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PARTE SECONDA - "LA VITA GUERESCA": UNA PRIMA INTERPRETAZIONE<br />
il fatto lo colpirà così profondamente da annotare commenti molto duri nei confronti<br />
dell'esercito zarista. Il 28 marzo, dopo aver assisto alla celebrazione della messa della<br />
domenica delle Palme, ripartono e raggiungono la città di Lemberg. Più avanti Beltrami<br />
ci fa sapere di aver passato, assieme ad alcuni compagni, alcune notti nelle carceri della<br />
città, raggiungendo in seguito il confine. Annota di essere caricati sul treno trentasei<br />
uomini per vagone, in direzione dell'Asia.<br />
Attraversando la Russia Beltrami si ammala con febbre molto alta ricevendo<br />
altresì alcune cure mediche. Giunti alla grande stazione di "Taschene o Taschet" (il<br />
nome è di difficile comprensione, anche se presumibilmente si tratta della città di<br />
Tashkent 36 , la capitale dell'odierno Uzbekistan) scendono dal treno raggiungendo le<br />
caserme. Qui, Beltrami trascorre undici giorni di ricovero alla fine dei quali sarà<br />
dimesso in buona salute. Il 27 aprile viene a sapere che la sua Compagnia è stata inviata<br />
altrove, dovendo quindi per forza maggiore unirsi alla terza Compagnia, quella dei<br />
rumeni. Racconta di essersi ambientato abbastanza velocemente e senza grossa fatica,<br />
per poi trascorrere quattro mesi senza nemmeno dover lavorare. Il 26 agosto annota<br />
l'esistenza di una "commissione per il lavoro", che preleva 200 uomini, mentre due<br />
giorni dopo la partenza da "Taschene o Taschet". Dopo tre settimane di cammino<br />
riferisce dell'arrivo a "Press Spett", dove inizia a lavorare per la costruzione di una<br />
ferrovia. Il 20 novembre incontra tre soldati italiani, due di Trieste e uno di Rovereto.<br />
Del soldato roveretano cita il cognome, un certo Sannicolò, mentre dei due soldati<br />
triestini mantiene l'anonimato. Racconta di trascorrere abbastanza bene l'inverno in loro<br />
compagnia dopodiché le pagine del suo "diario" terminano.<br />
dell'autore.<br />
La memoria si chiude in data 5 maggio 1916, accompagnata dalla firma<br />
36 Nelle proprie memorie Giacomo Beltrami cita la città di "Taschene" o "Taschent", per la quale transita<br />
durante il viaggio verso l’interno del territorio russo. A seguito di un confronto con un altro diario di<br />
guerra, precisamente con il diario di Silvio Viezzoli, intitolato "Prigionia in Russia" (costituido da 58<br />
pagine con alcune foto in bianco e nero), sono riuscito a scoprire che la città dove Beltrami sosta è<br />
proprio Taskent, capitale dell’odierno Uzbekistan. Nel suo diario, Viezzoli annota l’arrivo di molti<br />
prigionieri austriachi, circa sui quarant'anni, che si esprimono in italiano e catturati nella fortezza di<br />
Przemysl. Viezzoli circoscrive questo episodio, annotando la data del 18 aprile 1915, data che<br />
coinciderebbe con l’arrivo di Beltrami. Tutti questi indizi mi portano a ritenere ragionevolmente che la<br />
città di cui parla Beltrami sia proprio la stessa Taskent, citata anche da Viezzoli. Cfr., S. Viezzoli,<br />
Prigionia in Russia, Conferenza tenuta a Belluno nel 1928. La fonte è rintracciabile on-line al seguente<br />
indirizzo internet:<br />
http://atrieste.eu/Forum3/viewtopic.php?f=8&t=2651&start=0&sid=7127e4b5f04d87fab32b594671bcd14<br />
b; postato da da "rofizal" venerdì 11 gennaio 2008, 17:07.<br />
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