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3. Anellino: di Roberto Prandini Premessa obbligo o non obbligo, questo e’ il dilemma I Regolamenti comunitari (CE) emanati dal Con- siglio o dalla Commissione, qualora non diver- samente previsto, sono atti la cui pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (G.U.C.E.) è condizione di applicabilità: gli Stati membri sono pertanto obbligati a recepirli e a farli osservare. Ogni Stato, tuttavia, può adottare misure na- 0 zionali più restrittive, purché compatibili con il Trattato dell’Unione Europea. Vale la pena anche ricordare che le norme giuridiche sono perlopiù astratte e devono essere ricondotte ai casi concreti (fattispecie). L’applicazione della norma alla fattispecie non spetta al singolo soggetto passivo (il cittadino, per intenderci), ma agli Organi preposti.
Considerazioni Anellino: obbligo o non obbligo, questo è il dilemma Il Regolamento (CE) della Commissione n. 8 del 4 maggio 200 , pubblicato il 9 giugno dello stesso anno, reca importanti norme relative alle modalità di applicazione del Reg. (CE) del Consiglio n. 8/9 e sue modificazioni ed integrazioni. La parte del Regolamento in parola sulla quale intendiamo focalizzare la nostra attenzione perché interessa particolarmente gli allevatori di specie elencate nell’allegato B (come tutti gli Agapornis ad esclusione dei roseicollis) che, come è noto, corrisponde all’Appendice II della CITES è l’art. . Tale articolo, al paragrafo (comma) 2, stabilisce sostanzialmente che gli uccelli nati ed allevati in cattività devono essere marcati mediante anello inamovibile che rechi una marcatura individuale, vale a dire univoca, e che, qualora non sia possibile l’inanellamento, è necessario l’inserimento di microchip. Soffermiamoci, per il momento, solo su questo comma ed esaminiamo la situazione italiana. Per quanto riguarda gli esemplari di Allegato A l’obbligo di marcaggio risale a ben sedici anni fa. Il Parlamento italiano, infatti, con la Legge 0/92, quella che ha introdotto anche l’obbligo della dichiarazione di nascita, ne ha stabilito (art. , comma e art. , comma ) l’obbligatorietà. Nessuna novità, quindi, per i soggetti di Allegato A. Non esistono, invece, attualmente in Italia norme che impongono l’obbligatorietà di marcaggio per gli esemplari di Allegato B. Viene a questo punto spontaneo porsi questa domanda: dal momento che la Legge 0/92 non impone l’obbligo di marcaggio per i soggetti di Allegato B, lo impone forse l’art. del Reg. (CE) 8 /200 ? La risposta è, senza dubbio, NO. Perché il paragrafo di tale articolo afferma che l’obbligatorietà del marcaggio (paragrafo 2) si applica solo: “Ai fini degli articoli (paragrafo ), 40 ( ), 9 ( ), (4)” dello stesso Regolamento. Conseguentemente devono essere marcati SOLO gli esemplari di allegato B muniti di certificato per esposizioni itineranti o di certificato di proprietà privata e non tutti gli esemplari. Abbiamo già scritto che ciascuno Stato membro può introdurre disposizioni più restrittive, ma non ci risulta esistere in Italia una norma che imponga il marcaggio per tutti i soggetti di allegato B. In conclusione, considerata l’inesistenza di norme, comunitarie o nazionali, che contemplino il marcaggio per tutti gli esemplari di allegato B non ci pare fondata la richiesta da parte degli Uffici di certificazione CITES, pervenuta in questi giorni a molti allevatori, di indicare nelle denunce di nascita gli estremi del marcaggio mediante anellino. E’ opportuno precisare che quanto sopra esposto non deve essere interpretato come contrarietà all’inanellamento. Sarebbe invece auspicabile che l’Organo competente italiano (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) intervenisse con norme certe al fine di considerare l’anellino inamovibile come prova certa di nascita in cattività
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