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327 una tassonomia delle diagnosi di personalità ... - Jared DeFife

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UNA TASSONOMIA DELLE DIAGNOSI DI PERSONALITÀ<br />

DERIVATA EMPIRICAMENTE:<br />

COLMARE IL DIVARIO TRA SCIENZA E CLINICA<br />

NELLA CONCETTUALIZZAZIONE DELLA PERSONALITÀ *<br />

Drew Westen ** , Jonathan Shedler *** , Bekh Bradley **** , <strong>Jared</strong> A. <strong>DeFife</strong> **<br />

NOTA INTRODUTTIVA <strong>di</strong> Vittorio Lingiar<strong>di</strong> ***** e Francesco Gazzillo *****<br />

L’articolo che qui presentiamo – il cui contenuto è stato anticipato da Paolo Migone<br />

in un’esauriente segnalazione a pp. 150-151 della rubrica “Riviste” del n. 1/2012<br />

<strong>di</strong> Psicoterapia e Scienze Umane – presenta i dati del primo stu<strong>di</strong>o condotto con e<br />

sulla Shedler-Westen Assessment Procedure II (SWAP-II). Si tratta <strong>di</strong> un’evoluzione<br />

della Shedler-Westen Assessment Procedure 200 (SWAP-200), il metodo <strong>di</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong><br />

della <strong>personalità</strong> pubblicata per la prima volta da Shedler e Westen negli Stati Uniti<br />

nel 1999 (Westen & Shedler, 1999a, 1999b) e in Italia nel 2003 (Westen, Shedler &<br />

Lingiar<strong>di</strong>, 2003). Per comprendere la portata <strong>delle</strong> innovazioni della SWAP-II può<br />

essere quin<strong>di</strong> utile ricordare le caratteristiche principali della SWAP-200.<br />

Procedura <strong>di</strong> valutazione della <strong>personalità</strong> clinician-report, la SWAP è composta<br />

da 200 affermazioni che descrivono caratteristiche della <strong>personalità</strong> normale e<br />

patologica senza ricorrere a termini gergali e richiedendo minimi processi <strong>di</strong> inferenza.<br />

Gli item della SWAP-200, elaborati e rifiniti nel corso <strong>di</strong> sette anni <strong>di</strong> lavoro,<br />

derivano dalla letteratura clinica ed empirica, psicologica e psichiatrica, su <strong>personalità</strong>,<br />

meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa e <strong>di</strong> coping, strategie <strong>di</strong> regolazione affettiva, stili cognitivi e<br />

specifici sintomi psicopatologici. Il clinico deve valutare, su <strong>una</strong> scala da 0 a 7, in che<br />

* E<strong>di</strong>zione originale: An empirically derived taxonomy for personality <strong><strong>di</strong>agnosi</strong>s: Bridging<br />

science and practice in conceptualizing personality. American Journal of Psychiatry, 2012, 169,<br />

3: 273-284. Reprinted with permission from The American Journal of Psychiatry (Copyright ©<br />

2012). Traduzione <strong>di</strong> Danila Moro.<br />

** Departments of Psychology, Psychiatry and Behavioral Science, 489 Psychology Buil<strong>di</strong>ng,<br />

36 Eagle Row, Emory University, Atlanta, GA 30322, USA, tel. 404-727-7407, fax 404-<br />

727-0372, E-Mail e .<br />

*** Department of Psychiatry, University of Colorado School of Me<strong>di</strong>cine, Mail Stop A011-<br />

04, 13001 East 17 th Place, Aurora, CO 80045, USA, E-Mail .<br />

**** Atlanta VA Me<strong>di</strong>cal Center, 1670 Clairmont Road, Decatur, GA 30033, USA, tel. 404-<br />

321-6111 ext. 7935, E-Mail .<br />

***** Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Psicologia, Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Psicologia Clinica,<br />

Sapienza Università <strong>di</strong> Roma, Via dei Marsi 78, 00185 Roma, E-Mail e .<br />

Psicoterapia e Scienze Umane, 2012, XLVI, 2: <strong>327</strong>-358<br />

http://www.psicoterapiaescienzeumane.it<br />

<strong>327</strong>


misura ogni item della SWAP sia descrittivo del paziente che vuole <strong>di</strong>agnosticare: il<br />

punteggio 0 va attribuito alle affermazioni per nulla descrittive, e il punteggio 7 agli<br />

item massimamente descrittivi (secondo il criterio <strong>di</strong> selezione gerarchica proprio<br />

della metodologia Q-sort). Nella propria valutazione, il clinico deve inoltre rispettare<br />

<strong>una</strong> <strong>di</strong>stribuzione fissa attribuendo ogni punteggio a un numero predeterminato <strong>di</strong><br />

item, così da ovviare a possibili bias <strong>di</strong> valutazione che per esempio potrebbero<br />

portare clinici <strong>di</strong>versi ad assegnare punteggi sempre interme<strong>di</strong> oppure sempre estremi<br />

(andando da 0 a 7, ecco la <strong>di</strong>stribuzione fissa: 100, 22, 18, 16, 14, 12, 10, 8).<br />

Il programma computerizzato della SWAP calcola quin<strong>di</strong> la correlazione tra il<br />

profilo SWAP del paziente valutato e due tipologie <strong>di</strong> prototipi/stili <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>: i<br />

“fattori PD” e i “fattori Q”. I fattori PD sono un<strong>di</strong>ci descrizioni <strong>di</strong> pazienti prototipici<br />

ideali che presentano i <strong>di</strong>eci <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> dell’Asse II del DSM-IV, più un<br />

profilo <strong>di</strong> paziente ideale “sano”, <strong>di</strong> alto funzionamento. Questi prototipi sono stati<br />

elaborati aggregando le descrizioni SWAP-200 <strong>di</strong> pazienti ideali con i vari <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong><br />

Asse II. I fattori Q sono invece do<strong>di</strong>ci profili degli stili <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> “presenti in<br />

natura”: il pool <strong>di</strong> clinici che ha contribuito a validare la SWAP si è servito <strong>di</strong> questa<br />

per descrivere un proprio paziente in terapia per pattern <strong>di</strong>sfunzionali <strong>di</strong> cognizione,<br />

emozione, motivazione e comportamento che aveva già ricevuto <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> in Asse<br />

II del DSM. Sull’intero data-base <strong>delle</strong> descrizioni SWAP raccolte, gli autori hanno<br />

applicato <strong>una</strong> procedura <strong>di</strong> aggregazione dei dati, la Q-factor analysis, che permette <strong>di</strong><br />

raggruppare soggetti simili tra loro, cioè pazienti che hanno ricevuto punteggi <strong>di</strong><br />

valutazione simili agli stessi item. Sono stati così estratti 7 stili <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>:<br />

<strong>di</strong>sforico, schizoide, paranoide, antisociale-psicopatico, narcisistico, istrionico e<br />

ossessivo. Dato però che lo stile <strong>di</strong>sforico descriveva il 20% del campione, è stato<br />

ulteriormente scomposto con <strong>una</strong> Q-analysis <strong>di</strong> secondo or<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong>viso in 5 sottofattori<br />

“<strong>di</strong>sforici”: emotivamente <strong>di</strong>sregolato, <strong>di</strong>pendente masochistico, evitante, ostile<br />

con esterioriorizzazione dell’aggressività, e depressivo <strong>di</strong> alto funzionamento. In<br />

totale 11 fattori Q.<br />

Come il lettore avrà notato, la nosografia dei fattori Q della SWAP presenta alcune<br />

<strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> rilievo rispetto a quella dell’Asse II del DSM-IV:<br />

1) non isola un fattore schizotipico; molti soggetti <strong>di</strong>agnosticati come schizotipici<br />

ricadrebbero infatti nel fattore schizoide, con gli elementi <strong>di</strong> bizzarria dell’eloquio e<br />

del comportamento riconducibili a un <strong>di</strong>sturbo subclinico del pensiero;<br />

2) non presenta alcun fattore borderline; i soggetti <strong>di</strong>agnosticati come borderline al<br />

DSM-IV ricadono nel fattore istrionico, in quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>sregolazione emotiva e in<br />

quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza masochistica;<br />

3) il fattore Q <strong>di</strong> stile ossessivo della <strong>personalità</strong> sembra decisamente meno compromesso<br />

dell’analogo <strong>di</strong>sturbo descritto dal DSM-IV;<br />

4) sono presenti stili <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> (per esempio, con esteriorizzazione dell’ostilità o<br />

con depressività ad alto funzionamento) non presenti nel DSM-IV.<br />

La correlazione tra la valutazione SWAP del clinico e ciascuno <strong>di</strong> questi stili viene<br />

poi standar<strong>di</strong>zzata in punti T (me<strong>di</strong>a=50 e deviazione standard=10): laddove si<br />

evidenzi <strong>una</strong> correlazione uguale o superiore a T=60 si può fare <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> categoriale<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo della <strong>personalità</strong>, sempre che la correlazione con il fattore <strong>di</strong> alto funzionamento<br />

non sia anch’essa superiore a 60 (cosa che accade raramente e solo per i<br />

<strong>di</strong>sturbi depressivo, narcisistico e ossessivo). Quando la correlazione o somiglianza<br />

328


tra la SWAP del proprio paziente e uno o più prototipi è superiore a T=55, ma<br />

inferiore a 60, allora si può inferire la presenza <strong>di</strong> tratti <strong>di</strong> rilievo clinico dello stile in<br />

questione.<br />

Un’ulteriore ricerca condotta con la SWAP, messa anche a confronto con i Big<br />

Five (Costa & McCrae, 1988), ha permesso <strong>di</strong> identificare 12 gran<strong>di</strong> tratti <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

che permettono <strong>di</strong> elaborare <strong>una</strong> descrizione del funzionamento psichico ancora<br />

più articolata (Shedler & Westen, 2004): salute psicologica, psicopatia, ostilità,<br />

narcisismo, <strong>di</strong>sregolazione emotiva, <strong>di</strong>sforia, orientamento schizoide, ossessività,<br />

<strong>di</strong>sturbi del pensiero (schizotipia), conflitti e<strong>di</strong>pici, <strong>di</strong>ssociazione, conflitti sessuali.<br />

A <strong>di</strong>fferenza del DSM-IV, quin<strong>di</strong>, la SWAP non si basa solo sulla valutazione<br />

<strong>delle</strong> caratteristiche autoriferite dai pazienti o <strong>di</strong>rettamente osservabili, ma cerca <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sciplinare le capacità <strong>di</strong> osservazione e inferenza dei clinici per mezzo <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

procedura rigorosa; permette <strong>di</strong> elaborare <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> sia categoriali sia <strong>di</strong>mensionali<br />

(anche se nessun punteggio supera la soglia <strong>di</strong> 60, infatti, la SWAP offre un profilo<br />

della <strong>personalità</strong> del paziente); permette <strong>di</strong> valutare sia gli elementi problematici sia le<br />

risorse della <strong>personalità</strong> (il livello <strong>di</strong> “buon funzionamento”). Infine, permette <strong>di</strong><br />

ottenere <strong>una</strong> formulazione del caso al tempo stesso standar<strong>di</strong>zzata e patient-tailored<br />

(cucita su misura sul paziente). Formulazione che il clinico costruisce “cucendo” i 30<br />

item più descrittivi del paziente valutato (quelli a cui ha attribuito punteggi <strong>di</strong> livello<br />

7, 6 e 5) e arricchendoli con informazioni anamnestiche.<br />

Per un impiego esclusivamente clinico della SWAP, è possibile fare riferimento<br />

alle descrizioni Q dei <strong>di</strong>versi stili <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> e valutare, su <strong>una</strong> scala da 1 a 5, in<br />

che misura la presentazione <strong>di</strong> un paziente si approssima ai vari prototipi, laddove 1<br />

implica “ness<strong>una</strong> somiglianza” e 5 che il paziente è un “caso prototipico” del <strong>di</strong>sturbo<br />

<strong>di</strong> <strong>personalità</strong> in questione (Westen & Shedler, 2000).<br />

Clinici e ricercatori possono fare riferimento a un’intervista sistematica ad hoc,<br />

che segue le linee <strong>di</strong> un normale colloquio <strong>di</strong> valutazione o <strong>di</strong> <strong>una</strong> presa in carico<br />

clinica: l’Intervista Clinico-Diagnostica, pensata per favorire l’elaborazione <strong>di</strong><br />

valutazioni SWAP affidabili (Westen & Weinberger, 2005).<br />

Numerose ricerche hanno <strong>di</strong>mostrato l’atten<strong>di</strong>bilità e la vali<strong>di</strong>tà della SWAP (per<br />

<strong>una</strong> rassegna, ve<strong>di</strong> Shedler & Westen, 2006) <strong>di</strong> cui è stata elaborata e validata anche<br />

<strong>una</strong> versione per adolescenti, la Shedler-Westen Assessment Procedure 200 for<br />

Adolescents (SWAP-200-A; Westen et al., 2003). La SWAP è stata utilizzata in<br />

ambito psicopatologico per identificare i sottotipi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> associati a varie<br />

sindromi <strong>di</strong> Asse I, dai <strong>di</strong>sturbi del comportamento alimentare al <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> panico<br />

(Thompson-Brenner et al., 2008; Powers & Westen, 2010), e per identificare i<br />

correlati anamnestici e prognostici connessi alla presenza <strong>di</strong> questi sottotipi. Altre<br />

ricerche condotte con la SWAP hanno permesso <strong>di</strong> elaborare <strong>una</strong> sottotipizzazione più<br />

precisa <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> complessi come quello istrionico e narcisistico<br />

(Blagov & Westen, 2008; Russ et al., 2008). La SWAP è stata infine adottata nel<br />

vasto campo della ricerca in psicoterapia come strumento utile per valutare gli esiti<br />

<strong>delle</strong> terapie <strong>di</strong>namiche (Lingiar<strong>di</strong>, Shedler & Gazzillo, 2006; Cogan & Porcerelli,<br />

2005; Lingiar<strong>di</strong>, Gazzillo & Waldron, 2010; Gazzillo et al., 2012). Non può essere<br />

infine <strong>di</strong>menticata l’utilità della SWAP nella formazione, <strong>di</strong>scussione e supervisione<br />

in ambito clinico.<br />

329


Nel ultimi anni, Westen e Shedler hanno avviato un processo <strong>di</strong> perfezionamento<br />

della SWAP-200: hanno mo<strong>di</strong>ficato o sostituito 21 item poco chiari o non adeguatamente<br />

<strong>di</strong>scriminanti e, basandosi sulle descrizioni SWAP <strong>di</strong> pazienti reali fornite da<br />

un pool casuale <strong>di</strong> 1.201 clinici statunitensi, hanno elaborato <strong>una</strong> <strong>tassonomia</strong> della<br />

<strong>personalità</strong> ancora più precisa e articolata, quella della SWAP-II presentata nell’articolo<br />

qui pubblicato. In un e<strong>di</strong>toriale nel numero dell’American Journal of Psychiatry<br />

in cui esce questo articolo, Bob Michels (2012), con l’acume che lo contrad<strong>di</strong>stingue,<br />

pur sottolineando l’esemplarità <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o nel campo della <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong><br />

<strong>personalità</strong>, suggerisce che “nomenclatura” sarebbe stato un termine più appropriato<br />

del linneiano “<strong>tassonomia</strong>”.<br />

In questo articolo, Westen, Shedler, Bradley e <strong>DeFife</strong> segnalano come punto <strong>di</strong><br />

forza l’aver considerato, per ovviare a uno dei limiti dei fattori Q della SWAP-200<br />

(cioè il fatto <strong>di</strong> basarsi su descrizioni <strong>di</strong> pazienti che potevano essere <strong>di</strong>agnosticati con<br />

i criteri dell’Asse II del DSM-IV), anche pazienti che non sod<strong>di</strong>sfano i criteri <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

<strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> Asse II. In questo modo, la nosologia della SWAP-II presentata in questo<br />

lavoro può essere applicata anche a pazienti con problematiche <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> solitamente<br />

considerate “subcliniche” o “non altrimenti specificate”.<br />

Un altro elemento <strong>di</strong> novità della SWAP-II è nella procedura <strong>di</strong> identificazione<br />

empirica dei pattern <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>: in primo luogo, infatti, sono state clusterizzate le<br />

descrizioni SWAP dei pazienti con un <strong>di</strong>sturbo sufficientemente grave da poter<br />

ricevere <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> del DSM-IV, e solo in un secondo momento sono state clusterizzate<br />

quelle dei pazienti con con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> meno gravi. La prima<br />

procedura ha identificato tre gran<strong>di</strong> spettri <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>: internalizzante, esternalizzante,<br />

borderline. Una Q-analysis <strong>di</strong> secondo or<strong>di</strong>ne ha messo in evidenza che il<br />

primo spettro, quello internalizzante, comprende i <strong>di</strong>sturbi depressivo, ansiosoevitante,<br />

<strong>di</strong>pendente vittimizzato e schizoide-schizotipico. Il secondo spettro, quello<br />

esternalizzante, comprende invece gli stili <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> antisociale-psicopatico,<br />

paranoide e narcisistico, mentre nello spettro borderline troviamo i pazienti con<br />

<strong>personalità</strong> emotivamente <strong>di</strong>sregolate o istrioniche.<br />

La Q-analysis dei pazienti che non presentavano <strong>una</strong> patologia sufficientemente<br />

grave da ricevere <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> DSM ha infine identificato due “stili nevrotici”:<br />

isterico e ossessivo, che solo se molto pronunciati implicano problemi significativi<br />

per l’adattamento dell’in<strong>di</strong>viduo. I primi dati sulla test-retest reliability, la vali<strong>di</strong>tà<br />

concorrente e <strong>di</strong>scriminante e i tassi <strong>di</strong> comorbilità tra questi stili/<strong>di</strong>sturbi sono<br />

decisamente buoni (ve<strong>di</strong> anche Blagov et al., 2012).<br />

Un ultimo elemento <strong>di</strong> novità della SWAP-II è un viraggio piuttosto deciso verso<br />

l’adozione della procedura <strong>di</strong> valutazione prototype matching, che richiede al clinico<br />

<strong>di</strong> valutare in modo globale, su <strong>una</strong> scala da 1 a 5, il grado <strong>di</strong> sovrapposizione tra<br />

come si presenta il proprio paziente e i prototipi dei vari <strong>di</strong>sturbi. Questa scelta, che<br />

peraltro presenta elementi compatibili con uno degli approcci del DSM-5, sembra<br />

sufficientemente solida dal punto <strong>di</strong> vista metodologico e potrebbe rivelarsi più vicina<br />

alle esigenze del clinico che non a quelle del ricercatore (Westen, Shedler & Bradley,<br />

2006). In un articolo con Spitzer et al. (2008) mettono a confronto vari sistemi<br />

<strong>di</strong>agnostici e giungono alla conclusione che i sistemi prototype matching catturano in<br />

modo più fedele le sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> che ve<strong>di</strong>amo nella pratica clinica, e<br />

consentono descrizioni più ricche dei costrutti <strong>di</strong>agnostici senza costringere il clinico<br />

a un eccessivo <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tempo.<br />

330


In sintesi, la SWAP-II si presenta come uno strumento <strong>di</strong> valutazione e <strong><strong>di</strong>agnosi</strong><br />

della <strong>personalità</strong> pensato per la clinica ma con solide basi empiriche; assicura la<br />

possibilità <strong>di</strong> elaborare <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> categoriali senza sacrificare la <strong>di</strong>mensionalità della<br />

valutazione; propone <strong>una</strong> nosografia degli stili/<strong>di</strong>sturbi della <strong>personalità</strong> empiricamente<br />

derivata a partire da un ampio campione <strong>di</strong> pazienti reali e si propone come<br />

raccordo <strong>di</strong> elezione tra le conoscenze accademiche e l’esperienza <strong>di</strong> clinici esperti,<br />

cioè tra etichetta <strong>di</strong>agnostica (label) e formulazione del caso (Dazzi, Lingiar<strong>di</strong> &<br />

Colli, 2006; Dazzi, Lingiar<strong>di</strong> & Gazzillo, 2009). Le sue origini nel pensiero psico<strong>di</strong>namico<br />

non ne impe<strong>di</strong>scono un impiego proficuo anche da parte <strong>di</strong> professionisti <strong>di</strong><br />

orientamento teorico <strong>di</strong>verso, e il suo formato clinician-report, che valorizza le<br />

competenze cliniche, si associa a <strong>una</strong> metodologia sufficientemente solida in grado <strong>di</strong><br />

prevenire i rischi <strong>di</strong> soggettività i<strong>di</strong>osincratiche nella valutazione.<br />

Come la SWAP-200 ha influenzato in modo deciso la nosografia dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong><br />

<strong>personalità</strong> dell’Asse P e PCA del Manuale Diagnostico Psico<strong>di</strong>namico (PDM Task<br />

Force, 2006; per <strong>una</strong> presentazione, ve<strong>di</strong> Migone, 2006), rispettivamente de<strong>di</strong>cati alla<br />

<strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> <strong>di</strong> adulti e <strong>di</strong> adolescenti e bambini, così la SWAP-II sarà uno<br />

degli assi portanti della <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> del PDM-2, un nuovo progetto in<br />

via <strong>di</strong> definizione coor<strong>di</strong>nato da Vittorio Lingiar<strong>di</strong> e Nancy McWilliams.<br />

Un software che permetta <strong>di</strong> utilizzare la SWAP-II per scopi <strong>di</strong> ricerca non è al<br />

momento ancora <strong>di</strong>sponibile, e per questo l’unica possibilità <strong>di</strong> applicazione dello<br />

strumento è il matching prototype clinico. In attesa <strong>di</strong> mettere a punto un software e<br />

un sito Internet che consentano l’applicazione della SWAP-II, è in cantiere, a cura <strong>di</strong><br />

Jonathan Shedler, Drew Westen, Vittorio Lingiar<strong>di</strong> e Francesco Gazzillo, <strong>una</strong> nuova<br />

e<strong>di</strong>zione del volume La valutazione della <strong>personalità</strong> con la SWAP (Westen, Shedler<br />

& Lingiar<strong>di</strong>, 2003) che offrirà al lettore italiano un aggiornamento sulle principali<br />

applicazioni cliniche e <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> questa procedura <strong>di</strong> assessment ormai in<strong>di</strong>spensabile<br />

alla clinica e alla ricerca contemporanee.<br />

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<strong>di</strong>sorders toward DSM-V. Journal of Personality Disorders, 14: 109-126 (trad. it.: Un<br />

approccio alla <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> basato sulla comparazione con dei prototipi:<br />

verso il DSM-V. In: Westen, Shedler & Lingiar<strong>di</strong>, 2003, cap. 5, pp. 125-145).<br />

Westen D. & Weinberger J. (2005). In praise of clinical judgment: Meehl’s forgotten legacy.<br />

Journal of Clinical Psychology, 61: 1257-1276.<br />

Westen D., Shedler J. & Bradley R. (2006). A prototype approach to personality <strong>di</strong>sorder<br />

<strong><strong>di</strong>agnosi</strong>s. American Journal of Psychiatry, 163: 846-856.<br />

Westen D., Shedler J. & Lingiar<strong>di</strong> V. (2003). La valutazione della <strong>personalità</strong> con la SWAP-<br />

200. Con allegato CD-ROM. Milano: Raffaello Cortina.<br />

Westen D., Shedler J., Durrett C., Glass S. & Martens A. (2003). Personality <strong>di</strong>agnoses in<br />

adolescence: DSM-IV axis II <strong>di</strong>agnoses and an empirically derived alternative. American<br />

Journal of Psychiatry, 160: 952-966.<br />

332


Una <strong>tassonomia</strong> <strong>delle</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> derivata empiricamente:<br />

colmare il <strong>di</strong>vario tra scienza e clinica<br />

nella concettualizzazione della <strong>personalità</strong><br />

Drew Westen, Jonathan Shedler, Bekh Bradley, <strong>Jared</strong> A. <strong>DeFife</strong><br />

Nel 1999, utilizzando la Q-factor analysis (Block, 1978), avevamo elaborato<br />

<strong>una</strong> <strong>tassonomia</strong> dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> derivata empiricamente<br />

(Westen & Shedler, 1999a, 1999b) identificando 11 raggruppamenti <strong>di</strong>agnostici,<br />

molti dei quali simili ai <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> del DSM-IV (American<br />

Psychiatric Association, 1994). Quella <strong>tassonomia</strong> aveva risolto alcuni<br />

problemi <strong>delle</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>: la comorbilità risultava<br />

notevolmente ridotta, i clinici trovavano queste <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> più utili <strong>di</strong> quelle<br />

dell’Asse II del DSM-IV e dei modelli <strong>di</strong>mensionali basati sui tratti (Spitzer et<br />

al., 2008; Rottman et al., 2009), e il nostro metodo identificava empiricamente<br />

alcune sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> assenti nel DSM-IV (come quella depressiva)<br />

e perfezionava la descrizione <strong>di</strong> altre.<br />

Il campione che avevamo usato però era limitato a pazienti che avevano<br />

già ricevuto <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> del DSM-IV e che inoltre<br />

non erano stati selezionati in modo randomizzato. Non si trattava dunque <strong>di</strong><br />

un campione rappresentativo della popolazione clinica ed escludeva un<br />

numero imprecisato <strong>di</strong> pazienti con <strong>una</strong> patologia <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> potenzialmente<br />

significativa che però non rientrava nelle categorie <strong>di</strong>agnostiche del DSM-<br />

IV. Lo stu<strong>di</strong>o che ora presentiamo rime<strong>di</strong>a a questi limiti, derivando ex-novo<br />

<strong>una</strong> <strong>tassonomia</strong> dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> da un campione in<strong>di</strong>pendente <strong>di</strong><br />

pazienti scelti in modo randomizzato nel territorio degli Stati Uniti.<br />

Descrizioni <strong>delle</strong> sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

Per mettere a punto descrizioni <strong>di</strong> sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> su solide basi<br />

empiriche e clinicamente rilevanti occorre testare criteri <strong>di</strong>agnostici prospettici<br />

che coprono l’intero spettro dei processi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> potenzialmente<br />

rilevanti. Abbiamo creato la Shedler-Westen Assessment Procedure (SWAP)<br />

(Westen & Shedler, 1999a, 1999b, 2007; Westen, Shedler & Lingiar<strong>di</strong>, 2003;<br />

Shedler & Westen, 2004a, 2004b, 2007) per dotare i professionisti della salute<br />

mentale <strong>di</strong> <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> item clinicamente esaustivi con cui registrare e quantificare<br />

le loro osservazioni sulla <strong>personalità</strong> dei pazienti e per fornire loro un<br />

insieme <strong>di</strong> possibili criteri <strong>di</strong>agnostici da verificare empiricamente. Lo<br />

strumento è composto da 200 item, ciascuno dei quali descrive un aspetto<br />

della <strong>personalità</strong>, che rappresentano anche potenziali criteri <strong>di</strong>agnostici.<br />

Psicoterapia e Scienze Umane, 2012, XLVI, 2: 333-358<br />

http://www.psicoterapiaescienzeumane.it<br />

333


La SWAP-II utilizzata in questo stu<strong>di</strong>o è la terza generazione degli strumenti<br />

SWAP [esisteva infatti <strong>una</strong> prima versione, precedente alla SWAP-200<br />

(N.d.R.)]. Uno dei princìpi guida per la sua elaborazione è stato quello <strong>di</strong><br />

impiegare per gli item un linguaggio preciso in termini descrittivi e privo <strong>di</strong><br />

tecnicismi, in modo da rendere lo strumento utilizzabile da tutti i clinici,<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dal loro orientamento teorico. Un altro principio utilizzato<br />

nella stesura degli item è stato quello <strong>di</strong> considerare i processi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

che sono stati ripetutamente descritti nella letteratura clinica, in quanto ipotesi<br />

significative da verificare come potenziali criteri <strong>di</strong>agnostici.<br />

Per quasi un secolo, ad esempio, la letteratura clinica ha in<strong>di</strong>viduato la<br />

proiezione (cioè l’errata attribuzione <strong>di</strong> intenzioni proprie a un’altra persona)<br />

come <strong>una</strong> caratteristica centrale della <strong>personalità</strong> paranoide; questo costrutto,<br />

però, non è mai stato testato empiricamente come possibile criterio <strong>di</strong>agnostico.<br />

Nella SWAP il concetto <strong>di</strong> proiezione è stato formulato con un linguaggio<br />

neutrale (“Tende a vedere i suoi sentimenti e impulsi inaccettabili negli altri e<br />

non in se stesso/a”), e si è visto empiricamente che questa caratteristica<br />

centrale nel <strong>di</strong>sturbo paranoide <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> emerge in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dall’orientamento teorico <strong>di</strong> chi compie la valutazione (Westen & Shedler,<br />

1999b).<br />

Per la compilazione iniziale degli item della SWAP (Shedler & Westen,<br />

1998) ci eravamo basati su un’ampia serie <strong>di</strong> fonti, tra cui la letteratura clinica<br />

sulla <strong>personalità</strong> degli ultimi cinquant’anni (ad esempio Kernberg, 1975,<br />

1984; Kohut, 1971; Linehan, 1993), i criteri <strong>di</strong>agnostici dell’Asse II dal DSM-<br />

III al DSM-IV, singoli item dell’Asse I del DSM-IV che potevano riflettere<br />

aspetti della <strong>personalità</strong> (ad esempio depressione e ansia), ricerche empiriche<br />

sui meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, <strong>di</strong> coping e <strong>di</strong> regolazione affettiva (ad esempio<br />

Perry & Cooper, 1987; Shedler, Mayman & Manis, 1993; Vaillant, 1992;<br />

Westen et al., 1997), ricerche sui problemi interpersonali dei pazienti con<br />

patologia <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> (ad esempio Westen et al., 1990; Westen, 1991),<br />

ricerche su tratti <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> in popolazioni non cliniche (ad esempio Block,<br />

1971; John, 1990; McCrae & Costa, 1990), ricerche sui <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

condotte dopo la formulazione dell’Asse II (Livesley, 1995), e interviste<br />

pilota in cui degli osservatori guardavano interviste videoregistrate <strong>di</strong> pazienti<br />

con <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> (Shedler & Westen, 2007).<br />

Gli item della SWAP sono stati poi rivisti con <strong>una</strong> procedura iterativa che<br />

ha incluso il feedback <strong>di</strong> oltre 2.000 clinici <strong>di</strong> tutti gli orientamenti teorici.<br />

Rispetto alla SWAP-200, nella SWAP-II è stato mo<strong>di</strong>ficato in modo sostanziale<br />

il contenuto <strong>di</strong> 21 dei 200 item. Le mo<strong>di</strong>fiche sono state basate su<br />

considerazioni empiriche e avevano l’obiettivo <strong>di</strong> migliorare le proprietà<br />

psicometriche degli item. In breve, abbiamo eliminato gli item che non<br />

<strong>di</strong>scriminavano tra i pazienti (cioè gli item che avevano varianza minima o<br />

nulla) – e che pertanto non contribuivano, o contribuivano poco, a fornire informazioni<br />

aggiuntive – e abbiamo aggregato gli item empiricamente ridondanti<br />

(con correlazione >0.70). Abbiamo inoltre raccolto sistematicamente il<br />

334


feedback scritto <strong>di</strong> chi aveva utilizzato la SWAP-200 e rivisto i testi per<br />

aumentarne la chiarezza quando era stata segnalata la <strong>di</strong>fficoltà a valutare un<br />

item perché il suo significato sembrava ambiguo o poco chiaro. Tra i clinici<br />

che hanno usato la SWAP-II per descrivere un loro paziente, l’84% si è<br />

<strong>di</strong>chiarato “d’accordo” o “assolutamente d’accordo” con l’affermazione “Ho<br />

potuto esprimere gli aspetti che considero importanti della <strong>personalità</strong> del mio<br />

paziente”, e meno del 5% si è <strong>di</strong>chiarato in <strong>di</strong>saccordo (Shedler & Westen,<br />

2007).<br />

Fare <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> nella pratica quoti<strong>di</strong>ana<br />

Abbiamo proposto un approccio alla <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> basato sulla<br />

comparazione con dei prototipi (prototype matching) (Westen & Shedler,<br />

2000; Shedler & Westen, 2004b; Westen, Shedler & Bradley, 2006; Ortigo,<br />

Bradley & Westen, 2010; Westen et al., 2010; Westen, 2012). Questo tipo <strong>di</strong><br />

procedura <strong>di</strong>agnostica verrà descritta in Appen<strong>di</strong>ce. Una premessa per<br />

l’adozione <strong>di</strong> questo approccio è stata la considerazione che un elenco <strong>di</strong> otto<br />

o nove criteri – come avviene nei DSM-III e DSM-IV – è spesso insufficiente<br />

per definire <strong>una</strong> sindrome sfaccettata <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> in modo tale da <strong>di</strong>stinguerla<br />

chiaramente da altre sindromi (e questo aggrava il problema della<br />

comorbilità). È piuttosto la configurazione o il pattern formato dalle caratteristiche<br />

della <strong>personalità</strong> che identifica le <strong>di</strong>verse sindromi. Da questo punto <strong>di</strong><br />

vista, in<strong>di</strong>viduare <strong>una</strong> sindrome <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> è fondamentalmente un processo<br />

<strong>di</strong> riconoscimento <strong>di</strong> un pattern allo stesso modo in cui riconoscere un<br />

volto implica cogliere un pattern e non quantificarne le singole caratteristiche.<br />

Gli item della SWAP che si riferiscono a <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> sono quin<strong>di</strong> strutturati<br />

sotto forma <strong>di</strong> brani coerenti a livello narrativo e non – come nei DSM-III e<br />

DSM-IV – sotto forma <strong>di</strong> un elenco <strong>di</strong> criteri <strong>di</strong>agnostici da quantificare<br />

all’interno <strong>di</strong> un sistema politetico 1 . I clinici valutano la somiglianza generale<br />

o la “corrispondenza” tra il paziente e il prototipo, considerando il prototipo<br />

come un tutto. Questo approccio è stu<strong>di</strong>ato per essere in sintonia, e non<br />

contrapporsi, ai processi cognitivi decisionali spontanei dei clinici (Kim &<br />

Ahn, 2002; Cantor & Genero, 1986; Rosch & Mervis, 1975; Ahn, 1999).<br />

Il metodo della comparazione con dei prototipi conserva un approccio configurazionale<br />

o sindromico alla <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> (Horowitz et al., 1981;<br />

Pilkonis, 1988; Blashfield, 1985) coerente con tutte le versioni finora pubblicate<br />

del DSM, e al tempo stesso consente <strong>una</strong> valutazione <strong>di</strong>mensionale su<br />

<strong>una</strong> scala che va da 1 (ness<strong>una</strong> corrispondenza) a 5 (massima corrispondenza).<br />

1 Per <strong>una</strong> descrizione dettagliata dell’alternativa tra sistema politetico e monotetico, e <strong>di</strong><br />

altri aspetti metodologici del DSM-III e del DSM-IV (vali<strong>di</strong>tà e atten<strong>di</strong>bilità, approccio<br />

categoriale e <strong>di</strong>mensionale, “ateoreticità” dei criteri <strong>di</strong>agnostici, ecc.), ve<strong>di</strong> l’articolo “Il DSM-<br />

IV e i problemi della <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> in psichiatria”, pubblicato nel n. 1/1995 <strong>di</strong> Psicoterapia e Scienze<br />

Umane (dove vi è anche <strong>una</strong> intervista a Robert Spitzer), in particolare le pp. 49-61. [N.d.R.]<br />

335


Quando si desidera avere <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> categoriale (ad esempio per facilitare<br />

la comunicazione tra clinici), si prende in considerazione il punteggio numerico:<br />

un punteggio ≥4 in<strong>di</strong>ca “presenza del <strong>di</strong>sturbo” e un punteggio 3 in<strong>di</strong>ca<br />

presenza <strong>di</strong> “caratteristiche” del <strong>di</strong>sturbo o patologia sottosoglia. Questo<br />

metodo trova un parallelismo in molte <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> me<strong>di</strong>che, dove le variabili, per<br />

esempio la pressione sanguigna, vengono misurate lungo un continuum, ma i<br />

me<strong>di</strong>ci ne considerano alcune come valori “elevati” o <strong>di</strong> “soglia”.<br />

L’atten<strong>di</strong>bilità (reliability) <strong>delle</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> dei prototipi della SWAP valutata<br />

da osservatori in<strong>di</strong>pendenti è alta. L’atten<strong>di</strong>bilità me<strong>di</strong>a intergiu<strong>di</strong>ci tra i<br />

<strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> è <strong>di</strong> 0.72 (Westen et al., 2010), ed è dunque paragonabile<br />

ai coefficienti <strong>di</strong> atten<strong>di</strong>bilità intergiu<strong>di</strong>ci comunemente osservati per le<br />

interviste <strong>di</strong>agnostiche strutturate (valore me<strong>di</strong>o kappa tra 0.69 e 0.84)<br />

(Zimmerman, 1994; Lobbestael, Leurgans & Arntz, 2011).<br />

In questo articolo presentiamo i risultati <strong>di</strong> <strong>una</strong> ricerca svolta per ottenere<br />

<strong>una</strong> nuova derivazione dei prototipi <strong>di</strong>agnostici per i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>, in<br />

cui abbiamo utilizzato le descrizioni <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> della SWAP-II in un ampio<br />

campione clinicamente significativo della popolazione degli Stati Uniti. In<br />

aggiunta presentiamo i risultati <strong>di</strong> un secondo stu<strong>di</strong>o in<strong>di</strong>pendente che esamina<br />

la vali<strong>di</strong>tà <strong>delle</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> ottenute impiegando le nuove<br />

<strong><strong>di</strong>agnosi</strong> ricavate dal primo stu<strong>di</strong>o.<br />

Metodo<br />

Abbiamo contattato un campione <strong>di</strong> 1.201 psichiatri e psicologi con almeno 5 anni<br />

<strong>di</strong> esperienza clinica dopo la specializzazione, scegliendoli in modo randomizzato dai<br />

roster dell’American Psychiatric Association e dell’American Psychological Association<br />

(Westen, Shedler & Bradley, 2006; Westen & Shedler, 2007; Russ et al., 2008).<br />

Poiché tutti i dati sono stati forniti dai clinici, e ai ricercatori non è stata rivelata<br />

alc<strong>una</strong> informazione che potesse identificare i pazienti, il consenso informato è stato<br />

fornito dai clinici e non dai pazienti, come richiesto dalla Emory University Institutional<br />

Review Board. Gli specialisti che hanno partecipato allo stu<strong>di</strong>o hanno ricevuto per<br />

il consulto un compenso <strong>di</strong> $ 200. Abbiamo chiesto loro <strong>di</strong> descrivere “un paziente<br />

adulto attualmente in trattamento o in valutazione che presenta schemi stabili <strong>di</strong><br />

pensiero, emozioni, motivazioni o comportamento – cioè pattern <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> – che<br />

gli provocano sofferenza o <strong>di</strong>sfunzione”. Per poter ottenere uno spettro <strong>di</strong> patologie<br />

della <strong>personalità</strong> possibilmente ampio, abbiamo precisato che i pazienti non dovevano<br />

necessariamente avere <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> secondo il DSM-IV.<br />

I pazienti dovevano sod<strong>di</strong>sfare i seguenti ulteriori criteri <strong>di</strong> inclusione: ≥18 anni <strong>di</strong><br />

età, attualmente non psicotici, conosciuti abbastanza bene dallo specialista (in base al<br />

criterio <strong>di</strong> ≥6 ore <strong>di</strong> contatto clinico ma meno <strong>di</strong> 2 anni per minimizzare le influenze<br />

dovute al trattamento). Per garantire <strong>una</strong> selezione casuale dei pazienti, agli specialisti<br />

è stato chiesto <strong>di</strong> consultare la loro agenda e <strong>di</strong> scegliere l’ultimo paziente visto<br />

durante la settimana precedente che sod<strong>di</strong>sfaceva i criteri dello stu<strong>di</strong>o.<br />

336


Misurazioni<br />

La Shedler-Westen Assessment Procedure-II (SWAP-II)<br />

La SWAP-II è stata illustrata dettagliatamente altrove (Westen & Shedler, 1999b,<br />

2007; Westen, Shedler & Lingiar<strong>di</strong>, 2003; Shedler & Westen, 2007). Lo strumento<br />

consiste in 200 affermazioni descrittive della <strong>personalità</strong>, ciasc<strong>una</strong> <strong>delle</strong> quali può<br />

essere considerata <strong>una</strong> descrizione adeguata, parzialmente adeguata o non adeguata <strong>di</strong><br />

un determinato paziente. I clinici <strong>di</strong>stribuiscono le affermazioni in otto categorie che<br />

vanno da “per nulla descrittivo del paziente” (valore 0) a “molto descrittivo del<br />

paziente” (valore 7). L’atten<strong>di</strong>bilità e la vali<strong>di</strong>tà sono elevate (Westen & Muderrisoglu,<br />

2003; Westen & Weinberger, 2004; Westen & Shedler, 2007).<br />

Scheda dei dati clinici<br />

La scheda dei dati clinici è un modulo compilato dal clinico (clinician-report) che<br />

raccoglie i dati relativi alle variabili demografiche, <strong>di</strong>agnostiche ed eziologiche e al<br />

funzionamento adattivo. I dati raccolti con la scheda sulla storia dello sviluppo e gli<br />

eventi <strong>di</strong> vita hanno mostrato <strong>una</strong> forte vali<strong>di</strong>tà concordante (cross-method vali<strong>di</strong>ty)<br />

con i dati raccolti dai pazienti (<strong>DeFife</strong> et al., 2010). Anche le variabili relative al<br />

funzionamento adattivo, valutate con la scheda dei dati clinici (per esempio il<br />

punteggio della scala per la Valutazione Globale del Funzionamento [VGF] dell’Asse<br />

V del DSM-IV) hanno ottenuto elevati coefficienti <strong>di</strong> atten<strong>di</strong>bilità e vali<strong>di</strong>tà in<br />

confronto con le valutazioni <strong>di</strong> esaminatori in<strong>di</strong>pendenti (Westen et al., 1997; Dutra,<br />

Campbell & Westen, 2004; <strong>DeFife</strong> et al., 2010).<br />

Check-list dei criteri dell’Asse II<br />

I clinici hanno compilato <strong>una</strong> check-list dei criteri <strong>di</strong> tutti i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> Asse II del<br />

DSM-IV, in or<strong>di</strong>ne casuale, in<strong>di</strong>cando quali criteri erano sod<strong>di</strong>sfatti dal paziente.<br />

Sono state applicate le regole decisionali del DSM-IV per arrivare a <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> in<br />

base al DSM-IV. Questo metodo fornisce risultati paragonabili a quelli <strong>delle</strong> interviste<br />

<strong>di</strong>agnostiche strutturate (Morey, 1988; Blais & Norman, 1997; Westen et al., 2003).<br />

Analisi dei dati<br />

È stata applicata la Q-factor analysis per identificare empiricamente raggruppamenti<br />

<strong>di</strong>agnostici che emergono in modo spontaneo – cioè gruppi <strong>di</strong> pazienti con<br />

caratteristiche <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> simili tra loro e <strong>di</strong>verse da quelle dei pazienti <strong>di</strong> altri<br />

gruppi. Gli algoritmi computazionali sono gli stessi dell’analisi fattoriale convenzionale,<br />

ma qui vengono applicati a casi clinici e non a singole variabili: l’analisi<br />

fattoriale identifica gruppi <strong>di</strong> variabili simili che misurano un fattore sottostante<br />

comune, mentre la Q-factor analysis identifica gruppi <strong>di</strong> persone simili che con<strong>di</strong>vidono<br />

<strong>una</strong> sindrome comune. I risultati qui riportati sono basati sull’estrazione dei<br />

fattori con il metodo dei minimi quadrati non ponderati e la rotazione promax.<br />

Abbiamo testato altre soluzioni fattoriali possibili, ottenendo risultati analoghi.<br />

Dopo l’identificazione empirica dei raggruppamenti, sono state create <strong>delle</strong> scale<br />

psicometriche per la valutazione <strong>di</strong> ciascun <strong>di</strong>sturbo selezionando gli item della<br />

SWAP-II coi punteggi fattoriali più elevati (cioè gli item che meglio descrivevano<br />

ciascun raggruppamento <strong>di</strong>agnostico). Ciò ha condotto a scale <strong>di</strong>agnostiche per<br />

ciasc<strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> comprendenti da 15 a 24 item, dove il numero <strong>di</strong> item riflette la<br />

complessità della relativa sindrome <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>. Per creare prototipi <strong>di</strong>agnostici<br />

337


sotto forma <strong>di</strong> brani descrittivi utili per la <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> nella pratica quoti<strong>di</strong>ana e passibili<br />

<strong>di</strong> essere inclusi in un manuale <strong>di</strong>agnostico, abbiamo organizzato gli item per tematiche<br />

e revisionato le descrizioni risultanti con riferimento a leggibilità, ridondanza e<br />

coerenza narrativa. Abbiamo anche elaborato <strong>una</strong> descrizione sintetica formata da <strong>una</strong><br />

sola frase (simile alle affermazioni anteposte alla descrizione dei <strong>di</strong>sturbi del DSM-IV<br />

che non sono incluse nella <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> stessa) per descrivere in modo conciso ed efficace<br />

le caratteristiche fondamentali <strong>di</strong> ciasc<strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> (ve<strong>di</strong> l’Appen<strong>di</strong>ce).<br />

La vali<strong>di</strong>tà convergente e <strong>di</strong>scriminante <strong>delle</strong> scale <strong>di</strong>agnostiche e dei relativi prototipi<br />

è stata stimata utilizzando un campione in<strong>di</strong>pendente <strong>di</strong> <strong>una</strong> ricerca in corso<br />

volta a confrontare la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> approcci alternativi alla <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong><br />

<strong>personalità</strong> (che comprendeva i prototipi della SWAP-II, i modelli <strong>di</strong>mensionali basati<br />

sui tratti e il sistema <strong>di</strong>agnostico del DSM-IV). I pazienti compilavano questionari <strong>di</strong><br />

<strong>personalità</strong> self-report e venivano valutati da tre ricercatori in<strong>di</strong>pendenti e anche dai<br />

terapeuti. I ricercatori somministravano loro l’Intervista Clinica Strutturata per i<br />

Disturbi <strong>di</strong> Asse II del DSM-IV (SCID-II) <strong>di</strong> First et al. (1997), l’Intervista Clinica<br />

Diagnostica (CDI) <strong>di</strong> Westen & Muderrisoglu (2006) – <strong>una</strong> versione sistematizzata<br />

del tipo <strong>di</strong> colloquio che la maggior parte dei clinici esperti conduce durante i primi<br />

incontri col paziente – e la Longitu<strong>di</strong>nal Interval Follow-Up Evaluation – Baseline<br />

Version (per valutare il funzionamento adattivo) <strong>di</strong> Keller, Lavori & Friedman (1987).<br />

Le valutazioni sono state eseguite in doppio cieco.<br />

La vali<strong>di</strong>tà <strong>delle</strong> nuove <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> derivate della SWAP-II è stata esaminata confrontando<br />

le valutazioni <strong>di</strong>agnostiche fornite dai ricercatori che hanno somministrato<br />

la CDI con le valutazioni fornite dai terapeuti che seguivano i pazienti. In questo<br />

secondo stu<strong>di</strong>o i risultati sono stati basati sui dati dei primi 145 pazienti consecutivi<br />

arruolati (in pubblicazioni future abbiamo in progetto <strong>di</strong> trattare la vali<strong>di</strong>tà dei sistemi<br />

<strong>di</strong>agnostici alternativi in riferimento a <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> variabili <strong>di</strong> criterio, incluso il<br />

funzionamento adattivo valutato da più osservatori in<strong>di</strong>pendenti, le misure dei<br />

processi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> impliciti derivate da misurazioni in<strong>di</strong>rette come il tempo <strong>di</strong><br />

reazione agli stimoli sperimentali, e variabili eziologiche quali il DNA salivare,<br />

l’anamnesi familiare per la patologia psichiatrica e la storia dello sviluppo).<br />

Risultati<br />

Il campione utilizzato per in<strong>di</strong>viduare i prototipi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> della<br />

SWAP-II era formato da 1.201 pazienti, il 73,1% dei quali è stato valutato da<br />

professionisti che lavoravano privatamente e il resto in contesti che andavano<br />

da servizi ambulatoriali a setting <strong>di</strong> psichiatria forense; il 53,2% erano donne,<br />

il 82.7% era <strong>di</strong> razza caucasica e l’età me<strong>di</strong>a era <strong>di</strong> 42,3 anni (Standard<br />

Deviation [SD]=12,3). I pazienti si <strong>di</strong>stribuivano equamente in tutte le classi<br />

sociali. I punteggi VGF abbracciavano un’ampia gamma, andando da 10 a 93<br />

(me<strong>di</strong>a=57,9, SD=10,8). Un terzo del campione aveva avuto almeno un<br />

ricovero psichiatrico, un quarto aveva <strong>una</strong> storia <strong>di</strong> tentati suici<strong>di</strong>, e uno su<br />

<strong>di</strong>eci era stato arrestato nei 5 anni precedenti. Gli specialisti che hanno<br />

partecipato allo stu<strong>di</strong>o avevano un notevole esperienza (con <strong>una</strong> me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 19,8<br />

anni <strong>di</strong> pratica clinica [SD=9.2]). I loro orientamenti teorici erano <strong>di</strong>versi<br />

(biologico, cognitivo-comportamentale, integrato-eclettico, ecc.), e nessun<br />

singolo orientamento teorico era rappresentato in più del 25% del campione.<br />

338


L’estrazione dei prototipi <strong>di</strong>agnostici<br />

Prima <strong>di</strong> tutto abbiamo selezionato i pazienti che mostravano un livello <strong>di</strong><br />

patologia corrispondente a ciò che la maggioranza degli osservatori considererebbe<br />

un “<strong>di</strong>sturbo”: in termini operazionali, dovevano sod<strong>di</strong>sfare i criteri <strong>di</strong><br />

almeno uno dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> del DSM-IV e il punteggio VGF<br />

doveva essere


Tabella 1: Numero <strong>di</strong> item e relativi coefficienti <strong>di</strong> atten<strong>di</strong>bilità (N=1.201)<br />

Spettro della <strong>personalità</strong> e <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> N. <strong>di</strong> item Alpha <strong>di</strong><br />

Cronbach<br />

Internalizzante 20 0.85<br />

Depressivo 17 0.82<br />

Ansioso-evitante 15 0.78<br />

Dipendente-vittimizzato 16 0.78<br />

Schizoide-schizotipico 19 0.77<br />

Esternalizzante 21 0.87<br />

Antisociale-psicopatico 18 0.89<br />

Narcisistico 21 0.72<br />

Paranoide 15 0.79<br />

Borderline-<strong>di</strong>sregolato 24 0.81<br />

Stili nevrotici<br />

Ossessivo 21 0.73<br />

Isterico-istrionico 20 0.72<br />

Personalità sana 23 0.94<br />

Vali<strong>di</strong>tà cross-method e cross-observer (trasversale ai meto<strong>di</strong> e trasversale<br />

agli osservatori)<br />

Come test iniziale <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà riportiamo i dati del secondo stu<strong>di</strong>o in<strong>di</strong>pendente<br />

compiuto su 145 pazienti, relativo al confronto tra <strong>di</strong>versi approcci alla<br />

<strong><strong>di</strong>agnosi</strong> dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> tra loro comparabili. I pazienti inclusi<br />

nello stu<strong>di</strong>o avevano un’età compresa tra 18 e 65 anni ed erano in psicoterapia;<br />

sono stati reclutati in cliniche universitarie o in centri <strong>di</strong> salute mentale <strong>di</strong><br />

due aree metropolitane. I criteri <strong>di</strong> esclusione erano <strong>una</strong> psicosi in atto o <strong>una</strong><br />

precedente <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo schizofrenico o schizoaffettivo, un deficit<br />

organico riconosciuto e l’incapacità <strong>di</strong> parlare correntemente l’inglese.<br />

Per stabilire se due valutatori in<strong>di</strong>pendenti fossero in grado <strong>di</strong> fare <strong><strong>di</strong>agnosi</strong><br />

simili <strong>di</strong> un stesso paziente nonostante le fonti in<strong>di</strong>pendenti e non sovrapponibili<br />

<strong>di</strong> informazione, abbiamo confrontato i punteggi <strong>di</strong>agnostici ottenuti da un<br />

valutatore in<strong>di</strong>pendente dopo la somministrazione dell’intervista CDI (Westen<br />

& Muderrisoglu, 2003; <strong>DeFife</strong> & Westen, 2012) con i punteggi elaborati dal<br />

terapeuta sulla base <strong>di</strong> osservazioni compiute nel corso del trattamento.<br />

Entrambi i valutatori hanno compilato la SWAP-II ed erano reciprocamente<br />

ignari dei dati forniti. Le <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> sono state stilate in contesti <strong>di</strong> consultazione<br />

<strong>di</strong>versi e sulla base <strong>di</strong> fonti <strong>di</strong> informazione in<strong>di</strong>pendenti.<br />

La Tabella 3 illustra le correlazioni cross-method e cross-observer dei<br />

punteggi <strong>di</strong>agnostici della SWAP-II forniti dai ricercatori e dai terapeuti. I<br />

coefficienti <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà andavano da “buono” a “molto buono”, con <strong>una</strong><br />

correlazione me<strong>di</strong>a cross-observer <strong>di</strong> 0.51. Come auspicato, i coefficienti <strong>di</strong><br />

vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>scriminante erano bassi, con <strong>una</strong> correlazione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> -0.01.<br />

340


Ancora <strong>una</strong> volta, anche le correlazioni entro lo stesso spettro <strong>di</strong>agnostico<br />

sovraor<strong>di</strong>nato si sono <strong>di</strong>mostrate relativamente basse, con <strong>una</strong> correlazione<br />

me<strong>di</strong>a tra <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> 0.18 e 0.22 rispettivamente entro lo spettro internalizzante<br />

ed esternalizzante. Le correlazioni tra i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> spettri <strong>di</strong>versi erano<br />

trascurabili, con <strong>una</strong> me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> -0.06. Questi risultati mostrano <strong>una</strong> convergenza<br />

tra valutatori in<strong>di</strong>pendenti e <strong>una</strong> comorbilità minima.<br />

Discussione<br />

Da questo stu<strong>di</strong>o sono emersi 10 prototipi <strong>di</strong>agnostici <strong>di</strong> patologia della<br />

<strong>personalità</strong>. I prototipi sono ampiamente coerenti con le concezioni <strong>delle</strong><br />

sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> descritte nella letteratura clinica.<br />

Tutte le 10 <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> riproducono i raggruppamenti <strong>di</strong>agnostici che abbiamo<br />

identificato nella <strong>tassonomia</strong> emersa dalla nostra ricerca del 1999 (Westen<br />

& Shedler, 1999b). Tale riscontro è degno <strong>di</strong> nota, dato che abbiamo usato un<br />

campione in<strong>di</strong>pendente con criteri <strong>di</strong> inclusione ed esclusione notevolmente<br />

<strong>di</strong>versi, un insieme <strong>di</strong> item revisionati (la SWAP-II al posto della SWAP-200)<br />

e <strong>una</strong> <strong>di</strong>versa procedura <strong>di</strong> analisi fattoriale. Un elemento nuovo che è emerso<br />

è la struttura fattoriale gerarchica composta dai fattori sovraor<strong>di</strong>nati internalizzante,<br />

esternalizzante e borderline-<strong>di</strong>sregolato (che vengono descritti più<br />

dettagliatamente in Appen<strong>di</strong>ce). Questi raggruppamenti derivati empiricamente<br />

rappresentano un’alternativa al DSM-IV, dove i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> sono<br />

raggruppati nei tre cluster A, B e C che erano stati derivati a posteriori e<br />

mostravano un’elevata comorbilità inter e intra-cluster [i tre cluster dell’Asse<br />

II del DSM-IV sono i seguenti: cluster A, “strani o eccentrici” (Antisociale,<br />

Borderline, Istrionico e Narcisistico); cluster B, “amplificativi, emotivi o<br />

impreve<strong>di</strong>bili” (Paranoide, Schizoide e Schizotipico); cluster C, “ansiosi o<br />

paurosi” (Evitante, Dipendente e Ossessivo-Compulsivo) (N.d.R.)] La struttura<br />

fattoriale è quin<strong>di</strong> più “pulita” rispetto alla struttura identificata nel 1999,<br />

che presentava un ampio fattore internalizzante (chiamato “<strong>di</strong>sforico”) che<br />

comprendeva 5 sottofattori [evitante, depressivo-nevrotico ad alto funzionamento,<br />

emotivamente <strong>di</strong>sregolato, <strong>di</strong>pendente-masochistico, ostile (N.d.R.)]<br />

Continuità e <strong>di</strong>scontinuità rispetto al DSM-IV<br />

Benché le 10 <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> conservino <strong>una</strong> certa continuità coi <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

del DSM-IV, i prototipi <strong>di</strong>fferiscono per alcuni aspetti chiave. Sono<br />

clinicamente più sofisticati e comprendono un numero maggiore <strong>di</strong> item<br />

riferiti a processi psicologici interni. Tutti descrivono sindromi plurisfaccettate<br />

che abbracciano molteplici aree del funzionamento (per esempio la cognitività,<br />

l’affettività, le relazioni interpersonali, la regolazione degli impulsi e<br />

degli affetti). Se è vero che i criteri generali dell’Asse II del DSM-IV definiscono<br />

i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> in base a <strong>di</strong>verse aree <strong>di</strong> funzionamento, <strong>di</strong> fatto<br />

la maggior parte dei criteri stabiliti per i singoli <strong>di</strong>sturbi non rispetta questa<br />

complessità. Ad esempio i criteri per il <strong>di</strong>sturbo paranoide <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> sono<br />

341


fondamentalmente descrizioni ridondanti <strong>di</strong> un unico tratto, la sospettosità<br />

cronica, e non colgono la complessità della sindrome <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> riconosciuta<br />

dalla maggior parte dei clinici (che include, ad esempio, ostilità e<br />

aggressività, errata attribuzione agli altri <strong>di</strong> intenzioni ostili, esternalizzazione<br />

della colpa e <strong>di</strong>storsioni del pensiero e del ragionamento). Analogamente, i<br />

criteri del DSM-IV per il <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> antisociale enfatizzano atti<br />

delinquenziali e comportamenti che possono facilmente essere indagati con<br />

interviste strutturate. Invece il nostro prototipo antisociale-psicopatico,<br />

derivato empiricamente, si avvicina maggiormente al concetto <strong>di</strong> psicopatia <strong>di</strong><br />

Cleckley (1941) e ai risultati <strong>delle</strong> successive ricerche empiriche sul costrutto<br />

<strong>di</strong> psicopatia (Hare, 1991; Hare & Neumann, 2010).<br />

Le nostre descrizioni ampliate <strong>delle</strong> sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> risolvono un<br />

problema intrinseco del DSM-IV: sul piano psicometrico è impossibile con<br />

criteri <strong>di</strong> soli 8 o 9 item delineare <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong>stinti e al tempo stesso restare<br />

fedeli alle sindromi cliniche che dovrebbero descrivere (Westen & Shedler,<br />

1999a). Vi sono caratteristiche della <strong>personalità</strong> che sono centrali in più <strong>di</strong> un<br />

<strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> (per esempio la mancanza <strong>di</strong> empatia è tipica sia del<br />

<strong>di</strong>sturbo narcisistico sia <strong>di</strong> quello antisociale; l’ostilità è tipica dei <strong>di</strong>sturbi<br />

paranoide, antisociale e narcisistico). Nella struttura del DSM-IV, il fatto che<br />

uno stesso item sia incluso nei criteri <strong>di</strong>agnostici <strong>di</strong> più <strong>di</strong>sturbi crea <strong>una</strong><br />

comorbilità così elevata da risultare inaccettabile; d’altra parte escludere<br />

arbitrariamente alcuni item produrrebbe descrizioni clinicamente inaccurate.<br />

Il criterio della corrispondenza con dei prototipi (prototype matching) risolve<br />

questo problema in quanto gli item possono essere inclusi in <strong>di</strong>versi<br />

prototipi <strong>di</strong>agnostici senza che ciò produca <strong>una</strong> comorbilità artefatta. Per<br />

esempio, i pazienti narcisistici, antisociali-psicopatici e borderline-<strong>di</strong>sregolati<br />

sono sì caratterizzati dalla mancanza <strong>di</strong> empatia, ma non lo sono allo stesso<br />

modo. Mentre i pazienti narcisistici sono spesso inconsapevoli dei bisogni<br />

degli altri, i pazienti antisociali-psicopatici possono essere in grado <strong>di</strong> riconoscere<br />

i bisogni degli altri e sfruttarli a proprio vantaggio, e i borderline<strong>di</strong>sregolati<br />

possono avere invece <strong>di</strong>fficoltà a riconoscere gli stati interni altrui<br />

quando sono sopraffatti dalle emozioni oppure perché tendono a vedere gli<br />

altri in termini <strong>di</strong>cotomici estremi tipo “tutto bianco o tutto nero”. I clinici <strong>di</strong><br />

solito hanno ben chiare queste <strong>di</strong>fferenze. Il problema della “comorbilità” non<br />

è un problema intrinseco alle <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>, ma è un artefatto della<br />

semplificazione dei criteri <strong>di</strong>agnostici del DSM-III e del DSM-IV che non<br />

colgono la complessità <strong>delle</strong> sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> nella vita reale.<br />

Organizzazione gerarchica <strong>delle</strong> sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

Tra i pazienti con patologia più grave <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> sono emersi tre raggruppamenti<br />

sovraor<strong>di</strong>nati, o ampi spettri <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>: patologia internalizzante,<br />

esternalizzante e borderline-<strong>di</strong>sregolata. I pazienti dello spetto internalizzante<br />

incolpano se stessi e sono cronicamente inclini alla depressione e<br />

all’ansia. I pazienti dello spettro esternalizzante incolpano gli altri e sono<br />

cronicamente inclini alla rabbia e all’aggressività. I pazienti dello spettro<br />

342


orderline-<strong>di</strong>sregolato sono qualitativamente <strong>di</strong>versi dagli internalizzanti e<br />

dagli esternalizzanti: la loro percezione <strong>di</strong> sé e degli altri è spesso instabile e<br />

fluttuante e presentano <strong>una</strong> <strong>di</strong>sregolazione <strong>delle</strong> emozioni (spesso oscillano tra<br />

i poli emotivi caratteristici della patologia internalizzante ed esternalizzante,<br />

per esempio depressione, ansia, rabbia); questi soggetti possono essere meglio<br />

definiti come “stabilmente instabili” (Schmideberg, 1959).<br />

Oltre a queste <strong>di</strong>mensioni, abbiamo identificato <strong>una</strong> sindrome <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

ossessiva e isterico-istrionica che abbiamo etichettato come “stili nevrotici”<br />

(Shapiro, 1965), in quanto i pazienti che rientrano in questi prototipi non<br />

sempre hanno un livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione che giustifichi l’uso del termine<br />

“<strong>di</strong>sturbo” (queste sindromi erano emerse anche in ricerche precedenti)<br />

(Achenbach & Edelbrock, 1978). Come per tutte le altre sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>,<br />

anche qui i pazienti si <strong>di</strong>stribuiscono lungo un continuum <strong>di</strong> gravità.<br />

Alcuni presentano <strong>una</strong> <strong>di</strong>sfunzione grave e hanno un <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

conclamato, ma la maggioranza tende a collocarsi verso il polo meno grave<br />

del continuum <strong>di</strong> patologia della <strong>personalità</strong>.<br />

L’identificazione <strong>di</strong> queste due sindromi risolve due problemi che si erano<br />

presentati a partire dal DSM-III (American Psychiatric Association, 1980). Il<br />

primo si riferisce al fatto che il Disturbo ossessivo-compulsivo <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

è l’unico <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> che si correla positivamente con le misurazioni<br />

del funzionamento adattivo sano. Il secondo si riferisce al fatto che il<br />

DSM-III ha dovuto “ritoccare verso l’alto” il livello <strong>di</strong> patologia <strong>di</strong> entrambi<br />

questi stili <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> (prima chiamati “ossessivo” e “isterico” sia nella<br />

letteratura clinica sia nelle versioni precedenti al DSM-III) per farli rientrare<br />

nella <strong>tassonomia</strong> <strong>di</strong> “<strong>di</strong>sturbi”. Il risultato è stato <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> Disturbo<br />

ossessivo-compulsivo <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> che spesso manca <strong>di</strong> coerenza con la<br />

realtà clinica ed empirica, e <strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> Disturbo istrionico <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

che è empiricamente in<strong>di</strong>stinguibile dal Disturbo borderline <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>. Gli<br />

spettri internalizzante ed esternalizzante sono coerenti con gran parte della<br />

letteratura sui <strong>di</strong>sturbi dell’infanzia e dell’adolescenza (Achenbach & Edelbrock,<br />

1978) e con i risultati <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> recenti sulla psicopatologia adulta svolti<br />

con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricerca, serie <strong>di</strong> item e approcci <strong>di</strong> analisi dei dati tra loro molto<br />

<strong>di</strong>versi (Krueger, 1999; Kendler et al., 2003). Questa convergenza tra molteplici<br />

approcci metodologici suggerisce che internalizzazione ed esternalizzazione<br />

siano costrutti centrali della <strong>personalità</strong>. Questi spettri presentano<br />

l’ulteriore vantaggio <strong>di</strong> facilitare la comprensione della relazione tra i <strong>di</strong>sturbi<br />

<strong>di</strong> Asse I e il substrato <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> (per esempio gli in<strong>di</strong>vidui con patologia<br />

<strong>di</strong> <strong>personalità</strong> internalizzante sono vulnerabili ai <strong>di</strong>sturbi d’ansia e ai <strong>di</strong>sturbi<br />

dell’umore; gli in<strong>di</strong>vidui con patologia della <strong>personalità</strong> esternalizzante sono<br />

inclini ai <strong>di</strong>sturbi da uso <strong>di</strong> sostanze e del controllo degli impulsi). L’identificazione<br />

dello spettro borderline-<strong>di</strong>sregolato è un risultato precipuo <strong>di</strong> questa<br />

ricerca: con tutta probabilità la sua scoperta in<strong>di</strong>ca che è stato utilizzato un<br />

insieme <strong>di</strong> item clinicamente ricco in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare tra pazienti con<br />

emozioni patologiche stabilmente intense e pazienti con <strong>di</strong>sregolazione <strong>di</strong><br />

emozioni, impulsi e percezione <strong>di</strong> sé e degli altri.<br />

343


Tabella 2: Intercorrelazioni tra <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> (N=1.201) a<br />

Depressivo Ansioso- Dipendente Schizoide- Antisociale-<br />

Evitante vittimizzato schizotipico psicopatico<br />

Depressivo –<br />

Ansioso-evitante 0.51 –<br />

Dipendente-vittimizzato 0.53 0.40 –<br />

Schizoide-schizotipico 0.10 0.28 -0.08 –<br />

Antisociale-psicopatico -0.56 -0.53 -0.46 0.14 –<br />

Narcisista -0.36 -0.39 -.055 -0.06 0.31<br />

Paranoide -0.39 -0.24 -.052 0.29 0.51<br />

Borderline-<strong>di</strong>sregolato 0.01 -0.18 -0.04 0.00 0.28<br />

Ossessivo -0.04 0.15 -0.13 0.12 -0.22<br />

Isterico-istrionico -0.24 -0.35 0.20 -0.32 0.10<br />

Personalità sana 0.01 -0.02 0.11 -.053 -0.49<br />

a<br />

Le aree ombreggiate rappresentano le correlazioni tra i <strong>di</strong>sturbi dello stesso spettro sovraor<strong>di</strong>nato<br />

(internalizzante o esternalizzante), tra cui in genere si prevedono sovrapposizioni.<br />

Tabella 3: Correlazioni tra ricercatori e terapeuti (N=145) a<br />

Valutazioni<br />

degli specialisti<br />

Valutazioni dei ricercatori<br />

Depressivo Ansioso- Dipendente Schizoide- Antisociale-<br />

Evitante vittimizzato Schizotipico psicopatico<br />

Depressivo 0.56** 0.19 0.37** 0.08 -0.19<br />

Ansioso-evitante 0.46** 0.55** 0.36** 0.22 -0.30**<br />

Dipendentevittimizzato<br />

0.40** 0.06 0.56** -0.07 -0.27*<br />

Schizoide-schizotipico -0.02 0.22 -0.13 0.48** -0.09<br />

Antisociale-psicopatico -0.33** -0.23 -0.36** -0.04 0.47**<br />

Narcisista -0.16 -0.14 -0.35** 0.07 0.15<br />

Paranoide -0.26* -0.06 -0.32** 0.24* 0.21<br />

Borderline-<strong>di</strong>sregolato 0.01 -0.12 -0.09 0.07 0.22<br />

Ossessivo -0.08 0.20 -0.17 -0.05 -0.16<br />

Isterico-istrionico -0.16 -0.28* 0.04 -0.16 0.08<br />

Personalità sana 0.06 -0.11 0.17 -0.28* -0.11<br />

a<br />

Le correlazioni in grassetto (sulla <strong>di</strong>agonale) rappresentarono i coefficienti <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà convergente.<br />

Le correlazioni esterne alla <strong>di</strong>agonale rappresentano i coefficienti <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>scriminante. Valore<br />

me<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>agonale r=0.51; valore me<strong>di</strong>o esterno alla <strong>di</strong>agonale r=-0.01. Le aree ombreggiate<br />

rappresentano le correlazioni tra i <strong>di</strong>sturbi dello stesso spettro sovraor<strong>di</strong>nato (internalizzante o<br />

esternalizzante), tra cui in genere si prevedono sovrapposizioni.<br />

* p


[continuazione della Tabella 2 nella pagina <strong>di</strong> fronte a sinistra]<br />

Narcisistico Paranoide Borderline<strong>di</strong>sregolato<br />

345<br />

Ossessivo Istericoistrionico<br />

Personalità<br />

sana<br />

–<br />

0.45 –<br />

-0.02 0.39 –<br />

0.30 -0.01 -0.60 –<br />

-0.06 -0.23 0.25 -044 –<br />

-0.19 -0.58 -0.55 0.21 -0.02 –<br />

[continuazione della Tabella 3 nella pagina <strong>di</strong> fronte a sinistra]<br />

Valutazioni dei ricercatori<br />

Narcisistico Paranoide Borderline- Ossessivo Isterico- Personalità<br />

<strong>di</strong>sregolatoistrionico<br />

sana<br />

-0.08 -0.11 0.12 -0.01 -0.13 -0.10<br />

-0.16 -0.13 0.04 0.03 -0.14 -0.9<br />

-0.19 -0.34** -0.05 0.00 0.14 0.12<br />

0.14 0.26* 0.01 0.19 -0.20 -0.16<br />

0.12 0.27* 0.13 -0.16 -0.01 -0.14<br />

0.48** 0.28* -0.04 0.15 -0.09 -0.11<br />

0.30** 0.59** 0.14 -0.01 -0.14 -0.27*<br />

-0.09 0.22 0.45** -0.34** 0.04 -0.27*<br />

0.31** -0.08 -0.35** 0.50** -0.23* 0.21<br />

-0.02 -0.09 0.02 -0.09 0.45** 0.02<br />

-0.23* -035** -0.15 0.04 0.11 0.29**<br />

Prototipo della <strong>personalità</strong> sana<br />

L’analisi fattoriale dell’intero campione ha evidenziato un prototipo che si<br />

riferisce alla <strong>personalità</strong> sana ottimale o ai punti <strong>di</strong> forza adattivi della persona,<br />

<strong>una</strong> <strong>di</strong>mensione che era emersa anche nello stu<strong>di</strong>o del 1999 (Westen &<br />

Shedler, 1999b). Questo prototipo fornisce <strong>una</strong> misura del continuum salutemalattia<br />

della <strong>personalità</strong> che è trasversale a tutti i <strong>di</strong>sturbi. Un paziente con<br />

un <strong>di</strong>sturbo narcisistico, per esempio, può mostrare <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> corrispondenza<br />

col prototipo della <strong>personalità</strong> sana, con importanti implicazioni per il


funzionamento adattivo e la prognosi. Il grado <strong>di</strong> corrispondenza col prototipo<br />

sano può contribuire a chiarire dove si colloca un dato paziente lungo il<br />

continuum del funzionamento che va dallo stile nevrotico al <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong><br />

<strong>personalità</strong> (per esempio nel caso della <strong>personalità</strong> ossessiva e istericoistrionica).<br />

Questo fattore è emerso ripetutamente nelle ricerche precedenti<br />

(Westen & Shedler, 1999a), e gli item che comprende raccolgono un ampio<br />

consenso tra clinici <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi orientamenti teorici riguardo alla definizione <strong>di</strong><br />

“<strong>personalità</strong> sana” [si vedano a questo proposito gli item della SWAP elencati<br />

nella Tabella 2 a p. 25 dell’articolo <strong>di</strong> Shedler pubblicato nel n. 1/2010 <strong>di</strong><br />

Psicoterapia e Scienze Umane (N.d.R.)]. Precedenti stu<strong>di</strong> hanno mostrato che<br />

l’inclusione <strong>di</strong> un prototipo <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> sana aumenta in modo sostanziale la<br />

vali<strong>di</strong>tà pre<strong>di</strong>ttiva <strong>delle</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> (Westen, Shedler & Bradley,<br />

2006).<br />

Conclusioni<br />

I 10 prototipi per le <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>, da noi descritti e derivati empiricamente,<br />

sono scientificamente fondati e clinicamente rilevanti. In particolare,<br />

è molto incoraggiante il fatto che clinici e ricercatori in<strong>di</strong>pendenti siano in<br />

grado <strong>di</strong> riconoscere in un determinato paziente la medesima configurazione<br />

<strong>di</strong> <strong>personalità</strong>: ciò in<strong>di</strong>ca che nella pratica quoti<strong>di</strong>ana i clinici sono in grado <strong>di</strong><br />

compiere valutazioni accurate e quantificabili <strong>di</strong> sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

complesse.<br />

APPENDICE<br />

Prototipi dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> derivati empiricamente tramite la<br />

SWAP (tutte le <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> si collocano lungo un continuum <strong>di</strong> funzionamento:<br />

varianti più gravi possono essere considerate <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>, varianti<br />

meno gravi stili <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>)<br />

«Per ciasc<strong>una</strong> <strong><strong>di</strong>agnosi</strong>, prima si formi un’impressione globale della persona descritta,<br />

poi valuti in che misura il suo paziente corrisponde o assomiglia al prototipo»:<br />

5 Corrispondenza molto forte (il paziente è un<br />

esempio <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo: caso prototipico)<br />

4 Corrispondenza forte (il paziente ha questo<br />

<strong>di</strong>sturbo: si può applicare la <strong><strong>di</strong>agnosi</strong>)<br />

3 Corrispondenza moderata (il paziente ha<br />

caratteristiche significative <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo)<br />

2 Corrispondenza lieve (il paziente ha caratteristiche<br />

minori <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo)<br />

1 Ness<strong>una</strong> corrispondenza (la descrizione non<br />

corrisponde al prototipo)<br />

346<br />

Diagnosi<br />

Caratteristiche


Spettro internalizzante<br />

Lo spettro internalizzante comprende quattro <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>: depressivo,<br />

ansioso-evitante, <strong>di</strong>pendente-vittimizzato e schizoide-schizotipico. Gli<br />

in<strong>di</strong>vidui con <strong>di</strong>sturbi dello spettro internalizzante vivono emozioni dolorose<br />

croniche, in particolar modo depressione e ansia, tendono a essere emotivamente<br />

inibiti e socialmente evitanti e a incolpare se stessi <strong>delle</strong> proprie<br />

<strong>di</strong>fficoltà.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui con <strong>di</strong>sturbi nello spettro internalizzante sono cronicamente<br />

soggetti a emozioni dolorose come depressione, ansia, senso <strong>di</strong> colpa, vergogna<br />

e imbarazzo. Tendono a criticare se stessi e a sentirsi inadeguati. Sono<br />

tendenzialmente inibiti e coartati e hanno <strong>di</strong>fficoltà a concedersi <strong>di</strong> esprimere i<br />

propri impulsi e desideri. Sono in genere passivi e poco assertivi, e spesso si<br />

sentono inermi, impotenti e in balia <strong>di</strong> forze al <strong>di</strong> fuori del loro controllo.<br />

Ruminano spesso sui propri problemi. Hanno <strong>di</strong>fficoltà a riconoscere o<br />

esprimere la rabbia e invece <strong>di</strong> farlo <strong>di</strong>ventano depressi, autocritici o autopunitivi<br />

(rivolgono la rabbia verso se stessi invece <strong>di</strong> arrabbiarsi con gli altri).<br />

Spesso temono il rifiuto o l’abbandono e talvolta soffrono <strong>di</strong> dolorosi sentimenti<br />

<strong>di</strong> vuoto. Tendono a essere timi<strong>di</strong> o inibiti e a evitare le situazioni<br />

sociali per paura <strong>di</strong> provare imbarazzo. Tendono a sentirsi degli outsider o<br />

degli emarginati e spesso non hanno relazioni o amicizie strette.<br />

Personalità depressiva<br />

Descrizione sintetica: gli in<strong>di</strong>vidui con <strong>personalità</strong> depressiva sono inclini<br />

a sentimenti <strong>di</strong> depressione e inadeguatezza, tendono a essere eccessivamente<br />

autocritici o autopunitivi e possono essere assorbiti da preoccupazioni <strong>di</strong><br />

abbandono o <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono a questo prototipo tendono a essere depressi<br />

o scoraggiati e a sentirsi inadeguati, inferiori o falliti. Generalmente<br />

trovano poco piacere o sod<strong>di</strong>sfazione nelle attività quoti<strong>di</strong>ane e sentono che la<br />

loro vita è priva <strong>di</strong> significato. Non si preoccupano abbastanza <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i<br />

propri bisogni e <strong>di</strong>sconoscono e soffocano le proprie speranze e i propri<br />

desideri per proteggersi dalle delusioni. Sembrano in conflitto rispetto al<br />

provare piacere e inibiscono le sensazioni <strong>di</strong> piacere, gioia o orgoglio. In<br />

modo analogo, possono essere in conflitto o inibiti rispetto al raggiungimento<br />

<strong>di</strong> obiettivi o al successo (per esempio, non riescono a concretizzare le proprie<br />

potenzialità oppure si autosabotano quando stanno per ottenere un risultato<br />

importante). Gli in<strong>di</strong>vidui che rientrano in questo profilo sono generalmente<br />

molto autocritici, si attengono a standard irrealistici e si sentono in colpa e<br />

accusano se stessi per le cose negative che accadono. Sembra che vogliano<br />

“punirsi” creando situazioni che comportano infelicità o evitando occasioni <strong>di</strong><br />

piacere e gratificazione. Hanno problemi a riconoscere o esprimere la rabbia e<br />

347


invece <strong>di</strong> farlo <strong>di</strong>ventano depressi, autocritici o autopunitivi. Gli in<strong>di</strong>vidui che<br />

corrispondono a questo prototipo temono spesso <strong>di</strong> essere rifiutati o abbandonati,<br />

sono inclini a provare dolorosi sentimenti <strong>di</strong> vuoto e possono sentirsi<br />

deprivati o penosamente soli anche in presenza degli altri. Talvolta hanno la<br />

pervasiva sensazione che qualcuno o qualcosa <strong>di</strong> necessario per la loro felicità<br />

sia andato perduto per sempre (per esempio <strong>una</strong> relazione, la gioventù, la<br />

bellezza, il successo).<br />

Personalità ansiosa-evitante<br />

Descrizione sintetica: gli in<strong>di</strong>vidui con <strong>una</strong> <strong>personalità</strong> ansiosa-evitante<br />

sono cronicamente soggetti all’ansia, sono impacciati ed evitanti sul piano<br />

sociale e cercano <strong>di</strong> gestire l’ansia in mo<strong>di</strong> che limitano e restringono la loro<br />

esistenza.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono a questo prototipo sono cronicamente ansiosi.<br />

Tendono a ruminare, a indugiare sui problemi e a ripetersi mentalmente<br />

le conversazioni. Sono più concentrati a evitare i danni che a perseguire i<br />

propri desideri, e le loro scelte e azioni sono indebitamente influenzate da<br />

sforzi tesi a evitare pericoli percepiti. Sono inclini a provare sentimenti <strong>di</strong><br />

vergogna e imbarazzo. Spesso sono impacciati nelle situazioni sociali e<br />

tendono a evitarle per paura dell’imbarazzo o dell’umiliazione. Tendono a<br />

essere inibiti e coartati e hanno <strong>di</strong>fficoltà a riconoscere ed esprimere i propri<br />

desideri. Alcuni aderiscono rigidamente alla routine quoti<strong>di</strong>ana, hanno<br />

<strong>di</strong>fficoltà a prendere decisioni o tentennano quando devono fare <strong>una</strong> scelta. La<br />

loro ansia può incanalarsi in <strong>una</strong> varietà <strong>di</strong> modalità espressive, inclusi<br />

attacchi <strong>di</strong> panico, preoccupazioni ipocondriache (per esempio un’eccessiva<br />

preoccupazione per normali acciacchi o dolori) o sintomi somatici in risposta<br />

allo stress (per esempio mal <strong>di</strong> testa, mal <strong>di</strong> schiena, dolori addominali, asma).<br />

Personalità <strong>di</strong>pendente-vittimizzata<br />

Descrizione sintetica: gli in<strong>di</strong>vidui con <strong>una</strong> <strong>personalità</strong> <strong>di</strong>pendentevittimizzata<br />

sono estremamente <strong>di</strong>pendenti e timorosi <strong>di</strong> restare soli, tendono<br />

a preoccuparsi troppo poco del proprio benessere al punto da mettere a<br />

repentaglio la propria integrità o sicurezza e hanno <strong>di</strong>fficoltà a esprimere la<br />

rabbia in modo <strong>di</strong>retto.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono a questo prototipo sono generalmente bisognosi<br />

e <strong>di</strong>pendenti e temono <strong>di</strong> restare soli e <strong>di</strong> essere rifiutati o abbandonati.<br />

Tendono a essere compiacenti o remissivi e spesso accon<strong>di</strong>scendono a fare<br />

cose che non vogliono nel tentativo <strong>di</strong> conservare il sostegno o l’approvazione<br />

altrui. Sono in genere passivi e poco assertivi e si sentono inermi e impotenti.<br />

Sono per lo più indecisi, suggestionabili o facilmente influenzabili, naïf o<br />

innocenti, e sembra che sappiano meno <strong>delle</strong> cose del mondo <strong>di</strong> quanto ci si<br />

aspetterebbe da loro. Tendono a legarsi a persone emotivamente non <strong>di</strong>sponi-<br />

348


ili e ad allacciare relazioni in cui svolgono il ruolo <strong>di</strong> chi si prende cura o<br />

salva l’altra persona. Gli in<strong>di</strong>vidui che rientrano in questo prototipo tendono a<br />

coinvolgersi o a restare invischiati in relazioni in cui subiscono abusi fisici o<br />

psicologici o si mettono inopport<strong>una</strong>mente in situazioni rischiose (per esempio<br />

camminare da soli in luoghi insicuri o farsi avvicinare da estranei). Non si<br />

preoccupano a sufficienza <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i propri bisogni e tendono a sentirsi<br />

indegni e privi <strong>di</strong> valore. Gli in<strong>di</strong>vidui che rientrano in questo prototipo hanno<br />

<strong>di</strong>fficoltà a riconoscere o esprimere la rabbia e invece <strong>di</strong> farlo <strong>di</strong>ventano<br />

depressi, autocritici o autopunitivi. Tendono a esprimere la rabbia in mo<strong>di</strong><br />

passivi e in<strong>di</strong>retti (per esempio con errori, temporeggiamenti o <strong>di</strong>menticanze)<br />

che possono suscitare irritazione o indurre gli altri a maltrattarli.<br />

Personalità schizoide-schizotipica<br />

Descrizione sintetica: gli in<strong>di</strong>vidui con <strong>personalità</strong> schizoide-schizotipica<br />

sono caratterizzati da un pervasivo impoverimento <strong>delle</strong> relazioni interpersonali,<br />

dell’esperienza emotiva e dei processi <strong>di</strong> pensiero, che talvolta presentano<br />

aspetti peculiari.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono a questo profilo non hanno relazioni interpersonali<br />

strette e sembrano aver poco bisogno della compagnia o del contatto<br />

umano. Appaiono spesso <strong>di</strong>staccati o in<strong>di</strong>fferenti, hanno scarse competenze<br />

sociali e tendono ad avere un comportamento sociale goffo o inadeguato. Il<br />

loro aspetto o i loro mo<strong>di</strong> possono essere bizzarri o singolari (per esempio la<br />

cura della persona, la postura, il contatto oculare o il ritmo dell’eloquio<br />

possono apparire strani o “sopra le righe”), e le loro affermazioni verbali<br />

possono risultare incoerenti rispetto all’emozione che le accompagna o al<br />

comportamento non verbale. Hanno <strong>di</strong>fficoltà a interpretare il comportamento<br />

altrui e sembrano incapaci <strong>di</strong> descrivere le persone per loro importanti in<br />

modo da trasmettere un’idea <strong>di</strong> che tipo <strong>di</strong> persone siano. Analogamente<br />

hanno scarsa comprensione <strong>delle</strong> proprie motivazioni e dei propri comportamenti<br />

e fanno fatica a fornire un racconto coerente della propria vita. Gli<br />

in<strong>di</strong>vidui che rientrano in questo prototipo sembrano avere <strong>una</strong> gamma <strong>di</strong><br />

emozioni limitata o ristretta e tendono a pensare in termini concreti, mostrando<br />

<strong>una</strong> scarsa capacità <strong>di</strong> cogliere le metafore, le analogie o le sfumature. Di<br />

conseguenza suscitano spesso negli altri sensazioni <strong>di</strong> noia. Nonostante<br />

l’apparente <strong>di</strong>stacco emotivo, essi soffrono interiormente: trovano poca<br />

sod<strong>di</strong>sfazione o <strong>di</strong>vertimento nelle attività quoti<strong>di</strong>ane, tendono a sentire che la<br />

vita non ha senso e si percepiscono come degli outsider o degli emarginati.<br />

Un sottogruppo degli in<strong>di</strong>vidui che rientrano in questo prototipo presenta<br />

peculiarità del pensiero e della percezione. Il loro eloquio e i loro processi <strong>di</strong><br />

pensiero possono essere circostanziali, sconnessi o <strong>di</strong>gressivi, e i processi <strong>di</strong><br />

ragionamento o le esperienze percettive possono apparire bizzarri o i<strong>di</strong>osincratici;<br />

queste persone possono inoltre essere sospettose e vedere intenzioni<br />

malevole nelle parole e nelle azioni altrui.<br />

349


Spettro esternalizzante<br />

Lo spettro esternalizzante comprende i tre <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> antisocialepsicopatico,<br />

paranoide e narcisista. Gli in<strong>di</strong>vidui con un <strong>di</strong>sturbo nello<br />

spettro esternalizzante sono arrabbiati od ostili, concentrati su se stessi,<br />

hanno poca empatia e incolpano gli altri per le proprie <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui con un <strong>di</strong>sturbo dello spettro esternalizzante tendono ad<br />

essere arrabbiati o ostili, cosa che possono esprimere con un’aggressività<br />

aperta, con scoppi d’ira o con un comportamento critico, controllante o<br />

polemico. Tendono a essere sospettosi nei confronti degli altri, a vivere<br />

l’autorità in modo conflittuale e sono inclini a farsi coinvolgere in lotte <strong>di</strong><br />

potere. Tendono a serbare rancore e a reagire con sentimenti <strong>di</strong> rabbia e<br />

umiliazione <strong>di</strong> fronte a un’offesa percepita. Non provano empatia nei<br />

confronti dei bisogni e dei sentimenti altrui, sentono <strong>di</strong> essere privilegiati o<br />

che tutto gli è dovuto, e <strong>di</strong> solito hanno un esagerato senso della propria<br />

importanza. Tendono ad attribuire le proprie colpe agli altri o alle circostanze.<br />

Possiedono scarso insight psicologico riguardo ai propri comportamenti e<br />

motivazioni, e tendono a sentirsi maltrattati o sfruttati invece <strong>di</strong> riconoscere<br />

l’influenza che i loro comportamenti e atteggiamenti hanno sugli altri.<br />

Spesso suscitano antipatia o animosità, e in genere non hanno relazioni o<br />

amicizie strette.<br />

Personalità antisociale-psicopatica<br />

Descrizione sintetica: gli in<strong>di</strong>vidui con <strong>una</strong> <strong>personalità</strong> antisocialepsicopatica<br />

sfruttano gli altri, provano poco rimorso per il male o i danni<br />

che causano e hanno uno scarso controllo degli impulsi.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono a questo prototipo approfittano degli altri,<br />

tendono a mentire, ingannare o manipolare il prossimo. Mostrano <strong>una</strong> sprezzante<br />

noncuranza per i <strong>di</strong>ritti, la proprietà o la sicurezza degli altri e non<br />

provano empatia per i loro bisogni e sentimenti. Provano scarso rimorso per il<br />

male o i danni causati alle altre persone. Sembrano impermeabili alle conseguenze<br />

<strong>delle</strong> loro azioni e incapaci o non <strong>di</strong>sposti a mo<strong>di</strong>ficare il proprio<br />

comportamento in risposta a minacce o conseguenze negative. Sono generalmente<br />

privi <strong>di</strong> introspezione e incolpano gli altri o le circostanze per le proprie<br />

<strong>di</strong>fficoltà. Spesso sembrano trarre piacere dall’essere sa<strong>di</strong>ci o aggressivi con<br />

gli altri e talvolta cercano <strong>di</strong> dominare le persone per loro importanti con<br />

l’intimidazione o la violenza. Gli in<strong>di</strong>vidui che rientrano in questo prototipo<br />

sono <strong>di</strong> solito impulsivi, cercano il brivido, l’eccitazione, la novità e hanno<br />

bisogno <strong>di</strong> livelli elevati <strong>di</strong> stimolazione. Sono tendenzialmente inaffidabili e<br />

irresponsabili e talvolta non riescono a rispettare gli obblighi lavorativi o a<br />

onorare gli impegni finanziari. Possono mostrare comportamenti antisociali<br />

come attività illegali, abuso <strong>di</strong> sostanze o violenza interpersonale. Possono<br />

riuscire a convincere a più riprese gli altri del loro impegno a cambiare,<br />

portandoli a pensare che “questa volta è davvero <strong>di</strong>verso”, per poi riprendere<br />

come se niente fosse col loro precedente comportamento <strong>di</strong>sadattivo.<br />

350


Personalità paranoide<br />

Descrizione sintetica: gli in<strong>di</strong>vidui con <strong>una</strong> <strong>personalità</strong> paranoide sono<br />

cronicamente sospettosi, ostili o arrabbiati, e molti <strong>di</strong> loro presentano<br />

<strong>di</strong>sturbi del pensiero.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono a questo prototipo sono cronicamente<br />

sospettosi, si aspettano che gli altri facciano loro del male, li ingannino,<br />

cospirino contro <strong>di</strong> loro o li tra<strong>di</strong>scano. Incolpano gli altri o le circostanze dei<br />

propri problemi, e attribuiscono le proprie <strong>di</strong>fficoltà a fattori esterni. Si<br />

sentono incompresi, maltrattati o sfruttati, senza riconoscere il proprio ruolo<br />

nei conflitti interpersonali, Gli in<strong>di</strong>vidui che rientrano in questo prototipo<br />

tendono a essere arrabbiati od ostili e soggetti a scoppi d’ira. Tendono a<br />

vedere negli altri i loro impulsi inaccettabili e non in se stessi, per cui sono<br />

inclini ad attribuire erroneamente l’ostilità alle altre persone. Sono tendenzialmente<br />

controllanti, polemici, contestatori o facili a <strong>di</strong>ssentire e a serbare<br />

rancore. Spesso suscitano antipatia o animosità e <strong>di</strong> solito non hanno relazioni<br />

o amicizie strette. Questi in<strong>di</strong>vidui mostrano spesso <strong>di</strong>sturbi del pensiero,<br />

oltre a idee paranoi<strong>di</strong>. Le loro percezioni e i loro ragionamenti possono<br />

essere bizzarri o i<strong>di</strong>osincratici, e quando vivono emozioni forti queste<br />

persone possono <strong>di</strong>ventare irrazionali, fino al punto da sembrare deliranti.<br />

Personalità narcisistica<br />

Descrizione sintetica: gli in<strong>di</strong>vidui con <strong>personalità</strong> narcisistica sono gran<strong>di</strong>osi<br />

e pretenziosi, sprezzanti e critici verso gli altri e spesso sotto <strong>una</strong><br />

facciata <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>osità mostrano segni <strong>di</strong> vulnerabilità.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono a questo prototipo hanno un esagerato<br />

senso della propria importanza. Sentono <strong>di</strong> essere privilegiati e che tutto gli è<br />

dovuto, si aspettano un trattamento preferenziale e cercano <strong>di</strong> mettersi al<br />

centro dell’attenzione. Coltivano fantasie <strong>di</strong> successo, potere, bellezza o<br />

talento illimitati, e tendono a considerare gli altri come spettatori della<br />

propria importanza o eccezionalità. Credono <strong>di</strong> poter essere apprezzati da – o<br />

<strong>di</strong> dover frequentare – solo persone <strong>di</strong> stato elevato, superiori o “speciali”.<br />

Sono poco empatici e sembrano incapaci <strong>di</strong> comprendere o rispondere ai<br />

bisogni e ai sentimenti altrui a meno che non coincidano coi propri. Gli<br />

in<strong>di</strong>vidui che rientrano in questo prototipo tendono a essere sprezzanti,<br />

boriosi e arroganti. Sono tendenzialmente critici, invi<strong>di</strong>osi, competitivi e<br />

inclini a partecipare a lotte <strong>di</strong> potere. Cercano <strong>di</strong> evitare sentimenti <strong>di</strong><br />

impotenza e depressione arrabbiandosi, e tendono a reagire con sentimenti <strong>di</strong><br />

rabbia e umiliazione alle offese o alle critiche. La loro gran<strong>di</strong>osità manifesta<br />

può mascherare <strong>una</strong> sottostante vulnerabilità. Gli in<strong>di</strong>vidui che rientrano in<br />

questo prototipo investono molto nel vedersi e mostrarsi come emotivamente<br />

forti, privi <strong>di</strong> problemi e in grado <strong>di</strong> controllare le situazioni, spesso nonostante<br />

chiari segni <strong>di</strong> insicurezza o sofferenza <strong>di</strong> fondo. Un consistente<br />

sottogruppo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui narcisistici tende a sentirsi inadeguato o inferiore, a<br />

sentire che la vita è priva <strong>di</strong> senso e a essere autocritico e intollerante rispetto<br />

ai propri <strong>di</strong>fetti umani, attenendosi a irrealistici standard <strong>di</strong> perfezione.<br />

351


Spettro borderline-<strong>di</strong>sregolato<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui con <strong>una</strong> <strong>personalità</strong> borderline-<strong>di</strong>sregolata presentano <strong>una</strong><br />

menomazione della capacità <strong>di</strong> regolare le emozioni, hanno percezioni<br />

instabili <strong>di</strong> sé e degli altri che li portano a relazioni intense e caotiche, e sono<br />

inclini ad agire i propri impulsi, compresi quelli auto<strong>di</strong>struttivi.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono a questo prototipo hanno emozioni che<br />

possono mutare rapidamente e intensificarsi in <strong>una</strong> spirale incontrollata,<br />

arrivando a livelli estremi <strong>di</strong> tristezza, ansia e rabbia. Tendono a essere<br />

“catastrofici”, a vedere i problemi come <strong>di</strong>sastrosi o insolubili, e sono spesso<br />

incapaci <strong>di</strong> tranquillizzarsi senza l’aiuto <strong>di</strong> un’altra persona. Quando vivono<br />

forti emozioni <strong>di</strong>ventano spesso irrazionali e mostrano un significativo<br />

declino del loro livello <strong>di</strong> funzionamento abituale. Gli in<strong>di</strong>vidui che rientrano<br />

in questo prototipo non hanno un senso stabile <strong>di</strong> sé: i loro atteggiamenti,<br />

valori, obiettivi e sentimenti <strong>di</strong> sé possono essere molto instabili o continuamente<br />

mutevoli, e sono soggetti a dolorosi sentimenti <strong>di</strong> vuoto. Analogamente,<br />

hanno <strong>di</strong>fficoltà a mantenere <strong>una</strong> visione stabile ed equilibrata degli altri:<br />

quando sono emotivamente turbati, hanno <strong>di</strong>fficoltà a percepire contemporaneamente<br />

le qualità positive e negative <strong>di</strong> <strong>una</strong> stessa persona e vedono gli altri<br />

in termini <strong>di</strong> “tutto bianco o tutto nero”. Di conseguenza, le loro relazioni<br />

tendono a essere instabili, caotiche e a cambiare rapidamente. Temono il<br />

rifiuto e l’abbandono, hanno paura <strong>di</strong> restare soli e si legano velocemente e<br />

intensamente agli altri. Sono inclini a sentirsi fraintesi, maltrattati o vittimizzati.<br />

Spesso suscitano negli altri emozioni intense; possono spingere le altre<br />

persone in ruoli o “copioni” che sono per queste ultime estranei e non familiari<br />

(per esempio, essere insolitamente crudeli o compiere sforzi “eroici” per<br />

salvarli). In modo simile, possono suscitare conflitti o animosità tra le altre<br />

persone. Gli in<strong>di</strong>vidui che rientrano in questo prototipo tendono ad agire<br />

impulsivamente. La loro vita lavorativa e quella quoti<strong>di</strong>ana possono essere<br />

caotiche e instabili. Possono mettere in atto impulsi auto<strong>di</strong>struttivi, compresi<br />

gesti autolesivi, minacce o gesti suicidari e tentativi <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o, specialmente<br />

quando <strong>una</strong> relazione <strong>di</strong> attaccamento si rompe o è in pericolo.<br />

Stili nevrotici<br />

Il raggruppamento degli stili nevrotici comprende due sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>:<br />

quella ossessiva e quella isterico-istrionica. In generale, queste sindromi<br />

non implicano lo stesso livello <strong>di</strong> menomazione o <strong>di</strong>sfunzione <strong>delle</strong> altre<br />

sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> e possono quin<strong>di</strong> essere considerate stili caratteriali<br />

piuttosto che <strong>di</strong>sturbi. Le varianti più estreme possono tuttavia essere ritenute<br />

veri e propri <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>.<br />

Personalità ossessiva<br />

Descrizione sintetica: gli in<strong>di</strong>vidui con <strong>una</strong> <strong>personalità</strong> ossessiva hanno un<br />

approccio intellettualizzante e eccessivamente “razionale” alla vita, sono<br />

352


emotivamente coartati, rigi<strong>di</strong> e ipercritici con se stessi e gli altri, e hanno<br />

conflitti relativi a rabbia, aggressività e autorità.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono a questo prototipo tendono a considerarsi<br />

logici e razionali, non influenzati dalle emozioni. Tendono a pensare in<br />

termini astratti e intellettuali, a farsi assorbire dai dettagli (spesso al punto <strong>di</strong><br />

non cogliere l’essenziale) e preferiscono agire come se le emozioni fossero<br />

irrilevanti o prive <strong>di</strong> effetti. Tendono a consacrarsi eccessivamente al lavoro e<br />

alla produttività a scapito del <strong>di</strong>vertimento e <strong>delle</strong> relazioni. Gli in<strong>di</strong>vidui che<br />

rientrano in questo prototipo tendono a essere inibiti e coartati e hanno<br />

<strong>di</strong>fficoltà a riconoscere o esprimere desideri, impulsi o rabbia. Investono<br />

molto nel vedersi e mostrarsi emotivamente forti, privi <strong>di</strong> problemi e capaci <strong>di</strong><br />

controllare le situazioni, spesso nonostante chiari segni <strong>di</strong> insicurezza, angoscia<br />

o sofferenza <strong>di</strong> fondo. Tendono a negare o <strong>di</strong>sconoscere i propri bisogni<br />

<strong>di</strong> attenzione o conforto e considerano spesso tali bisogni come <strong>una</strong> debolezza.<br />

Tendono ad aderire rigidamente alla routine quoti<strong>di</strong>ana e vanno in ansia o<br />

si sentono a <strong>di</strong>sagio quando essa viene mo<strong>di</strong>ficata; in genere sono eccessivamente<br />

preoccupati da regole, procedure, or<strong>di</strong>ne, organizzazione, scadenze,<br />

ecc. Possono essere assorbiti da preoccupazioni circa la sporcizia, la pulizia o<br />

la contaminazione. La loro razionalità e la loro vita inquadrata mascherano<br />

generalmente sentimenti sottostanti <strong>di</strong> ansia e rabbia. Gli in<strong>di</strong>vidui che<br />

rientrano in questo prototipo hanno spesso conflitti relativi alla rabbia,<br />

all’aggressività e all’autorità. Sono autocritici, si aspettano <strong>di</strong> essere “perfetti”<br />

e sono ugualmente critici con gli altri, in modo sia aperto sia celato. Sono<br />

controllanti, polemici, convinti <strong>di</strong> essere nel giusto o moralisti. Sono tendenzialmente<br />

avari e poco generosi (per esempio in termini <strong>di</strong> tempo, affetto o<br />

denaro). Dato che sono spesso in conflitto con l’autorità, lottano contro<br />

impulsi contrad<strong>di</strong>tori che li spingono a sottomettersi o a ribellarsi a essa.<br />

Personalità isterico-istrionica<br />

Descrizione sintetica: gli in<strong>di</strong>vidui con <strong>una</strong> <strong>personalità</strong> isterico-istrionica<br />

sono emotivamente teatrali e cognitivamente impressionistici, sessualmente<br />

provocatori e suggestionabili sul piano interpersonale, idealizzano le persone<br />

che ammirano e si attaccano agli altri al tempo stesso in un modo intenso e,<br />

paradossalmente, superficiale.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono a questo prototipo sono emotivamente<br />

teatrali e inclini a esprimere le emozioni con modalità esagerate e melodrammatiche.<br />

Le loro reazioni tendono a basarsi più sulle emozioni che sulla<br />

riflessione, e il loro stile cognitivo tende a essere superficiale, globale e<br />

impressionistico (per esempio tralasciano i dettagli, sorvolano sulle incoerenze,<br />

pronunciano male i nomi). Le loro convinzioni e aspettative sembrano<br />

cliché o stereotipi, come fossero tratte da libri <strong>di</strong> fiabe o film, loro stessi<br />

appaiono naïf o innocenti, e sembra che sappiano meno <strong>delle</strong> cose del mondo<br />

<strong>di</strong> quanto ci si potrebbe aspettare. Gli in<strong>di</strong>vidui che rientrano in questo<br />

prototipo tendono a essere sessualmente seduttivi o provocanti. Sfruttano in<br />

modo esagerato il proprio aspetto fisico per essere notati e ottenere attenzione,<br />

353


con modalità che paiono riassumere tutti gli stereotipi <strong>di</strong> genere. Possono<br />

flirtare eccessivamente con gli altri, essere completamente assorbiti della<br />

conquista sessuale, tenere gli altri “sulla corda”, oppure essere promiscui.<br />

Possono farsi coinvolgere in “triangoli” amorosi o sessuali, e possono essere<br />

attratti da persone che sono già impegnate o corteggiate da altri. Sembra che<br />

abbiano <strong>di</strong>fficoltà a rivolgere verso la stessa persona sia sentimenti <strong>di</strong> tenerezza<br />

sia desideri sessuali, e tendono a vedere gli altri come alternativamente<br />

virtuosi o sexy, ma mai entrambe le cose contemporaneamente. Gli in<strong>di</strong>vidui<br />

che rientrano in questo prototipo sono suggestionabili o facilmente influenzabili,<br />

e idealizzano le persone ammirate al punto da assorbirne gli atteggiamenti<br />

e i mo<strong>di</strong>. Fantasticano l’amore ideale e perfetto, ma tendono a scegliere<br />

partner sessuali o amorosi che sono emotivamente non <strong>di</strong>sponibili o che<br />

sembrano inadeguati (ad esempio per età, status sociale o economico).<br />

Possono legarsi alle altre persone in modo rapido e intenso. Sotto la superficie,<br />

spesso temono <strong>di</strong> essere lasciati soli, rifiutati o abbandonati.<br />

Personalità sana<br />

Questo prototipo rappresenta la <strong>personalità</strong> sana ottimale. Il livello <strong>di</strong><br />

corrispondenza con questo prototipo fornisce <strong>una</strong> misura dei punti <strong>di</strong> forza<br />

psicologici adattivi. Quanto più un in<strong>di</strong>viduo si avvicina a questo prototipo,<br />

tanto più è in grado <strong>di</strong> avere relazioni mature e appaganti, <strong>di</strong> trovare significato<br />

e sod<strong>di</strong>sfazione nelle attività della vita e <strong>di</strong> usare in modo efficace i<br />

propri talenti e abilità.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono a questo prototipo sanno mantenere relazioni<br />

significative caratterizzate da un’intimità autentica e dalla capacità <strong>di</strong><br />

prendersi cura dell’altro. Sono empatici e responsivi verso i bisogni e i<br />

sentimenti altrui e sono in grado <strong>di</strong> riconoscere punti <strong>di</strong> vista alternativi anche<br />

quando sono in gioco forti emozioni. Possiedono standard etici e morali e li<br />

rispettano, e sono in genere coscienziosi e responsabili. Sono a proprio agio<br />

nelle situazioni sociali, sanno farsi valere efficacemente quando necessario,<br />

tendono a essere energici ed espansivi e <strong>di</strong> solito suscitano simpatia. In genere<br />

hanno <strong>una</strong> vita sessuale sod<strong>di</strong>sfacente. Sono capaci <strong>di</strong> introspezione e comprendono<br />

se stessi e gli altri in modo sfaccettato. Sono in grado <strong>di</strong> ascoltare e<br />

fare un uso efficace <strong>di</strong> comunicazioni emotivamente minacciose, e generalmente<br />

sono venuti a patti con le esperienze dolorose del proprio passato,<br />

trovandovi un senso e un’occasione <strong>di</strong> crescita. Gli in<strong>di</strong>vidui che rientrano in<br />

questo prototipo <strong>di</strong> solito esprimono emozioni adeguate, per qualità e intensità,<br />

alla situazione. In genere provano piacere e sod<strong>di</strong>sfazione nelle attività<br />

della vita, nel guidare o sostenere gli altri, nell’appartenere a <strong>una</strong> comunità più<br />

ampia e nel perseguire obiettivi a lungo termine. Gli in<strong>di</strong>vidui che corrispondono<br />

a questo prototipo sono in grado <strong>di</strong> utilizzare i propri talenti, abilità ed<br />

energie in modo efficace e produttivo. Amano le sfide e hanno piacere nel<br />

realizzare le cose. Hanno <strong>una</strong> buona capacità <strong>di</strong> espressione verbale, hanno<br />

senso dell’umorismo e tendono e ad affrontare i problemi in modo creativo.<br />

354


Riassunto. Viene presentato un sistema <strong>di</strong>agnostico della patologia <strong>di</strong> <strong>personalità</strong> derivato<br />

empiricamente, clinicamente rilevante e <strong>di</strong> agevole uso quoti<strong>di</strong>ano. Un campione randomizzato<br />

<strong>di</strong> psichiatri e psicologi clinici statunitensi (N=1.201) ha descritto un proprio paziente,<br />

selezionato in modo casuale e affetto da un <strong>di</strong>sturbo della <strong>personalità</strong>, utilizzando la Shedler-<br />

Westen Assessment Procedure-II (SWAP-II). L’analisi fattoriale ha prodotto 10 <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>personalità</strong>, clinicamente coerenti, organizzate in tre cluster sovraor<strong>di</strong>nati: internalizzante,<br />

esternalizzante e borderline-<strong>di</strong>sregolato. Le descrizioni col punteggio più elevato sono state<br />

selezionate per costruire un prototipo <strong>di</strong> ogni sindrome <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>. In un secondo campione<br />

in<strong>di</strong>pendente, i ricercatori e i clinici sono stati in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosticare le sindromi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong><br />

con un elevato accordo e un livello minimo <strong>di</strong> comorbilità. Questi 10 prototipi <strong>di</strong>agnostici<br />

sono empiricamente fondati e clinicamente rilevanti. [PAROLE CHIAVE: <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> <strong>personalità</strong>,<br />

<strong><strong>di</strong>agnosi</strong> e classificazione, SWAP-II, <strong><strong>di</strong>agnosi</strong> prototipiche, <strong>personalità</strong> sana]<br />

Abstract. AN EMPIRICALLY DERIVED TAXONOMY FOR PERSONALITY DIAGNOSIS:<br />

BRIDGING SCIENCE AND PRACTICE IN CONCEPTUALIZING PERSONALITY. A<br />

system for <strong><strong>di</strong>agnosi</strong>ng personality pathology that is empirically derived, clinically relevant, and<br />

practical for day-to-day use is described. A random US sample of psychiatrists and clinical<br />

psychologists (N=1,201) described a randomly selected patient with any degree of personality<br />

dysfunction using the Shedler-Westen Assessment Procedure-II (SWAP-II). Factor analysis to<br />

identify naturally occurring <strong>di</strong>agnostic groupings yielded 10 clinically coherent personality<br />

<strong>di</strong>agnoses organized into three higher-order clusters: internalizing, externalizing, and borderline-dysregulated.<br />

The most highly rated descriptors to construct a <strong>di</strong>agnostic prototype for<br />

each personality syndrome were selected. In a second, independent sample, researchers and<br />

clinicians were able to <strong>di</strong>agnose the personality syndromes with high agreement and minimal<br />

comorbi<strong>di</strong>ty. These 10 prototypes provide a framework for personality <strong><strong>di</strong>agnosi</strong>s that is both<br />

empirically based and clinically relevant. [KEY WORDS: personality <strong>di</strong>sorders, <strong><strong>di</strong>agnosi</strong>s and<br />

classification, SWAP-II, prototype <strong><strong>di</strong>agnosi</strong>s, personality styles and health]<br />

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