31.05.2013 Views

Louis Hjelmslev

Louis Hjelmslev

Louis Hjelmslev

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Louis</strong> <strong>Hjelmslev</strong>


Valore di un segno (I)<br />

Il valore di un segno è dato, dice Saussure,<br />

dalla sua posizione all’interno del sistema<br />

linguistico.<br />

Tale concetto è qualcosa di simile al valore inteso in senso<br />

economico, monetario. Sappiamo che con un euro si può<br />

comprare, ad esempio, un’ora di parcheggio. In realtà però, il<br />

valore dell’euro è determinato non da quello che con esso si può<br />

comprare (cioè dal suo potere d’acquisto), ma dal valore di<br />

scambio con le altre monete, vale a dire dal rapporto che lo lega ad<br />

esse all’interno del sistema monetario internazionale.<br />

In maniera analoga si distinguerà il significato di un segno<br />

linguistico (che potrebbe corrispondere, nel caso di una parola, alla<br />

definizione del dizionario), dal suo valore.


Valore di un segno (II)<br />

Il valore di un segno si definisce,<br />

dunque, dalle relazioni che intrattiene<br />

con gli altri segni. Così il significato di<br />

una parola (ad esempio bue) sarà<br />

dato dalle relazioni (di comunanza di<br />

proprietà, di negazione) che la<br />

legano alle altre parole del<br />

paradigma ad essa correlate.


<strong>Louis</strong> <strong>Hjelmslev</strong><br />

Linguista Danese (1899-1965). Nella sua opera<br />

maggiore, I fondamenti della teoria del linguaggio (1943)<br />

riprende la teoria linguistica di Saussure,<br />

sistematizzandola e approfondendola.<br />

Utile è anche La struttura fondamentale del linguaggio,<br />

che corrisponde al testo di un ciclo di conferenze tenuto<br />

nel 1947 in Inghilterra, nel quale <strong>Hjelmslev</strong> illustra alcuni<br />

aspetti fondamentali del suo pensiero fornendo anche<br />

una ricca esemplificazione, basata anche su linguaggi<br />

non linguistici.


Il concetto di struttura<br />

Chiameremo struttura l’insieme di<br />

relazioni immanenti che organizzano<br />

un qualsiasi oggetto.<br />

All'interno dell'insieme il valore di<br />

ciscun termine è condizionato<br />

dall'insieme degli altri elementi.<br />

Esempi: il pasto all’italiana, il<br />

vestiario.


Menù di un pasto all’italiana<br />

<br />

primo piatto<br />

secondo pane


Il concetto di struttura<br />

Le strutture che organizzano il piano<br />

dell’espressione e quelle che organizzano il<br />

piano del contenuto saranno diverse.<br />

Esempio di struttura del piano dell’espressione: il<br />

verso (struttura metrica).<br />

Esempio di struttura del piano del contenuto: le<br />

strutture narrative (che sono schemi narrativi<br />

ricorrenti).


Foscolo, A Zacinto<br />

1 Né piu mai toccherò le sacre sponde A<br />

2 ove il mio corpo fanciulletto giacque, B<br />

3 Zacinto mia, che te specchi nell'onde A<br />

4 del greco mar da cui vergine nacque B<br />

5 Venere, e fea quell'isole feconde A<br />

6 col suo primo sorriso, onde non tacque B<br />

7 le tue limpide nubi e le tue fronde A<br />

8 l'inclito verso di colui che l'acque B<br />

9 cantò fatali, ed il diverso esiglio, C<br />

10 per cui bello di fama e di sventura D<br />

11 baciò la sua petrosa Itaca Ulisse. E<br />

12 Tu non altro che il canto avrai del figlio C<br />

13 o materna mia terra: a noi prescrisse E<br />

14 il fato illacrimata sepoltura. D


I cinque tratti fondamentali dei<br />

linguaggi<br />

Hijemslev indica cinque tratti fondamentali propri di<br />

qualsiasi linguaggio (non solo della lingua parlata) e li<br />

esemplifica attraverso alcuni esempi presi da quelli che<br />

egli chiama linguaggi ristretti, ovvero da quei linguaggi<br />

che sono basati su una serie limitata di regole, di segni e<br />

di combinazioni e che possono servire soltanto a certi<br />

fini. Esempi: il semaforo, i numeri telefonici, l’orologio del<br />

campanile che batte i quarti e le ore, le formule<br />

matematiche.


I cinque tratti fondamentali dei<br />

linguaggi<br />

Biplanarità<br />

Biassialità<br />

Commutazione<br />

Non conformità<br />

Relazioni tra le parti


1. Espressione e contenuto<br />

Ogni linguaggio costituisce un sistema di segni<br />

ognuno dei quali si compone di espressione e<br />

contenuto (significante e significato di<br />

Saussure).<br />

<strong>Hjelmslev</strong> riprende da Saussure l’idea che ogni<br />

sistema di segni è basato su rapporti di tra i<br />

segni e che l’identità (cioè il valore) di ogni<br />

segno è negativa e differenziale (alto VS basso;<br />

qui, quo, qua).


1. Espressione e contenuto<br />

espressione<br />

contenuto<br />

sostanza<br />

forma<br />

forma<br />

sostanza<br />

Funzione<br />

segnica


Funzione segnica


Forma e sostanza<br />

Secondo <strong>Louis</strong> <strong>Hjelmslev</strong>, ogni sistema linguistico<br />

segmenta e organizza in maniera diversa una materia<br />

(mening in danese) dell’espressione e una materia del<br />

contenuto.<br />

La materia dell’espressione è il puro suono che precede<br />

ogni linguaggio<br />

La materia del contenuto non è altro se non il magma<br />

indistinto dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, delle<br />

nostre percezioni (e quindi della nostra esperienza del<br />

mondo esterno).<br />

Se una cultura non organizza tale senso attraverso il<br />

linguaggio (in forma e sostanza del contenuto) esso non<br />

solo non è esprimibile, ma neppure comprensibile e<br />

conoscibile per l’uomo.


Funzione categorizzante della<br />

lingua<br />

Secondo Saussure il pensiero è una massa<br />

informe, che viene ordinata dal linguaggio.<br />

Per Saussure non esistono idee preesistenti al<br />

languaggio; è il linguaggio che da forma alle idee<br />

e le rende esprimibili. In altre parole, il pensiero<br />

non può esistere senza il linguaggio.<br />

Lo stesso si può dire dei suoni, che di per sé non<br />

sono meno indeterminati.


Funzione categorizzante della<br />

lingua<br />

“Preso in se stesso il pensiero è come una nebulosa<br />

in cui niente è necessariamente delimitato. Non vi<br />

sono idee prestabilite, e niente è distinto prima<br />

dell’apparizione della lingua […] Noi possiamo<br />

dunque rappresentarci il fatto linguistico nel suo<br />

insieme, e cioè possiamo rappresentarci la lingua,<br />

come una serie di suddivisioni contigue proiettate, nel<br />

medesimo tempo, sul piano indefinito delle idee<br />

confuse (A) sia su quello non meno indeterminato dei<br />

suoni (B).”


Funzione categorizzante della<br />

lingua


Forma e sostanza<br />

Sostanza dell’espressione: è il livello fisico<br />

immediato del segno, la “materialità” con cui<br />

esso si presenta alla nostra percezione (Es.: la<br />

voce articolata, studiata dalla fonetica)<br />

Forma dell’espressione: è l’ordinamento<br />

arbitrario, strutturato e formale degli elementi<br />

costitutivi col quale si presenta la sostanza<br />

dell’espressione (la fonologia, la morfologia di<br />

una lingua).


Forma e sostanza<br />

La forma del contenuto è l’insieme di<br />

relazioni logiche che danno forma al<br />

mening (materia o senso)<br />

La sostanza del contenuto è il valore<br />

“semantico” delle unità così ritagliate (è<br />

quella porzione del mening ritagliata dalla<br />

forma del contenuto).


Forma del contenuto<br />

(non lo so) (italiano)<br />

jeg véd det ikke danese<br />

io - so - ciò - non<br />

I do not know inglese<br />

io - concetto verbale - non - sapere<br />

je ne sais pas francese<br />

io - non - so - mica<br />

en tiedå finlandese<br />

non io (verbo) - sapere<br />

naluvara eschimese<br />

non-sapiente-sono-io-ciò (verbo + suffisso x soggetto e x<br />

oggetto)


Spettro dei colori<br />

Pertinentizzazione della materia


Berlin e Kay


MATERIA: suoni inarticolati<br />

SOSTANZA: emissioni fonetiche [b], [p], [d], [t]<br />

FORMA: sistema fonologico


Forma/Sostanza/Materia<br />

dell’espressione nel Sistema<br />

Forma/Sostanza/Materia dell’espressione nel Processo<br />

Tedesco: bεrli:n<br />

Inglese: bэ:lin<br />

Danese: baeR’li?n<br />

Giapponese: bε lul inu


2. Processo e sistema<br />

In ogni linguaggio ci sono due assi:<br />

“C’è un asse del processo, che può essere<br />

convenzionalmente rappresentato da una linea<br />

orizzontale, e un asse del sistema, che può<br />

essere rappresentato da una linea verticale che<br />

interseca la prima” (cfr. l’asse paradigmatico e<br />

l’asse sintagmatico di Saussure e la sua<br />

distinzione tra langue e parole).


Selezione e combinazione<br />

Se devo comporre una frase sceglierò alcuni termini -<br />

cioè alcuni segni verbali – (selezione) che mi sono stati<br />

forniti dalla mia conoscenza linguistica e li combinerò tra<br />

loro in base a una serie di regole (combinazione).<br />

Se, dunque, ritroviamo segni sia a livello di processo che<br />

a livello di sistema, diversa è la natura di questi segni, e<br />

diverse sono le relazioni che essi intrattengono tra di loro.


Rapporti paradigmatici (associativi)<br />

e rapporti sintagmatici<br />

All’interno della parole i segni instaurano tra loro dei rapporti<br />

di tipo sintagmatico.<br />

Sintagma = frase. Es.: Il toro è nella stalla.<br />

Rapporto in praesentia (fra più termini di una serie effettiva)<br />

A livello della langue i segni intrattengono tra loro dei<br />

rapporti di tipo paradigmatico (o associativo)<br />

Paradigma = “Toro” vs “vitello”, “bue” ecc.<br />

Rapporto in absentia (il rapporto non è tra entità materiali,<br />

ma è un’associazione mentale tra entità di una serie<br />

mnemonica virtuale)


Il Sintagma<br />

“Da una parte, nel discorso, le parole contraggono tra<br />

loro. In virtù del loro concatenarsi, dei rapporti fondati<br />

sul carattere lineare della lingua, che esclude la<br />

possibilità di pronunziare due elementi alla volta. Esse<br />

si schierano le une dopo le altre sulla catena della<br />

parole. Queste combinazioni, che hanno per supporto<br />

l’estensione possono essere chiamate sintagmi”. (CLG,<br />

149)


Il Paradigma<br />

“D’altra parte le parole offrenti qualche cosa di comune si<br />

associano nella memoria, e si formano così dei gruppi nel cui<br />

ambito regnano rapporti assai diversi”. (CLG, 149-150)


2. Processo e sistema<br />

processo<br />

sistema


2. Processo e sistema<br />

Quello che è immediatamente osservabile è il<br />

processo, che nel caso del linguaggio verbale<br />

<strong>Hjelmslev</strong> chiama testo. Sarà questo l’oggetto<br />

che lo studioso di linguistica e di semiotica dovrà<br />

analizzare:<br />

“Il fatto linguistico immediato non è la lingua, ma<br />

il testo, e [...] è solo attraverso l’analisi del testo<br />

che possiamo imparare a conoscere la lingua”.


Il processo ha natura lineare, ha una progressione<br />

spazio-temporale.<br />

Ciò che conta non è la direzione, ma l’ordine posizionale<br />

(cfr. Semaforo).<br />

Esempio del telefono:<br />

19-39-11-9628730<br />

19 = Chiamata internazionale<br />

39 = Italia<br />

11 = Distretto di Torino<br />

962 = Centrale telefonica (al di fuori della rete urbana di Torino)<br />

8730 = Utente


3. Commutazione<br />

Il contenuto e l’espressione sono legati tra<br />

loro attraverso la commutazione; il segno<br />

può essere trasformato in un altro segno,<br />

se ad ogni elemento del piano del<br />

significante corrisponde un cambiamento<br />

corrispettivo sul piano dell’espressione e<br />

viceversa (i segni sono commutabili )


Ogni elemento di un segno può essere<br />

ulteriormente scomposto in elementi più piccoli<br />

(menta si può scomporre nelle due sillabe men e<br />

ta , oppure nei fonemi m e n t a) ma ognuno di<br />

essi non è più portatore di significato. H. chiama<br />

questi elementi minimi componenti di segno o<br />

anche figure. Se sostituiamo una componente di<br />

un segno con un altra (ad es. m con l), avremo<br />

un cambiamento anche sul piano del contenuto,<br />

otteniamo cioè un segno diverso.<br />

L (enta): M (enta) = “lenta” : “menta”


Commutazione<br />

Una correlazione su di un piano che corrisponde ad una<br />

correlazione sull’altro<br />

X : Y = Z : W<br />

P (ani): M (ani) = “pani” : “mani”


Sostituzione<br />

Vi sono poi elementi non commutabili, alla cui variazione<br />

sul piano del significante non corrisponde una variazione<br />

sul piano del significato.<br />

Esempio: Casa e Hasa. H. le chiama varianti.<br />

Ovviamente si possono fare esempi analoghi anche<br />

partendo dal piano del contenuto (si pensi all’esempio<br />

dei bovini domestici).


Il sistema dei bovini<br />

/maschile -<br />

non maschile/<br />

/adultonon<br />

adulto/<br />

“toro” + + +<br />

”bue” + + -<br />

“vitello” + - 0<br />

“manzo” + - -<br />

“mucca” - + +<br />

“giovenca” - - +<br />

/atto alla procreazione -<br />

non atto alla p./


“fratello<br />

primogenito”<br />

“fratello<br />

minore”<br />

“sorella<br />

primogenita”<br />

CINESE UNGHERESE FRANCESE MALESE<br />

xiong baty<br />

di öccs<br />

zi növér<br />

frère<br />

sudara


4. Non conformità tra piani<br />

Abbiamo detto che si possono dividere sia l’espressione<br />

che il contenuto in componenti di segno, le figure, che<br />

intrattengono tra loro delle particolari relazioni. Esse però<br />

nei linguaggi veri e propri (i linguaggi passe-partout)<br />

sono non conformi; vale a dire che espressione e<br />

contenuto sono segmentate diversamente. Esempi:<br />

“toro”, “sono”.<br />

Invece nel caso di una suoneria semplice che batte solo<br />

le ore, vi è una conformità tra il piano dell’espressione e<br />

quello del contenuto.


Nei linguaggi passe-partout l' organizzazione del piano<br />

dell’espressione è diversa da quella del piano del<br />

contenuto. Vi è insomma una forma specifica per il piano<br />

dell’espressione e una forma specifica per il piano del<br />

contenuto. Si parlerà di sistemi semiotici (biplanari);<br />

essi sono caratterizzati da:<br />

non conformità tra i piani<br />

commutabilità tra gli elementi.<br />

Nei linguaggi ristretti una stessa forma organizza<br />

entrambi i piani. Si parlerà di sistemi simbolici<br />

(monoplanari). Essi presentano:<br />

conformità tra i piani<br />

non commutabilità tra gli elementi.


Più recentemente sono stati introdotti<br />

anche i sistemi semi-simbolici, che<br />

presentano conformità tra i piani e<br />

commutabilità tra gli elementi.<br />

Si tratta di sistemi semiotici (codici) che<br />

associano categorie binarie<br />

dell’espressione con categorie binarie del<br />

contenuto.


Sistema semi-simbolico<br />

Esempio: i movimenti del capo<br />

Espressione verticalità vs orizzontalità<br />

Contenuto affermazione (Sì) vs negazione (No)


5. Combinazione e reggenza<br />

Esistono relazioni ben definite tra le unità linguistiche.<br />

Tali relazioni possono essere di reggenza (o rezione) o<br />

di combinazione:<br />

• Si ha reggenza quando un’unità ne implica un’altra<br />

Esempio: la q in italiano, che è sempre seguita dalla u,<br />

oppure certe preposizioni latine che si associano sempre a<br />

un determinato caso<br />

• si ha combinazione quando due unità si combinano<br />

liberamente, senza che tra esse vi sia una reggenza.<br />

Nel caso del semaforo vi sono solo reggenze (la<br />

successione dei colori è fissa).


5. Relazione tra le parti del sistema<br />

INTERDIPENDENZA<br />

genere + numero<br />

DETERMINAZIONE<br />

sine + ablativo; /q/ + /u/<br />

COSTELLAZIONE<br />

ab + ablativo / nome / verbo


Denotazione e connotazione<br />

• E ( R ) C = DENOTAZIONE<br />

Es. /cane/ “mammifero domestico dei carnivori, onnivoro, con odorato<br />

eccellente, ecc.”<br />

/ulivo/ “pianta delle oleacee, che produce bacche nere in autunno”<br />

• (E R C) R C = CONNOTAZIONE<br />

Es. /cane/ “fedeltà”<br />

/ulivo/ “pace”


Metalinguaggio<br />

• E R (E R C)<br />

Es. /obliterare/ /timbrare il biglietto<br />

sull’autobus/


Cherbourg 1915 -<br />

Parigi 1980<br />

Roland Barthes


Roland Barthes<br />

Retorica dell’immagine<br />

Pubblicità della<br />

“Pasta Panzani”


Sintassi: relazioni formali tra segni<br />

Semantica: significato dei segni<br />

Pragmatica: relazione dei segni con i comunicanti


Modelli di semantica<br />

• Semantica referenziale o vero-finzionale<br />

Significato come relazione tra linguaggio e mondo<br />

• Semantica strutturale<br />

Significato come relazione interna al linguaggio<br />

• Semantica psicologico-cognitivista<br />

Significato come prototipo


Triangolo di Frege


Semantica strutturale: <strong>Hjelmslev</strong><br />

ovino suino bovino equino ape umano<br />

Maschio montone porco toro stallone fuco uomo<br />

Femmina pecora scrofa vacca giumenta pecchia donna


Limiti della semantica<br />

strutturale<br />

• Una semantica strutturale come quella<br />

proposta ha due limiti evidenti:<br />

– C’è il problema di individuare eventuali primitivi<br />

semiotici, categorie che non debbano a loro volta<br />

essere definite, ad esempio, da altri termini<br />

dizionariali, in un gioco potenzialmente infinito di<br />

rimandi<br />

– Se sul piano dell’espressione i tratti distintivi<br />

sono in numero finito, per quanto relativamente<br />

ampio, non altrettanto si può dire del piano del<br />

contenuto; infatti i semi sono potenzialmente<br />

infiniti, o almeno sono in numero tale da essere<br />

pura utopia pensare a un loro inventario.


Analisi semantica di Pottier


Analisi semantica per<br />

Condizioni necessarie e sufficienti


Test di Labov


Dizionario ed enciclopedia<br />

• Le conoscenze dizionariali sono quelle relative alla<br />

struttura della lingua.<br />

• Sono relativamente stabili<br />

• Sono caratterizzate da un numero elevato di aspetti,<br />

ma sostanzialmente delimitabili.<br />

• Le conoscenze enciclopediche sono relative al mondo<br />

extralinguistico.<br />

• Sono meno stabili e più fluide<br />

• Sono caratterizzate da un numero illimitato di aspetti


Enciclopedia<br />

Con tale espressione, Eco riassume l’insieme delle<br />

competenze di un possibile soggetto della semiosi,<br />

in base alle quali è possibile l’interpretazione; esso<br />

è più vasto del concetto di codice, dal momento<br />

che sembra includere tutte le competenze<br />

possedute dal soggetto (non solo quindi i saperi<br />

codificati, ma anche le competenze estensionali,<br />

ovvero le informazioni sul mondo di riferimento).


Enciclopedia<br />

Rispetto all’interpretazione di un semema (unità minima di<br />

contenuto semantico) la conoscenza enciclopedica deve<br />

anche includere delle selezioni contestuali (relative al<br />

contesto linguistico) e circostanziali (riguardanti le<br />

circostanze dell’enunciazione)<br />

Ad esempio, la definizione del termine “cane” implicherà<br />

non soltanto l’insieme delle proprietà ad esso attribuibili<br />

(animale, peloso, mammifero, a quattro zampe ecc.) e<br />

registrate da un dizionario, ma anche la conoscenza di<br />

determinate circostanze evenenziali e particolari contesti<br />

linguistici nei quali è possibile incontrare quel termine (ad<br />

esempio il fatto che un cane si può incontrare in strada, se<br />

è randagio, in salotto, se domestico, in un bosco, se da<br />

caccia ecc.).


La semantica di impostazione<br />

psicologico-cognitivista<br />

Varie insoddisfazioni rispetto sia alla semantica<br />

referenziale che a quella strutturalcomponenziale<br />

• Ristabilire il rapporto tra semantica e<br />

comprensione<br />

• Considerare la semantica come non autonoma<br />

rispetto ai processi di conoscenza<br />

• Definire il rapporto tra significati e struttura<br />

concettuale


La teoria standard del prototipo<br />

(Eleanor Rosch, 1978)<br />

Si propone di descrivere i processi di categorizzazione che<br />

avvengono attraverso l’uso della lingua, ovvero la<br />

segmentazione del flusso dell’esperienza in classi di entità<br />

che abbiano caratteristiche comuni.<br />

La categoria è una classe naturale di oggetti<br />

Il Prototipo è il miglior rappresentante e il caso più chiaro di<br />

appartenenza alla categoria: es. passero (o rondine o<br />

aquila), per la categoria uccello (più rappresentativi di pollo<br />

o pinguino o struzzo).<br />

Modello oggettivista


Due dimensioni nella teoria del prototipo<br />

Dimensione verticale (o intercategoriale):<br />

livello sovradeterminato mobilio<br />

livello di base sedia<br />

livello sottodeterminato sedia a dondolo<br />

Dimensione orizzontale:<br />

I<br />

I<br />

Organizzazione di ogni categoria al proprio interno e<br />

relazioni che si stabiliscono tra i propri termini, sia in ordine<br />

di appartenenza, sia in ordine di rappresentanza.


5 criteri per elaborare la categoria<br />

• La categoria procede in modo globale e non<br />

analitico<br />

• I prototipi di una categoria funzionano come centri<br />

focali<br />

• L’appartenenza ad una categoria è di natura<br />

graduale e avviene per somiglianza con il prototipo<br />

• I confini tra le categorie non sono netti, ma sfumati<br />

• Gli appartenenti ad una categoria non hanno tutti<br />

le stesse proprietà riscontrabili nella categoria, ma<br />

presentano somiglianze dei famiglia


Limiti della teoria standard del Prototipo<br />

Vengono confusi i due criteri di Rappresentatività e di<br />

Appartenenza<br />

La Rappresentatività consiste nel possesso del maggior numero<br />

delle “proprietà tipiche” della categoria (nell’esempio seguente, il<br />

passero le ha tutte). La Rappresentatività è graduale.<br />

L’Appartenenza si fonda sul possesso delle “proprietà essenziali”,<br />

cioè le proprietà comuni a tutti i membri della categoria<br />

(nell’esempio seguente tali proprietà sono: “oviparo” e “avere un<br />

becco”). Se non ci sono queste proprietà congiunte, un certo<br />

oggetto risulta escluso dalla categoria. L’Appartenenza è binaria.


Il modello di Geeraerts (1989)


Teoria estesa del Prototipo<br />

• Il Prototipo non rappresenta più la struttura della<br />

categoria e viene definitivamente abbandonata<br />

l’idea che l’appartenenza ad una categoria avvenga<br />

sulla base del grado di somiglianza con il prototipo.<br />

• proprietà essenziali vs proprietà salienti<br />

• Il Prototipo non è un oggetto o una classe di<br />

oggetti, ma un costrutto mentale, fatto di<br />

proprietà salienti

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!