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La grande musica a Lugano - Lugano Turismo

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Martedì 24 aprile<br />

Mrs Campbell,<br />

il ministero<br />

degli affari culturali<br />

e la musa Euterpe<br />

In molti casi si tratta di un dato artisticamente ininfluente,<br />

un nome che ai più non dice assolutamente nulla. In<br />

altri casi – però – la natura e l’identità del committente di<br />

un’opera <strong>musica</strong>le aiutano in modo determinante a comprenderne<br />

le ragioni storiche, poetiche, sociali ed estetiche.<br />

Un esempio? Tout un monde lointain, il concerto per violoncello<br />

e orchestra scritto da Henri Dutilleux tra il 1968 e<br />

il 1970. Fu infatti il ministero francese degli affari culturali<br />

che sottopose al celebre compositore la proposta di comporre<br />

una nuova opera, un balletto. Mai nella storia della<br />

<strong>musica</strong> – prima della seconda guerra mondiale – sarebbe<br />

potuto accadere che un ufficio statale commissionasse<br />

direttamente una composizione, che si facesse primo<br />

promotore della creatività <strong>musica</strong>le. Un segno dei tempi.<br />

Come segno dei tempi (moderni) è il suono che fin dalle<br />

prime battute si libera dalla partitura: un lieve fruscio sul<br />

tamburo e un rapsodico tema d’ascendenza dodecafonica<br />

per il solista. Ma la commissione del ministero non era<br />

per un balletto? Sì, e proprio a quello Dutilleux cominciò<br />

a lavorare scegliendo come ispirazione I fiori del male<br />

di Charles Baudelaire. Nel frattempo ricevette però una<br />

richiesta d’opera da Mstislav Rostropovič – il più <strong>grande</strong><br />

violoncellista del secolo – e decise di trasferire “per<br />

osmosi” la voce del poeta a quella del violoncello.<br />

Mrs. Patrick Campbell era invece una famosa attrice<br />

inglese. Rimasta estasiata dalla première parigina di<br />

Pelléas et Mélisande di Maurice Maeterlinck cercava con<br />

ansia un compositore – ovviamente francese – che potesse<br />

scrivere la <strong>musica</strong> di scena per la prima londinese dello<br />

stesso dramma. Debussy si dichiarò indisponibile e la<br />

commissione fu accettata da Gabriel Fauré. A partire da<br />

quella prima stesura teatrale (peraltro orchestrata dall’allievo<br />

Koechlin) Fauré ricavò poi una delicata suite da concerto,<br />

che a tutt’oggi conta tra le sue opere sinfoniche di<br />

maggior successo.<br />

Euterpe – la musa che gratuitamente ispira i musicisti –<br />

fu infine all’origine della Sinfonia n. 3 in la minore di Felix<br />

Mendelssohn. Non tanto perché sia documentata l’apparizione<br />

divina presso il giovane compositore, quanto piuttosto<br />

perché Mendelssohn è uno dei pochi autori a non<br />

aver mai avuto bisogno di committenti in carne ed ossa.<br />

Di famiglia ricchissima era infatti cresciuto nell’alveo della<br />

cultura romantica, quella che prima di tutte affermò il<br />

comandamento “l’arte per l’arte”. L’ispirazione e il motivo<br />

per creare nascevano esclusivamente e spontaneamente<br />

dentro l’artista, magari in seguito ad una lettura o ad un<br />

viaggio. Proprio come quello che nel 1829 condusse Mendelssohn<br />

in Scozia, inducendolo a creare la meravigliosa<br />

sinfonia Scozzese.<br />

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