TR Febbraio 2008.qxp:Torrino gennaio.qxd - Eurtorrinolive
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Lo stretto<br />
legame tra cinema e<br />
musica è determinato<br />
dalla natura stessa dei due<br />
linguaggi, entrambi ritmici e<br />
progressivi, la cui più spiccata capacità è, senza<br />
dubbio, quella di ‘toccare’ il pubblico suscitando<br />
emozioni. Il connubio di questi due medium è<br />
tan to antico quanto solido poichè le loro caratteristiche,<br />
insieme, si completano e potenziano allo<br />
stesso tempo generando quello che Dante Albanesi<br />
ha efficacemente definito uno “spartito della<br />
visione”. Secondo quest’accezione il cinema<br />
sarebbe, infatti, originato dall’unione di musica e<br />
pittura in cui il ripetersi di immagini statiche<br />
(Pittura) secondo un flusso prestabilito (Musica)<br />
determinerebbe, in sostanza, il movimento e con<br />
ciò quello che percepiamo come effetto realistico.<br />
Al di là delle numerose definizioni date da diversi<br />
ed autorevoli esperti, l’apporto musicale alle<br />
immagini è ormai unanimemente considerato<br />
prezioso.<br />
Prima ancora dell’introduzione del sonoro nella<br />
cinematografia la musica veniva utilizzata come<br />
escamotage per coprire i fastidiosi rumori di sottofondo<br />
causati dalla rozzezza delle primitive<br />
apparecchiature di proiezione. In quest’ottica la<br />
musica assolveva un duplice compito perché era<br />
in grado di favorire, al contempo e con estrema<br />
naturalezza, l’immaginazione degli spettatori,<br />
ponendo l’accento sulle immagini e sottolineandone<br />
la forza espressiva.<br />
Nel cinema muto, infatti, la potenza della mimica<br />
di grandi interpreti come Chaplin doveva interamente<br />
supplire all’assenza dei dialoghi. La mu -<br />
] di Chiara Maurizi [<br />
Il rapporto<br />
tra cinema e musica<br />
sica, suonata all’interno della sala stessa, dunque,<br />
era utilizzata come antidoto al silenzio, con si -<br />
derato uno dei limiti più consistenti del cinema<br />
nella riproduzione della realtà. Benché qualcuno<br />
abbia individuato proprio in questi elementi critici<br />
le specifiche e distintive peculiarità dell’estetica<br />
cinematografica, il sonoro e la musica ne<br />
divennero parte integrante. Si pensi, infatti, al -<br />
l’esiguo numero di film muti, o privi di qual siasi<br />
elemento musicale, prodotti dagli anni Tren ta ad<br />
oggi.<br />
Il rapporto tra musica e cinema è costituito da<br />
mille sfaccettature che in alcuni casi sfuggono a<br />
classificazioni universali a causa non solo della<br />
sua complessità, ma anche dell’eterogeneità dei<br />
film che lo hanno inglobato. Esistono, infatti,<br />
generi specifici che lo contemplano come, ad<br />
esempio, i musical o più in generale i film musicali<br />
eppure questi non bastano per esaurirne le<br />
espressioni e soprattutto l’essenza.<br />
Il musical (da musical comedy) è un genere di<br />
rappresentazione nato in teatro ed in seguito<br />
diffusosi tra il grande pubblico grazie alle versioni<br />
cinematografiche dei suoi lavori caratterizzati<br />
dalla commistione di diversi stili espressivi:<br />
canto, danza, recitazione. Il nome stesso suggerisce<br />
il ruolo centrale della musica cui spetta l’arduo<br />
compito di raccontare la storia e di ispirare<br />
le coreografie. Tra i film musicali potrebbero, in -<br />
vece, rientrare diversi ‘sottogeneri’ considerata la<br />
vastità dell’offerta. Basti pensare alle ‘pellicole’<br />
che hanno rappresentato le grandi opere liriche,<br />
o ancora quelle dedicate a mostri sacri della mu -<br />
sica che spaziano dai compositori classici, ai più<br />
recenti rocker. Anche in questi casi, dunque, il<br />
tema della musica s’impone come assolutamente<br />
prioritario benché trattato con differenti modalità.<br />
Altrettanto numerosi sono gli esempi di capolavori<br />
della cinematografia che si possono vantare<br />
di tale fregio anche grazie alla loro colonna<br />
sonora. Chi non ha mai ballato<br />
sulle note della colonna<br />
sonora di Pulp Fiction?<br />
Che si scelgano musiche<br />
dall’enorme repertorio<br />
esistente o che le si<br />
scrivano appositamente per un film in particolare,<br />
l’importarte è che siano accostate alle immagini<br />
con giusto equilibrio affinché il messagggio<br />
audiovisivo ne risulti non solo comprensibile, ma<br />
anche arricchito.<br />
Bisogna, infatti, saper sfruttare con maestria la<br />
capacità della musica di agire sulla percezione<br />
interiore amplificando, o rafforzando, l’impatto<br />
emotivo delle immagini, senza dimenticare che<br />
anche il silenzio o un dialogo efficace possono<br />
essere altrettanto incisivi. Ennio Morricone in<br />
un’intervista ha spiegato questo aspetto ricorrendo<br />
ad un esempio tratto direttamente dalla<br />
cinematografia. A proposito di “C’era una volta il<br />
West” ne definisce, quasi paradossalmente, l’inizio<br />
privo di musica come “un momento di grande<br />
musicalità di Leone”.<br />
I registi possono, dunque, ricorrere alla musica<br />
per soddisfare con successo molteplici esigenze<br />
utilizzando direttamente i lavori dell’autore di<br />
cui si vuole raccontare la vita, come fatto da Oliver<br />
Stone nel suo “The Doors”, oppure inserendola<br />
per enfatizzare, smorzare o spiegare il di -<br />
scorso. In questo senso si può ricorrere all’esempio<br />
del tema di Ligeti utilizzato da Kubrick in<br />
“Eyes Wide Shut” con una ripetizione quasi os -<br />
sessiva, o ancora alla funzione della Nona Sinfonia<br />
di Beethoven in “Arancia Meccanica”.<br />
Le citazioni fin qui usate richiamano una fondamentale<br />
distinzione che non può essere tralasciata<br />
quando si parla di colonne sonore quella<br />
tra Musica adattata e Musica composta.<br />
Per quanto concerne il primo caso un exemplum<br />
è sicuramente Stanley Kubrick il quale ha sapientemente<br />
dimostrato quanto la ricchezza della letteratura<br />
musicale, in particolare quella prediletta<br />
per orchestra, offra sempre qualcosa che possa<br />
essere riadattato per i propri fini. Altra nota me -<br />
rita, invece, il delicato rapporto tra registi del<br />
calibro di Sergio Leone e Steven Spielberg ed<br />
autori come Ennio Morricone o John Williams che<br />
sono riusciti a produrre, grazie alle loro collaborazioni,<br />
splendidi ed indimenticabili lavori. Tutte<br />
queste firme eccellenti hanno dato prova tangibile<br />
con il loro operato dell’importanza della<br />
musica nella cinematografia contribuendo ad ab -<br />
battere, almeno in parte, il vecchio pregiudizio<br />
che ha per lungo tempo posto la prima in un’indebita<br />
condizione di sudditanza rispetto alla<br />
seconda.