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.<br />
2.<br />
manifestatisi già in altri ascendenti. <strong>In</strong> poche parole<br />
risulta intuibile che un soggetto che appare<br />
ottimo in alcune voci andrà ad essere accoppiato<br />
con un altro che di contro esprime al massimo le<br />
caratteristiche che il primo non manifesta in maniera<br />
perfetta. Tutti i soggetti ottenuti da <strong>questo</strong><br />
accoppiamento, nelle generazioni seguenti, pian<br />
piano fisseranno tutti quei caratteri che era nostra<br />
intenzione trasferire, formando in <strong>questo</strong> modo,<br />
quello che viene definito “ceppo”. Naturalmente<br />
le manifestazioni fenotipiche positive non possono<br />
essere da sole considerate risolutive per la scelta<br />
Selezione, consanguineità e benessere animale<br />
e la selezione dei riproduttori. Esse devono essere<br />
accompagnate necessariamente dalle valutazioni<br />
sul genotipo ereditabile ed ereditato fino a quel<br />
punto dai nostri soggetti, la loro storia genetica,<br />
il loro pedigrèe insomma. Nella pratica della selezione<br />
non ci sono formule a cui fare riferimento<br />
ma solo accorgimenti che ogni allevatore dotato<br />
di gusto estetico e percezione accentuata possono<br />
attuare pur nella diversità di interpretazione per<br />
giungere a risultati preventivati. Chi sarà stato più<br />
bravo a cogliere questi meccanismi verrà premiato.<br />
/2. L’allevamento in colonia<br />
in voliere adeguate costituisce<br />
un esempio chiaro di selezione<br />
massale data da una scelta<br />
iniziale di riproduttori<br />
che non garantirà da sola però<br />
una selezione ottimale.<br />
Nelle foto ( e 2) colonie di<br />
Lilianae e di Nigrigenis.