Pagina 1 di 25 Alienazione Parentale: sindrome, disturbo ... - Aiaf

il superamento di quel senso di colpa che lo affliggeva ogniqualvolta riteneva di
aver tradito uno dei due venendo meno ad un vitale principio di lealtà tra
combattenti una guerra senza esclusione di colpi (anche dopo che
apparentemente era stata dichiarata la fine degli atti di belligeranza).
Avere un costante rapporto con il bambino e diretto accesso al suo mondo,
poterlo osservare in diversi ambienti nelle dinamiche relazionali più varie, oltre
a creare un rapporto di fiducia con lui, sul quale ho potuto costruire interventi
che si sono rivelati positivi, sono state tutte risorse concorrenti che mi hanno
dato fiducia nelle decisioni che andavo prendendo e hanno dato forza ad ogni
mia azione.
L’autorevolezza del mio ruolo mi ha consentito di muovermi rispetto agli adulti
coinvolti, a cominciare dai genitori e dal partner della mamma ma non solo, con
grande efficacia, in un alternarsi di “bastone e carota”, con un approccio
decisamente conciliativo laddove veniva risposto in modo collaborativo ed
altrettanto autoritario laddove intravedevo tentativi manipolativi o azioni
dilatorie.
Con minore potere, ad esempio come curatore speciale del minore in altro
analogo caso, non mi é stato possibile raggiungere gli stessi buoni risultati.
Conclusivamente ritengo che in situazione di grave alienazione parentale ove
non vi siano dubbi sul reiterato comportamento alienante di un genitore, sia
opportuno incidere a livello giuridico sul potere da questi esercitato
pronunciando la decadenza dalla potestà e nominando un tutore piuttosto che, o
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