Padre De Vecchj, proseguì il suo viaggio, ed io all‘arrivo <strong>di</strong> Bonaparte passai ad abitare colle<br />

ragazze.<br />

Dopo che fù partito, feci <strong>di</strong>chiarare dai rispettivi loro confessori la mia intenzione a mio<br />

fratello, ed a mio zio, aggiungendo loro, che desiderava che tutto passasse colla più perfetta<br />

armonia,che non m‘era determinata a questo passo per altro motivo, che per seguire la <strong>di</strong>vina Volontà,<br />

che l‘aveva fatto in questo modo per risparmiarci scambievolmente il dolore del <strong>di</strong>stacco; e che<br />

riguardo al temporale 10 era contenta in qualunque modo essi avessero <strong>di</strong>sposto, anche <strong>di</strong> niente se<br />

volevano, non pensandoci d‘interesse, e per dar loro anzi una prova che questi erano i miei veri<br />

sentimenti, m‘esibiva loro per quanto me lo permetterebbero i doveri della mia vocazione, a servirli<br />

collo stesso affetto in occasioni <strong>di</strong> malattie, e d‘altri bisogni come ho sempre fatto. Questa ambasciata<br />

fù ricevuta con sommo <strong>di</strong>spiacere, e mi fecero rispondere, che assolutamente non mi volevano<br />

permettere un tal passo in simil modo singolarmente, e mi <strong>di</strong>ssero tra le altre cose, che quando non<br />

abbia un locale, addattato come sarebbe a <strong>di</strong>re alla mia famiglia, non mi darebbero mai questo<br />

consenso, ma che sopra ogni altra cosa volevano ch‘io ritornassi subito a casa. Per verità io pure<br />

propendeva al ritorno per ora, cioè sino che avessi potuto combinare le con<strong>di</strong>zioni ch‘io voleva<br />

proporre ritornando, ma altresì mi pare che se avessi creduta Volontà d‘Id<strong>di</strong>o <strong>di</strong> resistere e restare<br />

dov‘era, lo avrei fatto a qualunque costo. Il signor Arciprete però volle ch‘io ritornassi facendo i patti<br />

seguenti: Che quando avrò un locale decente mi lascieranno andare senz‘altri contrasti, che volendo<br />

essi questo locale mi trovava in necessità <strong>di</strong> sapere quale assegnamento pensano <strong>di</strong> farmi annualmente<br />

per poter prendere le mie misure, e provvederlo, finalmente che li pregava a non più parlarmi, né del<br />

passo fatto, né <strong>di</strong> quello da farsi. Mio fratello m‘accordò ogni cosa con pochi contrasti sostenendo<br />

7 S. Vincenzo De‘ Paoli (Ep. I, lett. 24, n. 9, pag. 61).<br />

8 Mantenimento (Ep. I, lett. 370, pag. 590).<br />

9 Inizio dei tre Rami <strong>di</strong> Carità (Ep. I, lett. 22, pag. 57).<br />

10 Il necessario per il mantenimento della sua Opera (Ep. I, lett.180, n. 1, pag. 290).

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