Tu partecipi, Io partecipo - Save the Children Italia Onlus
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97 Per approfondimenti si rimanda in<br />
particolare a: Brownlie, J., Anderson, S.,<br />
Ormston, R.,, <strong>Children</strong> as researchers,<br />
Scottish Executive Sociale Research, 2006;<br />
Laws, Involving <strong>Children</strong> in Primary<br />
Research, in <strong>Save</strong> <strong>the</strong> <strong>Children</strong>, So You Want<br />
to Involve <strong>Children</strong> in Research? 2004.<br />
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a. Action research (ricerca-azione): ogni ricerca che fornisce una direzione per agire in vista<br />
del cambiamento;<br />
b. Participatory research, che comprende:<br />
i. Participatory Rural Appraisal (PRA): il processo di ricerca è condiviso con i<br />
partecipanti e si basa su metodi visuali, che facilitano il coinvolgimento di persone<br />
non istruite;<br />
ii. Participatory Action Research (PAR): la ricerca è dei partecipanti, che la controllano<br />
come base per il loro programma d’azione. Il ruolo dei ricercatori esterni è più<br />
limitato e centrale è l’empowerment della comunità;<br />
iii. Participatory Learning and Action: insieme di approcci partecipativi che hanno in<br />
comune la partecipazione delle persone in un processo di apprendimento rispetto ai<br />
loro bisogni, capacità e opinioni e nelle azioni per risolverli.<br />
L’approccio partecipato può essere applicato per produrre dati quantitativi e/o qualitativi<br />
e, anche se condivide molte delle caratteristiche della ricerca qualitativa convenzionale, si<br />
differenzia dai metodi tradizionali per il modo di lavorare più ‘inclusivo’.<br />
La partecipazione infatti concerne il ruolo centrale che assumono i soggetti che vivono in<br />
prima persona il fenomeno che si vuole studiare.<br />
Una delle caratteristiche principali dell’approccio partecipato è dunque il maggior<br />
controllo dato ai soggetti della ricerca; cioè i ricercatori piuttosto che utilizzare i soggetti<br />
come sola fonte di informazioni, stabiliscono un’interazione che arricchisce entrambi e<br />
permette dei cambiamenti.<br />
Come affermano Laws (2004) e Wilkinson (2000), non esiste un unico modo corretto per<br />
coinvolgere i ragazzi, così come non c’è una tecnica ideale da usare nelle ricerche con i<br />
ragazzi; si può scegliere di far partecipare i ragazzi ad ogni stadio della ricerca o di<br />
consultarli su una specifica area, così come ci possono essere situazioni in cui è<br />
preferibile utilizzare un metodo di ricerca più convenzionale. Vari esperti suggeriscono<br />
l’ipotesi di consultare gli stessi ragazzi per sapere come essi vorrebbero essere coinvolti.<br />
Comparando diversi materiali di ricerca e varie esperienze di partecipazione 97 , è possibile<br />
delineare due approcci generali e le rispettive caratteristiche:<br />
• ‘Child-led’ research (ricerca condotta dai ragazzi): i ragazzi decidono su cosa<br />
condurre la ricerca e gli adulti sono dei facilitatori; è un processo di indagine insieme<br />
agli adulti, ma dove le decisioni sono prese dai ragazzi. La ricerca è guidata dai ragazzi<br />
su questioni che ritengono importanti e possono sviluppare azioni di advocacy a<br />
partire dal lavoro di ricerca.<br />
• ‘<strong>Children</strong> and young people as part of a research team’ (indagini nelle quali i<br />
bambini e gli adolescenti sono coinvolti come parte di un più ampio gruppo di<br />
ricerca): in questo approccio rientrano molteplici pratiche che si basano sul<br />
coinvolgimento dei ragazzi nel gruppo di ricerca, ma il focus della ricerca viene deciso<br />
dagli adulti prima dell’attivazione dei ragazzi. A seconda dei diversi livelli di<br />
partecipazione si hanno:<br />
- ragazzi co-ricercatori e peer researchers: include i casi in cui i ragazzi<br />
progettano la ricerca accanto agli adulti, agiscono come ricercatori tra pari conducendo<br />
il lavoro sul campo oppure intervengono come assistenti dei ricercatori. Si riferisce<br />
generalmente ad un alto livello di coinvolgimento, anche se di solito il processo di<br />
ricerca complessivo è guidato o controllato dagli adulti. Ad esempio, gli adulti possono<br />
individuare il focus della ricerca ma coinvolgere fin dall’inizio i ragazzi nel definire gli<br />
scopi e il disegno di ricerca, le tecniche da utilizzare, l’analisi dei dati raccolti, con un<br />
ruolo importante in tutto il progetto. Nella ricerca tra pari, i ricercatori (peer<br />
researchers) sono ragazzi e ragazze che hanno avuto o hanno esperienza diretta della<br />
tematica che si vuole indagare.<br />
- intervistatori pari (peer interviewers): si distingue dalla tipologia precedente,<br />
poiché i peer possono non essere coinvolti in tutte le fasi della ricerca, ma solo nella<br />
conduzione dell’indagine, e in particolare facendo le interviste. Anche se alcuni autori<br />
considerano coincidente la peer research con i peer interviewers, riteniamo sia più<br />
opportuna una distinzione 98 .<br />
- ragazzi consulenti (advisors): in questo caso i ragazzi non sono direttamente<br />
coinvolti nella conduzione della ricerca ma possono essere membri di gruppi di<br />
consulenza o essere consultati su specifiche tematiche, ad esempio su come contattare<br />
un target group, sul disegno del questionario, sull’utilizzo o meno di incentivi per la<br />
partecipazione ecc. A differenza dei ricercatori attivi, i giovani consulenti hanno meno<br />
controllo della ricerca.<br />
- interlocutori (respondents): in questa definizione rientrano una serie di ruoli che<br />
possono ricoprire i ragazzi, con livelli di partecipazione più limitati e comunque<br />
differenziati. Può includere la partecipazione a focus group, ad attività di gruppo basate<br />
sul gioco, disegno, canto, e ragazzi che convalidano i punti chiave dei risultati di ricerca<br />
o aiutano nella definizione delle raccomandazioni.<br />
La peer research<br />
L’approccio della peer research o ricerca tra pari si caratterizza per il coinvolgimento come<br />
ricercatori di ragazzi e ragazze che condividono una similitudine per età, esperienze attuali o<br />
pregresse, contesto di vita, appartenenza culturale o altro, con i soggetti a cui è rivolta<br />
l’attività di ricerca.<br />
Come si è detto precedentemente, si tratta di un approccio specifico con caratteristiche<br />
che possiamo ricondurre alla ricerca partecipata o alla ricerca-azione partecipata, in<br />
quanto si tratta di una metodologia che ha per fine l’ottenimento di un cambiamento<br />
sociale, attraverso il coinvolgimento diretto dei soggetti osservati che forniscono e<br />
analizzano i dati di ricerca (Minardi, 2005; Colombo, 1998), ma anche la<br />
“democratizzazione dei processi di creazione del sapere sociale, nella convinzione che<br />
tale sapere non è detenuto dai sociologi ma dai soggetti/oggetti di ricerca (Cannarella,<br />
Lagomarsino, Queirolo Palmas, 2007, p. 170).<br />
La partecipazione è il concetto chiave di questa metodologia, che si pone dunque<br />
l’obiettivo di dar voce ai soggetti della ricerca e di implementare il processo di conoscenza<br />
sociale attraverso il loro diretto coinvolgimento. L’azione può essere una delle implicazioni<br />
della ricerca o un processo strettamente intrecciato ad essa (come nel caso della ricercaazione<br />
o ricerca-azione partecipata), ma non è necessariamente prevista.<br />
Inoltre, può essere utile precisare che di per sé la presenza di azione e/o partecipazione e/o<br />
pari non definisce l’esistenza di una ricerca. Possono esserci progetti di peer education,<br />
interventi sociali o attività che pongono al centro la partecipazione dei bambini, azioni di<br />
sensibilizzazione e promozione dei diritti con e per i minori che si differenziano da un<br />
progetto di ricerca.<br />
La ricerca sociale ha infatti un obiettivo prioritariamente conoscitivo, che mira a spiegare dei<br />
fenomeni che a prima vista appaiono opachi: è orientata perciò a descrivere, comprendere e<br />
spiegare un fenomeno (che cos’è, come si presenta, perché si verifica in quel modo, quali<br />
sono le cause). Allo scopo conoscitivo si affiancano uno scopo predittivo, che mira a cogliere<br />
la direzione del cambiamento e le probabilità di riproducibilità del fenomeno, ed uno scopo<br />
pratico, cioè la possibilità di utilizzare i risultati di ricerca a livello individuale o collettivo 99 .<br />
La ricerca sociale implica un itinerario di lavoro vero e proprio, articolato in diverse fasi:<br />
individuazione del problema, formulazione delle ipotesi, scelta del metodo e delle tecniche<br />
di indagine, raccolta e interpretazione dei dati, pubblicizzazione. Qualora a questo processo<br />
<strong>Tu</strong> <strong>partecipi</strong> io <strong>partecipo</strong><br />
98 La definizione di peer research che<br />
abbiamo condiviso è quella utilizzata da <strong>Save</strong><br />
<strong>the</strong> <strong>Children</strong> UK (Laws, 2004) e prevedere<br />
un coinvolgimento più ampio dei peer nel<br />
processo di ricerca, che non si limita alla sola<br />
fase di rilevazione dei dati. In Brownlie et al<br />
(2006) si nota invece una definizione più<br />
restrittiva di questo approccio.<br />
99 Cfr. Colombo, M., Metodologia della<br />
ricerca sociale in contesti socioeducativi,<br />
Guerini, 1998, p.17-19.<br />
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