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FEBBRAIO 2004 - Mese Sport

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57 basket<br />

Andrea Monciatti<br />

È la solita Virtus di sempre. Partenza a rilento,<br />

gennaio tumultuoso con cambi di giocatori e<br />

allenatori, poi la rinascita. Quest’anno il sussulto<br />

(tre vittorie in quattro gare) è arrivato più<br />

presto del solito, ma anche perché di tempo da<br />

sprecare non ce n’era molto vista la posizione di<br />

classifica. Per tre settimane infatti la Nch si è<br />

ritrovata ultima da sola, e in Piazza Don Perucatti<br />

qualcuno già faceva programmi su una<br />

futura B2.<br />

Poi la decisione, quasi scontata, di richiamare<br />

alle armi il condottiero dell’ultima impresa,<br />

quella di un anno fa: Umberto Vezzosi. In sostanza<br />

la società ha giocato la sua ultima carta, dopo<br />

aver preso due giocatori di prim’ordine come Coltellacci<br />

e Alosa e mandato via un tecnico, Danna,<br />

ritenuto responsabile della situazione. La novità,<br />

come spesso accade, ha dato subito i suoi frutti.<br />

Vittoria con Firenze, e le facce che tornano un po’<br />

più rosee. Giusto per qualche giorno perché il<br />

sabato seguente la Virtus subisce la sconfitta più<br />

brutta ed umiliante della sua storia recente, perdendo<br />

111-73 in quel di Patti.<br />

“Non abbiamo proprio giocato – commentava<br />

Vezzosi – ma è meglio così. Una sberla del<br />

genere ci servirà di lezione”. E infatti a distanza<br />

di una settimana, Brigo e compagni fanno nuovamente<br />

rotta verso la Sicilia, stavolta tocca a<br />

Capo d’Orlando, nobile decaduta della B1. Ed<br />

ecco che contro la squadra di Fantozzi arriva,<br />

soffertissimo, il primo successo in trasferta,<br />

dopo dieci sconfitte dell’anno.<br />

Si può dire a ragione che a Capo d’Orlando<br />

la stagione della Virtus abbia veramente cambiato<br />

registro. Perché è difficile giocare senza<br />

poter sperare di fare mai punti lontano da Siena.<br />

Il finale 56-58 spiega che tipo di partita sia stata.<br />

Non bella senza dubbio, con la paura di perdere<br />

a fare da padrona. Una vittoria storica, come<br />

quella di un anno fa a Patti, che porta nuovamente<br />

la firma di Umberto Vezzosi, il tecnico<br />

delle rimonte. Certo rispetto al suo predecessore<br />

può contare su una rosa ben diversa. Senz’altro<br />

più motivata, vedi Rossi, ma anche più corposa,<br />

ora che i “senior” sono sei e che sono<br />

arrivati altri giocatori in grado di fare la differenza.<br />

Coltellacci ad esempio contro l’Upea è<br />

stato capace di segnare dodici punti consecutivi<br />

nel terzo quarto. Alosa ha dato saggio del suo<br />

talento nella rocambolesca vittoria con Veroli al<br />

supplementare. Se per quanto riguarda l’italo<br />

americano, si tratta di una semplice sostituizione<br />

(subentra a Rossi ceduto a Casale), Coltellacci<br />

ha cambiato non poco gli equilibri di questa<br />

squadra, ovviamente in positivo. Intanto la Virtus<br />

adesso ha a disposizione quattro “lunghi” o<br />

meglio giocatori da poter utilizzare vicino a<br />

canestro, vista la prestanza fisica del romano. Si<br />

tratta di un grande attaccante, che naturalmente<br />

catalizza le attenzioni delle difese, ma anche<br />

di un giocatore versatile, che consente qualche<br />

Il nuovo corso della NCH<br />

Vezzosi porta<br />

nuovo entusiasmo<br />

minuto in più di riposo a<br />

Dell’Agnello e porta un<br />

sensibile contributo a rimbalzo.<br />

Inoltre l’innesto di un<br />

vero playmaker ha aiutato<br />

molto anche Brigo, che ha<br />

vissuto una stagione tormentata<br />

dai vari infortuni,<br />

e che con il morale, sta<br />

lentamente recuperando<br />

anche la forma migliore.<br />

Vezzosi ha davvero portato<br />

una ventata di entusiasmo<br />

alla Virtus. Con lui alla<br />

guida si sono viste partite<br />

in cui nove giocatori sono<br />

stati a loro modo decisivi,<br />

anche perché tutto quanti<br />

hanno fiducia nei suoi<br />

metodi e lo seguono. Basti<br />

pensare alla gara con Veroli,<br />

decisa dal più giovane<br />

del gruppo, Coronini,<br />

capace di segnare il canestro-partita,<br />

in una serata<br />

che aveva trascorso prevalentemente<br />

in panchina.<br />

Ora la Virtus si può permettere<br />

di pensare in<br />

grande, di sfidare ogni<br />

avversario con la consapevolezza<br />

di potercela fare, e<br />

allora nessuno spaventa<br />

più, anche se ovviamente<br />

tutti rimangono con i<br />

piedi per terra. L’ultimo<br />

posto non è poi così lontano,<br />

e c’è sempre l’incognita<br />

play-out. ■<br />

Umberto Vezzosi (sopra)<br />

e Franco Binotto

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