A M L E T O

Derna era sdraiata a terra circondata da nove
bambini. Passarono minuti che sembrarono eterni.
– Amlet set’atchap at’la fè paghè! – digrignava tra i
denti Derna cercando di nascondere le pene.
Cledes era uscita da qualche minuto che si udì
rintronare nella stanza il rumore della motociclea.
Poco dopo la porta si aprì e Cledes alla testa dei due
soldati tedeschi fece il suo ingresso.
– Wir nehmen Sie zum Krankenhaus… Io portare te
Krankenhaus – disse il più grosso dei due.
– Wir haben kein Benzin für das Motorrad! – l’apostrofò
l’altro soldato tedesco.
Derna aveva capito: Noi non abbiamo benzina.
Dopo tanti anni di occupazione tedesca, ormai di
certe frasi se ne capiva vagamente il significato.
– Noi abbiamo un boccione con della benzina, in
cantina – disse con un filo di voce Derna, – la usiamo
per le lampade durante i bombardamenti.
Poi rivolta a Giuseppe: – Vai a prenderla e portala
ai due signori, ma presto per l’amore della Madonna
del Carmine.
– Babbo mi sgrida se tocco la benzina – rispose
Giuseppe preoccupato da una eventuale reazione
del padre.
– Se ti sgrida gliela spacco in testa! – mogugnò
Derna tra gli spasimi.
Giuseppe uscì alla volta della cantina mentre i
due militari il più delicatamente possibile trascinavano
Derna nella direzione del side-car.
Le misero addosso una coperta perché non prendesse
freddo, visto che la carrozzea del side-car
era priva di parabrezza. Giuseppe arrivò con il bottiglione
di vetro nero, quelli del vino e lo consegnò
al tedesco più vicino, che era uscito a controllare il
serbatoio della motociclea.
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Amleto se
ti prendo
te la faccio
pagare!
Ti portiamo
all’ospedale
Non abbiamo
benzina
per la motocicletta.