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tesi laurea triennale

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PARTE SECONDA - IL LINGUAGGIO COME STRUMENTO DELLA SCRITTURA<br />

nella scrittura popolare. L’antologia, in particolare, costituì negli anni un contenitore<br />

da cui estrarre poesie, precetti, massime, piccoli componimenti" 29 .<br />

L’utilizzo della scrittura quindi si concretizzava anche al di fuori dell’ambito<br />

scolastico, approdando agli ambiti lavorativi più disparati; tra i commercianti, gli<br />

artigiani e i contadini. Le finalità pratiche, che si legavano all’uso della scrittura,<br />

favorivano il mantenimento delle capacità apprese all’interno delle mura scolastiche.<br />

Contratti, lettere, testamenti, inventari e avvisi costringevano i lavoratori a una<br />

produzione scritta, che permetteva loro di non perdere ciò che avevano acquisito,<br />

magari a molti anni distanza.<br />

Una particolarità, quella della scrittura, che non cessava di svilupparsi nemmeno<br />

durante i periodi di servizio militare. Anche durante i tre anni di leva, i commilitoni<br />

erano messi in condizione di entrare in contatto con testi e volumetti, come la<br />

"genealogia della casa imperiale" o la "storia dell’armata austriaca", letture che avevano<br />

lo scopo di stimolare i soldati, trentini e non, a cimentarsi nello scrivere filastrocche,<br />

lettere, racconti brevi, canzoni popolari o appunti di vario genere. Si trattava di uno<br />

scrivere più o meno abile, che cercava di soddisfare il bisogno di raccontare la propria<br />

situazione emotiva, di annotare eventi particolari, i quali magari avevano colpito<br />

l’attenzione dell’autore, che voleva quindi farne memoria. Uno stimolo dunque che<br />

traeva origine dal distacco obbligato dalle proprie origini spingendo i soldati a<br />

raccontare se stessi attraverso la penna. Durante il conflitto la lettera era "chiamata a<br />

sostituire il colloquio".<br />

La guerra con tutte le proprie appendici di fame, freddo, fatica, scontri, morte,<br />

entra prepotentemente nelle vite di milioni di uomini, che si vedono costretti a lunghi<br />

periodi d'isolamento forzato, lontani dai propri affetti, privati di quel contatto orale che<br />

permetteva loro di raccontarsi. Deriva proprio da questa sorta di "privazione affettiva" il<br />

massiccio utilizzo epistolare da parte dei soldati al fronte. Un disastro emotivo, che<br />

spinge gli "esiliati al fronte" a cercare conforto nel racconto delle tragedie che vivono e<br />

che sono costretti a patire giorno dopo giorno: "Con la Grande Guerra si ha un salto<br />

quantitativo e qualitativo: la guerra diventa nel medesimo tempo il luogo e l’argomento<br />

della scrittura, occasione e stimolo per un uso di massa. Intanto la guerra costituisce<br />

29 Ibidem.<br />

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