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FEBBRAIO 2004 - Mese Sport

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Te lo dò io Tel Aviv!<br />

da Ladri, sede da Pazzi: Final<br />

Four a Tel Aviv???…?’Sti ...azzi!!”<br />

“Prezzi<br />

recita lo striscione esposto al Palaverde<br />

di Treviso.<br />

“ No alla Final Four a Tel Aviv!” campeggia<br />

ormai da tempo sulla curva della Fortitudo<br />

e sul terrazzino del Palasclavo mensanino.<br />

In soldoni, nessuno se la sente –nemmeno<br />

i più “Commandos” fra gli Ultras- di<br />

affrontare i rischi di una trasferta in quella<br />

Terra d’Israele quotidianamente martoriata<br />

da attentati, kamikaze, repressioni e chi più<br />

ne ha più ne metta.<br />

Con ancora vivi nelle menti e nei palati<br />

i sapori delle tapas delle Ramblas di Barcellona<br />

e le raffinatezze della cuisine di Lione,<br />

pensare di andare a rovinarsi una tre giorni<br />

d’inizio maggio, sia pure in riva al mediterraneo<br />

e sotto i dardi di un sole cocente, serrati<br />

nei recinti –sia pur dorati- delle sicurezze<br />

israeliane ed impossibilitati a muovere un<br />

passo senza la compagnia dei mitra dei figli<br />

d’Isacco per evitare le bombe dei nipoti di<br />

Maometto, non è quel che si dice un “boccone<br />

da ghiotti”!<br />

Ma tant’è, la geopolitica ha le sue ragioni<br />

ed Israele ed il Maccabi contano –oh se<br />

contano!- all’interno dell’Eurolega: in termini<br />

di pubblico (palasport da diecimila sempre<br />

esaurito), tradizione cestistica fatta di vittorie<br />

su vittorie naturalizzando neri<br />

d’America e orfani “sovietici”, potenza economica<br />

senza pari…E con i tifosi o senza i<br />

tifosi al seguito dal 29 di aprile al 1° di maggio<br />

la Final Four si farà dove stabilito (in<br />

un’ottica forse un po’ miope ed alla luce di<br />

speranze disattese dai fatti): a Tel Aviv.<br />

Nessuno si sente tranquillo –Maccabi<br />

escluso, naturalmente! Anche se apertamente<br />

sono solo i tifosi (in Italia e all’estero)a<br />

protestare, non si rivela un segreto dicendo<br />

che perplessità –e non da poco- sono state<br />

sollevate un po’ da tutti i club, se non altro<br />

per i costi che una “tre giorni” in Terra Santa<br />

impone. E quanto credete poi sia gradita ai<br />

giocatori yankees una trasferta custodita<br />

dagli agenti del Mossad e dai reticolati dei<br />

Sabra?<br />

Però, intanto, si va avanti perché … non<br />

si sa mai e, soprattutto, pericolo o non pericolo,<br />

a nessuno piace esser fuori dal giro che<br />

conta, quelle “top 16” già assaggiate che ti<br />

danno la gloria internazionale….proprio a<br />

nessuno!<br />

Tantomeno alla Mens Sana!!!!<br />

Poi, bene che vada, ci s’attrezzerà: in fin<br />

dei conti siamo andati a …Roseto!!!<br />

Ci aveva arbitrato due anni fa contro<br />

Roseto in casa ed era ritornato il 28<br />

dicembre scorso per fischiare la gara<br />

vinta contro Teramo.<br />

49⏐tiri liberi⏐ANTONIO TASSO⏐<br />

Niente da ricordare in maniera particolare<br />

in entrambe le occasioni, solo una grande<br />

gentilezza, un’amabilità difficile da trovare<br />

nella sua categoria, il sorriso anche nelle<br />

occasioni più –diciamo così- contestate…<br />

Uscendo dal Palasclavo, ai consueti<br />

saluti ed auguri prima di salire in macchina<br />

aggiunsi –come sempre- “Alla prossima!”….<br />

“Non ci sarà una prossima….-mi gelò,<br />

cordiale- Perché a gennaio mi faccio missionario!”<br />

Simone Strozzi, da Parma, arbitro nazionale<br />

di pallacanestro, ha tenuto fede alla<br />

promessa rivelata da tempo alla famiglia, ai<br />

datori di lavoro, alla Federazione: lasciato il<br />

fischietto (e non solo quello, naturalmente)<br />

ha abbandonato la divisa grigia per quella<br />

nera dei “Saveriani”. Diretta l’ultima partita,<br />

a Bologna contro Avellino, è entrato nell’ordine<br />

religioso e si prepara a partire, dove lo<br />

manderanno, per aiutare chi ha bisogno di<br />

conforto religioso e non solo…<br />

Era stato uno dei fischietti più giovani ad<br />

approdare in serie A, era stato uno dei più giovani<br />

laureati della sua facoltà, era apprezzato<br />

nel lavoro tanto da raggiungere precocemente<br />

posizione di responsabilità….<br />

Era stato designato insieme a colleghi<br />

più esperti e famosi per gare importanti in<br />

palasport di prestigio… Questa volta la<br />

“designazione” gli è arrivata non da Garibotti<br />

né da Rigas o Kotleba… l’hanno “designato”<br />

dall’Alto e a quel “Designatore lì”- ha<br />

raccontato il buon Simone da Parma- non si<br />

può resistere.<br />

“Ma a certi vigili urbani, a certi poliziotti,<br />

a qualche agente di viaggio o di commercio<br />

– mi domandava uno dei più sfegatati<br />

mangiauominiingrigio della curva- certe<br />

chiamate non arrivano mai???…“<br />

Pazienza ragazzi, pazienza… Alla fin<br />

fine qualche “benzinaio” è ritornato alla<br />

pompa!!!.<br />

Il nuovo “servizio” all’interno del Palasclavo<br />

sta ormai avviandosi a regime: dopo le<br />

iniziali, inevitabili difficoltà ed i contrattempi<br />

dovuti –anche- alla lingua (non tutti<br />

capiscono l’emiliano e non tutti parlano il<br />

dolce idioma di Fontebranda), sembra che i<br />

ragazzi col giubbotto celeste siano entrati<br />

nello spirito del Palazzo e dei suoi abituali<br />

frequentatori e, serenità e sorriso sul volto,<br />

riescano a districare le situazioni più anomale<br />

per i posti, gli accessi, gli abbonati etc<br />

etc. Basta un po’ di’esperienza e d’umiltà -<br />

da ambo le parti- e spettatori e servizio<br />

ormai sembrano filare nel giusto modo,<br />

come nei Palazzi più importanti si deve.<br />

È chiaro che non tutti conoscono tutti: la<br />

storia ed i personaggi della palla al cesto<br />

biancoverde sono patrimonio nostro ed<br />

ancora è assurdo pretendere che lo divenga-<br />

no per chi arriva per la prima volta. Ma, ripeto,<br />

basta la buona volontà e la pazienza e le<br />

cose si aggiustano.<br />

Tutta la città del basket ( e non solo!)<br />

conosce Demo Pennatini, la sua indefettibile<br />

fede biancoverde, la passione per lo sport<br />

che ne ha marcato la vita, la testardaggine<br />

quasi visionaria nel voler a tutti i costi salvare<br />

quel bene comune che si chiama Mens<br />

Sana: le tremila firme sotto la sua petizione<br />

alle Istituzioni dettero il via ad una reazione<br />

a catena che ha portato alla grandiosa realtà<br />

odierna.<br />

Non tutti quelli che vengono da fuori<br />

possono sapere che Angelo Dambrogio è<br />

stato una colonna portante dello spogliatoio<br />

mensanino: dalla Cardaioli Band ai ragazzi<br />

di Zorzi fino ai fasti di Dadone Lombardi e<br />

Cesare Pancotto in coppia con l’inseparabile<br />

Alvaro non c’è stata muscolatura che non<br />

abbia goduto delle sue cure.<br />

Per questo è comprensibile che, qualche<br />

volta, specie le prime partite, qualche giovane<br />

“controllore” abbia fatto difficoltà nel<br />

pass o nell’attribuzione dei posti, non conoscendo<br />

i personaggi..<br />

Ora, anche loro, incominciano a capire<br />

quanto còntino nella nostra tradizione “quel<br />

signore col nasone rosso che a volte s’inceppa”<br />

e quell’altro “capelli neri e braccio<br />

ad una candida signora” che ogni domenica<br />

sono sugli spalti… E non fanno più difficoltà!<br />

Capitò in casa proprio con loro, quelli<br />

del Panathinaikos di Obradovic: un<br />

canestro sul filo della sirena contestato<br />

da tutta la panchina mensanina, col Tasso<br />

il Marruganti Recalcati ed il Menghetti a<br />

sbraitare protestando lo scadere dei tre<br />

secondi mancanti.<br />

“Non è buono, non è buono!!!”<br />

E un Commissario nostro “finitimo” (ma<br />

allattato coll’acqua dell’Arno) che, prima<br />

chiede parere all’arbitro russo-tedesco e poi,<br />

dopo lunga meditazione, lo dà buono!!!<br />

“Ma dài!… Nemmeno loro se lo aspettano…<br />

Obradovic non protesta più di<br />

tanto… E poi, siamo in Italia, un tavolo italiano,<br />

una squadra italiana che già sta vincendo…<br />

Credi che se succederà ad Atene lo<br />

daranno buono agli ospiti??” Ormai il guaio<br />

era fatto, il discendente di Dante non intese<br />

ragione né volle passare da favoritista… Si<br />

vinse di dodici invece di quattordici…<br />

E ad Atene è successo: palla ai Greci ad<br />

un secondo dalla fine dei 24… ricezione,<br />

palleggio, aggiustamento di posizione, mira<br />

e via!!!.. almeno tre secondi per completare<br />

il tutto... ma il cronometro, lì, parte solo<br />

quando Lakovic lascia la palla!!<br />

Tutto come previsto….<br />

E poi ‘un s’aveva ragione a Montaperti??

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