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327 una tassonomia delle diagnosi di personalità ... - Jared DeFife

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Nel ultimi anni, Westen e Shedler hanno avviato un processo <strong>di</strong> perfezionamento<br />

della SWAP-200: hanno mo<strong>di</strong>ficato o sostituito 21 item poco chiari o non adeguatamente<br />

<strong>di</strong>scriminanti e, basandosi sulle descrizioni SWAP <strong>di</strong> pazienti reali fornite da<br />

un pool casuale <strong>di</strong> 1.201 clinici statunitensi, hanno elaborato <strong>una</strong> <strong>tassonomia</strong> della<br />

<strong>personalità</strong> ancora più precisa e articolata, quella della SWAP-II presentata nell’articolo<br />

qui pubblicato. In un e<strong>di</strong>toriale nel numero dell’American Journal of Psychiatry<br />

in cui esce questo articolo, Bob Michels (2012), con l’acume che lo contrad<strong>di</strong>stingue,<br />

pur sottolineando l’esemplarità <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o nel campo della <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong><br />

<strong>personalità</strong>, suggerisce che “nomenclatura” sarebbe stato un termine più appropriato<br />

del linneiano “<strong>tassonomia</strong>”.<br />

In questo articolo, Westen, Shedler, Bradley e <strong>DeFife</strong> segnalano come punto <strong>di</strong><br />

forza l’aver considerato, per ovviare a uno dei limiti dei fattori Q della SWAP-200<br />

(cioè il fatto <strong>di</strong> basarsi su descrizioni <strong>di</strong> pazienti che potevano essere <strong>di</strong>agnosticati con<br />

i criteri dell’Asse II del DSM-IV), anche pazienti che non sod<strong>di</strong>sfano i criteri <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

<strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> Asse II. In questo modo, la nosologia della SWAP-II presentata in questo<br />

lavoro può essere applicata anche a pazienti con problematiche <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> solitamente<br />

considerate “subcliniche” o “non altrimenti specificate”.<br />

Un altro elemento <strong>di</strong> novità della SWAP-II è nella procedura <strong>di</strong> identificazione<br />

empirica dei pattern <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>: in primo luogo, infatti, sono state clusterizzate le<br />

descrizioni SWAP dei pazienti con un <strong>di</strong>sturbo sufficientemente grave da poter<br />

ricevere <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> del DSM-IV, e solo in un secondo momento sono state clusterizzate<br />

quelle dei pazienti con con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> meno gravi. La prima<br />

procedura ha identificato tre gran<strong>di</strong> spettri <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>: internalizzante, esternalizzante,<br />

borderline. Una Q-analysis <strong>di</strong> secondo or<strong>di</strong>ne ha messo in evidenza che il<br />

primo spettro, quello internalizzante, comprende i <strong>di</strong>sturbi depressivo, ansiosoevitante,<br />

<strong>di</strong>pendente vittimizzato e schizoide-schizotipico. Il secondo spettro, quello<br />

esternalizzante, comprende invece gli stili <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> antisociale-psicopatico,<br />

paranoide e narcisistico, mentre nello spettro borderline troviamo i pazienti con<br />

<strong>personalità</strong> emotivamente <strong>di</strong>sregolate o istrioniche.<br />

La Q-analysis dei pazienti che non presentavano <strong>una</strong> patologia sufficientemente<br />

grave da ricevere <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> DSM ha infine identificato due “stili nevrotici”:<br />

isterico e ossessivo, che solo se molto pronunciati implicano problemi significativi<br />

per l’adattamento dell’in<strong>di</strong>viduo. I primi dati sulla test-retest reliability, la vali<strong>di</strong>tà<br />

concorrente e <strong>di</strong>scriminante e i tassi <strong>di</strong> comorbilità tra questi stili/<strong>di</strong>sturbi sono<br />

decisamente buoni (ve<strong>di</strong> anche Blagov et al., 2012).<br />

Un ultimo elemento <strong>di</strong> novità della SWAP-II è un viraggio piuttosto deciso verso<br />

l’adozione della procedura <strong>di</strong> valutazione prototype matching, che richiede al clinico<br />

<strong>di</strong> valutare in modo globale, su <strong>una</strong> scala da 1 a 5, il grado <strong>di</strong> sovrapposizione tra<br />

come si presenta il proprio paziente e i prototipi dei vari <strong>di</strong>sturbi. Questa scelta, che<br />

peraltro presenta elementi compatibili con uno degli approcci del DSM-5, sembra<br />

sufficientemente solida dal punto <strong>di</strong> vista metodologico e potrebbe rivelarsi più vicina<br />

alle esigenze del clinico che non a quelle del ricercatore (Westen, Shedler & Bradley,<br />

2006). In un articolo con Spitzer et al. (2008) mettono a confronto vari sistemi<br />

<strong>di</strong>agnostici e giungono alla conclusione che i sistemi prototype matching catturano in<br />

modo più fedele le sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> che ve<strong>di</strong>amo nella pratica clinica, e<br />

consentono descrizioni più ricche dei costrutti <strong>di</strong>agnostici senza costringere il clinico<br />

a un eccessivo <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tempo.<br />

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