Classi di verbi pronominali - Francesca Masini
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dell’evento descritto e, soprattutto, il suo tentativo <strong>di</strong> coinvolgere empaticamente il suo<br />
interlocutore.<br />
La Figura 3 riassume la situazione delle CVP intensive in italiano.<br />
FIGURA 3. CVP in italiano e transitività<br />
DITR TR MTR CPE_R RIFL(DIRETTO) INTR PRON MINTR(SENE) INTR<br />
DE<br />
DC<br />
Questo schema riassuntivo ci permette <strong>di</strong> formulare alcune considerazioni generali, che<br />
possono servire come spunto per futuri approfon<strong>di</strong>menti.<br />
La prima è che costruzioni come il DE o il DC non sono strettamente <strong>di</strong>pendenti da una<br />
struttura argomentale particolare e quin<strong>di</strong> sono potenzialmente molto produttive<br />
(soprattutto il DE), almeno a livello sincronico. Occorrerebbe un’analisi <strong>di</strong>acronica per<br />
capire se questi tipi <strong>di</strong> dativi hanno cominciato a occorrere con una particolare struttura<br />
per poi estendersi a tutte le altre. Inoltre, poiché questa costruzione era già presente in<br />
latino, si potrebbe vedere come la costruzione si è evoluta nelle varie lingue romanze 30 .<br />
La seconda osservazione è che la CPE_R fa da ponte tra il riflessivo vero e proprio e il<br />
me<strong>di</strong>o transitivo: in questa costruzione, infatti, abbiamo sì un complemento oggetto<br />
(come nel me<strong>di</strong>o transitivo), ma si tratta <strong>di</strong> un complemento oggetto “debole”, poiché<br />
denota una sotto-parte del soggetto e quin<strong>di</strong>, per sineddoche, è come se coincidesse con<br />
il soggetto stesso (come accade nel riflessivo). Come già accennato al paragrafo 1.2, la<br />
CPE è una costruzione <strong>di</strong>ffusa nelle lingue del mondo e in particolare in quelle<br />
d’Europa. Bisognerebbe quin<strong>di</strong> controllare se c’è una correlazione tra CPE, riflessivo e<br />
me<strong>di</strong>o transitivo a livello tipologico.<br />
La terza osservazione riguarda la relazione tra MTR e TR da un lato e MINTR(SENE) e<br />
INTR dall’altro. Ci sembra che queste due costruzioni, al <strong>di</strong> là della <strong>di</strong>versa restrizione<br />
sulle classi <strong>di</strong> <strong>verbi</strong>, siano molto simili tra loro dal punto <strong>di</strong> vista semantico. In un certo<br />
senso, potremmo considerarle come due istanziazioni <strong>di</strong> un’unica costruzione<br />
sottospecificata che si specializza attraverso <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> restrizioni, prima tra tutte il<br />
tipo <strong>di</strong> classe <strong>di</strong> <strong>verbi</strong> con cui cooccorre.<br />
In questo modo si potrebbe delineare un’area del me<strong>di</strong>o, dominata dal tratto formale del<br />
si clitico, piuttosto articolata in cui far rientrare anche l’intransitivo pronominale (che si<br />
<strong>di</strong>stinguerà dalle altre costruzioni per via del soggetto non agentivo). Allo stesso tempo<br />
bisogna rendere conto della seconda osservazione, ovvero del fatto che la CPE riflessiva<br />
sta a metà strada tra il riflessivo e il me<strong>di</strong>o, nonché del legame semantico tra il riflessivo<br />
e il me<strong>di</strong>o. L’area del me<strong>di</strong>o potrebbe figurare come nella Figura 4.<br />
30 La costruzione è sicuramente presente in <strong>di</strong>verse lingue romanze (cfr. 1.2), ma bisognerebbe capire a<br />
quante e quali restrizioni è sottoposta.<br />
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