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epistolario ii - S.Maddalena di Canossa

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PRESENTAZIONE<br />

L‘adagio, che assegna un ruolo particolare alla Storia, quale maestra degli uomini <strong>di</strong> tutti i secoli, ha<br />

ben poca rispondenza nella realtà, perché ogni generazione deve necessariamente fare le proprie<br />

esperienze per realizzarsi e per realizzare quell‘essere in<strong>di</strong>vidualizzante che la caratterizza. La Storia<br />

stessa, che apparentemente ricalca ritmi costanti, ha manifestazioni esistenziali ogni volta <strong>di</strong>verse e<br />

spesso contrad<strong>di</strong>ttorie, come, in ogni epoca, sia pure a scadenze irregolari, sorgono personalità spiccate<br />

che, con la rottura dei comuni schemi, danno un perché all‘alternarsi tumultuoso <strong>di</strong> tensioni, che<br />

sembrerebbero <strong>di</strong>sgregatrici e sono invece l‘humus culturale e spirituale che trasforma per una nuova<br />

vita.<br />

La fine del Settecento e il primo Ottocento ne sono la sintomatica riprova. Mentre la nobiltà si<br />

compiace della propria passività e si esprime solo nella verbosità salottiera, la rivoluzione francese,<br />

stimolata dalle correnti filosofiche e sociali, seguita dall‘impero napoleonico, scuote la vecchia Europa<br />

come un <strong>di</strong>luvio.<br />

E quando il tumulto si placa, chi rimane, la nobiltà in particolare, si ritrova, ma con un volto<br />

nuovo, con una concezione nuova della propria esistenza e <strong>di</strong> quella degli altri. Il dolore ha fatto scuola.<br />

In questo clima nasce e cresce <strong>Maddalena</strong> Gabriella, Marchesa <strong>di</strong> <strong>Canossa</strong>, che rimasta, assai piccola,<br />

orfana <strong>di</strong> entrambi i genitori — morto il padre, risposatasi la madre — non si sente portata al<br />

matrimonio, come faranno le sue tre sorelle e il fratello Bonifacio. Ma neppure la vita <strong>di</strong> clausura, che<br />

ella tenta, sia pure per brevi perio<strong>di</strong>, per ben due volte, la convince e la realizza: eppure era la sola<br />

forma <strong>di</strong> consacrazione religiosa.<br />

Le vicende storiche, imme<strong>di</strong>ate o non molto lontane, hanno accresciuto <strong>di</strong> molto il <strong>di</strong>sagio<br />

sociale, e, se i più ricchi si <strong>di</strong>fendono ancora, sia pure in mezzo a molte <strong>di</strong>fficoltà, i poveri, a causa<br />

delle guerre, si sono ridotti alla miseria. Coloro che più ne soffrono sono i piccoli, ma — limitandoci<br />

per ora a Verona dove vivono i <strong>Canossa</strong> — se imperano tra loro fame e ignoranza, c‘è pure una schiera<br />

<strong>di</strong> anime nobili che, per essi, rinunciano al possibile benessere e mettono a <strong>di</strong>sposizione tutto <strong>di</strong> se<br />

stessi: beni fìsici, economici, intellettuali, la loro stessa esistenza e aprono « ritiri » dove quei volti<br />

sparuti ritrovano il sorriso e il loro vivere una speranza nuova.<br />

Don Pietro Leonar<strong>di</strong>, autentica figura del Cristo, ed eroico sacerdote veronese, aveva già<br />

fondato la « Fratellanza » (Ep. I, lett. 4, n. 4, pag. 12) per sovvenire alle troppe carenze degli ospedali<br />

ed aveva aperto l‘Istituto dei Raminghelli con una scuola per i fanciulli poveri.<br />

Altri sacerdoti generosi, segnalati nel 1° volume, ne avevano seguito, o ne stavano seguendo<br />

l‘esempio, e <strong>Maddalena</strong>, che vibrava dello stesso ardore per i sofferenti, si era lusingata <strong>di</strong> aver trovato<br />

la sua strada, affiancandosi al Leonar<strong>di</strong> nella istituzione ospedaliera. Aveva collaborato con lui alla<br />

stesura del Piano e non dubitava che il Signore non la volesse in quell‘opera. Invece la voce più<br />

autorevole della Chiesa veronese, il Vescovo Avogadro, l‘aveva consigliata e convinta ad agire da sola,<br />

occupandosi delle scuole per le poverissime <strong>di</strong> Verona.<br />

Non era un‘obbe<strong>di</strong>enza piacevole, ma la Marchesina vi si era sottomessa, perché quella era<br />

certo la volontà del Signore. E sarebbe stata strada lunga e <strong>di</strong>fficoltosa, ma al suo fianco, a portare la<br />

croce con lei, ci sarebbe stato il Divino Sofferente e a sostenerla, a consolarla, a risolvere i suoi <strong>di</strong>fficili<br />

casi, ci sarebbe stata la Vergine santa, « la sua Madonna ».<br />

Aveva quin<strong>di</strong> raccolto le prime tre bambine, affidandole ad una collaboratrice, che ella<br />

chiamava maestra, e quando le piccole ospiti aumentarono <strong>di</strong> numero, nel 1801, dovette prendere in<br />

affitto una bella casa nella contrada dei Filippini. Ma la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> essa l‘aveva costretta, nel 1802, a<br />

fare acquisto <strong>di</strong> un altro locale — in realtà le era stato donato dal proprietario Don Carlo Franceschini<br />

— in San Zeno in Oratorio sulle Regaste.<br />

Meta raggiunta, dunque, così almeno pareva a <strong>Maddalena</strong>.

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