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03_Programma - Teatro Stabile di Torino

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d’irrigazione rimandano agli analoghi congegni <strong>di</strong> morte tristementi<br />

celebri, per giustiziare il cancelliere scomodo si usa il pesticida Zyklon B.<br />

Un falso (a Dollfuss spararono ed egli cadde, ai pie<strong>di</strong> d’una statua della<br />

Vergine), un anacronismo (le pratiche <strong>di</strong> sterminio comprenderanno il<br />

gas solo dalla fine del 1941 e Brecht ferma il suo racconto al 1938), una<br />

manipolazione (per Brecht, Dullfeet muore fuori scena): la trasfigurazione<br />

astorica d’un’asfissia che, da metaforica, si farà materiale.<br />

G<br />

Gerarchi/gangster<br />

[«Come pesci congelati…».] Intorno a Hitler/Ui, scorta malefica e<br />

grottesca, stanno i gerarchi, tramutati in gangster dal grilletto facile.<br />

Brecht sceglie il grasso (Göring = Giri), il magro (Goebbels = Givola) e<br />

il pervertito (Röhm = Roma) e ne fa una trinità volgare, pietosa, ma anche<br />

furbescamente comica. Giri è il «Superclown», il pallone gonfiato, il<br />

ciccione imbottito. L’attore che lo interpreta non è un vero colosso, ma<br />

un gracile arlecchino, miniatura <strong>di</strong> vichingo, che si riempie i pantaloni<br />

con dei cavoli marci e così si traveste dal se stesso storico: ingigantendo,<br />

atteggiando i propri tratti in una smorfia cor<strong>di</strong>almente spaventosa, e<br />

strillando una risata vigliacca, afona, efferata.<br />

Givola è un anfibio che va incontro a metamorfosi e <strong>di</strong>viene un pesce<br />

vero e proprio, nel grande mare <strong>di</strong> squali (o <strong>di</strong> lucci che si mangiano tra<br />

loro, come si canta nella Beggar’s Opera <strong>di</strong> Gay), della criminalità<br />

organizzata. In lui si riassume e si realizza la perversione dell’intelligenza,<br />

quella con la bocca unta e le gambe corte, come le bugie: senza nulla <strong>di</strong><br />

romantico o maledetto, è chiaro, niente a che fare con spiritualismi <strong>di</strong><br />

alcuna sorta. La perversione dell’intelligenza è l’asservimento <strong>di</strong> essa alle<br />

logiche dominanti (e dominatrici), per ottenerne un beneficio personale,<br />

in surplus. Givola è l’incarnazione (in due <strong>di</strong>mensioni) <strong>di</strong> quel che Brecht<br />

chiama «Tui» (cfr. lettera «U»): in lui trova un baricentro drammaturgico<br />

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