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MONTAGNA NOSTRA - Torrio

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ontagna<br />

Nostra<br />

Enrico Gallini l’ultimo erede dei “picasàss”<br />

Chi pratica poco le<br />

nostre montagne,<br />

non dovrebbe perdere<br />

l’occasione di visitare<br />

un grazioso paesello,<br />

unico al mondo<br />

anche per il rappresentativo<br />

toponimo,<br />

Mangiarosto.<br />

Mangiarosto è un piccolo<br />

gruppo di case<br />

che si affacciano sul<br />

torrente Lavaiana.<br />

I nostri occhi hanno<br />

bisogno di arrivare in<br />

questo luogo incantato,<br />

e ammirare opere<br />

uniche in tutta la provincia<br />

di Piacenza, costruzioni in pietra<br />

arenaria tutte eseguite esclusivamente<br />

a mano. Le squadrature pregevoli delle<br />

pietre e i segni dello scalpello lasciati da<br />

un’unica mano, sapiente, rasentano l’accuratezza<br />

di una macchina che non può<br />

sicuramente eguagliare la raffinatezza<br />

ed il gusto di un maestro.<br />

La mano in questione è di Leandro<br />

Gallini, il “picasàss” per eccellenza, che<br />

ha tra l’altro messo la firma a numerosi<br />

caminetti e campanili modellati dal<br />

suo irrepetibile stile a suon di martello<br />

e scalpello, ancora oggi vantati in case<br />

e chiese a distanza di oltre centocinquant’anni<br />

dalla loro creazione.<br />

Leandro Gallini, artigiano originario di<br />

Montesanto di Ponte dell’Olio ma arrivato<br />

in alta val Nure, ebbe numerosi figli<br />

tutti emigrati in America, tranne Domenico,<br />

nonno di Enrico, ultimo testimone<br />

a Mangiarosto di questa nobile arte tramandata<br />

dal patriarca dei Gallini.<br />

Enrico, secondogenito, nacque a Man-<br />

Il cartello di Benvenuto a Mangiarosto,<br />

realizzato completamente da Enrico Gallini<br />

(nella foto a sinistra) ed il genero<br />

Bruno.<br />

giarosto da Giacomo (nipote di Leandro),<br />

e da Anna Guglieri il 15 marzo<br />

1941, una famiglia di contadini dediti<br />

alla cura dei campi e con qualche bestia<br />

da accudire come tutte le famiglie della<br />

montagna appenninica di quei tempi.<br />

Già da ragazzo, il piccolo Enrico si dimostrò<br />

portato per l’inventiva e per i lavori<br />

manuali che si distinguono per l’accuratezza<br />

e la precisione.<br />

In età infantile, ad esempio, si costruì<br />

tutto da solo, con materiale di recupero,<br />

un fucile perfettamente funzionante con<br />

la canna esattamente forgiata della misura<br />

delle cartucce da caccia, e sparava<br />

davvero! Enrico, bambino già ecclettico,<br />

racconta con il sorriso sulle labbra i ricordi<br />

dei suoi giochi infantili: “mi piaceva<br />

giocare a fare il cacciatore”, spiega,<br />

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