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Un modo particolare di fare volontariato - Cesvol

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IL “CODICE SEMITICO”<br />

Capitolo Terzo<br />

Conobbi Marcello due anno dopo la sua conversione. Io ero pieno <strong>di</strong> certezze<br />

dottrinali e <strong>di</strong> incoerenze morali – <strong>di</strong>rigevo allora un Centro Biblico<br />

<strong>Un</strong>iversitario a Perugia –; ma quell’uomo mi parlava del Signore Gesù<br />

come se lo conoscesse davvero...ed era proprio così, perchè l’aveva veramente<br />

“visto”.<br />

Ero allora molto scettico e cauto sui fenomeni <strong>di</strong> misticismo: ne avevo visto<br />

tanti <strong>di</strong> fasulli. Ma quello che iniziai a conoscere sull’esperienze spirituali<br />

<strong>di</strong> Marcello, e quello <strong>di</strong> cui sono stato poi testimone per molti anni, non mi<br />

ha fatto mai dubitare sulla realtà <strong>di</strong> ciò che quest’uomo ha avuto da Dio.<br />

Ricordo una delle prime volte che l’andai a trovare nella casa dove abitava,<br />

alle pen<strong>di</strong>ci del Subasio, era il 1980 .Viveva lì, ormai modestamente, ma<br />

aveva altre “ricchezze” da mostrare. Aprendo un volume dell’enciclope<strong>di</strong>a<br />

Treccani, mi in<strong>di</strong>cò, in una tavola comparativa degli alfabeti antichi, tre<br />

lettere dell’alfabeto semitico meri<strong>di</strong>onale: le aveva “viste” – e annotate su<br />

un brogliaccio, al risveglio – nella visione notturna che due anni prima<br />

aveva cambiato definitivamente la sua vita. Del racconto – anche questo,<br />

come tante sue altre esperienze spirituali, con<strong>di</strong>viso pienamente e pubblicato<br />

solo nel 1995 – ne riportiamo qui almeno una parte: quanto basta per<br />

gustare “quant’è buono il Signore”, e quanto insondabile e affascinante e il<br />

suo <strong>modo</strong> <strong>di</strong> agire con noi umani, solo che veda in noi un po’ <strong>di</strong> buona<br />

volontà.<br />

“Mentre dormivo, fui rapito fino in Para<strong>di</strong>so. Nel luogo dove giunsi, sedevano<br />

attorno ad una lunga tavola degli uomini che stavano pregando, sotto<br />

la guida <strong>di</strong> colui che chiamavano “Maestro”: una figura maestosa che spiccava<br />

in mezzo a loro, con una lunga barba e lunghi capelli, dal volto imperscrutabile.<br />

Per me non c’era posto intorno alla tavola; vi<strong>di</strong> però una pietra invitante lì<br />

per terra e mi ci misi seduto, proprio <strong>di</strong> fronte a colui che era il Signore<br />

Gesù...<br />

...Il Maestro mi porse con la sua destra una specie <strong>di</strong> cartella e mi <strong>di</strong>sse:<br />

“Ora leggi tu”. Capii che dovevo leggere proprio io, da solo presi la cartella<br />

timidamente, temendo <strong>di</strong> non saper accontentare il Maestro. Il momento<br />

era duro e <strong>di</strong>fficile per me. Iniziai a leggere il primo foglio, ma la mia lettu-<br />

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