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6. L’ANGOLO DEL VETERINARIO West Nile Disease: la Malattia dell’Ovest del Nilo Dott. MARCO BEDIN, Medico Veterinario CLINICA VETERINARIA EUGANEA Via Tiziano, – 04 Monselice (PD) – Italy - Tel. 0429 89809 – Cell. 8 40092 9 dott.bedin@libero.it – www.clinicaveterinariaeuganea.it Molti di noi hanno sentito parlare nell’ultimo periodo di una malattia emergente, una zoonosi (malattia che può essere trasmessa dall’animale all’uomo): la West Nile Disease. Cercheremo quindi in questo breve articolo di spiegare e capire di che malattia si tratta, dal momento che l’ospite naturale della malattia sono i volatili e può colpire anche l’uomo ed altri mammiferi domestici. L’agente eziologico (ovvero l’entità biologica che causa la malattia) di questa malattia è un virus che viene trasmesso da zanzare (del genere culex) e l’ospite tipico di questo virus sono gli uccelli. In natura la malattia è mantenuta da un ciclo primario di trasmissione uccello-uomo-uccello ed in alcune condizioni ambientali si può avere la trasmissione della malattia ad ospiti “a fondo cieco” (ovvero in cui la malattia non può più essere trasmessa) rappresentati dall’uomo e dal cavallo ed in cui possono comparire i sintomi clinici neurologici tipici della malattia in queste specie. Il Virus Come abbiamo appena detto, l’agente eziologico della malattia è un virus (RNA a singolo filamento) e per la precisione un flavivirus, tra- 2 smesso da zanzare. Fu isolato per la prima volta nel 9 in Uganda. Negli ultimi decenni il virus è stato segnalato in Europa in diversi paesi, ma anche in Asia, Africa, Medio-Oriente e Americhe. In Italia fu isolato anche nel 998, in alcuni cavalli in Toscana. In questi ultimi mesi si sono presentati diversi casi in cavalli ed alcuni nell’uomo in Emilia Romagna e nel Veneto. Chi si può ammalare Il virus è stato isolato in diverse specie di vertebrati. Gli uccelli sono gli ospiti principali del virus e fungono anche da amplificatore dell’infezione. Sono state colpite diverse specie di volatili tra cui ciconiformi, columbiformi, passeriformi, anseriformi e falconiformi. Possono essere recettivi (possono ammalarsi) alla malattia numerosi mammiferi, tra cui l’uomo, il cavallo, i piccoli roditori, suini, ruminanti, cani, ecc.. ed almeno sino ad oggi i sintomi clinici della malattia si sono evidenziati sono negli uccelli, nell’uomo e (non sempre) nel cavallo con meningo-encefalite. I mammiferi però non solo in grado di trasmettere la malattia ai vettori (le zanzare) e per una serie di motivi (un po’ lunghi e complessi da spiegare in questa sede)
L’ANGOLO DEL VETERINARIO vengono quindi definiti come ospiti a fondo cieco (dove la malattia si ferma e non può più essere trasmessa). Per cui nessuna paura: il virus non può essere trasmesso da persona a persona, anche se è possibile la trasmissione da animale ad uomo mediante vettore (zanzara). Recentemente inoltre il virus è stato isolato anche in rettili ed anfibi. I fattori che contribuiscono alla trasmissione Il principale fattore che influisce sulla diffusione della malattia sono gli uccelli migratori che si spostano da aree in cui è presente la malattia sino ad aree in cui non è presente e, in questo modo, tramite la presenza dei vettori (ovvero il mezzo necessario affinché possa avvenire la trasmissione) della malattia, possono diffondere la malattia ad altri animali (uccelli o mammiferi). I sintomi negli uccelli I tempi medi di incubazione della malattia sono di -4 giorni e si può manifestare in forma asintomatica o subclinica. Quando però compaiono i sintomi questi sono prevalentemente di tipo neurologico, come: torcicollo, testa ruotata, incoordinazione, piumaggio arruffato, atassia (rimangono fermi), paralisi, ecc… La morte compare 2 dopo 24-48 ore la comparsa dei sintomi. I sintomi nell’uomo L’incubazione dura - giorni e i sintomi che compaiono sono di tipo simil-influenzali caratterizzati anche da febbre (anche elevata), tos- se, mal di testa e mal di gola,dolori articolari e muscolari, diarrea e sintomi respiratori. In alcuni casi possono poi comparire i sintomi neurologici (meningo-encefalite) caratterizzati da rigidità del collo, vertigini, vomito, stato di confusione mentale, sonnolenza, tremori, riflessi alterati, coma e morte. La diagnosi negli uccelli E’ possibile fare una diagnosi negli uccelli vivi mediante prelievi di sangue in EDTA (anti- coagulante) o sangue intero (senza anti- coagulante) per la ricerca degli anticorpi, tamponi orofaringei e cloacali. Negli animali morti invece è possibile pre- levare cervello, cuore, reni, fegato e milza. I controlli eseguiti all’inizio della stagione riproduttiva e Prevenzione durante l’allevamento dei piccoli rendono possibile la prevenzione delle patologie infettive In alcuni di Paesi origine sono batterica disponibili o fungina (foto Rossella Bozzini) dei vaccini per cavalli, ma an- cora non sono in commer- cio dei vaccini specifici per volatili. La vera prevenzione, al momento, è possibile solo mediante la lotta al vettore (ovvero alle zanzare). Dott. Marco Bedin, Medico Veterinario
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