30.05.2013 Views

epistolario ii - S.Maddalena di Canossa

epistolario ii - S.Maddalena di Canossa

epistolario ii - S.Maddalena di Canossa

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>di</strong>stanze limitatissime, ma che allora esigevano giornate e giornate <strong>di</strong> viaggio, su « legni » non certo<br />

molto molleggiati, con <strong>di</strong>fese piuttosto scarse contro le intemperie. Tuttavia il raggiungerle era un<br />

fattore del tutto periferico.<br />

C‘era, per ogni fondazione, una preparazione remota e una prossima. C‘era una casa da<br />

acquistare con finanze sempre, o quasi sempre, insufficienti, per cui si doveva tentare <strong>di</strong> trovare un<br />

generoso donatore, c‘era da ammobiliarle, c‘era — ed era il più — da suscitare lo stesso slancio<br />

altruistico in creature che avrebbero dovuto formare un complesso <strong>di</strong> forze fisiche, intellettuali,<br />

spirituali che, in una proiezione priva <strong>di</strong> limiti terreni, agganciasse l‘umano al <strong>di</strong>vino.<br />

Anche queste mete, ad una considerazione sommaria, possono trovare una facile soluzione, ma<br />

chi le deve affrontare in una tensione sofferta momento per momento, chi prova il franare delle<br />

speranze, la frattura sempre più evidente tra l‘ideale e la realtà, chi deve assaporare lo sconforto del<br />

<strong>di</strong>satteso sempre insorgente, si accorge che il suo non è un camminare, ma un arrancare continuo.<br />

Eppure c‘è dell‘altro da aggiungere.<br />

Forse (ancora il conteggio non è esatto perché spesso l‘Archivio si arricchisce) sono più <strong>di</strong><br />

tremila le lettere che la <strong>Canossa</strong> non ha scritto <strong>di</strong> proprio pugno per l‘eccessiva debolezza fisica e che<br />

forse non ha neppure dettato, ma <strong>di</strong> cui in<strong>di</strong>cava i punti a segretarie sprovvedute, che lentamente<br />

acquistavano una certa familiarità con la penna, o che in<strong>di</strong>cava a collaboratori <strong>di</strong> alto livello come il<br />

Marchese Casati, il Marchese Carlotti, il Conte Mellerio, o a Sacerdoti come Don Piazza e Monsignor<br />

Traversi a Venezia, Don Trevisani a Verona, Don Zanetti a Bergamo, o a laici come i suoi procuratori,<br />

i quali o stendevano la lettera, o correggevano perché fosse messa in bella copia. E‘ certo però che la<br />

<strong>Canossa</strong> le seguiva personalmente tutte.<br />

Le missive poi avevano un numero indefinito <strong>di</strong> destinatari. Escludendo familiari, che ormai<br />

fanno un gruppo a sé, e quelle <strong>di</strong>rette ai membri dell‘Istituto, che comporranno il terzo volume, ci si<br />

trova <strong>di</strong> fronte ad un <strong>epistolario</strong> ricchissimo <strong>di</strong>retto al mondo ufficiale, che comprende quattro<br />

Pontefici: Pio VII, Leone XII, Pio VIII, Gregorio XVI; due Imperatori: Napoleone, per quanto solo <strong>di</strong><br />

scorcio, e Francesco I d‘Austria; i loro Vicerè: Eugenio Beauharnais e Ranieri; numerosi Vescovi e<br />

ancor più numerosi Sacerdoti, Dame e Gentiluomini dell‘alta aristocrazia; molta gente del popolo. La<br />

domanda si fa ancora più insistente: come poteva?<br />

E si sente l‘urgenza <strong>di</strong> non stu<strong>di</strong>are la parola o il pensiero sezionato ma <strong>di</strong> capire quella donna<br />

che era una delle più forti contestatrici ideali. Veniva dalla nobiltà ed era ancora e sempre la Marchesa,<br />

ma si era fatta Figlia della Carità; aveva un palazzo che, ancor oggi a Verona, documenta l‘agiatezza<br />

della famiglia <strong>Canossa</strong>, e aveva preferito poverissime case con il loro arredamento ancora più povero;<br />

aveva la servitù e si era messa a servizio delle creature più emarginate, più miserabili, più sporche;<br />

aveva infine una buona dote e l‘aveva rinunciata al fratello perché il suo patrimonio, <strong>di</strong>ventato<br />

dell‘altro, le permettesse <strong>di</strong> trovare, nel suo amministratore, un contabile solerte e generoso.<br />

Quin<strong>di</strong> più che il valore della lettera in sé e dello sviluppo cronologico del carteggio, vale per la<br />

<strong>Canossa</strong> scoprirvi la sua fiducia in quel Dio, che era la ragione del suo operare, del suo amare, del suo<br />

soffrire, e in quella Vergine, « la sua Madonna », alla quale toccava sempre risolvere i casi più<br />

complessi e più insoluti.<br />

Vale avvertire, con lei, il valore <strong>di</strong> una preghiera, che si vorrebbe definire « mistica », che<br />

invece, approfon<strong>di</strong>ta e sfrondata da una patina <strong>di</strong> apparente misticismo come voleva il secolo, presenta<br />

la semplicità del rapporto convinto e tranquillo con quel « buon Signore », che è a contatto <strong>di</strong>retto con<br />

la sua creatura.<br />

Vale infine seguire la <strong>Canossa</strong> in quel <strong>di</strong>namismo, che sembrerà naturale agli avezzi alle<br />

velocità dei supersonici, ma che stor<strong>di</strong>sce chi misura col ritmo della vita <strong>di</strong> quel tempo.<br />

Si è cercato tutto questo, raggruppando le lettere ufficiali in quelli che potremmo definire «<br />

AFFARI».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!