David Andersen
41 basket Duccio Balestracci Recalcati commenta l’attuale fase della Montepaschi Mens Sana Per saper vincere bisogna saper perdere È reduce da un ritorno da Atene funestato dalla nebbia, e soprattutto è reduce da una partita che, per un attimo si poteva sperare che si tingesse di biancoverde e invece è andata diversamente. La Montepaschi Mens Sana non è più quella che ha concluso con il titolo di campione d’inverno il girone di andata. Perde, perde male, perde contro squadre che le sono tecnicamente inferiori. Perde gli scontri diretti con le dirette concorrenti allo scudetto. Mister Recalcati che cosa sta succedendo? (silenzio per tre secondi) beh… certo non è un momento di grande condizione… si direbbe di no. Stiamo facendo fatica. Nella continuità e nella intensità difensiva. Ma se fino a dicembre la squadra girava che era una bellezza… …sono cose che non vorremmo mai che succedessero, però succedono. Ci si possono…ci si devono aspettare. E ora che cosa succede? Non ci si deve far prendere dalla paura. Tuttavia non si può far finta di niente Tutt’altro. Non ci si deve far prendere dalla paura però nemmeno essere superficiali. Ma si deve essere coscienti che all’interno della squadra ci sono risorse per superare questo momento difficile. E che cosa si sta facendo per superarlo? Intanto ci si allena, perché non si può far finta che gli impegni frequenti, settimanali, con partite, viaggi e trasferte non abbiano il loro peso. E bisogna allenarsi per avere qualità nel lavoro e riuscire a gestire i problemi e a conviverci. Ma non c’è anche un fattore psicologico? A Treviso la Montepaschi Mens Sana non è mai stata in partita. Perdere ci stava ma così… Senta, lei forse non si ricorda che tre giorni dopo la partita con la Montepaschi Treviso è stata anche di 28 punti davanti al Valencia. Sa, il Valencia?…ha presente? …sì l’ho presente… …ecco. Treviso ha giocato per due mesi con rendimenti strepitosi, vincendo alla grande contro tutti. È la squadra numero uno, in Italia. Eppure, all’inizio… All’inizio si pensava che, un po’ perché appagati, un po’ perché avevano fatto dei cambiamenti, fossero più deboli. Poi hanno aggiunto due giocatori e, rispetto all’anno scorso, sono addirittura più competitivi… Sì, ma sparire dal campo in quel modo… È vero che la Montepaschi deve essere capace comunque di giocarsi una partita difficile, se vuole essere in grado di giocarsi lo scudetto. La squadra di Siena è partita come una protagonista: è arrivata subito in testa e lì, in testa, è facile sbagliare valutazione quando ancora non c’è la giusta mentalità. Allora un fattore psicologico c’è… …ma nella misura in cui non è facile capire, quando sei in testa, fino a che punto ci sei per il merito tuo e quanto per errori degli altri. E noi… …e noi lì c’eravamo assolutamente per merito nostro perché avevamo saputo vincere partite importanti, magari senza rendimenti strepitosi, e, certo, perché avevamo saputo sfruttare gli errori degli altri. Quando sei lì è facile pensare “siamo i primi perché siamo i più bravi e siamo invincibili”. È un errore. Comprensibile per chi è primo per la prima volta, ma pur sempre un errore. Se pensiamo così, se pensiamo di essere invincibili, perdiamo le nostre peculiarità. E invece… …e invece bisogna imparare che per vincere bisogna essere pronti a perdere. Sì, ma perdere con Roseto…perdere con Udine che avrà anche giocato bene e concentrata, ma oggettivamente è una buona squadra di livello tecnico inferiore rispetto alla Montepaschi Mens Sana, no? Con Udine siamo stati capaci di riprendere in mano il gioco ma non di affondare. E poi, certo, quando eravamo avanti, a fine partita, abbiamo fatto degli errori puerili che hanno compromesso tutto… …e questo è preoccupante… …guardi, la Benetton ha perso cinque trasferte; ha perso con Messina. La Skipper è stata battuta proprio dalla Snaidero di Udine. La Scavolini (che non ha l’impegno di Eurolega e dunque spende meno sul piano della fatica) ha perso con la Benetton. Perdono anche le altre. Bisogna essere severi verso noi stessi ma non si deve pensare che ci siano squadre invincibili e dunque nemmeno noi lo siamo. C’è stato qualche giocatore che ha avuto più calo degli altri, in questo calo della squadra? Noi abbiamo avuto un elemento di valore fondamentale fino a dicembre ed era Kakiouzis. Poi è calato molto. Direi che è stato il caso più eclatante. Anche Vukcevic è calato ma lui è stato più discontinuo anche nella prima fase e quindi il suo calo è stato meno vistoso. Tuttavia Kakiousis, ad Atene, ha mostrato segni di netta ripresa. Abbiamo iniziato il campionato con grandi obiettivi. È cambiato qualche cosa nelle aspettative? Dobbiamo rivedere i nostri sogni? No. Siamo in linea con gli obiettivi che ci eravamo dati. In Eurolega ci eravamo posti l’obiettivo di entrare nelle top 16 e a due giornate dalla fine siamo in corsa. In campionato siamo a due punti dalla prima… …ma si era parlato di arrivare in testa alla fine della regular season… L’intento era ed è di arrivare primi ai play off perché questo facilita molto la gestione dei play off stessi. Le possibilità sono ancora intatte. Tuttavia l’obiettivo primo è quello di dimostrare di essere competitivi e di arrivare alla fine della regular season in condizione ottimale. Anche se non siamo primi? In passato ci sono stati casi di squadre che hanno dominato dall’inizio alla fine, ma erano squadre di società forgiate da tempo a giocare restando sempre in testa. Oppure ci sono state squadre che hanno giocato 7-8 finali scudetto in 7-8 anni e alcuni scudetti li hanno vinti. Ma nello sport non è sempre così e si può vincere anche non dal primo ma dal secondo o dal quarto posto. Questa è la mentalità di chi vuole vincere. Lei non si arrabbia mai. Non crede che qualche volta ci sarebbe da dirgliene quattro quando qualcuno combina qualche cavolata in campo? E chi gliel’ha detto che non mi arrabbio mai? …mah…ha sempre un aplomb così inglese…mai visto fare un cazziatone… E invece mi arrabbio spesso e parecchio, ma i cazziatoni li faccio nello spogliatoio, non in campo. Non è il mio modo di essere, quello di urlare al giocatore che sbaglia: un giocatore, anche se fa un errore, fa pur sempre fatica e deve essere rispettato per questo; deve essere richiamato e corretto, non insultato. Ci sono i luoghi opportuni per incavolarmi. E lì lo faccio, oh, se lo faccio… ■