La grande musica a Lugano - Lugano Turismo

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Vi auguriamo indimenticabili momenti all’insegna di Lugano Festival. I vostri valori, i nostri valori. Cornèr Banca SA, Via Canova 16, 6901 Lugano Tel. +4191 800 51 11, www.cornerbanca.com Giovedì 24 maggio Palazzo dei Congressi ore 20.30 Lugano ORCHESTRA DELLA SvIzzERA ITALIANA Direttore Alain LOMBARD Solista Nikolai LUGANSKy, pianoforte Ludwig van Beethoven Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 1770-1827 in mi bemolle maggiore L’imperatore, op. 73 (1809) - Allegro - Adagio un poco mosso - Rondo. Allegro Antonín Dvorˇák Sinfonia n. 8 in sol maggiore, op. 88 1841-1904 (1889) - Allegro con brio - Adagio - Allegretto grazioso - Allegro ma non troppo 62 63
Giovedì 24 maggio Musiche oltre la crisi Fa uno strano effetto guardare come la storia delle creazioni artistiche abbia sempre viaggiato in parallelo rispetto a quella geopolitica, senza che mai si verificasse un effettivo scontro. Non che l’arte non si sia mai occupata dell’attualità, o che determinati avvenimenti artistici non abbiano influito sulla storia generalmente intesa. Quello che stupisce, in buona sostanza, è che malgrado eventi particolarmente luttuosi e feroci abbiano abbracciato vaste aree geografiche per periodi anche lunghi (le guerre mondiali, le rivoluzioni, le pestilenze, i terremoti) l’espressione artistica non si è mai fermata, non ha mai rallentato il suo passo. A maggior ragione, si potrà dire: perché quando una parte dell’umanità è tutta presa nell’annullarsi, l’altra parte sente molto più forte il bisogno di celebrare il meglio di sé, di ribadire con la cultura quello che l’uomo potrebbe e dovrebbe essere. Un caso emblematico, da questo punto di vista, è senz’altro quello di Ludwig van Beethoven e del suo Concerto per pianoforte e orchestra n. 5. Nello stesso periodo in cui Beethoven cominciava la stesura dell’opera l’Austria raccoglieva infatti le truppe per muovere guerra contro Napoleone Bonaparte. Il lavoro stesso di scrittura fu interrotto dalle cannonate dei francesi che occupavano Vienna e – proprio mentre Beethoven terminava la composizione – solo la sconfitta austriaca con l’umiliante Trattato di Schönbrunn riportarono tranquillità nella capitale imperiale. Gli ingredienti infausti ci sarebbero quindi stati tutti, affinché il lavoro creativo di Beethoven non arrivasse a buon fine o addirittura nemmeno iniziasse. E invece, proprio nel bel mezzo di una guerra, il compositore riuscì a partorire una delle opere più sublimi: per lo straordinario equilibrio che la pervade in ogni singolo momento e per l’adozione di elementi formali assolutamente inediti, come la cadenza solistica che interviene appena dopo il primo accordo orchestrale. Non era invece di tipo ambientale, la crisi che attanagliava Antonín Dvorˇák attorno al 1890. Non era il mondo attorno a lui che cospirava contro il suo equilibrio, quanto piuttosto quello che accadeva dentro di lui. E più precisamente il modo in cui andava evolvendosi la sua attività creativa: la Settima Sinfonia del 1885 gli aveva infatti creato diversi grattacapi e intoppi, tanto da costringerlo a riscriverne più volte alcune parti. Ma se è vero che ad ogni crisi, prima o poi, arriva una soluzione, ecco pochi anni dopo l’Ottava sinfonia a sancire il pieno superamento dei dubbi poetici. Una sinfonia serena e distesa come poche altre, in una brillante tonalità maggiore e con un felice coinvolgimento del melodismo popolare boemo. 64 65
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