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La perizia psichiatrica legale di Cesare Lombroso

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Nonostante l’accuratezza con cui vengono condotte le visite <strong>Lombroso</strong>, mette in guar<strong>di</strong>a i suoi<br />

colleghi, sostenendo che possono verificarsi casi <strong>di</strong> simulazione <strong>di</strong> pazzia. <strong>La</strong> parte finale del testo è<br />

quin<strong>di</strong> de<strong>di</strong>cata allo stu<strong>di</strong>o dei tipi <strong>di</strong> simulazione che possono riscontrarsi ed ai meto<strong>di</strong> per<br />

smascherarla. Le motivazioni che possono indurre il paziente a simulare <strong>di</strong>sturbi psichici e fisici<br />

sono molteplici: paura, esibizionismo, desiderio <strong>di</strong> suscitare pietà negli altri, o <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare una<br />

totale infermità mentale (arma spesso usata dagli avvocati nei processi). Tuttavia – ricorda<br />

<strong>Lombroso</strong> -, spesso accade ad esempio, che alcuni pazzi criminali, non avendo coscienza della loro<br />

malattia, simulano una forma <strong>di</strong> pazzia <strong>di</strong>versa da quella <strong>di</strong> cui soffrono: «[...] non si deve perciò,<br />

senz’altro, escludere la simulazione quando sia accertata l’esistenza <strong>di</strong> una malattia mentale anche<br />

<strong>di</strong> natura <strong>di</strong>versa dal quella ch’essi soffrono, ignorando <strong>di</strong> averne già in sé una sufficiente a<br />

<strong>di</strong>scriminare il reato» 20 .<br />

A questo punto non si può non evidenziare un mutamento avvenuto nel campo della me<strong>di</strong>cina:<br />

l’antropologia criminale entra a far parte delle <strong>di</strong>scipline me<strong>di</strong>che «al me<strong>di</strong>co è stato infatti affidato<br />

un patrimonio <strong>di</strong> conoscenze ed una capacità <strong>di</strong> lettura del corpo […] non bisogna <strong>di</strong>menticare che<br />

fino agli anni ’30 dell’800, nei paesi occidentali il problema dell’intervento sul criminale e tutte le<br />

questioni relative agli aspetti sociali connessi alla criminalità sono ancora un oggetto <strong>di</strong> interesse<br />

per i filantropi, i magistrati, i politici: il me<strong>di</strong>co come categoria professionale non entra quasi per<br />

nulla nei <strong>di</strong>battiti sui problemi carcerari e criminologici prima dell’attività dei frenologi» 21 .<br />

<strong>La</strong> me<strong>di</strong>cina inizia pertanto a pronunciarsi su un tema <strong>di</strong> competenza <strong>psichiatrica</strong> che ora investe<br />

<strong>di</strong>rettamente le questioni criminologiche: il problema della responsabilità. A conclusione delle loro<br />

analisi, infatti, i periti <strong>di</strong>chiarano spesso la non responsabilità dell’imputato 22 e la soluzione<br />

suggerita, per i casi più gravi, è l’internamento «[...] così è necessario che sia ricoverata in un<br />

manicomio o, per lo meno, in una casa <strong>di</strong> men<strong>di</strong>cità per tutta la vita» 23 .<br />

A sostegno <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>chiarazioni, nelle ultime pagine della sua opera relativa alle perizie,<br />

<strong>Lombroso</strong> afferma che l’antropologia criminale tende a sopprimere le pene brevi per i rei malati <strong>di</strong><br />

mente, perché si sono spesso rivelate inutili e dannose mentre, <strong>di</strong> contro, propone il sequestro<br />

perpetuo e la pena <strong>di</strong> morte, anche se in questo modo rischia <strong>di</strong> apparire «severa fino all’eccesso<br />

verso i colpevoli» 24 .<br />

20<br />

Ivi, p. 592<br />

21<br />

R. Villa, Scienza me<strong>di</strong>ca e criminalità nell’Italia unita, in F. Della Peruta (a cura <strong>di</strong>), Storia d’Italia. Annali 7, op.<br />

cit., p. 1147<br />

22<br />

Cfr. C. <strong>Lombroso</strong>, <strong>La</strong> <strong>perizia</strong> <strong>psichiatrica</strong> <strong>legale</strong>, op. cit., p. 366<br />

23 Ivi, p. 412<br />

24 Ivi, p. 603<br />

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