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Chapter 2 - ITT

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CARCINOMA MAMMARIO<br />

2.4.3.4 Fase degli esiti tardivi<br />

Questa fase si può collocare temporalmente trascorsi i 60 giorni dall’intervento chirurgico.<br />

Le più frequenti problematiche d’interesse riabilitativo che riscontriamo in questa fase sono: il dolore della parete<br />

toracica e/o dell’arto superiore, legati ad un’anomala organizzazione delle cicatrici con formazione di neurinomi<br />

del nervo intercostobrachiale; la capsulite adesiva della spalla e altre problematiche articolari; sofferenze<br />

del plesso brachiale, esiti posturali e il linfedema.<br />

L’edema linfatico rimane oggi l’esito cronico più importante per le donne operate, anche se si presenta con una<br />

frequenza inferiore rispetto al passato.<br />

L’ampia incidenza riscontrata in letteratura, dal 7 all’82%, è dovuta ai diversi criteri di misurazione, classificazione e<br />

raccolta dati. L’incidenza e l’entità del linfedema risultavano più elevate quando la chirurgia era ampiamente demolitiva<br />

e la radioterapia veniva indirizzata sulla catena mammaria interna, sull’ascella e sulla regione sovraclaveare.<br />

L’edema viene classificato in lieve, moderato, grave, gravissimo con lesione del plesso brachiale.<br />

L’edema lieve è molle, recede con il riposo notturno e insorge generalmente a breve distanza dall’intervento chirurgico<br />

o radioterapico, presenta una differenza di diametro con l’arto contro-laterale sano di 1-3 cm. La cute<br />

mantiene l’elasticità e non si evidenziano lesioni trofiche; la fovea è positiva ma rientra subito. La paziente non riferisce<br />

episodi precedenti di linfangiti. In questi casi l’intervento riabilitativo prevede una maggiore attenzione<br />

all’educazione preventiva finalizzata alla cura dell’arto, al corretto posizionamento insegnando posture ed esercizi<br />

drenanti e, a discrezione degli specialisti, il linfodrenaggio manuale (LDM) con bendaggio elastocompressivo.<br />

L’edema moderato è duro-elastico, non recede con il riposo notturno, presenta una differenza di diametro con l’arto<br />

controlaterale sano di 3-5 cm. La cute perde d’elasticità, la fovea è positiva e stabile. Il paziente può riferire episodi<br />

di linfangite. Ci può essere alterata funzionalità dell’arto. In questi casi l’intervento fisioterapico è così strutturato:<br />

• linfodrenaggio manuale (LDM) + bendaggio elastocompressivo + guaina elastica confezionata su misura +<br />

esercizi da eseguire con la compressione;<br />

e/o<br />

• linfo-pressoterapia sequenziale preceduta da manovre di apertura secondo LDM + guaina elastica confezionata<br />

su misura.<br />

L’edema grave è duro, non recede con il riposo notturno e presenta una differenza di diametro con l’arto controlaterale<br />

sano maggiore di 5 cm. La cute ha perso d’elasticità, la fovea è profonda e stabile. La funzionalità dell’arto<br />

è modificata con limitazione dei movimenti in rapporto all’aumento di peso dell’arto ed alla fibrosi. L’intervento<br />

riabilitativo è così articolato:<br />

• linfodrenaggio manuale (LDM) + bendaggio elastocompressivo + guaina elastica confezionata su misura +<br />

esercizi da eseguire con la compressione;<br />

e/o<br />

• linfo-pressoterapia sequenziale preceduta da manovre di apertura secondo LDM.<br />

L’edema gravissimo con interessamento del plesso brachiale: in questo caso il quadro clinico è complicato dall’interessamento<br />

del plesso brachiale.<br />

Il programma riabilitativo è come sopra con l’aggiunta di ausili di supporto per l’arto paretico/plegico.<br />

Vogliamo sottolineare che l’approccio terapeutico-riabilitativo al linfedema è globale sia perché vede coinvolte<br />

più figure professionali e combina le seguenti modalità operative:<br />

• linfodrenaggio manuale (Vodder, Foldi, Asdonk, Leduc, Bouchet, Casley-Smith);<br />

• terapia elasto-compressiva (bendaggio e guaina contenitiva personalizzata);<br />

• terapia meccanica pressoria sequenziale;<br />

• esercizi drenanti da eseguire in compressione e posture drenanti;<br />

• educazione alla cura dell’arto (opuscolo informativo);<br />

• programma di rivalutazione a distanza (follow-up).<br />

La valutazione della paziente dovrà sempre prevedere un approccio diagnostico multidisciplinare per escludere<br />

eventuali riprese di malattia.<br />

2.4.3.5 Complicanze da chemio/radioterapia<br />

La maggiore attenzione per la qualità della vita delle pazienti sottoposte a trattamenti post-chirurgici ha migliorato<br />

ad un tempo la qualità delle cure ed introdotto interventi di sostegno mirati alla riduzione degli effetti collaterali<br />

di chemio e radioterapia. Ciò ha notevolmente aumentato la tolleranza delle pazienti nei confronti dei<br />

trattamenti oncologici. È tuttavia importante ricordare quanto la riabilitazione possa essere incisiva in questo<br />

periodo, non solo per monitorare la capacità funzionale delle persone, ma anche per promuovere abitudini motorie,<br />

posturali e modelli respiratori che permettano un maggior risparmio energetico, una migliore gestione<br />

delle proprie capacità, la prevenzione di danni da ipomobilità, ed ancora, un maggior controllo sui disagi possibili<br />

e sullo stress.<br />

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