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Attualità In pineta dopo i tagli sono arrivati 83 nuove piante di Francesco Camillo 14 Messi nuovi pini el giorno della mimosa, simbo- Nlo della giornata della donna, nella pineta secolare di <strong>Fregene</strong> sono arrivate 83 nuove alberature da ripiantumare così come era stato annunciato qualche settimana fa. L’intervento, inserito nell’appalto per i lavori di messa in sicurezza della Pineta, prevede di rinfoltire il parco attraverso la piantumazione di esemplari di pino domestico e di specie di quercine sempreverdi, in particolare di leccio. Le piante sono state collocate in prossimità degli esemplari che erano stati abbattuti e nelle aperture causate dalle precedenti cadute di grandi alberi e dagli abbattimenti eseguiti. Arrivate lo scorso 8 marzo, le 83 piante di pino domestico e di leccio, allevate in vaso, sono state messe a dimora in poco più di una settimana. All’interno della pineta sono stati poi effettuati gli ultimi lavori di rifinitura, con la potatura dei cespugli, del piano arbustivo e dei rami pericolanti eseguiti, in particolare, in prossimità delle aree di gioco e sportive, per favorire il ripristino delle condizioni di luce favorevoli e soprattutto il recupero dei requisiti ottimali di sicurezza per i visitatori del parco. “Con l’ultima fase di lavori si è proceduto all’abbattimento delle alberature pericolose e alla piantumazione di nuove essenze a reintegro di quelle rimosse, garantendo in questo modo la sopravvivenza della pineta secolare di <strong>Fregene</strong> – ha sottolineato l’assessore comunale all’ambiente Gino Percoco - Con tali interventi prosegue il piano di riqualificazione del verde pubblico locale, il quale ha permesso la messa in sicurezza del parco, ora fruibile ai cittadini, con l’abbattimento delle piante malate a rischio caduta, la potatura di chiome pericolanti, addensate ed in parte morte e del piano arbustivo e l’odierna opera di piantumazione delle nuove alberature, programmata proprio agli inizi della stagione primaverile, in quanto più idonea a garantire un buon attecchimento degli arbusti”. L’Oasi Bosco dell’Arrone Al via la nuova Oasi WWF Bosco dell’Arrone. Il 16 febbraio al castello San Giorgio di Maccarese è stata ufficialmente inaugurata la nuova area protetta. Si tratta della terza gestita dal WWF nel comune di Fiumicino, dopo Macchiagrande e le Vasche di Maccarese arriva ora l’area di 30 ettari alle spalle del Villaggio dei Pescatori di <strong>Fregene</strong>. Tutte di proprietà della Maccarese Spa che, con la formula del comodato gratuito, le ha affidate all’associazione ambientalista per la loro tutela e valorizzazione. Presenti alla cerimonia l’ad della Maccarese Silvio Salera, il presidente onorario del WWF Fulco Pratesi e il sindaco Mario Canapini. Il sistema di Oasi WWF sul litorale romano diventa così una rete straordinaria, 350 ettari di patrimonio naturalistico a pochi chilometri da Roma. Come fa notare Francesco Marcone, direttore delle Oasi WWF del litorale, “per la sua posizione privilegiata, in riva al mare, lungo una delle spiagge più frequentate dai romani, l’Oasi offre una preziosa opportunità “culturale” per far conoscere a sempre più persone l’importanza e la meraviglia di una natura protetta. Da oggi il WWF garantirà al bosco una tutela costante e quotidiana, a beneficio di tutti”. La nuova Oasi, come un fittissimo polmone verde di bosco umido (igrofilo) e macchia mediterranea, accompagna le ultime anse del fiume fino alla spiaggia da cui sfocia nel mare. Nel folto del bosco, colorato dalle orchidee selvatiche, dal giaggiolo puzzolente e da piante rare, come il frassino meridionale e il ranuncolo favagello (segnalato solo in altre due aree nella regione), vivono istrici, donnole, puzzole, raganelle, cince e pettirossi, rapaci notturni come barbagianni e allocchi, falchi di palude, nibbi e moltissimi uccelli migratori che vi trovano habitat ideali per nidificare. Di giorno è frequente l’incontro con la testuggine di Hermann, mentre la foce del fiume nei diversi periodi dell’anno ospita un’avifauna molto ricca. Altra caratteristica, le piscine di acqua di falda temporanee, testimonianza di un territorio unico nel suo genere e tipico della pre-bonifica, quando le paludi, allora considerate inospitali, giocavano un ruolo fondamentale per la presenza di biodiversità ricchissima. Nei mesi scorsi lo staff delle Oasi del litorale, con il supporto della proprietà, ha riqualifi- Natura Istituita la terza area naturalistica comunale gestita dal WWF. Con Macchiagrande e Vasche di Maccarese, nasce un sistema straordinario di 350 ettari di Francesco Zucchi cato il bosco e ripulito l’area da rifiuti di ogni genere anche grazie alla collaborazione di decine di volontari di tutte le età che nelle domeniche di gennaio hanno partecipato all’opera di pulizia, sistemato recinzioni e varchi per tutelare l’accesso all’area, aperto sentieri nel bosco ancora inesplorato. Lungo il fiume sono stati predisposti percorsi visita e pannelli informativi che consentiranno al pubblico di conoscere tutti i segreti dell’Oasi. Ora l’azione quotidiana del WWF garantirà all’Oasi una gestione efficace e costante. Con l’aiuto di esperti e volontari, il personale qualificato sarà impegnato sul campo in azioni di vigilanza, per scongiurare il rischio di utilizzi impropri, come il taglio della vegetazione e l’abbandono di rifiuti e prevenzione incendi. Verranno avviati monitoraggi scientifici e censimenti delle specie, per conoscere dettagliatamente l’oasi, definire le migliori strategie di tutela e facilitare i nuovi arrivi e la diffusione degli animali in oasi, e tutti gli strumenti possibili per far godere al pubblico le meraviglie dell’Oasi, garantendo una fruizione costante e partecipata, iniziative speciali, laboratori, progetti per le scuole e spazi all’aperto per la lettura e per gli anziani. Per informazioni, tel. 339.15.88.245 – 329.05.62.763. 15
Attualità Dal 1° marzo la raccolta dei rifiuti è gestita dalla nuova associazione di imprese, l’obiettivo è quello di traghettare il sistema dai cassonetti al porta a porta di Marco Traverso 16 Addio alla Fiumicino Servizi ddio Fiumicino Servizi. Per la Asocietà incaricata della raccolta comunale dei rifiuti è arrivato il tempo della pensione. Dopo una serie di rinvii, che ne hanno prolungato la durata, il 1° marzo è arrivata la nuova associazione temporanea di imprese (Ati) che si è aggiudicata il bando di gara. Tre le società che formano l’Ati: la Gesenu Spa, capofila del gruppo con il 34% delle quote, la Paoletti Ecologia e la Cooplat, entrambe con il 33%. Le prime due, anche se con quote minori, figuravano già nel capitale misto pubblico - privato della vecchia società. Saranno loro per i prossimi 7 anni a svolgere il servizio di igiene urbana e a traghettare la raccolta dei rifiuti verso l’obiettivo finale: dai cassonetti al porta a porta. “Ci vorrà del tempo per passare da un sistema all’altro – ha chiarito il sindaco a fine febbraio durante la presentazione della nuova società – partirà subito una sperimentazione del porta a porta nel quartiere Parco Leonardo, poi lo allargheremo in tutto il Comune, procedendo secondo dei piani che terranno contro del suo territorio, esteso quanto l’intero Comune di Milano”. I primi sei mesi serviranno per il rodaggio, l’intero organico della Fiumicino Servizi, circa 62 persone, passerà in quello della nuova Ati così come era previsto dal bando. Ma oltre al porta a porta a Parco Leonardo, i cittadini comunali nei primi sei mesi non vedranno grandi novità nel servizio “a parte lo spazzamento delle strade che verrà assicu- rato ovunque e non più solo nei centri storici e il lavaggio sistematico dei cassonetti che prima non veniva fatto”, spiegano i vertici dell’Ati. Dopo la messa a regime, attraverso i piani biennali, la nuova società cambierà rotta: “sarà uno sforzo enorme, alla fine distribuiremo 5,2 milioni di sacchetti speciali per la raccolta differenziata e 140 mila mastelli per i rifiuti organici”, chiarisce il dirigente comunale Luigi Giamocante. Una rivoluzione, anche culturale, che punterà molto sulla informazione ai cittadini: “partiremo dalle scuole, contatteremo le associazioni, chiederemo la collaborazione delle Pro Loco, dei comitati – spiega Franco Sassaroli dirigente della Gesenu Spa – affinchè il sistema funzioni è indispensabile la collaborazione dell’utente finale”. Oltre alla “persuasione morale” il Comune pensa anche al controllo: è pronto infatti il bando per l’installazione di 130 telecamere da posizionare nelle aree critiche trasformate da cittadini meno sensibili in vere discariche a cielo aperto. È qualche giorno fa la notizia dell’apertura di un fascicolo della Procura di Roma per indagare su presunte irregolarità connesse all’individuazione dei siti temporanei alternativi alla discarica di Malagrotta, cioè Corcolle e Riano, che dovrebbero ospitare i rifiuti in seguito della chiusura di Malagrotta. Che, prorogata al momento fino a giugno, allo stato delle cose sembra sempre più irrealistica. “La questione di Corcolle è nelle mani del commissario di governo e non del Ministero dell’Ambiente, quando ce ne occuperemo vi dirò cosa ne penso”, fa sapere il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini. Nel frattempo la I sezione del Tar del Lazio ha disposto il rinvio al 18 aprile della Camera di Consiglio sulla richiesta di sospensiva per quanto riguarda la realizzazione delle discariche di Riano e Corcolle avanzata da diversi ricorrenti, tra cui alcuni Comuni interessati, comitati di cittadini, il WWF e il Fai. Alla base della decisione del differimento, le indagini disposte dal prefetto Giuseppe Pecoraro che si stanno svolgendo nella cava di Quadro Alto a Riano e il mancato deposito di alcuni documenti. “Alla luce di questi ultimi accadimenti riteniamo che anche Fiumicino debba il prima possibile sancire un nuovo indirizzo strategico nella gestione dei rifiuti, che bandisca discarica ed inceneritore – dicono i membri del Comitato Rifiuti Zero - e cancelli definitivamente l’illegittimità dell’individuazione di Pizzo del Prete”. Lo stesso Comitato ha organizzato una manifestazione che si è tenuta a Pizzo del Prete, in via di Castel Campanile. Proprio dove dovrebbe sorgere la discarica e l’inceneritore. All’appuntamento hanno partecipato anche diversi esponenti politici locali e regionali, tra cui anche Daniela Valentini consigliera regionale del Partito Democratico e componente della Commissione Ambiente e Cooperazione tra i popoli. “Voglio ribadire un secco no alla realizzazione della discarica di Pizzo del Prete nel comune di Fiumicino – ha commentato la Valentini - sversare e incenerire i rifiuti indifferenziati di Roma in questa zona trasformando una delle più belle campagne del Lazio in una ennesima Malagrotta sarebbe un grave errore”. E per evidenziare la ricchezza della zona è stato tenuto un convegno nel Castello di Santa Severa il 10 marzo dove è stata percorsa la storia di Castel Campanile. “L’abitato medievale di Castel Campanile, sorge su un pianoro di circa 800 metri fortificato da dirupi naturali in tufo – riporta lo studio di Fabio Papi, responsabile del settore Ricerca Tutela del Territorio G.A.T.C. - il sito studiato nel passato da diversi storici, topografi, antiquari archeologi quali: Coppi, Canina, De Rossi, Kent Hill, Tomassetti, Ashby, Nibby, Dennis, Mengarelli, Silvestrelli, Conti, Enei, ecc., sembra sorgere sull’antica Artena, ma sicuramente su di un “pagus” (villaggio) etrusco, di cui rimangono evidenti testimonianze: l’incredibile “tagliata” (strada scolpita nel tufo) di circa 200 metri e alta 8, materiale ceramico affiorante e una ne- Attualità Dopo i ricorsi al Tar la magistratura indaga su eventuali irregolarità legate alla individuazione dei nuovi siti alternativi a Malagrotta di Francesco Camillo cropoli etrusca a camera situata a nord, scavata negli anni 40 (loc. Macchiozze-Pizzo del Prete), di cui il bellissimo vasellame attico a figure nere e rosse, è ora conservato in diversi musei del mondo: Baltimora, Oxford, New York”. Insomma un patrimonio da difendere che non può essere cancellato. Discariche, si muove la Procura 17
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