A M L E T O

Il sacerdote si fece il segno della croce. Seguirono
aimi di silenzio. Poi Amleto ordinò:
– Venite dentro, voi due. Aspeate che apro l’altra
metà del portone, così entra il carreo.
Così dicendo effeuò l’operazione tirando i due
catenacci che tengono chiuso il portone principale.
Poi aiutò Dante a spingere il carreino dentro lo
stanzone.
– Porco giuda quanto pesa – disse Amleto, – ma
cosa avete lì dentro, un tedesco morto?
– Ma no! – lo rassicurò il prete, – abbiamo patate
e carote per gli orfani di Santa Caterina!
–Sì, l’orfanotrofio – commentò Amleto, – voi andate
al Carmine. Lo sanno tui che nascondete mezza
Imola e anche dei soldati polacchi. Tui fuorché
quegli imbecilli dei fascisti. Ma dài oggi, dài domani,
se ne accorgono vi fucilano senza processo.
– Sia faa la volontà del Signore – rispose don
Giulio.
– Lassè stè al Snur, cl’ha fat abbastenza dan – sentenziò
Amleto. – Poi se fucilano voi, chi porta più da
mangiare agli orfani?
Solo allora il sacerdote si rese conto che nell’angolo
della stanza c’era Derna che allaava il piccolo,
con Cledes e Giuseppe vicino.
– Ma Derna ha avuto un altro bambino? – chiese
incuriosito don Giulio. – Di questi tempi?
– È venuto e sono contento – sentenziò Amleto.
– Dopo che sarà finita la guerra c’è bisogno di lavoratori.
– La guerra. Chissà se finisce la guerra.
– Ma sì reverendo. Gli alleati hanno quasi sfondato
sul Passo del Giogo. Prima di Natale arrivano
a Firenzuola. Poi i partigiani gliele stanno dando di
santa ragione a Piancaldoli e Giugnola. Questi ba-
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Lasciate
stare il Signore
che
ha già fatto
abbastanza
danni.