TR Febbraio 2008.qxp:Torrino gennaio.qxd - Eurtorrinolive
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da paese a paese: in Australia, in Francia e negli<br />
Usa si pratica tra i 10 e i 12 anni. L’Italia ha cercato<br />
di adeguarsi proprio perché nelle fasi successive<br />
della vita di una donna iniziano i rapporti sessuali.<br />
Sicuramente è stata una decisione difficile<br />
ma era legata al budget del nostro sistema sanitario<br />
nazionale. Per cui abbiamo dovuto investire<br />
molti soldi in questo range d’età perché è l’unica<br />
sicurezza che possiamo avere di proteggere le don -<br />
ne da questo tipo di patologie. La vaccinazione<br />
non basta e bisogna continuare a fare il pap test<br />
con periodicità perché solo così saremmo in grado<br />
di prevenire il tumore alla cervice uterina.<br />
Roberto Parrilla:<br />
D. Sto notando una maggiore apertura dei medici<br />
al confronto. Si tratta solo di comunicazione<br />
o di un ruolo strategico del paziente nella definizione<br />
della terapia oncologica? A che età per<br />
gli uomini bisogna iniziare a fare prevenzione,<br />
che tipo di analisi bisognerebbe fare? Quali so -<br />
no i campanelli d’allarme a cui bisogna stare<br />
attenti?<br />
M. Rispetto alla prima domanda, al campo della<br />
terapia e dell’oncologia, presenta molto spesso<br />
delle ambiguità sugli effetti. Vale a dire, ad esempio,<br />
che per vedere trattati in maniera efficace,<br />
quindi guariti, bisogna fare la terapia su 100<br />
pazienti e di media uno si salverà: 1 su 100 ha la<br />
possibilità di guarire. Nel caso del diabete conosciamo<br />
il farmaco da somministrare: l’insulina. Per<br />
le malattie oncologiche ci sono difficoltà perché<br />
non sappiamo precisamente gli effetti collaterali<br />
dei farmaci. Informiamo sempre il paziente in ma -<br />
niera tale che possa decidere autonomamente se<br />
fare la cura o evitarla. Questo capita con persone<br />
anziane che decidono autonomamente di non fare<br />
terapia e di morire quando sarà arrivato il mo -<br />
mento. Bisogna sempre comunque informare il pa -<br />
ziente sugli effetti collaterali e sulle possibilità di<br />
sopravvivenza con e senza cura. Per questo probabilmente<br />
si sta cercando di aprirsi di più nel rapporto<br />
con il paziente. Per quanto riguarda gli uo -<br />
mini, il tumore alla prostata ne colpisce il 70%.<br />
Quando la patologia è così diffusa nella popolazione<br />
non possiamo parlare di malattia perché so -<br />
no quasi tutti ammalati e non c’è popolazione sa -<br />
na. I sintomi sono diversi e normalmente si fa il<br />
PSE. Ci stiamo orientando verso nuovi marcatori<br />
che sono in grado di dirci meglio di cosa soffre il<br />
paziente. C’è infatti una frazione che è interessante,<br />
una parte del peptide che potrebbe essere più<br />
predittivo rispetto al Pse. È uno studio che stiamo<br />
conducendo con la Johns Hopkins University di<br />
Baltimora il cui esito darà sicuramente un contributo<br />
importante nella prevenzione dei tumori alla<br />
prostata.<br />
D. Cosa possono fare le donne oltre alla mammografia<br />
e al pap test per prevenire i tumori?<br />
M. Sappiamo bene che alcune cose vanno evitate:<br />
l’esposizione alle radiografie quando si è nel periodo<br />
dell’adolescenza, quindi di massima crescita,<br />
del tessuto mammario. Ci sono studi che dimostrano<br />
infatti che proprio in questa fascia d’età anche<br />
piccole particelle potrebbero dar luogo nel corso<br />
degli anni a patologie tumorali. L’idea è quella di<br />
evitare i fattori di rischio in queste fasi delicatissime.<br />
Bisognerebbe evitare anche alcuni cibi. Una<br />
cosa importantissima è la terapia ormonale sostitutiva<br />
nel periodo della menopausa a cui si associa<br />
in genere un farmaco che secondo studi americani<br />
potrebbe sviluppare tumori al seno. In ultima<br />
istanza bisognerebbe evitare il continuo aumento<br />
di peso: dovremmo essere in grado di tenerlo<br />
costante dai 18 ai 70 anni. Ma credo sia un’impresa<br />
ciclopica!<br />
Prof. Maria D’Amico:<br />
D. Cosa sta facendo la ricerca per i tumori più<br />
aggressivi?<br />
M. Il tumore al pancreas è sicuramente il più ag -<br />
gressivo. Nel campo della ricerca stiamo facendo<br />
molto. Stiamo valutando in campo epidemiologico<br />
quali sono i fattori di rischio attraverso i quali scaturisce<br />
la malattia. La sopravvivenza è minima: si<br />
va da pochissimi mesi ad un anno. Fortunatamente<br />
sono molto rari ma rappresentano un’emergen-<br />
za. Ultimamente abbiamo scoperto che i tumori al<br />
pancreas sono associati al metabolismo del glucosio<br />
e in particolare sembra che alcuni fattori siano<br />
alla base di questi tumori. Se ciò verrà confermato<br />
su diverse popolazioni in studi successivi sarà<br />
più facile per chi fa prevenzione garantire un<br />
metabolismo del glucosio più normale e che non<br />
faccia scaturire un tumore.<br />
D. Sarà possibile in un futuro potersi vaccinare<br />
anche per questi tumori?<br />
M. Sì.<br />
Prof. Claudia Patuzzi<br />
D. Quando ha capito di volersi dedicare alla prevenzione<br />
e alla ricerca ?<br />
M. Ero nella fase post laurea, stavo svolgendo il<br />
tirocinio e mi hanno affidato la chemioterapia per<br />
le donne affette da tumore alle ovaie. C’era una<br />
persona anziana, di 80 anni che era già al quarto<br />
ciclo di terapia. Mi disse: «Paola, io non la voglio<br />
più fare la chemio, mi fa stare così male. Ho vissuto<br />
la mia vita e l’ultimo ciclo non voglio farlo».<br />
Io le risposi che dovevo farlo e che se non l’avessi<br />
fatto avrei dovuto informare il primario. Andai a<br />
parlarci e lui mi rispose che avrei dovuto farla per<br />
forza. La signora accettò. Purtroppo morì proprio durante<br />
quell’ultimo ciclo di chemio. Da quel mo men -<br />
to decisi che non avrei voluto più fare la terapia e<br />
che avrei cercato la via della ricerca. In fondo c’è<br />
anche un detto cinese che dice che il miglior medico<br />
è colui che non fa ammalare i propri pazienti.<br />
Vera Casciaro, paziente IRE e scrittrice:<br />
Io sono una malata oncologica da 9 anni. Domani<br />
andrò a fare un ciclo di chemio presso l’IRE ma sto<br />
conducendo la mia vita normalmente. Riesco a<br />
convivere con questa patologia pur con tutte le<br />
difficoltà del caso visto che provengo dal sud.<br />
Spesso infatti si dà per scontato l’accesso alla diagnosi<br />
e alle terapie mentre non è così facile. Per<br />
noi meridionali tutt’ora la radioterapia è quasi<br />
inaccessibile perché i centri sono pochissimi.<br />
Vorrei dare un incitamento a tutti coloro che soffrono.<br />
La professoressa Muti ha detto: «La psiche<br />
ha una grande importanza per la sopravvivenza».<br />
Ed è vero! Il malato deve attivarsi con i medici che<br />
lo curano, sia psicologicamente che fisicamente, e<br />
deve collaborare. A questo proposito vorrei richiamare<br />
l’attenzione sul ruolo dell’informazione che<br />
per me è importantissima, sia per la cura del tumore,<br />
che in questo caso è forse più la comunicazione<br />
tra medico e paziente. Mentre da alcuni dati<br />
recenti ho scoperto che il 39% dei malati e il 20%<br />
dei loro familari si collegano a internet per conoscere<br />
la propria malattia. L’informazione è importantissima<br />
ai fini della prevenzione e fare delle<br />
campagne di sensibilizzazione serve per capire<br />
quali sono gli stili di vita da adottare e quelli da<br />
evitare. Per quanto riguarda i fattori genetici e<br />
quelli ambientali conoscerli e sapere che ho una<br />
predisposizione al cancro alla mammella, per esempio,<br />
mi spingerà a fare una mammografia in più.<br />
La comunicazione tra medico e paziente spesso<br />
risulta inficiata dall’incapacità di capire quello che<br />
il medico ci dice.<br />
D. Sono previsti corsi di aggiornamento e formazione<br />
per facilitare la comunicazione tra<br />
medico e paziente?<br />
M. Stiamo lavorando molto sul rapporto medico -<br />
paziente e sull’informazione organizzando seminari.<br />
Ci siamo molte volte chiesti come informarli:<br />
esistono diverse persone che sanno già tutto sulla<br />
propria malattia e altri invece ignari di cosa significhi<br />
doversi curare. In questo senso ci siamo av -<br />
valsi dell’idea del Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota,<br />
in collaborazione con gli studi sullo stesso<br />
argomento prodotti dalla McMaster University di<br />
Toronto. L’indicazione sostanzialmente è che per far<br />
partecipare i pazienti all’informazione standard, bi -<br />
sogna usare i decision aids, ovvero aiuti decisionali:<br />
figurine, cartoncini che vengono dati ai pa zienti<br />
in cui sono indicati in maniera molto semplice con<br />
colori, faccine sorridenti, le percentuali di coloro<br />
che beneficiano degli effetti positivi dei farmaci e<br />
delle terapie. Il consenso informato si gnifica mettere<br />
di fronte a una scelta consapevole il paziente<br />
e informarlo sulle terapie che dovrà affrontare.<br />
All’IRE stiamo sperimentando questo nuovo ap proc -<br />
cio proprio per semplificare il consenso informato<br />
facendo in modo che i pazienti possamo sceglire<br />
consapevolmente il da farsi.<br />
Come mai l’IRE non si è attivato ancora per il<br />
prelievo delle cellule staminali?<br />
Per quanto riguarda le cellule staminali stiamo<br />
provvedendo, e proprio nei nuovi laboratori ci sarà<br />
una sezione dedicata al loro utilizzo non solo a<br />
scopo terapeutico ma anche a scopo di ricerca<br />
La scrittrice Vera Casciaro<br />
Quanto tempo passa tra la ricerca e l’applicazione<br />
sul malato? Si sono accorciati i tempi?<br />
Presso il nostro istituto si sono accorciati molto<br />
perché con i nuovi laboratori saremo in grado di<br />
poter testare caratteristiche molecolari e la possibilità<br />
di applicare le terapie direttamente sui pa -<br />
zienti.<br />
Esiste un rapporto tra sistema immunitario,<br />
stress, depressione e insorgenza dei tumori?<br />
No.<br />
Ci sono abbastanza finanziamenti per la ricerca?<br />
No.<br />
C’è la probabilità che un tumore si ripresenti?<br />
Sì, soprattutto nella stessa forma.<br />
Tra dieci anni avremo tecniche curative migliori<br />
e più efficaci?<br />
Sì, sicuramente.<br />
Quali sono i cibi da evitare per prevenire l’insorgenza<br />
di tumori?<br />
Odio dire no alle cose, e anche gli atteggiamenti<br />
integralisti non sono positivi. Bisogna mangiare<br />
con moderazione tutto.<br />
Avrebbe qualcosa da chiedere alle istituzioni?<br />
Sì!<br />
Cosa ne pensa delle cure alternative?<br />
Sicuramente è un campo totalmente da esplorare<br />
attraverso clinical trials, ovvero studi clicnici.<br />
Il latte e i latticini sono nocivi?<br />
Il latte è un alimento completo. In questo momento<br />
è pieno di addittivi per via degli ormoni che<br />
vengono dati alle mucche per continuare ad allattare.<br />
L’emergenza rifiuti in Campania può essere un<br />
fattore di rischio per i tumori, a causa della<br />
diossina?<br />
I nuovi inceneritori non costituiscono un problema<br />
per la popolazione. I vecchi invece sì, e an -<br />
drebbero sostituiti.<br />
Un consiglio per i ragazzi?<br />
Vivere la vostra vita ma avere anche cura del vo -<br />
stro corpo e non fumare. Bisogna vivere stando at -<br />
tenti a proteggerci da esposizioni croniche che<br />
pos sono essere dannose.<br />
La ricerca sta andando verso una convergenza<br />
tra le varie branche. Come si sta attrezzando<br />
l’IRE a tal proposito?<br />
Questa è una bella domanda perché è vero che la<br />
ricerca per molti anni è stata chiusa in una sola<br />
branca. Con i nuovi laboratori di cui presto disporremo,<br />
2000 mq, tutto ciò sarà possibile.<br />
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