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FEBBRAIO 2004 - Mese Sport

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Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena<br />

2<strong>FEBBRAIO</strong><br />

<strong>2004</strong> Mensile di critica e attualità sportiva - €uro 2,00<br />

In arrivo<br />

le prime scadenze stagionali<br />

La Montepaschi<br />

fa gruppo


editoriale<br />

Direttore<br />

Mario Ciani<br />

Direttore responsabile<br />

Paolo Corbini<br />

Direzione – Redazione – Fotolito<br />

Bernard & Co.<br />

Strada di Busseto 18 -C2/7 – Siena<br />

Tel. 05.77.28.53.74<br />

Fax 05.77.22.10.14<br />

E-mail: redazione@mesesport.com<br />

Edito e stampato presso<br />

Arti Grafiche Ticci<br />

Loc. Pian dei Mori 278 - Sovicille (Si)<br />

Tel. 05.77.34.92.22<br />

Fax 05.77.34.93.66<br />

Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 430<br />

del 27.01.1983<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Corrado Bagella, Duccio Balestracci,<br />

Mauro Bindi, Andrea Bruschettini,<br />

Marco Buccianti, Massimo Carignani,<br />

Barbara Cerretani, Michelle Chazine,<br />

Mario Ciani, Vincenzo Coli, Fabio Fineschi,<br />

Stefano Fini, Riccardo Giacopelli,<br />

Emilio Giannelli, Daniele Giannini,<br />

Antonio Gigli, Mario Lisi, Luca Luchini,<br />

Mauro Mancini Proietti, Simone Marrucci,<br />

Gilberto Martelli, Augusto Mattioli,<br />

Marco Naldini, Paolo Ridolfi, Roberto Rosa,<br />

Gigi Rossetti, Romano Rossi, Andrea Sbardellati,<br />

Senio Sensi, Antonio Tasso, Matteo Tasso,<br />

Francesco Vannoni.<br />

Fotografie di<br />

Lazzeroni/Castoria e Augusto Mattioli<br />

Collaborazione fotografica: Fabio Di Pietro<br />

Editing: Simonetta Michelotti<br />

Progetto grafico: Bernard Chazine<br />

2ANNO XXII<br />

<strong>FEBBRAIO</strong> <strong>2004</strong><br />

Felici elici di esserci esserci<br />

I primi cinquanta giorni del <strong>2004</strong><br />

dovevano consacrare definitivamente<br />

le squadre senesi ai<br />

livelli di una città che quando<br />

vuole non si fa mancare niente.<br />

Gli inediti appuntamenti<br />

con Juventus, Milan e Inter,<br />

cini-<br />

camenteracchiusi nello spazio di 15 giorni<br />

dopo averli attesi per quasi un<br />

secolo (ma quelli dei biancoverdi<br />

sembravano da meno<br />

solo perché certe frequentazioni<br />

‘altolocate’ sono di più<br />

vecchia data), erano la prova<br />

provata del riscatto sportivo di<br />

una intera comunità.<br />

Invece no, ci tocca raccontare di<br />

storie al limite della cronaca…<br />

bianca quando va bene (la nonpartita<br />

al Delle Alpi per la fitta<br />

nevicata) e della cronaca nera<br />

quando va male (caso Cirillo,<br />

pullman distrutto a Pesaro, sassaiola<br />

di Empoli). Tre episodi<br />

che ci riportano fatalmente alla<br />

mente quel dopo Siena-Modena<br />

che pure dovrebbe averci<br />

insegnato qualcosa, perché solo<br />

riconoscendo che gli imbecilli<br />

sono anche fra<br />

n o i<br />

possiamo legittimamente biasimare<br />

gesti di stupida violenza<br />

come questi.<br />

In mezzo a tanti fatti che poco in<br />

comune hanno con lo sport,<br />

non sono passati inosservati<br />

alcuni risultati negativi, e fra<br />

questi quelli subiti quasi in<br />

contemporanea proprio contro<br />

l’Inter e la Scavolini. Due<br />

sconfitte dal peso diverso, perché<br />

mentre quella di San Siro<br />

ci poteva anche stare, al di là<br />

delle proporzioni, quella della<br />

MPS a Pesaro metteva a nudo<br />

la fragilità di una squadra dalle<br />

grandi potenzialità, ma senza il<br />

guizzo ed il furore agonistico<br />

che fanno la differenza fra una<br />

squadra forte ed una fortissima.<br />

Ma forse, come sostiene<br />

Recalcati, è solo una questione<br />

di lingue e culture da conciliare<br />

ed amalgamare, ammesso<br />

che alla vigilia dei grandi<br />

appuntamenti stagionali<br />

(Coppa Italia,<br />

qualificazioneEuroleague,posizionamento<br />

per i<br />

play-off ecc.) ci<br />

sia ancora il tempo per un<br />

corso accelerato all’Università<br />

per stranieri…<br />

Così come non sono mancati<br />

alcuni elementi di soddisfazione,<br />

a cominciare da quelli legati<br />

alle prestazioni della Robur<br />

contro Modena e Perugia,<br />

oppure della Mens Sana con<br />

CSKA e Zalghiris. Poi è arrivato<br />

febbraio, e le strade di<br />

Siena e Montepaschi sono<br />

tornate a divaricarsi.<br />

In ogni caso negare che tutto<br />

questo abbia un suo fascino,<br />

sarebbe falso. Primo, perché<br />

ridurre tutto ad una questione<br />

di risultati (peraltro<br />

sempre più proporzionali al<br />

ruolo delle due<br />

squadre), sarebbe<br />

abbastanza arido<br />

e trattandosi di sport non c’è<br />

di peggio. Secondo, il dirittodovere<br />

di vivere queste esperienze<br />

con il giusto spirito…<br />

olimpico. Non quello sull’importanza<br />

di partecipare e<br />

basta, che per… cultura rifiutiamo<br />

a prescindere, ma di<br />

lasciarsi coinvolgere e trasportare<br />

dal clima di festa che la<br />

stagione ci sta regalando e che<br />

sembra contagiare tutta la<br />

città nelle sue diverse sfaccettature.<br />


3 calcio<br />

Mario Ciani<br />

Gianni Guigou<br />

Punto e a capo?<br />

Se l’ultima prestazione è sempre<br />

la più indicativa, non ci sono<br />

dubbi. Per fortuna però non è sempre<br />

così, anzi, ma un messaggio<br />

chiaro e forte il derby con l’Empoli<br />

l’ha inviato: si può perdere contro<br />

chiunque, anche di goleada, ma<br />

con avversari che sul campo si<br />

dimostrano superiori, non per<br />

mancanza di grinta o determinazione.<br />

Non a caso le stesse doti<br />

emerse contro il Perugia appena tre<br />

settimane fa. Quindi parlare di<br />

squadra snaturata in così poco<br />

tempo non ha senso, ma neppure si<br />

può minimizzare l’accaduto.<br />

Contro Juventus, Milan e Inter i<br />

bianconeri hanno raccattato poco,<br />

in compenso hanno contribuito a…<br />

rilanciare l’immagine di Del Piero,<br />

ad organizzare la festa rossonera per<br />

la riconquista della vetta della classifica,<br />

ed infine a favorire l’ambientamento<br />

di Adriano. Davvero un bel<br />

gesto di altruismo per una squadra<br />

che non si era fatta illusioni, salvo<br />

quella di essere sottovalutata. Parlare<br />

quindi di rimpianti dopo aver<br />

subito 10 gol in 270 minuti (uno<br />

ogni 27!) non sarebbe giusto, allora<br />

limitiamoci a dire che se con l’Inter<br />

non c’è stata partita, contro le altre<br />

due hanno pesato un gol valido<br />

annullato, ed un rigore parato. Dettagli,<br />

in definitiva.<br />

Non sono dettagli invece alcune<br />

circostanze emerse nel corso del<br />

cosiddetto mercato di riparazione.<br />

La storia di Delli Carri, ad esempio,<br />

non ci è piaciuta. La società avrà<br />

avuto i suoi bravi motivi per liquidare<br />

un elemento che solo ora<br />

cominciava a fare bene, ma non<br />

avendoli spiegati abbiamo tutto il<br />

diritto di rimanere perplessi e sorpresi.<br />

E con noi quanti si sono trovati<br />

spiazzati da una decisione<br />

quantomeno precipitosa. Che poi<br />

l’ex granata, una volta indossata la<br />

maglia viola, si sia lasciato andare a<br />

qualche parola di troppo, rientra<br />

nel gioco delle parti. Nel cambio<br />

con Roque Junior è chiaro comunque<br />

che il Siena non ci ha rimesso,<br />

e così in genere neppure con l’arrivo<br />

di Junior e Juarez e prima ancora<br />

di Vergassola, che non si può<br />

mettere in croce per una prova<br />

andata a vuoto .<br />

L’esigenza primaria però era<br />

anche quella di ampliare una rosa<br />

fin troppo risicata e qui non siamo<br />

assolutamente convinti che i 21<br />

elementi attualmente in forza (più<br />

lo sfortunato Ardito) garantiscano<br />

quel ventaglio di opzioni tattiche<br />

che squalifiche ed infortuni mettono<br />

ripetutamente a rischio. In questo<br />

contesto si inserisce anche la<br />

cessione di Rubino, che si dimostra<br />

forse funzionale agli interessi della<br />

società e del giocatore, ma non<br />

della squadra, visto che ora bisogna<br />

andare a cercare un’altra punta<br />

disposta a fare panchina.<br />

Sulla bontà di certe scelte<br />

garantisce comunque il fiuto di<br />

Ricci e Papadopulo ( al di là del<br />

fascino di vedere la casacca bianconera<br />

sulle spalle di gente che ha<br />

vinto il titolo mondiale appena due<br />

anni fa), ma si fa onestamente fatica<br />

ad entrare in certi meccanismi di<br />

mercato. Basti pensare che ci sono<br />

società concorrenti per la salvezza<br />

che hanno inteso potenziarsi con<br />

elementi che non hanno trovato<br />

spazio neppure nelle file dell’ultima<br />

in classifica, vedi Hubner dal-<br />

l’Ancona al Perugia…. Ma tant’è. A<br />

volte quello che risulta incomprensibile<br />

oggi, diventa evidente domani.<br />

E questo vale anche per alcune<br />

operazioni bianconere in uscita,<br />

sempre in ottica organico. Certo il<br />

gusto di comprare tanto per comprare<br />

non sembra appartenere alla<br />

logica di una società sempre più<br />

indirizzata verso scelte minime<br />

(non minori) ma oculate. L’importante<br />

è non tirare troppo la corda.<br />

Un altro argomento che in quest’ultime<br />

due settimane ha tenuto<br />

banco in casa bianconera, è stato<br />

l’inqualificabile episodio che ha<br />

visto per protagonista Materazzi<br />

nei confronti di Cirillo. Altri ne parlano<br />

più diffusamente a parte, qui<br />

ci preme solo ribadire un concetto,<br />

magari in controtendenza: siamo<br />

proprio sicuri che il ‘buonismo’ alla<br />

lunga paga? Che a rimanere in<br />

campo anche dopo aver preso una<br />

bottiglietta in testa come Buffon a<br />

Genova o un petardo come Gillet a<br />

Treviso, sia la soluzione migliore?<br />

O forse sarebbe meglio che ciascuno<br />

si assumesse la responsabilità<br />

del proprio gesto (anonimo o no)<br />

facendo perdere alla squadra del<br />

cuore punti e faccia? La correttezza<br />

delle vittime non si discute, ma<br />

questa non può andare a beneficio<br />

degli imbecilli. Che infatti ci riprovano<br />

sempre più spesso, a qualsiasi<br />

latitudine: tanto in campo c’è sempre<br />

qualcuno più sportivo… Ecco<br />

perché il difensore bianconero ha<br />

fatto bene a presentarsi davanti alla<br />

TV, checchè ne dicano quei pochi<br />

che hanno cercato di spostare l’in-<br />

teresse su questo presunto problema.<br />

Tutto ciò comunque succedeva<br />

ieri. Oggi c’è questa sorta di flessione<br />

da gestire e Papadopulo dovrà<br />

fare salti mortali per ridare alla<br />

squadra quell’identità che aveva<br />

all’inizio del campionato, pur in<br />

presenza di tanti (veri o presunti)<br />

problemi: dalla difesa che non convinceva,<br />

all’attacco che non segnava.<br />

Eppure quella squadra stava là,<br />

vendeva cara la pelle e soprattutto<br />

esprimeva buon gioco.<br />

Che sarebbe stata difficile si<br />

sapeva, né si poteva pretendere che<br />

il poker indiziato di retrocedere<br />

continuasse a tenere la ridicola<br />

media di 21 punti complessivi sui<br />

108 in palio nei 9 turni precedenti<br />

l’ultimo, cioè poco superiore al<br />

19% del totale. Per quanto tempo si<br />

poteva continuare a vivere sulle<br />

disgrazie altrui?<br />

Comunque se quello che ci<br />

voleva era un salutare bagno di<br />

umiltà, è il momento di approfittarne.<br />

Non pensiamo che questa<br />

squadra abbia esaurito il suo slancio,<br />

tanto più se può recuperare<br />

certe pedine, però intanto deve trovare<br />

alla svelta una dimensione<br />

difensiva nuova, altrimenti i confronti<br />

si sprecheranno.<br />

Si, il Siena c’è sempre e merita<br />

l’incondizionato sostegno di tutti.<br />

A cominciare dal confronto col<br />

Parma, da battere a tutti i costi unitamente<br />

all’emergente malumore.<br />

Come? Facendo esattamente il contrario<br />

di quello che ha fatto ad<br />

Empoli. ■<br />

Basta una sconfitta ‘pesante’<br />

ad agitare l’ambiente, ma nessuno deve mollare<br />

Un bagno<br />

di umiltà<br />

che può far bene


Uniti ...si rivince<br />

Grazie Cirillo<br />

Sull’episodio accaduto dopo Inter-<br />

Siena al nostro difensore è stato detto di<br />

tutto. Sulla sentenza, perfetta per molti<br />

aspetti compreso quello che dà totale<br />

ragione a Cirillo, è stato detto e scritto di<br />

tutto. In genere il fatto è stato analizzato,<br />

dai media e dagli addetti ai lavori, con<br />

intelligenza e correttezza. C’è solo da<br />

segnalare due voci fuori dal coro, alquanto<br />

stonate, e dare atto a Cirillo di grande<br />

coraggio e di forte carattere.<br />

Foti, Presidente della Reggina, senza<br />

nemmeno sapere bene cosa era successo,<br />

e prima ancora della sentenza, si è permesso<br />

di dare un giudizio sul Cirillouomo<br />

che ha lasciato stupefatti. Secondo<br />

lui si tratta di un individuo violento che<br />

ama la provocazione. Forse per fare un<br />

piacere, non richiesto, a Sua Maestà l’Inter,<br />

ha fatto una pessima figura resa<br />

macrospica, due giorni dopo, dalla lettura<br />

del dispositivo che puniva Materazzi.<br />

L’altro intervento inopportuno, e questo<br />

è ancora più grave, porta la firma di<br />

Zaccheroni, Mister dell’Inter. In piena dissonanza<br />

con la Società che lo stipendia ha<br />

inteso dare una lezione a chi aveva subìto<br />

una violenza inaccettabile, dicendo che<br />

certi fatti debbono rimanere nel chiuso<br />

degli spogliatoi perché “il calcio deve<br />

mandare messaggi di altro tipo”. Roba da<br />

non credere; secondo il Mister il messaggio<br />

sbagliato l’avrebbe dato Cirillo il quale<br />

avrebbe dovuto tacere per…non danneggiare<br />

il calcio. E così il “buon” Materazzi<br />

avrebbe potuto continuare a tenere quel<br />

comportamento violento, dentro e ora<br />

anche fuori dal campo, evidenziato anche<br />

da episodi raccolti e mostrati dalle TV.<br />

Come sappiamo il suo nefasto “palmares”<br />

è pieno di ….simpatici gesti. Forse, proprio<br />

il clamore dato al fatto indurrà nel<br />

giocatore una riflessione profonda e, si<br />

spera, o per paura o per convinzione, calmerà<br />

i suoi bollenti spiriti.<br />

Allora è proprio il mondo del calcio<br />

che deve ringraziare Cirillo. Si è anche<br />

umiliato nel farsi vedere marcato di fronte<br />

alle TV di tutt’Italia pur di raccontare la<br />

gravissima verità e condannare, moralmente<br />

prima che ci pensasse il giudice<br />

sportivo, il comportamento anche vigliacco<br />

di un suo collega.<br />

Noi comprendiamo benissimo il comportamento<br />

del A.C.Siena che non ha<br />

fatto troppo clamore sul caso, ma apprezziamo,<br />

e lo ringraziamo, il nostro difensore<br />

per il coraggio dimostrato e per aver<br />

così portato il suo nemmeno troppo piccolo<br />

contributo alla eliminazione, auspicabile,<br />

della violenza nel calcio. Dentro e<br />

fuori il terreno di gioco.<br />

4⏐a tutto campo⏐SENIO SENSI⏐<br />

Ora facciamo “gruppo”<br />

La terza sconfitta consecutiva, per<br />

come è maturata, per i successi delle dirette<br />

concorrenti, per la crescita fisica e tecnica<br />

di Bologna, Lecce, Empoli e Brescia, fa<br />

suonare più di un campanello d’allarme.<br />

Dopo la vittoria con i grifoni di Cosmi eravamo<br />

quasi in paradiso: sono seguiti invece<br />

i dieci giorni più neri del nostro primo<br />

campionato di serie A e l’umore è ora sotto<br />

terra. Se le sconfitte milanesi erano quasi<br />

scontate, quella al Castellani doveva e<br />

poteva essere evitata. Sarebbe bastato il<br />

Siena visto in altre occasione: grintoso,<br />

tosto, volenteroso e fisicamente a posto.<br />

Queste doti sono mancate e quei famosi<br />

“occhi di tigre”, tanto amati da De Luca,<br />

sono rimasti negli spogliatoi.<br />

Abbiamo compromesso un bel po’ del<br />

buon cammino fatto ma sarebbe un delitto<br />

gettare la croce addosso agli atleti e<br />

farsi abbattere. Quello di A è un campionato<br />

per gente forte di carattere, di cuore<br />

e di gambe. E i nostri lo sono, occorre solo<br />

che si ritrovino. Forse la mini (ma non<br />

troppo) rivoluzione avvenuta con gli arrivi<br />

a gennaio in quel delicato settore che è<br />

la difesa, hanno condizionato gli automatismi<br />

e le certezze. Se ci aggiungiamo gli<br />

infortuni e le squalifiche, che hanno colpito<br />

i giocatori più rappresentativi ed<br />

importanti, ecco spiegato il nostro calo.<br />

Da domenica 16 febbraio, in casa col<br />

Parma, si riparte alla ricerca della forma<br />

mentale e fisica perduta. Sarebbe un<br />

guaio se tecnico, giocatori, pubblico e<br />

società si deprimessero, perché abbiamo<br />

integre le possibilità per continuare a<br />

veleggiare nella parte alta della seconda<br />

classifica, quella per i “retrocedendi”.<br />

Ma una cosa su tutte a noi sembra fondamentale:<br />

occorre ritrovare subito la<br />

forza derivante da un gruppo unito, solidale<br />

e convinto. In questo senso dovrà<br />

lavorare il “Papa” oltre a contare su un<br />

recupero di nuove energie, indispensabili<br />

per tornare ad essere la squadra rivelazione<br />

del girone di andata. ■


5 calcio<br />

Luca Luchini<br />

Il calcio-mercato ha turbato la squadra?<br />

Ridotti al minimo<br />

i margini di sicurezza<br />

Tre sconfitte consecutive ed il<br />

Lecce e l’Empoli si avvicinano pericolosamente<br />

anche se, almeno per<br />

il momento, la classifica continua a<br />

sorridere più per il Siena che per le<br />

dirette avversarie.<br />

Certo la terza giornata di ritorno<br />

è stata davvero “pesante”, se si considera<br />

che quasi tutte le formazioni<br />

della parte bassa della classifica,<br />

tranne Ancona e Perugia, hanno<br />

centrato l’obiettivo pieno e la zona<br />

retrocessione inizia ad essere una<br />

pericolosa mischia nella quale molti,<br />

noi compresi, possono farsi male.<br />

Al di là della classifica, comunque,<br />

forse per la prima volta dopo il<br />

pirotecnico inizio di campionato<br />

dei bianconeri, il commento mensile<br />

denota qualche preoccupazione,<br />

facendo nascere alcune domande<br />

che si riferiscono quasi tutte ai<br />

responsi del calcio mercato.<br />

L’impressione che si ha da fuori,<br />

e che nessuno confermerà mai, è<br />

che il pur sempre bravo Ricci, in un<br />

mercato difficile e nel quale nessuno<br />

vuole spendere, abbia questa volta<br />

trovato ostacoli imprevisti, e probabilmente<br />

insormontabili, che non<br />

gli hanno permesso di portare a<br />

compimento fino in fondo il suo<br />

progetto.<br />

Si è iniziato con il caso Mignani,<br />

per continuare con quello Delli<br />

Carri che, dopo aver colpevolmente<br />

giocato a Torino con la “testa già a<br />

Firenze” (per sua stessa ammissione),<br />

ha lasciato precipitosamente<br />

Siena prima che fosse arrivato il<br />

naturale sostituto, costringendo il<br />

Mister a cambiare almeno quattro<br />

coppie difensive centrali nell’arco<br />

di un mese. E tutti sappiamo quanto<br />

in questo reparto sia importante,<br />

se non decisivo, l’affiatamento.<br />

Si è poi continuato con il “valzer”<br />

delle punte con Ventola e Chiesa<br />

(specialmente quest’ultimo) che<br />

sembravano destinati a lasciare<br />

Siena dopo che certi rapporti pare-<br />

vano essere divenuti abbastanza<br />

tesi, per poi arrivare invece alla partenza<br />

di Rubino senza che giungesse<br />

nessuno a sostituirlo. Così il<br />

Siena si ritrova con due sole punte<br />

vere, oltre al tuttofare Flo, ed in<br />

caso di infortunio o squalifica la<br />

coperta diviene drammaticamente<br />

corta come le gare con Inter ed<br />

Empoli hanno chiaramente dimostrato.<br />

Occorre poi ricordare che<br />

sia Chiesa che Ventola sono reduci<br />

da gravi infortuni e che l’ex laziale<br />

non è neppure giovanissimo. Il<br />

pericolo, quindi, che qualcuno di<br />

loro possa talvolta segnare il passo<br />

è molto concreto con la conseguenza<br />

che una volta in svantaggio<br />

il Mister non ha carte da giocare<br />

come l’esperienza di Empoli ha<br />

confermato.<br />

Non sappiamo se Ricci dal suo<br />

cilindro magico riuscirà a tirar fuori<br />

qualche attaccante libero che possa<br />

servire alla causa bianconera, ma la<br />

situazione è abbastanza preoccupante<br />

anche perché nelle formazioni<br />

giovanili non sembra ancora esserci<br />

nessuno abbastanza maturo da poter<br />

fare il “Rubino” della situazione.<br />

L’ultima domanda, alla quale<br />

solo il campo potrà dare risposta,<br />

riguarda gli eccezionali fuochi d’artificio<br />

fatti da Ricci riuscendo a portare<br />

a Siena ben due campioni del<br />

mondo. Al di là delle indiscutibili<br />

doti tecniche dei due brasiliani e<br />

del prestigio di poter schierare<br />

simili giocatori, sembra lecito chiedersi<br />

se i due sapranno calarsi in<br />

una realtà dove ogni settimana<br />

occorre sacrificarsi, lottare e soffri-<br />

re per riuscire a conquistare una<br />

salvezza che alcuni avevano forse<br />

disegnato fin troppo facile. L’esordio<br />

è stato per nulla esaltante per<br />

Roche Junior a Milano e più che<br />

buono per Junior a Empoli, ma si sa<br />

che dare giudizi alla luce di una<br />

sola prestazione è spesso molto<br />

rischioso.<br />

Sul piano tecnico, invece, i<br />

bianconeri non riescono a pungere<br />

da fuori area e, specialmente quando<br />

manca D’Aversa, nessuno sembra<br />

in grado (o vuole assumersi la<br />

responsabilità) di tirare in porta<br />

limitando così enormemente la<br />

nostra capacità offensiva. Arrivare<br />

in porta con il pallone è sempre difficile,<br />

figuriamoci in serie A, specialmente<br />

quando le squadre avver-<br />

sarie sono chiuse a difesa di un<br />

risultato positivo. E allora se non si<br />

tira da fuori e non si riesce a crossare<br />

come si dovrebbe (e qui occorrerà<br />

per forza migliorare) può succedere<br />

di non riuscire mai ad<br />

impegnare il portiere avversario<br />

come è accaduto ad Empoli.<br />

La nostra fiducia in Papadopulo<br />

è però grande per quanto di buono è<br />

stato in grado di fare fino ad oggi e<br />

non escluderemmo neppure che un<br />

“volpone” come Ricci riesca a stupire<br />

tutti portando a Siena un altro<br />

Cucciari, capace di dare una mano<br />

in fase offensiva. Se la salvezza è a<br />

quota 37 o 38 punti, come gli esperti<br />

dicono, questo obiettivo resta per<br />

il Siena più che raggiungibile, anche<br />

se i margini di sicurezza si sono<br />

notevolmente ridimensionati.<br />

Fondamentali saranno le<br />

numerose gare interne che i bianconeri<br />

devono disputare, ad iniziare<br />

dalla prossima con il Parma e da<br />

quella successiva con la Reggina. E<br />

siccome le grandi società si vedono<br />

quando arrivano le difficoltà, questo<br />

è il momento in cui stampa e<br />

tifosi devono stringersi intorno agli<br />

uomini di Papadopulo, evitando<br />

qualsiasi tipo di polemica e aiutando<br />

il presidente De Luca a risollevare<br />

l’ambiente come lui sa e può<br />

fare. Sciupare tutto adesso sarebbe<br />

davvero un delitto, anche perché<br />

non crediamo che le prestazioni<br />

con il Milan ed il Modena, o la<br />

determinazione ed il coraggio<br />

dimostrati nel finale con il Perugia,<br />

siano stati episodi casuali. ■


6 calcio<br />

le avversarie del mese<br />

Domenica 15 febbraio <strong>2004</strong><br />

SIENA-PARMA<br />

Anche se il nome dell’avversaria<br />

evoca sinistre vicende, la squadra di<br />

Prandelli resta una delle più belle<br />

realtà degli ultimi anni. All’andata<br />

finì in parità, ma i bianconeri uscirono<br />

dal Tardini con più di un rimpianto.<br />

Passati in vantaggio sul finire<br />

del primo tempo con un<br />

diagonale maligno di Lazetic, al suo<br />

primo gol stagionale, già cominciavano<br />

ad accarezzare l’idea di sbancare<br />

Parma, quando un “pasticciaccio<br />

brutto” fra Mignani e Rossi<br />

spiana la strada ad un gol di rapina<br />

del solito Adriano che fissa il risultato<br />

finale. Oltre a Lazetic si segnalano<br />

Delli Carri, Taddei, D’Aversa e<br />

Chiesa che, davanti a Frey ed ai suoi<br />

ex tifosi, sbaglia il più facile dei gol<br />

per chiudere l’incontro.<br />

Dal recente mercato i rossoblù sono<br />

usciti fortemente ridimensionati in<br />

virtù delle cessioni di Adriano all’Inter<br />

e di Nakata al Bologna, oltre che<br />

di Emanuele Filippini al Palermo, di<br />

Junior proprio al Siena, di Sicignano<br />

e Bolano al Lecce e di Grieco al<br />

Genoa. In entrata i nuovi non reggono<br />

il confronto con i partenti, almeno<br />

sotto il profilo qualitativo, a parte<br />

l’attaccante Cammarata dal Cagliari.<br />

La squadra emiliana torna al Rastrello<br />

dopo 27 anni (9 ottobre 1977,<br />

Siena-Parma 2/3).<br />

Risultato dell’andata: Parma 1<br />

Siena 1.<br />

Tabellino: Parma (4.4.2). Frey;<br />

Bonera, Ferrari, Castellini, Seric<br />

(Junior 13’ st); Marchionni (Nakata<br />

25’ st), Barone, Blasi, Bresciano<br />

(Carbone 13’ st); Gilardino, Adriano.<br />

Siena (4.4.2). Rossi; Foglio<br />

(Cirillo 35’ st), Delli Carri, Mignani,<br />

Cufrè; Taddei, D’Aversa, Ardito,<br />

Lazetic (Ventola 17’ st); Flo, Chiesa<br />

(Argilli 32’ st).<br />

Marcatori: pt 41 Lazetic; st 34’<br />

Adriano<br />

Arbitro: Messina di Bergamo.<br />

Domenica 22 febbraio <strong>2004</strong><br />

ROMA-SIENA<br />

È il primo punto pesante di una<br />

matricola che fino a quel momento<br />

ha giocato a viso aperto contro<br />

chiunque. Un atteggiamento che<br />

non snatura neppure di fronte alla<br />

squadra di Capello, capolista con<br />

Juve e Milan, e decisa ad imporre la<br />

propria superiorità anche al Franchi.<br />

Ma le cose sul campo vanno<br />

diversamente: il Siena pareggia il<br />

conto delle occasioni (la più clamorosa<br />

è fallita da Chiesa su cross di<br />

Taddei al 21’), ridimensiona il<br />

miglior attacco del campionato e<br />

rischia solamente su un colpo di<br />

testa di Delvecchio, sul finire del<br />

primo tempo, che Rossi respinge<br />

d’istinto. Le altre stelle stanno tutte<br />

a guardare: da Totti, che non regala<br />

guizzi all’altezza della sua classe<br />

a Cassano, sempre bravo a smarcarsi<br />

ma senza mai insidiare la<br />

porta senese. Fra i bianconeri<br />

buone le prestazioni di Delli Carri;<br />

che impedisce ai capitolini di sfondare<br />

sul centro; dell’ex Guigou,<br />

bravo a mettere a frutto la sua<br />

conoscenza di Totti e D’Aversa,<br />

forse il migliore in assoluto. Del<br />

tutto marginali le operazioni di mercato<br />

operate a gennaio.<br />

I bianconeri tornano all’Olimpico<br />

dopo 58 anni. L’ultima volta fu nel<br />

campionarto di serie A-B centro<br />

sud, il primo dopo la guerra. I romani<br />

si imposero per 1/0 con un gol di<br />

Cozzolini.<br />

Risultato dell’andata: Siena 0<br />

Roma 0.<br />

Tabellino: Siena (4.4.2). Rossi;<br />

Cufrè, Delli Carri, Mignani, Guigou;<br />

Taddei, D’Aversa (Menegazzo 45’<br />

st), Ardito, Lazetic (Foglio 16’ st);<br />

Chiesa, Flo (Ventola 23’ st). Roma<br />

(3.4.3). Pelizzoli; Zebina, Samuel,<br />

Chivu; Mancini, Emerson, Dacourt<br />

(De Rossi 35’ st), Lima; Cassano<br />

(D’Agostino 37’ st), Totti, Delvecchio<br />

(Montella 23’ st).<br />

Arbitro: Rosetti di Torino.<br />

Sabato 28 febbraio <strong>2004</strong><br />

SIENA –REGGINA<br />

All’andata i calabresi non hanno<br />

ancora vinto ed il Granillo ribolle di<br />

20000 sostenitori , tutti protesi alla<br />

conquista del primo successo stagionale.<br />

I bianconeri per la verità<br />

non accettano il ruolo di vittime<br />

predestinate, ma alla fine devono<br />

arrendersi. Lo fanno all’ultimo<br />

secondo dell’ultimo minuto di recupero<br />

con Flo, quando la squadra di<br />

Colomba ha già messo al sicuro il<br />

risultato con il raddoppio di Leon e<br />

non c’è più tempo per rimediare.<br />

Dopo l’11^ giornata, Camolese ha<br />

sostituito Colomba in panchina e la<br />

squadra sembra aver trovato una<br />

sua identità. Anche per questi motivi<br />

nel corso del recente mercato ha<br />

volato basso con operazioni solo di<br />

contorno sia in entrata che in uscita.<br />

Fra le prime l’arrivo di Comotto<br />

dalla Fiorentina, Coppola dall’Ascoli<br />

e Morabito dal Genoa; fra le<br />

seconde la cessione di Lejsal allo<br />

Slovan Liberec, Go. Martinez al<br />

Napoli e Leon alla Fiorentina.<br />

La Robur torna ad ospitare la Reggina<br />

dopo appena due anni dall’ultima<br />

volta (2/2 il risultato finale).<br />

Risultato dell’andata: Reggina 2<br />

Siena 1.<br />

Tabellino: Reggina (3.4.1.2): Belardi;<br />

Jiranek, Franceschini, Sottil;<br />

Paredes Giacchetta 21’ st), Baiocco,<br />

Mozart, Falsini; Nakamura (Tedesco<br />

34’ st); Bonazzoli, Dall’Acqua (Leon<br />

5’ st). Siena (4.4.2): Rossi; Cufrè<br />

(Foglio 30 st), Delli Carri, Mignani,<br />

Guigou; Taddei, D’Aversa, Ardito<br />

(Menegazzo 27’ st), Lazetic (Ventola<br />

13’ st); Flo, Chiesa.<br />

Marcatori: pt 21’ Mozart; st 48’<br />

Leon, 49’ Flo<br />

Arbitro: Messina di Bergamo.<br />

Domenica 7 marzo <strong>2004</strong><br />

LECCE-SIENA<br />

Partita chiave nell’ambito del campionato,<br />

nel campionato, che disputano<br />

le due squadre, mentre i fantasmi<br />

dell’andata aleggiano ancora<br />

oggi sul Rastrello. Le rete del vantaggio<br />

di Chevanton già al 9’, seguita<br />

da una fiammata dei bianconeri<br />

che 3’ dopo pareggiano con Taddei,<br />

il gol annullato da Saccani a Cassetti<br />

al 70’, infine il gol liberatorio di<br />

Chiesa che firma di sinistro un successo<br />

che vale il decimo posto in<br />

classifica, appena un punto sotto<br />

l’Inter. Questo lo scenario dell’andata<br />

che i bianconeri dovranno rimuovere<br />

in Puglia, salvo fare buon uso<br />

delle indicazioni emerse in quella circostanza.<br />

Per assurdo, ma non troppo,<br />

il miglior rinforzo è arrivato a<br />

gennaio dalla conferma del 17enne<br />

attaccante bulgaro Valeri Bojinov, già<br />

appetito dai grandi club, ma trattenuto<br />

nel Salento per metterlo a frutto<br />

nel giugno prossimo. Per il resto<br />

l’organico giallorosso è stato puntellato<br />

dall’arrivo di Bolano e Sicignano<br />

dal Parma, W.Dalmat dal Grenoble,<br />

Mariniello dal Foggia, Franceschini<br />

dal Chievo e Stendarso dal Napoli.<br />

Hanno fatto invece le valigie: Amelia<br />

al Parma; Budel al Genoa; Piangerelli<br />

alla Fiorentina; Savino alla Ternana;<br />

Testa e Winklaar alla Spal e Nuzzaci<br />

al Castel di Sangro. Nel campionato<br />

scorso i bianconeri uscirono imbattuti<br />

dallo stadio di Via del Mare con<br />

il risultato di 1 a 1.<br />

Risultato dell’andata: Siena 2<br />

Lecce 1<br />

Tabellino: Siena (4.4.2): Rossi;<br />

Cirillo, Delli Carri, Mignani, Foglio<br />

(Bonomi 12’ st); Taddei, D’Aversa,<br />

Ardito, Lazetic (Ventola 15’ st); Flo,<br />

Chiesa (Menegazzo 34’ st). Lecce<br />

(4.4.2): Amelia; Siviglia, Silvestri,<br />

Stovini, Abruzzese (Rullo 41’ st);<br />

Giacomazzi, Cassetti, Piangerelli,<br />

Tonetto; Bojinov (Budel 17’ st),<br />

Chevanton.<br />

Marcatori: pt 9’ Chevanton, 12’<br />

Taddei; st 31’ Chiesa.<br />

Arbitro: Saccani di Mantova.


Come cambia<br />

la fisionomia della Robur<br />

7⏐l’angolo tecnico⏐RICCARDO GIACOPELLI⏐<br />

A META’ DEL CAMMINO<br />

Il Siena ha concluso il girone di andata<br />

(anzi ha fin qui giocato anche un paio<br />

di gare del ritorno) ed il bilancio può sicuramente<br />

essere definito soddisfacente, sia<br />

per meriti da attribuire ai ragazzi di Papadopulo<br />

sia per i demeriti da dividere tra le<br />

dirette concorrenti alla lotta per conquistare<br />

la salvezza, anche in basso qualcuna<br />

(Lecce ed Empoli soprattutto) inizia a<br />

farsi sotto. Gli amanti dei conteggi avevano<br />

ipotizzato che per rimanere fuori dalla<br />

mischia, occorreva “girare” a 20 punti. I<br />

bianconeri non hanno raggiunto in pieno<br />

il traguardo anche perché hanno giocato<br />

una partita in meno ( la gara rinviata e poi<br />

comunque persa con il Milan ) ma recuperano<br />

subito alla prima di ritorno raggiungendo<br />

i 21 punti nella gara al cardiopalma<br />

con il Perugia.<br />

Le analisi statistiche ipotizzano che, a<br />

meno di clamorosi stravolgimenti, in questo<br />

campionato, per restare in serie A<br />

potrebbe bastare mantenere un rendimento<br />

appena sufficiente, con particolare<br />

attenzione nel centrare risultati positivi<br />

negli incontri-scontri con le squadre che<br />

occupano la “colonna di destra” della<br />

classifica. E sotto questo aspetto il campionato<br />

di Mignani & C. è risultato deficitario<br />

solo nelle trasferte di Reggio Calabria,<br />

Brescia ed Empoli.<br />

LE PAZZIE DEL CALCIO-MERCATO<br />

Sembra incredibile! Oltre la metà<br />

delle squadre della serie A italiana hanno<br />

seri problemi di bilancio, i loro presidenti<br />

chiedono a gran voce l’applicazione del<br />

decreto “spalma-debiti” ma intanto alla<br />

fine di febbraio entrano in vigore le nuove<br />

norme UEFA: le società che non sono in<br />

regola con bilanci e pagamenti non<br />

potranno disputare le coppe europee. E<br />

cosa succede al mercato di gennaio?<br />

Centonovanta nuovi contratti per altrettanti<br />

giocatori che hanno cambiato<br />

maglia, rose che vengono stravolte<br />

(emblematica, in proposito, una frase di<br />

Serse Cosmi: “Meno male che il mercato<br />

è finito…….andavo negli spogliatoi e<br />

dicevo: vediamo chi trovo oggi. Così per<br />

un mese intero, ad un certo punto ho<br />

perso il conto!). Ma a parte le follie di<br />

Gaucci (Perugina) o Pieroni (che per il suo<br />

Ancona ha attuato una mini-rivoluzione<br />

nella quale però ha ridotto il monte ingaggi<br />

totale) nella maggior parte dei casi si è<br />

trattato di un calcio-mercato dominato<br />

dagli scambi e pochi sono stati gli acquisti<br />

effettuati con denaro sonante.<br />

E LA ROBUR?<br />

Tornando in casa bianconera, ci sono<br />

due considerazioni da fare: La prima è<br />

che il Siena ha costruito la squadra base<br />

già nel mercato estivo (anche se “all’ultimo<br />

tuffo”) e quindi , a differenza di altre<br />

realtà, non aveva bisogno di grandi stravolgimenti.<br />

La seconda è che la rosa rimane<br />

indubbiamente carente in termini<br />

numerici (oggi per una squadra di serie A<br />

che non disputa competizioni internazionali<br />

servono almeno 24 giocatori, mentre<br />

lo spogliatoi bianconero conta 22 presenze,<br />

considerando anche l’infortunato<br />

Ardito ) con alcuni ruoli (leggi reparto<br />

offensivo) per i quali mancano le effettive<br />

alternative.<br />

Vediamo allora, soprattutto alla luce<br />

degli ultimi arrivi, come cambia la fisionomia<br />

della squadra di Papadopulo, concentrando<br />

l’attenzione sulle caratteristiche<br />

dei nuovi arrivi.<br />

Numericamente (a parte i 3 portieri)<br />

partiamo da:<br />

7 difensori: Cufrè, Loumpotis, Mignani,<br />

Cirillo, Roque Junior, Juarez, Junior ;<br />

9 centrocampisti: Argilli, Vergassola,<br />

Lazetic, Taddei, Ardito, D’Aversa,<br />

Guigou, Cucciari, Menegazzo;<br />

3 attaccanti: Chiesa, Flo, Ventola.<br />

Entriamo nello specifico e vediamo le<br />

alternative ruolo per ruolo:<br />

DIFESA<br />

Destra: Cufrè, Cirillo, Juarez<br />

Centrale: Mignani, Roque Junior, Juarez,<br />

Argilli<br />

Sinistra: Junior, Guigou, Loumpoutis,<br />

Cufrè<br />

CENTROCAMPO<br />

Destra: Taddei, Lazetic, Guigou<br />

Centrale: D’Aversa, Vergassola, Cucciari,<br />

Menegazzo, Argilli, Ardito<br />

Sinistra: Lazetic, Guigou, Junior,<br />

Loumpoutis<br />

ATTACCO<br />

Flo, Chiesa, Ventola<br />

Risulta evidente la penuria di uomini<br />

in zona gol, con un unico vero centravanti<br />

che rimane Ventola (sia Flo che Chiesa<br />

sono infatti seconde punte) anche se la<br />

presenza di due esterni offensivi come<br />

Lazeti e Taddei potrebbero garantire le<br />

necessarie variazioni tattiche all’interno<br />

delle soluzioni offensive.<br />

Per concludere alcuni dati sui nuovi<br />

acquisti del mercato invernale, fermo<br />

restando che per un giudizio completo,<br />

occorre aspettare ulteriori prestazioni<br />

oltre al loro inserimento nel modulo di<br />

Papadopulo.<br />

JUAREZ<br />

ruolo: difensore<br />

nazionalità: Brasiliana<br />

posizione: destra centrale<br />

piede di calcio: destro<br />

nato il: 25/9/73<br />

a: San Paolo<br />

altezza: 183 cm<br />

peso forma: 76 Kg<br />

società di app: Bologna<br />

scadenza contratto: 2005<br />

come arriva Prestito<br />

LOUMPOUTIS<br />

ruolo: difensore<br />

nazionalità: Greca<br />

nato il: 10/6/79<br />

a: Salonicco<br />

altezza: 180 cm<br />

peso forma: 76 Kg<br />

società di app: Perugia<br />

scadenza contratto: 2005<br />

come arriva Prestito<br />

ROQUE JUNIOR<br />

ruolo: difensore<br />

nazionalità: Brasiliana<br />

posizione: centrale<br />

piede di calcio: destro<br />

nato il: 31/8/76<br />

a: Santa Rita do Sapucal<br />

altezza: 186 cm<br />

peso forma: 73 Kg<br />

società di app: Milan<br />

scadenza contratto: 2005<br />

come arriva Prestito<br />

JUNIOR<br />

ruolo: dif/centroc<br />

nazionalità: Brasiliana<br />

posizione: sinistra<br />

propensione: difensiva<br />

piede di calcio: sinistro<br />

nato il: 20/6/73<br />

a: Santo Antonio de Jesus<br />

altezza: 171 cm<br />

peso forma: 67 Kg<br />

società di app: Parma<br />

scadenza contratto: 2005<br />

come arriva Prestito


9 calcio<br />

Il noto legale ternano, nonché bianconero doc,<br />

lavora all’ipotesi di riportare André Pinga a Siena<br />

Dalla parte<br />

del brasiliano<br />

triste di Fortaleza<br />

Il Siena ed i suoi colori l’ho<br />

avuti sempre nel cuore, malgrado<br />

da oltre mezzo sec olo viva ed operi<br />

a Terni. Che tifo bianconero da una<br />

vita lo sanno anche i sassi, sono<br />

stato vicino alla Vecchia Robur<br />

sempre, anche quando militava in<br />

serie D e gli avversari si chiamavano<br />

Figline, Cannara, Borgo S.<br />

Lorenzo ecc., non adesso che gioca<br />

in serie A contro Juventus, Inter,<br />

Milan e Roma. Insomma il Siena fa<br />

parte del mio DNA, e quando sono<br />

stato chiamato ho sempre risposto<br />

presente. Come questa volta a proposito<br />

del rapporto con Pinga.<br />

Dopo la sfida di novembre a<br />

Terni del campionato di serie B<br />

2002/2003 conclusasi con un<br />

pareggio, a dicembre mi chiama<br />

Nelso Ricci ed il tenore della telefonata<br />

è pressappoco così: “il Siena<br />

ha bisogno di te”. Non faccio<br />

domande, rispondo senza<br />

esitazioni, eccomi, e Ricci<br />

mi “snocciola” il problema<br />

del giovane brasiliano<br />

che non gioca più come<br />

all’inizio della stagione<br />

perché ha grossi problemi<br />

con il suo procuratore e<br />

con tutta una serie di questioni<br />

lasciate insolute a<br />

Torino. Segue un colloquio<br />

a Terni durante un<br />

pranzo fugale dal noto<br />

‘Pazzaglia’ e poi mi tuffo<br />

nella nuova avventura.<br />

Vengo incontro ai problemi<br />

di Pinga e piano piano<br />

risolvo una per una tutte<br />

le sue problematiche. Il<br />

giocatore di Fortaleza<br />

riprende a giocare con<br />

entusiasmo ed il finale di<br />

campionato è tutto un<br />

crescendo. Anche Papadopulo<br />

è contento di aver<br />

ridato serenità al ragazzo.<br />

Ma la tragedia stradale dell’8<br />

giugno scorso, quando sull’auto<br />

guidata dallo stesso Pinga trova la<br />

morte il povero Leonardo Taddei,<br />

lascia il segno. Corro a Piacenza e<br />

prendo in mano la situazione, mi<br />

compete come avvocato e come<br />

amico di Pinga.<br />

Nell’estate scorsa il tentativo<br />

del Siena di riportarlo a giocare al<br />

Franchi non dà esito positivo.<br />

Andrè dal Brasile mi telefona e mi<br />

dice che devo curare anche i suoi<br />

interessi con il Torino Calcio. Lo<br />

seguo nella sua nuova avventura<br />

piemontese, cercando soprattutto<br />

di tenere alto il suo morale. Poi le<br />

note vicissitudini con lo stesso<br />

Torino, qualche articolo su “Tuttosport’<br />

che riporta le intenzioni del<br />

Siena di riprendere, qualora le<br />

condizioni fossero favorevoli, il<br />

brasiliano triste di Fortaleza.<br />

Pinga, malgrado il campionato<br />

non esaltante che sta disputando,<br />

ha molte richieste. Però Siena è<br />

rimasta nel suo cuore ed il Franchi<br />

è stato lo stadio dove ha vinto di<br />

più con il suo inseparabile amico<br />

Taddei. Se<br />

aggiungiamo<br />

che i suoi inte-<br />

ressi sportivi<br />

sono curati da<br />

un senese doc,<br />

ogni ulteriore<br />

commento è<br />

superfluo.<br />

Al termine<br />

del lungo campionato<br />

di serie<br />

B sarà presa<br />

probabilmente<br />

una decisione.<br />

Pinga intanto<br />

non ha rinnovato<br />

a tutt’oggi<br />

il contratto con<br />

la società granata,<br />

la scadenza<br />

del contratto<br />

è<br />

prevista per il<br />

30 giugnio 2005.<br />

Molte squadre straniere, oltre a<br />

quelle italiane, sono interessate<br />

alle sue prestazioni. Fra queste lo<br />

stesso Real Madrid, i cui osservatori<br />

si sono “scomodati’ apposita-<br />

mente per lui.<br />

Una cosa è certa: Piazza del<br />

Campo, i Fedelissimi del Siena ed il<br />

rinnovato Franchi, conservono per<br />

Andrè un fascino irresistibile.<br />

A questo punto però non resta<br />

che attendere gli sviluppi del cam-<br />

CHI È MASSIMO CARIGNANI<br />

Il suo nome è legato alle vicende del Siena Calcio da<br />

quasi vent’anni. Istriciaiolo doc, avvocato di professione,<br />

da molto tempo svolge la sua attività legale a Terni, dove<br />

ricopre anche la carica di Presidente del Coni provinciale.<br />

Il suo nome fu accostato per la prima volta a quello<br />

del Siena a metà degli anni ottanta, quando fu chiamato<br />

a difendere la società bianconera dall’accusa di illecito<br />

sportivo in occasione della gara con l’Imperia. Carignani,<br />

dopo una serie di drammatiche udienze, dimostrò l’assoluta<br />

estraneità della Robur e da allora si è ‘guadagnato’<br />

un posto di primo piano nelle vicende legali della società<br />

di cui è rappresentante anche nel collegio arbitrale.<br />

Nel recente caso Martinelli ha dovuto declinare qualsiasi<br />

impegno per incompatibilità con la carica dirigenziale<br />

che ricopre all’interno della Ternana. Attualmente,<br />

oltre a difendere gli interessi sportivi di Pinga, segue per<br />

suo conto anche la causa in corso sull’incidente d’auto in<br />

cui perse la vita il fratello di Taddei. Insomma un punto di<br />

riferimento sicuro e fidato per il Siena ed i suoi colori. ■<br />

pionato di serie A e di serie B…<br />

Intanto nei suoi orecchi, come nei<br />

miei, risuona l’inno della Verbena.<br />

Troppo bello per essere vero. ■<br />

Massimo Carignani


la testa<br />

nel<br />

pallone<br />

la testa<br />

nel<br />

pallone<br />

10<br />

la testa<br />

nel<br />

pallone<br />

MEGLIO QUANDO<br />

ANDAVA PEGGIO<br />

Parti con il torpedone, ti fermi a<br />

mangiare la trippa a un casello,<br />

cerchi lo stadio e ascolti alla<br />

radiolina, mentre guardi la partita,<br />

per sapere<br />

quello che fa la<br />

Juve. È cambiato<br />

poco o nulla delle<br />

gloriose trasferte<br />

dei tifosi<br />

senesi, se non la<br />

qualità e la<br />

quantità dei<br />

partecipanti<br />

alle missioni<br />

fuori porta, e<br />

soprattutto le<br />

destinazioni.<br />

Da Sarzana a<br />

Milano il<br />

passo è non<br />

poco conto,<br />

dal glorioso<br />

campo<br />

del Grifocannara<br />

a<br />

quello del<br />

Milan neppure.<br />

La cosa<br />

più bella è<br />

che, spesso,<br />

trovi più<br />

dignità in<br />

qualche oscuro<br />

campo di<br />

provincia che<br />

nella Scala<br />

del calcio.<br />

Il peggio che<br />

ti può succedere<br />

a Poggibonsi<br />

o a<br />

Cecina, mettiamo,<br />

è perdere<br />

tra gli<br />

sfottò dei<br />

tifosi. A<br />

Milano non è<br />

tanto grave<br />

prendere<br />

quattro pappine<br />

a zero,<br />

quanto poi trovare uno dello staff interista<br />

o un giocatore<br />

della nazionale<br />

che ti<br />

prendono in giro<br />

tutta la partita.<br />

E poi, come se non<br />

bastasse, uno dei<br />

due tira anche un<br />

simone marrucci<br />

cazzotto al giocatore senese, spaccandogli<br />

il labbro e mandandolo all’ospedale.<br />

Se poi cambi sport, ma rimani a livello<br />

di serie A, cambia poco: la Mens Sana<br />

se ne va a Pesaro e prende una sassaiola<br />

che distrugge il pullman. C’è qualcosa<br />

che non torna nelle allegre trasferte<br />

senesi. Ed è difficile rimanere<br />

contenti, perché la tua squadra tutto<br />

sommato si comporta bene in serie A,<br />

quando poi rischi qualcosa di peggio di<br />

una umiliazione sportiva. Ribellarsi è<br />

un obbligo, e il povero Cirillo ha fatto<br />

bene a lamentarsi in tv. Occorre guadagnarsi<br />

la stessa dignità che hanno le<br />

squadre più blasonate, ma non perché sei<br />

imbattibile oppure più bravo come cazzottatore.<br />

In uno sport occorre essere<br />

sportivi, anche quando non si stravince,<br />

e tutti devono avere spazio e<br />

rispetto. C’è qualcosa che non torna, in<br />

effetti. Soprattutto se un allenatore o<br />

un presidente chiudono un occhio di<br />

fronte a violenze plateali e gratuite,<br />

a prese in giro pesanti, oppure dicono<br />

che i panni sporchi vanno lavati in<br />

famiglia, salvo magari prendersela con<br />

il giornalista che fa il suo mestiere,<br />

oppure critica e fa dell’ironia nei luoghi<br />

deputati. Ma di fronte a uno sport<br />

nazionale che vanta personaggi come<br />

Gaucci, tutto può accadere.<br />

Qual è la regola? Omertà dentro e<br />

fuori gli spogliatoi, interviste solo a<br />

giornalisti in ginocchio, utilizzo del<br />

calcio come mezzo per avere notorietà,<br />

prestigio, per fare affari infischiandosene<br />

delle passioni vere? Poi magari, se<br />

qualcosa va storto, muoia Sansone con<br />

tutti i Filistei. Fiorentina, Parma,<br />

Lazio, il mare di debiti che sommerge la<br />

capolista e molti altri gloriosi sodalizi,<br />

sono un esempio abbastanza chiaro su<br />

come stanno andando le cose sul fronte<br />

calcistico. In compenso, quando i giornalisti<br />

commentano le partite, potranno<br />

ancor meglio giocare sulla metafora: “Se<br />

fosse stato un incontro di pugilato, il<br />

Siena avrebbe vinto ai punti”, si<br />

potrebbe dire. Mai paragone fu più pertinente:<br />

i pugni di Materazzi, i punti<br />

(di sutura) di Cirillo. ■


11 calcio<br />

La ‘rosa’ riveduta e corretta<br />

Portieri<br />

1 ROSSI Generoso<br />

14 FORTIN Marco<br />

83 FARELLI Simone<br />

Difensori<br />

2 CUFRE’ Leandro Damian<br />

3 LOUMPOUTIS Konstantinos<br />

4 MIGNANI Michele<br />

5 CIRILLO Bruno<br />

15 ROQUE Josè Vitor Junior<br />

16 DE SOUZA Denilson Junior<br />

39 DE SOUZA Juarez<br />

Centrocampisti<br />

6 VERGASSOLA Simone<br />

8 ARGILLI Stefano<br />

11 LAZETIC Nikola<br />

21 TADDEI Rodrigo<br />

22 ARDITO Andrea<br />

23 D’AVERSA Roberto<br />

28 GUIGOU Gianni<br />

30 CUCCIARI Alessandro<br />

33 MENEGAZZO Fernando<br />

Attaccanti<br />

9 FLO Tore Andre<br />

10 CHIESA Enrico<br />

25 VENTOLA Nicola<br />

Allenatore<br />

PAPADOPULO Giuseppe<br />

Michele Mignani


Il Bernabeu può attendere<br />

“Che spettacolo!” Miglior commento<br />

non poteva fare il tifoso storico Fabio<br />

Ciani, mercoledì 28 gennaio <strong>2004</strong> entrando<br />

nel tempio del calcio italiano, lo stadio<br />

milanese di San Siro, esternando tutta la<br />

sua gioia. Per una volta non vogliamo<br />

parlare troppo di risultati, tra l’altro quella<br />

sera (come quattro giorni dopo) era<br />

quasi scontato nonostante la buona<br />

volontà dei bianconeri. Vogliamo parlare<br />

dell’emozione, forte, intensa, come<br />

quella che abbiamo provato noi<br />

tifosi della centenaria<br />

Robur, nell’entrare a San<br />

Siro. La serata era fredda,<br />

ma meno del previsto,<br />

i nostri cuori caldissimi.<br />

Macchine<br />

fotografiche e telecamerine<br />

varie si sprecano,<br />

tanta è la voglia di immortalare l’evento.<br />

Qualche minuto per riprendersi<br />

dallo choc e inizia la partita.<br />

Per un po’ abbiamo sperato<br />

anche nel colpaccio, ma<br />

davanti avevamo il Milan<br />

campione d’Europa, spietato<br />

come non mai, e il sogno<br />

è durato poco. Squadra<br />

coperta, una sola punta in<br />

avanti e cinque centrocampisti,<br />

così Papadopulo<br />

pare aver azzeccato le<br />

mosse giuste, tanto che<br />

per quasi quaranta<br />

minuti abbiamo tenuto<br />

in apprensione gli oltre<br />

40mila milanisti, poi ci<br />

pensa il giovane fuoriclasse<br />

Kakà a farci tornare<br />

sulla terra,<br />

anche se il buon<br />

Fernandino<br />

potrebbe pareggiare<br />

con un<br />

rigore malamente<br />

gettato al<br />

vento. Nella<br />

ripresa non<br />

cambia musica<br />

e dopo il raddoppiorossonero,<br />

arriva il<br />

g o l<br />

spe-<br />

12⏐febbre alta⏐ANTONIO GIGLI⏐<br />

ranza di Flo, ma è troppo tardi per sognare<br />

qualcosa di ancora più magico.<br />

Di quella sera, però porteremo<br />

sempre nel cuore le emozioni<br />

violente, calorose,<br />

di<br />

aver<br />

vissutofinalmente<br />

il<br />

sogno che<br />

avevamo fin<br />

da bambini:<br />

entrare<br />

a San Siro<br />

non per<br />

assistere ai<br />

trionfi di<br />

Inter o<br />

Milan, ma a<br />

tifare Siena.<br />

Per quelli come<br />

noi che da Sansepolcro<br />

o Santa<br />

Croce sull’Arno si<br />

sono ritrovati,<br />

quasi in un botto,<br />

catapultati a San<br />

Siro, il giorno è<br />

da appuntare nel<br />

calendario, conservando<br />

come<br />

accaniti collezionisti il biglietto della partita<br />

per raccontare e documentare la<br />

“prima” volta del Siena in “quello”<br />

stadio, per poter dire “c’ero<br />

anch’io” ai nostri nipoti. Lo<br />

ammettiamo, siamo un po’<br />

romantici, ma concedetecelo.<br />

Giocare a San Siro, invece<br />

che a San Giovanni<br />

Valdarno<br />

o Sesto San<br />

Giovanni<br />

senza timori<br />

di sorta con il<br />

Milan ci dà<br />

una gioia che i<br />

gol di Kakà e<br />

Tomasson non<br />

possono offuscare.<br />

I nostri occhi<br />

hanno dentro ancora<br />

le immagini di uno<br />

spicchio del Meazza<br />

tutto bianco e nero e non<br />

era la Juventus.<br />

Detto tutto questo, però, non vogliamo<br />

assolutamente indicare la prima partita<br />

giocata alla Scala del calcio, come un<br />

punto di arrivo. Ci siamo arrivati e ci<br />

vogliamo tornare molto spesso. Ora che<br />

abbiamo assaggiato il dolce per la prima<br />

volta, tornare a pane e acqua ci dispiacerebbe<br />

non poco, soprattutto senza aver<br />

avuto la possibilità di fare indigestione.<br />

Torniamo sulla terra, quindi, tutti insieme,<br />

tifosi, squadra e società, e pensiamo<br />

alle nostre dirette concorrenti per la<br />

corsa a non tornare a “pane e acqua”. Il<br />

calo è evidente, era troppo bello che<br />

durasse come il girone d’andata, ma<br />

come in tutte le cose della vita, ci accontentiamo<br />

dell’indispensabile, lasciando il<br />

superfluo ad altri, e se non abbiamo vinto<br />

contro Juventus, Milan e Inter, lo vogliamo<br />

e possiamo fare con Reggina, Lecce e<br />

Ancona, tanto per non fare esempi…Per<br />

andare al Bernabeu c’è tempo, vogliamo<br />

semplicemente tornare a San Siro. Chiediamo<br />

troppo? No, il dolce ci piace tanto,<br />

anzi ne siamo ghiotti… ■<br />

Flo, autore del primo goal della storia<br />

del Siena a San Siro


14 calcio<br />

Mario Lisi<br />

Caduta di stile delle ‘milanesi’<br />

Operazione ‘lifting’<br />

All’indomani di Juventus –<br />

Siena avevo promesso un articolo<br />

sul tema “calcio & neve”. In verità<br />

lo avevo già scritto concludendo<br />

che far esibire i professionisti della<br />

Serie A in quelle condizioni era<br />

stato, con le dovute proporzioni, un<br />

po’ come costringere Pavarotti a<br />

cantare in un garage ma anche la<br />

dimostrazione di quanta poca<br />

attenzione ci sia verso gli sportivi<br />

che per gustare lo spettacolo pagano<br />

prezzi salatissimi sottoforma di<br />

biglietti d’ingresso o canoni della<br />

pay tv. E per… deformazione professionale,<br />

a discolpa dell’arbitro di<br />

turno, avevo auspicato il varo,<br />

almeno ai massimi livelli del calcio,<br />

di parametri oggettivi e da tutti<br />

verificabili per stabilire in modo<br />

inequivocabile quando un incontro<br />

di calcio sia da disputare o meno<br />

senza che tutta la responsabilità<br />

debba ricadere come adesso sul<br />

solo direttore di gara a cui non si<br />

può chiedere di fronteggiare le<br />

troppe pressioni che spingono a<br />

scendere in campo sempre e<br />

comunque in ossequio agli interessi<br />

dei concorsi pronostici e di calendari<br />

nazionali ed internazionali<br />

sempre più forsennati.<br />

Per dargli quella nota di amarcord<br />

che non guasta mai, l’articolo<br />

si concludeva con il personale<br />

ricordo di un Siena – Pistoiese di<br />

molti anni fa disputatosi nel giorno<br />

di una colossale nevicata che, un<br />

paio d’ore prima della partita, aveva<br />

ricoperto la città e rapidamente trasformato<br />

il Rastrello in un candido<br />

gigantesco catino dove i rumori<br />

risuonavano insolitamente ovattati<br />

ed il biancore degli alberi ricordava<br />

più l’ambientazione di una fiaba<br />

nordica che un sanguigno derby<br />

toscano, seppur di serie C. Ebbene,<br />

anche allora, tra lo scetticismo<br />

generale, tra impacciati equilibrismi<br />

e numeri di alta acrobazia, si<br />

giocò grazie anche all’intuizione<br />

davvero curiosa di alcuni tifosi che,<br />

armati di secchi e di pale, reperirono<br />

sotto gli alberi del “prato” lato<br />

San Domenico il terriccio necessario<br />

per tracciare, addirittura a<br />

mano, le linee del terreno di gioco!<br />

Per la cronaca vinse il Siena 1 – 0 su<br />

calcio di rigore.<br />

Ma l’articolo è stato messo da<br />

parte in tutta fretta perché, dopo<br />

taluni avvenimenti di domenica 1°<br />

febbraio, ben altre riflessioni si<br />

impongono riguardo al sempre più<br />

insalubre ambiente del calcio. E<br />

non mi riferisco nemmeno ai debiti<br />

sfacciati di alcune società ed ai<br />

modi allegri di ripianarli (anche per<br />

decreto statale) quanto piuttosto a<br />

prepotenza ed arroganza che, a<br />

certi livelli, in questo mondo dorato<br />

paiono ormai farla da padroni.<br />

Cos’altro è, se non tracotanza<br />

allo stato puro, la richiesta di Adriano<br />

Galliani (candidamente ammessa<br />

dalla bella conduttrice di “90°<br />

minuto”) di far rivedere alla moviola<br />

le immagini del fallo di Maldini<br />

su Tore Andre Flo che aveva fruttato<br />

un calcio di rigore ai bianconeri<br />

nel turno infrasettimanale contro il<br />

Milan? Nella circostanza, dal Vice<br />

Presidente rossonero che come<br />

presidente di Lega ha il dovere di<br />

rappresentare tutti i club, sarebbe<br />

stato lecito attendersi un minimo<br />

di spirito super partes. Invece, se<br />

quel rigore brucia ancora come<br />

un’offesa mortale (nonostante Fernando<br />

se lo sia fatto parare ed il<br />

Milan, vincendo proprio la sfida<br />

con i bianconeri, sia salito in vetta<br />

alla classifica), è la prova di come<br />

ormai non basta più soltanto vincere<br />

sul campo ma occorre anche<br />

stravincere a parole fino a negare,<br />

in definitiva, ogni vero onore delle<br />

armi all’avversario.<br />

E dietro l’arroganza ecco puntuale<br />

la prepotenza: a San Siro<br />

Materazzi, dopo un sonante 4-0<br />

dell’Inter ai danni della squadra di<br />

Papadopulo, per festeggiare non ha<br />

trovato di meglio che spaccare la<br />

faccia al malcapitato Cirillo. Vero è<br />

che i dirigenti nerazzurri hanno<br />

subito condannato l’episodio (a<br />

quel punto cos’altro dovevano<br />

fare?) prendendosi perfino un plauso<br />

generale ma, a ben guardare,<br />

non è stato un atteggiamento di<br />

discutibile altezzosità quello di forzare<br />

i regolamenti e permettere che<br />

propri tesserati, pur non essendo<br />

della partita, accedessero a recinto<br />

di gioco e spogliatoi?<br />

In tutto questo conforta prendere<br />

atto che il Presidente bianconero<br />

De Luca, nonostante gli strattoni<br />

di alcuni mass media avvezzi a<br />

pescare nel torbido, rifiuta intelligentemente<br />

di farsi trascinare nel<br />

turbine delle polemiche e mantiene<br />

un irreprensibile aplomb. Altri<br />

invece avrebbero bisogno di un<br />

serio esame di coscienza, anzi di un<br />

lifting. Adesso, del resto, pare vada<br />

particolarmente di moda… ■


Al ‘Delle Alpi’<br />

o ...sulle Alpi?<br />

Dopo una breve ‘chiacchierata’ in<br />

famiglia, ottengo ‘l’autorizzazione’ di<br />

recarmi a Torino per assistere alla partita<br />

Juve-Siena. Beh, effettivamente la perplessità<br />

dei miei non era sulla partita stessa,<br />

ma sul fatto di partire il giorno prima<br />

insieme ad alcune amiche per approfittare<br />

della ‘gita’ andando alla scoperta di<br />

qualche discoteca piemontese…<br />

Piccola precisazione a parte, in fin di<br />

conti si trattava di una semplice gitarella<br />

in una città del Nord una domenica di<br />

gennaio. La sorpresa, però, è arrivata la<br />

mattina del 18: un alto manto bianco ricopriva<br />

la città ed un freddo ‘boia’ ci faceva<br />

rimpiangere di non aver portato un equipaggiamento<br />

da montagna invece della<br />

solita giacchetta con la sciarpa del tifoso<br />

(e chi se lo aspettava?!). L’inconveniente<br />

non ha però impedito di ritrovarsi tutti (e<br />

tanti) davanti allo stadio.<br />

Lo stadio… aho! Così grande che la<br />

‘marea’ di tifosi bianconeri a seguito della<br />

squadra, una volta preso possesso della<br />

propria curva, sembrava un gruppuscolo<br />

di formichine in mezzo al deserto.<br />

Bello… ma quant’è più bello il nostro sta-<br />

15⏐io c’ero⏐MICHELLE CHAZINE⏐<br />

diolo, piccino, intimo, dove siamo tutti<br />

stretti, dove possiamo quasi toccare con<br />

mano la palla in campo… Qui, da lassù,<br />

in cima alle gradinate, altro che occhiali…<br />

ci volava il binocolo, cosa dico, il<br />

telescopio, per vedere qualcosa! Con una<br />

visibilità ridotta ulteriormente dall’abbondante<br />

nevicata in corso. Un campo completamente<br />

bianco, un gelo da Groenlandia.<br />

I nostri amati giocatori si sono trovati<br />

a dover affrontare una situazione pesantissima:<br />

una squadra avversaria potente<br />

come la Juve da ‘incontrare’ in un campo<br />

storico (che mette suggestione, bisogna<br />

riconoscerlo!), campo, però, che assomigliava<br />

più alla pista di pattinaggio alla<br />

Lizza a Capodanno (ai giocatori mancavano<br />

solo le tutine attillate! che, sicuramente,<br />

avrebbero apprezzato!).<br />

Con i lampioni accesi (in pieno giorno!),<br />

l’arbitro, dopo aver fatto la prova del<br />

rimbalzo della palla, di colore arancione<br />

fosforescente – sic! – (macché rimbalzo…<br />

ci volevano quasi i cani da valanga per<br />

ritrovare la palla sprofondata nella neve!),<br />

ha fischiato l’inizio della partita, l’inizio<br />

della sofferenza. Noi tifosi intonavamo i<br />

Il goal di Ventola<br />

canti a squarciagola con salti e ‘balli propiziatori’,<br />

un po’ per sostenere la squadra,<br />

un po’ per riscaldarsi.<br />

All’intervallo c’è stato un vero e proprio<br />

assalto (pacifico) alle bancarelle per<br />

appropriarsi di bevande calde, qualsiasi<br />

cosa …basta che sia caldo!<br />

Ma ecco che l’arbitro fischia il secondo<br />

tempo; dopo pochi minuti vediamo<br />

che il Siena ha qualcosa in più di prima,<br />

più grinta, più forza d’animo. Ma lo strepitoso<br />

sforzo non serve a rovesciare la<br />

situazione. Alla fine della partita, con un<br />

4 a 2 ed un goal annullato, una partita che<br />

veramente non doveva essere giocata per<br />

inagibilità del campo, la tifoseria senese è<br />

ripartita verso casa, amareggiata.<br />

Per la cronaca, pare che i ragazzi dell’Istrice<br />

hanno dovuto affrontare un viaggio<br />

di 7 ore al ghiaccio con un pullman il<br />

cui impianto di riscaldamento era guasto!<br />

Però, anche se il viaggio è stato lungo,<br />

il freddo ci ha attanagliato, la vittoria<br />

ambita non è arrivata, il cuore bianconero<br />

è stato riscaldato dalla grinta dei nostri<br />

giocatori. “Rrrobburone… Rrrobburone…”<br />

come urla sempre il mi’ babbo. ■


16<br />

LA ‘PRIMA’ ALLA SCALA<br />

fatti e personaggi del mese<br />

a cura di Francesco Vannoni<br />

“La Scala” del calcio ha aperto<br />

le porte ad una debuttante.<br />

Stavolta però, il palcoscenico<br />

non erano le tavole di un teatro,<br />

bensì il discusso manto erboso di<br />

San Siro, e la danzatrice, invece<br />

che una “dama” dalle leggiadre<br />

movenze, era la benamata Robur,<br />

ovvero una bellezza secolare,<br />

non più “giovanissima” appena<br />

giunta tra le “elette” al gran galà,<br />

il cui fascino però non conosce<br />

tempo.<br />

Memori del sofferto “vivacchiare”<br />

tra una serie C e l’altra, e<br />

senza dimenticare che, prima di<br />

salire nel “Paradiso” pedatorio, siamo stati ad un non nulla dal tornare<br />

nell’anonimato dal quale tanto faticosamente la gloria bianconera era<br />

riemersa, in molti, vivendo i due appuntamenti milanesi come le “tappe”<br />

di un viaggio chiamato serie A, si accontentavano semplicemente di<br />

esserci. I grandi “ingressi” implicano il dazio - quasi inevitabile - del noviziato.<br />

In quattro giorni, il Siena avrebbe proposto la “prima” e una altrettanto<br />

accattivante “replica”, in un doppio appuntamento che, come<br />

“presentazione” aveva tutti i crismi dell’esperienza indimenticabile.<br />

La “matricola” si sarebbe misurata con il plurititolato Milan, e con la<br />

“grande incompiuta” Inter. “Musicisti” celeberrimi più avvezzi all’ assolo<br />

che all’esecuzione corale, contro un “orchestra” senza “fenomeni”<br />

solisti indiscussi, ma capace di eseguire all’unisono gradevolissime sinfonie.<br />

Una diversità di credo calcistico, necessaria per “orchestrali” e…per<br />

repertorio. O almeno così doveva essere: perché, se è vero che alla fine<br />

i rossoneri hanno guadagnato, al pari dei nerazzurri, l’intera posta in<br />

palio è altrettanto innegabile che gli applausi tributati alla “nuova arrivata”<br />

viva, lucida e a tratti brillante, traducevano la sostanza dei consensi<br />

ricevuti in un crescente e meritato rispetto; erano come un lasciapassare<br />

nell’imponente e austero “tempio dei campioni”.<br />

Il Siena ospite discreto di questo monumento sportivo, dopo essersi<br />

inchinato ad una magia, (Kakà docet), poteva riprendersi se non avesse<br />

“steccato” dal dischetto con il suo “musicista” più giovane: talento da<br />

vendere, ma freddezza da acquisire. L’“acuto” di Flo, giunge poco prima<br />

del termine dell’esibizione, tardi perché lo spartito bianconero potesse<br />

riequilibrare “il canovaccio” dell’opera.<br />

Scorrendo il “copione” della classifica, la replica, per quanto insidiosa,<br />

lasciava ben sperare: dopo le congratulazioni, la buona personalità<br />

mostrata, infondevano fiducia per la ricerca dei punti. Invece, tra<br />

assenze previste e defezioni impreviste, la compagine andata in scena<br />

mancava di quegli effettivi irrinunciabili per una buona esecuzione.<br />

Qualche vistosa “stonatura” di troppo, elementi nuovi ancora da affiatare<br />

per arrivare all’ ”accordatura degli strumenti”, un Inter perfetta.<br />

Insomma, tutto difficile anche per un Direttore d’orchestra come Giuseppe<br />

Papadopulo che ha abituato il pubblico a veri e propri capolavori<br />

di “arrangiamento”.<br />

Tornare da S. Siro con nessun punto incamerato, non significa doversi<br />

allarmare: altre sono le platee dove il Siena non dovrà “smarrire gli<br />

accordi” per guadagnarsi, con la salvezza, la lecita aspirazione di rientrare<br />

al “Meazza”. Ritagliando ogni frammento di un’emozione sportiva<br />

da non dirsi irripetibile, e con le note della “Verbena” comunque echeggiate<br />

a sancire il vanto della senesità, salutiamo questo incrocio con la<br />

storia, come la realizzazione di un sogno. Uno spettacolo da applausi.<br />

Scalfito solo in parte dall’increscioso “fuori programma” che ne ha macchiato<br />

la “coda”: messaggio gravemente lesivo per gli insegnamenti che<br />

lo sport si impegna a trasmettere, ed epilogo meritevole della più inflessibile<br />

stroncatura “alla Scala” del calcio, e di un’ancor più irremovibile<br />

bocciatura alla scuola della vita.<br />

TORE ANDRE FLO<br />

Chissà cosa avrà pensato,<br />

Tore Andre Flo, quando al suo<br />

arrivo all’aeroporto di Ampugnano,<br />

oltre al presidente Paolo De<br />

Luca e al direttore sportivo Nelso<br />

Ricci, che lo aveva appena prelevato<br />

dal Sunderland, trovò ad<br />

accoglierlo anche la torrida calura<br />

estiva, quantomeno estranea a<br />

chi come lui, era abituato alle<br />

rigidità climatiche della natia<br />

Norvegia. Che la sua avventura in<br />

bianconero, dovesse rappresentare<br />

qualcosa di nuovo il “vichingo”<br />

deve averlo compreso anche<br />

dalla… temperatura. Sì, perché<br />

l’esordio nel massimo campionato<br />

italiano, non riguardava solo la carriera di un campione, ma l’emozione<br />

e lo zenit calcistico di un’intera città.<br />

Il calore di Siena non era solo un fatto di…termometro, ma anche e<br />

soprattutto quello di tanti sportivi che vedevano nascere, tessera dopo<br />

tessera, il mosaico della squadra che avrebbe onorato i colori della Robur<br />

nell’olimpo del pallone, dopo un secolo di alterne vicissitudini. E di vicissitudini<br />

ce ne sono state, prima che il biondo attaccante potesse prendere<br />

la via di Siena: sembrava proprio che il Sunderland non volesse<br />

lasciarlo partire. Ma Nelso Ricci è uno che non si arrende facilmente, e<br />

– dopo aver avuto sentore che l’affare potesse complicarsi – ecco la stretta<br />

di mano decisiva: il nazionale norvegese aveva accettato la “scommessa”<br />

di contribuire alla salvezza di una piccola realtà pronta a vivere<br />

un grande sogno.<br />

Intorno al nome di Tore Andre Flo, che sembrava dovesse arrivare in<br />

Italia già qualche anno addietro, quando fu il Perugia a cercarlo, c’erano<br />

le certezze che servono per poter considerare il suo ingaggio un<br />

“grande colpo” messo a disposizione di Giuseppe Papadopulo: nato il 15<br />

giugno del 1973 a Stryn, il longilineo attaccante, dopo aver militato per<br />

quattro stagioni in patria (prima nel Sogndal, poi nel Tronsoe e, ancora,<br />

per due anni nel Brann Bergen, tutte compagini di serie A norvegese), nel<br />

campionato 1997/98 il nazionale norvegese approda in Inghilterra: sono<br />

i “blues” del Chelsea a volerlo in Premier League, e ad affiancarlo per<br />

quattro campionati, alla sempre più nutrita colonia italica nel frattempo<br />

sbarcata oltremanica, proprio per calcare il prato dello Standford Bridge:<br />

Zola, Di Matteo e un “certo” Gianluca Vialli, sono i nomi più rilevanti<br />

tra i compagni di squadra dell’attuale “torre” bianconera.<br />

Terminata l’esperienza al Chelsea, dove nel frattempo era arrivato un<br />

altro tecnico italiano come Claudio Ranieri, Flo si trasferisce in Scozia<br />

per vestire la casacca dei Glasgow Rangers nella stagione 2000/2001.<br />

Con gli stessi colori, l’anno successivo, vive la sua migliore stagione dal<br />

punto di vista del rendimento, firmando 18 gol in 30 presenze. Tutt’altra<br />

musica, invece in quello che sarà il terzo ed ultimo campionato in terra<br />

scozzese: solo quattro apparizioni. Il Sunderland è la formazione che lo<br />

riporta in Inghilterra (4 gol per 29 presenze lo scorso anno). Grinta, spirito<br />

di abnegazione e tanto lavoro “oscuro” al servizio della squadra,<br />

sono le peculiarità del bagaglio tecnico col quale Flo sta facendosi<br />

apprezzare dal competente e attento pubblico senese. Forse non sarà un<br />

cannoniere infallibile, ma alcune sue marcature sono state “pesanti” (a<br />

segno quattro volte nelle 5 partite del mese di gennaio, mancando il bersaglio<br />

solo al Delle Alpi contro la Juventus) e quei 193 centimetri supportati<br />

da 86 chilogrammi, assommano una stazza di grande giovamento<br />

negli equilibri della beneamata; chi avesse dubbi in tal senso noti la<br />

padronanza nel possesso palla e il sostegno di una “sponda” sempre<br />

pronta a farsi rispettare in elevazione per creare più di un grattacapo alle<br />

retroguardie avversarie. Tore Andre Flo è dunque la “fotografia in<br />

campo” di questo Siena. La sue prestazioni identificano la solidità e il<br />

valore del gruppo; i risultati, la verifica più probante sul positivo cammino<br />

sinora compiuto, confermano che la “scommessa” senese di Flo<br />

possiede tutti i presupposti per essere vinta.


18 calcio<br />

Gigi Rossetti<br />

Continua il nostro viaggio fra le Giovanili del San Miniato<br />

‘Esordienti’, ma con le idee già chiare<br />

Chi mette un ragazzo nelle sue<br />

mani può stare tranquillo.Competente,<br />

scrupoloso e soprattutto preparatissimo<br />

sotto ogni punto di<br />

vista. Prima che come calcia, guarda<br />

se un bambino ( perchè a lui affidano<br />

quasi sempre i più piccoli)<br />

poggia bene il piede in terra, guarda<br />

come cammina perchè deambulare<br />

bene è più importante che calciare<br />

bene un pallone, quello poi<br />

può anche venire di conseguenza.<br />

Insegna calcio da ormai tanti anni e<br />

allora questa volta, questo spazio,<br />

lo concediamo totalmente a lui per<br />

sapere come vanno le cose di questa<br />

allegra brigata.<br />

“Mi hanno affidato gli Esordienti<br />

B del 1993 che per la prima<br />

volta hanno affrontato l’esperienza<br />

del “campo a undici” e devo dire<br />

che pur confrontandosi con squadre<br />

composte da bambini nati un<br />

anno prima, hanno dimostrato<br />

buon spirito di adattamento e nes-<br />

sun timore reverenziale.”<br />

Un anno di differenza e per la<br />

prima volta sul “campo grande”<br />

“Forse ho capito. Reagiscono<br />

bene, reagiscono con la naturalezza<br />

che contraddistingue questa<br />

fascia di età e grazie soprattutto<br />

alla serenità degli adulti che li circonda,<br />

hanno saputo accettare le<br />

prime sconfitte, catalizzare gli<br />

errori per metterli a frutto di partita<br />

in partita mettendo in campo<br />

energie fisiche e mentali che<br />

hanno portato il gruppo ad esprimersi<br />

in un costante crescendo che<br />

ha portato anche risultati positivi<br />

sull’espressione del gioco, della<br />

correttezza sportiva nell’atteggiamento…….<br />

ed anche a qualche<br />

vittoria.”<br />

Lo sport, palestra di vita; può<br />

sembrare un po’ antico come concetto<br />

ma con Calderone fortunatamente<br />

è ancora così.<br />

“Il nostro obiettivo, anche se<br />

può sembrare retorico, è davvero<br />

quello di consentire a questi “cittini”<br />

di vivere una esperienza che gli<br />

consenta di crescere, di acquisire<br />

quegli elementi educativi, fisici,<br />

psichici e sportivi che li possano<br />

accompagnare negli anni più belli<br />

e spensierati della propria<br />

vita.Concetti questi,che facili da<br />

esternare, hanno bisogno di tanto<br />

lavoro, tanta pazienza e soprattutto<br />

tanto buonsenso.”<br />

<strong>Sport</strong> professionistico e cinismo:<br />

sono questi gli elementi che caratterizzano<br />

la nostra epoca e che certamente<br />

non aiutano a portare avanti<br />

un certo tipo di discorso; gli esempi<br />

che arrivano dai più grandi molte<br />

volte non sono certo il massimo e<br />

così il rischio è di appiattirsi sull’arrivismo<br />

e sull’ egoismo è altissimo.<br />

“Sarebbe troppo facile seguire la<br />

“corrente”, ma anche se può sembrare<br />

un controsenso la forza per<br />

raggiungere gli obiettivi sopracitati<br />

viene proprio dai ragazzi, la loro<br />

spontaneità, la loro forza e la loro<br />

purezza spinge alla ricerca di offrire<br />

ciò che meritano e soprattutto di<br />

restituire loro quella speranza e<br />

quegli ideali che sembrano smarriti.”<br />

Un cammino che è fatto però<br />

anche di cronaca sportiva e che racconta<br />

di una squadra che dopo una<br />

prima fase alterna nei risultati ma<br />

interessante per l’esperienza,<br />

hanno iniziato nel <strong>2004</strong> la seconda<br />

fase del campionato che li metterà<br />

di fronte ad avversari con potenzialità<br />

più omogenee.Da fine aprile<br />

poi, inizieranno i tanto attesi tornei<br />

primaverili che consentiranno a<br />

questi ragazzi di fare esperienze<br />

nuove con squadre di altre province.<br />

Gli ingredienti per fare bene ci<br />

sono tutti, non rimane allora che<br />

augurare a tutti questi bambini...in<br />

bocca al lupo! ■<br />

La formazione degli Esordienti B del 1993


Becchi<br />

e bastonati<br />

Fin troppo facile titolare così quella serata<br />

di un giorno da cani. Domenica 1° febbraio,<br />

segnate la data in nero sul calendario<br />

di cucina, e appizzateci sopra trecce d’aglio,<br />

prezzemolo e finocchio. Perché non si abbia<br />

a ripetere. Calcio e basket uniti nel passivo,<br />

e che passivo: quattro pappine, tanti canestri,<br />

una scarica di cazzotti e una sassaiola<br />

da paura.<br />

Che alla stessa ora, ma cosa dico, all’unisono,<br />

sul manto smottato e scivoloso (vero<br />

Roque?) dello stadio Meazza e dentro<br />

il nuovo Palas pesarese<br />

ribollente di 10.000 (!) tifosi,<br />

Siena sportiva abbia preso<br />

su e portato a casa, ci<br />

poteva stare. Due batoste<br />

al prezzo di una. Ma<br />

ben diverse. La Robur<br />

aveva parecchie attenuanti:<br />

mezza squadra<br />

out tra squalifiche e infortuni,<br />

il nuovo brasiliano<br />

appena sceso dall’aereo e<br />

buttato in campo con ancora<br />

negli orecchi l’effetto del jet-leg, e dall’altra<br />

parte una compagine che ogni tanto si<br />

ricorda di essere l’Inter, in più arricchita da<br />

due talenti puri come Adriano e Stankovic.<br />

Nessuna scusante invece per la Mens Sana:<br />

lenta, impacciata, senza idee, e quel che è<br />

peggio, svogliata. Peccato veniale quando il<br />

roster è pieno di fuoriclasse, con i numeri<br />

per rimediare in qualsiasi momento, peccato<br />

mortale se la squadra è di talento medio,<br />

costretta a puntare sulla difesa e sugli attributi<br />

40 minuti su 40 se vuole competere.<br />

Poteva succedere, è regolarmente successo.<br />

Quella di Milano non era partita da vincere<br />

a tutti i costi, non sono quelli gli avversari sui<br />

quali fare la corsa. Lasciando perdere i proclami<br />

sciocchini che straparlano di zona<br />

UEFA, basta arrivare quint’ultima a una<br />

Robur la cui squadra è stata costruita in fretta<br />

e furia e all’ultimissimo secondo di due<br />

mercati mentre la società si è dovuta dare in<br />

pochi mesi un’organizzazione da club professionista.<br />

Oggettivamente non si può chiedere<br />

di più. Papadopulo, l’uomo dei miracoli,<br />

è nocchiero abbastanza saggio da<br />

autorizzare ragionevoli speranze. Ma per<br />

tornare al basket, quello di Pesaro era uno<br />

scontro diretto, da vincere o almeno perdere<br />

con onore, l’occhio attento alla differenza<br />

canestri. Niente da fare. Per fortuna nella<br />

pallacanestro, più che nel calcio, si cade, si<br />

risorge, si ricade e si ririsorge nel giro di 24<br />

ore, e Recalcati è un grande coach abituato<br />

a cavare sangue dalle rape, vedi la nazionale.<br />

Avrà tempo e modo anche a Siena per<br />

confermare questa sua qualità.<br />

Dunque, con due sconfitte contemporanee<br />

e in diretta tv, il cuore è straziato e le<br />

19⏐zapping⏐VINCENZO COLI⏐<br />

balle girano. Ma<br />

quando si è ai vertici,<br />

l’esposizione<br />

mediatica è la regola, e<br />

se le vittorie inorgogliscono,<br />

le figuracce non si occultano.<br />

Come non si è occultato Bruno<br />

Cirillo, e ha fatto la cosa giusta: mai visto<br />

prima, a “90° minuto”, un calciatore presentarsi<br />

col volto tumefatto davanti alle telecamere<br />

Rai e Mediaset, facendo nome e<br />

cognome di chi l’aveva conciato. Altro che<br />

tv del dolore e reality show. Quelle sono scenette<br />

taroccate, questa era roba vera, cronaca<br />

al sangue. Mai vista prima perché episodi<br />

del genere, tragico caso Ferrigno a parte,<br />

si verificano di rado, essendoci per fortuna<br />

in circolazione pochi imbecilli come l’Innominabile<br />

cazzottatore. Di segno variegato le<br />

reazioni all’increscioso evento. Il Siena, nel<br />

senso della società, prima ha cercato di frenare<br />

Cirillo, poi ha minimizzato, forse per<br />

motivi diplomatici che non è dato sapere.<br />

Papadopulo, ancora una volta grande, ha<br />

voluto parlare solo del match in campo, ed<br />

è ammirevole l’autocontrollo di quest’uomo<br />

in un ambiente tanto incline al vittimismo e<br />

all’isteria. I giornalisti presenti alle trasmissioni<br />

tv si sono ficcati nel piatto ricco e<br />

hanno fatto il loro mestiere, per lo più deplorando,<br />

come è giusto. Zaccheroni, uomo<br />

solitamente equilibrato, ha stupito tutti invocando<br />

il principio andreottiano per cui “i<br />

panni sporchi si lavano in famiglia”. I panni<br />

suoi nella famiglia sua, forse; non quelli<br />

sporcati alle famiglie altrui. Ma a caldo, si sa,<br />

certe reazioni appaiono razionalmente<br />

inspiegabili. Forse Zac temeva che il ritorno<br />

alla vittoria dell’Inter in tv e sui giornali fosse<br />

oscurato dalla cronaca nera. Infine il neopresidente<br />

Giacinto Facchetti, cui lo squisitissimo<br />

Massimo Moratti deve aver attaccato<br />

il virus del buonismo: il mitico ex terzinone<br />

ha speso parole di condanna per l’accaduto<br />

e annunciato sanzioni societarie, ma ha<br />

anche invocato l’assoluzione assicurando il<br />

fulmineo pentimento: “È un uomo distrutto,<br />

piange e si dispera, non sa capacitarsi del<br />

suo gesto”. Infatti, il giorno dopo, l’uomo<br />

distrutto ha dichiarato alla stampa: sono<br />

stato provocato, ho le mie ragioni. Avrà<br />

tempo per ripensarci fino al 29 marzo.<br />

Mentre l’Innominabile menava, un<br />

manipolo di Balilla pesaresi, minoranza<br />

assoluta nel contesto di una tifoseria appassionata<br />

e corretta, praticava buchi grossi così<br />

nel pullman della Mens Sana. Episodio odioso,<br />

ma ahinoi ricorrente, che non stupisce.<br />

Da mettere nelle brevi, e sappiamo quanto<br />

poco appeal possa vantare il basket rispetto<br />

al calcio, per il mondo dell’informazione.<br />

Che sul caso Cirillo e sulle sue conseguenze<br />

disciplinari è tornato ampiamente nei giorni<br />

a seguire. Dando voce anche a un signore il<br />

quale ai suoi tempi sapeva materializzare un<br />

sogno ricorrente sugli spalti: “gamba in tribuna!”.<br />

Un signore che, a freddo, se ne è<br />

uscito più o meno così: “Cirillo è una fighetta,<br />

ai miei tempi ci si massacrava in campo<br />

e fuori ma non usciva niente, men che mai<br />

una denuncia. Doveva stare zitto ed aspettare”,<br />

come no, per vendicarsi e farlo in grande<br />

stile, in crescendo: nel prossimo girone<br />

d’andata col coltello, così nel ritorno l’altro<br />

reagirà con una calibro nove e l’anno dopo<br />

di nuovo Cirillo col kalashnikov, e in risposta<br />

l’Innominabile con una passatina di<br />

napalm… Si fa ma non si dice, e ci si copre<br />

tutti con l’omertà. Che diamine, il calcio è o<br />

non è uno sport da uomini veri? Parole<br />

sonanti come musica, agli orecchi degli ultrà<br />

che aspettano la partita per sprangare i poliziotti<br />

e scaraventare i vesponi giù dal terzo<br />

anello. Così ragiona nel <strong>2004</strong> Pasquale<br />

Bruno, ex difensore Juventus, denominato<br />

“O’ animale”. Tanto per dimostrare che l’evoluzionismo<br />

di Darwin ogni tanto va in<br />

corto circuito. ■


21 tennis<br />

Andrea Sbardellati<br />

Tutti i classificati <strong>2004</strong> a Siena e provincia<br />

Chi c’è<br />

alle spalle<br />

di Lorenzi?<br />

Chi c’è dietro Paolo Lorenzi, il<br />

tennista senese numero 16 in Italia<br />

e alle soglie delle prime duecento<br />

posizioni nel mondo?<br />

A Siena sono 152 i giocatori di<br />

tennis classificati e iscritti per l’attività<br />

agonistica in tutti i circoli della<br />

provincia. Anche il gruppo delle<br />

giocatrici è piuttosto nutrito, con 43<br />

atlete che si cimentano a vari livelli<br />

nei tornei sia individuali che a<br />

squadre. Naturalmente, a questi<br />

195 atleti, si aggiungono tutti coloro<br />

che risultano non classificati,<br />

ma che puntano, con l’ottenimento<br />

di successi nei tornei, a scalare le<br />

selettive classifiche frutto di metodici<br />

calcoli matematici atti a valutare<br />

conferme, promozioni e retrocessioni.<br />

Un po’ come se ogni<br />

giocatore rappresentasse una<br />

squadra di calcio che, dopo la<br />

disputa della stagione coincidente<br />

con l’anno solare, lo vedrà sommare<br />

i risultati ottenuti, scegliendone<br />

i migliori per poi tirare le<br />

somme. Particolarmente ricercati i<br />

successi ottenuti con giocatori di<br />

classifica superiore al fine di conquistare<br />

i punteggi migliori.<br />

Partendo dal vertice della piramide<br />

diciamo subito che Paolo<br />

Lorenzi è inserito in serie A assieme<br />

ad altri venti giocatori. I migliori<br />

d’Italia e la sua attività è volta<br />

prevalentemente a ricercare successi<br />

in giro per il mondo. Paolino<br />

ha disputato le qualificazioni per<br />

l’Open di Australia, riuscendo a<br />

vincere il primo turno contro la<br />

testa di serie numero quindici, ma<br />

ha dovuto mollare la presa nel<br />

secondo turno e non è riuscito nell’impresa<br />

di qualificarsi per il tabellone<br />

principale della kermesse di<br />

Melbourne che ha incoronato lo<br />

svizzero Federer in cima alle classifiche<br />

Atp. Il nostro tennista punta<br />

comunque a conquistare punti Atp<br />

e, forte dei suoi 22 anni, sta lavorando<br />

duramente per salire ulteriormente<br />

in un ambiente altamente<br />

selettivo.<br />

In ambito femminile sono cinque<br />

le tenniste tesserate per circoli<br />

senesi dotate di classifica di serie<br />

B o, come viene chiamata oggi, di<br />

seconda categoria: Valeria Madaro<br />

è appartenente al terzo gruppo<br />

e proviene da una brillante promo-<br />

zione di un livello. Katy Agnelli e<br />

Cristina Beber sono appartenenti<br />

al sesto gruppo e Francesca Grezzi<br />

ha appena ottenuto la conquista<br />

del settimo gruppo, dopo essere<br />

stata l’anno scorso in terza categoria<br />

secondo raggruppamento. Si<br />

è confermata nell’ottavo gruppo<br />

Stefania Pacella.<br />

Per quanto riguarda la terza<br />

categoria appartiene al primo<br />

gruppo Gaia Tanganelli in discesa<br />

di un livello. Irene Scalacci si conferma<br />

nel secondo gruppo e vi<br />

discende l’under 18 Michela<br />

Sostegni. Sale di ben tre livelli fino<br />

al terzo gruppo l’under 16 Sara<br />

Pontremolesi. Ha ottenuto la promozione<br />

anche l’under 18 Giulia<br />

Bartalucci (quinto gruppo) e allo<br />

stesso livello si è confermata l’under<br />

18 Francesca Galuppo. Guidano<br />

l’agguerrito stuolo delle 32 giocatrici<br />

appartenenti alla quarta<br />

categoria l’under 16 destinata a<br />

salire ancora Giulia Del Grosso e<br />

la giovanissima under 12 Serena<br />

Frazzitta. Di entrambe ne sentiremo<br />

parlare in futuro.<br />

In ambito maschile il più alto in<br />

classifica è Pietro Griccioli, confermatosi<br />

in seconda categoria nel<br />

settimo gruppo. Scende dalla<br />

seconda categoria l’amiatino<br />

Michele Fabbrini, ora in terza categoria<br />

primo gruppo. Sono promossi<br />

in terza categoria secondo gruppo<br />

Andrea Ciabatti e Andrea<br />

Taliani, protagonisti di un duplice<br />

salto. Allo stesso livello l’esperto<br />

Guido Collodel, che scende di un<br />

gruppo, così come Gino Bartoli e<br />

Riccardo Danielli. Guccio Rugani<br />

retrocede nel terzo gruppo, mentre<br />

vi arrivano da una promozione<br />

Luca Bassini e l’under 16 Niccolò<br />

Adami. Arriva nel quarto gruppo<br />

direttamente dalla quarta categoria<br />

l’under 18 Giacomo Grazi. Da<br />

seguire con attenzione l’under 14<br />

Andrea Volpini, giunto nel quinto<br />

gruppo dopo una doppia promozione.<br />

Sono nel quinto gruppo l’under<br />

16 Alessandro La Cognata,<br />

Filippo Gonnelli, l’under 16 Giovanni<br />

Galuppo, l’esperto Gianluca<br />

Arnecchi e Cristiano Baldacconi.<br />

Guidano la quarta categoria i<br />

seguenti giocatori facenti parte del<br />

primo gruppo: Massimiliano<br />

Arnecchi, Marco Bencini, Filippo<br />

Casini, Antonio Maceroni, Massimo<br />

Marchettini, Riccardo Mazzoni<br />

e Alessandro Sprugnoli. ■


22<br />

atletica leggera<br />

Andrea Bruschettini<br />

L’atletica è un bellissimo<br />

sport, ma spesso di non facile<br />

lettura e comprensione. Al di là<br />

dei gesti estetici, delle misure e<br />

dei tempi mirabolanti che affascinano<br />

in maniera spontanea il<br />

pubblico, si nascondono sacrifici<br />

enormi, che portano ad esplorare<br />

i confini fisici del corpo<br />

umano. L’esperto di questa pratica<br />

sportiva, è infatti un profondo<br />

indagatore, e sa che al di là della<br />

superficie dei risultati, dietro si<br />

cela la scienza nelle sue diverse<br />

forme: lo studio biologico e chimico<br />

delle reazioni del corpo<br />

sottoposto ad allenamento; la<br />

psicologia; e infine matematica e<br />

fisica (l’ingegner Dick Fosbury<br />

ne sa qualcosa). Quando tutti<br />

questi componenti, ben esplorati<br />

ed applicati con sapienza, si<br />

amalgamano perfettamente,<br />

allora l’atleta produce il grande<br />

risultato.<br />

Un po’ di tutto questo forse<br />

sta accadendo alla giovane<br />

Domitilla Bindi, classe 1983, una<br />

delle belle certezze dell’Uliveto<br />

Uisp Siena in questo <strong>2004</strong>,<br />

anno cinquantesimo dalla<br />

fondazione del club<br />

senese. Allenata dal<br />

tecnico Stefano Giardi,<br />

la studentessa universitaria<br />

(e contradaiola<br />

della Torre),<br />

ha subito iniziato<br />

alla grande la stagione<br />

indoor,<br />

palesando una<br />

condizione ottima,<br />

ed una crescita<br />

netta nelle<br />

prestazioni<br />

rispetto alla passata<br />

stagione. Sul<br />

corto catino fiorentino<br />

(un anello di appena<br />

160m), nel primo meeting<br />

stagionale ha prima corso i<br />

200m in 25”92, poi ha siglato il<br />

proprio record assoluto (migliore<br />

del suo attuale primato all’aperto)<br />

nei 400m, 58”29. A distanza<br />

di una settimana, si è poi ripetuta<br />

giungendo seconda (dietro<br />

all’azzurra Benedetta Ceccarelli)<br />

nella prova toscana del Gran<br />

Prix nazionale indoor, in cui ha<br />

fermato i cronometri su 58”71.<br />

Con queste credenziali, Domitilla<br />

Bindi si appresta a fare una<br />

grande stagione indoor, ma<br />

soprattutto mostra un potenziale<br />

enorme per quelle che saranno<br />

le gare all’aperto, in cui potrà<br />

affrontare la sua specialità, i<br />

quattrocento ostacoli.<br />

Insieme a questa atleta, l’Uliveto<br />

Uisp Siena<br />

ha proposto<br />

nella gare<br />

indoor altre<br />

belle<br />

prestazioni:<br />

le<br />

La giovane quattrocentista protagonista assoluta<br />

delle prime gare indoor<br />

L’Uliveto Uisp<br />

riparte da<br />

Domitilla Bindi<br />

atlete di Claudio Lenti, Chiara<br />

Marzi e Sara Gualandi hanno<br />

corso i 55m in 7”80 e 8”33; nei<br />

55m maschili Francesco<br />

Tognazzi si è fermato a 7”13,<br />

mentre il promettente Michele<br />

Raspanti è arrivato a 6”94; nei<br />

200m la novità della categoria<br />

allievi Diego Vacca ha coperto la<br />

distanza in 25”62, mentre nella<br />

stessa categoria Daniele Bellini<br />

si mostra costante nell’asta,<br />

dove ha saltato 3,40m.<br />

Positive risposte anche<br />

dalla prima gara di salto in<br />

alto, in cui Giulio De Michele<br />

con 1,79m è stato quarto e<br />

Daniele Cavazzoni ottavo<br />

(1,65m).<br />

Lasciando l’atletica in<br />

sala, e spostandoci all’aperto, la<br />

cronaca ci dice che si è aperta la<br />

stagione dei lanci lunghi e delle<br />

campestri.<br />

Nella prime competizione<br />

della stagione, la campionessa<br />

italiana Elisa Palmieri ha subito<br />

vinto la gara del martello regionale<br />

con<br />

51,82m,<br />

mentre<br />

Elena Calzeroni<br />

è<br />

s t a t a<br />

seconda con 35,18m<br />

nel disco. Per entrambe le<br />

portacolori della società<br />

senese, quindi misure<br />

al di sotto dei propri<br />

record, ma, come<br />

ricorda il loro tecni-<br />

co Flamur Shabani, la stagione<br />

è lunga e il raggiungimento di<br />

picchi di performance adesso<br />

potrebbe essere controproducente.<br />

Nelle due campestri della<br />

fase regionale del campionato<br />

italiano di società (una a Castelvechio<br />

Pascoli, l’altra ad Arezzo)<br />

è emerso il nome di Diomede<br />

Cishahayo. L’atleta burundiano,<br />

già talento di fama internazionale,<br />

alle soglie dei 40 anni (è del<br />

1965), continua a mietere successi,<br />

grazie ad una preparazione<br />

seria, una tecnica di corsa<br />

ineccepibile e una volontà di<br />

ferro, che lo porta ad allenarsi (al<br />

termine della giornata lavorativa)<br />

tutti i giorni da solo al Campo<br />

Scuola. Le sue affermazioni nel<br />

cross corto, sono state affiancate<br />

dal ventiquattresimo posto di<br />

Gianni Betti nella campestre di<br />

Arezzo (su un percorso reso<br />

pesante dalla neve, quindi<br />

muscolare, e non adatto alle sue<br />

caratteristiche tecniche); dal<br />

doppio terzo posto di Mattia<br />

Paggetti nella categoria allievi<br />

(dove anche Davide Bari ha ben<br />

figurato finendo sesto e settimo);<br />

nonché dal doppio quarto<br />

posto di Maurizio Cito tra gli<br />

juniores. ■


24<br />

hockey a rotelle<br />

Marco Buccianti<br />

Un campionato difficile quello<br />

dell’attuale stagione in corso per la<br />

Mens Sana Siena hockey su pista,<br />

inserita nel girone B del campionato<br />

di serie B. Le altre formazioni<br />

che fanno parte del girone sono:<br />

tre toscane (H.C. Prato, S.C.S. 84<br />

Follonica e SPV Viareggio), due<br />

squadre liguri (Ceparanese e Sarzana),<br />

due emiliane (Amatori Reggio<br />

Emilia e Villa Oro Modena) e<br />

una pugliese (Gsh Giovinazzo).<br />

L’avvio non è stato dei più incoraggianti<br />

e fin ora, arrivati in prossimità<br />

del giro di boa del campionato,<br />

non è ancora arrivata la<br />

prima vittoria e la casella segna<br />

ancora zero punti, mentre il Villa<br />

Oro Modena in testa procede a<br />

punteggio pieno. A tutto questo<br />

però c’è un motivo, in quanto l’intero<br />

collettivo della prima squadra<br />

è composto da atleti provenienti<br />

dal vivaio con il solo innesto di un<br />

elemento di esperienza quale è<br />

Andrea Marroni.<br />

Le intenzione dei vertici societari<br />

sono quelli di costituire un gruppo<br />

affiatato e compatto che, nell’arco<br />

di tre-quattro anni possa fare il salto<br />

di categoria in serie A2. Tutto questo<br />

per far crescere l’intero movimento<br />

hockeistico senese dimostrando<br />

che, nonostante Siena non<br />

sia una delle prime piazze dell’hockey<br />

a rotelle, si può lavorare<br />

bene con gli atleti del posto senza<br />

dover attingere dalle realtà limitrofe<br />

quali Follonica e Prato.<br />

Nell’organico societario troviamo<br />

anche una squadra juniores<br />

che nelle prime due giornate di<br />

campionato ha messo a segno<br />

due vittorie consecutive e mira<br />

decisamente ad arrivare alle finali<br />

nazionali di categoria che si svolgeranno<br />

in maggio in Veneto. Scorrendo<br />

troviamo poi la squadra<br />

allievi e la squadra esordienti. Infine<br />

il folto gruppo dei principianti<br />

nella quale i più piccoli compiono i<br />

primi passi sui pattini.<br />

Tutto ciò dimostra che la sezione<br />

è in continua crescita e punta<br />

decisamente in alto per potersi<br />

affermare come realtà hockeistica.<br />

l’intero organigramma delle squadre<br />

giovanili è supervisionato dal<br />

tecnico Roberto Tiezzi che è<br />

anche coach della prima squadra.<br />

I prossimi impegni della prima<br />

Campionato difficile per la Mens Sana, ma il gruppo<br />

dei giovani è una garanzia per il futuro<br />

Un movimento in<br />

continua crescita<br />

squadra sono previsti per: sabato<br />

14 febbraio in trasferta a Giovinazzo<br />

e il 21 di nuovo in casa con il<br />

Sarzana per terminare il girone di<br />

andata. Tutte le partite si svolgono<br />

al Pala Chigi in via Sclavo.<br />

Inoltre la società è sul web<br />

all’indirizzo www.sienahockey.org<br />

, con<br />

risultati e classifiche di tutte le<br />

categorie. ■<br />

Affettuoso ricordo del pattinatore biancoverde<br />

Engels Lambardi, l’ultima bandiera<br />

La rosa della prima squadra:<br />

Tiezzi Riccardo portiere<br />

Sassetti Paride portiere<br />

Sassi Carlo portiere<br />

Baccani Diego esterno<br />

Pedani Niccolò esterno<br />

Paglicci Emanuele esterno<br />

Marroni Andrea esterno<br />

Vecchiarelli Francesco esterno<br />

Tiezzi Davide esterno<br />

Montemurro Michele esterno<br />

Bonucci Filippo esterno<br />

Buccianti Marco esterno<br />

Un altro pezzo di storia della Mens Sana se n’è andato.<br />

Engels Lambardi era nato nel 1920 e fin dall’adolescenza aveva cominciato a<br />

frequentare la palestra di Sant’Agata calzando i primi pattini della sua vita che lo<br />

avrebbero portato ad essere uno dei primi fra i tanti campioni della Mens Sana.<br />

Non possiamo certo qui elencare tutte le affermazioni di Engels, ma certamente<br />

siamo autorizzati a dire che la strada tracciata, in tutti i sensi, dal nostro<br />

compianto atleta è stata una strada lastricata dai titoli più prestigiosi della specialità<br />

e il suo esempio ha portato la sezione pattinaggio della Polisportiva ad<br />

essere una delle punte di diamante dello sport dilettantistico cittadino, fino a culminare,<br />

addirittura, nei titoli mondiali di Laura Perinti.<br />

Queste considerazioni ci rendono meno doloroso il momento del distacco dal<br />

grande Engels sentendoci consolati non solo dalle memorie e dalle testimonianze<br />

delle sue imprese, ma anche dall’esempio del suo attaccameno ai nostri colori,<br />

rivendicato con orgoglio fino agli ultimi momenti di questo suo passaggio terreno.<br />

Vorrei concludere questo breve e doveroso ricordo di questo atleta puro, con<br />

una notazione personale: i miei genitori mi dicevano sempre che si erano conosciuti<br />

“ a pattinare alla Mens Sana” e questo mi legava ad Engels anche un po’<br />

sentimentalmente, rappresentando lui quell’ambiente che, bene o male che sia stato, ha dato origine alla mia<br />

modesta persona e che ora mi consente di portare questa affettuosa testimonianza nella speranza che quel<br />

luminoso esempio sia imitato, quanto più è possibile, dalle future generazioni mensanine. ■<br />

Romano Rossi


25 polisportiva<br />

Matteo Tasso<br />

Subito bene le ginnaste della Mens Sana<br />

Con le stigmate<br />

delle ‘gariste’<br />

Piccole ginnaste crescono…e<br />

regalano successi.A Livorno, prima<br />

uscita stagionale del <strong>2004</strong>, è subito<br />

trionfo biancoverde: terreno di conquista<br />

delle agoniste di Beatrice<br />

Vannoni è la Coppa Toscana Fgi,<br />

conclusasi con le affermazioni di<br />

Costanza Pellati (1993) e Margherita<br />

Giannettoni (1994) ma anche<br />

con una lunga serie di risultati e<br />

prestazioni da incorniciare da parte<br />

di tutta la squadra della Mens Sana,<br />

che ha messo in mostra un livello<br />

tecnico già importante, assimilato<br />

durante la prima fase di preparazione<br />

in viale Sclavo.<br />

Brillanti alle parallele (attrezzo<br />

nel quale la preparazione delle<br />

biancoverdi è apparsa ben superiore<br />

a quella delle avversarie) ed<br />

al corpo libero, dove il binomio<br />

musica-coreografia è stato certamente<br />

azzeccato, permettendo<br />

esercizi armonici, belli stilisticamente<br />

e sostanzialmente “aggressivi”,<br />

le atlete della polisportiva<br />

hanno mostrato anche una dote<br />

che non si riscontra al momento le<br />

esibizioni squisitamente tecniche.<br />

In gergo le potremmo chiamare<br />

“gariste”, ovvero sportive (nel loro<br />

caso ginnaste) che, qualsiasi sia il<br />

livello acquisito in allenamento,<br />

riescono a dare qualcosa in più al<br />

momento di gettarsi nel clima agonistico:<br />

significa avere la giusta<br />

mentalità e l’appropriata saldezza<br />

di nervi quando la posta in palio è<br />

importante e quando ci si deve<br />

confrontare con le avversarie, più<br />

o meno forti che siano, e significa<br />

aver recepito nella maniera migliore<br />

gli stimoli di chi, quotidianamente,<br />

ti segue in palestra preparandoti<br />

per appuntamenti del genere.<br />

Una dote, ed un merito, da condividere<br />

con l’allenatrice federale<br />

Beatrice Vannoni e con l’assistente<br />

Erika Perugini (che assieme alla<br />

sua carriera internazionale nell’aerobica<br />

agonistica trova il tempo per<br />

seguire le piccole ginnaste biancoverdi),<br />

riuscite ancora una volta a<br />

confermare le proprie atlete ai<br />

primi posti in Toscana, confermando<br />

il trend positivo che da diverse<br />

stagioni contraddistingue tutta l’attività<br />

della sezione mensanina.<br />

Tornando ai primi allori del<br />

<strong>2004</strong>, vediamo nel dettaglio i risultati<br />

delle agoniste mensanine in<br />

terra labronica:<br />

Costanza Pellati: sul gradino<br />

più alto del podio nella classe ’93,<br />

centra la sua prima affermazione<br />

in gara mettendosi alle spalle le<br />

insicurezze e la sfortuna del passato<br />

e mostrando notevoli progressi<br />

nel proprio bagaglio tecnico.<br />

Margherita Giannettoni: vince<br />

nella classe ’94, confermando la<br />

leadership toscana in questa<br />

fascia di età e le qualità di atleta<br />

che in gara sa sempre migliorarsi.<br />

Martina Provvedi: si classifica<br />

al secondo posto nella classe ’92,<br />

un piazzamento di assoluto rilievo<br />

considerato il problema al polso<br />

che la sta limitando negli allenamenti.<br />

Determinazione e precisione<br />

in tutti i movimenti ginnici sono<br />

però state tali da permetterle una<br />

prestazione di buon livello.<br />

Rossella Masone: si piazza al<br />

quinto posto nella classe ’93, davvero<br />

un risultato importante considerata<br />

la sua minor frequenza<br />

negli allenamenti rispetto alle compagne<br />

di squadra.<br />

Giulia Leni: settimo posto per<br />

questa piccola e promettente atleta,<br />

classe ’95, che paga le cadute<br />

alla trave ma che si è distinta<br />

magnificamente negli altri attrezzi,<br />

evidenziando un bagaglio tecnico<br />

davvero importante. ■<br />

Il gruppo agonistico Promozionale<br />

Acrobatico con tecnici e dirigenti.<br />

Foto piccola: Beatrice Vannoni con le<br />

Giovanissime pre-agoniste.<br />

133 anni dopo<br />

La ginnastica alla Mens Sana<br />

è di casa, da sempre. Nomen est<br />

omen, avrebbero sentenziato i<br />

latini guardando all’originaria<br />

denominazione della società,<br />

ovvero Associazione Ginnastica<br />

Senese, anno di fondazione<br />

1871.<br />

Oggi, a distanza di 133 anni,<br />

la sezione della polisportiva è<br />

diretta da Laura Giuntini, presenza<br />

ormai fissa ed insostituibile<br />

al vertice di un’attività che<br />

racchiude tanti “micro-universi”<br />

legati tra loro dal filo conduttore<br />

della ginnastica. Direttore tecnico<br />

e allenatrice del settore agonistico<br />

è Beatrice Vannoni, coadiuvata<br />

da Claudia Biondi<br />

(allenatrice del settore promozionale),<br />

Monica Vannoni (istruttrice<br />

dei corsi di base), Erika<br />

Perugini (istruttrice dei corsi di<br />

pre-agonistica ed acrobatica),<br />

Sabrina Franci (istruttrice del<br />

corso di acrobatica) e dalle assistenti<br />

Alice Manetti, Sara Fattorini,<br />

Chiara Pisani, Roberto Parlatoni<br />

e Benedetta Di Ruggiero. ■


26<br />

cinque cerchi<br />

Francesco Vannoni<br />

Con l’obiettivo di cogliere, interpretare<br />

ed illustrare l’eterogeneità di una<br />

richiesta sportiva più che mai diversificata,<br />

guardando oltre il modello dell’unicità<br />

che in passato sembrava privilegiare<br />

certe discipline a discapito di altre,<br />

anche in relazione all’interesse popolare<br />

suscitato, parte – da questo numero<br />

– il nostro viaggio all’interno delle<br />

società polisportive presenti nel territorio<br />

senese, sia cittadino che provinciale.<br />

L’onore dell’apertura non poteva<br />

non essere riservato alla Polisportiva<br />

Mens Sana che, dall’alto dei suoi 133<br />

anni (fu costituita nel 1871), non è solo<br />

uno dei sodalizi più antichi, ma rappresenta<br />

un esempio di multidisciplinarietà<br />

sportiva, la cui valenza si estende ben<br />

oltre il contesto locale, inserendosi efficacemente<br />

su scala nazionale. Piero<br />

Ricci, appena rieletto alla presidenza, si<br />

prepara a vivere, nel segno della continuità,<br />

il suo secondo mandato senza<br />

nascondersi la delicatezza del compito<br />

e la particolarità dell’impegno.<br />

“L’emozione è forte. Sono onorato<br />

della fiducia che mi è stata nuovamente<br />

accordata, e la mia intenzione è quella<br />

di proseguire il lavoro già intrapreso<br />

quattro anni fa, finalizzato al raggiungimento<br />

del miglior equilibrio tra il rispetto<br />

della tradizione e la necessaria spinta<br />

innovativa, sia in ordine strutturale che<br />

strumentale, per poter sostenere e corroborare<br />

i principi cardine della nostra<br />

secolare vocazione allo sport”.<br />

Una vocazione che – già insita nella<br />

celeberrima denominazione sociale di<br />

“Mens Sana in Corpore Sano” – si pone<br />

l’intendimento di colmare il divario tra<br />

giovani e meno giovani, consentendo la<br />

pratica sportiva all’interno di un vastissimo<br />

quadro di attività, dalla più tenera<br />

età, fino agli anziani. “A questo proposito<br />

– riprende Ricci – per ovviare al problema<br />

piuttosto diffuso di un prematuro<br />

abbandono dell’attività sportiva, abbiamo<br />

cercato di inserire attività collaterali<br />

che potessero rappresentare un’importante<br />

valvola di sfogo per chi volesse<br />

fare sport anche dopo la conclusione<br />

della carriera agonistica. Penso non soltanto<br />

all’area fitness, dove sia ragazzi<br />

che adulti possono regolarmente proseguire,<br />

a qualsiasi età, la pratica sportiva<br />

per la cura del proprio corpo e della propria<br />

integrità fisica, nelle varie forme<br />

previste dalla specialità, ma anche alla<br />

ginnastica artistica sezione nella quale,<br />

oltre alle varie gare federali agonistiche,<br />

abbiamo approntato corsi di aerobica; o<br />

ancora riguardo al pattinaggio: accanto<br />

a quello artistico che ha regalato ai<br />

nostri colori grandi risultati con l’argento<br />

Mondiale di Cristina Giulianini, è nato il<br />

pattinaggio sincronizzato, ugualmente<br />

protagonista agli ultimi Campionati del<br />

Mondo in Argentina. Abbiamo cercato di<br />

trasportare tali prerogative in tutte le<br />

nostre sezioni”.<br />

La Polisportiva Mens Sana comprende<br />

sezioni ordinarie come il minibasket,<br />

la danza, la ginnastica, le arti<br />

marziali (sezione che Piero Ricci ha<br />

diretto in precedenza, come responsabile<br />

interno, prima di essere chiamato<br />

a ricoprire l’attuale incarico), il volley, il<br />

pattinaggio artistico e il pattinaggio<br />

corsa; e sezioni autonome (cioè non<br />

direttamente legate alla Polisportiva)<br />

come il Basket con la squadra della<br />

Montepaschi Mens Sana, ai vertici<br />

nazionali ed europei, il calcio per effetto<br />

della collaborazione con il settore<br />

Giovanile del F.C. “Luigi Meroni”, l’endurance<br />

a cavallo, il tiro con l’arco e<br />

l’hockey partecipante al campionato<br />

nazionale di serie B.<br />

“L’armonizzazione di tante e differenti<br />

esigenze che vanno dagli sport<br />

agonistici, alle attività tipicamente<br />

amatoriali, fino al puro professionismo,<br />

richiede un grande sforzo organizzativo<br />

e un non trascurabile impiego di<br />

risorse per adeguare l’impiantistica ad<br />

un sempre più elevato numero di fruitori<br />

(la Mens Sana mette a disposizione<br />

i propri impianti, anche per le partite<br />

interne di Costone e Virtus,<br />

rispettivamente impegnate nei campionati<br />

di serie C e B1 di basket). Sono<br />

stati investiti, a questo scopo, oltre due<br />

milioni di euro che ci hanno consentito<br />

di racchiudere, relativamente all’anno<br />

appena trascorso, l’intera cerchia delle<br />

Nostra indagine sulle polisportive senesi (1)<br />

Mens Sana,<br />

la poliedricità<br />

fatta sport<br />

attività, all’interno dei nostri impianti.<br />

La costante crescita che gratifica le<br />

nostre proposte, porta a stimare in<br />

circa 1200 unità il volume di utenza<br />

sportiva mensanina, seguita dalla qualificata<br />

opera di 58 istruttori abilitati<br />

dalle rispettive federazioni di appartenenza<br />

e dal Coni, e 11 dipendenti della<br />

società. L’ottimo rapporto di collaborazione<br />

che intercorre tra il Comitato provinciale<br />

del Coni e la Polisportiva Mens<br />

Sana, non è solo espressione delle<br />

varie attività che le diverse sezioni<br />

svolgono proprio in ambito Coni, ma<br />

conferisce all’organismo stesso –<br />

quale struttura di riferimento – un prezioso<br />

ruolo di garanzia esercitato<br />

anche in occasione del recente rinnovo<br />

delle cariche dirigenziali. Con il Coni<br />

siamo in relazione circa una serie di iniziative<br />

per il trattamento delle problematiche<br />

inerenti i vari adempimenti<br />

delle realtà del settore. La poliedricità<br />

operativa della Mens Sana, centro per<br />

l’obiezione sociale, e quindi convenzionata<br />

per l’utilizzo di obiettori di coscienza,<br />

non si ferma solo allo sport con il<br />

premio al merito sportivo Città di<br />

Siena, o il torneo di minibasket Carlo<br />

Ciccarelli, o, ancora al Torneo di<br />

Pasquetta di volley: la natura prettamente<br />

volontaristica che ne contraddistingue<br />

le forme gestionali, e che configura<br />

la società senese come onlus,<br />

apre altre innumerevoli occasioni di<br />

inserimento nel tessuto socio-culturale<br />

ed educativo della nostra città. Tra le<br />

varie iniziative che in questi contesti la<br />

polisportiva promuove e favorisce<br />

ricordiamo il premio nazionale di composizione<br />

musicale intitolato alla<br />

memoria di Simone Ciani, la gestione<br />

per conto del Comune di Siena del Percorso<br />

Natura e della pista di pattinaggio<br />

su ghiaccio annualmente allestita<br />

nei giardini della Lizza, l’adesione, ad<br />

iniziative benefiche organizzate dall’Unicef<br />

presso i nostri impianti per l’occasione<br />

concessi gratuitamente. La Polisportiva<br />

ha partecipato, alle<br />

manifestazioni organizzate lo scorso<br />

anno, dall’Amministrazione Provinciale<br />

di Siena in occasione dell’anno europeo<br />

del disabile; abbiamo preso parte,<br />

con esemplificazioni dimostrative delle<br />

nostre attività, alla giornata Giovani e<br />

<strong>Sport</strong> voluta dal Comune di Sovicille e<br />

conclusasi con una tavola rotonda alla<br />

presenza di varie personalità del<br />

mondo sportivo. La completezza del<br />

nostro impegno – conclude Piero Ricci<br />

– è realizzabile grazie al sostegno e<br />

alla sensibilità delle istituzioni: dall’assessorato<br />

allo sport del Comune di<br />

Siena, all’Amministrazione Provinciale,<br />

per arrivare alla Fondazione e alla<br />

Banca Monte dei Paschi di Siena, sempre<br />

al nostro fianco per sostenere le<br />

iniziative che via via proponiamo. In<br />

proiezione futura sarà fondamentale<br />

proseguire la collaborazione avviata<br />

anche con tutte le altre entità sportive<br />

locali: un lavoro di sinergia per la crescita<br />

comune di un patrimonio di valori<br />

da tramandare. Si orienteranno in questa<br />

direzione le linee programmatiche<br />

del neo eletto organo direttivo della<br />

Polisportiva, il quale annovera al proprio<br />

interno rappresentanti del CUS<br />

Siena e dell’Intercras di Sovicille,<br />

segno tangibile del necessario allargamento<br />

di quelle prospettive che sappiano<br />

superare le normali e immancabili<br />

logiche di campanile, secondo<br />

canoni di modernità ed innovazione<br />

perché lo sport si esprima come il pianeta<br />

della creatività in movimento”. ■


28 scherma<br />

Daniele Giannini<br />

Attività intensa per la scherma<br />

cussina impegnata praticamente ogni<br />

settimana in Campionati e Tornei<br />

riservati alle varie armi e categorie<br />

che regolano l’attività agonistica di<br />

una di una delle discipline olimpiche<br />

per eccellenza. Si è svolta a Ravenna<br />

la prima prova di qualificazione nazionale<br />

ai Campionati italiani assoluti,<br />

che si svolgeranno nel mese di giugno<br />

a Padova.<br />

Nel fioretto maschile ottima qualificazione<br />

di Niccolò Nuti che ha<br />

ceduto solo al campione del mondo<br />

giovani a squadre Andrea Baldini Gli<br />

altri fiorettististi della MPS Chiron<br />

Vaccines hanno mancato di poco la<br />

qualifica cedendo nel turno precedente:<br />

Vieri Nuti, ottimo atleta dal<br />

recente passato, insieme all’inossidabile<br />

Fabio Miraldi, Alessandro<br />

Nespoli e Vanni Zanchi, venivano<br />

quindi “rimandati” alle qualifiche per<br />

la seconda prova Open disputatesi<br />

alla fine di gennaio al Palascherma<br />

di Ancona e di cui vedremo in dettaglio<br />

i risultati.<br />

Nella sciabola femminile, Flora<br />

Scarlato vice-campione del Mondo<br />

Giovani a squadre, pur menomata<br />

per un infortunio patito in allenamento<br />

pochi giorni prima, partecipava lo<br />

stesso alla competizione e perdeva<br />

l’assalto decisivo alla qualificazione;<br />

la brava Flora saprà senz’altro rifarsi<br />

alla prossima gara di qualificazione<br />

una volta recuperata completamente<br />

dall’infortunio.<br />

Nella spada femminile l’ottima<br />

Martina Giovanetti offriva una bella<br />

prestazione sin dal primo turno ed<br />

arrivava spedita senza alcun affanno<br />

alla qualificazione (merito questo di<br />

una preparazione fisica corretta, ma<br />

che viene da lontano come abitudine<br />

mentale); nelle “32” cedeva all’ex<br />

campionessa europea Elisabetta<br />

Castrucci dopo un’assalto avvincente<br />

che si concludeva 15-14 in favore<br />

della poliziotta di Frascati. L’azzurrina<br />

Eleonora Pieracciani perdeva di poco<br />

l’accesso alla qualificazione e si classificava<br />

al 39° posto nella graduatoria<br />

finale. Le altre cussine in gara Martina<br />

Bancheri, Elena Sommaria e Barbara<br />

Galini cedevano il passo nei<br />

primi turni della eliminazione diretta.<br />

Nella spada maschile era presente<br />

solo il veterano Simone Carboni<br />

che non andava oltre il primo<br />

turno a gironi di una gara con quasi<br />

200 partecipanti.<br />

Si è svolta ad Imola la prima<br />

prova delle trofeo nazionale under<br />

Intensa attività alla sezione scherma del CUS<br />

Mietono risultati<br />

a tutte le età<br />

gli atleti dell’Acquacalda<br />

14 di spada maschile e femminile<br />

I ragazzi e le ragazze della sezione<br />

scherma del CUS impegnati in<br />

questa importante competizione al<br />

di là dell’Appennino erano Lorenzo<br />

Bruttini, Matteo Capecchi e Giovanna<br />

Dimitri nella categoria allievi,<br />

Irene Crecchi ed Alice Volpi nella<br />

categoria giovanissime.<br />

Proprio da quest’ultima categoria<br />

è arrivato il risultato più eclatante.<br />

Infatti, Alice Volpi ed Irene Crecchi<br />

hanno dominato la gara concludendo<br />

al primo e secondo posto una competizione<br />

entusiasmante che le ha<br />

viste protagoniste sin dall’inizio su un<br />

lotto numerosissimo ed agguerrito di<br />

avversarie provenienti da tutta Italia.<br />

La cornice della finale è stata<br />

bellissima sia agonisticamente che<br />

tatticamente e si è conclusa sul filo di<br />

lana per 10-9 a vantaggio della Volpi<br />

sulla Crecchi .<br />

Nella categoria “Allievi” Capecchi<br />

dopo aver superato i gironi eliminatori<br />

ed il primo turno di diretta è stato<br />

eliminato nel tabellone da “64” mentre<br />

Bruttini si qualificava per i sedicesimi<br />

di finale dove però concludeva<br />

la sua gara di fronte ad un avversario<br />

più esperto. Un risultato sicuramente<br />

migliorabile proprio in considerazione<br />

di trovarsi al primo anno<br />

della categoria.<br />

La stessa sorte di Bruttini toccava<br />

a Giovanna Dimitri, nelle “Allieve”,<br />

che dopo un inizio di annata molto<br />

positivo ha in questo caso tirato con<br />

meno concentrazione subendo troppe<br />

stoccate per errori di misura.<br />

Come anticipato in apertura, si è<br />

svolta ad Ancona la seconda prova<br />

di qualificazione zonale per la qualificazione<br />

alle prove nazionali di qualifica<br />

agli assoluti.<br />

Gli atleti della sezione scherma<br />

del CUS sono saliti sul podio ben<br />

quattro volte ed hanno ottenuto altri<br />

significativi piazzamenti qualificandosi<br />

per la prova nazionale in numero<br />

considerevole.<br />

Nel fioretto maschile il veterano<br />

Fabio Miraldi si classificava 3° bat-<br />

tendo in finale il compagno di squadra<br />

Alessandro Nespoli (numero uno<br />

del tabellone), che si classificava 5°.<br />

Miraldi dopo queste prove positive<br />

arriverà senz’altro in forma ai campionati<br />

italiani master di cui detiene il<br />

titolo e quest’anno il CUS dovrebbe<br />

tentare anche l’impresa a squadre<br />

grazie al raggiungimento della soglia<br />

dei 40 anni per alcuni schermitori<br />

cussini ancora in attività. Il giovane<br />

Vanni Zanchi, dopo un girone di qualificazione<br />

travolgente che lo portava<br />

ad essere il numero tre del tabellone,<br />

si fermava al 17° posto perdendo<br />

completamente il controllo della<br />

situazione nell’eliminazione diretta.<br />

Zanchi, che non può e non deve permettersi<br />

queste pause in questo tipo<br />

di competizioni, si è comunque qualificato<br />

per la prova Nazionale in pro-<br />

gramma a Foggia nel prossimo<br />

mese di marzo.<br />

Nella sciabola femminile pronto<br />

riscatto di Flora Scarlato che si classificava<br />

al 2° posto dopo un assalto<br />

viziato da tre errori arbitrali che la<br />

costringevano a cedere alla frascatana<br />

Ruffini per 15-13. Ottima la sua<br />

prova che gli ha permesso di riassaporare<br />

il gusto del podio dopo alcune<br />

prove meno brillanti. Nella sua<br />

marcia spedita per la finalissima<br />

Flora ha dovuto eliminare la giovanissima<br />

compagna di squadra Federica<br />

Parisi che l’ha comunque impegnata<br />

strenuamente dimostrando<br />

buona predisposizione per l’arma<br />

bitagliente con il punteggio di 15-10.<br />

Nella spada femminile doppio<br />

podio con l’azzurrina Eleonora Pieracciani<br />

e la lieta sorpresa di una Martina<br />

Bancheri ritrovata; le due ragazze<br />

senesi si sono classificate terze ex<br />

equo su un lotto di 110 partecipanti ed<br />

hanno ceduto ambedue di misura 15-<br />

13 rispettivamente alla vincitrice,<br />

Valentina Lattanti di Terni, ed alla<br />

romana Andreani 2^ classificata.<br />

Le altre spadiste in gara, Barbara<br />

Galini, 15^, Bianca Vannoni, 21^,<br />

Elena Sommaria, 24^, si qualificavano<br />

per la prova nazionale di Foggia,<br />

mentre Maria Elisabetta Lastri 31^ e<br />

Federica Parisi 43^perdevano la<br />

qualificazione per poche posizioni.<br />

Nella prova di qualificazione<br />

regionale di spada maschile a Firenze<br />

vittoria di Marco Cetoloni che<br />

nella finalissima ha battuto nettamente<br />

il giovane pistoiese Gori.<br />

Finale ad “8” anche per Enrico Gostinelli,<br />

che cedeva proprio a Gori per<br />

15-14, e per il giovanissimo Giacomo<br />

Steiner classificatosi al 7° posto<br />

dopo aver vinto di una sola stoccata<br />

l’incontro valido per l’accesso alla<br />

finale e la qualificazione alla prova<br />

nazionale.<br />

Ancora una volta gli schermidori<br />

cussini hanno saputo interpretare in<br />

maniera egregia lo spirito societario<br />

che grazie agli sponsor MPS, Chiron<br />

Vaccines e Allstar Senarmi (sponsor<br />

tecnico) permettono un’attività così<br />

intensa alla sezione. ■


CAMPIONATO DI SERIE A 2003/<strong>2004</strong><br />

Damian Cufrè, difensore


Foto Lazzeroni


32<br />

tennis tavolo<br />

Corrado Bagella<br />

È cominciato il girone di ritorno,<br />

anche se, per il momento, un po’ al<br />

rallentatore. In tutto il mese di gennaio,<br />

infatti, il calendario stilato dalla<br />

Federazione prevedeva soltanto la<br />

prima giornata dei campionati a<br />

squadre, ma ben due impegni,<br />

peraltro importantissimi, per quanto<br />

riguarda l’attività individuale.<br />

Nei campionati di A/2, la squadra<br />

maschile aveva in programma<br />

la difficile trasferta di Reggio Emilia,<br />

uno dei principali nodi da sciogliere<br />

in chiave di partecipazione<br />

ai play-off. Ebbene, gli atleti senesi<br />

hanno affrontato l’impegno con<br />

la massima concentrazione e ne è<br />

scaturita una netta vittoria per 6 a<br />

2, che praticamente pone fine alle<br />

speranze degli emiliani. Il distacco<br />

in classifica di tre punti appare difficilmente<br />

colmabile e, quindi, la<br />

Libertas Siena è ora la più probabile<br />

candidata ad accompagnare<br />

la Fortitudo Bologna, unica certa,<br />

nell’avventura di fine campionato.<br />

Qualche chances, semmai, occorre<br />

concederla ancora all’Arpino,<br />

anch’esso distanziato di tre punti,<br />

ma che potrebbe avvicinarsi pericolosamente,<br />

nel caso venisse a<br />

vincere a Siena lo scontro diretto<br />

in programma ai primi di febbraio.<br />

Anche la squadra femminile<br />

torna dall’ennesima trasferta di<br />

Messina con un’altra vittoria, stavolta<br />

per 5 a 3, contro la Fiamma<br />

Cairoli. Primo posto in classifica<br />

confermato, quindi, a pari merito<br />

con il Torino, che si è aggiudicato<br />

lo scontro diretto con il Molfetta,<br />

proponendo la sua seria ipoteca<br />

su uno dei posti disponibili per i<br />

play-off. Comunque, le prime due<br />

settimane di febbraio, con i big<br />

match Libertas Siena – Molfetta e<br />

Torino – Libertas Siena, chiariranno<br />

definitivamente i residui dubbi.<br />

Le restanti partite con le squadre<br />

di Messina, infatti, appaiono ininfluenti,<br />

stante il notevole divario di<br />

valori esistenti fra le prime tre e le<br />

compagini siciliane. In<br />

casa Libertas, qualche<br />

apprensione desta il calo<br />

di forma manifestato,<br />

negli ultimi tempi, dalla<br />

uzbeka Saida<br />

Burkhankhodjaeva, peraltro<br />

ampiamente compensato<br />

dalle prestazioni<br />

super delle giovani italiane<br />

Giulia Cavalli ed Eleonora<br />

Francini, protagoniste<br />

di eccellenti risultati<br />

nei due tornei individuali<br />

di Roma e Modena. Giulia<br />

Cavalli, in particolare, è in<br />

un crescendo di condizione<br />

entusiasmante, forte<br />

fisicamente, ma soprattutto<br />

mentalmente. Che dire,<br />

infatti, di una sedicenne<br />

che nel torneo di 2° categoria<br />

fa fuori la Merenda (n. 9 delle<br />

classifiche assolute) e la Pilloni (n.<br />

12), atlete che, fra l’altro, giocano<br />

in A/1 ? Il secondo posto conquistato,<br />

battuta solo dalla cinese Wej<br />

Jian, la dice lunga sulle reali possibilità<br />

dell’atleta senese, peraltro<br />

ben supportata dalla Francini, che<br />

ha ottenuto il 9° posto, ma solo<br />

perché, nei sedicesimi, ha trovato<br />

sulla sua strada la stessa cinese<br />

Wej Jian.<br />

Le due atlete hanno poi concesso<br />

il bis al torneo giovanile di<br />

Modena, dove, sia nella gara<br />

“Under 21”, che tra le Juniores,<br />

hanno ancora superato avversarie<br />

che nelle classifiche nazionali<br />

occupano (ma, per quanto tempo<br />

ancora ?) diverse posizioni davanti<br />

a loro. Nell’ “Under 21”, in particolare,<br />

Giulia Cavalli ha sgominato<br />

il campo, aggiudicandosi la<br />

competizione. E le sue “vittime”<br />

hanno i nomi di Pastorino (pluricampionessa<br />

italiana delle categorie<br />

giovanili), Bazzani (n. 19<br />

delle graduatorie nazionali assolute)<br />

e, in finale, Di Napoli (torinese,<br />

prossima avversaria in A/2). Per<br />

Le due principali squadre<br />

mettono una seria ipoteca sulla conquista dei play-off<br />

parte sua, la Francini è giunta<br />

quinta, dopo aver liquidato con un<br />

secco 3 a 0 la torinese Pinotti, che<br />

l’aveva battuta in campionato.<br />

Nella gara Juniores, gara massacrante,<br />

dalla lunghezza esasperante,<br />

Giulia ha perso la finale,<br />

quando le sue forze erano ormai<br />

veramente ridotte al lumicino,<br />

mentre Eleonora ha confermato il<br />

quinto posto. ■<br />

La Libertas ad un passo<br />

dal primo obiettivo


33 testimonianze<br />

Augusto Mattioli<br />

“Italiano? “Sì, di Siena” “Ah<br />

final four, final four”.<br />

Il giovane militare israeliano,<br />

forse non arriva neanche a<br />

vent’anni, si rilassa pensando ai<br />

momenti meno preoccupati di<br />

qualche partita di basket di cui<br />

deve essere appassionato, abbassa<br />

quel fucile (che ci preoccupa) e<br />

sorride. Ci lascia passare.<br />

Siamo ad un posto di blocco<br />

che controlla l’entrata di Ramallah,<br />

la città della Palestina dove risiede<br />

il capo dell’Olp Arafat in una sede<br />

mezza distrutta dai bombardamenti.<br />

Nascosti dietro una siepe alta,<br />

alcuni carri armati pronti ad intervenire<br />

in caso di bisogno in una terra<br />

che da decenni non conosce pace.<br />

Lo sport da queste parti deve essere<br />

l’ultimo degli interessi, se si<br />

pensa a quanto sta accadendo.<br />

Eppure qualcuno pensa a costruire<br />

qualcosa per quando il futuro sarà<br />

meno incerto e meno pericoloso e i<br />

giovanissimi palestinesi non cresceranno<br />

più nella paura e con<br />

quella rabbia che li porta a rischiare<br />

la loro stessa vita.<br />

Alla Terra Santa School di<br />

Bethlemme diretta da padre<br />

Jbrahim Faltas, dove la bandiera<br />

arcobaleno della pace sventola sul<br />

tetto, i ragazzi che la frequentano,<br />

giocano a calcio in un ampio spazio<br />

ricavato nelle fondamenta dell’edificio.<br />

Due porte, le linee segnate<br />

per terra bastano per una partita<br />

molto combattuta. Ma c’è anche<br />

chi invece si dedica alla pallacanestro.<br />

A Dura, la cittadina di poco<br />

più di venticinque mila abitanti con<br />

la quale il Comune di Siena ha progetti<br />

di cooperazione (e tra qualche<br />

giorno una delegazione senese<br />

sarà in Palestina per fare il<br />

punto di queste iniziative) sta progredendo<br />

nella realizzazione di<br />

un’area verde attrezzata di circa<br />

ventimila metri quadrati nella<br />

Filo diretto fra la nostra città e la Palestina<br />

Quando<br />

una piscina<br />

significa<br />

speranza<br />

quale verranno realizzati la casa<br />

della cultura, una piscina riservata<br />

soprattutto ai più giovani, spazi<br />

aperti.<br />

Qualcuno ha obiettato che<br />

viste le necessità di questo territorio<br />

una piscina non era tra le priorità.<br />

“Noi non vogliamo solo assistenza<br />

- rispondono gli<br />

amministratori della cittadina palestinese<br />

- ma anche speranza. E un<br />

impianto sportivo è proprio il<br />

segno della speranza”. E all’interno<br />

della casa della cultura un gruppo<br />

consistente di insegnanti di<br />

educazione fisica sta facendo un<br />

corso di aggiornamento sul tennis<br />

da tavolo. In un primo momento<br />

sembra strano che si pensi al tennis<br />

da tavolo quando magari poco<br />

lontano israeliani e palestinesi<br />

vengono feriti o uccisi in quella tragica<br />

guerra che dura da decenni e<br />

che sembra senza fine. Un territorio<br />

nel quale la paura vince su tutto<br />

Ma in fondo anche il corso di tennis<br />

da tavolo può essere considerato<br />

un piccolissimo segnale di<br />

voler andare avanti alla ricerca di<br />

una vita normale.<br />

Nel campo profughi di Dehisheh,<br />

un agglomerato disordinato<br />

di edifici nel quale aveva vissuto il<br />

poliziotto palestinese che qualche<br />

giorno fa si è fatto saltare in un bus<br />

a Gerusalemme provocando morti<br />

e feriti, i bambini giocano con un<br />

pallone mezzo sgonfio in strade<br />

strette e sporche. Ma anche loro,<br />

come tutti i bambini palestinesi, si<br />

avvicinano con fiducia. E sorridono<br />

“Chi sei? da dove vieni? come<br />

ti chiami?” domandano nel poco<br />

inglese che conoscono. E chiedono<br />

in arabo “Una foto, una foto”.<br />

Qualcuno di loro ci mostra un mitra<br />

di legno con il quale finge di sparare.<br />

Molti alzano le mani facendo<br />

il segno di vittoria. Ma i ragazzi più<br />

grandi, quelli tra i quindici e i venti<br />

anni, ti guardano in una maniera<br />

che ti imbarazza. Se ne stanno in<br />

silenzio ma quando ti osservano<br />

hai l’impressione che ti stiano per<br />

dire: “Tu che vieni da un paese<br />

dove la guerra non c’è non sei<br />

gradito. Cosa sei venuto a fare qui<br />

da noi che viviamo da anni in questa<br />

situazione e non abbiamo speranze?”.<br />


34<br />

attività subacquea<br />

Mauro Mancini Proietti<br />

Le vicende che legano l’uomo<br />

al mare sono tradizionalmente<br />

millenarie così com’è intramontabile<br />

il fascino che l’<br />

elemento acqueo suscita nella<br />

fantasia di molti. Una fantasia<br />

che ha contribuito a scrivere<br />

forse le migliori pagine della narrativa<br />

di tutti i tempi. La subacquea,<br />

ossia la disciplina che<br />

porta ad esplorare le profondità<br />

marine, è relativamente più<br />

recente, ma non ha mancato di<br />

ispirare i più celebri romanzieri a<br />

partire dalla fine dell’ ottocento.<br />

Una disciplina, quest’ultima, che<br />

oltre ad arricchire la fantasia di<br />

molti, anche ad oggi ha l’innegabile<br />

pregio di avvicinare l’uomo<br />

alla natura forse nella sua veste<br />

meno esplorata e per certi aspetti<br />

incontaminata. Non è un caso a<br />

tal fine che tutte le diverse scuole<br />

di immersione vadano ad oggi<br />

modificando le proprie diverse<br />

didattiche su un unico fondamentale<br />

filo conduttore comune,<br />

che è quello di avvicinare i singoli<br />

allievi ad un prioritario<br />

approccio con le discipline biologiche<br />

e con i relativi temi inerenti<br />

ai più moderni sistemi di<br />

ricerca e campionatura delle<br />

varie specie appartenenti alla<br />

flora e alla fauna marina.<br />

Non è voluta essere ovviamente<br />

da meno la F.I.P.S.A.S ,<br />

affiliata C.M.A.S. (Confederazione<br />

mondiale per le attività<br />

subacquee), che vede nella<br />

scuola di immersione operante<br />

nell’ ambito dell’ associazione<br />

subacquei senesi una delle<br />

principali fautrici di questo<br />

nuovo spirito di disciplina e di<br />

rispetto per l’ambiente.<br />

Un nuovo modo di intendere<br />

la subacquea non solo come<br />

divertimento o avventura, ma<br />

anche come l’ occasione per<br />

porsi allo studio ed al servizio<br />

della natura mediante la capacità<br />

di saper monitorare, analizzare<br />

e campionare le varie specie<br />

da seguirsi nella loro<br />

evoluzione biologica così da<br />

dare un notevole contributo<br />

conoscitivo a coloro che sono<br />

istituzionalmente deputati alla<br />

valutazione e alla conservazione<br />

dell’ ambiente.<br />

Di questo si è in definitiva<br />

parlato lo scorso 3 febbraio in<br />

Piazza d’ Armi presso la piscina<br />

comunale, al momento in cui<br />

sono stati presentati i nuovi<br />

corsi che hanno in tal modo<br />

preso avvio sotto la guida del<br />

direttore della didattica nella persona<br />

di Massimo Mechini chiamato<br />

a coordinare l’attività dei<br />

vari istruttori che in questa prima<br />

fase si articoleranno dal I al III<br />

grado (sommozzatore esperto)<br />

con i relativi istruttori rispettivamente<br />

Alessandro Pangallozzi,<br />

Alessandro Cappelli e Leonardo<br />

Civai.<br />

A questi corsi seguirà poi,<br />

come rappresentato nella illustrazione<br />

di apertura, uno specifico<br />

corso di specializzazione<br />

per istruttori e aiuto istruttori (e<br />

quindi tutto interno alla scuola<br />

immersioni) che sarà tenuto da<br />

Novello Manganelli.<br />

La scuola di immersione<br />

interna all’ associazione Onlus<br />

di subacquei senesi ha ormai<br />

tradizione più che pluridecennale<br />

e ha visto perfezionarsi nelle<br />

sue file moltissimi senesi che<br />

hanno voluto intraprendere un<br />

nuovo e più “profondo” modo di<br />

relazionarsi con il mare. Una<br />

attività sportiva che concilia<br />

pertanto la volontà di misurarsi<br />

con se stessi e l’ innato desiderio<br />

di conoscenza e di scoperta<br />

che anima ciascuno dei nuovi<br />

allievi che numerosi si sono presentati<br />

all’ inizio dei corsi.<br />

Doveroso poi aggiungere,<br />

come rappresentato dalle stesse<br />

parole del presidente dell’<br />

associazione senese, il maggior<br />

coinvolgimento anche dal punto<br />

di vista del volontariato e della<br />

solidarietà sociale evidenziato<br />

dal recente accordo che vede<br />

appunto l’ associazione senese<br />

tra quelle affiliate ai servizi di<br />

protezione civile e che potrebbero<br />

pertanto partecipare, in<br />

caso di bisogno in occasione di<br />

eventuali calamità naturali, al<br />

dispositivo dei soccorsi.<br />

Un ulteriore modo in definitiva<br />

di sentirsi utili alla collettività<br />

pur curando una disciplina<br />

sportiva che molto contribuisce<br />

al percorso di crescita di cia-<br />

scuno e che lo pone di fronte<br />

alle proprie individuali risorse e<br />

potenzialità che non deve<br />

necessariamente tradursi in un<br />

poco opportuno sprezzo o incoscienza<br />

del pericolo quanto nel<br />

sapersi adattare al pieno rispetto<br />

di tutte le norme di sicurezza<br />

il cui solo rigoroso rispetto permette<br />

appunto a tutti di potersi<br />

avvicinare alla subacquea<br />

senza particolari timori.<br />

È solo la consapevolezza dei<br />

potenziali pericoli che sono propri<br />

in fondo di tutte le attività<br />

umane, che ci permette di saper<br />

adeguare il nostro modo di agire<br />

a quei modelli comportamentali<br />

che maggiormente sono in<br />

grado di garantire la massima<br />

libertà, pur nel rispetto della<br />

maggior sicurezza. Un aspetto<br />

quest’ ultimo che, così come<br />

molte discipline sportive, può far<br />

sì di configurare anche la subacquea<br />

come mezzo a fine, soprattutto<br />

per i più giovani, in un percorso<br />

di maturazione e crescita.<br />

Un aspetto quest’ ultimo, la<br />

piena conoscenza delle norme<br />

di sicurezza, che, congiuntamente<br />

al necessario rispetto<br />

dell’ ambiente in cui si vive, è<br />

sempre stato ben presente nell’<br />

Associazione. ■<br />

Presentati i nuovi corsi legati anche ai servizi di<br />

emergenza<br />

Fra natura ed<br />

impegno civile


36 basket<br />

Mauro Bindi<br />

Luci ed ombre nelle ultime uscite dei biancoverdi, mentre incombono i primi esami stagionali<br />

MPS, un rilancio<br />

che parte dalla difesa<br />

Anno nuovo, vita vecchia! La rivisitazione di<br />

un detto classico di inizio anno è usata per inquadrare<br />

le difficoltà, sempre le stesse, in cui si dibatte<br />

ancora il mondo della palla a spicchi italiano.<br />

Sono appena trascorsi sei mesi dalla estromissione<br />

della Virtus Bologna e quello che doveva<br />

essere comunque un monito per tutte le altre<br />

consorelle, sembra essere già stato dimenticato.<br />

Basta leggere le notizie che arrivano da alcune<br />

piazze di A1 e ci si rende conto ancora una volta<br />

come il campionato rischi di essere falsato.<br />

A Trieste, dopo la fuga della guardia americana<br />

Thomas, anche l’ex play senese Mitchel ha<br />

smesso di allenarsi per il pagamento parziale di<br />

uno stipendio, senza dimenticare che anche il<br />

centro portoricano Fajardo a più riprese ha<br />

minacciato e saltato allenamenti per lo stesso<br />

motivo. Dall’altra parte dell’Italia, a Messina,<br />

coach Boniciolli ha rassegnato le dimissioni<br />

dopo aver constatato che non c’erano più le condizioni<br />

ambientali e soprattutto economiche per<br />

continuare nel proprio lavoro, con il play Busca<br />

che, smesso di allenarsi, ha chiesto anche la<br />

rescissione del contratto che lo lega con la<br />

società siciliana per inadempienza, non dopo<br />

aver constatato che lo sciopero dell’americano<br />

Garnett aveva comunque permesso a quest’ultimo<br />

di recuperare gli arretrati.<br />

Ad Avellino rimpiangono la sconfitta di Biella<br />

che trova una sua spiegazione tecnica nel<br />

rifiuto dall’ala americana Jamison di seguire la<br />

squadra in terra piemontese per un problema di<br />

accredito dello stipendio, insomma un quadro<br />

nel quale è sicuramente difficile distinguere la<br />

verità, tra società che respingono<br />

accuse, senza essere in<br />

grado di dimostrare una situazione<br />

patrimoniale che permetta<br />

veramente di concludere<br />

la stagione e le stesse che,<br />

in questo quadro di incertezza,<br />

operano ugualmente sul<br />

mercato per rinforzarsi.<br />

Gli sforzi fatti finora in<br />

Lega per uscire da situazioni<br />

come quelle già vissute nel passato<br />

con Reggio Calabria e<br />

Verona o la stessa Bologna, solo<br />

per citare i casi più recenti, non<br />

sono evidentemente sufficienti<br />

per evitare il ripetersi di situazioni<br />

al limite del paradossale.<br />

E questo lancia un’ombra<br />

oscura sul campionato.<br />

La ripetitività dei fatti ci<br />

porta ormai a considerare consuetudine<br />

ciò che non dovrebbe<br />

essere accettato e sorvolare<br />

su queste anomalie è senza<br />

dubbio pericoloso, anche in<br />

piazze come Siena che hanno<br />

avuto la fortuna di trovare<br />

uomini e mezzi idonei per elevarsi<br />

sopra la media.<br />

Da un’accusa all’altra fa<br />

gridare allo scandalo che in<br />

un contesto elitario come<br />

dovrebbe essere quello rap-<br />

presentato dall’Eurolega, il Panathinaikos sia<br />

autorizzato a giocare in una palestra come quella<br />

dove è tornata a giocare Siena a distanza di<br />

pochi mesi dalla edizione della passata edizione,<br />

non solo perché rappresenta un contesto non<br />

degno del livello della manifestazione, ma anche<br />

per le inevitabili ripercussioni che ciò ha sui<br />

risultati della squadra greca.<br />

Nessuno discute le problematiche inerenti<br />

alla ristrutturazione per le Olimpiadi del palazzo<br />

dello sport in cui giocano abitualmente i<br />

greci, ma non è difficile trovare un nesso tra i<br />

risultati conseguiti sul campo e ciò che avviene<br />

nello stesso.<br />

Tanto di cappello alla società mensanina che<br />

non ha puntato più di tanto il dito sulla eccezionale<br />

durata di un secondo di gioco, risultato poi<br />

decisivo per il risultato finale e su altre intemperanze<br />

del pubblico ateniese, ma sta di fatto<br />

che tutto ciò non rientra obiettivamente in<br />

quella “normalità” che dovrebbe essere garantita<br />

in ogni situazione.<br />

Detto questo entriamo nel vivo delle questioni<br />

senesi, partendo proprio dal capitolo<br />

Eurolega, che in questo momento rappresenta,<br />

senza nessun motivo di esaltazione, l’aspetto più<br />

confortante del momento.<br />

La vittoria di Kaunas, sfruttando sul filo di<br />

lana il jolly determinato dall’assenza di Sabonis<br />

nelle file dello Zalgiris e la sconfitta di misura<br />

contro il Panathinaikos, offrono alla vigilia del<br />

ritorno del derby italico con la Skipper ottime<br />

opportunità per il futuro.<br />

Siena può guardare con fiducia anche ad un<br />

piazzamento oltre il quinto posto nel girone, la<br />

vittoria irrinunciabile contro i bolognesi offrirebbe<br />

la quasi certezza di accesso alle Top 16,<br />

senza voler ipotizzare che in caso di vittoria contro<br />

la Skipper con oltre quattro punti, Siena<br />

sarebbe fino all’ultima giornata in lizza addirittura<br />

per la terza piazza.<br />

Evidenziato questo, dobbiamo dire con onestà<br />

che gli aspetti positivi di questo momento<br />

non vanno oltre le considerazioni precedentemente<br />

fatte per il cammino in Europa, non certo<br />

per il rendimento offerto dalla squadra e tanto<br />

meno per i risultati in campionato, che nel giro<br />

di due settimane ha visto la Montepaschi dissipare<br />

buona parte di quel vantaggio che ritenevamo<br />

potesse essere una dote importante per il<br />

future biancoverde.


37 basket<br />

Mauro Bindi<br />

Che gli uomini di Recalcati non abbiano mai<br />

incantato nel corso della stagione è un dato<br />

abbastanza assodato, certamente la capacità di<br />

riuscire comunque a fare risultato, unitamente<br />

alla considerazione di un organico rinnovato<br />

che necessita di tempi abbastanza lunghi per<br />

arrivare alla sua massima potenzialità, ha influito<br />

sul giudizio globalmente positivo che di volta<br />

in volta è stato associato alle prestazioni della<br />

Montepaschi. Il tempo però sotto molti punti di<br />

vista è “matrigno” e in una logica di gradualità<br />

diventa importante percepire anche piccoli processi<br />

di miglioramento, che nella realtà di questo<br />

momento in casa mensanina sono assai poco<br />

appariscenti.<br />

Anzi se sin dalle prime partite avevamo visto<br />

nell’atteggiamento difensivo della squadra un<br />

punto di forza fondamentale su cui costruire il<br />

resto del percorso tecnico che caratterizza ogni<br />

team, oggi dobbiamo constatare invece come<br />

proprio in difesa si stiano palesando delle difficoltà<br />

macroscopiche.<br />

La difficoltà di tenere l’uno contro uno, specialmente<br />

da parte dei nostri piccoli, spesso bruciati<br />

sul primo passo di entrata dei rispettivi pari<br />

ruolo, è un elemento che balza agli occhi in<br />

maniera evidente e con esso tutte le difficoltà<br />

che ne derivano in termini di aiuti e adeguamenti<br />

difensivi palesati dalla squadra.<br />

Lo stesso Recalcati ha evidenziato spesso le<br />

difficoltà della squadra in un ambito che è<br />

soprattutto di applicazione mentale, prima ancora<br />

che tecnico ed è qui che la Montepaschi necessita<br />

di un salto di qualità, perché, pur con tutte<br />

le possibili perplessità che sempre emergono in<br />

questi momenti sul valore reale dei singoli, è difficile<br />

affermare che la squadra senese non abbia<br />

al suo interno un tasso di qualità effettiva.<br />

Disquisire se era meglio avere un play o un<br />

pivot in più diventa una mera discussione teorica,<br />

il gruppo a disposizione di Recalcati è completo<br />

e profondo, tutti hanno la possibilità di<br />

esprimere il proprio potenziale, come ci dimo-<br />

strano i dati statistici della squadra, quindi non ci<br />

sono alibi per nessuno, perdere come la Montepaschi<br />

ha fatto prima a Treviso e successivamente<br />

a Pesaro non è accettabile per chi si propone<br />

come candidato alla vittoria finale. Occorre quindi<br />

fare ricorso a tutte le risorse fisiche, tattiche e<br />

mentali per scuotersi da quella inconsistenza<br />

palesata contro avversari di pari livello senese e<br />

più in generale nei momenti di difficoltà.<br />

Certamente i tanti infortuni di questo ultimo<br />

periodo, primo fra tutti quello occorso a Chiacig,<br />

non hanno aiutato la squadra, ma ciò non pone<br />

la Mens Sana su livelli diversi dalle proprie antagoniste,<br />

che in ugual misura o forse anche in<br />

maniera più pesante, hanno dovuto fare i conti<br />

con problematiche di carattere fisico.<br />

I problemi sono che la squadra senese continua<br />

a non tirare bene da 3, che la sua manovra<br />

è troppo poco fluida e che solo a sprazzi c’è equilibrio<br />

nella distribuzione dei palloni e ad essere<br />

penalizzato spesso è proprio il servizio al pivot,<br />

in un momento oltre tutto nel quale, nonostante<br />

l’infortunio, Chiacig si è riproposto in maniera<br />

positiva e lo stesso Andersen sta recuperando<br />

dopo un periodo di appannamento.<br />

Tra i pochi aspetti positivi di questo momento<br />

evidenziamo la partita di Galanda ad Atene<br />

contro il Panathinaikos, nella speranza che ciò<br />

segni il momento del definitivo recupero del<br />

capitano della Nazionale, che a livello di consi-<br />

stenza ed intensità, può dare molto ad una squadra<br />

forse ancora alla ricerca di un vero e proprio<br />

leader al suo interno.<br />

Fino a questo momento i numeri assolvono<br />

Thorton, specie quelli di campionato dove è tra<br />

i primissimi nella valutazione generale, rispetto<br />

a quelli dell’Eurolega dove le difficoltà sono più<br />

evidenti, ma è indubbio che dall’ex canturino è<br />

lecito attendersi qualcosa di più, la sua insicurezza<br />

è palese, specie quando finisce per cozzare<br />

contro il muro difensivo che spesso gli avversari<br />

gli erigono davanti ed il suo salto di qualità<br />

è quello di cercare con calma quelle variazioni<br />

di gioco che lo possono rendere meno prevedibile,<br />

rispetto per esempio alla sua tendenza a<br />

buttarsi sempre dentro all’area colorata, dove gli<br />

scontri diretti con avversari spesso più forti fisicamente<br />

e la scarsa tutela di cui non sempre<br />

godono gli attaccanti, gli stanno rendendo la<br />

vita estremamente difficile.<br />

Urge intanto recuperare anche il miglior<br />

Vukcevic il cui tiro da 3 e la sua duttilità tattica,<br />

sia offensiva che difensiva, ne hanno fatto un elemento<br />

importante negli equilibri biancoverdi<br />

della scorsa stagione ed è impensabile che nello<br />

scacchiere attuale il serbo-greco non riesca a fornire<br />

un rendimento adeguato al suo valore.<br />

Intanto la squadra è attesa in questo mese di<br />

febbraio al primo vero esame della sua stagione,<br />

le final Eight di Coppa Italia affrontate da testa<br />

di serie numero 1, impongono un atteggiamento<br />

adeguato al ruolo al quale ambisce la Montepaschi<br />

e sarà interessante vedere quale sarà il<br />

rendimento del gruppo, che in un contesto dove<br />

non sono ammesse prove di riparazione, dovrà<br />

dimostrare fino in fondo le proprie qualità e sarà<br />

importante toccare con mano quanto di vincente<br />

Carlo Recalcati sarà riuscito a trasmettere ai<br />

propri uomini, lui che contende a Ettore Messina<br />

il titolo di coach più vincente degli ultimi<br />

anni in Italia. ■<br />

Chiacig (pagina precedente) e Galanda.


David Andersen


41 basket<br />

Duccio Balestracci<br />

Recalcati commenta l’attuale fase della Montepaschi Mens Sana<br />

Per saper vincere<br />

bisogna saper perdere<br />

È reduce da un ritorno da Atene funestato dalla<br />

nebbia, e soprattutto è reduce da una partita<br />

che, per un attimo si poteva sperare che si<br />

tingesse di biancoverde e invece è andata<br />

diversamente. La Montepaschi Mens Sana<br />

non è più quella che ha concluso con il titolo<br />

di campione d’inverno il girone di andata.<br />

Perde, perde male, perde contro squadre che<br />

le sono tecnicamente inferiori. Perde gli<br />

scontri diretti con le dirette concorrenti allo<br />

scudetto. Mister Recalcati che cosa sta succedendo?<br />

(silenzio per tre secondi) beh…<br />

certo non è un momento di grande condizione…<br />

si direbbe di no.<br />

Stiamo facendo fatica. Nella continuità e nella<br />

intensità difensiva.<br />

Ma se fino a dicembre la squadra girava che era<br />

una bellezza…<br />

…sono cose che non vorremmo mai che succedessero,<br />

però succedono. Ci si possono…ci si<br />

devono aspettare.<br />

E ora che cosa succede?<br />

Non ci si deve far prendere dalla paura.<br />

Tuttavia non si può far finta di niente<br />

Tutt’altro. Non ci si deve far prendere dalla<br />

paura però nemmeno essere superficiali. Ma si<br />

deve essere coscienti che all’interno della squadra<br />

ci sono risorse per superare questo momento<br />

difficile.<br />

E che cosa si sta facendo per superarlo?<br />

Intanto ci si allena, perché non si può far finta<br />

che gli impegni frequenti, settimanali, con partite,<br />

viaggi e trasferte non abbiano il loro peso.<br />

E bisogna allenarsi per avere qualità nel lavoro<br />

e riuscire a gestire i problemi e a conviverci.<br />

Ma non c’è anche un fattore psicologico? A Treviso<br />

la Montepaschi Mens Sana non è mai<br />

stata in partita. Perdere ci stava ma così…<br />

Senta, lei forse non si ricorda che tre giorni<br />

dopo la partita con la Montepaschi Treviso è<br />

stata anche di 28 punti davanti al Valencia. Sa, il<br />

Valencia?…ha presente?<br />

…sì l’ho presente…<br />

…ecco. Treviso ha giocato per due mesi con<br />

rendimenti strepitosi, vincendo alla grande contro<br />

tutti. È la squadra numero uno, in Italia.<br />

Eppure, all’inizio…<br />

All’inizio si pensava che, un po’ perché appagati,<br />

un po’ perché avevano fatto dei cambiamenti,<br />

fossero più deboli. Poi hanno aggiunto<br />

due giocatori e, rispetto all’anno scorso, sono<br />

addirittura più competitivi…<br />

Sì, ma sparire dal campo in quel modo…<br />

È vero che la Montepaschi deve essere capace<br />

comunque di giocarsi una partita difficile, se<br />

vuole essere in grado di giocarsi lo scudetto. La<br />

squadra di Siena è partita come una protagonista:<br />

è arrivata subito in testa e lì, in testa, è facile<br />

sbagliare valutazione quando ancora non c’è<br />

la giusta mentalità.<br />

Allora un fattore psicologico c’è…<br />

…ma nella misura in cui non è facile capire,<br />

quando sei in testa, fino a che punto ci sei per il<br />

merito tuo e quanto per errori degli altri.<br />

E noi…<br />

…e noi lì c’eravamo assolutamente per merito<br />

nostro perché avevamo saputo vincere partite<br />

importanti, magari senza rendimenti strepitosi,<br />

e, certo, perché avevamo saputo sfruttare gli<br />

errori degli altri. Quando sei lì è facile pensare<br />

“siamo i primi perché siamo i più bravi e siamo<br />

invincibili”. È un errore. Comprensibile per chi è<br />

primo per la prima volta, ma pur sempre un errore.<br />

Se pensiamo così, se pensiamo di essere invincibili,<br />

perdiamo le nostre peculiarità.<br />

E invece…<br />

…e invece bisogna imparare che per vincere<br />

bisogna essere pronti a perdere.<br />

Sì, ma perdere con Roseto…perdere con Udine<br />

che avrà anche giocato bene e concentrata,<br />

ma oggettivamente è una buona squadra di<br />

livello tecnico inferiore rispetto alla Montepaschi<br />

Mens Sana, no?<br />

Con Udine siamo stati capaci di riprendere in<br />

mano il gioco ma non di affondare. E poi, certo,<br />

quando eravamo avanti, a fine partita, abbiamo<br />

fatto degli errori puerili che hanno compromesso<br />

tutto…<br />

…e questo è preoccupante…<br />

…guardi, la Benetton ha perso cinque trasferte;<br />

ha perso con Messina. La Skipper è stata battuta<br />

proprio dalla Snaidero di Udine. La Scavolini<br />

(che non ha l’impegno di Eurolega e dunque<br />

spende meno sul piano della fatica) ha perso con<br />

la Benetton. Perdono anche le altre. Bisogna<br />

essere severi verso noi stessi ma non si deve pensare<br />

che ci siano squadre invincibili e dunque<br />

nemmeno noi lo siamo.<br />

C’è stato qualche giocatore che ha avuto più calo<br />

degli altri, in questo calo della squadra?<br />

Noi abbiamo avuto un elemento di valore fondamentale<br />

fino a dicembre ed era Kakiouzis. Poi<br />

è calato molto. Direi che è stato il caso più eclatante.<br />

Anche Vukcevic è calato ma lui è stato più<br />

discontinuo anche nella prima fase e quindi il<br />

suo calo è stato meno vistoso. Tuttavia Kakiousis,<br />

ad Atene, ha mostrato segni di netta ripresa.<br />

Abbiamo iniziato il campionato con grandi<br />

obiettivi. È cambiato qualche cosa nelle<br />

aspettative? Dobbiamo rivedere i nostri<br />

sogni?<br />

No. Siamo in linea con gli obiettivi che ci eravamo<br />

dati. In Eurolega ci eravamo posti l’obiettivo<br />

di entrare nelle top 16 e a due giornate dalla<br />

fine siamo in corsa. In campionato siamo a due<br />

punti dalla prima…<br />

…ma si era parlato di arrivare in testa alla fine<br />

della regular season…<br />

L’intento era ed è di arrivare primi ai play off<br />

perché questo facilita molto la gestione dei play<br />

off stessi. Le possibilità sono ancora intatte. Tuttavia<br />

l’obiettivo primo è quello di dimostrare di<br />

essere competitivi e di arrivare alla fine della<br />

regular season in condizione ottimale.<br />

Anche se non siamo primi?<br />

In passato ci sono stati casi di squadre che<br />

hanno dominato dall’inizio alla fine, ma erano<br />

squadre di società forgiate da tempo a giocare<br />

restando sempre in testa. Oppure ci sono state<br />

squadre che hanno giocato 7-8 finali scudetto in<br />

7-8 anni e alcuni scudetti li hanno vinti. Ma nello<br />

sport non è sempre così e si può vincere anche<br />

non dal primo ma dal secondo o dal quarto posto.<br />

Questa è la mentalità di chi vuole vincere.<br />

Lei non si arrabbia mai. Non crede che qualche<br />

volta ci sarebbe da dirgliene quattro quando<br />

qualcuno combina qualche cavolata in<br />

campo?<br />

E chi gliel’ha detto che non mi arrabbio mai?<br />

…mah…ha sempre un aplomb così inglese…mai<br />

visto fare un cazziatone…<br />

E invece mi arrabbio spesso e parecchio, ma i<br />

cazziatoni li faccio nello spogliatoio, non in<br />

campo. Non è il mio modo di essere, quello di<br />

urlare al giocatore che sbaglia: un giocatore,<br />

anche se fa un errore, fa pur sempre fatica e deve<br />

essere rispettato per questo; deve essere richiamato<br />

e corretto, non insultato. Ci sono i luoghi<br />

opportuni per incavolarmi. E lì lo faccio, oh, se<br />

lo faccio… ■


42 basket<br />

Marco Naldini<br />

È un po’ come la Milano-San Remo di ciclismo,<br />

la quattro giorni di Forlì per la coppa Italia.<br />

È il primo appuntamento del nuovo anno in<br />

cui si gioca per vincere in maniera tangibile, per<br />

conquistare un trofeo da mettere in bacheca.<br />

Chi riesce ad aggiudicarselo può considerar-<br />

A fine mese la MPS attesa<br />

dall’impegno di Coppa Italia<br />

Cantù<br />

vorrà vendicare<br />

il ‘ratto’ di Bootsy<br />

si già al sicuro da eventuali defaillance di fine<br />

stagione. La coppa Italia, a differenza del passato<br />

(anni ’70 –’80) può considerarsi un evento<br />

d’élite riservato alle magnifiche otto del campionato,<br />

in duello avvincente, che rispecchia i<br />

valori del momento espressi dalle partecipanti,<br />

in una specie di résumé della prima parte della<br />

stagione.<br />

E così è stato anche per il Montepaschi,<br />

almeno nelle ultime due edizioni dagli esiti<br />

opposti, entrambe sotto la guida di coach Ergin<br />

Ataman. Il sultano del Bosforo era sbarcato a<br />

Siena con l’intento di vincere subito e già alla<br />

sua prima occasione sfiorò l’impresa nell’avvincente<br />

ed indimenticabile Finale con quelle V-<br />

nere che non ci sono più. Il precorso Cantù-Treviso<br />

che portò l’Mps davanti ai bolognesi di Ettore<br />

Messina rispecchiava in gran parte la cavalcata<br />

dei biancoverdi nella prima parte di quella<br />

stagione, iniziata con undici vittorie consecutive<br />

tra campionato e coppa Saporta. Dodici mesi<br />

orsono invece l’uscita inaspettata e sorprendente<br />

ad opera di Napoli già nei quarti rifletteva<br />

l’andamento altalenante di un’annata iniziata<br />

tra infortuni (Stefanov), aggiustamenti in corsa,<br />

e qualche incomprensione tra superstar-allenatore<br />

e resto della squadra.<br />

Ed il Montepaschi di Carlo Recalcati? Siena<br />

ha l’obbligo di misurarsi nuovamente con il<br />

Benetton nel secondo turno, spendendo meno<br />

energie possibili, nei quarti, contro l’Oregon<br />

Cantù. Dall’eventuale semifinale contro i campioni<br />

d’Italia potrebbero scaturire nuove ed<br />

interessenti considerazioni in vista degli scontri<br />

decisivi di fine stagione.<br />

Il Monte, in campionato, non ha ancora<br />

colto un successo contro le ‘grandi’, lontano dal<br />

proprio parquet. Riuscirci a Forlì rilancerebbe le<br />

quotazioni di una squadra destinata ad essere<br />

comunque protagonista.<br />

Qualche passo falso compiuto nelle ultime<br />

settimane esige una controprova per affrontare<br />

con fiducia e motivazione<br />

le partite decisive dei<br />

prossimi mesi. Un passo,<br />

però, alla volta. Intanto ci<br />

attende Cantù, avversaria<br />

tradizionale e assai conosciuta,<br />

a proposito di<br />

scontri senza possibilità<br />

di appello.<br />

E, al proposito ecco<br />

l’opinione di Massimo<br />

Oriani, de La Gazzetta<br />

dello <strong>Sport</strong>: “Due dimensioni<br />

a confronto, due<br />

modi diversi ma in fondo<br />

uguali di vivere il basket.<br />

Siena come Cantù, Siena<br />

più di Cantù, almeno<br />

quest’anno. Il ratto di<br />

Bootsy Thornton ha<br />

lasciato il segno, ha colpito<br />

l’anima di una squadra<br />

di amici, la cui favola è<br />

durata persino troppo in<br />

un mondo dove spesso<br />

conta solo il dollaro. Ma i<br />

sentimenti segnano il<br />

cuore, anche di quelli che<br />

fanno finta di niente. Non<br />

si dimentica, si va solo<br />

avanti”.<br />

E proprio Bootsy con<br />

la coppa Italia ha un<br />

conto in sospeso. Se non<br />

si fosse fatto male nell’ultima<br />

finale, forse l’Oregon<br />

avrebbe battuto<br />

Treviso. Se, forse. Non<br />

valgono nulla. Conta<br />

solo il campo, che non<br />

mente mai.<br />

Siena è più forte, più completa. Cantù ha il<br />

solito spirito da combattente e un condottiero,<br />

coach Pino Sacripanti, maestro dell’understatement,<br />

ma piccolo genio della lavagna e dello<br />

spogliatoio. Si vince anche con quelle armi che<br />

lo scout non spiega, troppo arido per cogliere il<br />

loro immenso valore.<br />

Siena favorita? Certo. L’Mps ha già vinto?<br />

Assolutamente no. Come dicono in America,<br />

“That’s why they play the game”... “È per questo<br />

che giocano le partite”. ■<br />

‘Bootsy’ Thorton


43 basket<br />

Final Eight<br />

di Coppa Italia<br />

Forlì, 25-28 febbraio<br />

Benetton Treviso<br />

4 Nicola Marcelo Ala<br />

5 Edney Tyus Playmaker<br />

6 Evans Maurice Guardia<br />

7 Pittis Riccardo Ala<br />

8 Marconato Denis Centro<br />

9 Bulleri Massimo Playmaker<br />

10 Slokar Uros Ala/Centro<br />

11 Bargnani Andrea Ala<br />

12 Giovannoni Guillerme Ala<br />

13 Jackson Jermaine Centro<br />

15 Garbajosa Jorge Centro<br />

16 D’Incà Alberto Playmaker<br />

18 Cuccarolo Gino Ala<br />

20 Corradini Francesco Playmaker<br />

Metis Varese<br />

4 Callahan Dan Centro<br />

5 Farabello Daniel Play/Guardia<br />

7 Conti Paolo Ala/Centro<br />

8 Vescovi Francesco Ala<br />

9 De Pol Alessandro Ala<br />

10 Allegretti Marco Ala<br />

11 Meneghin Andrea Guardia<br />

12 Podkolzine Pavel Centro<br />

13 Bolzonella Federico Playmaker<br />

14 Zanus Fortes Cristiano Centro<br />

15 Mc Cullough Jerry Playmaker<br />

16 Cola Francesco Ala<br />

18 Giadini Andrea Guardia<br />

20 Nesby Tyrone Ala<br />

Montepaschi Siena<br />

4 Stefanov Vrbica Playmaker<br />

5 Zukauskas Mindaugas Ala<br />

6 Tagliabue Marco Ala<br />

7 Vitali Luca Play/Guardia<br />

8 Vukcevic Dusan Guardia/Ala<br />

9 Vanterpool David Guardia/Ala<br />

10 Galanda Giacomo Ala<br />

11 Thornton Bootsy Marvis Guardia<br />

12 Lechthaler Luca Centro<br />

13 Andersen David Ala/Centro<br />

14 Chiacig Roberto Centro<br />

15 Kakiouzis Michalis Ala<br />

16 Scarponi Ivan Ala<br />

18 Marino Tommaso Playmaker<br />

19 Cavallaro Carmine Guardia/Ala<br />

20 Datome Luigi Ala<br />

Oregon Scientific Cantù<br />

4 Levin Mats Playmaker<br />

5 Wheeler Tyson Playmaker<br />

7 Johnson Nathaniel Ala<br />

8 Hines Samuel Ala<br />

9 Novati Lorenzo Playmaker<br />

11 Gay Dan Centro<br />

13 Porta Vittorio Ala<br />

15 Bernard Mike Centro<br />

16 Colombo Davide Ala/Centro<br />

17 Calabria Dante Guardia<br />

18 Schortsanitis Sofoklis Centro<br />

19 Riva Patrizio Guardia<br />

20 Stonerook Shaun Ala<br />

Skipper Bologna<br />

4 Mottola Hanno Ala/Centro<br />

5 Basile Gianluca Play/Guardia<br />

6 Mancinelli Stefano Ala<br />

7 Belinelli Marco Play/Guardia<br />

8 Smodis Matjaz Ala/Centro<br />

12 Pozzecco Gianmarco Playmaker<br />

13 Vujanic Milosm Playmaker<br />

14 Van Den Spiegel Tomas Centro<br />

15 Lorbek Erazem Ala<br />

17 Cortese Riccardo Guardia<br />

18 Guyton A.J. Guardia<br />

19 Prato Patricio Guardia/Ala<br />

20 Delfino Carlos Guardia/Ala<br />

Pompea Napoli<br />

4 Fevola Danilo Play/Guardia<br />

5 Carrichiello Ernesto Play/Guardia<br />

6 Schmidt Casey Guardia<br />

7 Morena Domenico Ala/Centro<br />

8 Costantino Giuseppe Ala<br />

9 Moldu’ Pablo Play/Guardia<br />

10 Allen Jerome Playmaker<br />

11 Albano Corey Ala<br />

13 Torres Oscar Ala<br />

14 Davison Bennett Ala<br />

16 Cittadini Alessandro Centro<br />

17 Penberthy Mike Guardia<br />

18 Andersen Michael Centro<br />

MERCOLEDì 25 <strong>FEBBRAIO</strong><br />

A) ore 18,15 Benetton Treviso-Metis Varese<br />

B) ore 20,30 Montepaschi Siena-Oregon Scientific Cantù<br />

GIOVEDì 26 <strong>FEBBRAIO</strong><br />

C) ore 18,15 Skipper Bologna-Pompea Napoli<br />

D) ore 20,30 Scavolini Pesaro-Lottomatica Roma<br />

VENERDì 27(semifinali)<br />

E) ore 18,15 vincente A - vincente B<br />

F) ore 20,30 vincente C - vincente D<br />

SABATO 28 Finale ore 16,50<br />

Scavolini Pesaro<br />

4 Scarone German Play/Guardia<br />

5 Elliott Rodney Ala<br />

7 Eley Bud Centro<br />

8 Gigena Silvio Ala<br />

9 Rannikko Teemu Playmaker<br />

10 Ford Alphonso Guardia<br />

11 Valentini Iacopo Guardia<br />

12 Milic Marko Ala<br />

13 Frosini Alessandro Centro<br />

14 Ress Tomas Ala/Centro<br />

16 Malaventura Matteo Guardia<br />

17 Cinciarini Andrea Guardia<br />

18 Lagioia Andrea Guardia<br />

19 Rivali Eugenio Playmaker<br />

20 Djordjevic Aleksandar Playmaker<br />

Lottomatica Roma<br />

4 Morabito Bruno Playmaker<br />

5 Griffith Rashard Centro<br />

6 Bowdler Cal Centro<br />

7 Bennermann Doremus Playmaker<br />

8 Tonolli Alessandro Ala/Centro<br />

9 Righetti Alex Ala<br />

10 Myers Carlton Guardia<br />

11 Branch Johnny Play/Guardia<br />

12 Bonora Davide Playmaker<br />

13 Alexander Cory Playmaker<br />

14 Cipolat Roberto Ala/Centro<br />

15 Barton Lubos Ala<br />

16 Iannuzzi MicheleCentro<br />

18 Fillari Luca Playmaker<br />

20 Tusek Marko Ala/Centro


45 basket<br />

Fabio Fineschi<br />

A febbraio inizia una nuova stagione. Con il<br />

campionato delle prime quattro resettato in un<br />

perfetto equilibrio, con la Coppa Italia, campo<br />

tutto da esplorare, con l’Eurolega pronta a dare<br />

già dei responsi. La Montepaschi ha in mano il<br />

proprio destino. Questo significa dipendere solo<br />

dai propri risultati. Bando dunque a radioline e<br />

a televideo, quello che conta arriva d’ora in poi.<br />

Quindi da dimenticare anche i delitti del passato.<br />

La sconfitta a Novo Mesto per prima. È vero<br />

che quei due punti adesso significherebbero<br />

sicurezza. Ma è altrettanto vero che la Mens<br />

Sana ha avuto la fortuna di scontrarsi con uno<br />

Zalgiris rimaneggiato, e privo della guida Sabonis.<br />

È arrivata una vittoria esterna che contro un<br />

avversario diretto vale doppio. Resettata dunque<br />

anche la classifica di Coppa con i senesi dà lì in<br />

poi di nuovo padroni del proprio destino. Padroni<br />

di accogliere il Novo Mesto in una città innevata,<br />

di scherzarci ancora per venti minuti per<br />

poi annullarlo nella ripresa. E poi padroni di<br />

cercare quei due punti che mancano al primo<br />

obiettivo stagionale. Il primo assalto in terra<br />

greca è andato male, ma è stato per molti versi<br />

incoraggiante. Primo perché una squadra reduce<br />

da un periodo di calo ha mostrato nuova vitalità.<br />

Da qui la sensazione che il periodo no fosse,<br />

più o meno coscientemente, previsto proprio in<br />

vista delle gare che contano. Insomma se un<br />

calo ci doveva essere, come è normale in una stagione,<br />

bene che ci sia stato in una fase interlocutoria.<br />

Sempre dal campo di Atene giunge la<br />

sensazione che i due punti sfiorati siano figli sì<br />

di qualche errore, ma anche di un paio di evidenti<br />

torti arbitrali e di una tradizione che vuole<br />

il Panathinaikos quasi imbattibile fra le mura<br />

amiche. Notizie positive sono giunte in particolare<br />

dal reparto lunghi, il cui peso tecnico nelle<br />

competizioni continentali, si sa, è maggiore. E<br />

contro una squadra che non fa degli interni il<br />

suo punto di forza, i pariruolo mensanini hanno<br />

messo da parte infortuni e periodi di scarsa<br />

forma per dar vita ad una prova convincente.<br />

Adesso non resta che chiudere lo sforzo nel<br />

migliore dei modi e venire a capo di questo tremendo<br />

gruppo B. Certo che di bilanci se ne potrà<br />

parlare solo allora. Ma fin da adesso il cammino<br />

luci ed ombre di questa creatura, nata forse più<br />

per il campionato che per l’Eurolega, dice qualcosa.<br />

Intanto parla di due destini piuttosto<br />

diversi per i due esordienti nella competizione.<br />

Si diceva che la Montepaschi poteva soffrire un<br />

po’ proprio l’inesperienza di due uomini da<br />

quintetto. Il che si è dimostrato falso nei confronti<br />

di Vanterpool. Nuovo sì dell’Eurolega, ma<br />

abituato a cambiare campionati e dotato dunque<br />

di grande duttilità. Le cifre dicono anzi che proprio<br />

in campo europeo questo giocatore, amante<br />

del gioco fisico, ha dato il suo meglio. Punti,<br />

penetrazioni, recuperi, difesa, assist e rimbalzi:<br />

i suoi tabellini non si fanno mai mancare nien-<br />

te. Destino diverso per Thornton. Anche lui alla<br />

prima esperienza ha pagato un dazio molto più<br />

alto. Le cifre sono chiare anche in questo caso, e<br />

diventano molto più negative rispetto al campionato.<br />

Le caratteristiche tecniche e a volte<br />

proprio l’inesperienza hanno creato le difficoltà<br />

di Bootsy. I contatti duri spesso gli impediscono<br />

i suoi consueti giochi di attacco. E quando non<br />

riesce a trovare la via del canestro si innervosisce,<br />

così tutto quello che in genere gli viene<br />

naturale diventa più difficile. E quindi difesa,<br />

rimbalzi e quant’altro è nel suo bagaglio. Il resto<br />

La prospettiva di accedere<br />

alla seconda fase di<br />

Euroleague è sempre valida<br />

Le top 16<br />

non sono più<br />

un miraggio<br />

della truppa di Recalcati ha vissuto gli stessi alti<br />

e bassi del campionato, senza particolari divergenze<br />

di rendimento fra le due competizioni. Ne<br />

è venuta fuori una situazione aperta. Si poteva<br />

con un piccolo sforzo in più evitare alcuni patemi.<br />

Ma ciò che importa è che la Montepaschi ha<br />

tutte le carte da giocare per fare di questa annata<br />

europea un altro successo. La vera stagione<br />

inizia adesso. ■<br />

Vanterpool, sorpresa positiva di Coppa


Dal titolo virtuale<br />

a quello reale<br />

46⏐quelli che il tifo biancoverde⏐BARBARA CERRETANI⏐<br />

La vittoria casalinga della Mens Sana<br />

contro la Pompea Roma a metà gennaio ha<br />

segnato la fine del girone di andata, consegnando<br />

ai biancoverdi il titolo virtuale di<br />

“campione d’inverno” fra la soddisfazione<br />

generale per un traguardo mai raggiunto<br />

prima dalla nostra squadra nella sua storia.<br />

Lo stesso campionato che ci ha visti protagonisti<br />

nella prima parte di stagione sarà<br />

però insidioso fino alla fine, lo abbiamo<br />

detto più volte, soprattutto in virtù del fatto<br />

che i ragazzi di Recalcati sono considerati a<br />

ragion veduta, una delle squadre da battere,<br />

con tutti i rischi e le tensioni che comporta<br />

questo particolare status. Dobbiamo essere<br />

consapevoli della nostra forza e perseguire<br />

con convinzione l’obiettivo che questo<br />

possa essere l’anno giusto per una definitiva<br />

consacrazione.<br />

Poco dopo il giro di boa, quindi, abbiamo<br />

chiesto ad alcuni tifosi le proprie impressioni<br />

su quello che si è visto fino a questo<br />

momento in campo, commenti sulla stagione<br />

biancoverde ed aspettative future.<br />

Secondo Massimiliano Cinci “il girone<br />

di andata è stato senza dubbio positivo, sono<br />

arrivati i risultati e di conseguenza il primo<br />

posto in classifica. La squadra ha espresso<br />

quelle peculiarità tipiche di chi sa vincere,<br />

ovvero cinismo, pazienza e tanta applicazione<br />

difensiva che ci hanno permesso passo<br />

dopo passo di salire in vetta. Adesso sono un<br />

po’ preoccupato proprio perché non vedo<br />

più queste caratteristiche, specialmente<br />

sembra scomparsa la voglia di sacrificarsi in<br />

difesa…Mi aspetto di dare una bella inversione<br />

di tendenza alla brutta serie negli<br />

scontri diretti, ma sono convinto che se rivedremo<br />

la squadra “girare” come ad inizio<br />

campionato non sfigureremo contro nessuna<br />

avversaria”.<br />

Il tema delle dirette concorrenti della<br />

Mens Sana viene toccato anche da Alessandro<br />

Pellati che parla, riferendosi al girone<br />

d’andata, di “due sconfitte molto diverse fra<br />

loro: quella a Bologna contro la Fortitudo e<br />

quella di Treviso, la prima arrivata lottando<br />

fino in fondo tanto da meritarsi anche qualcosa<br />

in più, la seconda frutto di un errato<br />

approccio al match elemento a mio parere<br />

fondamentale. La squadra deve dimostrare<br />

sempre la giusta mentalità, se si perde contro<br />

le grandi squadre può starci, ma non<br />

bisogna farsi surclassare come successo<br />

contro la Benetton a Pesaro come se mancasse<br />

la voglia di lottare altrimenti una sconfitta<br />

onorevole può trasformarsi in una disfatta.<br />

In Eurolega stiamo facendo una buona<br />

apparizione anche se dobbiamo ancora guadagnarci<br />

l’accesso alle Top 16; sono sicuro<br />

che arriveremo lontano in entrambe le competizioni<br />

a patto che non manchi l’apporto<br />

di ognuno, perché non sempre la grande<br />

serata del singolo può permettere alla squadra<br />

di vincere”.<br />

Parlare al più presto di una Mens Sana<br />

bella e vincente è la speranza anche di<br />

Andrea Pannini, che si augura di non vedere<br />

divenire il punto di forza delle vittorie iniziali<br />

propiziate solamente dalle iniziative<br />

dei singoli, più che dal gioco di squadra. Un<br />

punto debole: “dobbiamo tornare a difendere<br />

come sappiamo fare, con grinta, senza<br />

però tralasciare l’attacco. Per il resto le sconfitte<br />

che sono venute, Udine a parte, ci stavano<br />

tutte e più che sui punti persi c’è da<br />

recriminare sull’atteggiamento della squadra,<br />

ma sono sicuro che con un’impennata<br />

al nostro gioco potremo raggiungere buoni<br />

risultati come lo scorso anno”.<br />

Non vuole fare previsioni sui traguardi<br />

finali Francesca Cerretani, “un po’ anche per<br />

motivi scaramantici. Penso, però, che il titolo<br />

di campioni d’inverno si commenti da<br />

solo, è stata una grande emozione come del<br />

resto per tutti coloro che, come me, seguono<br />

la squadra dai tempi della serie B, quando<br />

risultati del genere erano ben difficili da<br />

immaginare. Questo però deve essere considerato<br />

solo un punto di partenza, la situazione<br />

attuale parla chiaro: in un campionato<br />

così difficile è bastato un passo falso per<br />

ritrovarsi al quarto posto. Sono sicura che la<br />

squadra tornerà a lottare e giocare come sa<br />

certi atteggiamenti rinunciatari della partita<br />

di Pesaro saranno solo un vago ricordo”.<br />

Quest’ultimo elemento emerge anche,<br />

in maniera piuttosto esplicita, dalle parole di<br />

Federico Chellini, rappresentante del Commandos<br />

Tigre: “una squadra reputata da scudetto,<br />

con meno talento e più battagliera<br />

rispetto a quella dello scorso anno, non può<br />

prescindere da una difesa asfissiante come<br />

quella che la Mens Sana ha dimostrato di<br />

poter esprimere nelle prime giornate di campionato.<br />

Infatti quando questo tipo di atteggiamento<br />

è venuto a mancare, le prestazioni<br />

individuali non molto idilliache hanno<br />

avuto il sopravvento sacrificando il bene<br />

della squadra. Se in Eurolega stiamo procedendo<br />

in maniera dignitosa raccogliendo,<br />

forse, più del previsto, contro squadre fisicamente<br />

molto più esplosive della nostra, il<br />

campionato rischia di prendere una piega<br />

storta se non viene immediatamente fatto<br />

quadrato fra tutti gli elementi riacquistando<br />

un po’ di umiltà, proprietà indispensabile<br />

per chi vuole stare al vertice per molto<br />

tempo. Ciò che forse può dare una spinta a<br />

tutto l’ambiente sarebbe disputare un’ottima<br />

Final eight di Coppa Italia, trofeo sempre<br />

meno bistrattato per merito anche di una<br />

brillante formula, ma dove le squadre<br />

migliori possono arrivare ancora in ritardo di<br />

condizione”.<br />

Infine alcune parole dedicate al pubblico<br />

mensanino che fotografano al meglio la<br />

situazione e le aspettative del tifo senese:<br />

“noi come Commandos abbiamo già esortato<br />

la squadra nel post-Pesaro con un confronto<br />

civile, come siamo abituati a sostenere,<br />

considerandola costituita da ottimi<br />

ragazzi molto vicini alle sensazioni dei tifosi,<br />

e per questo confidiamo in una pronta<br />

reazione agonistica del team di Recalcati.<br />

Dalla nostra continueremo a dare ai biancoverdi<br />

il consueto supporto in casa e in trasferta,<br />

come abbiamo fatto fino ad ora con<br />

buoni risultati, sperando che il pubblico in<br />

generale ci venga incontro ed accantoni per<br />

un po’ l’indole polemica senese che può saltar<br />

fuori (finora no, per fortuna…) quando i<br />

risultati non sono dei migliori…la pazienza<br />

di un ambiente è la chiave delle vittorie!”. ■


Campionato A1<br />

17 a giornata<br />

MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA 82/70<br />

18 a giornata<br />

MONTEPASCHI SIENA-SNAIDERO UDINE 93/95 DTS<br />

19 a giornata<br />

SCAVOLINI PESARO-MONTEPASCHI SIENA 90/79<br />

20 a giornata<br />

MONTEPASCHI SIENA-MABO LIVORNO 91/70<br />

Classifica: Siena, Pesaro, Fortitudo Bologna e Treviso 30;<br />

Varese e Napoli 26; Roma e Cantù 22; Reggio Calabria 20;<br />

Udine 18; Biella, Milano, Teramo e Avellino 16; Roseto 14;<br />

Messina 12; Livorno e Trieste 10.<br />

Vrbica Stefanov


Te lo dò io Tel Aviv!<br />

da Ladri, sede da Pazzi: Final<br />

Four a Tel Aviv???…?’Sti ...azzi!!”<br />

“Prezzi<br />

recita lo striscione esposto al Palaverde<br />

di Treviso.<br />

“ No alla Final Four a Tel Aviv!” campeggia<br />

ormai da tempo sulla curva della Fortitudo<br />

e sul terrazzino del Palasclavo mensanino.<br />

In soldoni, nessuno se la sente –nemmeno<br />

i più “Commandos” fra gli Ultras- di<br />

affrontare i rischi di una trasferta in quella<br />

Terra d’Israele quotidianamente martoriata<br />

da attentati, kamikaze, repressioni e chi più<br />

ne ha più ne metta.<br />

Con ancora vivi nelle menti e nei palati<br />

i sapori delle tapas delle Ramblas di Barcellona<br />

e le raffinatezze della cuisine di Lione,<br />

pensare di andare a rovinarsi una tre giorni<br />

d’inizio maggio, sia pure in riva al mediterraneo<br />

e sotto i dardi di un sole cocente, serrati<br />

nei recinti –sia pur dorati- delle sicurezze<br />

israeliane ed impossibilitati a muovere un<br />

passo senza la compagnia dei mitra dei figli<br />

d’Isacco per evitare le bombe dei nipoti di<br />

Maometto, non è quel che si dice un “boccone<br />

da ghiotti”!<br />

Ma tant’è, la geopolitica ha le sue ragioni<br />

ed Israele ed il Maccabi contano –oh se<br />

contano!- all’interno dell’Eurolega: in termini<br />

di pubblico (palasport da diecimila sempre<br />

esaurito), tradizione cestistica fatta di vittorie<br />

su vittorie naturalizzando neri<br />

d’America e orfani “sovietici”, potenza economica<br />

senza pari…E con i tifosi o senza i<br />

tifosi al seguito dal 29 di aprile al 1° di maggio<br />

la Final Four si farà dove stabilito (in<br />

un’ottica forse un po’ miope ed alla luce di<br />

speranze disattese dai fatti): a Tel Aviv.<br />

Nessuno si sente tranquillo –Maccabi<br />

escluso, naturalmente! Anche se apertamente<br />

sono solo i tifosi (in Italia e all’estero)a<br />

protestare, non si rivela un segreto dicendo<br />

che perplessità –e non da poco- sono state<br />

sollevate un po’ da tutti i club, se non altro<br />

per i costi che una “tre giorni” in Terra Santa<br />

impone. E quanto credete poi sia gradita ai<br />

giocatori yankees una trasferta custodita<br />

dagli agenti del Mossad e dai reticolati dei<br />

Sabra?<br />

Però, intanto, si va avanti perché … non<br />

si sa mai e, soprattutto, pericolo o non pericolo,<br />

a nessuno piace esser fuori dal giro che<br />

conta, quelle “top 16” già assaggiate che ti<br />

danno la gloria internazionale….proprio a<br />

nessuno!<br />

Tantomeno alla Mens Sana!!!!<br />

Poi, bene che vada, ci s’attrezzerà: in fin<br />

dei conti siamo andati a …Roseto!!!<br />

Ci aveva arbitrato due anni fa contro<br />

Roseto in casa ed era ritornato il 28<br />

dicembre scorso per fischiare la gara<br />

vinta contro Teramo.<br />

49⏐tiri liberi⏐ANTONIO TASSO⏐<br />

Niente da ricordare in maniera particolare<br />

in entrambe le occasioni, solo una grande<br />

gentilezza, un’amabilità difficile da trovare<br />

nella sua categoria, il sorriso anche nelle<br />

occasioni più –diciamo così- contestate…<br />

Uscendo dal Palasclavo, ai consueti<br />

saluti ed auguri prima di salire in macchina<br />

aggiunsi –come sempre- “Alla prossima!”….<br />

“Non ci sarà una prossima….-mi gelò,<br />

cordiale- Perché a gennaio mi faccio missionario!”<br />

Simone Strozzi, da Parma, arbitro nazionale<br />

di pallacanestro, ha tenuto fede alla<br />

promessa rivelata da tempo alla famiglia, ai<br />

datori di lavoro, alla Federazione: lasciato il<br />

fischietto (e non solo quello, naturalmente)<br />

ha abbandonato la divisa grigia per quella<br />

nera dei “Saveriani”. Diretta l’ultima partita,<br />

a Bologna contro Avellino, è entrato nell’ordine<br />

religioso e si prepara a partire, dove lo<br />

manderanno, per aiutare chi ha bisogno di<br />

conforto religioso e non solo…<br />

Era stato uno dei fischietti più giovani ad<br />

approdare in serie A, era stato uno dei più giovani<br />

laureati della sua facoltà, era apprezzato<br />

nel lavoro tanto da raggiungere precocemente<br />

posizione di responsabilità….<br />

Era stato designato insieme a colleghi<br />

più esperti e famosi per gare importanti in<br />

palasport di prestigio… Questa volta la<br />

“designazione” gli è arrivata non da Garibotti<br />

né da Rigas o Kotleba… l’hanno “designato”<br />

dall’Alto e a quel “Designatore lì”- ha<br />

raccontato il buon Simone da Parma- non si<br />

può resistere.<br />

“Ma a certi vigili urbani, a certi poliziotti,<br />

a qualche agente di viaggio o di commercio<br />

– mi domandava uno dei più sfegatati<br />

mangiauominiingrigio della curva- certe<br />

chiamate non arrivano mai???…“<br />

Pazienza ragazzi, pazienza… Alla fin<br />

fine qualche “benzinaio” è ritornato alla<br />

pompa!!!.<br />

Il nuovo “servizio” all’interno del Palasclavo<br />

sta ormai avviandosi a regime: dopo le<br />

iniziali, inevitabili difficoltà ed i contrattempi<br />

dovuti –anche- alla lingua (non tutti<br />

capiscono l’emiliano e non tutti parlano il<br />

dolce idioma di Fontebranda), sembra che i<br />

ragazzi col giubbotto celeste siano entrati<br />

nello spirito del Palazzo e dei suoi abituali<br />

frequentatori e, serenità e sorriso sul volto,<br />

riescano a districare le situazioni più anomale<br />

per i posti, gli accessi, gli abbonati etc<br />

etc. Basta un po’ di’esperienza e d’umiltà -<br />

da ambo le parti- e spettatori e servizio<br />

ormai sembrano filare nel giusto modo,<br />

come nei Palazzi più importanti si deve.<br />

È chiaro che non tutti conoscono tutti: la<br />

storia ed i personaggi della palla al cesto<br />

biancoverde sono patrimonio nostro ed<br />

ancora è assurdo pretendere che lo divenga-<br />

no per chi arriva per la prima volta. Ma, ripeto,<br />

basta la buona volontà e la pazienza e le<br />

cose si aggiustano.<br />

Tutta la città del basket ( e non solo!)<br />

conosce Demo Pennatini, la sua indefettibile<br />

fede biancoverde, la passione per lo sport<br />

che ne ha marcato la vita, la testardaggine<br />

quasi visionaria nel voler a tutti i costi salvare<br />

quel bene comune che si chiama Mens<br />

Sana: le tremila firme sotto la sua petizione<br />

alle Istituzioni dettero il via ad una reazione<br />

a catena che ha portato alla grandiosa realtà<br />

odierna.<br />

Non tutti quelli che vengono da fuori<br />

possono sapere che Angelo Dambrogio è<br />

stato una colonna portante dello spogliatoio<br />

mensanino: dalla Cardaioli Band ai ragazzi<br />

di Zorzi fino ai fasti di Dadone Lombardi e<br />

Cesare Pancotto in coppia con l’inseparabile<br />

Alvaro non c’è stata muscolatura che non<br />

abbia goduto delle sue cure.<br />

Per questo è comprensibile che, qualche<br />

volta, specie le prime partite, qualche giovane<br />

“controllore” abbia fatto difficoltà nel<br />

pass o nell’attribuzione dei posti, non conoscendo<br />

i personaggi..<br />

Ora, anche loro, incominciano a capire<br />

quanto còntino nella nostra tradizione “quel<br />

signore col nasone rosso che a volte s’inceppa”<br />

e quell’altro “capelli neri e braccio<br />

ad una candida signora” che ogni domenica<br />

sono sugli spalti… E non fanno più difficoltà!<br />

Capitò in casa proprio con loro, quelli<br />

del Panathinaikos di Obradovic: un<br />

canestro sul filo della sirena contestato<br />

da tutta la panchina mensanina, col Tasso<br />

il Marruganti Recalcati ed il Menghetti a<br />

sbraitare protestando lo scadere dei tre<br />

secondi mancanti.<br />

“Non è buono, non è buono!!!”<br />

E un Commissario nostro “finitimo” (ma<br />

allattato coll’acqua dell’Arno) che, prima<br />

chiede parere all’arbitro russo-tedesco e poi,<br />

dopo lunga meditazione, lo dà buono!!!<br />

“Ma dài!… Nemmeno loro se lo aspettano…<br />

Obradovic non protesta più di<br />

tanto… E poi, siamo in Italia, un tavolo italiano,<br />

una squadra italiana che già sta vincendo…<br />

Credi che se succederà ad Atene lo<br />

daranno buono agli ospiti??” Ormai il guaio<br />

era fatto, il discendente di Dante non intese<br />

ragione né volle passare da favoritista… Si<br />

vinse di dodici invece di quattordici…<br />

E ad Atene è successo: palla ai Greci ad<br />

un secondo dalla fine dei 24… ricezione,<br />

palleggio, aggiustamento di posizione, mira<br />

e via!!!.. almeno tre secondi per completare<br />

il tutto... ma il cronometro, lì, parte solo<br />

quando Lakovic lascia la palla!!<br />

Tutto come previsto….<br />

E poi ‘un s’aveva ragione a Montaperti??


50 basket Fra i 18 coach di A1 la Mens Sana<br />

non suscita grandi entusiasmi<br />

A qualche settimana di distanza dal termine del<br />

girone d’andata, è interessante andare a rileggere cosa<br />

pensavano del nostro campionato i 18 coach di serie A1<br />

e se per caso in tutti non ci fosse già insito il dubbio<br />

sulle reali ambizioni tricolori<br />

della Montepaschi.<br />

In una<br />

indagine<br />

promossa<br />

dal quotidiano<br />

sportivo<br />

T uttosport,<br />

ai<br />

biancoverdi<br />

senesi i<br />

tecnici interpellati<br />

hanno infatti<br />

preferito nella maggioranza<br />

dei casi (quattordici a sette, per la<br />

citazione di<br />

più<br />

Una fiducia<br />

tutta da conquistare<br />

squadre) quelli trevigiani di Messina. Alla squadra<br />

veneta si riconosce in particolare l’abitudine a battersi<br />

per certi traguardi, a differenza di quella senese propostasi<br />

ad altissimi livelli solo in questi ultimi anni.<br />

Hanno indicato Siena: Melillo (Pesaro), Messina (Treviso),<br />

Bucchi (Roma), Lardo (Reggio Calabria), Gramenzi<br />

(Teramo), Banchi (Livorno) e Markovski (Avellino).<br />

Fra quelli che hanno preferito Treviso c’è anche<br />

Recalcati, così sappiamo a chi vanno le sue preferenze.<br />

Più variegato il ventaglio delle squadre che giocano<br />

meglio. Anche qui la Benetton guarda tutti dall’alto<br />

con 9 voti, seguita dalla Skipper Bologna con 3, ma<br />

trovano spazio anche Reggio Calabria, Messina, Livorno,<br />

Pesaro, Biella e Varese. Nessuna citazione per<br />

Siena. Fra i motivi che fanno preferire la Benetton<br />

citiamo testualmente: talento, agonismo, soluzioni<br />

tattiche, continuità, esperienza e meccanismi più oliati,<br />

Per Recalcati invece è Roma, di cui apprezza soprattutto<br />

la circolazione di palla.<br />

Nella classifica della squadra rivelazione, vittoria<br />

schiacciante di Varese con 12 citazioni, (fra le quali<br />

quella del coach senese), seguita dalla Skipper con 2 e<br />

Siena con una, quella di Markovski che non si aspettava<br />

una MPS così continua.<br />

La squadra più deludente, al contrario, si è rivelata<br />

la Breil Milano (6 voti), anche se molti hanno preferito<br />

sorvolare su un argomento tanto delicato. Fra questi<br />

Recalcati, che si limita ad un generico ‘… più di<br />

una”. Abbastanza articolaro il giudizio di Banchi, allora<br />

sempre alla guida della Mabo Livorno: “Milano ha<br />

rinnegato le scelte estive rinunciando a Naumoski e<br />

Topic che a Siena erano capaci di esaltare anche le doti<br />

di Stefanov”. Fuori dal coro Alibegovic (Udine): “Più<br />

che un team, mi deludono il movimento e un<br />

Paese che investe poco nel basket. E senza<br />

idee nuove i club dipendono sempre di più<br />

dai loro mecenati”.<br />

Sul piano della novità nel gioco,<br />

i pareri sono ovviamente molteplici e<br />

tutti riconducibili ad una serie di<br />

rilievi: manca il tempo per lavorare<br />

a medio termine sui grandi cambiamenti;<br />

tendenza ad un utilizzo maggiore<br />

della zona; crescita dei tiri da tre<br />

punti; utilizzo di lunghi “atipici”; aumento<br />

dei giochi in isolamento e<br />

conquista dei 24 secondi. Per<br />

quanto ci riguarda , il<br />

solito Banchi sottolinea<br />

che<br />

“una auten-<br />

tica novità nel gioco non c’è, ma qualcuno ci prova.<br />

Come la Montepaschi, che rischia con un solo play di<br />

ruolo”. Recalcati, da parte sua, non vede grandi novità<br />

in giro, ma solo un eccessivo utilizzo del tiro da tre.<br />

Massimo riserbo anche sulle candidate alla retrocessione.<br />

Nessuno ne parla volentieri, né vuol fare<br />

nomi, anche se quelle da 14 punti in giù (classifica riferita<br />

al termine del girone d’andata) per gli allenatori<br />

della massima serie rischiano tutte.<br />

Per quanto riguarda il bilancio di metà stagione di<br />

ogni singola squadra, i giudizi variano da situazione a<br />

situazione. Quello di Recalcati sulla sua squadra è<br />

noto: “in media è un bilancio in linea con le nostre<br />

aspettative. Abbiamo margini di miglioramento e<br />

potenzialità per fare meglio, soprattutto sul piano della<br />

continuità”.<br />

Questo per quanto riguarda le singole squadre, ma<br />

sul piano individuale i verdetti non sono meno interessanti.<br />

Partiamo dal miglior giocatore in assoluto del<br />

campionato. Il più votato è l’ex biancoverde Alphonso<br />

Ford della Scavolini con 6 citazioni, seguito con 4 da<br />

Jerry Mc Cullough della Metis Varese e con 3 da Milos<br />

Vujanic della Skipper. Fra i biancoverdi segnalati due<br />

volte Bootsy Thornton e David Vanterpool, quest’ultimo<br />

votato anche da Recalcati.<br />

E gli italiani? Quale è stato il miglior giocatore del<br />

nostro Paese? Con 6 voti l’ha spuntata sugli altri Gianluca<br />

Basile della Skipper, seguito con 3 da Alessandro De<br />

Pol della Metis. Sono stati inoltre citati Boni, Meneghin,<br />

Soragna, Galanda, Di Bella, Carraretto, Myers e Marconato,<br />

quest’ultimo indicato anche dal CT azzurro.<br />

Abbastanza assortita la scelta del miglior giovane:<br />

si va dai 7 voti di Luca Garri di Livorno, ai 4 di Marco<br />

Belinelli (fra i quali anche quello di Recalcati) e 3 di<br />

Stefano Mancinelli, questi ultimi due della Skipper.<br />

Consensi hanno riscosso anche Vujanic, Simone Cotani<br />

della Mabo e Fabio Di Bella della Lauretana.<br />

All’appello manca solo il giocatore rivelazione, e<br />

qui la scelta è caduta su Matt Bonner del Messina preferito<br />

5 a 2 a Belinelli. Segnalazioni anche per Vujacic<br />

(citato anche dal coach biancoverde), Rodney Elliott<br />

della Scavolini, Lucas Recker della Roseto, Maurice<br />

Evans della Benetton, Christopher Massie dell’Air,<br />

Nathaniel Johnson dell’Oregon, Keith Carter del Teramo,<br />

Van Den Spiegel della Skipper ed il nostro Vanterpool,<br />

con questa motivazione: “arriva da una squadra<br />

di bassa fascia e gioca da protagonista in una big”.<br />

Siena insomma non brilla per la sua presenza in<br />

queste classifiche, che sono sì indicative di un certo<br />

modo di vedere le cose, ma che non incidono sulla loro<br />

realtà. Realtà che a metà campionato registrava la presenza<br />

dei biancoverdi lassù dove prima d’ora nessun’altra<br />

squadra mensanina era riuscita ad arrivare. E<br />

questo vorrà dire pure qualcosa ■<br />

Vanterpool, uno dei pochi biancoverdi<br />

che si sono meritati la citazione.


52 basket<br />

Stefano Fini<br />

A colloquio con Simone Pianigiani<br />

I ‘comunitari’<br />

sbarcano anche<br />

nei campionati giovanili<br />

Nell’arco di una settimana abbiamo assistito<br />

a due entusiasmati derby che hanno visto come<br />

protagoniste le squadre giovanili degli Juniores<br />

e degli Under 20 della Virtus e della Mens Sana.<br />

I due big match della stracittadina si sono<br />

disputati nel gremito e chiassoso palazzetto di<br />

via Vivaldi, dove le sofferenze per trovare un adeguato<br />

posteggio alla propria autovettura sono<br />

state largamente compensate dall’evento sportivo.<br />

I diciotto nazionali in campo hanno dato vita<br />

a due partite dal gioco intenso, dai contenuti<br />

tecnico-tattici, agonistici e spettacolari interessanti.<br />

Lasciato alle spalle questo evento di primaria<br />

importanza per il movimento cestistico<br />

nazionale, quali altri eventi possano attrarre l’<br />

attenzione di noi “baskettari” per distrarci dalla<br />

monotonia dei campionati giovanili di categoria<br />

dominati (in questa fase) dalle squadre senesi in<br />

modo fin troppo evidente?<br />

Giriamo la domanda a Simone Pianigiani,<br />

coach e responsabile del settore giovanile della<br />

Montepaschi.<br />

“Sono in programma due tornei interessantissimi:<br />

uno, per gli Under 20, a Forlì in concomitanza<br />

delle Final Eight di Coppa Italia e l’altro,<br />

per gli Juniores, a Piombino. Sono<br />

occasioni per misurarci, significative ed importanti,<br />

dato che parteciperanno a questi due tornei<br />

squadre di prima fascia nel contesto del<br />

basket giovanile nazionale. In merito al Torneo<br />

della Coppa Italia c’è un regolamento diverso,<br />

voluto dalla Lega e dalle società, che offre l’opportunità<br />

di provare anche giocatori stranieri.<br />

Noi andremo con il nostro gruppo di giovani<br />

italiani mentre altre, Varese e Treviso, inseriranno<br />

nel proprio organico anche giovani<br />

comunitari: questo renderà più interessante la<br />

manifestazione ed estremamente significativa<br />

l’esperienza. In concomitanza con il Torneo di<br />

Piombino, che si disputerà la prima settimana<br />

di marzo, ci sarà il primo turno della seconda<br />

fase dell’Eurolega, nella quale noi, Mens Sana,<br />

speriamo d’ esserci; pertanto alcuni dei nostri<br />

giovani saranno presumibilmente impegnati,<br />

non sappiamo se in casa od in trasferta, anche<br />

con la prima squadra. Tuttavia abbiamo fatto<br />

questa scelta, indipendentemente da come ci<br />

possiamo presentare al Torneo e da quello che<br />

sarà il risultato finale, per dare ai nostri giovani<br />

una ulteriore opportunità di confronto. A<br />

Piombino ci saranno squadre molto forti, ricordo<br />

Biella che, oltre ad avere tre nazionali ‘87, ha<br />

preso Simeoli (nazionale ‘86); ricordo N.C.H.<br />

Virtus Siena, la quotatissima Udine con Antonutti,<br />

la Tiber Roma, la Skipper Bologna, ecc.<br />

Occorre dire che in questo periodo la qualità del


53 basket<br />

Stefano Fini<br />

gioco è migliore rispetto a quello che verrà<br />

mostrato a giugno in occasione delle finali<br />

nazionali, quando, a causa di formule un po’<br />

strane, i ragazzi si troveranno a disputare queste<br />

finali giocando quasi tutti i giorni, con il<br />

caldo, in palazzi dove non ci sono impianti di<br />

aria condizionata; ne consegue che i giocatori<br />

offrono prestazioni al di sotto delle loro potenzialità<br />

e di conseguenza le partite risultano<br />

essere di un livello minore rispetto a quelle<br />

disputate in questo periodo.<br />

In merito ai nostri impegni extra-campionato,<br />

aggiungerei il Torneo “Mondial Basket” a<br />

Cholet in Francia per aprile; una opportunità<br />

d’incontro con la pallacanestro giovanile europea<br />

interessante e significativa. Se a tutto questo<br />

aggiungiamo gli impegni che i nostri ragazzi<br />

hanno can le varie nazionali di categoria, gli<br />

impegni con la prima squadra ed il lavoro di<br />

potenziamento individuale che ognuno di loro<br />

deve quotidianamente svolgere, ci rendiamo<br />

conto che i nostri giovani arriveranno a fine<br />

stagione stanchi. Tuttavia noi riteniamo che<br />

questa formula sia quella giusta per ottenere in<br />

prospettiva i risultati desiderati”.<br />

Se è vero, e questo è tutto da verificare, che<br />

il basket giovanile nazionale sia in una fase di<br />

recupero dopo un periodo di flessione, è sicuramente<br />

certo che la Mens Sana, ed anche la Virtus,<br />

non hanno mai cessato di impegnare risorse<br />

ed energie a questo settore. Nel contesto<br />

nazionale, lascia un po’ perplessi veder disertare,<br />

da molte società, una vetrina molto importante<br />

per gli Under 20 come quella delle Final<br />

Eight di Forlì. Pertanto viene da chiedersi: quali<br />

sono i motivi che hanno determinato questa<br />

risposta negativa da parte delle società? Motivi<br />

organizzativi? Una mancanza di risorse economiche<br />

adeguate o quale altro fattore?<br />

“L’iniziativa, presa dalla Lega, è comunque<br />

da ritenersi molto lodevole ed è un primo passo<br />

importante e positivo per tutti quei giovani che<br />

disputano il campionato Under 20. Col<br />

tempo è auspicabile che questa manifestazione<br />

possa avere una sempre maggiore<br />

partecipazione da parte delle<br />

società di sere A1 e possa divenire una<br />

occasione, per gli addetti ai lavori, di<br />

visionare giovani in procinto di affacciarsi<br />

al basket di primo livello. Inoltre<br />

è sempre positivo ed importante verificare,<br />

con incontri di livello, la crescita<br />

di questi giovani sia dal punto di vista<br />

fisico che mentale che tecnico”. Sono<br />

loro stessi che chiedono un numero<br />

sempre maggiore di sfide per misurare e<br />

nel misurarsi. Il bisogno di confrontarsi,<br />

la necessità di verificare i propri cam-<br />

RISULTATI dei Campionati Giovanili<br />

Under 20 Open<br />

N.C.H. Virtus Siena - Montepaschi Siena 79 - 76<br />

Rinascita Sestese - Montepaschi Siena sospesa<br />

N.C.H. Virtus Siena - Rinascita Sestese 122 - 52<br />

U.S. Livorno - N.C.H. Virtus Siena 74 – 100<br />

Juniores d’ Eccellenza<br />

N.C.H. Virtus Siena - Montepaschi Siena 56 - 82<br />

Laurenziana Firenze - N.C.H. Virtus Siena 45 - 104<br />

Basket San Vincenzo - Montepaschi Siena 32 - 97<br />

N.C.H. Virtus Siena - Pallacaqnestro Lucca 116 - 37<br />

Montepaschi Siena - Fides Montevarchi 92 - 41<br />

Liburnia Livorno - N.C.H. Virtus Siena 44 - 70<br />

Montepaschi Siena - RB Montecatini 97 –23<br />

Cadetti d’ Eccellenza<br />

Montepaschi Siena - Basket Cecina 81 - 49<br />

GMV Ghezzano - N.C.H. Virtus Siena 60 - 84<br />

Montepaschi Siena - Ghezzano Basket 60 – 34<br />

N.C.H. Virtus Siena - Basket Cecina 102 - 56<br />

Pistoia Basket - Montepaschi Siena 43 – 75<br />

Bam Open e Regionale<br />

Montepaschi Siena - Pall. Costa d’ Argento 103-40<br />

N.C.H. Virtus - Pino Firenze 70 - 59<br />

Montepaschi Siena - Free Basket Arezzo 132 - 21<br />

Basket Fucecchio - N.C.H Virtus Siena 34 -117<br />

biamenti, i progressi fatti, è insito nel giovane,<br />

pertanto ben vengano questi tornei e<br />

bene fa la Montepaschi Mens Sana a parteciparvi,<br />

anche se l’ interessamento è<br />

focalizzato principalmente nelle categorie<br />

Under 20 e Juniores; pertanto sarebbe<br />

opportuno fosse esteso anche alle altre<br />

categorie indipendentemente dalle potenzialità<br />

espresse. ■<br />

Pagina precedente: Marino (Mens Sana)<br />

in palleggio su Di Viccaro (Virtus)<br />

A fianco: Cavallaro (Mens Sana)<br />

in penetrazione


La pedana dinamometrica<br />

In questo numero concludiamo il<br />

discorso relativo agli aspetti diagnostici e<br />

valutativi della propriocezione nella prevenzione<br />

dei traumi sportivi, È ormai<br />

chiaro dunque che per ottenere la migliore<br />

prestazione sportiva nei gesti tecnici<br />

più precisi è necessario avere una perfetta<br />

gestione dei frequenti momenti di equilibrio<br />

instabile che avvengono in tutti gli<br />

sport che si basano su corsa e salti e con<br />

o senza l’uso della palla. Abbiamo visto<br />

negli interventi precedenti quali sono gli<br />

aspetti fisiologici che sovrintendono al<br />

controllo posturale e alla gestione del<br />

disequilibrio, specie in appoggio monopodalico.<br />

Per una corretta valutazione di<br />

tali meccanismi è molto utile, nella<br />

moderna medicina dello sport, fare uso di<br />

macchinari che aiutino i tecnici e gli atleti<br />

a migliorare le qualità propriocettive.<br />

Attraverso infatti i dati forniti da tali macchinari,<br />

è possibile da una parte avere una<br />

visione completa delle qualità del soggetto<br />

valutato e dall’altra creare di volta in<br />

volta esercizi sempre più complessi per<br />

mantenere e perfezionare tali qualità. Per<br />

questo motivo ho voluto completare questo<br />

argomento, traendo spunto da un<br />

intervento fatto da V.P. Ciccotti nel convegno<br />

della Performance dello scorso anno<br />

sulla prevenzione dei traumi sportivi.<br />

Fra l’altro vorrei aggiungere che da<br />

tale congresso è stato ricavato di recente,<br />

attraverso la Casa Editrice Ediermes di<br />

Milano, un corso su computer di formazione<br />

a distanza, di cui il sottoscritto è il<br />

responsabile, intitolato “Arto inferiore: la<br />

prevenzione dei traumi da attività fisica”:<br />

tale corso fra pochi giorni sarà usufruibile<br />

gratuitamente come corso ministeriale<br />

pilota su internet per l’aggiornamento di<br />

tutti i medici dello sport e che darà diritto<br />

anche a dieci crediti formativi.<br />

Per mantenere in perfetto equilibrio<br />

l’apparato locomotore, il nostro sistema<br />

nervoso è chiamato ad elaborare una<br />

quantità indescrivibile di informazioni<br />

visive, tattili e relative alla conoscenza<br />

della posizione del corpo nello spazio:<br />

segnali che devono essere correttamente<br />

elaborati ed integrati tra di loro.<br />

La propriocezione e i segnali che arrivano<br />

dalle strutture neuromuscolari rappresentano<br />

i principali sistemi di controllo<br />

dell’equilibrio: assicurano la stabilità<br />

delle articolazioni, regolano il tono<br />

muscolare che ci permette di stare in<br />

piedi e controllano i nostri movimenti.<br />

La propriocezione è caratterizzata da<br />

una componente subcosciente e una<br />

cosciente; la prima è alla base di una serie<br />

di meccanismi riflessi con un’importante<br />

attività a livello del midollo spinale, la<br />

54⏐timeout doc⏐GILBERTO MARTELLI⏐<br />

seconda invecerappresenta<br />

una migliore<br />

e più fine<br />

integrazione<br />

di segnali “finalizzati” che ci permettono<br />

di riconoscere la posizione di un arto<br />

nello spazio (joint position sense) e la<br />

velocità con cui spostiamo lo stesso arto<br />

intorno a noi (cinestesia). Molta importanza<br />

hanno a questo scopo le strutture<br />

propriocettive che si trovano nei tendini e<br />

nei legamenti, e altrettanta importanza, in<br />

senso negativo, rivestono tutti i traumi<br />

che si verificano con sempre maggior frequenza<br />

e che creano un progressivo e<br />

continuo peggioramento del disequilibrio.<br />

Anche la semplice riduzione del<br />

movimento (ipocinesia) può provocare<br />

effetti negativi importanti tra cui la riduzione<br />

dei meccanismi di controllo neuromuscolare<br />

.<br />

L’utilizzo di strumenti che permettono<br />

di incrementare le capacità di controllo<br />

neuromuscolare favorendo il lavoro dei<br />

sistemi di propriocezione rappresenta<br />

quindi una via per risolvere problematiche<br />

riabilitative e un valido mezzo di<br />

ripristino delle capacità motorie o di prevenzione<br />

di traumi e ricadute.<br />

Strumenti adeguati ed esercizi appropriati<br />

rappresentano un binomio inscindibile<br />

al fine di assicurare un perfetto controllo<br />

ed allenamento all’equilibrio Per<br />

decenni gli strumenti utilizzati per allenare<br />

le capacità propriocettive si sono limitati<br />

alle tavole basculanti classiche costituite<br />

da un piano oscillante nello spazio.<br />

L’associazione ad un sistema elettronico<br />

(pedana dinamometrica) ne ha rappresentato<br />

l’evoluzione naturale completandone<br />

e migliorandone l’uso fino a determinarne<br />

modificazioni radicali vere e proprie. Il<br />

feedback elettronico amplifica in maniera<br />

esponenziale le richieste che vengono<br />

fatte nell’unità di<br />

tempo al sistema<br />

posto in equilibrio<br />

instabile sulla<br />

tavola: le modificazioni<br />

corporee<br />

disegnano tracce<br />

sul video che<br />

descrivono graficamente<br />

la capacità<br />

di controllo<br />

della posizione e<br />

di recupero del<br />

disequilibrio in relazione ad un percorso<br />

imposto dall’operatore. È ovvio che maggiore<br />

è la difficoltà richiesta dall’esercizio,<br />

maggiore sarà la quantità di informazioni<br />

che dovrà essere gestita ai vari livelli<br />

di integrazione. La duttilità delle tavole<br />

elettroniche permette di elaborare tragitti<br />

diversificati: dalla semplice linea retta, a<br />

percorsi disegnati per le specifiche<br />

necessità di allenamento o recupero del<br />

soggetto. Ulteriore vantaggio ed espressione<br />

di coinvolgimento è la possibilità di<br />

trasformare l’allenamento propriocettivo<br />

in un gioco interattivo: il software di una<br />

pedana dinamometrica fra le più moderne<br />

consente di utilizzare i movimenti di<br />

basculamento per controllare la traiettoria<br />

di una navicella spaziale che a video<br />

se la deve cavare contro orde di inferociti<br />

alieni.<br />

La difficoltà imposta può raggiungere<br />

la massima espressione in termini di controllo<br />

del disequilibrio attraverso l’esclusione<br />

del feedback visivo: è possibile<br />

infatti eseguire un tracciato, conosciuto o<br />

sconosciuto, avendo come unico elemento<br />

di ritorno un suono. In tal modo la<br />

modificazione istantanea della tavola percepita<br />

attraverso un segnale acustico,<br />

capace di informare su entità e qualità del<br />

disequilibrio mediante toni cupi e acuti in<br />

stereofonia, comporta un “superlavoro” a<br />

carico dei segnali propriocettivi. È possibile<br />

l’allenamento di un solo segmento<br />

corporeo introducendo uno o più vincoli<br />

atti a limitare opportunamente i movimenti<br />

del soggetto.<br />

Le molteplici possibilità di archiviazione<br />

offerte dal sistema elettronico rappresentano<br />

l’ultimo ma non meno importante<br />

elemento che, garantendo la<br />

possibilità di monitorare i progressi raggiunti,<br />

offre interessanti risvolti anche in<br />

chiave valutativa e motivazionale.<br />

In conclusione l’utilizzo della pedana<br />

dinamometrica basculante elettronica<br />

modifica e amplifica le possibilità di allenamento<br />

offerte dai sistemi classici e permette<br />

l’introduzione di meccanismi di<br />

allenamento specifici per un sistema<br />

quale quello<br />

propriocettivo<br />

che troppo spesso<br />

è stato messo<br />

in disparte. La<br />

notevole mole di<br />

informazioni<br />

fornita attraverso<br />

il feedback visivo<br />

e gli altri<br />

componenti del<br />

sistema elettronico<br />

permette di<br />

allenare livelli importantissimi atti a gestire<br />

il disequilibrio offrendo la possibilità di<br />

ridurre l’occasione di traumi accidentali e<br />

le loro spiacevoli conseguenze. ■


56 basket<br />

Roberto Rosa<br />

In attesa dei prossimi decisivi responsi,<br />

la squadra di Zani sta ritrovando<br />

tutte le sue certezze<br />

Per la Ducato<br />

il peggio<br />

è alle spalle<br />

È senza dubbio una Ducato diversa quella<br />

che stiamo vedendo all’opera in queste ultime<br />

giornate di campionato; dopo un avvio poco<br />

convincente di inizio <strong>2004</strong>, coinciso con 2<br />

amare sconfitte, la formazione del presidente<br />

Ghezzi ha messo a segno 4 stoccate consecutive<br />

che hanno rilanciato la sua squadra ai vertici<br />

della serie A2. L’ultimo di questi giunto tra le<br />

mura amiche dell’Arbia, dove Mischi e compagne<br />

hanno addomesticato la capolista Maddaloni.<br />

Una partita molto intensa questa, giocata<br />

perfettamente dalle senesi, che hanno avuto<br />

nella pivot Torre il faro guida. Si, proprio lei, che<br />

si è ripetuta alla grande dopo appena una settimana<br />

dal suo definitivo recupero avvenuto con<br />

la prova super di Cagliari. Due partite, 39 punti<br />

e medie da far rabbrividire qualsiasi difesa, e per<br />

giunta una caterva di rimbalzi. “Zani ha ritrovato<br />

la sua Torre” hanno scritto i quotidiani locali,<br />

noi aggiungiamo la Ducato ha ritrovato il suo<br />

centro e con essa tutta la determinazione dei<br />

giorni migliori. Sarà un caso, ma con lei giungono<br />

le felici conferme di Paola Mischi, giocatrice<br />

di grande talento e sicuramente la più redditizia<br />

del gruppo, di Valentina Petrassi che in<br />

cabina di regia, senza tanti protagonismi, fa<br />

girare la squadra alla perfezione, di Elisa Donati,<br />

play-tiratrice dal tiro mortifero, Debora Del<br />

Bello, che ancora non abbiamo capito come si<br />

scrive il cognome se staccato o tutto attaccato,<br />

ma di lei abbiamo capito che sotto canestro ci sa<br />

fare e se non ci fosse stata lei, Zani avrebbe davvero<br />

giocato senza torre… Non ultima Barbara<br />

Cencetti, capitana di lungo corso, che con il suo<br />

carattere sa temprare tutto il gruppo, che oltre<br />

alle veterane è composto anche da giovani che<br />

hanno la pazienza di saper aspettare il loro<br />

momento. Per troppo tempo Zani ha dovuto fare<br />

i conti con una squadra decimata dagli infortuni,<br />

con sedute di allenamento che sembravano<br />

più partitine tre contro tre, o giù di lì; adesso il<br />

vento sembra cambiato, anche se tra gli spettatori<br />

c’è ancora una certa Sara Pecchiari che<br />

ancora non ha risolto i suoi acciacchi fisici; peccato<br />

perché con lei dentro il potenziale della<br />

Ducato sarebbe veramente esplosivo. Non<br />

vogliamo fare previsioni su di lei, ci basterebbe<br />

riaverla in forma per i play-off che la Ducato sta<br />

conquistandosi vittoria dopo vittoria. A dire il<br />

vero questo obiettivo è stato messo a fuoco sin<br />

dall’inizio di stagione e mai messo in discussione.<br />

La questione adesso è strettamente legata<br />

alla posizione di classifica; c’è l’obbligo di arrivare<br />

più su possibile e questa Ducato, che gioca<br />

con cervello e raziocinio, forte in attacco e decisa<br />

in difesa, ce la può fare. La testa, attualmente<br />

ad appannaggio della Pallacanestro Rende, è a<br />

sole 4 lunghezze, dietro c’è una grande ammucchiata<br />

con ben 5 squadre racchiuse in soli 2<br />

punti. Febbraio dovrà dare alcuni responsi<br />

importanti, in quanto il calendario propone<br />

degli scontri diretti già dalla prossima giornata,<br />

quando la formazione costoniana dovrà recarsi<br />

sul campo del S.Raffaele Roma. Poi una boccata<br />

d’ossigeno in casa con il fanalino di coda Avellino,<br />

ancora a digiuno di vittorie e praticamente<br />

già retrocesso; il mese bisesto si concluderà il 29<br />

con la trasferta insidiosa ma non impossibile di<br />

Battipaglia. Questo il prossimo tragitto della<br />

Ducato, che ci auguriamo possa proseguire nel<br />

segno della vittoria, così come sta facendo da 4<br />

partite a questa parte. ■


57 basket<br />

Andrea Monciatti<br />

È la solita Virtus di sempre. Partenza a rilento,<br />

gennaio tumultuoso con cambi di giocatori e<br />

allenatori, poi la rinascita. Quest’anno il sussulto<br />

(tre vittorie in quattro gare) è arrivato più<br />

presto del solito, ma anche perché di tempo da<br />

sprecare non ce n’era molto vista la posizione di<br />

classifica. Per tre settimane infatti la Nch si è<br />

ritrovata ultima da sola, e in Piazza Don Perucatti<br />

qualcuno già faceva programmi su una<br />

futura B2.<br />

Poi la decisione, quasi scontata, di richiamare<br />

alle armi il condottiero dell’ultima impresa,<br />

quella di un anno fa: Umberto Vezzosi. In sostanza<br />

la società ha giocato la sua ultima carta, dopo<br />

aver preso due giocatori di prim’ordine come Coltellacci<br />

e Alosa e mandato via un tecnico, Danna,<br />

ritenuto responsabile della situazione. La novità,<br />

come spesso accade, ha dato subito i suoi frutti.<br />

Vittoria con Firenze, e le facce che tornano un po’<br />

più rosee. Giusto per qualche giorno perché il<br />

sabato seguente la Virtus subisce la sconfitta più<br />

brutta ed umiliante della sua storia recente, perdendo<br />

111-73 in quel di Patti.<br />

“Non abbiamo proprio giocato – commentava<br />

Vezzosi – ma è meglio così. Una sberla del<br />

genere ci servirà di lezione”. E infatti a distanza<br />

di una settimana, Brigo e compagni fanno nuovamente<br />

rotta verso la Sicilia, stavolta tocca a<br />

Capo d’Orlando, nobile decaduta della B1. Ed<br />

ecco che contro la squadra di Fantozzi arriva,<br />

soffertissimo, il primo successo in trasferta,<br />

dopo dieci sconfitte dell’anno.<br />

Si può dire a ragione che a Capo d’Orlando<br />

la stagione della Virtus abbia veramente cambiato<br />

registro. Perché è difficile giocare senza<br />

poter sperare di fare mai punti lontano da Siena.<br />

Il finale 56-58 spiega che tipo di partita sia stata.<br />

Non bella senza dubbio, con la paura di perdere<br />

a fare da padrona. Una vittoria storica, come<br />

quella di un anno fa a Patti, che porta nuovamente<br />

la firma di Umberto Vezzosi, il tecnico<br />

delle rimonte. Certo rispetto al suo predecessore<br />

può contare su una rosa ben diversa. Senz’altro<br />

più motivata, vedi Rossi, ma anche più corposa,<br />

ora che i “senior” sono sei e che sono<br />

arrivati altri giocatori in grado di fare la differenza.<br />

Coltellacci ad esempio contro l’Upea è<br />

stato capace di segnare dodici punti consecutivi<br />

nel terzo quarto. Alosa ha dato saggio del suo<br />

talento nella rocambolesca vittoria con Veroli al<br />

supplementare. Se per quanto riguarda l’italo<br />

americano, si tratta di una semplice sostituizione<br />

(subentra a Rossi ceduto a Casale), Coltellacci<br />

ha cambiato non poco gli equilibri di questa<br />

squadra, ovviamente in positivo. Intanto la Virtus<br />

adesso ha a disposizione quattro “lunghi” o<br />

meglio giocatori da poter utilizzare vicino a<br />

canestro, vista la prestanza fisica del romano. Si<br />

tratta di un grande attaccante, che naturalmente<br />

catalizza le attenzioni delle difese, ma anche<br />

di un giocatore versatile, che consente qualche<br />

Il nuovo corso della NCH<br />

Vezzosi porta<br />

nuovo entusiasmo<br />

minuto in più di riposo a<br />

Dell’Agnello e porta un<br />

sensibile contributo a rimbalzo.<br />

Inoltre l’innesto di un<br />

vero playmaker ha aiutato<br />

molto anche Brigo, che ha<br />

vissuto una stagione tormentata<br />

dai vari infortuni,<br />

e che con il morale, sta<br />

lentamente recuperando<br />

anche la forma migliore.<br />

Vezzosi ha davvero portato<br />

una ventata di entusiasmo<br />

alla Virtus. Con lui alla<br />

guida si sono viste partite<br />

in cui nove giocatori sono<br />

stati a loro modo decisivi,<br />

anche perché tutto quanti<br />

hanno fiducia nei suoi<br />

metodi e lo seguono. Basti<br />

pensare alla gara con Veroli,<br />

decisa dal più giovane<br />

del gruppo, Coronini,<br />

capace di segnare il canestro-partita,<br />

in una serata<br />

che aveva trascorso prevalentemente<br />

in panchina.<br />

Ora la Virtus si può permettere<br />

di pensare in<br />

grande, di sfidare ogni<br />

avversario con la consapevolezza<br />

di potercela fare, e<br />

allora nessuno spaventa<br />

più, anche se ovviamente<br />

tutti rimangono con i<br />

piedi per terra. L’ultimo<br />

posto non è poi così lontano,<br />

e c’è sempre l’incognita<br />

play-out. ■<br />

Umberto Vezzosi (sopra)<br />

e Franco Binotto


Damiano Brigo


60<br />

sport per tutti<br />

Paolo Ridolfi<br />

La stagione sportiva 2003<br />

<strong>2004</strong> sarà ricordata nei secoli per<br />

le imprese di altissimo livello di<br />

Siena e Mens Sana. Gli impegni di<br />

quest’anno di conseguenza, non si<br />

limitano ai fine settimana ma si<br />

estendono spesso anche ai dopo<br />

cena dei giorni lavorativi. Negli<br />

orari di solito destinati alle partite<br />

degli amatori. Capita sovente infatti<br />

di vedere, sulle panchine dei tornei<br />

amatoriali, l’”addetto alle news”<br />

che, munito di radio ed auricolare,<br />

aggiorna in tempo reale sui risultati<br />

di calcio e basket delle beneamate.<br />

Quello che è accaduto al<br />

PalaCeccherini l’altra sera, in<br />

occasione di Milan Siena è<br />

degno però di essere raccontato:<br />

Verso la fine del primo<br />

tempo, infatti, gli allenatori<br />

chiedono, quasi<br />

all’unisono, minuto di<br />

sospensione. I giocatori<br />

si avvicinano alle panchine<br />

aspettandosi lumi<br />

ed indicazioni tecniche<br />

sulla partita, invece si<br />

avvicina al crocchio di<br />

giocatori l’uomo con<br />

l’auricolare per comunicare<br />

che il Milan ha<br />

segnato con Kakà il<br />

goal dell’ 1 a 0. Tra il<br />

disappunto generale si<br />

ricomincia a giocare ma,<br />

dopo pochi minuti, l’addetto<br />

ai collegamenti con San<br />

Siro piomba a metà campo<br />

bloccando il contropiede...”tutti<br />

fermi...c’è un rigore per il Siena!”..<br />

la sfera arancione rimbalza in un<br />

angolo ignorata dai giocatori, la<br />

partita si ferma e gli atleti si avvicinano<br />

alle panchine. Il cronometro<br />

viene opportunamente fermato<br />

“causa rigore”. Tutti si fanno incontro<br />

all’”uomo con l’auricolare”...<br />

“chi lo batte?” chiede qualcuno...<br />

“Menegazzo”.. risponde l’”uomo<br />

con l’auricolare”. Tutti col fiato<br />

sospeso... rincorsa... tiro ...parata!!<br />

Scuotendo la testa l’arbitro<br />

recupera il pallone in un angolo e<br />

richiama i giocatori in campo per la<br />

palla a due... anche questo è<br />

basket Uisp!!<br />

Passando ad un’altra lega,<br />

quella del podismo - che con il<br />

basket ha in comune la stanzetta<br />

sul corridoio d’entrata nella quale<br />

convivono nelle sere invernali<br />

Mario e Renzo - troviamo un’altra<br />

“interazione” col calcio di serie A. Il<br />

grande Mario Muzzi, appena il<br />

direttivo nazionale ha comunicato<br />

che la data di Vivicittà era il 18 aprile<br />

<strong>2004</strong>, ha subito fatto notare la<br />

concomitanza con la partita di<br />

serie A del Siena e la conseguente<br />

impossibilità di utilizzare la zona<br />

“blindata” attorno allo stadio. Dopo<br />

una serie di colloqui con il disponibilissimo<br />

questore si è deciso di<br />

modi-<br />

ficare il percorso in modo da<br />

non toccare la zona dello stadio.<br />

La partenza è stata inoltre<br />

anticipata di mezz’ora per consentire<br />

ai numerosi podisti del<br />

gruppo sportivo della polizia di<br />

partecipare alla corsa ed entrare<br />

subito dopo in servizio, in tempo<br />

per garantire l’ordine pubblico<br />

nella zona dello stadio. Credo che<br />

questo sia un altro grande esempio<br />

di come la flessibilità dell’organizzazione<br />

della Uisp consenta di<br />

modificare in corsa progetti e programmi<br />

senza limitare la possibilità<br />

degli amatori di fare attività,<br />

tutto questo grazie alla sempre<br />

maggiore disponibilità delle istitu-<br />

Come lo sport amatoriale<br />

si adatta ...ai tempi<br />

“Time-out:<br />

c’è un rigore<br />

per il Siena!”<br />

zioni che non dimenticano mai<br />

l’importanza di questo pezzo di<br />

mondo dello sport che, forse,<br />

costituisce un serbatoio importante<br />

di valori “esportabili” in certa<br />

misura negli ambienti dello sport<br />

professionistico e, soprattutto,<br />

negli ambienti di coloro che lo<br />

sport professionistico lo vanno a<br />

vedere.<br />

Proseguendo in questo<br />

collage amatoriale mi piace<br />

soffermarmi su una nuova<br />

realtà del panorama Uisp<br />

della stagione 2003-<strong>2004</strong>,<br />

che è la scherma, nata que-<br />

st’anno con la denominazione di<br />

circolo schermistico senese. Il<br />

gruppo guidato dal Maestro D’Argenio<br />

e coordinato da Stefano<br />

Paganelli, dopo un primo periodo<br />

di incertezza sulla riuscita del pro-<br />

getto, ha trovato per strada l’entusiasmo<br />

che gli consente adesso di<br />

sviluppare l’attività anche in settori<br />

non proprio schermistici. Si susseguono<br />

infatti cene, incontri e<br />

partite di calcetto, rigorosamente<br />

nei tornei Uisp, dove la squadra<br />

del “maestrino”, nonostante i risultati<br />

abbastanza disastrosi, porta in<br />

giro per i campi della provincia<br />

un’abbondante dose di quel “folle<br />

entusiasmo” tipico, a quanto mi si<br />

dice, degli schermidori. A questo si<br />

aggiungono anche ottimi risultati<br />

su pedane anche importanti nel<br />

panorama nazionale ed internazionale<br />

che, se non altro, “esportano”<br />

il nome del nostro comitato in<br />

realtà finora distanti dalle logiche<br />

della Uisp senese.<br />

Un’ultima considerazione<br />

deve essere dedicata<br />

ai non vedenti che<br />

partecipano con grandissimo<br />

entusiasmo<br />

al corso di ginnastica<br />

organizzato dalla<br />

Uisp in collaborazione<br />

con l’Unione italiana<br />

Ciechi. È bello<br />

sentire storie di chi,<br />

dopo tanto tempo, è<br />

riuscito e ritrovare un<br />

rapporto diverso, più<br />

totale, con il proprio<br />

corpo, ha scoperto<br />

movimenti nuovi e in<br />

qualche caso, dolori<br />

nuovi. Finalmente, poi,<br />

è arrivato il tandem da<br />

tempo ordinato, che la<br />

Uisp donerà, appena la stagione<br />

lo consentirà, all’Unione<br />

ciechi.<br />

Si chiude qui la finestra di febbraio<br />

sul mondo della Uisp senese,<br />

uno spiraglio su un mondo troppo<br />

vasto per essere condensato in una<br />

pagina di <strong>Mese</strong>sport. ■

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