Ddl Mastella Inchiesta Ordine Personaggio - Ordine dei Giornalisti
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L’angolo<br />
della legge<br />
ddl mastella 3 / quANdo IL SeGReto IStRuttoRIo eRA quASI SCoNoSCIuto<br />
C’era una volta Mani Pulite<br />
Domani non ci sarebbe più<br />
per la “madre” di tutte le indagini sulla corruzione e delle inchieste giornalistiche non<br />
c’erano ancora le intercettazioni telefoniche. e non c’erano neppure i cellulari (o almeno<br />
erano rarissimi). ma, pur d’informare i cittadini, valeva (quasi) tutto. Forse troppo?<br />
di mario Consani*<br />
In principio fu Mario Chiesa, l’ingegnere<br />
socialista che dominava al Pio Albergo<br />
Trivulzio, il “mariuolo” (parola di Craxi)<br />
preso con le mani nel sacco dallo sconosciuto<br />
pm Antonio Di Pietro.<br />
Era il 17 febbraio 1992 e cominciava<br />
l’inchiesta Mani pulite, destinata a<br />
scoperchiare Tangentopoli e a determinare<br />
nel bene e nel male le sorti della<br />
Prima Repubblica. La “madre” di tutte<br />
le indagini sulla corruzione non si fondò<br />
sulle intercettazioni, anche perché<br />
i cellulari ce li avevano in pochissimi<br />
allora e non c’era il rischio che imbarazzanti<br />
dialoghi telefonici potessero<br />
finire sulle pagine <strong>dei</strong> giornali.<br />
Eppure, a guardarla oggi che è passato<br />
un secolo, certo per quell’inchiesta il<br />
segreto investigativo fu quasi uno sconosciuto.<br />
Le parole degli indagati, le<br />
confessioni degli arrestati, i racconti<br />
<strong>dei</strong> testimoni, finivano in cronaca quasi<br />
in tempo reale, al massimo entro un<br />
giorno o due, in barba ai termini già<br />
previsti dal Codice penale.<br />
Volendo, ogni giornalista che si occupava<br />
di Mani pulite avrebbe potuto<br />
collezionare una denuncia al giorno,<br />
oblazionabile sì, però, con l’abbonamento…<br />
Ma tutto era diverso, allora, nel clima di<br />
Palazzo di giustizia e soprattutto fuori.<br />
• Una foto passata ormai alla storia:<br />
l’ex pm Antonio Di Pietro mentre<br />
si toglie la toga, in aula, alla fine<br />
del processo di Tangentopoli.<br />
Direttori di giornali (oggi molto molto<br />
garantisti) che, un giorno sì e l’altro<br />
pure, invocavano punizioni esemplari<br />
per i politici solo indagati; manager<br />
arrestati da Di Pietro che in preda alla<br />
sindrome di Stoccolma riapparivano<br />
in tribunale con T-shirt inneggianti a<br />
Mani pulite; l’attesa quasi messianica<br />
da parte dell’opinione pubblica per le<br />
gesta <strong>dei</strong> magistrati.<br />
Tutto è cambiato oggi, per certi aspetti<br />
fortunatamente, diremmo. Ma sarebbe<br />
stata possibile, Mani pulite, senza<br />
quella forzatura mediatica <strong>dei</strong> tempi,<br />
che garantì comunque all’inchiesta<br />
l’unica chance di proseguire? Con il<br />
silenzio <strong>dei</strong> giornali fino al termine delle<br />
indagini preliminari - come si vorrebbe<br />
ora – si sarebbe potuto impedire il<br />
“silenziamento” di quelle indagini tanto<br />
scomode?<br />
La rinuncia di fatto al formale rispetto<br />
della norma che tutela le indagini<br />
preliminari garantì il diritto di cronaca:<br />
fu un prezzo giusto da pagare? Una<br />
cosa si può dire: anche le tivu’ di chi<br />
oggi si erge a paladino tout court del<br />
diritto alla privacy (e annuncia pene<br />
detentive per chi lo violerà) allora non<br />
si fecero particolari scrupoli. Resta alla<br />
storia come il caso forse più clamoroso<br />
di violazione del segreto di indagine,<br />
quello di un collega del TG5 che, in<br />
diretta, annunciò i nomi di alcuni manager<br />
Fininvest nei confronti <strong>dei</strong> quali<br />
il giudice stava per firmare un ordine di<br />
custodia cautelare.<br />
Gli indagati (tra i quali Marcello Dell’Utri)<br />
si precipitarono dal gip ed evitarono<br />
l’arresto. Il collega, tra mille polemiche<br />
indagato per favoreggiamento, venne<br />
infine assolto: in fondo aveva fatto il<br />
suo mestiere dando una notizia. Aveva<br />
violato il segreto di indagine, è vero:<br />
certo non da solo, però, visto che da<br />
qualcuno doveva pur aver saputo quei<br />
nomi. Se la cavò pagando – solo lui -<br />
un’oblazione da 250 mila lire.<br />
*chi è<br />
Mario Consani è nato<br />
ad Asolo, nel trevigiano, e<br />
vive a Milano. Laureato in<br />
giurisprudenza, lavora a Il<br />
Giorno, dove si occupa di<br />
cronaca giudiziaria.<br />
Ha seguito i processi delle<br />
stragi milanesi a cavallo degli<br />
anni Settanta e ha scritto il<br />
libro Foto di gruppo da Piazza<br />
Fontana, per Melampo editore.<br />
40 Tabloid Tabloid 1 6 / 2008 2007