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COLLANA<br />
LETTERATURA PER L’ANIMA
Massimo Picasso<br />
IL SEGRETO DI<br />
MARIA MADDALENA<br />
Romanzo<br />
Anima E<strong>di</strong>zioni
© Anima E<strong>di</strong>zioni. Milano, 2012<br />
© Massimo Picasso, 2012<br />
I <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> traduzione, <strong>di</strong> memorizzazione elettronica, <strong>di</strong> riproduzione e <strong>di</strong> adattamento<br />
totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche),<br />
sono riservati per tutti i paesi. Per i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> utilizzo contattare l’e<strong>di</strong>tore.<br />
Progetto e<strong>di</strong>toriale: Jonathan Falcone<br />
Direzione: Timoteo Falcone<br />
Redazione: Sabrina Lescio<br />
ANIMA s.r.l.<br />
Gall. Unione, 1 – 20122 Milano<br />
Tel. 02 72080619 fax 02 80581864<br />
e-mail: info@animae<strong>di</strong>zioni.it<br />
www.animae<strong>di</strong>zioni.it<br />
I e<strong>di</strong>zione settembre 2012<br />
Tipografia Italgrafica<br />
Via Verbano, 146<br />
28100 Novara
PREMESSA<br />
Mi chiamo <strong>Maria</strong> e sembra che sia nata a Magdala, un piccolo paese<br />
della Galilea. Per questo motivo, sono soprannominata “la <strong>Maddalena</strong>”.<br />
Non chiedetemi chi fossero i miei genitori perché non saprei<br />
cosa rispondervi. So, soltanto, che mi raccolse da terra (più morta che<br />
viva) un uomo dal cuore buono a cui devo la vita. Una vita che <strong>di</strong>venne<br />
straor<strong>di</strong>naria perché conobbi un <strong>segreto</strong> che sarà custo<strong>di</strong>to gelosamente<br />
per tanti e tanti secoli a venire.<br />
Mio padre (lo chiamavo, comunque, così) aveva un’ambizione precisa:<br />
voleva che imparassi a leggere e a scrivere. Per questo motivo, mi<br />
affidò, per cinque lunghi anni, a una donna <strong>di</strong> grande cultura soprannominata<br />
“la profetessa”. Devo, quin<strong>di</strong>, a lei e a mio padre se, oggi,<br />
sono in grado <strong>di</strong> tramandare quanto ho appreso durante gli anni in cui<br />
sono stata vicina a Gesù. <strong>Il</strong> più grande iniziato che sia mai esistito.<br />
L’unico a conoscere, assieme a me, un <strong>segreto</strong> che, rivelato, potrebbe<br />
rivoluzionare la storia e la vita <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> esseri umani.<br />
Un mio pensiero, pieno <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne, va all’apostolo Matteo che<br />
mi ha seguito (con grande esperienza e infinita pazienza) nel dare, a<br />
questa testimonianza, una forma scritta che resista il più possibilie all’usura<br />
del tempo.<br />
5<br />
Premessa
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
6
CAPITOLO I<br />
I ricor<strong>di</strong> d’infanzia <strong>di</strong> <strong>Maddalena</strong>, l’inquietante profezia <strong>di</strong> un indovino:<br />
<strong>Maddalena</strong> depositaria <strong>di</strong> un <strong>segreto</strong> che nessuno deve conoscere?<br />
La tragica morte del padre e l’incontro con Simone detto Pietro<br />
e con Giuda <strong>di</strong> Kerijot. <strong>Il</strong> “Maestro” appare, per la prima volta, nella<br />
sua vita, sconvolgendola.<br />
7
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
8
I primi ricor<strong>di</strong> che ho mi rimandano a mio padre. Lo rivedo come un<br />
uomo abbastanza giovane, alto, <strong>di</strong> spalle larghe, con i capelli lunghi e<br />
un sorriso dolce, un po’ malinconico Quando ebbi qualche anno <strong>di</strong><br />
più, seppi che era vedovo e senza figli. Per vivere gestiva una taverna,<br />
<strong>di</strong> sua proprietà, vicino al lago Genezaret, in Galilea. Quando raggiunsi<br />
più o meno do<strong>di</strong>ci anni, cominciai a chiedergli con insistenza<br />
<strong>di</strong> aiutarlo, facendo le pulizie e servendo ai tavoli. Non voleva saperne<br />
ma, alla fine, cedette. Continuava, comunque, a raccomandarmi <strong>di</strong><br />
stare lontana dagli zeloti 1 che affollavano il locale e dai seguaci <strong>di</strong><br />
strani profeti che sostenevano che la fine del mondo fosse vicina. Mio<br />
padre era un uomo rude, <strong>di</strong>retto, de<strong>di</strong>to al suo lavoro. Le profezie catastrofiche<br />
non lo interessavano affatto. Preferiva assicurare l’or<strong>di</strong>ne<br />
nella sua taverna accompagnando rudemente alla porta chi aveva bevuto<br />
troppo o chi si permettesse confidenze eccessive nei miei confronti.<br />
Per lui ero, sempre e solo, “la sua bambina”.<br />
Un ricordo importante, che risale a quel periodo, riguarda l’incontro<br />
con un indovino egiziano che sosteneva <strong>di</strong> leggere il futuro in un<br />
vetro rotondo che rifletteva le immagini. Io guardai dentro quel vetro<br />
e vi<strong>di</strong> il viso <strong>di</strong> una ragazzina che mi spaventò, quasi che nascondesse<br />
qualcosa <strong>di</strong> oscuro. Anche l’indovino si mostrò preoccupato. Guardò<br />
con attenzione quel pezzo <strong>di</strong> vetro e: «Sei destinata ad avere più dolori<br />
che gioie, perché conoscerai un <strong>segreto</strong> che nessuno può conoscere»<br />
mi <strong>di</strong>sse gettandomi in uno stato d’agitazione che è <strong>di</strong>fficile da<br />
spiegare. La nostra Legge condannava sia la magia sia la <strong>di</strong>vinazione<br />
e io mi sentivo in colpa per aver ceduto alle insistenze dell’indovino<br />
che era, senz’altro, una creatura demoniaca. Ricordo ancora l’espressione<br />
dei suoi occhi gialli. Era quella dei cani randagi che vivevano nel<br />
deserto.<br />
9<br />
Capitolo I
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
Qualche mese dopo, avvenne una trage<strong>di</strong>a che mi costrinse a ricordare<br />
le parole dell’indovino. Stavo servendo del vino nella taverna<br />
<strong>di</strong> mio padre, quando due soldati romani mi mancarono <strong>di</strong> rispetto. La<br />
reazione <strong>di</strong> mio padre fu imme<strong>di</strong>ata. Ma quella dei due soldati romani<br />
fu brutale e inattesa. Uno dei due impugnò il suo gla<strong>di</strong>o e si scagliò<br />
frontalmente contro mio padre colpendolo in pieno petto. Mio padre<br />
cadde a terra ancora vivo. <strong>Il</strong> soldato romano lo finì con un altro colpo<br />
senza che mio padre trovasse la forza <strong>di</strong> proteggersi dai fendenti. Nella<br />
taverna iniziò una rissa furiosa. Due galilei, Simone e Giuda <strong>di</strong> Kerijot<br />
(che si <strong>di</strong>ceva fossero zeloti) snudarono i loro coltelli e si scagliarono<br />
contro i soldati romani. I romani erano più forti, ma i galilei<br />
avevano dalla loro la rabbia contro chi aveva calpestato la <strong>di</strong>gnità<br />
delle loro donne. Dopo pochi minuti, i due soldati giacevano sul pavimento,<br />
sozzi <strong>di</strong> sangue, con le gole tagliate da orecchio a orecchio.<br />
Da morti sembravano più giovani <strong>di</strong> quanto apparissero da vivi. Mi fecero<br />
compassione.<br />
«Bisogna eliminare le tracce <strong>di</strong> sangue e far sparire i cadaveri» <strong>di</strong>sse<br />
Giuda. Simone si guardò attorno. Eravamo rimasti in tre. Tutti gli altri<br />
si erano <strong>di</strong>leguati. Tre vivi e tre morti. Solo allora mi resi conto <strong>di</strong> essere<br />
restata sola al mondo e fui presa da un attacco <strong>di</strong> pianto convulso.<br />
Mio padre, il mio grande padre, era morto per proteggermi. Istintivamente,<br />
cercai un po’ <strong>di</strong> calore stringendomi a Simone. Poi, il soffitto<br />
cominciò a girare sopra la mia testa e persi i sensi.<br />
Le prime luci dell’alba si incaricarono <strong>di</strong> svegliarmi. Ci volle un bel<br />
po’ <strong>di</strong> tempo prima che mi rendessi conto che non si era trattato <strong>di</strong> un<br />
incubo. La presenza <strong>di</strong> Giuda e <strong>di</strong> Simone non poteva, purtroppo, che<br />
confermarlo. «Abbiamo eliminato ogni traccia <strong>di</strong> sangue» <strong>di</strong>sse Giuda.<br />
«E i corpi?» chiesi.«Tuo padre riposa in pace nel suo orto, abbiamo<br />
composto con cura il suo corpo. Per quanto riguarda i due romani, ti<br />
posso assicurare che non li troveranno mai...» mi rispose Simone con<br />
un sorriso cattivo. Dopo pochi minuti, mi lasciarono sola. Dovevo riaprire<br />
la taverna e darmi da fare sia per non destare sospetti sia perché<br />
la vita proseguiva nella sua marcia spietata. Anche se mio padre mi<br />
aveva lasciata sola e <strong>di</strong>sperata.<br />
La vita riprese, infatti, quasi normalmente. Nessuno faceva domande<br />
e nessuno dava risposte come se niente fosse successo. Simone<br />
10
e Giuda smisero <strong>di</strong> frequentare la mia taverna con assiduità. Io servivo<br />
ai tavoli, sorridevo, cercavo <strong>di</strong> <strong>di</strong>strarmi per soffocare quel dolore violento<br />
che mi tormentava sia <strong>di</strong> giorno sia <strong>di</strong> notte. Malgrado i miei<br />
sforzi mi sentivo, comunque, priva <strong>di</strong> forze e non riuscivo neanche a<br />
recarmi nell’orto per portare un fiore a mio padre. Avevo paura <strong>di</strong><br />
non riuscire a riprendermi. Di non tornare più quella che ero prima<br />
<strong>di</strong> quella notte maledetta che aveva cambiato la mia vita.<br />
Fu in quel periodo che cominciai a u<strong>di</strong>re le “voci”. Mio svegliavo<br />
in piena notte, perché mi davano or<strong>di</strong>ni, mi minacciavano o mi annunciavano<br />
castighi tremen<strong>di</strong> che erano in serbo per me. Io ascoltavo<br />
terrorizzata, con gli occhi spalancati. Temevo <strong>di</strong> crollare e <strong>di</strong> perdere<br />
la ragione. Avevo paura del buio, del vuoto e dell’ignoto. La morte<br />
mi appariva come l’unico mezzo per cancellare, <strong>di</strong> colpo, tutte le mie<br />
angosce e impe<strong>di</strong>re alle voci <strong>di</strong> tormentarmi.<br />
Intanto, la vita fuori dalla mia taverna procedeva nel peggiore dei<br />
mo<strong>di</strong>. Gli scontri fra soldati romani e zeloti erano violentissimi con<br />
molti morti in entrambi gli schieramenti. Da parte mia, ero preoccupata<br />
per il fatto che la mia taverna fosse <strong>di</strong>ventata un covo dove i rappresentanti<br />
delle varie forze in campo si riunivano per concertare, fra<br />
un boccale <strong>di</strong> vino e l’altro, le loro prossime mosse. Oltre gli zeloti,<br />
c’erano gli esseni 2 (misteriosi, colti ed esoterici) e i seguaci <strong>di</strong> Giovanni<br />
Battista 3 che, dopo la sua morte, cercavano <strong>di</strong> mantenere vivo<br />
il suo messaggio.<br />
Al centro <strong>di</strong> un lungo tavolo rettangolare, un uomo molto bello,<br />
con una lunga veste bianca, ascoltava tutti con attenzione sorseggiando<br />
lentamente vino denso e forte, <strong>di</strong> recente vendemmia. Era un<br />
giovane alto, dalle spalle larghe e dalle braccia vigorose, tipiche <strong>di</strong> chi<br />
ha conosciuto la fatica fisica. I capelli lunghi e castani si univano alla<br />
barba folta, <strong>di</strong> colore più scuro rispetto ai capelli. Fronte alta e occhi<br />
gran<strong>di</strong> e ver<strong>di</strong>. Sguardo fermo e intenso. Sorriso appena accennato,<br />
dolce e lievemente <strong>di</strong>stante. Un giovane uomo <strong>di</strong>screto, gentile e silenzioso.<br />
Lo notai subito.<br />
Chi era quell’uomo che i suoi <strong>di</strong>scepoli chiamavano con deferenza<br />
Maestro o Gesù? 4 Mentre servivo il vino i nostri sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> erano incrociati<br />
<strong>di</strong>verse volte. Avevo la sensazione che i suoi occhi riuscissero<br />
a penetrare nel mio cuore mettendo a nudo i miei sentimenti.<br />
11<br />
Capitolo I
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
Mi feci coraggio e: «Chi sei?» gli chiesi a un tratto. «Non <strong>di</strong>sturbare il<br />
Signore!» intervenne Simone con tono <strong>di</strong> voce ostile. «Pensa, piuttosto,<br />
a portarci da bere!» mi sollecitò sgarbatamente Giuda <strong>di</strong> Kerijot.<br />
Ma Gesù <strong>di</strong>sapprovò con un gesto i loro mo<strong>di</strong> bruschi e mi guardò a<br />
lungo, dritto negli occhi, senza rispondermi. E, da quel momento, i<br />
demoni che mi tormentavano, con le loro voci, scomparvero. Gesù li<br />
aveva sconfitti e messi in fuga con un suo semplicissimo sguardo. Ma<br />
chi era questo giovane che comandava i demoni e, quin<strong>di</strong>, anche le<br />
loro maledettissime voci?<br />
Per qualche mese, non vi<strong>di</strong> più quel misterioso Maestro della Galilea.<br />
Desideravo, però, rincontrarlo fino al punto che, spesso, mi sembrava<br />
che dal deserto procedesse verso la mia taverna. Ma era solo<br />
un’illusione ottica. L’amore che sentivo per lui faceva sì che i miei<br />
occhi vedessero immagini che non avevano riscontro nella realtà. Si<br />
trattava <strong>di</strong> fenomeni molto frequenti nel deserto dove rilievi <strong>di</strong> sabbia,<br />
a forma vagamente umana, apparivano e scomparivano in molti<br />
tratti dell’orizzonte.<br />
Ma, un giorno, tutto cambiò…<br />
Ricordo che era un pomeriggio afoso, quando qualcuno bussò alla<br />
porta della mia taverna che, a quell’ora, rimaneva chiusa. Sulle prime,<br />
non ci feci caso. Poi osservai che i colpi erano dati a intervalli regolari,<br />
quasi volessero trasmettermi una specie <strong>di</strong> messaggio <strong>segreto</strong>.<br />
Avevo una gran paura, ma trovai il coraggio <strong>di</strong> aprire la porta: davanti<br />
a me, Giuda <strong>di</strong> Kerijot mi sorrideva con fare complice «Facci mangiare<br />
– mi <strong>di</strong>sse – siamo riusciti a seminare i romani, ma siamo <strong>di</strong>giuni<br />
da due giorni». Dissi <strong>di</strong> sì. Giuda fece cenno <strong>di</strong> entrare a quelli<br />
che lo seguivano. Riconobbi subito Simone che il Maestro chiamava<br />
Pietro. 5 Dietro <strong>di</strong> lui, un uomo massiccio dallo sguardo tenero e protettivo<br />
che Giuda chiamava Giacomo. Quin<strong>di</strong>, un ragazzo alto e<br />
magro a cui Giacomo si rivolse chiamandolo Giovanni. Pensai che<br />
fossero fratelli, anche se non si assomigliavano affatto.<br />
Erano tutti affamati. Si sedettero attorno a uno dei gran<strong>di</strong> tavoli<br />
mentre io iniziavo a cuocere del pane schiacciato a cui aggiunsi qualche<br />
ingre<strong>di</strong>ente piccante per insaporirlo. Nell’attesa che si cuocesse,<br />
offrii del vino. Stavo giusto portando dei bicchieri <strong>di</strong> coccio, quando<br />
la porta si riaprì ed entrò una giovane donna con il viso quasi comple-<br />
12
tamente coperto. Mi colpirono subito i suoi occhi talmente scuri che<br />
quasi non riuscivo a <strong>di</strong>stinguerne le pupille. Mi abbracciò e si sedette<br />
vicino a Giovanni, il più giovane del gruppo. Pochi minuti dopo, il<br />
pane era pronto e tutti cominciarono a sfamarsi.<br />
«<strong>Il</strong> Maestro dovrebbe essere già qui – <strong>di</strong>sse a un tratto Simone detto<br />
Pietro – speriamo che i fratelli lo abbiano protetto come dovrebbero».<br />
Seguì qualche attimo <strong>di</strong> silenzio carico <strong>di</strong> tensione.<br />
Dopo qualche minuto la porta si aprì e, davanti a noi, comparve, finalmente,<br />
Gesù. Ci voltammo, tutti, verso <strong>di</strong> lui.<br />
Lo ricordavo più maturo rispetto a come mi appariva in quel preciso<br />
momento. Vedevo un uomo giovane e bello dal volto deciso e dai<br />
gran<strong>di</strong> occhi ver<strong>di</strong> dotati <strong>di</strong> sguardo magnetico. I capelli, castani e<br />
lunghi come quelli dei nazirei, 6 la barba folta e leggermente in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne.<br />
Si vedeva che era stanco e affamato, ma pronto a riprendere il<br />
suo cammino.<br />
Avrei voluto chiedergli subito da dove venisse, cosa facesse, quale<br />
fosse la missione della sua vita, ma il cuore in tumulto me lo impedì.<br />
Gesù salutò tutti con un sorriso sereno e si sedette accanto alla<br />
donna dal viso quasi completamente coperto chiamandola familiarmente<br />
col nome <strong>di</strong> Giovanna. Fu in qual momento che mi sentii inadeguata<br />
e provai un’acuta fitta <strong>di</strong> gelosia nei confronti <strong>di</strong> quella donna<br />
velata.<br />
Satana era ritornato fra noi. Ne avvertivo la presenza <strong>di</strong>sgregatrice<br />
all’interno del nostro piccolo gruppo che il serpente maledetto cercava,<br />
evidentemente, <strong>di</strong> conquistare mettendoci gli uni contro gli altri.<br />
13<br />
Capitolo I
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
NOTE AL CAPITOLO I<br />
1. Rivoluzionari armati contro i romani.<br />
2. Prima comunità <strong>di</strong> tipo monastico.<br />
3. Profeta che aveva battezzato Gesù.<br />
4. Nome proprio che deriva da una parola ebraica che significa salvatore.<br />
5. Cefa in aramaico = pietra o roccia.<br />
6. Nome che veniva dato a coloro che avevano fatto un voto molto rigoroso.<br />
14
CAPITOLO II<br />
Giovanna è una donna ricca che ha lasciato il marito per seguire il<br />
“Maestro”. Giovanna spiega a <strong>Maddalena</strong> chi è il “Maestro” e come<br />
l’ha salvata dalla sua <strong>di</strong>sperazione. Alla fine, anche <strong>Maddalena</strong> deciderà<br />
<strong>di</strong> seguire il giovane galileo, affascinata com’è dal suo eccezionale<br />
carisma.<br />
15
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
16
Una strana tensione era scesa sul nostro gruppo come una nuvola invisibile<br />
carica <strong>di</strong> veleno. Sembrava quasi che qualcuno fra <strong>di</strong> noi fosse<br />
ossessionato da brutti pensieri. Da parte mia, ero gelosa <strong>di</strong> quella<br />
donna nei confronti della quale il Maestro galileo <strong>di</strong>mostrava una<br />
confidenza, rarissima (ai nostri tempi) fra uomo e donna.<br />
Giovanna continuava a tenere nascosto il viso, ma quando si decise<br />
a mangiare, fu costretta a sollevare il velo. <strong>Il</strong> suo viso mi apparve<br />
come quello <strong>di</strong> una bambola invecchiata. Gesù mi guardò intensamente<br />
quasi volesse prendere atto delle mie reazioni. Poi, prese il viso<br />
<strong>di</strong> Giovanna fra le sue mani e la baciò con amore. Giovanna aveva sul<br />
collo due macchie ripugnanti, ma Gesù le accarezzò a lungo, dolcemente,<br />
sussurrando una preghiera. Sul gruppo era sceso il silenzio.<br />
<strong>Il</strong> pane era finito e io mi avvicinai al fuoco per cuocere delle focacce.<br />
Quasi subito, mi raggiunse Giuda. «È la moglie <strong>di</strong> Cusa, l’amministratore<br />
dei beni <strong>di</strong> Erode Antipa – mi <strong>di</strong>sse – ha lasciato il marito<br />
per seguire Gesù che, poco a poco, la sta guarendo. È ricca e, spesso,<br />
ci assiste con i suoi beni».<br />
Dopo pochi minuti misi sul tavolo le focacce e mi sedetti accanto<br />
a Giovanna che prese la focaccia più abbrustolita con due <strong>di</strong>ta, sottili<br />
come due sterpi. «Posso <strong>di</strong>videre il pane con te?» le chiesi, vergognandomi<br />
per i sentimenti d’ostilità che avevo provato nei suoi confronti.<br />
Giovanna mi rispose con un cenno del capo e con un sorriso sereno.<br />
Ci staccammo dal gruppo e, con un pretesto banale, ci sedemmo davanti<br />
al fuoco. «Ma chi è questo Gesù?» le chiesi. Giovanna mi rispose<br />
con grande chiarezza. «Non è un profeta come quelli che lo hanno<br />
preceduto – iniziò – Gesù parla un linguaggio <strong>di</strong>verso ed è un enigma<br />
per tutti. Forse lo è anche per se stesso. Sembra – concluse – che abbia<br />
dei poteri che nessuno riesce a spiegare. Non so <strong>di</strong>rti niente <strong>di</strong> più e<br />
17<br />
Capitolo II
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
niente <strong>di</strong> meno». «E gli altri?» chiesi. «Sono i suoi seguaci – mi rispose<br />
Giovanna – <strong>di</strong>vidono con lui i pericoli e i <strong>di</strong>sagi <strong>di</strong> una vita errabonda,<br />
ma anche la gioia <strong>di</strong> perseguire i suoi stessi ideali e, forse, la speranza<br />
<strong>di</strong> una ricompensa adeguata nel Regno dei Cieli. Nel nostro gruppo ci<br />
sono anche <strong>di</strong>verse donne. Sono quasi tutte innamoratissime <strong>di</strong> lui,<br />
ma lui sembra che non se ne accorga affatto...». «E il tuo rapporto?»<br />
chiesi. Giovanna mi rispose a voce bassa come se stesse per rivelarmi<br />
un <strong>segreto</strong>. «Gli devo tutto – iniziò sorridendo – Qualche tempo fa –<br />
continuò – commisi errori imperdonabili e ora Gesù tenta <strong>di</strong> porvi rime<strong>di</strong>o.<br />
Quello che mi sorprende è che non mi rinfaccia mai il mio<br />
passato».<br />
«Errori imperdonabili...?» «Sì – confermò Giovanna, che sembrava<br />
liberarsi da un peso – Qualche tempo fa, mi avvicinai a pratiche magiche<br />
con lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere la mia bellezza dal passare degli anni<br />
e <strong>di</strong> allontanare la morte. Mi addentrai in stu<strong>di</strong> che riguardavano il<br />
mondo occulto. Conobbi personaggi sinistri che si credevano dotati <strong>di</strong><br />
poteri che avrebbero risolto i miei problemi. Dopo <strong>di</strong>versi mesi, avvertii<br />
che qualcosa stava cambiando nel mio modo <strong>di</strong> sentire. Prevedevo<br />
fatti che sarebbero accaduti a grande <strong>di</strong>stanza e, soprattutto,<br />
vedevo con grande chiarezza persone morte da tempo. Di contro, sentivo<br />
che la vita sfuggiva al mio controllo. Avevo paura <strong>di</strong> morire. <strong>Il</strong><br />
buio e il vuoto mi terrorizzavano. Oltretutto, anziché vedere immutata<br />
la mia bellezza, vi<strong>di</strong> comparire le piaghe che hai appena visto.<br />
Castigo <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o inflessibile? Fu in quei giorni – concluse – che una<br />
mia ancella mi parlò <strong>di</strong> un profeta che viveva in solitu<strong>di</strong>ne sulle rive<br />
del Giordano. Sembra che guarisse i lebbrosi immergendoli per sette<br />
volte nelle acque del fiume. Le folle erano affascinate dalla sua forza<br />
visionaria e dalle guarigioni che gli erano attribuite».<br />
«Ci andasti?» «Sì – mi rispose Giovanna – lo riconobbi subito tra la<br />
folla dei malati: alto, carismatico, con i capelli lunghi, sciolti su spalle<br />
larghe e vigorose. Incrociai il suo sguardo. Era, senz’altro, lo sguardo<br />
<strong>di</strong> un uomo che si sentiva solo davanti a tutti i malati che aveva <strong>di</strong><br />
fronte, ma che riusciva a guardarsi attorno con un sorriso pieno<br />
d’umanità che gli attirava la devozione <strong>di</strong> tutti. È inutile che lo neghi<br />
a me stessa: quel giovane galileo mi affascinava. Ero sicura che potesse<br />
fare qualcosa per strapparmi dalla <strong>di</strong>sperazione. Non ce la fa-<br />
18
cevo più ad essere considerata solo una malata contagiosa che stava<br />
morendo. Quell’uomo – riprese Giovanna dopo un attimo <strong>di</strong> esitazione<br />
– mi aveva donato, dopo tanto tempo, la forza <strong>di</strong> sperare ancora.<br />
Non ero più una donna <strong>di</strong>sperata capace solo <strong>di</strong> azioni<br />
<strong>di</strong>sperate».<br />
«Guardavo il Maestro come affascinata – riprese Giovanna – svolgeva<br />
la sua missione fra gente poverissima e astiosa che, però, si inginocchiava<br />
piena d’amore al suo passaggio. In quei momenti, capii che<br />
la sua grandezza stava nell’impadronirsi del dolore <strong>di</strong> chi soffriva trasmettendo<br />
il suo calore e il suo amore. Ricordo quando si fermò davanti<br />
a una povera vecchia che aveva gli occhi sbarrati e le labbra<br />
<strong>di</strong>schiuse come se stesse per soffocare. Non trovava la forza per sollevarsi.<br />
<strong>Il</strong> Maestro la alzò <strong>di</strong> peso e la fece sedere compostamente. Poi,<br />
l’abbracciò a lungo e la cullò fino a che emise il suo ultimo respiro.<br />
Non conoscevo quella povera vecchia, ma, davanti alla morte, scoppiai<br />
in un pianto <strong>di</strong>sperato. <strong>Il</strong> Maestro se ne accorse, mi poggiò una<br />
mano su una spalla e, cosa incre<strong>di</strong>bile, mi invitò a seguirlo, affiancandolo<br />
nella sua missione. Stavo per <strong>di</strong>rgli <strong>di</strong> sì quando Satana scatenò<br />
uno dei suoi terribili attacchi con l’obiettivo preciso <strong>di</strong> farmi ritornare<br />
sulle mie decisioni. Sto parlando – mi spiegò Giovanna – <strong>di</strong> un<br />
omaccione invasato, brutto e sgraziato, che aggredì il Maestro con<br />
un’aria <strong>di</strong> sfida or<strong>di</strong>nandogli <strong>di</strong> lasciarmi stare. Satana, evidentemente,<br />
non voleva perdermi». «E il Maestro?». «Gesù – ricordò Giovanna – si<br />
limitò ad aggrottare le sopracciglia, poi mi allontanò con un gesto brusco<br />
e, rivolto all’invasato, lo terrorizzò <strong>di</strong>segnando nell’aria (con l’in<strong>di</strong>ce<br />
della mano destra) dei simboli strani che non riuscii a capire.<br />
Quin<strong>di</strong> – concluse – mentre l’invasato fuggiva urlando bestemmie orrende,<br />
il Maestro tornò da me e mi <strong>di</strong>sse semplicemente “seguirmi”».<br />
«Incrociai lo sguardo intenso dei suoi occhi ver<strong>di</strong>, sentii come una<br />
luce ra<strong>di</strong>osa scendere su me, capii da che parte stava il mio destino e<br />
gli <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong> sì».<br />
«Mi ritrovai, quin<strong>di</strong>, quasi senza accorgermene, a camminare <strong>di</strong>etro<br />
<strong>di</strong> lui, con alcuni dei suoi <strong>di</strong>scepoli per portare, <strong>di</strong> villaggio in villaggio,<br />
una speranza <strong>di</strong> pace. Gesù aveva dato un senso alla nostra vita».<br />
Avevo seguito con grande attenzione, il racconto <strong>di</strong> Giovanna, ma<br />
c’era in sospeso una domanda che non osavo farle. Alla fine, trovai il<br />
19<br />
Capitolo II
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
coraggio e: «Ma cosa pensa, Gesù, dell’amore?» le chiesi. «Su questo<br />
punto il Maestro è chiarissimo – mi spiegò pazientemente Giovanna<br />
–. Per lui, il vero amore non desidera il possesso, ma l’elevazione della<br />
persona amata. Per questo, definisce il vero amore come un’autentica<br />
esperienza spirituale nell’area del sacro. Ha sostenuto questa sua tesi<br />
perfino nel cortile dei gentili 7 trovandosi d’accordo con alcuni filosofi<br />
greci che si definivano platonici.<br />
A questo punto, Giovanna si interruppe quasi stesse riflettendo su<br />
quanto aveva appena detto poi: «Una donna che voglia amarlo deve<br />
tenere sempre presente quanto lui si aspetta da lei». Precisò con un<br />
sorriso che mi sembrò malizioso . Io mi sentii arrossire e mi spaventai<br />
per la mia fragilità. Alla mia età, <strong>di</strong> questioni sessuali sapevo pochissimo.<br />
Mi sembrava un mondo pieno <strong>di</strong> lati oscuri e <strong>di</strong> tentazioni<br />
che cercavano <strong>di</strong> sporcare il mio modo <strong>di</strong> amare.<br />
Dopo qualche minuto, Gesù ci fece capire, con un cenno del capo,<br />
che desiderava che ci unissimo al gruppo.<br />
Giacomo stava esaminando con Pietro quali sarebbero state le reazioni<br />
delle varie correnti dell’ebraismo al messaggio “rivoluzionario”<br />
del Maestro. Da quel poco che capivo, entrambi volevano stringere <strong>di</strong><br />
più i rapporti con un certo Stefano, 8 il capo <strong>di</strong> ebrei stanziati in Palestina,<br />
ma <strong>di</strong> lingua greca. Motivo <strong>di</strong> attrito era che questi cosiddetti<br />
“ellenisti” interpretavano la legge in modo meno rigido rispetto agli<br />
ebrei <strong>di</strong> lingua aramaica. A questo punto, Gesù decise <strong>di</strong> intervenire.<br />
«Stefano – iniziò lentamente, quasi scegliesse con cura le parole più<br />
giuste – è un nostro fratello ebreo. Quin<strong>di</strong>, dobbiamo rispettare le interpretazioni<br />
che gli vengono da una cultura <strong>di</strong>versa dalla nostra. Per<br />
Stefano, ad esempio, la verità è la conoscenza perfetta. Per noi, invece,<br />
non è un fatto intellettuale, ma è un fatto morale. Al suo opposto<br />
troviamo menzogna, malizia e inganno. Noi – concluse –<br />
dobbiamo farci guidare dalla verità fino a <strong>di</strong>ventare noi stessi la verità.<br />
La verità è una forza straor<strong>di</strong>naria che deve guidare la nostra volontà<br />
quando annunciamo il Regno dei Cieli».<br />
Giacomo annuì mentre il viso immobile <strong>di</strong> Pietro rifletteva la sua<br />
mente semplice, priva <strong>di</strong> fantasia e <strong>di</strong> trascendenza.<br />
Ricominciammo a mangiare. <strong>Il</strong> pane ci dava gioia ed energia mentre<br />
il vino ci rendeva più uniti e spirituali. A un tratto, il Maestro parve<br />
20
assentarsi mentre io percepivo, ancora una volta, la presenza <strong>di</strong> Satana,<br />
lontana, ma pericolosa. «Dobbiamo raggiungere subito i nostri<br />
fratelli. Sono in pericolo» ci esortò il Maestro, alzandosi quasi <strong>di</strong> scatto.<br />
«Cosa sarebbe stato <strong>di</strong> me senza <strong>di</strong> lui?» mi chiesi con angoscia. Quasi<br />
mi avesse letto nel pensiero. Gesù mi fissò con dolcezza e «chiu<strong>di</strong> per<br />
sempre la taverna e “seguimi”» mi <strong>di</strong>sse con semplicità <strong>di</strong>sarmante. Mi<br />
infilai i sandali e, senza pensarci neanche un secondo, lo seguii.<br />
Eravamo in sette: cinque uomini e due donne. Sentivo che il battito<br />
del mio cuore aumentava e che il respiro si faceva affannoso e irregolare.<br />
Avevo paura <strong>di</strong> cadere e mi girava la testa. Mi sentivo<br />
stanchissima. «Hai fatto la scelta giusta. Sei stata meravigliosa» mi’incoraggiò<br />
Giovanna. Le sorrisi con gratitu<strong>di</strong>ne. «Ho obbe<strong>di</strong>to solo al<br />
mio cuore» le <strong>di</strong>ssi con totale sincerità preoccupata, però, per le incognite<br />
che mi riservava il destino.<br />
Stavo camminando cercando <strong>di</strong> tenere il passo del gruppo quando<br />
il roccioso Giacomo ruppe il silenzio. Aveva uno sguardo grave e,<br />
brutto segno, aggrottava le sopracciglia. «È arrivato qui in Galilea – ci<br />
<strong>di</strong>sse preoccupato – un uomo che si ritiene esperto <strong>di</strong> arti magiche.<br />
Viene dalla Samaria dove gli abitanti lo considerano dotato della potenza<br />
<strong>di</strong> un <strong>di</strong>o». «Lo so – rispose il Maestro – senz’altro starà seminando<br />
dubbi e <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a fra i nostri. Dobbiamo fermarlo» concluse,<br />
calmo, quasi parlasse a se stesso. «Io so tutto <strong>di</strong> lui – intervenne Giovanna<br />
– feci ricorso a lui quando ero sconvolta per la mia malattia. Si<br />
chiama Simone e si fa accompagnare da una prostituta <strong>di</strong> nome Elena<br />
che ha conosciuto nella città <strong>di</strong> Tiro. È solo un imbroglione che ottiene<br />
scarsi risultati e che si fa pagare in maniera indecente. Riesce,<br />
comunque, ad avere largo seguito fra le masse ignoranti». Gesù le rivolse<br />
uno sguardo pieno <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne e allungò il passo.<br />
Dopo circa tre ore, raggiungemmo la casupola <strong>di</strong> Nazaret che serviva<br />
da rifugio. Qualcosa <strong>di</strong> violento stava accadendo al suo interno.<br />
«Ritieniti fortunato se te la cavi così a buon mercato» sentii <strong>di</strong>stintamente<br />
qualcuno che urlava. Poi, la porta si aprì e apparve la sagoma<br />
<strong>di</strong> un uomo corpulento accompagnato da una giovane donna. Intuii<br />
che si trattava <strong>di</strong> Simone il mago e <strong>di</strong> Elena, la prostituta <strong>di</strong> Tiro. Di<br />
lui ci aveva parlato Giovanna. «La prossima volta vi piglieremo a calci»<br />
urlò, ancora sulla porta, il burbero <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> cui non conoscevo<br />
21<br />
Capitolo II
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
ancora il nome. «Taddeo sceglie sempre le vie <strong>di</strong>plomatiche...» ironizzò<br />
il Maestro. Più tar<strong>di</strong> seppi che Simone il mago aveva offerto del<br />
denaro ai <strong>di</strong>scepoli perché gli rivelassero quale fosse la fonte dei poteri<br />
del Maestro. La reazione, come avevamo visto, non si era fatta attendere...<br />
NOTE AL SECONDO CAPITOLO<br />
7. Zona dell’esterno del Tempio che poteva ospitare anche i non ebrei.<br />
8. Con la sua pre<strong>di</strong>cazione, Stefano provocò la persecuzione degli ellenisti <strong>di</strong> cui lui<br />
stesso fu la prima vittima. Morì lapidato. A lui è de<strong>di</strong>cata una festa (precisamente<br />
il 26 <strong>di</strong>cembre).<br />
22
CAPITOLO III<br />
<strong>Maddalena</strong> si inserisce nel gruppo dei <strong>di</strong>scepoli che, lentamente, comincia<br />
a conoscere, uno per uno. Un giorno, riesce a convincere il<br />
Maestro ad affiancarlo nella sua pre<strong>di</strong>cazione itinerante. Per lei, è<br />
l’inizio <strong>di</strong> una nuova vita che la riempie <strong>di</strong> gioia. Si troverà, comunque,<br />
a dover affrontare prove più che impegnative.<br />
23
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
24
<strong>Il</strong> tentativo <strong>di</strong> Simon Mago dette, comunque, al Maestro l’occasione<br />
<strong>di</strong> riunire il gruppo. Giovanna si incaricò <strong>di</strong> farmi conoscere gli otto<br />
<strong>di</strong>scepoli che non conoscevo ancora. Trovai che ogni <strong>di</strong>scepolo appariva<br />
<strong>di</strong>verso rispetto a tutti gli altri.<br />
Andrea era il fratello <strong>di</strong> Simone detto Pietro. Faceva anche lui il<br />
pescatore. Capelli lunghi e pelle del viso ruvida con rughe profonde.<br />
Giovanna mi <strong>di</strong>sse che era stato un <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Giovanni Battista e<br />
che aveva la fama <strong>di</strong> persona riservata e onestissima. Tommaso era<br />
magro e muscoloso, dalla barba corta con qualche filo bianco. Nel<br />
gruppo era considerato scettico e pessimista. Matteo era un uomo robusto,<br />
<strong>di</strong> mezza età. Forse era il più anziano del gruppo. Aveva un<br />
passato <strong>di</strong> pubblicano da farsi perdonare, ma il Maestro lo aveva accolto<br />
a braccia aperte. Filippo si <strong>di</strong>stingueva per il suoi lineamenti severi<br />
e per lo sguardo intenso e profondo. Capelli lunghi fino alle<br />
spalle, barba corta e curata. Si <strong>di</strong>ceva che fosse <strong>di</strong> origine greca. Bartolomeo<br />
9 sembrava inquieto e preoccupato. Dapprima incredulo poi<br />
fra i più convinti. Quin<strong>di</strong>, Giacomo <strong>di</strong> Alfeo che assomigliava moltissimo<br />
al Maestro; Giuda Taddeo che si vantava <strong>di</strong> sapersela cavare in<br />
qualsiasi situazione e Simone lo zelota, alto e forte, dai capelli neri e<br />
ricci. <strong>Il</strong> più bello dei <strong>di</strong>scepoli.<br />
C’erano anche delle donne. Giovanna mi <strong>di</strong>sse che si chiamavano<br />
Susanna e <strong>Maria</strong>. Susanna veniva da un villaggio sui confini con la<br />
Samaria. <strong>Maria</strong> era, invece, <strong>di</strong> Betania, un piccolo centro vicino al<br />
Monte degli Ulivi, poco <strong>di</strong>stante da Gerusalemme. Susanna aveva un<br />
viso tondo e un fisico minuto, tipico <strong>di</strong> chi non ha mai conosciuto la<br />
fatica fisica. Si <strong>di</strong>ceva che avesse rinunciato a tutti i suoi beni a favore<br />
del gruppo. Giovanna mi avvertì <strong>di</strong> non lasciarmi ingannare dalla sua<br />
espressione pacifica, da brava bambina. In verità, era una donna com-<br />
25<br />
Capitolo III
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
battiva, capace <strong>di</strong> tenere testa anche ai soldati romani. <strong>Maria</strong> era, invece,<br />
una donna alta e magra, dall’aspetto deciso. Capelli castani raccolti<br />
<strong>di</strong>etro alla nuca e occhi gran<strong>di</strong> e intelligenti. Aveva, all’interno<br />
del gruppo, un prestigio e un’autorità riconosciuta da tutti.<br />
Alla destra <strong>di</strong> Gesù, notai una donnina fragile e magra. Una povera<br />
donna dai capelli bianchi e dall’espressione dolce e rassegnata. Gesù<br />
le teneva una mano fra le sue, triste e taciturno. Suo padre era morto<br />
da qualche mese e vedeva che sua madre non riusciva a risollevarsi da<br />
un dolore così profondo. «Resta con me, resta con noi» le <strong>di</strong>ceva. Ma<br />
la madre non poteva accettare. Altri figli, altre figlie e altri nipoti avevano<br />
bisogno del suo aiuto e lei doveva obbe<strong>di</strong>re. Come aveva obbe<strong>di</strong>to<br />
tutta la sua vita. Al momento del <strong>di</strong>stacco, si abbracciarono<br />
teneramente. Notai che Gesù la stringeva con forza, quasi facesse un<br />
ultimo tentativo per trattenerla. Ma fu inutile<br />
Nei giorni successivi, cercai <strong>di</strong> prendere confidenza con la mia<br />
nuova vita. Susanna e <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Betania avevano reagito con freddezza<br />
al mio ingresso nel gruppo. Anche molti uomini avevano un’espressione<br />
dubbiosa. Fra loro, si notava qualche faccia scura.<br />
Simone detto Pietro (che rivelava spesso un’indole gelosa) mi aveva<br />
rimproverato, davanti a Giacomo, perché (secondo lui) facevo troppe<br />
domande. Giacomo aveva fatto un gesto rassegnato invitandolo ad<br />
aver pazienza. «Tanto le donne sono fatte tutte allo stesso modo...»<br />
aveva sentenziato con indulgenza.<br />
L’unico che mi <strong>di</strong>mostrava amicizia era Giovanni, il fratello <strong>di</strong> Giacomo.<br />
Giovanissimo ed entusiasta cercava, spesso, <strong>di</strong> coinvolgermi in<br />
<strong>di</strong>scussioni su argomenti teologici <strong>di</strong> cui capivo ben poco. Avevo,<br />
quin<strong>di</strong>, deciso <strong>di</strong> parlare il meno possibile col risultato che Giovanni<br />
aveva scambiato i miei lunghi silenzi per pacata saggezza, spingendosi<br />
fino a <strong>di</strong>rmi che ero degna <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare il tre<strong>di</strong>cesimo apostolo.<br />
Da parte mia, approfittai dell’amicizia che si era creata fra <strong>di</strong> noi per<br />
sapere qualcosa in più sulla figura e sulla missione del Maestro galileo<br />
che aveva cambiato la nostra vita.<br />
«Gesù – iniziò Giovanni – constata ogni giorno la trage<strong>di</strong>a della<br />
con<strong>di</strong>zione umana e non riesce a capire come Dio possa permetterla.<br />
Forse, proprio per questo, concepisce e promette il riscatto della vita<br />
eterna, visione che appaga la sua sete <strong>di</strong> giustizia. Gesù – proseguì –<br />
26
parla <strong>di</strong> un Dio d’amore e non <strong>di</strong> un Dio spietato e ven<strong>di</strong>cativo come<br />
quello dell’Antico Testamento. E questo – concluse – lo mette in<br />
aperto conflitto con gli anziani del Sinedrio».<br />
«Com’è giu<strong>di</strong>cato?» domandai. «I più critici nei suoi confronti sono<br />
i farisei – mi rispose Giovanni – Affermano che il Maestro viva in una<br />
<strong>di</strong>mensione isolata e ascetica che lo porta a essere un uomo incapace<br />
<strong>di</strong> affetti per il quale gli uomini contano poco e le donne ancora <strong>di</strong><br />
meno. Niente <strong>di</strong> più sbagliato. La verità – affermò Giovanni – è che<br />
gli invi<strong>di</strong>ano il fascino che esercita sui singoli e sulle masse. Un fascino<br />
che, fatalmente, finisce per nuocere all’autorità del potere costituito.<br />
Penso che molti farisei – concluse Giovanni – sarebbero ben felici <strong>di</strong><br />
liberarsi <strong>di</strong> un personaggio così scomodo...».<br />
Alla nostra conversazione, volle unirsi Giuda <strong>di</strong> Kerijot. Stanco, insicuro<br />
e pessimista come sempre. Pensai che, forse, potevo aiutarlo a uscire<br />
dal suo isolamento, ma ci riuscii solo in parte. Anzi, ottenni risultati<br />
molto modesti. Giuda continuava a credere che l’uomo non potesse re<strong>di</strong>mersi<br />
e, quin<strong>di</strong>, giu<strong>di</strong>cava il tentativo del Maestro meraviglioso, ma destinato<br />
all’insuccesso. In poche parole, una missione impossibile.<br />
«Giorno dopo giorno – mi <strong>di</strong>sse desolato – noto che è la vita stessa a costringere<br />
l’uomo a essere nemico dell’uomo. È una legge <strong>di</strong> sopravvivenza.<br />
In fondo, siamo figli <strong>di</strong> Caino e non figli <strong>di</strong> Abele. Ne ho viste<br />
tante – <strong>di</strong>sse scaldandosi e alzando il tono <strong>di</strong> voce – ne ho viste troppe.<br />
Fin da quando ero bambino, gli uomini avevano perso le tracce <strong>di</strong> Dio.<br />
Tutto è rimasto come allora. Non credere che la gente accetti messaggi<br />
d’amore, che ci capisca e che ci ammiri. Anzi...».<br />
«Come siete considerati?». Domandai «siamo considerati come esseri<br />
che <strong>di</strong>cono cose assurde – mi rispose – perfino le nostre famiglie<br />
si sono allontanate. È inutile nasconderti che ci sentiamo molto soli.<br />
La nostra forza sta, soprattutto, nella fiducia incrollabile che ci trasmette<br />
il Maestro» concluse, rivelando tutto il suo amore e tutta la<br />
sua fedeltà. Ma anche un dolore interiore che lo rendeva più inquieto<br />
che mai.<br />
Dopo questo incontro, la simpatia reciproca fu quasi imme<strong>di</strong>ata.<br />
Fra me è Giuda nacque un’amicizia fatta, anche, da piccole quoti<strong>di</strong>ane<br />
complicità che lo aiutavano, comunque, a combattere il suo male<br />
oscuro.<br />
27<br />
Capitolo III
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
In quel periodo, cercai anche <strong>di</strong> capire <strong>di</strong> più il carattere e il ruolo<br />
<strong>di</strong> quelle donne che facevano parte del nostro gruppo. Gesù era stato<br />
chiaro sull’argomento: uomini e donne dovevano avere gli stessi <strong>di</strong>ritti<br />
e gli stessi doveri. <strong>Il</strong> che, affermato in un ambiente in cui la donna<br />
era <strong>di</strong>scriminata in tutto, poteva apparire pazzesco e sovversivo.<br />
Le donne – notavo – lavoravano più degli uomini e, affrontando<br />
pericoli quoti<strong>di</strong>ani, rendevano possibili le comunicazioni con quei<br />
fratelli che non facevano parte della cerchia più ristretta del gruppo.<br />
Un lavoro, però, era precluso alle donne: quello della pre<strong>di</strong>cazione<br />
itinerante e quello dell’assistenza ai malati. «Sarebbe criminale –<br />
aveva affermato il Maestro – far correre alle nostre donne pericoli che<br />
spettano solo a noi. Per il momento – si era raccomandato – non dobbiamo<br />
commettere imprudenze. Vi <strong>di</strong>rò io quando sarà il momento».<br />
Malgrado tutto, una sera che si <strong>di</strong>scuteva <strong>di</strong> questo argomento,<br />
guardai <strong>di</strong>ritto negli occhi il Maestro e gli <strong>di</strong>ssi con voce ferma: «Sono<br />
stanca <strong>di</strong> essere considerata solo una povera ignorante <strong>di</strong> buoni sentimenti.<br />
Maestro, permettimi <strong>di</strong> affiancarti. La tua autorità, la tua dottrina<br />
e il tuo coraggio rime<strong>di</strong>eranno a tutti i <strong>di</strong>fetti che ho». Finita la<br />
frase, guardai istintivamente verso Simone detto Pietro. Sono sicura<br />
che, da quel momento, imparò a non sottovalutare le donne. Donne<br />
che potevano rivelarsi molto <strong>di</strong>verse al <strong>di</strong> fuori dai ruoli e dalle funzioni<br />
che le società patriarcali prevedevano per loro.<br />
Giovanna mi fissava malinconica, riservata e silenziosa come sempre.<br />
Susanna aveva un’espressone misteriosa <strong>di</strong>etro alla quale si nascondevano<br />
sentimenti <strong>di</strong> gelosia molto complessi. <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Betania<br />
aveva <strong>di</strong>pinto sul viso un sorriso lievemente sprezzante, quasi temesse<br />
<strong>di</strong> vedere insi<strong>di</strong>ata la sua in<strong>di</strong>scussa supremazia. Gesù, dal canto suo,<br />
non poteva evitare <strong>di</strong> rispondermi. Non lo aveva mai fatto. Ricordo<br />
che mi osservò con grande attenzione per una decina <strong>di</strong> secon<strong>di</strong>, ancora<br />
indeciso, poi: «Nei prossimi giorni verrai con me» mi <strong>di</strong>sse.<br />
Alcuni <strong>di</strong>scepoli mi strinsero le mani con affetto che mi parve sincero<br />
mentre Pietro scuoteva la testa con aria perplessa.<br />
Mi trovai, quin<strong>di</strong>, al fianco <strong>di</strong> questo essere misterioso ed enigmatico<br />
del quale si sapeva poco o niente. Alcuni lo giu<strong>di</strong>cavano semplicemente<br />
un me<strong>di</strong>co, altri un mago, altri ancora un personaggio fra<br />
l’umano e il <strong>di</strong>vino, forse ad<strong>di</strong>rittura il Messia che aspettavano da se-<br />
28
coli. Di se stesso Gesù parlava <strong>di</strong> rado e, quelle poche volte, si definiva<br />
un “uomo”, un semplice uomo. Simone detto Pietro mi aveva detto<br />
che, qualche volta, si era definito un “profeta”, ma in modo talmente<br />
accidentale, da sembrare che non ci credesse neanche lui. Anzi, una<br />
sua abitu<strong>di</strong>ne era quella <strong>di</strong> scoraggiare le accoglienze troppo calorose<br />
che gli tributavano i fedeli.<br />
Ma il Maestro non aveva solo amici. Molti lo rifiutavano e, lentamente,<br />
ne capivo i motivi.<br />
Un primo capo d’accusa era quello <strong>di</strong> operare molte guarigioni in<br />
centri <strong>di</strong>versi da Nazaret, città che lo aveva cresciuto e nei confronti<br />
della quale doveva <strong>di</strong>mostrare maggiore riconoscenza. Un secondo,<br />
quello <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi ai malati anche <strong>di</strong> sabato, giorno <strong>di</strong> riposo settimanale<br />
imposto agli ebrei. Un terzo (velenoso più che mai) quello <strong>di</strong><br />
scacciare i demoni nel nome <strong>di</strong> Baal–zebuth, un <strong>di</strong>o adorato dai filistei,<br />
considerato, dagli ebrei, un rivale indegno <strong>di</strong> Jhwt. Davanti a<br />
questa calunnia, Gesù aveva fatto valere, con successo, le sue ragioni,<br />
ma l’acre<strong>di</strong>ne dei suoi avversari non si era placata. C’era, infatti, chi<br />
criticava molti aspetti della sua pre<strong>di</strong>cazione ritenendola così violenta<br />
da assimilarla a quella dei rivoluzionari. Non a caso, alcuni membri<br />
del Sinedrio (che lo o<strong>di</strong>avano) non perdevano occasione per ricordare,<br />
astutamente, che, fra i <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Gesù, ci fossero anche degli<br />
zeloti.<br />
I meno pericolosi si limitavano a considerarlo come il capo <strong>di</strong> un<br />
branco <strong>di</strong> vagabon<strong>di</strong> rozzi e catastrofici che prevedevano sempre il<br />
peggio.<br />
Da parte mia, trovavo la pre<strong>di</strong>cazione del Maestro semplice e pacata.<br />
Malgrado questo, l’avversione nei suoi confronti culminava, a<br />
volte, in episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> violenza vera e propria. Ricordo quando tentarono<br />
<strong>di</strong> lapidarlo 10 o quando stavano per buttarlo giù da un precipizio. 11 Si<br />
trattava, sempre, <strong>di</strong> sicari dei sacerdoti del Tempio e <strong>di</strong> uomini rozzi<br />
e ottusi incapaci <strong>di</strong> comprendere il suo linguaggio ispirato e simbolico.<br />
Ma Gesù sapeva affrontare i pericoli <strong>di</strong>mostrando <strong>di</strong> fare sempre le<br />
scelte più giuste.<br />
Molti giovani <strong>di</strong> quei tempi desideravano cambiare l’universo che<br />
li circondava. Gesù non faceva eccezione. Si era messo su quella strada<br />
e procedeva senza esitazioni.<br />
29<br />
Capitolo III
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
Con me era sempre gentile e sorridente, ma, a volte, si rinchiudeva<br />
in se stesso, preda <strong>di</strong> incubi a occhi aperti <strong>di</strong> cui non voleva parlarmi.<br />
In quei momenti, provavo sensazioni che cercavo <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticare.<br />
Quella sensazione, in particolare, che avevo provato tanti anni prima<br />
quando quel sinistro egiziano mi aveva detto: «Sei destinata ad avere<br />
più dolori che gioie, perché conoscerai un <strong>segreto</strong> che nessuno può<br />
conoscere». Mi chiedevo, spesso, se Gesù conoscesse questo <strong>segreto</strong><br />
che era all’origine <strong>di</strong> un malessere che non riuscivo a superare.<br />
NOTE CAPITOLO III<br />
9. Da identificare, forse,con quel Natanaèle che Filippo presentò a Gesù (Giovanni<br />
1/45–51).<br />
10. Giovanni 8/58; 10/30–39.<br />
11. Luca 4/16–30.<br />
30
CAPITOLO IV<br />
<strong>Maddalena</strong> assiste a due “resurrezioni”. Una a Cafarnao, l’altra a Nain.<br />
<strong>Il</strong> rabbino <strong>di</strong> Nain vuole conoscere meglio Gesù e lo invita a casa sua.<br />
Segue un incontro che si rivela interessante e costruttivo per entrambi.<br />
<strong>Maddalena</strong> è sempre più innamorata del “suo” Maestro.<br />
Giunto a Cafarnao, Gesù respinge l’attacco <strong>di</strong> un altro indemoniato.<br />
31
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
32
Sei mesi erano già passati da quando Gesù mi aveva voluto al suo<br />
fianco. Di quei sei mesi ricordo due episo<strong>di</strong> che non esito a definire<br />
“miracolosi”.<br />
Eravamo appena arrivati a Cafarnao, quando un uomo alto, magro<br />
e stempiato si precipitò dal Maestro in preda a una <strong>di</strong>sperazione che<br />
è impossibile descrivere. «Mia figlia è morta proprio ora – gli <strong>di</strong>sse<br />
prostrandosi – ma vieni, imponi le tue mani su <strong>di</strong> lei ed essa vivrà». 12<br />
Arrivammo alla casa <strong>di</strong> quest’uomo. Gesù allontanò dalla stanza (in<br />
cui giaceva la fanciulla) i flautisti e <strong>di</strong>sse: «Non è morta, ma dorme<br />
serenamente». Mi colpì il suo sorriso. Era un sorriso che veniva da<br />
molto lontano. Si sedette, quin<strong>di</strong>, vicino alla fanciulla e, dopo alcuni<br />
minuti <strong>di</strong> interminabile silenzio, iniziò a parlarle con un tono <strong>di</strong> voce<br />
bassissimo, quasi un sussurro. Poi, le posò una mano sul petto e, premendola<br />
con forza, le or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> respirare. La fanciulla rinvenne. <strong>Il</strong><br />
Maestro l’abbracciò accarezzandole i capelli, adagio, quasi temesse <strong>di</strong><br />
farle male. Lei gli sfiorò il viso con tutte e due le mani e, quando vide<br />
il padre, scoppiò a piangere <strong>di</strong> gioia.<br />
Ricordo che Gesù decise <strong>di</strong> lasciarla riposare. Prima <strong>di</strong> uscire, la<br />
guardai ancora. Si era rannicchiata in posizione fetale e sorrideva. <strong>Il</strong><br />
padre, ai pie<strong>di</strong> del letto, la guardava, ancora incredulo, come se fosse<br />
in trance. Gesù mi appariva stanco e indebolito. Aveva gli occhi <strong>di</strong><br />
chi ha visto la faccia della morte.<br />
La meraviglia della folla lo <strong>di</strong>sturbava, perché lo <strong>di</strong>straeva dai suoi<br />
pensieri. Essere ringraziato gli dava quasi fasti<strong>di</strong>o,<br />
«Resta sveglia piccina» le <strong>di</strong>sse, sorridendo, prima <strong>di</strong> allontanarsi.<br />
Pochi giorni dopo, eravamo a Nain, una località poco <strong>di</strong>stante da<br />
Nazaret.<br />
33<br />
Capitolo IV
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
Quando raggiungemmo la porta della città, ci <strong>di</strong>ssero che veniva<br />
portato al sepolcro un giovinetto, figlio unico <strong>di</strong> madre vedova. Vedendola,<br />
il Maestro ne ebbe compassione e le <strong>di</strong>sse: «Non piangere!».<br />
Or<strong>di</strong>nò, quin<strong>di</strong>, ai portatori <strong>di</strong> accostarsi e accarezzò più volte il giovinetto<br />
pronunciando sottovoce una preghiera. Ad un tratto, il giovinetto<br />
si levò a sedere 13 e iniziò a parlare. Ricordo che si guardava<br />
attorno smarrito inseguendo con gli occhi sua madre. Respirava profondamente<br />
quasi temesse <strong>di</strong> non respirare più. «Era tutto buio – sentii<br />
che <strong>di</strong>ceva a sua madre – ma non ho avuto paura, sai?» affermò con<br />
una punta <strong>di</strong> orgoglio tipicamente maschile.<br />
Anche in questa occasione, il Maestro mi parve stanco e indebolito,<br />
quasi avesse sacrificato buona parte delle sue energie per ridare la vita<br />
ai due fanciulli. Ma da dove e da chi gli venivano questi poteri?<br />
È una domanda che si ponevano in molti. Alcuni attribuivano i<br />
suoi poteri agli insegnamenti che aveva ricevuto dagli esseni. Altri<br />
parlavano <strong>di</strong> una lunga frequentazione con i terapeuti, una comunità<br />
<strong>di</strong> eremiti ebrei 14 che si era stabilita in Egitto guadagnandosi fama e rispetto.<br />
<strong>Il</strong> Maestro, comunque, non toccò mai questo argomento.<br />
Da parte mia, cercavo <strong>di</strong> imparare il più possibile per essergli <strong>di</strong><br />
aiuto in qualsiasi caso, semplice o <strong>di</strong>fficile che fosse.<br />
Per il momento, avevo capito che quei due fanciulli non erano<br />
morti. Respiravano ancora, anche se in modo così impercettibile che<br />
se n’era accorto solo il Maestro. L’apposizione vigorosa delle sue mani<br />
aveva fatto, evidentemente, il resto.<br />
Quel giorno chiesi, timidamente, al Maestro come fosse possibile<br />
restare in vita quando il cuore “batteva” in maniera così tenue. «È<br />
possibile, è possibile – mi <strong>di</strong>sse in tono evasivo – In passato ho conosciuto<br />
dei mistici che venivano da paesi lontani. Riuscivano – proseguì<br />
– a ridurre al minimo le funzioni del cuore e degli altri organi<br />
vitali fino ad arrivare a una situazione <strong>di</strong> morte apparente dalla quale<br />
si risvegliavano, autonomamente, senza, cioè, alcun intervento<br />
“esterno”... Quando intervenivano, invece, su chi era ritenuto morto<br />
(ma morto non era) cominciavano a massaggiargli il cuore, a lungo,<br />
con forza. Molto spesso, il corpo si rianimava e si gridava al miracolo.<br />
Più o meno – concluse con sorriso – come ho fatto io con quella fanciulla.<br />
34
In serata, accettammo l’ospitalità del rabbino <strong>di</strong> Nain. Arrivammo<br />
a casa sua mentre la vedova gli stava raccontando la “resurrezione”<br />
del suo unico figlio. <strong>Il</strong> rabbino era un uomo alto e imponente. Fronte<br />
spaziosa, naso aquilino e occhi neri e profon<strong>di</strong>. La barba molto curata<br />
e i capelli lunghi contribuivano a dargli un aspetto sereno e spirituale.<br />
La vedova, bruna, minuta e molto carina, gli lanciava spesso sguar<strong>di</strong><br />
appassionati.<br />
Cominciammo a mangiare assaporando, lentamente, quanto aveva<br />
preparato la vedova. Notai che Gesù stava riacquistando il suo colorito<br />
naturale, che sorrideva volentieri e che si <strong>di</strong>mostrava <strong>di</strong>sponibile<br />
a rispondere alle inevitabili domande che gli avrebbero posto. «Hai un<br />
viso da uomo buono – gli <strong>di</strong>sse a un tratto il rabbino – nei tuoi pensieri<br />
c’è senz’altro un progetto d’amore. Chi sei? Cosa vuoi fare?».<br />
Gesù bevve un piccolo sorso <strong>di</strong> vino e sorrise. La giovane vedova lo<br />
fissava intimi<strong>di</strong>ta. I suoi occhi erano gran<strong>di</strong>, neri e un po’ malinconici.<br />
<strong>Il</strong> dolore l’aveva, comunque, segnata per sempre.<br />
«Sono originario <strong>di</strong> Nazaret, in Galilea, Mio padre si chiamava Giuseppe.<br />
Mia madre si chiama <strong>Maria</strong>. Mio padre manteneva decorosamente<br />
la numerosa famiglia 15 alternando il lavoro <strong>di</strong> carpentiere con<br />
quello <strong>di</strong> falegname – iniziò il Maestro – Da parte mia – proseguì – mi<br />
sono sempre ritenuto un ebreo. Ho riconosciuto l’autorità delle Scritture<br />
dell’Antico Testamento e, già da principio, ho rivolto il mio messaggio<br />
al solo popolo ebraico. Ho imparato moltissimo dagli esseni e,<br />
come <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Giovanni Battista, ho invitato (chi mi ascoltava) al<br />
pentimento, in vista dell’arrivo del Regno dei Cieli. <strong>Il</strong> reame sul quale<br />
Dio governerà in eterno, elemento centrale della mia pre<strong>di</strong>cazione».<br />
«Ma come si presenterà questo Regno dei Cieli?» chiese il rabbino la<br />
cui espressione del viso si faceva sempre più seria e attenta. «Posso rivelarti<br />
quanto ci <strong>di</strong>sse, a suo tempo, Giovanni Battista – gli rispose il<br />
Maestro – Giovanni viveva le sue visioni come rivelazioni <strong>di</strong>vine <strong>di</strong><br />
qualcosa che stava per accadere. Di sicuro – proseguì – ci promise che<br />
Dio sarebbe intervenuto nella vita del popolo d’Israele (come era intervenuto<br />
per liberarci dall’oppressione egiziana) assicurando ai giusti<br />
un’era <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong> vita eterna. La mia missione –<br />
concluse – è quella <strong>di</strong> convincere i nostri fratelli ebrei a cambiare<br />
completamente il loro comportamento osservando i comandamenti<br />
35<br />
Capitolo IV
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
<strong>di</strong>vini e, soprattutto, il comandamento dell’amore, tanto combattuto<br />
dal principe delle tenebre, maledetto sia sempre il suo nome».<br />
<strong>Il</strong> rabbino sembrava conquistato dalla limpida eloquenza del Maestro<br />
e avrebbe prolungato volentieri la conversazione fino a notte<br />
inoltrata. <strong>Il</strong> Maestro, però, era stanchissimo e accettò con gioia l’invito<br />
del rabbino a fermarsi sotto il suo tetto per tutta la notte.<br />
<strong>Il</strong> Maestro si addormentò quasi subito. Io no. Pensavo a cosa avevo<br />
lasciato e cercavo <strong>di</strong> capire a cosa stessi andando incontro. Poi, le note<br />
lontane <strong>di</strong> un flautista mi conciliarono il sonno portandomi sogni<br />
pieni <strong>di</strong> agitazione.<br />
Mi svegliai prestissimo mentre Gesù dormiva ancora con le labbra<br />
leggermente <strong>di</strong>schiuse. Ma chi era quest’uomo <strong>di</strong> cui mi ero innamorata?<br />
Dopo tanti giorni trascorsi assieme conoscevo molti aspetti del<br />
suo carattere.<br />
Nell’intimità, quest’uomo, così amato e così o<strong>di</strong>ato, si rivelava <strong>di</strong> una<br />
semplicità sorprendente. Spesso, mi chiedevo come facesse a provare<br />
tanto amore per tutti. L’umile e insignificante destino degli “ultimi” gli<br />
era caro quanto quello dei <strong>di</strong>scepoli che amava <strong>di</strong> più. Ma io continuavo<br />
a sperare che provasse per me un amore <strong>di</strong>verso, che pensasse, cioè, a<br />
me come alla donna con la quale <strong>di</strong>videre il proprio futuro.<br />
Dopo quasi un’ora, eravamo pronti a riprendere il nostro cammino.<br />
<strong>Il</strong> rabbino abbracciò Gesù con affetto paterno. «Sei entrato nella mia<br />
casa come un dono del Padre e puoi tornare quando vuoi, perché la<br />
tue parole sono quelle <strong>di</strong> un uomo giusto» gli <strong>di</strong>sse. La vedova, alla<br />
quale il Maestro aveva riportato in vita l’unico figlio, mi porse un cestino<br />
pieno <strong>di</strong> provviste. Poi, s’inginocchiò davanti al Maestro e gli<br />
baciò devotamente una mano scoppiando a piangere.<br />
In quel momento, fui colta da un attacco <strong>di</strong> gelosia che non riuscii<br />
a nascondere. <strong>Il</strong> Maestro doveva essere solo mio e tutto mio. Nessuna<br />
poteva prendersi, con lui, confidenze <strong>di</strong> questo tipo. Ero <strong>di</strong>ventata,<br />
ormai, una donna. Con tutte le qualità e i <strong>di</strong>fetti che una donna <strong>di</strong>mostra<br />
<strong>di</strong> avere.<br />
Dopo qualche minuto, riprendemmo il nostro viaggio, ancora una<br />
volta verso Cafarnao in Galilea.<br />
A Cafarnao, approfittando <strong>di</strong> una breve assenza del Maestro e, sempre<br />
esasperata dalla mia gelosia, cercai conforto in quelle pratiche ma-<br />
36
giche dalle quali, secondo Giovanna, dovevo stare lontana. Conobbi,<br />
casualmente, un uomo molto anziano, alto e magro, dal sorriso appena<br />
accennato. Ricordo che le forze lo reggevano a stento anche se<br />
non aveva perso autorevolezza e luci<strong>di</strong>tà. Gli chiesi se, un giorno, il<br />
Maestro sarebbe stato mio come io sarei stata sua. La reazione del vecchio<br />
a questa mia domanda mi apparve incerta, forse un po’ timorosa.<br />
Mi fissò a lungo negli occhi, poi: «Sì – mi <strong>di</strong>sse dopo <strong>di</strong>versi minuti –<br />
ma non come pensi tu...». Da parte mia, mi mancò il coraggio <strong>di</strong> saperne<br />
<strong>di</strong> più. Temevo <strong>di</strong> sentirmi <strong>di</strong>re qualcosa <strong>di</strong> triste. Ringraziai il<br />
vecchio e mi lasciai andare a una stanchezza sempre più profonda.<br />
Non parlai mai a Gesù dell’incontro che avevo avuto e delle parole<br />
che aveva pronunciato quel vecchio così misterioso. Notai, però, che<br />
mi guardava in modo insolito, come se si aspettasse una spiegazione<br />
che, da me, non arrivò mai. Intanto, mi tornava spesso alla mente la<br />
frase <strong>di</strong> quell’indovino che avevo conosciuto quando, da ragazzina, gestivo<br />
la taverna <strong>di</strong> mio padre. «Sei destinata ad avere più dolori che<br />
gioie perché conoscerai un <strong>segreto</strong> che nessuno può ancora conoscere».<br />
Come sempre, il ricordo <strong>di</strong> quella frase riusciva a turbarmi e ad aumentare<br />
quella maledetta ansia che era <strong>di</strong>ventata la sgradevole compagna<br />
della mia vita. Mi chiedevo spesso se Dio volesse punirmi per<br />
qualche mancanza che avevo commesso senza accorgermene. Ma non<br />
riuscivo a trovarla. <strong>Il</strong> Maestro mi aveva insegnato che non esistono<br />
uomini senza colpe e che non è lecito farsi troppe domande. «<strong>Il</strong><br />
mondo è sopra l’uomo e Dio è sopra il mondo» <strong>di</strong>ceva per ricordarci<br />
che dovevamo accettare le incognite della vita come il povero Giobbe.<br />
Ma ne era, poi, così convinto?<br />
Sistemati a Cafarnao, stavamo per andare in sinagoga quando un<br />
uomo, posseduto da uno spirito immondo, gridò all’in<strong>di</strong>rizzo del Maestro:<br />
«Cosa c’entri tu con noi? Io so chi sei e cosa sei venuto a fare. Hai<br />
portato qui la tua prostituta per impestarci tutti. Tu vuoi rovinarci!».<br />
<strong>Il</strong> maestro restò impassibile, abituato com’era a espressioni <strong>di</strong> questo<br />
tipo. Sapeva perfettamente che uno spirito estraneo aveva preso possesso<br />
<strong>di</strong> quell’uomo parlando per suo tramite e determinandone il comportamento.<br />
Ma la sua parola fu più forte dello spirito immondo: «Taci<br />
– gli or<strong>di</strong>nò – esci da quest’uomo!». E lo spirito immondo, gridando<br />
forte, uscì dall’ossesso fra la meraviglia <strong>di</strong> tutti i presenti che furono<br />
37<br />
Capitolo IV
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
presi da timore reverenziale nei confronti del Maestro. Intanto, l’indemoniato<br />
crollava pesantemente appoggiandosi alla porta <strong>di</strong> casa sua.<br />
Notai che uno dei capi della sinagoga guardava il Maestro con<br />
grande interesse. «Cosa sono, secondo te, questi fenomeni?» gli chiese.<br />
«Senz’altro è un emissario <strong>di</strong> Satana che entra in contatto con il<br />
mondo dei vivi – gli rispose il Maestro – <strong>Il</strong> suo scopo è quello <strong>di</strong> risvegliare<br />
in noi quella parte perversa che dobbiamo, invece, reprimere.<br />
Va eliminato subito, senza pietà, perché si tratta <strong>di</strong> una presenza che<br />
si moltiplica velocemente».<br />
Mi ripromisi <strong>di</strong> ricordare al Maestro <strong>di</strong> affrontare questo argomento<br />
anche con gli “altri”, quando ci saremmo rincontrati nel nostro rifugio.<br />
Era opportuno che anche loro sapessero come comportarsi in occasioni<br />
<strong>di</strong> questo tipo.<br />
NOTE CAPITOLO IV<br />
12. Matteo 9/18–25<br />
13. Luca 7/11–17<br />
14. dei quali si sa pochissimo<br />
15. Marco 6/2–3: sì! La famiglia <strong>di</strong> Giuseppe era veramente numerosa!<br />
38
CAPITOLO V<br />
I <strong>di</strong>scepoli si ritrovano uniti nella casupola che funge da rifugio. Molti<br />
<strong>di</strong> loro espongono quanto emerso nei loro viaggi. A ognuno il Maestro<br />
fornisce argomenti più che convincenti. Arriva il momento <strong>di</strong> rimettersi<br />
in viaggio. Gesù parte per Magdala con <strong>Maddalena</strong> e con<br />
Simone lo zelota, il più irrequieto del gruppo.<br />
39
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
40
Due settimane più tar<strong>di</strong> ci ritrovammo, tutti, nel nostro rifugio per<br />
scambiare le nostre esperienze. La temperatura esterna era fresca e<br />
gradevole. L’aria dello stanzone dove ci stavamo riunendo non era<br />
soffocante come al solito. È chiaro che, con questa riunione, il Maestro<br />
voleva infondere fiducia nei suoi <strong>di</strong>scepoli e, ancora una volta,<br />
per raggiungere questo obiettivo, <strong>di</strong>mostrava <strong>di</strong> preferire la parola<br />
orale rispetto a quella scritta. Giovanni si sedette vicino a me. Vi<strong>di</strong><br />
che il suo sguardo era pieno <strong>di</strong> ansia e <strong>di</strong> attesa come, del resto, quello<br />
<strong>di</strong> quasi tutti i <strong>di</strong>scepoli. <strong>Il</strong> Maestro se ne accorse e decise <strong>di</strong> iniziare.<br />
Simone detto Pietro prese la parola a nome <strong>di</strong> tutti i <strong>di</strong>scepoli. Le<br />
perplessità che avevano sollevato le persone avvicinate erano, secondo<br />
lui, facilmente identificabili. Molti credevano che venisse prospettata<br />
una nuova religione in contrasto con quella mosaica, ipotesi<br />
che faceva tremare <strong>di</strong> sdegno qualsiasi ebreo giustamente devoto. Le<br />
esortazioni al pentimento e alla conversione risultavano, invece, comprese<br />
e accettate da tutti, mentre l’avvento del Regno dei Cieli si era<br />
rivelato un concetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile comprensione. Molta curiosità aveva<br />
suscitato, infine, tutto quanto riguardava il destino dell’uomo dopo<br />
la morte.<br />
<strong>Il</strong> Maestro, che aveva ascoltato con molta attenzione l’intervento <strong>di</strong><br />
Simone detto Pietro, iniziò col dare una prima risposta che risultò assolutamente<br />
convincente. «Noi – iniziò – non abbiamo alcuna intenzione<br />
<strong>di</strong> creare un nuovo movimento religioso. Voglio <strong>di</strong>re – precisò<br />
– che ci muoveremo sempre all’interno della tra<strong>di</strong>zione profetica<br />
d’Israele e della legge mosaica. Tuttavia, gli eletti che risponderanno<br />
alla nostra chiamata formeranno, con noi una comunità alternativa,<br />
sempre, però, all’interno dell’ebraismo. Va da se – concluse – che su<br />
41<br />
Capitolo V
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
questo punto dovete essere molto chiari, proprio per riuscire a rassicurare<br />
chi ci guarda ancora con ingiustificata <strong>di</strong>ffidenza».<br />
«Pentimento e conversione: cosa dobbiamo intendere con questi<br />
due termini?» intervenne Giuda <strong>di</strong> Kerijot. «Di cosa si devono pentire<br />
i nostri fratelli che muoiono, letteralmente, <strong>di</strong> fame e <strong>di</strong> stenti? Quali<br />
peccati possono aver commesso?». «Ve<strong>di</strong> Giuda – rispose pacatamente<br />
Gesù – so perfettamente che la fame e gli stenti cui fai riferimento<br />
possono portare prima alla <strong>di</strong>sperazione e, quin<strong>di</strong>, all’abiezione morale.<br />
Non mi faccio illusioni <strong>di</strong> alcun tipo. <strong>Il</strong> nostro compito – aggiunse<br />
– è quello <strong>di</strong> dare (in un contesto quale quello che hai<br />
descritto) non la speranza, ma la certezza dell’avvento <strong>di</strong> un regno<br />
dove gli ultimi saranno i primi». «Maestro – prese la parola Simone lo<br />
Zelota – dobbiamo porci come missione quella <strong>di</strong> spiegare quanto hai<br />
appena detto ai sacerdoti, alle guar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Erode e ai soldati romani.<br />
Può darsi che aprano gli occhi...». «Ci arriveremo, ci arriveremo – fu<br />
la risposta <strong>di</strong> Gesù – noi o chi verrà dopo <strong>di</strong> noi». «Come dobbiamo<br />
comportarci con chi rifiuta il messaggio?» incalzò Giuda. «Dovete tenere<br />
presente che l’uomo è attirato più dal male che dal bene. Questo<br />
mondo è dominato da Satana. Dovete o<strong>di</strong>are il peccato, ma amare<br />
il peccatore. Siamo qui per i peccatori e non per i giusti. Guai a chi<br />
giu<strong>di</strong>ca, guai a chi non ha pietà per chi cade. Ricordatevi come mi<br />
comportai quando gli scribi e i farisei volevano lapidare un’adultera...»<br />
rievocò, ancora commosso dal ricordo <strong>di</strong> quell’episo<strong>di</strong>o lontano. 16<br />
«Ho avvicinato un sacerdote <strong>di</strong> grande preparazione – intervenne<br />
Giacomo – Secondo lui il Regno <strong>di</strong> Dio è una nostra invenzione visto<br />
che, nell’Antico Testamento, questa espressione è praticamente assente.<br />
17 Non ho saputo cosa rispondergli...».<br />
<strong>Il</strong> viso <strong>di</strong> Gesù si fece serio, attento, forse un po’ preoccupato. «Non<br />
posso dare torto a questo sacerdote visto che io stesso mi collego, soprattutto,<br />
alla pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Giovanni Battista – ammise il Maestro<br />
– Giovanni – proseguì – ci ha rivelato che Dio sta per realizzare un<br />
Regno con gli uomini che vivono sulla terra. Questo Regno avrà inizio<br />
sulla terra d’Israele, ma sarà completato nei cieli dopo la fine <strong>di</strong><br />
questo mondo». «Ma, in definitiva, quando parliamo <strong>di</strong> Regno <strong>di</strong> Dio,<br />
<strong>di</strong> cosa parliamo?» tornò sull’argomento Filippo, un giovane colto dotato<br />
<strong>di</strong> una personalità complessa e affascinante. <strong>Il</strong> Maestro gli rispose<br />
42
con parole semplicissime: «Prima <strong>di</strong> tutto –precisò – è importante che<br />
si capisca che voglio parlare <strong>di</strong> un Regno spirituale e non <strong>di</strong> un regno<br />
fisico e materiale. Gli uomini saranno trasformati perché si realizzerà<br />
il piano <strong>di</strong> una nuova creazione. La città costruita dall’uomo andrà in<br />
rovina e, al posto suo, sorgerà la Gerusalemme celeste. La regalità <strong>di</strong><br />
Dio scenderà sul nostro popolo e, attraverso il nostro popolo, su tutta<br />
l’umanità. Nessuno <strong>di</strong> noi soffrirà più per l’oppressione voluta da altri<br />
popoli, perché Satana sarà sconfitto da Dio una volta per tutte». «E<br />
noi, nell’attesa, cosa dobbiamo fare?» domandò Taddeo. «Dobbiamo<br />
preparare e prepararci ai tempi che verranno – gli rispose il Maestro<br />
– sapendo che tutto passa e che solo Dio resta. La fede ci sarà <strong>di</strong> grande<br />
aiuto». <strong>Il</strong> focoso Taddeo si <strong>di</strong>chiarò sod<strong>di</strong>sfatto della risposta del Maestro.<br />
Così, almeno, parve a tutti i presenti.<br />
«Maestro – intervenne Giovanni, il più giovane del gruppo – tu ci<br />
chie<strong>di</strong> <strong>di</strong> aver fiducia in Dio, ma come possiamo aver fiducia in un<br />
Dio che non interviene davanti alle atrocità che abbiamo visto durante<br />
le nostre missioni? Perché questo Dio si volta dall’altra parte?».<br />
«Ti comprendo, Giovanni. Penso <strong>di</strong> poterti rispondere ricordandoti<br />
che tutto rientra nel piano della salvezza – iniziò a spiegare il Maestro<br />
– <strong>Il</strong> Padre (come ci ha insegnato Giovanni Battista) <strong>di</strong>struggerà questo<br />
mondo corrotto per instaurare il Regno <strong>di</strong> cui abbiamo parlato. <strong>Il</strong><br />
momento è vicino. Dio – proseguì – non si volterà più dall’altra parte,<br />
ma bene<strong>di</strong>rà i giusti e male<strong>di</strong>rà gli empi. La sua ira sarà terribile. <strong>Il</strong> suo<br />
volto <strong>di</strong>verrà sinistro e spaventoso. Non farti ingannare, Giovanni, il<br />
silenzio <strong>di</strong> Dio – concluse – sta per finire...!».<br />
La prospettiva del Regno <strong>di</strong> Dio affascinava Tommaso che se lo immaginava<br />
come un mondo parallelo a quello in cui vivevamo. La sua<br />
domanda andò dritta allo scopo; «Abbiamo visto chi entrerà nel<br />
Regno – <strong>di</strong>sse – ma in base a quali accuse saranno giu<strong>di</strong>cati gli empi<br />
che ne resteranno fuori?». Gesù si guardò attorno per sincerarsi che<br />
tutti seguissero la sua riposta, quin<strong>di</strong>: «Tutti – <strong>di</strong>sse – saranno giu<strong>di</strong>cati<br />
sulla carità. Avevo fame (<strong>di</strong>rà il primo angelo) e non mi hai dato<br />
da mangiare. Avevo sete e non mi hai dato da bere (<strong>di</strong>rà il secondo angelo).<br />
Ero esule e non mi hai ospitato (<strong>di</strong>rà un terzo angelo). Ero malato<br />
e non sei venuto a visitarmi (<strong>di</strong>rà un quarto angelo). Ero nudo,<br />
avevo freddo e non hai <strong>di</strong>viso con me il tuo mantello (<strong>di</strong>rà l’ultimo an-<br />
43<br />
Capitolo V
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
gelo). Chi riceverà queste accuse – riprese il Maestro – non solo non<br />
entrerà nel Regno, ma sarà condannato per sempre».<br />
Per la prima volta, vi<strong>di</strong> illuminarsi il viso, antico e severo, <strong>di</strong> Tommaso.<br />
Se perfino lui riusciva a superare i suoi dubbi potevamo sperare<br />
nel successo della nostra missione. Anche se gli insuccessi e le delusioni<br />
stavano sempre in agguato.<br />
Matteo si <strong>di</strong>mostrò d’accordo su tutto e ci stava descrivendo i suoi<br />
incontri con dei mistici, <strong>di</strong> fede <strong>di</strong>chiaratamente apocalittica, quando<br />
si fermò <strong>di</strong> colpo, impallidendo. Mi guardai attorno e trasalii. Alle nostre<br />
spalle, seduti accanto alla pesante porta <strong>di</strong> legno, dei bambini<br />
magri, sporchi e vestiti <strong>di</strong> soli stracci ci guardavano con o<strong>di</strong>o come<br />
animali selvatici. Matteo, sopraffatto dalla compassione, li guardava<br />
indeciso sul come aiutarli. Ricordo che Susanna esclamò: «Hanno<br />
fame!». Matteo, a questo punto, si rivolse a Giovanna: «Tieni per noi<br />
lo stretto necessario e dà da mangiare a questi bambini. Sia così per<br />
ogni giorno che i bambini verranno da noi. Che la loro fame non <strong>di</strong>venti<br />
o<strong>di</strong>o e malattia!».<br />
Giovanna si coprì con cura il viso ed eseguì l’or<strong>di</strong>ne. Rannicchiato<br />
in un angolo il Maestro, solo, in silenzio, la fronte poggiata sulle ginocchia,<br />
ci appariva come vinto da un dolore insopportabile. Nessuno<br />
osava rivolgergli la parola. «Devi tornare a pescare. La famiglia si sta<br />
allargando» esclamò ad un tratto rivolgendosi a Simone detto Pietro.<br />
<strong>Il</strong> rude pescatore <strong>di</strong> Cafarnao obbedì. Giacomo e Giovanni lo seguirono.<br />
Bisognava pensare, prima <strong>di</strong> tutto, a quei bambini affamati.<br />
Dopo qualche giorno, alcuni <strong>di</strong>scepoli manifestarono il desiderio<br />
<strong>di</strong> riprendere la pre<strong>di</strong>cazione itinerante. Gesù raccomandò a tutti <strong>di</strong><br />
chiedere in quale misura gli ebrei attendessero l’avvento del Messia.<br />
Dal canto suo, decise <strong>di</strong> mettersi in viaggio e mi confermò come sua<br />
compagna In più, “volle” con sé anche Simone lo zelota al quale raccomandò<br />
più volte <strong>di</strong> frenare la sua istintiva pre<strong>di</strong>sposizione a mettersi<br />
nei guai.<br />
Simone lo zelota era un ragazzone buono, ma immaturo. Provocato,<br />
poteva <strong>di</strong>ventare intollerante e rissoso. Probabilmente, Gesù lo<br />
volle con sé proprio per smussare gli angoli del suo carattere.<br />
Ci avviammo, quin<strong>di</strong>, in tre, verso Magdala, dove mi aveva “raccolto”<br />
mio padre. La strada da percorrere sembrava interminabile.<br />
44
L’unico a non sentire la fatica era Simone lo zelota che portava sulle<br />
spalle quel peso che ci avrebbe assicurato la sopravvivenza per qualche<br />
giorno. Alla porta <strong>di</strong> Magdala, segnalai al Maestro un povero che<br />
aveva bisogno delle nostre cure. Si trattava <strong>di</strong> un vecchio malato, piccolo,<br />
malfermo sulle gambe, <strong>di</strong> età indefinibile. Aveva lo sguardo <strong>di</strong><br />
chi, dalla vita, si aspetta solo dolore e miseria e si meravigliò che ci offrissimo<br />
<strong>di</strong> aiutarlo. <strong>Il</strong> Maestro fece quanto era in grado <strong>di</strong> fare. «Siate<br />
benedetti» ci <strong>di</strong>sse il vecchio quando ci salutammo. «Benedetto sia il<br />
Padre» gli rispose il Maestro, <strong>di</strong>spiaciuto <strong>di</strong> non essere riuscito a fare<br />
<strong>di</strong> più. Poi si mise in cammino davanti a noi vittima, forse, <strong>di</strong> uno dei<br />
suoi momenti <strong>di</strong> depressione profonda durante i quali si rivelava vulnerabile.<br />
Come noi, forse <strong>di</strong> più.<br />
Simone lo zelota, che assumeva spesso atteggiamenti protettivi nei<br />
suoi confronti, affermava che Gesù vedeva segni lontani che noi non<br />
potevamo immaginare. Si spinse fino al punto <strong>di</strong> rivelarmi che Pietro,<br />
Giovanni e Giacomo erano convinti che Gesù fosse, spesso, portato<br />
in regioni lontane dove entrava in contatto con spiriti dai quali riceveva<br />
consigli e rivelazioni.<br />
Da parte mia, i suoi lunghi silenzi mi davano angoscia e cercavo <strong>di</strong><br />
superarla <strong>di</strong>alogando mentalmente con lui. Era un rime<strong>di</strong>o per sentirmi<br />
meno sola. Ma il vuoto che provavo in quei momenti restava,<br />
comunque, incolmabile. La verità è che avevo bisogno <strong>di</strong> sentire il<br />
calore del suo corpo, avevo bisogno <strong>di</strong> abbandonarmi, piccola e debole,<br />
fra le sue braccia. <strong>Il</strong> mio corpo <strong>di</strong> giovane donna e la mia sensualità<br />
(ormai definita) bussavano continuamente alla porta.<br />
Quella notte, mentre Simone lo zelota dormiva profondamente,<br />
decisi <strong>di</strong> avvicinarmi al Maestro. Gesù dormiva, finalmente sereno,<br />
avvolto nel suo “caffettano” 18 lungo e bianco. Provavo un’emozione<br />
fortissima che mi spezzava il respiro. Capivo che quel pochi minuti<br />
potevano cambiare la mia vita. Fu in quel momento che il Maestro si<br />
svegliò e mi fissò con un sorriso strano, fra il confuso e il sorpreso.<br />
Ricordo che allargò le braccia e che mi tenne vicino per tutta la notte<br />
senza che accadesse quello che, stranamente, non desideravo più. Vicino<br />
al Maestro mi sentivo protetta da tutto e da tutti. Le pre<strong>di</strong>zioni<br />
in base alle quali avrei avuto più dolori che gioie e quel <strong>segreto</strong> che<br />
avrebbe con<strong>di</strong>zionato tutta la mia vita mi apparivano come qualcosa<br />
45<br />
Capitolo V
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
<strong>di</strong> indefinito, lontano nello spazio e remoto nel tempo. Per il momento,<br />
mi sentivo serena come quando, da piccola, facevo brutti sogni<br />
e il mio tenerissimo padre mi riaddormentava ninnandomi.<br />
NOTE CAPITOLO V<br />
16. Giovanni 8–1/11.<br />
17. V. Dizionario della Bibbia – Zanichelli – voce: “Regno <strong>di</strong> Dio”, pag. 709.<br />
18. Intendere: una specie <strong>di</strong> veste maschile lunga e con maniche molto larghe.<br />
46
CAPITOLO VI<br />
Gesù incontra un rabbino che, forse, sta perdendo la fede e, in questa<br />
occasione, si rivela un enigma anche per se stesso. Questo mondo appartiene<br />
a Dio oppure a Satana? Gesù fornisce ai <strong>di</strong>scepoli una spiegazione<br />
che risulta convincente. Intanto si prepara a <strong>di</strong>rigersi verso<br />
Nazaret per rincontrare sua madre.<br />
47
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
48
Alle prime luci dell’alba ci mettemmo in cammino verso un piccolo<br />
centro nel sud della Galilea. Fummo “accolti” da casupole basse senza<br />
finestre, da qualche animale affamato e da un ven<strong>di</strong>tore ambulante<br />
che esibiva verdura che stava marcendo. Simone lo zelota, davanti a<br />
un quadro del genere, cambiò umore. Viveva nel suo intimo il<br />
dramma della sua gente. I romani restavano, per lui, invasori da <strong>di</strong>struggere<br />
a tutti i costi e con qualsiasi mezzo. Notai il suo sguardo<br />
cupo e lo sentii mormorare frasi piene <strong>di</strong> delusione e <strong>di</strong> rabbia. Solo<br />
Gesù riusciva a tenere sotto controllo i tanti demoni che lo tentavano<br />
<strong>di</strong> continuo spingendolo a raggiungere le bande degli zeloti.<br />
Gesù aveva scelto questo piccolo centro a sud della Galilea perché<br />
Bartolomeo <strong>di</strong> Cana 19 e Andrea (fratello <strong>di</strong> Simone detto Pietro) volevano<br />
proporgli un incontro con un rabbino del luogo, desideroso <strong>di</strong> conoscere<br />
meglio il capo <strong>di</strong> questa nuova comunità che si stava formando.<br />
Tutti e tre eravamo taciturni e un po’ tristi, desiderosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre<br />
la nostra solitu<strong>di</strong>ne con altri <strong>di</strong>scepoli. Per questo motivo, l’incontro<br />
con Andrea e Bartolomeo fu causa <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> abbracci fraterni. Mangiammo,<br />
assieme, del pane e bevemmo qualche sorso <strong>di</strong> vino. Ci sentivamo<br />
finalmente felici come quando eravamo ragazzi.<br />
<strong>Il</strong> sole si avviava allo zenit. Dovevamo tornare alla nostra missione.<br />
Vi<strong>di</strong> Bartolomeo che bisbigliava qualcosa all’orecchio <strong>di</strong> Andrea, tenendosi<br />
una mano davanti alla bocca. «Maestro – <strong>di</strong>sse Andrea – Quel<br />
rabbì <strong>di</strong> cui ti abbiamo parlato ci aspetta. È – aggiunse – un uomo giusto<br />
e ha una buona cultura. Sta, però, attraversando un momento <strong>di</strong>fficile.<br />
Forse ha perso la fede e cerca <strong>di</strong> ritrovarla. «An<strong>di</strong>amo» <strong>di</strong>sse<br />
Gesù alzandosi. Bartolomeo e Andrea si incamminarono sulla sabbia<br />
bollente del deserto. Noi tre li seguivamo, in silenzio, sotto un sole<br />
implacabile.<br />
49<br />
Capitolo VI
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
Dopo pochi minuti, facemmo conoscenza con il rabbino. Era un<br />
uomo abbastanza alto, magro, calvo, sulla quarantina d’anni. Appariva<br />
<strong>di</strong>sinvolto, curato nella persona e sicuro <strong>di</strong> sé. Ci in<strong>di</strong>cò un tavolo<br />
pieno <strong>di</strong> frutta e ci invitò a prendere posto. Vi<strong>di</strong> che mi guardava con<br />
insistenza. Senz’altro, non riusciva a spiegarsi la presenza <strong>di</strong> una<br />
donna in un gruppo <strong>di</strong> uomini. 20 Gesù gliene spiegò il motivo, cosa<br />
che lo incoraggiò a presentarci la sua compagna: una donna con un bel<br />
viso palestinese, antico, fiero e severo. <strong>Il</strong> rabbino bevve qualche sorso<br />
<strong>di</strong> vino bianco, ci rivolse un sorriso appena accennato e formulò con<br />
cura la prima domanda.<br />
«Chi sei veramente? – domandò rivolgendosi a Gesù – Giovanni Battista<br />
è morto prima <strong>di</strong> riuscire a rispondere a questa domanda che ti riguarda<br />
e, fra noi, rappresenti, quin<strong>di</strong>, un mistero. Io non riesco a pensare<br />
che tu sia solo un taumaturgo dotato <strong>di</strong> poteri che non riusciamo ancora<br />
spiegare. Dimmi – concluse con tono paterno – sei tu il Messia?».<br />
Davanti a una domanda così precisa, la risposta <strong>di</strong> Gesù fu altrettanto<br />
chiara. «Se tu, per Messia, inten<strong>di</strong> uomini come Teuda 21 o come<br />
Giuda il galileo – rispose – devo <strong>di</strong>rti <strong>di</strong> no. Se invece – proseguì – ti<br />
riferisci a un me<strong>di</strong>atore scelto da Dio per salvare il popolo d’Israele,<br />
posso risponderti <strong>di</strong> sì». Seguì un attimo <strong>di</strong> silenzio, poi Gesù riprese<br />
la parola: «In ogni caso – raccomandò – preferisco che si parli <strong>di</strong> me<br />
definendomi “figlio dell’uomo” proprio per sottolineare la mia natura<br />
<strong>di</strong> servo dei servi <strong>di</strong> Dio. Sarà il Padre a decidere se e quando potrò definirmi<br />
Messia».<br />
<strong>Il</strong> rabbino mangiò lentamente un piccolo frutto rosso e guardò intensamente<br />
Gesù come se stesse pensando al significato delle parole<br />
che aveva appena ascoltato, poi: «Ma chi ti ha investito <strong>di</strong> questa autorità?»<br />
domandò. « Quando ho ricevuto il battesimo da Giovanni Battista<br />
non avevo ancora coscienza della mia missione – rispose il<br />
Maestro – Ero solo uno dei tanti ebrei, provenienti dalle file degli esseni,<br />
che accettavano il suo messaggio sul pentimento e sulla conversione<br />
in vista dell’avvento del Regno dei Cieli. Quando arrivò mio<br />
turno Giovanni mi guardò <strong>di</strong>sorientato, come fosse stato colpito da<br />
una visione. Poi, prese nel palmo della mano un po’ d'acqua del Giordano<br />
e me la versò sulla testa pronunciando una frase misteriosa e<br />
iniziatica».<br />
50
Stavamo tutti in silenzio affascinati dal racconto e dalla personalità<br />
magnetica del Maestro quando il rabbino, che ascoltava con molta attenzione,<br />
gli fece una domanda precisa: «Quale frase ti <strong>di</strong>sse?». Gesù<br />
aggrottò le folte sopracciglia che lo facevano sembrare meno giovane,<br />
bevve un sorso <strong>di</strong> vino forse per prendere tempo, poi: «Mi ha detto:<br />
sei il figlio dell’uomo nel quale Dio si è compiaciuto 22 – rispose – una<br />
frase che mi provocò un turbamento che è <strong>di</strong>fficile da descrivere. Nei<br />
giorni seguenti – proseguì – cercai <strong>di</strong> rintracciare Giovanni per domandargli<br />
il senso <strong>di</strong> questa frase. Mi <strong>di</strong>ssero, però, che Erode Antipa<br />
lo aveva fatto arrestare, forse perché Giovanni lo accusava pubblicamente<br />
<strong>di</strong> adulterio e <strong>di</strong> crudeltà nei confronti del nostro popolo».<br />
«Smarrito, mi recai nel deserto per guardare dentro me stesso. Fu in<br />
quei giorni che avvertii la presenza <strong>di</strong> Dio, non vicino a me, ma dentro<br />
<strong>di</strong> me. 23 Fu in quei giorni – confermò – che decisi <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care la mia vita<br />
al piano della salvezza, voluto da Dio e affermato da Giovanni Battista».<br />
«Ci hai detto – riprese il Rabbino – che la missione <strong>di</strong> questo figlio<br />
dell’uomo non è quella <strong>di</strong> portare guerra, ma pace. Molti sacerdoti più<br />
colti <strong>di</strong> me – proseguì – fanno parte <strong>di</strong> una corrente <strong>di</strong> pensiero che arriva<br />
a conclusioni che mi lasciano perplesso». «Quali?» domandò il Maestro.<br />
«Partono dal peccato originale – gli rispose il rabbino – La colpa,<br />
cioè dei nostri progenitori che ricadrebbe su tutti i <strong>di</strong>scendenti per<br />
l’eternità. Dico “ricadrebbe” perché il figlio dell’uomo, secondo loro, si<br />
farà carne per assumere su <strong>di</strong> sé questo peccato e riscattare, con il sacrificio<br />
della sua vita, tutta l’umanità. Qual è il tuo pensiero su questa ipotesi?».<br />
«È un’ipotesi primitiva e tribale – gli rispose il Maestro – che ci<br />
<strong>di</strong>pinge un Dio spietato e ven<strong>di</strong>cativo. Un Dio assetato <strong>di</strong> sangue che,<br />
per placare la sua ira, ha bisogno <strong>di</strong> sacrificare un innocente. È un’ipotesi<br />
mostruosa. Dio non può essere più ingiusto del più ingiusto degli<br />
uomini. Qualora lo fosse (e non può esserlo) – concluse – non potremmo<br />
che o<strong>di</strong>arlo. È Satana che ha bisogno del sangue, non Dio!».<br />
Ci aspettavamo che le parole del Maestro provocassero una <strong>di</strong>scussione,<br />
ma non fu così. <strong>Il</strong> rabbino si <strong>di</strong>mostrò gentile, ma scettico. Forse<br />
avevamo turbato la sua vita senza scosse introducendolo in un universo<br />
inquietante che, tutto sommato, gli faceva paura. Ci congedò,<br />
comunque, con molta cortesia regalandoci cinque piccoli sacchi pieni<br />
<strong>di</strong> frutta e <strong>di</strong> focaccine. Salutammo con gratitu<strong>di</strong>ne e riprendemmo il<br />
51<br />
Capitolo VI
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
cammino. Questa coppia così triste e sola ci aveva messo <strong>di</strong> cattivo<br />
umore. «Hanno seppellito da tempo il cervello» fu, in sintesi, il parere<br />
<strong>di</strong> Bartolomeo. «Del resto, non possiamo sconvolgere la vita <strong>di</strong> chi<br />
non ce lo chiede» <strong>di</strong>sse il Maestro quasi parlando fra sé e sé. Si vedeva,<br />
comunque, che era deluso e che si sentiva incompreso.<br />
Continuavamo a camminare lentamente con un senso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne<br />
opprimente e con la preoccupazione <strong>di</strong> perderci. Fra noi si stava insinuando<br />
una certa sfiducia nei confronti della nostra missione. Solo<br />
le certezze <strong>di</strong> Gesù sembravano incrollabili.<br />
Eppure, anche lui vedeva villaggi popolati da uomini soli, <strong>di</strong>sperati<br />
e senza futuro. Mon<strong>di</strong> dove la prepotenza appariva come un male necessario<br />
per sopravvivere e dove rancore, o<strong>di</strong>o e ingiustizia regnavano<br />
ovunque.<br />
Senza farmi accorgere guardai il viso dei tre <strong>di</strong>scepoli che camminavano<br />
con noi. Intuii che vivevano nel loro animo la trage<strong>di</strong>a della<br />
loro gente e l’orrore della miseria umana. Da parte mia, mi rifugiavo<br />
nella speranza che portassimo un minimo <strong>di</strong> conforto a questa povera<br />
gente. Ma mi rendevo conto che si trattava <strong>di</strong> una goccia nel fiume.<br />
Simone lo Zelota, davanti agli “spettacoli” che si presentavano ai<br />
nostri occhi non riuscì a nascondere, per l’ennesima volta, tutto il suo<br />
o<strong>di</strong>o nei confronti dei romani. Ma fu Andrea che fece al Maestro una<br />
domanda che i <strong>di</strong>scepoli si ponevano <strong>di</strong> frequente. «Come mai – chiese<br />
– Dio che, per definizione, è amore lascia che il male e il dolore si <strong>di</strong>ffondano<br />
sempre <strong>di</strong> più nel nostro mondo? Perché, dovunque an<strong>di</strong>amo,<br />
sono sempre le tenebre a prevalere?». Gesù rivolse ad Andrea<br />
un sorriso pieno <strong>di</strong> comprensione e rispose, per la prima volta, in termini<br />
nuovi che ci lasciarono sconcertati.<br />
«Vorrei tanto risponderti, Andrea – iniziò – ricorrendo a formule<br />
tanto care ai nostri sacerdoti quali: che la volontà <strong>di</strong>vina è imperscrutabile,<br />
che tutto ciò che chiamiamo male non può venire da Dio, che<br />
Dio può, comunque, trarre il bene anche dal male, che Dio non vuole<br />
il male, ma che lo permette per rispettare la libertà umana, ma...».<br />
Dopo qualche secondo <strong>di</strong> attesa, fu Bartolomeo che invitò il Maestro<br />
a terminare la frase lasciata in sospeso. Gesù gli rivolse uno<br />
sguardo pensieroso, poi: «...ma penso che vi ingannerei. La verità è<br />
che questo mondo che ci sconvolge appartiene a Satana e non a Dio.<br />
52
Per questo, Dio lo vuole <strong>di</strong>struggere» affermò scandendo le parole una<br />
per una per dare più forza a quanto ci aveva rivelato. «Ci <strong>di</strong>ci che questo<br />
mondo appartiene a Satana – fu la reazione quasi sgarbata <strong>di</strong> Simone<br />
lo zelota – ma a te chi lo ha detto?».<br />
La risposta del Maestro fu semplicissima e straor<strong>di</strong>nariamente<br />
chiara. Cominciò col ricordare a tutti quanto, anche lui, avesse superato<br />
prove molto <strong>di</strong>fficili che si riferivano, soprattutto, al mondo delle<br />
tentazioni. Poi: «Quando mi ritirai nel deserto – confermò – Satana mi<br />
offrì tutti i regni del mondo in cambio <strong>di</strong> una mia totale sottomissione.<br />
Io lo cacciai con forza, ma non fui in grado <strong>di</strong> sbugiardarlo. Mi resi<br />
conto che Satana è un criminale, ma che non è un impostore: se mi offriva<br />
tutti i regni del mondo – proseguì – è perché erano effettivamente<br />
in suo possesso. Dopo questa rivelazione un pensiero terribile<br />
cominciò a tormentarmi: perché Dio ci aveva dato la vita per farcela<br />
trascorrere in un mondo dominato da Satana? Non riuscii a darmi una<br />
risposta – ammise con umiltà – ma, da quel giorno, decisi <strong>di</strong> schierarmi<br />
dalla parte degli umili e degli oppressi lottando contro il male che<br />
identificai (come lo identifico adesso) con Satana, maledetto sia il suo<br />
nome. Ricordatevi – raccomandò inquieto e preoccupato – che Satana<br />
può nascondersi anche <strong>di</strong>etro un sorriso buono e gentile. Non <strong>di</strong>menticatevi<br />
che siamo stati chiamati a combatterlo e a vincerlo. <strong>Il</strong> Padre ci<br />
darà la forza che ci è necessaria. Ne sono sicuro».<br />
Le parole del Maestro si rivelarono come una porta che si apriva davanti<br />
a un mondo pieno <strong>di</strong> slanci positivi. L’entusiasmo era ritornato<br />
fra noi.<br />
Dopo qualche minuto, ci trovammo davanti a un bivio. Andrea e<br />
Bartolomeo manifestarono la loro intenzione <strong>di</strong> andare verso sud. Noi<br />
tre decidemmo, invece, <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigerci verso Nazaret dove Gesù voleva<br />
rincontrare sua madre. Li abbracciammo con affetto intensissimo e li<br />
guardammo mentre si allontanavano nel deserto: due sagome forti e<br />
virili, poi due forme in<strong>di</strong>stinte, quin<strong>di</strong>, due puntini neri che precedevano<br />
il nulla. Quando scomparvero fui presa da una tristezza profonda,<br />
quasi che andassero incontro alla morte. Giurerei che la stessa<br />
sensazione la provassero sia Gesù, che si era commosso, sia Simone lo<br />
zelota che voleva <strong>di</strong>mostrarsi rude e insensibile mentre, in fondo, non<br />
lo era affatto.<br />
53<br />
Capitolo VI
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
NOTE CAPITOLO VI<br />
19. Che alcuni stu<strong>di</strong>osi identificano con Natanaèle, il <strong>di</strong>scepolo che Filippo portò da<br />
Gesù.<br />
20. Cosa rarissima per quei tempi.<br />
21. Teuda capeggiò una rivolta antiromana stroncata nel sangue; Giuda, il galileo, fu<br />
il fondatore della setta degli zeloti.<br />
22. Frase nelle quali si sottolinea la comunione fra l’umano e il <strong>di</strong>vino.<br />
23. Ibidem.<br />
54
CAPITOLO VII<br />
Gesù arriva a Nazaret. Incontra <strong>di</strong> nuovo la madre e guarisce molti<br />
malati. È invitato a un banchetto da un fariseo. A casa del fariseo conosce<br />
una piccola prostituta che implora il suo perdono. Gesù decide<br />
<strong>di</strong> salvare il suo corpo e la sua anima provocando delle forti gelosie da<br />
parte <strong>di</strong> <strong>Maddalena</strong>. Gesù cerca <strong>di</strong> rassicurarla, ma non ci riesce. <strong>Maddalena</strong><br />
è vittima <strong>di</strong> un’ossessione.<br />
55
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
56
Camminammo in silenzio per un paio d’ore poi ci fermammo e decidemmo<br />
<strong>di</strong> passare la notte vicino a Nazaret, il villaggio del Maestro,<br />
quel villaggio che il Maestro (quando parlava della sua infanzia) definiva<br />
“il tempio della gioia”. L’indomani, facemmo visita a sua madre<br />
sempre delicata, sorridente e rassegnata. I fratelli e le sorelle non<br />
c’erano. C’erano, in compenso, <strong>di</strong>versi bambini che ci guardavano con<br />
curiosità. <strong>Il</strong> Maestro li accarezzò con dolcezza quasi affascinato dalla<br />
trasparenza dei loro sguar<strong>di</strong> innocenti. Poi, salutammo tutti con affetto<br />
e ci avviammo verso Cafarnao, a pochi chilometri dall’imbocco<br />
del fiume Giordano.<br />
<strong>Il</strong> Maestro guarì molti malati e pre<strong>di</strong>cò in sinagoga. La sua fama era<br />
ormai tale che uno dei farisei lo invitò a mangiare con lui. <strong>Il</strong> Maestro<br />
accettò e noi lo accompagnammo.<br />
Fuori dalla casa del fariseo fummo “accolti” da vecchi men<strong>di</strong>canti e da<br />
giovani prostitute che si aggiravano furtive come cagne <strong>di</strong>sperate e affamate.<br />
Gesù, sempre pronto a chinarsi verso i più deboli, or<strong>di</strong>nò a Simone<br />
lo Zelota <strong>di</strong> “sacrificare” quanto era avanzato della frutta e delle<br />
focaccine che ci aveva donato il rabbino. La prospettiva <strong>di</strong> mangiare dal<br />
fariseo ci aveva reso più generosi. Vuotammo, quin<strong>di</strong>, i piccoli sacchi.<br />
Entrati nella casa del fariseo, cominciammo a mangiare in un clima<br />
<strong>di</strong> serenità e <strong>di</strong> abbondanza. <strong>Il</strong> Maestro, seduto accanto al vecchio fariseo<br />
(che lo trattava come un figlio) sembrava aver ritrovato la serenità<br />
dei suoi momenti migliori. Stava, appunto, sorridendomi con<br />
affetto, quando una giovane prostituta che avevamo già incontrato<br />
davanti alla casa entrò e si inginocchiò, piangendo, ai suoi pie<strong>di</strong> implorando<br />
il perdono. Guardai il fariseo e gli invitati. Tutti reagivano,<br />
al gesto della prostituta, con espressioni <strong>di</strong> sdegno. Gesù, invece, sollevò<br />
da terra la ragazza, spezzò il pane con lei e la invitò a sedersi vi-<br />
57
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
cino a lui. La ragazza, però, preferì accovacciarsi ai suoi pie<strong>di</strong> come un<br />
animale domestico. La guardai con attenzione. Era magrissima, le<br />
spalle curve, i capelli corvini sciolti sulle spalle, gli occhi nerissimi e<br />
pieni <strong>di</strong> lacrime. Mi faceva compassione, ma ne avevo paura. Temevo<br />
che il Maestro, nella sua sconfinata generosità, volesse portarla con<br />
noi per salvare il suo corpo e la sua anima.<br />
Quello che temevo avvenne. Da quel momento cominciai a viaggiare<br />
in un mondo noto soltanto a me stessa. Gesù aveva nei confronti<br />
<strong>di</strong> quella ragazza delle attenzioni particolari mentre io nutrivo verso<br />
<strong>di</strong> lei sentimenti ostili. Avevo paura che la preferisse a me e che mi<br />
trascurasse. Non ragionavo più. Mi sentivo brutta e vedevo tra<strong>di</strong>menti<br />
ovunque. Mi ero sempre considerata la sua donna, ma ora il mondo<br />
che avevo immaginato stava per crollarmi addosso. Tutto questo centrava<br />
qualcosa con la profezia <strong>di</strong> quel vecchio indovino? Centrava<br />
qualcosa con quel <strong>segreto</strong> che non avrei dovuto conoscere?<br />
Le mie notti procedevano agitate, insonni, piene <strong>di</strong> brutti pensieri.<br />
Ma, proprio quando stavo per crollare, il Maestro venne finalmente<br />
a salvarmi. Si stese vicino a me, mi accarezzò il viso e mi abbracciò,<br />
cullandomi come una bambina. Quin<strong>di</strong>, volle sfiorarmi delicatamente<br />
la fronte e le tempie. Tutto questo fino a scacciare quei pensieri orribili<br />
che mi avevano tormentato per troppo tempo.<br />
Vicino a noi, Simone lo zelota dormiva respirando profondamente.<br />
La ragazza si agitava in preda a brutti sogni. Mi fece compassione e la<br />
accarezzai fino a quando mi apparve serena. Di lei sapevamo poco o<br />
niente. Ci aveva detto <strong>di</strong> chiamarsi Sara. Di provenire da una famiglia<br />
poverissima e <strong>di</strong> essere sopravvissuta vendendo, per pochi sol<strong>di</strong>, il suo<br />
gracilissimo corpo. <strong>Il</strong> Maestro mi aveva raccomandato <strong>di</strong> non farle<br />
mancare quanto le era necessario per rimettersi in forze.<br />
Guardai a lungo il Maestro. Qualcosa in lui mi sfuggiva. Intuivo, comunque,<br />
che non sarebbe mai stato mio. Era un uomo <strong>di</strong> tutti e per<br />
tutti. Dovevo rassegnarmi e respingere gli inevitabili attacchi <strong>di</strong> gelosia.<br />
Con questi pensieri, cercai conforto nel calore del suo corpo e<br />
scivolai lentamente nell’effimero mondo dei sogni. Tutto attorno solo<br />
il silenzio assoluto, tipico del deserto.<br />
L’indomani lasciai per qualche ora i miei tre compagni <strong>di</strong> viaggio e<br />
tornai verso Nazaret per comprare delle provviste e per chiedere no-<br />
58
tizie <strong>di</strong> Giacomo <strong>di</strong> Alfeo che aveva scelto i <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Nazaret per<br />
svolgere la sua pre<strong>di</strong>cazione.<br />
Ero ormai a metà strada quando un uomo <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria bellezza<br />
apparve improvvisamente ai miei occhi, venendomi incontro sorridendo.<br />
Viso delicato e occhi scuri ed espressivi, atteggiamento apparentemente<br />
sincero. «Se vai a Nazaret – mi <strong>di</strong>sse – possiamo fare assieme<br />
un pezzo <strong>di</strong> strada in modo che tu possa parlarmi dei tuoi problemi».<br />
«Non ho problemi – lo interruppi subito con decisione – e se ne avessi<br />
non vedo perché dovrei parlarne proprio con te». Lo sconosciuto mi<br />
fissò con aria complice per qualche minuto. Poi:«Cerchi <strong>di</strong> nasconderlo,<br />
ma la gelosia ti sta tormentando» affermò come se conoscesse a fondo<br />
le mie ossessioni. Pensai che fosse un angelo, ma un angelo <strong>di</strong> Dio o un<br />
angelo <strong>di</strong> Satana? Restammo a lungo in silenzio camminando fianco a<br />
fianco. Le sue parole avevano colpito nel segno e pensavo con invi<strong>di</strong>a<br />
al corpo acerbo e flessuoso della piccola Sara, così <strong>di</strong>verso dal mio così<br />
temprato dalle fatiche quoti<strong>di</strong>ane. <strong>Il</strong> Maestro poteva esserne attratto?<br />
«Se vuoi – mi <strong>di</strong>sse a un tratto lo sconosciuto quasi mi avesse letto<br />
nel pensiero – puoi far morire la tua rivale, improvvisamente o lentamente,<br />
come desideri». A quel punto, si chinò verso terra per togliere<br />
la sabbia dai calzari. La tunica bianca gli scivolò lentamente<br />
sulle spalle e notai, con raccapriccio, sulla sua schiena, un tatuaggio:<br />
un sole a sette raggi neri, segno sinistro, <strong>di</strong>ffuso fra gli adoratori <strong>di</strong><br />
Satana. Continuavo a rabbrivi<strong>di</strong>re per l’orrore, ma riuscii a concentrarmi<br />
con tutte le forze su me stessa e a gridare «vattene miserabile!»<br />
con tutto il fiato che avevo in corpo. Quando sollevai gli occhi lo sconosciuto<br />
era scomparso mentre un uomo alto e massiccio mi stava venendo<br />
incontro. Riconobbi Giacomo <strong>di</strong> Alfeo. Corsi verso <strong>di</strong> lui, lo<br />
abbracciai forte forte e scoppiai in un pianto liberatorio. Mi sentivo<br />
al sicuro, protetta da un uomo giusto.<br />
«Hai abbattuto un gigante – mi <strong>di</strong>sse Giacomo <strong>di</strong> Alfeo dopo aver<br />
ascoltato il mio racconto – ma ricordati che il principe delle tenebre<br />
può essere abbattuto in battaglia, ma solo per pochissimo tempo visto<br />
che, appena tocca terra, riprende tutta la sua terribile forza e contamina<br />
quello che tocca con le sue mani immonde. Tu – concluse – sei<br />
uscita vittoriosa da una prova <strong>di</strong>fficile smentendo chi, nel gruppo, ti<br />
considera solo una ragazza semplice e <strong>di</strong> scarse qualità. Puoi essere<br />
59<br />
Capitolo VII
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
fiera <strong>di</strong> te stessa». Da una parte, le sue parole mi spaventarono, dall’altra<br />
mi riempirono <strong>di</strong> gioia.<br />
Poco dopo, riprendemmo il cammino verso Nazaret. Io per comprare<br />
delle provviste. Giacomo <strong>di</strong> Alfeo per rincontrare Giuda <strong>di</strong> Kerijot<br />
reduce da un breve viaggio in Indumea, 24 regione <strong>di</strong> origine della<br />
sua famiglia. <strong>Il</strong> luogo dell’appuntamento era la porta laterale della sinagoga,<br />
quella che la Legge riserva alle donne.<br />
Giacomo <strong>di</strong> Alfeo teneva gli occhi bassi e cercava <strong>di</strong> evitare l’incontro<br />
con i suoi conoscenti che erano passati, clandestinamente,<br />
nelle file degli zeloti. Provava per loro un misto <strong>di</strong> ammirazione e <strong>di</strong><br />
repulsione. Avrebbe voluto <strong>di</strong>stoglierli da una vita votata a una violenza<br />
che gli appariva suicida. Era convinto che, in loro, ci fosse molto<br />
<strong>di</strong> buono e che fosse possibile che questo bene prevalesse sul male che<br />
li possedeva. Sarebbe stata una grande vittoria per lui e per il Maestro.<br />
Stava pensando a tutto questo quando Giuda <strong>di</strong> Kerijot gli mise una<br />
mano su una spalla. Era stranamente allegro. I suoi gran<strong>di</strong> occhi scuri<br />
mi <strong>di</strong>cevano che era felice <strong>di</strong> ritrovarsi tra noi. La borsa che gli pendeva<br />
da un fianco (e che lui stesso, ogni tanto, accarezzava) ci ricordava<br />
che era l’avveduto amministratore del nostro piccolo gruppo.<br />
Giacomo <strong>di</strong> Alfeo, che camminava davanti a me, mi lanciava, <strong>di</strong><br />
tanto in tanto, qualche sguardo preoccupato. Secondo me, aveva capito<br />
che qualcosa mi stava spingendo verso una depressione profonda.<br />
Forse, un senso <strong>di</strong> colpa fatto <strong>di</strong> tentazioni mostruose e <strong>di</strong> pensieri <strong>di</strong>sumani.<br />
Un’autentica <strong>di</strong>scesa negli inferi che mi faceva trovare davanti<br />
a me stessa, così come ero realmente. Almeno in quei brutti<br />
momenti.<br />
«Perché non ti confi<strong>di</strong> con me?» mi chiese a un tratto Giacomo <strong>di</strong><br />
Alfeo con tono <strong>di</strong> garbato rimprovero. Giacomo <strong>di</strong> Alfeo era un uomo<br />
chiuso e razionale. Eppure, approfittando <strong>di</strong> una breve assenza <strong>di</strong><br />
Giuda, decisi <strong>di</strong> aprirgli il mio cuore. «Ti ho già detto, Giacomo – iniziai<br />
– che sono innamorata del Maestro fino al punto <strong>di</strong> essere gelosa<br />
<strong>di</strong> Sara, la piccola prostituta che il Maestro ha preso con noi. Ti ho<br />
detto anche – proseguii – che Satana si è messo a mia <strong>di</strong>sposizione per<br />
farla morire al prezzo della mia anima, offerta che io ho rifiutato con<br />
in<strong>di</strong>gnazione. Quello che non ti ho detto – conclusi – è che non sono<br />
libera dalla tentazione e che (mi vergogno a <strong>di</strong>rlo) sarei felice se Sara<br />
60
morisse...». Giacomo mi rivolse uno sguardo comprensivo e penetrante,<br />
poi: «Quel Signore che può liberarci dal dolore e dalla paura –<br />
mi rispose – può liberarci anche da un sentimento tenace e perverso<br />
come quello che ti tormenta. Qui a Nazaret c’è un vecchio rabbino,<br />
un uomo gra<strong>di</strong>to a Dio e agli uomini. An<strong>di</strong>amo a trovarlo. Potrà senz’altro<br />
aiutarti».<br />
Fu così che ci trovammo davanti al rabbino <strong>di</strong> Nazaret, un uomo<br />
vecchio e stanco, ma attento e sveglio, dallo sguardo buono e intelligente.<br />
Mi trattò da subito come se mi conoscesse da tempo, cosa che<br />
mi facilitò nel decidere <strong>di</strong> confessargli tutto, senza omettere assolutamente<br />
niente, anche i cattivi pensieri <strong>di</strong> cui mi vergognavo <strong>di</strong> più. In<br />
un angolo, seduto per terra, con la fronte sulle ginocchia, Giacomo<br />
<strong>di</strong> Alfeo riusciva a far <strong>di</strong>menticare la sua presenza.<br />
«Dimmi figlia – m’invitò cortesemente il rabbino – quali sono, in<br />
particolare, i sospetti e le fantasie che ti ossessionano e che ti fanno<br />
soffrire?». Istintivamente, strinsi le tempie fra il pollice e il me<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
una mano, poi: «Ogni notte – gli risposi – sogno le mani del Maestro<br />
che l’accarezzano e la sua voce che le mormora parole d’amore. Ogni<br />
notte sogno che il Maestro la spoglia e la bacia dolcemente <strong>di</strong>cendole<br />
che l’ama. Ogni notte, l’invi<strong>di</strong>a prende il sopravvento. Penso che vorrei<br />
trovarmi io al posto della piccola Sara ed essere io l’oggetto dei desideri<br />
d’amore del Maestro. Che colpa ne ho se non riesco a togliermi<br />
questi pensieri orribili dalla mia povera testa? Tutto il mio mondo sta<br />
<strong>di</strong>ventando misterioso, impuro e sinistro: che devo fare?». Per qualche<br />
istante il rabbino restò in silenzio, sembrava che pregasse. Fissava<br />
con intensità un grande candelabro a sette braccia posto su un<br />
tavolo che occupava quasi tutta la parete della stanza in cui ci aveva<br />
accolti. Forse gli mancavano le forze e faceva fatica a respirare. Alla<br />
fine, comunque, si decise a parlare.<br />
61<br />
Capitolo VII
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
NOTE CAPITOLO VII<br />
24. Regione a sud <strong>di</strong> Gerusalemme.<br />
62
CAPITOLO VIII<br />
Come fosse vittima <strong>di</strong> un sortilegio, la piccola prostituta (che ha fatto<br />
ingelosire <strong>Maddalena</strong>) passa improvvisamente dal sonno alla morte.<br />
<strong>Maddalena</strong> comprende, in questa occasione, quanto sia <strong>di</strong>fficile sottrarsi<br />
ai propri rimorsi. Questo evento doloroso provoca, nel gruppo,<br />
una serie <strong>di</strong> riflessioni che riguardano il destino dell’uomo dopo la<br />
morte con particolare attenzione alla trasmigrazione delle anime e<br />
alla resurrezione dei corpi.<br />
63
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
64
«Dio, il Dio <strong>di</strong> Abramo, <strong>di</strong> Isacco e <strong>di</strong> Giacobbe, ha dato solo ad alcuni<br />
<strong>di</strong> noi il potere <strong>di</strong> cacciare gli influssi spiritici funesti che danneggiano<br />
cose, animali o che, ad<strong>di</strong>rittura, prendono possesso <strong>di</strong> una persona,<br />
come sta accadendo a te – mi rispose il vecchio rabbino – ma –<br />
proseguì – ormai posso fare ben poco. I tuoi desideri, consapevoli o inconsapevoli,<br />
hanno spalancato le porte al principe delle tenebre. Tra<br />
poco – concluse – il cielo avrà un angelo in più mentre tu caricherai<br />
sulle tue spalle un rimorso che non ti abbandonerà mai». A questo<br />
punto, il rabbino tratteggiò con la punta del suo bastone degli strani<br />
simboli sul terreno sabbioso, mi rivolse uno sguardo che mi respingeva<br />
e: «Vattene!» mi <strong>di</strong>sse restando seduto, immobile, come sopraffatto<br />
da brutti presentimenti.<br />
Uscimmo, confusi e turbati, dalla porta laterale della sinagoga e ci<br />
incontrammo, quasi subito, con Giuda <strong>di</strong> Kerijot. Come nei programmi,<br />
caricammo le nostre bisacce <strong>di</strong> frutta e <strong>di</strong> focacce e c’incamminammo<br />
verso la piccola oasi dove avevamo lasciato Gesù, Sara e<br />
Simone lo zelota. Trovammo solo Gesù che appariva sconvolto. La<br />
piccola Sara era passata serenamente dal sonno alla morte. Simone lo<br />
zelota era riuscito a portarne il corpo nel primo centro abitato raggiungibile<br />
e si stava occupando <strong>di</strong> tutto quanto riguardava la sua sepoltura.<br />
È impossibile descrivere quali fossero i miei sentimenti. In<br />
quegli istanti, mi resi conto quanto fosse impossibile sottrarsi ai propri<br />
rimorsi.<br />
«Era troppo debilitata per affrontare le avversità della vita – ci <strong>di</strong>sse<br />
Gesù avvilito e demoralizzato, come non l’avevo mai visto –. A noi –<br />
proseguì – non resta che chinare la testa e accettare le decisioni del<br />
Padre». Seguì qualche minuto <strong>di</strong> silenzio, poi: «Ma, adesso, la piccola<br />
65<br />
Capitolo VIII
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
Sara dov’è? – chiese Giacomo <strong>di</strong> Alfeo rivolgendosi <strong>di</strong>rettamente al<br />
Maestro – cos’è esattamente la morte?».<br />
<strong>Il</strong> Maestro guardò per qualche istante nel vuoto e si preparò, concentratissimo,<br />
a rispondere. «È sempre <strong>di</strong>fficile parlare della morte,<br />
quasi che si trattasse <strong>di</strong> un argomento scabroso da evitare assolutamente<br />
– iniziò – Io – proseguì – posso <strong>di</strong>rti <strong>di</strong> essere entrato, a suo<br />
tempo, in contatto con gruppi <strong>di</strong> mistici. Credevano che i morti continuassero<br />
a vivere nell’oltretomba e che avessero la possibilità <strong>di</strong> comunicare<br />
con i vivi. Io ci credo – affermò – anche se molti teologi<br />
d’Israele affermano e insegnano che i morti sono inutili e ne scoraggiano<br />
le forme <strong>di</strong> culto tipiche delle culture dei paesi vicini». «Comunque<br />
sia – osservò tristemente Giuda – adesso quella povera<br />
ragazza è sola...». «No – lo contrad<strong>di</strong>sse il Maestro – come Sara ci ha<br />
lasciato, ha trovato subito un angelo dolcissimo che ha deposto la sua<br />
anima nel ventre <strong>di</strong> una giovane donna che sta per partorire una bambina.<br />
Una bambina – concluse il Maestro con un sorriso – che un<br />
giorno (forse) rincontreremo».<br />
Gesù aveva appena completato la sua risposta, così densa <strong>di</strong> significati,<br />
quando ci raggiunse Simone lo zelota. Bisognava pagare qualcosa<br />
per la sepoltura <strong>di</strong> Sara. Simone fece un gesto d’intesa in<strong>di</strong>cando<br />
a Giuda quella borsa che teneva a tracolla, il “tesoro” del nostro<br />
gruppo. Giuda comprese subito e sorrise. Entrambi s’incamminarono<br />
per compiere, nei confronti della piccola Sara, l’estremo atto <strong>di</strong> pietà.<br />
Restammo, quin<strong>di</strong>, solo in tre: io, il Maestro e Giacomo <strong>di</strong> Alfeo che<br />
era rimasto affascinato dalle ipotesi che ci aveva rivelato il Maestro.«Ma<br />
come si sta nal grande Regno dei Cieli?» trovai il coraggio <strong>di</strong><br />
chiedere. «Ci si ritrova perfetti. <strong>Il</strong> nostro corpo non sarà più un corpo<br />
fisico, ma sarà un corpo etereo, limpi<strong>di</strong>ssimo, privo <strong>di</strong> dolore, <strong>di</strong> sofferenze<br />
e <strong>di</strong> quei con<strong>di</strong>zionamenti legati al passare del tempo – mi rispose<br />
il Maestro – In più, le domande più avvincenti che ci saremo<br />
posti durante la vita troveranno risposta da parte <strong>di</strong> un angelo che<br />
sarà il nostro spirito guida». «Ma qualcuno è mai tornato da questo<br />
mondo meraviglioso?» domandò Giacomo <strong>di</strong> Alfeo. «Non lo so. Io,<br />
personalmente, non ho alcuna esperienza <strong>di</strong>retta – gli rivelò il Maestro<br />
– uno <strong>di</strong> quei mistici che avevo avvicinato riteneva, però, che<br />
66
una domanda del genere fosse senza senso visto che coloro che stavano<br />
nella nuova <strong>di</strong>mensione non desideravano affatto tornare su<br />
questa terra e riprendere un corpo fisico così pieno <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti. 25 Logicamente<br />
– concluse – si riferivano, come sempre, a chi nel corso della<br />
sua vita aveva amato e rispettato la Legge. Lo abbiamo già visto». 26<br />
«Quin<strong>di</strong> – gli chiesi – in quale misura cre<strong>di</strong> nella trasmigrazione delle<br />
anime e nella resurrezione dei corpi?». «Nella trasmigrazione delle<br />
anime ci credo, in alcuni casi e nella forma che ti ho descritto. Non<br />
credo, invece, nella resurrezione dei corpi anche se alcune tracce delle<br />
Scritture ci invitano a riflettere». 27<br />
<strong>Il</strong> Maestro aveva appena finito la frase, quando Simone lo Zelota e<br />
Giuda <strong>di</strong> Kerijot ci raggiunsero. «Le abbiamo chiuso gli occhi e le abbiamo<br />
avvolto il viso in un panno <strong>di</strong> lino bianco» ci informò Simone.<br />
«Pensavamo anche <strong>di</strong> compiere un sacrificio <strong>di</strong> purificazione – aggiunse<br />
Giuda – le monete che abbiamo ci consentono questa spesa».<br />
«No!» <strong>di</strong>sse il Maestro e, senza dare spiegazioni, si alzò e ci <strong>di</strong>sse <strong>di</strong><br />
incamminarci verso la casupola che ci serviva da rifugio. Tutti eravamo<br />
meravigliati per la sua reazione quasi sgarbata. <strong>Il</strong> Maestro capì<br />
il nostro stato d’animo e, tornato del solito umore: «Vi spiegherò perché<br />
sono contrario a forme <strong>di</strong> culto che prevedono sacrifici <strong>di</strong> animali.<br />
Ve lo spiegherò – ci tenne a precisare – quando saremo tutti<br />
riuniti». Camminando in silenzio arrivammo, quin<strong>di</strong>, nel nostro rifugio,<br />
accolti da tutti con grande affetto, specie da Tommaso e da Filippo<br />
che erano considerati, ormai, gli “intellettuali” del gruppo e,<br />
come tali, quelli più interessati a questi scambi <strong>di</strong> esperienze.<br />
Io mi sedetti accanto a Giovanna. I suoi occhi erano più neri e lucenti<br />
che mai. Erano gli occhi <strong>di</strong> una donna felice. Stavo cercando <strong>di</strong> capire<br />
il motivo <strong>di</strong> tanta felicità, quando Giovanna sollevò il velo dal viso e vi<strong>di</strong><br />
che quelle piaghe orrende (che l’avevano gettata nella <strong>di</strong>sperazione)<br />
erano quasi totalmente scomparse. «Sia benedetto il nome del Maestro<br />
– mi <strong>di</strong>sse con dolcezza – chiunque egli sia». Poi, mi sorrise e scoppiò<br />
in un pianto pieno <strong>di</strong> gioia. L’abbracciai con grande affetto proteggendola<br />
dagli sguar<strong>di</strong> perplessi dei <strong>di</strong>scepoli, <strong>di</strong> Susanna e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />
In un angolo, con la schiena poggiata alla parete e le gambe <strong>di</strong>stese,<br />
compostamente, una sull’altra, Gesù stava raccogliendo i pensieri. Mi<br />
sentii felice quando i suoi occhi sfiorarono fugacemente i miei. In<br />
67<br />
Capitolo VIII
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
quei momenti mi apparve lontano, misterioso, votato a un destino<br />
che, forse, neanche lui conosceva. Questo suo destino c’entrava qualcosa<br />
con quel <strong>segreto</strong> che non avrei dovuto conoscere?<br />
Nei giorni successivi, i <strong>di</strong>scepoli si scambiarono fra loro le esperienze<br />
più significative in modo da poter affrontare con maggiore<br />
competenza le domande più insi<strong>di</strong>ose che provenivano soprattutto<br />
dai farisei che sembravano i più interessati a tenere sotto controllo il<br />
nostro piccolo gruppo.<br />
<strong>Il</strong> Maestro ascoltava, ma interveniva <strong>di</strong> rado nelle <strong>di</strong>scussioni (sempre<br />
in modo prudente) quasi fosse convinto che ognuno dovesse trovare<br />
da solo la verità traendola dalle proprie esperienze quoti<strong>di</strong>ane.<br />
L’argomento dei sacrifici, ai quali il Maestro era assolutamente contrario,<br />
si rivelò, alla fine, l’unico argomento che necessitava <strong>di</strong> un approfon<strong>di</strong>mento<br />
adeguato. Giuda Taddeo chiese che fosse il Maestro ad<br />
affrontare una materia così delicata. I <strong>di</strong>scepoli erano tutti d’accordo.<br />
E il Maestro accettò assumendo,da subito, un’espressione estremamente<br />
seria e preoccupata.<br />
«I riti sacrificali – iniziò Gesù – costituiscono il fondamento <strong>di</strong> ogni<br />
società primitiva. Noi non facciamo eccezione visto che il sacrificio si<br />
pone nel cuore della nostra religione. <strong>Il</strong> sacrificio – non <strong>di</strong>mentichiamolo<br />
– è iscritto chiaramente nel quadro dell’Alleanza». «Hai parlato<br />
– lo interruppe Giuda Taddeo – <strong>di</strong> società primitive, il che mi fa pensare<br />
a menti semplici e suggestionabili. Com’è nata in queste menti<br />
l’idea del sacrificio?». «L’idea – riprese lentamente Gesù – è che allora,<br />
come del resto adesso, gli uomini non riuscivano a giustificare i<br />
mali che li colpivano. Sto pensando, per esempio, alla povertà, alla<br />
malattia e alla morte prematura <strong>di</strong> una persona cara. Davanti a questi<br />
eventi,gli uomini primitivi pensavano che tutto fosse dovuto alla<br />
collera <strong>di</strong> un essere supremo che, in qualche modo, si riteneva gravemente<br />
offeso. Da qui, il sacrificio visto come autopunizione e, quin<strong>di</strong>,<br />
come riparazione e soprattutto come redenzione raggiunta attraverso<br />
il perdono <strong>di</strong>vino». «In sostanza – prese la parola Tommaso – mi sembra<br />
che il sacrificio abbia come scopo quello <strong>di</strong> ristabilire la comunicazione<br />
con Dio e <strong>di</strong> provocare la sua venuta, nella speranza della sua<br />
bene<strong>di</strong>zione». « Sì – gli fece eco Filippo – è quel fenomeno celeste che<br />
noi <strong>di</strong> cultura greca chiamiamo teofania». 28<br />
68
«Maestro – intervenne Marco – il grande profeta Ezechiele ci insegna<br />
che il Tempio, con il suo culto sacrificale, sarà sempre il centro<br />
della Gerusalemme futura. 29 Tu, invece, perdoni i peccati senza l’introduzione<br />
del rito. 30 Cosa possiamo rispondere a chi ti accusa <strong>di</strong> non<br />
essere un buon ebreo, osservante e praticante? Cosa possiamo rispondere<br />
a chi sostiene che tu stai minando il potere detenuto dai sacerdoti<br />
<strong>di</strong> controllare le varie fasi dell’intero culto sacrificale mettendo,<br />
così, in <strong>di</strong>scussione la loro autorità <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>ari fra Dio e l’uomo,<br />
come lo sono stati per tanti e tanti anni?».<br />
«Non posso nascondere – rispose Gesù – la mia avversione nei confronti<br />
dei sacrifici e la mia convinzione che si possa raggiungere il perdono<br />
attraverso un rapporto <strong>di</strong>retto con Dio senza ricorrere a <strong>di</strong>sgustosi<br />
sacrifici che, fra l’altro, finiscono per <strong>di</strong>pingerci Dio come un essere meschino,<br />
ven<strong>di</strong>cativo e sanguinario. Del resto – concluse con un sorriso<br />
rassegnato – ripetere per tanti secoli le stesse assur<strong>di</strong>tà finisce per farle<br />
apparire come qualcosa <strong>di</strong> logico. I sacerdoti lo sanno benissimo. Sono<br />
esseri preparati, astuti e assetati <strong>di</strong> potere. Non ascoltateli: sono sepolcri<br />
imbiancati; liberatevene! Le loro frasi affermano che i sacrifici sono il<br />
pane <strong>di</strong> Dio e che il loro profumo è soave per il Signore: non credeteli!».<br />
<strong>Il</strong> Maestro guardò per qualche istante i <strong>di</strong>scepoli e si accorse, senz’altro,<br />
che erano confusi, quasi impauriti dalla sua pre<strong>di</strong>cazione così<br />
violenta. Ritenne, comunque, opportuno approfon<strong>di</strong>re ancora <strong>di</strong> più<br />
l’orrore che provava davanti alla crudeltà e alla ferocia dei sacrifici.<br />
Proseguì, quin<strong>di</strong>, il suo <strong>di</strong>scorso accennando appena ai sacrifici propiziatori<br />
(eseguiti per <strong>di</strong>sporre favorevolmente la <strong>di</strong>vinità). Trascurò<br />
i sacrifici <strong>di</strong> ringraziamento (compiuti per esprimere la propria gratitu<strong>di</strong>ne<br />
e per assicurarsi una protezione futura) e si concentrò sui sacrifici<br />
espiatori, quelli ritenuti necessari quando la collera <strong>di</strong>vina si è<br />
già manifestata.<br />
«Oggi – fratelli miei – iniziò il Maestro – i sacrifici espiatori prevedono<br />
l’offerta <strong>di</strong> cereali e <strong>di</strong> animali, a seconda della con<strong>di</strong>zione sociale<br />
dell’offerente. C’è stato, però, un periodo <strong>di</strong> cui il nostro popolo<br />
(come del resto molti altri popoli) si deve vergognare. Sto parlando –<br />
concluse – dell’oscuro periodo dei sacrifici umani dai quali derivano<br />
(ci piaccia o no) quelli dei nostri giorni. Un periodo oscuro che (la<br />
cosa vi sorprenderà) è molto più recente <strong>di</strong> quanto possiate immagi-<br />
69<br />
Capitolo VIII
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
nare». Notai che tutti erano attentissimi. Non osavano, però, fare domande<br />
su un argomento che non conoscevamo affatto e che veniva<br />
trattato fra <strong>di</strong> noi per la prima volta.<br />
NOTE CAPITOLO VIII<br />
25. Questi temi, accennati in questo capitolo, sono trattati da molti stu<strong>di</strong>osi. Segnalo,<br />
fra gli altri: La reincarnazione e la legge del Karma <strong>di</strong> William Walker Atkinson,<br />
Venexia E<strong>di</strong>zioni e La morte e la vita dopo la morte della psichiatra svizzera Elisabeth<br />
Kubler-Rorr, E<strong>di</strong>zioni Me<strong>di</strong>terranee. L’autore ha preso qualche spunto da<br />
questi testi molto documentati e originali.<br />
26. V. capitolo quinto; parte relativa al giu<strong>di</strong>zio post-mortem.<br />
27. V. Matteo 11/15 – 14/2 – 16/13-15 + Ezechiele 37: tutto il capitoletto.<br />
28. Manifestazione <strong>di</strong> Dio.<br />
29. Ezechiele: “la Torah <strong>di</strong> Ezechiele”.<br />
30. Levitico 3, tutto il capitoletto.<br />
70
CAPITOLO IX<br />
Dietro richiesta dei suoi <strong>di</strong>scepoli, Gesù affronta il tema dei sacrifici<br />
(anche umani) che venivano praticati dalle popolazioni primitive per<br />
ingraziarsi le varie <strong>di</strong>vinità. Ne esce un quadro raccapricciante. Alla<br />
fine del suo intervento, Gesù afferma che onorare Dio significa, anche,<br />
onorare le sue creature. Un chiaro invito ad avere un rapporto più<br />
dolce con gli animali e più consapevole nei confronti della natura.<br />
71
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
72
«<strong>Il</strong> primo contatto con il sacrificio umano che conosciamo è quello<br />
che riguarda Abramo, il capostipite del nostro popolo – incominciò il<br />
Maestro –. La storia la conosciamo tutti. Per mettere alla prova la fede<br />
<strong>di</strong> Abramo. Dio gli or<strong>di</strong>na <strong>di</strong> sacrificare Isacco, l’unico figlio maschio<br />
avuto da Sara (sua moglie) in età ormai avanzata. Abramo soffre, non<br />
comprende, ma ubbi<strong>di</strong>sce. Per fortuna, la voce <strong>di</strong> Dio blocca il sacrificio<br />
mentre Isacco è già steso e legato su un altare improvvisato.<br />
Stiamo parlando <strong>di</strong> un periodo storico <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile definizione. Quello<br />
che mi stupisce è che l’atteggiamento <strong>di</strong> Abramo sia stato più <strong>di</strong> dolore<br />
che <strong>di</strong> stupore. Segno evidente che, a quei tempi, il sacrificio<br />
umano non era ritenuto qualcosa <strong>di</strong> assurdo, <strong>di</strong> criminale e <strong>di</strong> impensabile».<br />
«Possiamo considerarlo un sacrificio espiatorio rientrato all’ultimo<br />
momento?» domandò Bartolomeo. «No – gli rispose il Maestro<br />
– in questo caso parlerei <strong>di</strong> sacrificio votivo, come <strong>di</strong> sacrificio votivo<br />
parlerei nel caso <strong>di</strong> Iefte, uno dei gran<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ci d’Israele. Nel periodo<br />
precedente l’avvento della monarchia, intorno a 1200 anni fa, nella<br />
guerra contro gli ammoniti – riprese il Maestro – Iefte è chiamato a<br />
guidare l’esercito. Prima della battaglia decisiva fa un voto: offrirà, in<br />
sacrificio al Signore, chi, per primo, gli andrà incontro al suo vittorioso<br />
ritorno. Per ironia della sorte, la persona che gli va incontro per<br />
prima è sua figlia e Iefte non può che mantenere la sua promessa. <strong>Il</strong><br />
dolore non gli impe<strong>di</strong>rà, comunque, <strong>di</strong> compiere altre imprese gloriose,<br />
<strong>di</strong> dominare la sua tribù, <strong>di</strong> essere giu<strong>di</strong>ce d’Israele per sei anni<br />
e <strong>di</strong> essere sepolto nella sua patria».<br />
«Ma le popolazioni vicine si comportavano ancora peggio, no?» osservò<br />
Tommaso facendo puntualmente sfoggio del suo vivace spirito<br />
<strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zione e del suo amore per la <strong>di</strong>alettica «Puoi giurarci –<br />
<strong>di</strong>chiarò il Maestro con un sorriso – ti basti pensare al sacrificio del<br />
73<br />
Capitolo IX
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
primogenito da parte del re Moab. Come sai – proseguì dopo una<br />
breve pausa – i moabiti costituivano un popolo <strong>di</strong> razza affine a quella<br />
degli israeliti con i quali, in varie occasioni, furono, comunque, in<br />
guerra. È certo che praticassero sacrifici umani in onore del loro <strong>di</strong>o,<br />
Kemosh. Proprio durante una spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Israele e <strong>di</strong> Giuda contro<br />
i moabiti, il re <strong>di</strong> Moab, vistosi perso, ricorse a un gesto <strong>di</strong>sperato:<br />
prese il figlio primogenito che doveva regnare al suo posto e lo offrì<br />
in olocausto sulle mura della sua città, asse<strong>di</strong>ata da ogni parte. <strong>Il</strong> secondo<br />
Libro dei Re ci informa che si scatenò una grande ira contro gli<br />
israeliti che si allontanarono e tornarono nella loro regione». 31<br />
«Primogenito, primogeniti... – esclamò a un tratto Filippo – ma perché<br />
erano (e sono) così importanti?». «Primizie e primogeniti sono,<br />
da sempre, considerati le migliori offerte sacrificali perché si ritiene<br />
che abbiano più forza ed energia rispetto a chi viene dopo <strong>di</strong> loro –<br />
spiegò il Maestro – I primogeniti maschi degli uomini e degli animali<br />
vengono de<strong>di</strong>cati a Dio perché li ha salvati (durante il massacro dei<br />
primogeniti egiziani) da quella famosa decima piaga che costrinse il<br />
faraone a chinare la testa. Ma, per i primogeniti, oltre che onori ci<br />
sono anche oneri – riprese il Maestro – niente, comunque, che non sia<br />
rime<strong>di</strong>abile offrendo al tesoro del Tempio un adeguato riscatto in denaro,<br />
come poteva fare, probabilmente, Iefte, anziché sacrificare la<br />
figlia. Delitto <strong>di</strong> cui si macchiò (sostengono molti rabbini) per non<br />
aver approfon<strong>di</strong>to la Legge. Molto strano per uno dei più gran<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ci<br />
d’Israele.<br />
«Restiamo su questo argomento: come giu<strong>di</strong>chi quegli strani passi<br />
attribuiti a Michea e a Ezechiele che parlano dell’offerta del primogenito<br />
per espiare una grave colpa?» domandò Matteo, il <strong>di</strong>scepolo<br />
più interessato all’interpretazione delle Sacre Scritture. <strong>Il</strong> Maestro <strong>di</strong>mostrò,<br />
ancora una volta, la sua straor<strong>di</strong>naria memoria. «Ho sempre<br />
esaminato con grande perplessità quella frase <strong>di</strong> Michea (6/7: n.d.a.)<br />
e non posso che ritenerla facente parte <strong>di</strong> una cultura scandalosa che<br />
si stava estinguendo – gli rispose il Maestro – La stessa condanna – riprese<br />
– vale per il passo <strong>di</strong> Ezechiele (20/25-31: n.d.a.) dove il Divino<br />
sembra ad<strong>di</strong>rittura tollerare il sacrificio dei primogeniti. Penso sia<br />
evidente – concluse – che tutto nasca da una teologia primitiva che attribuiva<br />
al Divino istituzioni e deformazioni <strong>di</strong> cui, in realtà, erano re-<br />
74
sponsabili i teocrati del tempo. Va ricordato che Michea è vissuto almeno<br />
otto secoli prima <strong>di</strong> noi ed Ezechiele due secoli dopo Michea.<br />
Prima, cioè, che le riforme del grande Giosia 32 riuscissero a sra<strong>di</strong>care<br />
queste barbarie <strong>di</strong> origine misteriosa».<br />
Da ultimo, il Maestro accennò a una forma estrema <strong>di</strong> de<strong>di</strong>cazione<br />
(lo sterminio) che, quando veniva applicato alle città, comportava la<br />
loro totale <strong>di</strong>struzione. 33 <strong>Il</strong> riscatto non era ammesso. Le persone votate<br />
allo sterminio dovevano essere uccise tutte quante. Un vero obbrobrio.<br />
<strong>Il</strong> passato del nostro popolo riaffiorava con la violenza <strong>di</strong> una storia<br />
<strong>di</strong> sangue che sembrava rimossa. <strong>Il</strong> Maestro ricordava tutto senza<br />
pietose omissioni. La sua espressione era l’espressione <strong>di</strong> un uomo che<br />
soffriva. Anche se erano passati tanti anni.<br />
«Nei miei viaggi ho soggiornato per qualche tempo a Sidone, in Fenicia<br />
– intervenne Bartolomeo – Gli anziani <strong>di</strong> quella città parlavano,<br />
spesso, <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o ferocissimo che chiamavano Moloch. Cosa ne sai?»<br />
chiese al Maestro. «Forse – spiegò il Maestro – per Moloch non bisogna<br />
intendere solo il nome <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o assetato <strong>di</strong> sangue dei bambini<br />
(che gli venivano sacrificati nel fuoco), ma una procedura rituale riferentesi<br />
ai sacrifici in genere. I nostri saggi ci forniscono tuttora interpretazioni<br />
<strong>di</strong>verse. Questo culto poteva essere <strong>di</strong> origine fenicia<br />
anche se il Deuteronomio lo spiega come un rito della popolazione<br />
in<strong>di</strong>gena <strong>di</strong> Canaan». «Contaminò anche il nostro popolo?» domandò<br />
il taciturno Andrea, fratello <strong>di</strong> Simone detto Pietro, il pescatore <strong>di</strong><br />
Cafarnao. Io intuii che il Maestro avrebbe preferito evitare questa terribile<br />
domanda. Lo vi<strong>di</strong> immerso nei suoi pensieri per qualche istante,<br />
poi rispose con aria sicura e con quel tono <strong>di</strong> voce chiarissimo che gli<br />
era spontaneo quando doveva affrontare problemi scabrosi senza tralasciare<br />
particolari <strong>di</strong> qualche importanza.<br />
«Vorrei tanto <strong>di</strong>rti <strong>di</strong> no – rispose rivolgendosi <strong>di</strong>rettamente ad Andrea<br />
– ma non mi è possibile. La verità dolorosa – riprese – è che alcuni<br />
israeliti praticarono, clandestinamente o meno, questo culto per<br />
un periodo <strong>di</strong> tempo che va da 735 a 575 anni fa. Tale pratica, con la<br />
specifica menzione <strong>di</strong> Moloch, si trova, infatti, in quattro testi <strong>di</strong><br />
ferma condanna (Lv: 18/21-20/2-5; 2 Re: 23/10; Geremia 32/35:<br />
n.d.a.). Evidentemente, le riforme <strong>di</strong> Giosia, che prevedevano la sop-<br />
75<br />
Capitolo IX
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
pressione <strong>di</strong> ogni traccia <strong>di</strong> culti stranieri e l’eliminazione <strong>di</strong> luoghi <strong>di</strong><br />
culto esterni, stavano ottenendo successi notevolissimi, ma non erano<br />
ancora riuscite a eliminare del tutto la pratica <strong>di</strong> questi orrori che<br />
coinvolgevano fanciulli in tenera età. Ne abbiamo già parlato».<br />
«Comunque sia – intervenne Simone detto Pietro – anche questi<br />
orrori ci in<strong>di</strong>cano l’esigenza dell’uomo <strong>di</strong> essere perdonato dall’Essere<br />
Supremo. Abbiamo già visto – proseguì – che tu sei accusato <strong>di</strong> perdonare<br />
i peccati senza ricorrere ai riti previsti dal nostro culto. È un<br />
fatto definito gravissimo, quasi una bestemmia. Come dobbiamo <strong>di</strong>fenderci?<br />
Cosa dobbiamo rispondere? Le domande che ci vengono<br />
poste sono semplici: chi è quest’uomo che cerca sempre il perdono <strong>di</strong><br />
Dio e chi è questo Dio che sembra sempre <strong>di</strong>sposto a concederglielo?<br />
Quando affrontiamo questi argomenti e i guar<strong>di</strong>ani della Legge ci tendono,<br />
<strong>di</strong> continuo, tranelli su tranelli...».<br />
Forse, senza neanche accorgersene, Simone detto Pietro aveva<br />
posto una domanda che avrebbe evidenziato quanto il percorso del<br />
Maestro finisse per allontanarsi dall’ortodossia giudaica. <strong>Il</strong> Maestro se<br />
ne rese conto e iniziò a rispondere lentamente, cercando con cura le<br />
parole più giuste.<br />
«Dio sa perfettamente, caro Pietro, <strong>di</strong> quale materia siamo plasmati<br />
– iniziò –. Non sarò certo io a ricordarti quanto recita il salmo 103<br />
(Dio è amore n.d.a.). Le Sacre Scritture ci parlano chiaramente della<br />
cecità dell’uomo e della sua inclinazione verso il peccato cui fa da<br />
contraltare, però, la propensione <strong>di</strong> Dio al perdono. <strong>Il</strong> sistema <strong>di</strong> culto<br />
attualmente previsto – ricordò – comporta sacrifici <strong>di</strong> espiazione accompagnati<br />
da un pentimento sincero e da un fermo proposito <strong>di</strong> non<br />
cadere <strong>di</strong> nuovo nel peccato. <strong>Il</strong> nostro maestro Giovanni Battista ci<br />
ha in<strong>di</strong>cato, anche lui, un rito tutto basato sulla confessione dei propri<br />
peccati, sul pentimento e sul desiderio <strong>di</strong> conversione, ma non ha<br />
mai parlato <strong>di</strong> riti sacrificali, che <strong>di</strong>ventano inutili in un rapporto <strong>di</strong>retto<br />
fra uomo e Dio. Ditelo a chi ci critica».<br />
«Maestro – intervenne ancora Pietro – io ero presente quando, a<br />
Cafarnao, guaristi un paralitico dopo avergli perdonato i peccati. Ti<br />
posso assicurare – proseguì – che alcuni scribi erano furenti. “Chi può<br />
rimettere i peccati se non Dio?” <strong>di</strong>cevano battendosi il petto. Sii prudente,<br />
ti prego o te la faranno pagare...». «Io, invece, riven<strong>di</strong>co que-<br />
76
sto mio potere <strong>di</strong> perdonare i peccati – fu la risposta del Maestro – e<br />
continuerò a esercitarlo durante tutta la mia missione». Vi<strong>di</strong> che Pietro<br />
si passava una mano tra i capelli. Un brivido mi attraversò la<br />
schiena. Avevo paura.<br />
«Alla luce <strong>di</strong> quanto hai detto – domandò Giuda <strong>di</strong> Kerijot – mi<br />
chiedo se il comandamento <strong>di</strong> non uccidere, nella sua raccomandazione<br />
così sintetica, si riferisca solo agli uomini o comprenda anche gli<br />
animali». «Può darsi – rispose il Maestro – che il comandamento non<br />
escluda gli animali. Dice, infatti “non uccidere” anziché “non commettere<br />
omici<strong>di</strong>o”, quasi volesse inaugurare una nuova mentalità nei<br />
confronti degli animali e della natura in genere. Da parte mia – concluse<br />
– mi auguro che, in futuro, si pratichi con gli animali un rapporto<br />
più dolce rispetto a quello attuale. Rendere onore a Dio significa<br />
anche onorare le sue creature. I nostri sacerdoti dovrebbero tenerne<br />
conto. Dio non ha bisogno <strong>di</strong> sentire l’odore <strong>di</strong> animali inutilmente<br />
sacrificati. Dio è sopra a queste miserie».<br />
«Maestro – intervenne Matteo, il pubblicano pentito, andando subito<br />
al nocciolo del problema – io quella gente la conosco molto meglio<br />
<strong>di</strong> te. È gente arida, calcolatrice, incapace <strong>di</strong> affetti. Tu,<br />
sostenendo un contatto <strong>di</strong>retto fra l’uomo e Dio, togli loro sia il potere<br />
religioso sia il controllo sull’in<strong>di</strong>viduo e sulle masse. Se ti <strong>di</strong>chiari<br />
ostile ai sacrifici finisci, poi, per danneggiare i loro affari che, ti assicuro,<br />
sono tanti, leciti e illeciti. Tu – concluse – parli del Tempio come<br />
qualcosa <strong>di</strong> sacro. Fossi in te, accetterei il fatto che è <strong>di</strong>ventato simile<br />
a una spelonca <strong>di</strong> ladri e <strong>di</strong> complici <strong>di</strong> ladri». «Se vuoi – intervenne<br />
a questo punto Giuda <strong>di</strong> Kerijot rivolgendosi <strong>di</strong>rettamente al Maestro<br />
– ho qualche amico fra i sacerdoti del Tempio. Mi è, quin<strong>di</strong>, possibile<br />
sentire cosa pensano <strong>di</strong> te e della nostra comunità, così potremo decidere<br />
meglio le nostre prossime mosse». «Grazie Giuda – gli rispose<br />
il Maestro – quello che vuoi fare, fallo subito».<br />
Giuda raccolse il mantello e la bisaccia, fece un cenno <strong>di</strong> saluto e<br />
uscì dalla casupola accostando con delicatezza la pesante porta <strong>di</strong><br />
legno. Matteo, che era seduto vicino a me, mi rivolse uno sguardo<br />
pieno <strong>di</strong> scetticismo. «Stiamo cercando <strong>di</strong> togliere a quella gente denaro<br />
e potere. Come vuoi che ci giu<strong>di</strong>chino?» mi <strong>di</strong>sse sottovoce, cacciando<br />
una zanzara che continuava a posarglisi sulla fronte.<br />
77<br />
Capitolo IX
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
«Come siamo giu<strong>di</strong>cati?» chiese il Maestro, quasi avesse colto lo<br />
scetticismo <strong>di</strong> Matteo. «Siamo giu<strong>di</strong>cati – riprese – incapaci <strong>di</strong> governarci<br />
senza la salvaguar<strong>di</strong>a della Legge che deve essere interpretata<br />
dai sacerdoti e posta sopra a tutto e a tutti, anche sopra l’amore. Cosa<br />
che – concluse accigliato – io non posso con<strong>di</strong>videre».<br />
NOTE CAPITOLO IX<br />
31. II Re 3-27.<br />
32. Giosia regnò durante la seconda metà del VII secolo A.E.V. Mise il rispetto della<br />
Legge al centro della sua riforma. Volle che tutto il culto fosse centralizzato a Gerusalemme,<br />
che i santuari sui monti, <strong>di</strong>sseminati in tutto il regno, fossero <strong>di</strong>strutti,<br />
che venissero abolite le usanze pagane e che si ripristinasse la festa della Passah<br />
(la Pasqua) <strong>di</strong>menticata dal tempo dei giu<strong>di</strong>ci.<br />
33. <strong>Il</strong> cosiddetto voto <strong>di</strong> sterminio = consacrazione a Dio <strong>di</strong> persone e <strong>di</strong> beni materiali.<br />
Ve<strong>di</strong> (a titolo <strong>di</strong> esempio) Giosuè 10/28 e seguenti.<br />
78
CAPITOLO X<br />
Lazzaro, il fratello <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e <strong>di</strong> Marta <strong>di</strong> Betania, sta per morire. Gesù<br />
accorre al suo capezzale e compie un vero e proprio miracolo. Tornato<br />
alla vita Lazzaro narra a Gesù cosa ha provato nelle lunghe ore in cui<br />
ha lasciato il nostro mondo. Dopo qualche tempo, Gesù rivela a <strong>Maddalena</strong><br />
com’è stato possibile far “resuscitare” Lazzaro. Molti anziani<br />
del Tempio temono la popolarità che Gesù sta conquistando. I rapporti<br />
fra Gesù e il Sinedrio s’inaspriscono sempre <strong>di</strong> più.<br />
79
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
80
La riunione sarebbe durata a lungo se <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Betania (che quel<br />
giorno si era assentata più volte) non fosse tornata e non si fosse precipitata<br />
dal Maestro rivelandogli, evidentemente, qualcosa <strong>di</strong> grave.<br />
<strong>Il</strong> motivo della sua agitazione la giustificava, comunque, ampiamente:<br />
suo fratello Lazzaro era in punto <strong>di</strong> morte e <strong>Maria</strong> pensava che solo il<br />
Maestro potesse salvarlo così come aveva fatto con la fanciulla <strong>di</strong> Cafarnao<br />
e con il figlio della vedova <strong>di</strong> Nain.<br />
<strong>Il</strong> Maestro fece un sospiro profondo, mi lanciò uno <strong>di</strong> quei suoi<br />
sguar<strong>di</strong> che mi facevano tremare dall’emozione e «seguimi» mi <strong>di</strong>sse<br />
con semplicità, senza aggiungere altro. Io e <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Betania lo seguimmo<br />
, quin<strong>di</strong>, mentre attraversava quel tratto <strong>di</strong> il deserto che ci<br />
separava dalla casa <strong>di</strong> Lazzaro.<br />
Finalmente, dopo essersi fatto largo fra la ressa <strong>di</strong> parenti e amici,<br />
il Maestro si sedette vicino a Lazzaro. Notai che era ancora vivo anche<br />
se la sua voce si affievoliva sempre <strong>di</strong> più fino a smorzarsi del tutto. <strong>Il</strong><br />
Maestro gli posò una mano fra i riccioli neri e gli sorrise come si sorride<br />
all’amico più caro. Fra le ombre del dormiveglia che precede la<br />
morte, Lazzaro non ce la faceva più a parlare, ma ringraziava il Maestro<br />
con sguar<strong>di</strong> pieni <strong>di</strong> riconoscenza. <strong>Maria</strong> piangeva in silenzio, abbracciata<br />
a sua sorella Marta. <strong>Il</strong> Maestro cercò <strong>di</strong> rassicurarle:<br />
«Coraggio, non temete! <strong>Il</strong> nostro Dio verrà a salvarlo». Ma, dopo una<br />
promessa così audace, le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Lazzaro, anziché migliorare,<br />
peggiorarono, cadde in uno stato <strong>di</strong> totale incoscienza e spirò. La situazione<br />
appariva, ormai, compromessa.<br />
A questo punto, accadde l’inverosimile. Gesù or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> portare Lazzaro<br />
in <strong>di</strong>sparte, lontano dalla folla <strong>di</strong> parenti e amici. Dopo, alzò gli<br />
occhi verso il cielo, quasi ad invocare la protezione del Padre e si inginocchiò<br />
accanto al suo corpo accertandosi che fosse ben <strong>di</strong>steso e<br />
81<br />
Capitolo X
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
adagiato sulla nuda terra. Quin<strong>di</strong>, appoggiò il palmo <strong>di</strong> una mano nel<br />
centro del suo torace, le sovrappose l’altra mano e, tenendo le braccia<br />
<strong>di</strong>ritte, iniziò a premere con grande forza, ritmando i movimenti.<br />
Guardai per qualche istante il Maestro. <strong>Il</strong> suo viso era il viso <strong>di</strong> un<br />
uomo calmo e sicuro <strong>di</strong> quello che stava facendo.<br />
A un tratto, chiese un panno <strong>di</strong> lino a <strong>Maria</strong> che glielo porse imme<strong>di</strong>atamente.<br />
<strong>Il</strong> Maestro mise il panno <strong>di</strong> lino sulla bocca <strong>di</strong> Lazzaro, vi<br />
pose le sue labbra e, mentre continuava a premere con forza il centro<br />
del suo torace, iniziò a soffiare, bocca a bocca, dentro un corpo che<br />
sembrava ancora inanimato.<br />
L’ansia, il dolore e la paura stavano ormai impossessandosi <strong>di</strong> tutti i<br />
presenti quando Lazzaro riaprì gli occhi. <strong>Il</strong> Maestro aveva vinto la<br />
morte. <strong>Il</strong> suo volto era sudato e scavato. Era il volto <strong>di</strong> un angelo stanco.<br />
Lazzaro, in un angolo della stanza, abbracciava le sorelle e chiedeva<br />
da mangiare. I parenti e gli amici sfollavano lentamente, ansiosi<br />
<strong>di</strong> raccontare quello che era successo. <strong>Il</strong> Maestro, stroncato dalla tensione<br />
e dalla fatica, si era steso sulla nuda terra, finalmente sereno.<br />
Quando si risvegliò volle sapere da Lazzaro cosa avesse provato<br />
nelle sue lunghe ore <strong>di</strong> “assenza” dal nostro mondo.<br />
«Mi sembrava – incominciò Lazzaro che si era totalmente ripreso<br />
e appariva in buona forma – che il tempo scorresse più velocemente;<br />
anche i miei pensieri erano più chiari e più veloci. Mi sembrava <strong>di</strong><br />
essere circondato da una musica dolcissima e da una luce <strong>di</strong>vina. Ho<br />
avuto – proseguì – la sensazione <strong>di</strong> dovermi separare dal mio corpo e<br />
<strong>di</strong> arrivare a un punto <strong>di</strong> non ritorno. Pensai ai miei affetti più cari e<br />
mi apparvero Marta e <strong>Maria</strong> <strong>di</strong>cendomi che non mi avrebbero abbandonato<br />
mai. Dopo questa meravigliosa esperienza, voglio improntare<br />
la mia vita su valori <strong>di</strong>versi da quelli <strong>di</strong> prima. Voglio – concluse – essere<br />
un tuo <strong>di</strong>scepolo».<br />
«Per il momento riposati – gli rispose il Maestro – Ti chiamerò io<br />
quando sarà il momento». Salutammo Marta e <strong>Maria</strong> e c’incamminammo<br />
alla volta del nostro rifugio. La voce della “miracolosa” guarigione<br />
<strong>di</strong> Lazzaro si era sparsa, intanto, con la velocità <strong>di</strong> un lampo e<br />
molti malati si inchinavano al passaggio del Maestro. Tre o quattro<br />
riuscirono a toccargli la veste. Sapemmo, più tar<strong>di</strong>, che sostenevano<br />
<strong>di</strong> averne ricavato un beneficio imme<strong>di</strong>ato.<br />
82
Gesù mi aveva mostrato qualcosa <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario ed io lo vedevo,<br />
ancora <strong>di</strong> più, come un essere misterioso, tutto da decifrare. «Ma dove<br />
hai imparato tutte queste cose?» gli chiesi a un tratto. «Dagli esseni – mi<br />
rispose con semplicità – Mi hanno insegnato – proseguì – come trasferire<br />
energia anche ai pazienti in con<strong>di</strong>zioni critiche. È necessario, comunque,<br />
che l’organismo interessato sia ancora in grado <strong>di</strong> recepire gli<br />
stimoli terapeutici. Gli esseni la sanno lunga su tutto questo – concluse<br />
– anche se i veri maestri restano i greci». S’interruppe per qualche<br />
istante, poi: «Fai tesoro <strong>di</strong> questa esperienza. Può darsi che, in futuro,<br />
ti possa servire – aggiunse con un sorriso malinconico – Lazzaro non era<br />
morto, ma stava per morire. Potrebbe accadere a me come a ogni altro<br />
<strong>di</strong>scepolo della nostra piccola comunità. Uomo o donna che sia».<br />
Quasi a destinazione, ci venne incontro Giacomo, figlio <strong>di</strong> Zebedeo<br />
e fratello <strong>di</strong> Giovanni, il più concreto del nostro gruppo. Giacomo era<br />
stato informato della miracolosa guarigione <strong>di</strong> Lazzaro e sembrava più<br />
preoccupato che felice. <strong>Il</strong> Maestro glielo fece notare e Giacomo, dopo<br />
un attimo <strong>di</strong> esitazione, entrò in argomento: «Maestro – iniziò pesando<br />
con cura ogni parola – molti giudei hanno assistito al risveglio <strong>di</strong> Lazzaro<br />
e oggi credono in te. Ma alcuni <strong>di</strong> loro sono andati dai farisei e<br />
hanno riferito (non so come) quello che tu hai fatto. Giuda ci ha detto<br />
che i sacerdoti si sono riuniti subito e che sono molto allarmati. Che<br />
facciamo? si chiedono. Quest’uomo compie molti segni e, se lo lasciamo<br />
fare, tutti crederanno in lui con il risultato che interverranno<br />
i romani e <strong>di</strong>struggeranno il nostro Tempio e la nostra nazione».<br />
«Cosa intendono fare?» domandò il Maestro. «<strong>Il</strong> sommo sacerdote<br />
– gli rispose Giacomo – è arrivato a conseguenze estreme: meglio che<br />
un solo uomo muoia piuttosto che l’intera nazione perisca. Purtroppo,<br />
salvo Nicodemo e Giuseppe <strong>di</strong> Arimatea, 34 sono tutti d’accordo con<br />
lui. Maestro – suggerì Giacomo – devi essere molto (ma molto) prudente.<br />
Cerca <strong>di</strong> seguire i consigli <strong>di</strong> Giuda. Lui ha sentito i sacerdoti<br />
con le sue orecchie. Ed è un uomo che ti vuole molto bene».<br />
Raggiungemmo, quin<strong>di</strong>, gli “altri” e trovammo solo facce scure e<br />
preoccupate. Solo Giovanni non aveva perso il suo proverbiale buonumore.<br />
Giuda confermò tutto quanto ci aveva anticipato Giacomo sottolineando<br />
anche che gli anziani del Tempio sobillavano il popolo ricor-<br />
83<br />
Capitolo X
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
rendo alla loro proverbiale astuzia. «A conclusione <strong>di</strong> tutto – sintetizzò<br />
Giuda rivolgendosi al Maestro – visto che i membri del Sinedrio<br />
hanno deciso <strong>di</strong> ucciderti, il consiglio più valido che posso darti è<br />
quello <strong>di</strong> nasconderti». «Dovunque vai ti seguiremo» intervenne Simone<br />
detto Pietro, impulsivo e combattivo come sempre.<br />
Gesù ascoltò i consigli <strong>di</strong> Giuda ed evitò, in quei giorni, <strong>di</strong> farsi vedere<br />
in pubblico fra i giudei. Dopo qualche giorno, si ritirò nella regione<br />
vicina al deserto, in una piccola città chiamata Efraim dove si<br />
trattenne con alcuni dei suoi <strong>di</strong>scepoli. Intanto, i sacerdoti avevano<br />
dato or<strong>di</strong>ne che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse per<br />
consentirne l’arresto.<br />
La Pasqua era vicina e il Maestro, <strong>di</strong>menticando i consigli <strong>di</strong> Giuda,<br />
si recò a Betania per far visita a Lazzaro e alle sue sorelle. In quei<br />
giorni, molti giudei vennero a sapere dove si trovava e accorsero non<br />
solo per vedere il Maestro, ma anche per accertarsi che Lazzaro fosse<br />
ancora vivo e vegeto. I sacerdoti avevano compreso subito quanto<br />
questo “miracolo” potesse metterli in <strong>di</strong>fficoltà e, sicuramente, si sforzavano<br />
<strong>di</strong> darne una spiegazione convincente senza, peraltro, riuscirci.<br />
Dal canto suo, il Maestro affrontava gli eventi con una sicurezza<br />
che cresceva <strong>di</strong> giorno in giorno. Sempre sorridente, curava, consolava<br />
e ricordava a tutti il prossimo avvento del Regno mentre i farisei,<br />
velenosi e sdegnati, continuavano a ripetere che bisognava<br />
impe<strong>di</strong>re che la folla gli andasse <strong>di</strong>etro acclamandolo. <strong>Il</strong> suo potere<br />
faceva loro paura.<br />
Nel frattempo, Caifa (il sommo sacerdote) e gli anziani più autorevoli<br />
del Sinedrio, temendo <strong>di</strong> essere colpiti nei loro interessi e nel loro<br />
potere, sceglievano la strada dell’inganno e confermavano il massimo<br />
rigore nei nostri confronti. Nessuna <strong>di</strong>sponibilità, quin<strong>di</strong>, né al <strong>di</strong>alogo<br />
né al confronto con chi cercava <strong>di</strong> <strong>di</strong>re qualcosa <strong>di</strong> nuovo e <strong>di</strong> giusto.<br />
In un momento del genere, il Maestro decise coraggiosamente <strong>di</strong><br />
entrare nella città santa assieme ai suoi <strong>di</strong>scepoli. L’accoglienza che gli<br />
venne tributata fu degna <strong>di</strong> un re. Ricordo soprattutto le donne: tagliavano<br />
i rami degli alberi e li stendevano sulla via come fossero dei<br />
tappeti. Molti gridavano “Osanna al figlio <strong>di</strong> Davide!”. Un’acclamazione<br />
entusiastica che fece andare su tutte le furie i sacerdoti e gli<br />
scribi, ma il Maestro non se ne curò più <strong>di</strong> tanto. Anzi, entrato nel<br />
84
Tempio, scacciò tutti quelli che compravano e vendevano, rovesciò i<br />
tavoli dei cambiavalute e i banchi dei ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> animali, complici<br />
dei sacerdoti e degli anziani del Tempio.<br />
Questa azione, così violenta e inaspettata, rafforzò un ostracismo<br />
ferocissimo nei suoi confronti. I componenti del Sinedrio si <strong>di</strong>mostravano<br />
più preoccupati che mai del pericolo che venisse colpito sia il<br />
cuore dell’economia <strong>di</strong> Gerusalemme sia il centro dei loro personali<br />
interessi. Molti <strong>di</strong> loro si chiedevano da quale fonte venisse l’autorità<br />
del nostro Maestro, ma nessuno sembrava in grado <strong>di</strong> dare una risposta<br />
convincente. I potenti si affannavano inutilmente, in quei momenti,<br />
nella ricerca <strong>di</strong> capi d’accusa.<br />
Ma quei giorni terribili furono anche giorni <strong>di</strong> critiche chiare e <strong>di</strong>chiarate<br />
nei confronti dei sacerdoti, degli scribi e degli anziani. <strong>Il</strong> Maestro<br />
li definì pubblicamente ipocriti, pigri, vanitosi e <strong>di</strong>sonesti. In più,<br />
assetati del potere, dei privilegi che ne derivano e incuranti degli aspetti<br />
fondamentali della Legge, quali la giustizia, la misericor<strong>di</strong>a e la fedeltà.<br />
Arrivò a definirli “guide cieche” e “serpenti e razza <strong>di</strong> vipere”. Li accusò<br />
<strong>di</strong> non aver accolto la parola <strong>di</strong> Giovanni Battista e profetizzò che<br />
avrebbero perso il favore <strong>di</strong> Dio. Ma una sua frase non gli fu mai perdonata.<br />
È quando alzò la voce fino a gridare: «In verità, in verità vi <strong>di</strong>co<br />
che i pubblicani e le prostitute vi passeranno avanti nel Regno <strong>di</strong> Dio»,<br />
una frase terribile che poteva essere lavata solo col sangue. Chi si riteneva<br />
offeso iniziò, da qual momento, a preparare la sua vendetta.<br />
Quella sera il Maestro lasciò il Tempio e s’incamminò verso la casa<br />
<strong>di</strong> Lazzaro per passarvi la notte. Io ero già lì ad attenderlo. Capii subito<br />
che non si sarebbe mai arreso e che avrebbe combattuto fino alla<br />
vittoria o fino alla sconfitta che riteneva, comunque, assurda e impossibile.<br />
Più tar<strong>di</strong>, mentre ero stesa al suo fianco, mi parlò ancora<br />
del suo sogno, quello cioè che l’uomo riuscisse a superare il suo egoismo<br />
trasformandolo in amore. La sua missione era quella <strong>di</strong> cambiare<br />
il suo mondo sottraendolo ai sacerdoti e al potere politico.<br />
Io tacevo e ascoltavo, felice che si confidasse con me. <strong>Il</strong> mio era un<br />
amore vero, non come quelle passioni che finiscono alle prime <strong>di</strong>fficoltà.<br />
Ero, comunque, perfettamente al corrente <strong>di</strong> quanto fossero pericolose<br />
le persone con le quali il Maestro si era scontrato e temevo<br />
per la sua vita.<br />
85<br />
Capitolo X
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
Quando pensavo che la morte potesse strapparmelo soffrivo in<br />
modo che non posso descrivere. Spesso collegavo questo pensiero orrendo<br />
a quel <strong>segreto</strong> che mi sarebbe stato rivelato e che poteva cambiare<br />
la mia vita. Non riuscivo, però a trovare nessun nesso logico e<br />
finivo per ricadere nel mio continuo stato d’ansia. Gli unici momenti<br />
in cui riuscivo a <strong>di</strong>strarmi erano quelli in cui il Maestro mi parlava dei<br />
suoi meto<strong>di</strong> terapeutici. Lo ascoltavo in silenzio e, quando me lo chiedeva,<br />
cercavo <strong>di</strong> assisterlo <strong>di</strong>mostrando, se non altro, tutta la mia<br />
buona volontà.<br />
Ero l’unica persona alla quale il Maestro rivelasse i suoi segreti.<br />
NOTE CAPITOLO X<br />
34. Membri del Sinedrio giudaico appartenenti al gruppo dei farisei. Entrambi apprezzavano<br />
Gesù come Maestro in Israele.<br />
86
CAPITOLO XI<br />
Gesù e <strong>Maddalena</strong> conoscono la gioia <strong>di</strong> amare e <strong>di</strong> essere amati. <strong>Maddalena</strong><br />
è, comunque, asse<strong>di</strong>ata da oscuri presentimenti. Si avvicina la<br />
Pasqua e i <strong>di</strong>scepoli si preparano a festeggiarla con una cena a base <strong>di</strong><br />
pane e <strong>di</strong> vino. Terminata la cena, Gesù cade in un tranello or<strong>di</strong>to dai<br />
capi del Sinedrio. Segue il suo arresto. La vendetta dei potenti nei suoi<br />
confronti si avvicina.<br />
87
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
88
Quella sera, nel giar<strong>di</strong>no davanti alla casa <strong>di</strong> Lazzaro, ci coricammo vicini.<br />
Di notte, faceva ancora freddo e io ne approfittai per stringere il<br />
mio corpo al corpo del Maestro. Quello che provavo per lui s’inseriva<br />
in un progetto d’amore nel quale l’attrazione fisica si trasformava in<br />
desiderio <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> tenerezza. Ma il Maestro sembrava non corrispondermi.<br />
La sua vita si basava, tutta, sulla sua missione. Aveva timore<br />
dei legami, quasi che gli facessero perdere la sua libertà d’azione.<br />
Pietro mi aveva raccontato un episo<strong>di</strong>o che risaliva a quando il Maestro<br />
si era ritirato nel deserto per verificare se fosse abbastanza forte<br />
per vincere le tentazioni. In quell’occasione, le tentazioni furono<br />
molte, ma il Maestro riuscì a respingerle tutte. Tranne una...<br />
«Puoi parlarmene?» chiesi a Pietro. Pietro mi rivolse uno sguardo<br />
d’intesa, poi: «<strong>Il</strong> Maestro era sdraiato a terra in uno stato <strong>di</strong> dormiveglia,<br />
stremato dalla debolezza, quando gli apparve una giovane donna<br />
<strong>di</strong> una bellezza indescrivibile – iniziò –. Riposava languidamente con<br />
lo sguardo socchiuso, in atteggiamento puro e innocente. Sorrise al<br />
Maestro con tenerezza, aprì le braccia e lo invitò a entrare nel suo<br />
corpo meraviglioso. Qualcuno lo aiutò. Mentre stava per cedere trovò<br />
la forza <strong>di</strong> guardarla e, a un tratto, vide apparire al posto del suo volto<br />
bellissimo le linee spaventose <strong>di</strong> un teschio, simbolo della morte. <strong>Il</strong><br />
Maestro – concluse Pietro – credeva <strong>di</strong> abbracciare un angelo e, invece,<br />
stava per abbracciare Satana, il principe delle tenebre. <strong>Il</strong> Maestro<br />
lo respinse con forza, <strong>di</strong>sgustato e terrorizzato per il pericolo che<br />
aveva corso». 35 «Ma io non sono il <strong>di</strong>avolo...» mi scappò detto quando<br />
Pietro finì il suo racconto. Ma Pietro non raccolse la mia allusione.<br />
<strong>Il</strong> Maestro continuava a dormire e io lo stringevo teneramente fra<br />
le mie braccia. Fu in quei momenti che mi accorsi <strong>di</strong> un’anomalia che<br />
riguardava il suo fisico. <strong>Il</strong> suo cuore, il suo grande cuore, batteva con<br />
89<br />
Capitolo XI
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
regolarità, ma con una lentezza sorprendente. Cercai <strong>di</strong> confrontare<br />
i battiti del suo cuore con i battiti del mio e rimasi stupita. Ogni tre o<br />
quattro battiti del mio cuore il suo ne faceva solo uno. Pensai che<br />
fosse nato così oppure che, durante i suoi soggiorni fra gli esseni,<br />
avesse appreso tecniche <strong>di</strong> respirazione ancora sconosciute. Decisi,<br />
comunque, <strong>di</strong> non fargli domande in<strong>di</strong>screte. Mi girai più volte per<br />
trovare la posizione giusta. Alla fine entrai in un sonno carico <strong>di</strong> incubi<br />
spaventosi: Sara veniva dal mondo dei morti per rivelarmi la<br />
morte del Maestro sulla croce. Sorrideva mentre mi gettava nel buio<br />
<strong>di</strong> una crisi atroce. <strong>Il</strong> suo volto era l’immagine devastante della pazzia.<br />
Cercavo <strong>di</strong> scacciarla dalla mia mente, ma non ci riuscivo. Ci riuscì,<br />
invece, il Maestro svegliandomi con un bacio tenerissimo sulle<br />
labbra. Per qualche istante, mi sentii come quando ero piccola: una<br />
bambina assetata <strong>di</strong> baci e <strong>di</strong> carezze che, senza la protezione <strong>di</strong> una<br />
madre e senza la compagnia <strong>di</strong> fratelli, cercava <strong>di</strong> capire il mondo dei<br />
gran<strong>di</strong>, senza riuscirci. Ma adesso non ero più quella bambina. Ero<br />
una donna. Una donna giovane e bella che il Maestro stava guardando<br />
con naturale desiderio <strong>di</strong> un uomo forte e giovane.<br />
<strong>Il</strong> cielo si stava lentamente imbiancando mentre il sole si preparava<br />
a uscire all’orizzonte. In quei momenti magici, quello che mi<br />
sembrava impossibile si avverò e i nostri corpi si unirono e si smarrirono<br />
in un abbraccio purissimo che ci veniva da Dio. Avevamo scoperto,<br />
finalmente, quanta dolcezza ci fosse nell’amare e nell’essere<br />
amati.<br />
Dopo l’abbraccio, il Maestro si chiuse in un mutismo che feriva la<br />
mia sensibilità. Pensai che mi incolpasse della morte <strong>di</strong> Sara col risultato<br />
che i sensi <strong>di</strong> colpa ripresero a tormentarmi. Cominciai a piangere,<br />
ma il Maestro non se ne accorse. Evidentemente, le mie lacrime<br />
non si vedevano... «Cos’hai? – gli chiesi a un tratto – cosa ti ho fatto?<br />
Perché mi tratti così?». Gesù mi guardò negli occhi con sguardo fisso<br />
e assorto: «Tu non hai colpa – mi rispose – Tu per me rappresenti la<br />
vita, ma spesso sento come se la mia vita stesse per finire. Mi sento<br />
solo ed è come se la mia solitu<strong>di</strong>ne anticipasse la morte». Mi accarezzò<br />
il viso e: «Ma non è tutto – riprese – è come se qualcuno mi inseguisse.<br />
Come se qualcuno volesse impadronirsi del mio spirito per<br />
90
amarmi o per annientarmi. Io – concluse – non so se si tratta della<br />
grazia <strong>di</strong> Dio o della male<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Satana».<br />
Tacque per qualche istante. Quin<strong>di</strong>, si stese <strong>di</strong> nuovo accanto a me,<br />
mi abbracciò ancora (facendomi provare una gioia immensa) e si addormentò<br />
fra le mie braccia. Gli accarezzai a lungo il volto scavato dalla fatica<br />
e dalle privazioni e scoppiai a piangere <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> tenerezza.<br />
“È come se qualcuno mi inseguisse. Come se qualcuno volesse impadronirsi<br />
del mo spirito per amarmi e per annientarmi. Non so se si<br />
tratta della grazia <strong>di</strong> Dio o della male<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Satana”. Questa frase<br />
appena pronunciata da Gesù, mi preoccupava. Come dovevo immaginarmi<br />
queste due forze che si contendevano il suo spirito? Filippo,<br />
un giorno, ci aveva detto che alcuni sapienti geci non credevano in<br />
Dio e in Satana nei termini in cui ci credevamo noi. Sostenevano che,<br />
anziché un solo <strong>di</strong>o, ne esistessero due, magari uguali come gemelli,<br />
ma totalmente opposti sul piano morale e, quin<strong>di</strong>, in lotta eterna fra<br />
loro. Erano questi i due dei che lottavano per impadronirsi dello spirito<br />
del Maestro? Forse, solo in futuro, avrei avuto una risposta.<br />
Si avvicinava, intanto, la festività più cara al popolo d’Israele. <strong>Il</strong><br />
primo giorno degli azzimi. 36 I <strong>di</strong>scepoli si avvicinarono, quin<strong>di</strong>, a Gesù<br />
e gli chiesero: «Dove vuoi che prepariamo per festeggiare la Pasqua?».<br />
Gesù <strong>di</strong>ede le <strong>di</strong>sposizioni necessarie e, venuta la sera, si mise a mensa<br />
con i do<strong>di</strong>ci. In più, <strong>di</strong>spose che io sedessi al suo fianco provocando,<br />
così, la reazione gelosa da parte <strong>di</strong> molti, specie <strong>di</strong> Pietro, scontroso e<br />
taciturno. Io sedevo alla destra del Maestro. Alla sua sinistra c’era<br />
Giuda <strong>di</strong> Kerijot, l’uomo che, <strong>di</strong>etro incarico del Maestro, teneva i<br />
contatti con i sacerdoti del Tempio.<br />
Mentre tutti stavano mangiando, il Maestro spezzò il pane, lo bene<strong>di</strong>sse<br />
e lo <strong>di</strong>ede ai <strong>di</strong>scepoli. Quin<strong>di</strong>, prese il calice e, dopo aver reso<br />
grazie, lo <strong>di</strong>ede loro annunciando, con parole oscure, una nuova era<br />
che sarebbe iniziata grazie alla loro fede. I <strong>di</strong>scepoli si passarono il calice<br />
<strong>di</strong> vino, silenziosi, cercando <strong>di</strong> interpretare il messaggio che avevano<br />
appena ricevuto. Chiuso il cerchio, Simone lo zelota porse il<br />
calice anche a me. Lo ringraziai con un sorriso e vi intinsi le labbra.<br />
Quel vino sapeva <strong>di</strong> sangue. Un presentimento <strong>di</strong> morte, vago e confuso,<br />
tornò a dominare la mia anima tormentata e inquieta.<br />
91<br />
Capitolo XI
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
<strong>Il</strong> Maestro parlava familiarmente con Giuda. Sembrava che due sacerdoti<br />
avessero manifestato il desiderio <strong>di</strong> conoscerci meglio. Apprezzavano<br />
il messaggio del Maestro, volevano confrontarsi con lui e<br />
chiedevano <strong>di</strong> poterlo incontrare in <strong>segreto</strong>. «Ai Getsemani, ai pie<strong>di</strong><br />
del Monte degli Ulivi, nella valle del Cedron. Stanotte stessa» <strong>di</strong>sse il<br />
Maestro a Giuda, che si incamminò alla volta <strong>di</strong> Gerusalemme.<br />
«Quello che devi fare fallo al più presto». 37 Furono le ultime parole<br />
che il Maestro <strong>di</strong>sse a Giuda, mai più pensando a un tranello.<br />
Quella notte, ai Getsemani, il Maestro era taciturno, spento e abbattuto.<br />
Fu colto da una tristezza così forte da cercare conforto in Pietro<br />
e nei due figli <strong>di</strong> Zebedeo, Giacomo e Giovanni. Ma i tre <strong>di</strong>scepoli<br />
erano crollati sotto il peso della giornata e dormivano pesantemente.<br />
Io stessa feci una gran fatica a restare sveglia. Finsi <strong>di</strong> pregare per qualche<br />
minuto, assieme al Maestro. Poi, persi letteralmente conoscenza.<br />
Mi svegliò la voce <strong>di</strong> Giuda. Stava vicino al Maestro che parlava<br />
con due sacerdoti dall’aspetto benevolo e rassicurante. Notai che l<br />
Maestro aveva ritrovato il suo tono vigoroso e carismatico. Al suo<br />
confronto, i due sacerdoti apparivano come personcine fiacche, deboli<br />
e sbia<strong>di</strong>te.<br />
Stavo ancora fra il sonno e la veglia quando vi<strong>di</strong> che Giuda si avvicinava<br />
al Maestro baciandolo e abbracciandolo con forza, quasi volesse<br />
proteggerlo. Lo vi<strong>di</strong> piangere a <strong>di</strong>rotto mentre ripeteva con voce convulsa:<br />
«Rabbì, io non volevo. Ti giuro: hanno ingannato anche me!».<br />
Dietro <strong>di</strong> lui, una folla armata <strong>di</strong> spade e <strong>di</strong> bastoni. Corsi subito dai <strong>di</strong>scepoli<br />
e li svegliai. Pietro e altri tentarono una <strong>di</strong>sperata resistenza,<br />
ma il Maestro li fermò con un gesto imperioso. Voleva, evidentemente,<br />
che non corressimo alcun rischio. Lo vi<strong>di</strong> arrestare e condurre verso<br />
Gerusalemme. Più tar<strong>di</strong>, seppi che fu portato subito al palazzo del<br />
sommo sacerdote dove si riunirono i sacerdoti, gli anziani e gli scribi.<br />
Uno spaventoso gruppo <strong>di</strong> potere che, anziché pregare, rubava.<br />
Per noi si stava consumando una trage<strong>di</strong>a terribile mentre per loro<br />
si avvicinava il momento <strong>di</strong> una vendetta livida e spietata.<br />
Giovanni mi venne vicino, mi abbracciò e pianse a <strong>di</strong>rotto come<br />
un bambino. Non tentai <strong>di</strong> consolarlo. Sarebbe stato inutile.<br />
Guardai verso il gruppo dei <strong>di</strong>scepoli. Pietro era agitato e affranto,<br />
ma convinto dell’innocenza <strong>di</strong> Giuda. Suo fratello Andrea era, invece,<br />
92
<strong>di</strong> parere contrario. Rimproverava spesso Giuda perché tendeva a isolarsi,<br />
perché si esprimeva in termini oscuri, perché aveva un brutto<br />
carattere, suscettibile e spigoloso. E ora, in quei momenti drammatici,<br />
lo considerava colpevole <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>mento. Gli altri apparivano chiusi<br />
nel loro rancore.<br />
<strong>Il</strong> Maestro fu condotto nella casa del sommo sacerdote. Pietro e io<br />
fummo gli unici a trovare il coraggio <strong>di</strong> seguirlo, silenziosi come due<br />
ombre. I servi avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano<br />
seduti attorno, incuriositi per l’arresto <strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong> cui si era parlato<br />
tanto negli ultimi giorni. Anche noi due ci sedemmo in mezzo a loro.<br />
A un tratto una serva fissò Pietro e, puntando un <strong>di</strong>to, <strong>di</strong>sse: «Anche<br />
quest’uomo era con lui!». Pietro <strong>di</strong>venne pallido e negò <strong>di</strong>cendo:<br />
«Donna, ti sbagli. Io non lo conosco!». Poco dopo, un altro lo vide e<br />
<strong>di</strong>sse: «Anche tu sei uno <strong>di</strong> loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo<br />
sono!». Passò circa un’ora in cui ci fu solo silenzio. Poi, un altro servo<br />
tornò a insistere: «In verità, anche quest’uomo era con lui. Anche lui<br />
è un galileo!». Ma Pietro, impaurito, lo zittì con irruenza. «Non capisco<br />
quello che <strong>di</strong>ci» gli <strong>di</strong>sse alzando il tono <strong>di</strong> voce.<br />
Dopo qualche minuto, si stese a terra nascondendo il viso. Piangeva<br />
come un bambino per la <strong>di</strong>sperazione e, soprattutto, per il rimorso<br />
<strong>di</strong> aver rinnegato il Maestro.<br />
Poco dopo, ci alzammo e c’incamminammo verso i Getsemani per<br />
riunirci al gruppo. Durante il tragitto, “rincontrammo” Giuda. Si era<br />
impiccato a un abete. Le viscere gli uscivano dal ventre squarciato.<br />
Una civetta, accovacciata su una sua spalla, si era assunta il compito<br />
<strong>di</strong> accompagnare la sua anima, forse innocente, nel regno dei morti.<br />
«Riposi in pace» <strong>di</strong>sse Pietro a bassa voce. «Riposi in pace» gli feci eco.<br />
Durante il tragitto, sono sicura che Pietro si sentiva in colpa per<br />
quelle parole che avrebbe dovuto <strong>di</strong>re e per quelle parole che avrebbe<br />
dovuto tacere. La colpa <strong>di</strong> aver rinnegato il Maestro lo stava gettando<br />
in uno stato <strong>di</strong> profonda depressione. Avvertiva tutto il peso della sua<br />
sconfitta e non si sentiva più degno <strong>di</strong> essere il capo degli apostoli.<br />
Tanto era stato (sempre) lucido e determinato quanto (adesso) mi appariva<br />
debole e irresoluto. Entrambi sapevamo che il Maestro rischiava<br />
<strong>di</strong> pagare con la vita l’affermazione e la <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> principi che<br />
avrebbero salvato il nostro popolo. E lo anticipammo con totale sin-<br />
93<br />
Capitolo XI
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
cerità, agli altri componenti della nostra comunità che trovammo ancora<br />
riuniti, ai Getsemani.<br />
NOTE CAPITOLO XI<br />
35. Luca 4/1-13: libera interpretazione dell’autore.<br />
36. Matteo 26/17: il giorno esatto della cena pasquale è, comunque, ancora in <strong>di</strong>scussione.<br />
37. Giovanni 13/27.<br />
94
CAPITOLO XII<br />
Gesù viene portato davanti a Caifa, il sommo sacerdote del Tempio.<br />
L’intenzione <strong>di</strong> Caifa è quella <strong>di</strong> condannare Gesù, ma non ne ha il<br />
potere visto che la pena <strong>di</strong> morte è appannaggio esclusivo dei romani.<br />
Gesù viene portato, quin<strong>di</strong>, davanti a Pilato che (forse a malincuore)<br />
si lascia convincere a condannare Gesù alla crocefissione. Deriso e<br />
flagellato, Gesù viene condotto sul luogo dell’esecuzione<br />
95
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
96
Nessuno parlava. Qualcuno pregava. Le donne piangevano. Da parte<br />
mia, sentivo che avevo il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> fare molte domande e <strong>di</strong> avere altrettante<br />
risposte. Mi appartai con Matteo, il pubblicano pentito, il<br />
più colto della nostra piccola comunità. «Perché – gli chiesi – sembra<br />
che il Maestro abbia quasi cercato la morte affrontando senza <strong>di</strong>fendersi<br />
nemici che avevano l’intenzione e il potere <strong>di</strong> condannarlo? Perché<br />
non è fuggito?». «<strong>Il</strong> Maestro – mi rispose Matteo – sa, da sempre,<br />
<strong>di</strong> avere un destino tragico inciso dentro <strong>di</strong> sé. Non poteva fuggire –<br />
proseguì – perché giu<strong>di</strong>cava che la sua missione non ammettesse la<br />
paura <strong>di</strong> morire che (inevitabilmente) sentiva anche lui. In caso <strong>di</strong><br />
fuga, avrebbe tra<strong>di</strong>to la sua pre<strong>di</strong>cazione basata in buona parte sulla<br />
denuncia dei mali della casta sacerdotale che domina il popolo<br />
d’Israele. Mi chiedo con grande angoscia – concluse – come potrà salvarsi<br />
il gregge qualora il suo pastore fosse condannato a morte».<br />
Pietro, a poca <strong>di</strong>stanza da noi, sedeva compostamente, abbracciandosi<br />
le ginocchia, con lo sguardo fisso nel vuoto. Forse pensava, con<br />
grande preoccupazione, al ruolo che avrebbe dovuto giocare portando<br />
il gregge del Maestro al pascolo. 38 Lui, che aveva rinnegato per tre<br />
volte Gesù nel cortile della casa <strong>di</strong> Caifa.<br />
<strong>Il</strong> sole cominciava lentamente a spuntare quando ci raggiunse Giuseppe<br />
d’Arimatea che aveva assistito al colloquio fra Caifa e il Maestro.<br />
Giuseppe si sedette appoggiando la schiena al tronco <strong>di</strong> un albero e ci<br />
fissò pensieroso, quasi cercasse <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>nare correttamente tutto<br />
quanto voleva <strong>di</strong>rci. Noi tutti ci eravamo raccolti attorno a lui e restavamo<br />
in silenzio in attesa che ci rivelasse quanto era accaduto. «Non<br />
vi porto buone notizie – iniziò dopo un sospiro che ci mise in agitazione<br />
–. <strong>Il</strong> Maestro si è comportato con coraggio e con grande <strong>di</strong>gnità,<br />
ma ha offerto a Caifa valide ragioni per accusarlo ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> be-<br />
97<br />
Capitolo XII
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
stemmia. Non escludo che Caifa sottoponga la questione nientemeno<br />
che a Ponzio Pilato, un uomo concreto e deciso che quando si trattò<br />
<strong>di</strong> reprimere la rivolta dei samaritani si rivelò ad<strong>di</strong>rittura spietato. In<br />
questo caso, avremmo ben poco da sperare, anche se (si <strong>di</strong>ce) che sua<br />
moglie conosca e ammiri il nostro Maestro». 39<br />
«Prima che iniziasse il confronto fra Caifa e Gesù – riprese Giuseppe<br />
– io e Nicodemo intervenimmo in <strong>di</strong>fesa del Maestro, ma fummo messi<br />
subito a tacere. “Nessun profeta è mai venuto dalla Galilea” <strong>di</strong>cevano<br />
i sacerdoti più vicini a Caifa, mettendo in rapporto l’origine galilea <strong>di</strong><br />
Nicodemo con la stima che <strong>di</strong>mostrava nei confronti del Maestro. Ma<br />
la maggioranza dei sacerdoti, degli anziani e degli scribi restava ancora<br />
dubbiosa e perplessa. Molti non comprendevano, infatti, l’accanimento<br />
nei confronti <strong>di</strong> un uomo che aveva fatto solo del bene e che,<br />
adesso, veniva trattato come l’ultimo dei malfattori».<br />
«Una parola <strong>di</strong> grande equilibrio la <strong>di</strong>sse, in quel frangente, Gamaliele<br />
– proseguì Giuseppe – un fariseo, dottore e interprete della<br />
Legge, stimato presso tutto il popolo. Gamaliele dette or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> far<br />
uscire per qualche momento l’accusato e: “Uomini d’Israele – <strong>di</strong>sse –<br />
badate bene a cosa state per fare nei confronti <strong>di</strong> quest’uomo. Qualche<br />
tempo fa venne Teuda, 40 <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong> essere un profeta e a lui si aggregarono<br />
più <strong>di</strong> quattrocento uomini. Ma fu ucciso e quanti si erano<br />
lasciati persuadere si <strong>di</strong>spersero e finirono nel nulla. Dopo <strong>di</strong> lui, sorse<br />
Giuda il Galileo 41 e quanti lo seguirono furono <strong>di</strong>spersi. Per quanto<br />
riguarda il caso presente, non occupatevene più <strong>di</strong> tanto. Se, quanto<br />
<strong>di</strong>ce quest’uomo, è <strong>di</strong> origine umana, sarà <strong>di</strong>strutto. Ma se è <strong>di</strong> origine<br />
<strong>di</strong>vina, non potrete opporvi perché vi trovereste a combattere<br />
contro Dio!”». 42<br />
«Purtroppo – continuò Giuseppe – il consiglio <strong>di</strong> Gamaliele non fu<br />
ascoltato. Fu così che il Maestro venne a trovarsi <strong>di</strong> fronte a Caifa».<br />
«Ma cosa accadde veramente?» chiese Andrea, il fratello <strong>di</strong> Pietro.<br />
Nicodemo, che nel frattempo ci aveva raggiunto, si passò lentamente<br />
le mani sul viso, quasi a scacciare brutti pensieri. Poi, dopo qualche<br />
minuto che sembrò un’eternità, scosse la testa in segno <strong>di</strong> <strong>di</strong>sapprovazione<br />
e iniziò l’esposizione dei fatti. Da parte mia, sentii una stretta<br />
allo stomaco mentre il cuore mi batteva all’impazzata e la fronte <strong>di</strong>ventava<br />
calda e pesante.<br />
98
«<strong>Il</strong> sommo sacerdote e i suoi fedelissimi cercavano qualche testimonianza<br />
contro Gesù per condannarlo a morte, ma non riuscirono a trovarne<br />
alcuna anche se si erano fatti avanti <strong>di</strong>versi testimoni risultati,<br />
però, non decisivi – spiegò Nicodemo –. Alla fine se ne presentarono<br />
due. Affermarono che Gesù aveva <strong>di</strong>chiarato che poteva <strong>di</strong>struggere il<br />
Tempio e ricostruirlo in tre giorni. Inutile <strong>di</strong>re che l’interpretazione dei<br />
suoi avversari non lasciava dubbi: Gesù si riferiva alla <strong>di</strong>struzione del<br />
culto giudaico e alla sua sostituzione con un culto nuovo: quello che lui<br />
aveva pre<strong>di</strong>cato. Un’ipotesi sconvolgente da una parte; un pericolo terribile<br />
e incombente dall’altra. Caifa non voleva correre rischi...».<br />
«Caifa, a questo punto, si alzò. Era alto quasi quanto Gesù. Solenne<br />
e imponente come nessuno dei sacerdoti riusciva ad essere – ricordò<br />
Giuseppe d’Arimatea –. Fissò il viso <strong>di</strong> Gesù davanti a sé: “non rispon<strong>di</strong><br />
nulla – gli <strong>di</strong>sse – a costoro che testimoniano davanti a te?”. Ma<br />
Gesù continuava a tacere. Allora Caifa, scuotendo la testa in segno <strong>di</strong><br />
paterna <strong>di</strong>sapprovazione, ricorse ai mo<strong>di</strong> più gentili <strong>di</strong> cui era capace<br />
e tese quel tranello che fu fatale a Gesù. “Io, sommo sacerdote, ti prego<br />
e ti scongiuro – <strong>di</strong>sse pacatamente – in nome del Dio vivente, sei tu<br />
il Messia, il figlio <strong>di</strong> Dio?”. Gesù a questo punto, alzò il suo sguardo e:<br />
“Tu l’hai detto – gli rispose – Io lo sono. Anzi io vi <strong>di</strong>co – aggiunse –<br />
che vedrete il figlio dell’uomo sedere alla destra <strong>di</strong> Dio e venire sulle<br />
nubi del cielo”. Molti sacerdoti che erano ancora intontiti dal sonno<br />
si svegliarono completamente mentre Caifa sorrideva, trionfante, con<br />
un leggero tremito sulle labbra sottili». La trappola era scattata.<br />
«Dopo pochi secon<strong>di</strong> – proseguì Giuseppe – Caifa si stracciò le vesti<br />
in segno <strong>di</strong> dolore e, rivolgendosi a tutti i presenti, <strong>di</strong>sse: ha bestemmiato!<br />
Non abbiamo più bisogno <strong>di</strong> testimoni. Avete u<strong>di</strong>to anche voi<br />
la bestemmia?... “Va punito con la morte” <strong>di</strong>ssero in molti. Gesù rimase<br />
immobile a fissare tutti, uno per uno. Si schiarì la voce e tentò<br />
<strong>di</strong> prendere la parola, ma glielo impe<strong>di</strong>rono. Anzi, ci fu chi volle infierire<br />
sputandogli in faccia e schiaffeggiandolo. La vittoria (effimera)<br />
<strong>di</strong> Caifa era completa».<br />
«Ma cosa aveva detto <strong>di</strong> tanto grave il Maestro?» chiese Tommaso.<br />
Seguì qualche secondo <strong>di</strong> silenzio. Poi, Pietro si asciugò le lacrime e,<br />
come capo della nostra piccola comunità, si sentì in dovere <strong>di</strong> dare<br />
una risposta a Tommaso e a tutti noi.<br />
99<br />
Capitolo XII
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
«Nella risposta che il Maestro ha dato a Caifa – iniziò Pietro – è<br />
chiaro che il Maestro abbia rinunciato, in quei momenti drammatici,<br />
alla consegna del <strong>segreto</strong> messianico 43 riconoscendosi come Messia<br />
sulle tracce <strong>di</strong> quanto aveva già rivelato ai suoi <strong>di</strong>scepoli più intimi. 44<br />
Ma, davanti al Sinedrio, il Maestro non si è proclamato come un messia<br />
umano e tra<strong>di</strong>zionale, ma come il Signore che può riven<strong>di</strong>care la<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>vina descritta nel Salmo 110». «Cioè?» chiese Filippo.<br />
«In questo Salmo – riprese Pietro – si fa riferimento a un personaggio<br />
misterioso <strong>di</strong> origine celeste. Ci viene descritto come seduto alla destra<br />
del Padre con i pie<strong>di</strong> poggiati sul corpo dei suoi nemici. È chiaro,<br />
comunque, che quando il Maestro affermava che gli ebrei avrebbero<br />
visto il figlio dell’uomo (seduto alla destra <strong>di</strong> Dio) venire sulle nubi del<br />
cielo, parlava <strong>di</strong> un trionfo del tutto spirituale ed escatologico».<br />
«Ma c’è dell’altro – intervenne Nicodemo –. Nel momento in cui<br />
Gesù si è proclamato “figlio <strong>di</strong> Dio” potrebbe aver realizzato una rottura<br />
con la nostra religione visto che un uomo non può farsi Dio, così<br />
come Dio non può farsi uomo. La sua frase poteva essere interpretata<br />
come un passo pericoloso verso quel politeismo <strong>di</strong> stampo romano<br />
che già minaccia da vicino il nostro popolo. Dio doveva restare quello<br />
<strong>di</strong> sempre: uno e in<strong>di</strong>visibile. Le parole <strong>di</strong> Gesù – concluse Nicodemo<br />
– potevano consentire a Caifa <strong>di</strong> imbrogliare le carte». «Caifa – affermò<br />
Giuseppe – vuole che il Maestro muoia, ma non può essere lui<br />
a condannarlo visto che le condanne a morte sono appannaggio esclusivo<br />
dei romani. Chissà che cosa s’inventerà per convincere Pilato <strong>di</strong><br />
trovarsi davanti a un criminale meritevole della crocefissione...».<br />
<strong>Il</strong> silenzio era calato su <strong>di</strong> noi. Era quasi l’alba. Mi strinsi a Simone<br />
lo Zelota che stava seduto accanto a me. «Potrebbero uccidere il Maestro?»<br />
gli chiesi. «<strong>Il</strong> solo pensiero mi terrorizza. <strong>Il</strong> mondo perderebbe<br />
l’unico uomo che potrebbe cambiarlo» mi rispose abbassando lo<br />
sguardo.<br />
Come era da prevedere, il Maestro fu portato dai sacerdoti del Tempio<br />
al cospetto <strong>di</strong> Pilato. Nessuno <strong>di</strong> noi era presente. Quello che avvenne<br />
fra loro è, quin<strong>di</strong>, avvolto nel mistero. Secondo quanto ci riferì<br />
Giuseppe d’Arimatea, Pilato ricevette subito i sacerdoti anche se appariva<br />
<strong>di</strong> cattivo umore. Come sua abitu<strong>di</strong>ne, volle tagliare corto ricordando<br />
ai sacerdoti che non gli interessava che il Maestro avesse<br />
100
infranto la Legge dei padri visto che Roma non lo considerava un<br />
reato. I sacerdoti, però, non erano certo tipi da arrendersi alle prime<br />
<strong>di</strong>fficoltà. Puntarono tutto sul presentare il Maestro come un sobillatore<br />
che incitava il popolo alla rivolta, che esortava a non pagare il tributo<br />
a Cesare e che si autoproclamava “re dei Giudei” mentre non si<br />
doveva riconoscere altro re all’infuori <strong>di</strong> Cesare. «Se lo liberi – <strong>di</strong>sse<br />
a Pilato il più autorevole fra loro – tu stesso ti metti contro Cesare».<br />
Pilato, è chiaro, non poteva cadere in un errore <strong>di</strong> tale importanza<br />
e cercò <strong>di</strong> uscire con <strong>di</strong>gnità dalla situazione addossando la responsabilità<br />
della decisione a Erode. Ma non gli riuscì. Erode, cauto e guar<strong>di</strong>ngo,<br />
rimandò il prigioniero a Pilato, 45 senza prendere alcuna<br />
decisione. Si avvicinava, quin<strong>di</strong>, il momento più intenso e drammatico<br />
<strong>di</strong> questa trage<strong>di</strong>a: quello del confronto <strong>di</strong>retto fra Gesù e Pilato.<br />
Due uomini completamente <strong>di</strong>versi nell’anima, nella cultura e – importantissimo<br />
– nel linguaggio, inteso soprattutto come significato dei<br />
termini.<br />
Era inutile sperare che potessero comprendersi. Fra loro due<br />
c’erano troppe barriere.<br />
Pilato, gli chiese: «La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato<br />
a me. Dicono che ti sei fatto re dei giudei: è vero?». «<strong>Il</strong> mio<br />
regno non è <strong>di</strong> questo mondo – gli rispose Gesù – se lo fosse, i miei fedeli<br />
avrebbero combattuto per non farmi arrestare». «Dunque tu sei<br />
re?» chiese ancora Pilato. «Tu lo <strong>di</strong>ci: io sono re – confermò Gesù –.<br />
Sono venuto su questo mondo per dare testimonianza alla verità».<br />
Giuseppe d’Arimatea, presente al colloquio, era certo che Pilato<br />
non avesse capito che in minima parte le parole del Maestro. Era rimasto,<br />
tuttavia, colpito dal suo carisma, dal suo sguardo coraggioso e<br />
dai suoi mo<strong>di</strong> fermi, ma gentili.<br />
«Ma cos’è questa verità?» 46 chiese parlando a se stesso. Poi ritornò<br />
sui suoi passi, incerto sul da farsi.<br />
Chi accusava il Maestro continuava a sostenere che riven<strong>di</strong>casse<br />
una sovranità non spirituale, ma politica e Pilato si lasciò convincere,<br />
forse perché era la tesi più facile da comprendere. Fece, comunque, un<br />
ultimo tentativo. Visto che la Pasqua era imminente, si <strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong>sposto<br />
a liberare un condannato a morte. Fu così che una piccola folla<br />
preferì la liberazione <strong>di</strong> un certo Barabba 47 e la ottenne anche perché<br />
101<br />
Capitolo XII
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
i sostenitori <strong>di</strong> Gesù si erano nascosti per paura <strong>di</strong> ritorsioni. Gesù,<br />
flagellato e schernito dai soldati, venne condotto sul luogo dell’esecuzione.<br />
NOTE CAPITOLO XII<br />
38. Matteo 16/16-19.<br />
39. Matteo 27/19.<br />
40. Pretese <strong>di</strong> essere un profeta e <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre con la sua parola il Giordano per guidare<br />
i suoi seguaci in una lotta vittoriosa contro Roma. La sua rivolta finì, però, miseramente<br />
e la sua testa fu portata in trionfo a Gerusalemme. <strong>Il</strong> periodo che vide le<br />
sue gesta è <strong>di</strong> datazione molto incerta.<br />
41. Fondatore della setta degli zeloti in un periodo attorno al 6 o 7 dell’era cristiana.<br />
Guidò la rivolta contro Roma ricorrendo alle armi.<br />
42. L’intervanto <strong>di</strong> Gamaliele si riferisce all’arresto <strong>di</strong> apostoli che vengono portati<br />
davanti al Sinedrio (Atti 5/34-40). L’autore ha voluto immaginare una “scena”<br />
analoga riferita all’arresto <strong>di</strong> Gesù.<br />
43. Marco 1/44.<br />
44. Matteo 16/13-20.<br />
45. Luca 23/1-12.<br />
46. Tema già affrontato nel secondo capitolo.<br />
47. Probabilmente non un brigante, ma uno zelota che partecipò una rivolta contro<br />
i romani.<br />
102
CAPITOLO XIII<br />
Gesù viene portato sul luogo della crocifissione assieme ad altri due<br />
condannati, quasi sicuramente due zeloti. Dalla croce lancia un urlo<br />
terribile: “mio Dio! mio Dio! perché mi hai abbandonato?”. Una domanda<br />
che si fanno anche <strong>Maddalena</strong> e Giovanni, la cui fede in Dio<br />
comincia a vacillare. Gesù muore e Giuseppe d’Arimatea ne depone<br />
il corpo in un sepolcro scavato in una roccia.<br />
103
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
104
Seguivo il Maestro che saliva lentamente verso il luogo della crocefissione.<br />
Non ero sola. C’erano anche alcune donne che si lamentavano<br />
e si battevano il petto. Riconobbi la madre, la sorella della madre<br />
(<strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Cleofa) e la madre <strong>di</strong> Giacomo e Giovanni, i figli <strong>di</strong> Zebedeo,<br />
il pescatore. La strada piena <strong>di</strong> buche e il palo che il Maestro portava<br />
sulle spalle davano gli ultimi colpi al suo organismo già ridotto<br />
allo stremo dai patimenti subiti. Con lui si avviavano alla crocefissione<br />
due uomini, probabilmente due zeloti. Uno era alto, spalle larghe<br />
e capelli neri e arruffati: aveva la paura <strong>di</strong>pinta sul volto. L’altro<br />
era un omaccione tracotante che continuava a insultare i soldati. Ricordo<br />
la sua corporatura massiccia, la faccia brutale, il collo corto e vigoroso.<br />
Guardando i loro corpi era facile capire quanto l’impero<br />
romano avesse adottato la tortura come strumento <strong>di</strong> potere.<br />
A un tratto, un piccolo inciampo e il Maestro crollò a terra. Cercò<br />
<strong>di</strong> rialzarsi, ma non ci riuscì. Sentivo che ansimava e che gli mancava<br />
il respiro. Le mani insanguinate, grumi <strong>di</strong> sangue sul viso e saliva agli<br />
angoli delle labbra. Ridotto pelle e ossa, quasi irriconoscibile. Era evidente<br />
che, sulla croce, si sarebbe spento rapidamente. A quel punto,<br />
il centurione che comandava il drappello, un rude soldato, valoroso<br />
e rotto a tutto, provò compassione, lo sollevò da terra e or<strong>di</strong>nò a un<br />
uomo che passava <strong>di</strong> là <strong>di</strong> portare il palo fino al luogo della crocefissione.<br />
Quell’uomo si chiamava Simone, veniva da Cirene e, per vivere,<br />
faceva il conta<strong>di</strong>no. <strong>Il</strong> Maestro lo guardò per pochi istanti e lo<br />
ringraziò chinando la testa. Dopo qualche istante, una fanciulla bruna<br />
e molto graziosa, approfittando della brevissima pausa, gli deterse il<br />
viso con un panno <strong>di</strong> lino bianco. Si chiamava Veronica. Anche lei era<br />
rimasta affascinata dall’intensità visionaria che emanava dallo sguardo<br />
del Maestro. Più defilati, riconobbi alcuni anziani del Sinedrio, ve-<br />
105<br />
Capitolo XIII
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
nuti a godersi lo spettacolo. Non <strong>di</strong>menticherò mai i loro sguar<strong>di</strong> velenosi,<br />
pieni <strong>di</strong> maligna sod<strong>di</strong>sfazione. Guide perfide, <strong>di</strong> un popolo<br />
buono e sempre sensibile al dolore degli altri. Un popolo che, fra soprusi,<br />
sofferenze e miserie, sperava ancora nell’arrivo <strong>di</strong> un Messia<br />
scelto da Dio come Salvatore.<br />
Passo dopo passo, arrivammo vicino al luogo dell’esecuzione. Un silenzio<br />
improvviso calò sulla folla. I soldati si prepararono a inchiodare<br />
i tre condannati. <strong>Il</strong> Maestro venne messo al centro, fra i due zeloti, <strong>di</strong>steso<br />
sulla sua croce e coperto solo da un perizoma. Palli<strong>di</strong>ssimo, gli<br />
occhi arrossati, ma lo sguardo sorprendentemente vivo. Notai che le<br />
sue labbra si muovevano in maniera impercettibile. Pensai che stesse<br />
pregando. La folla sudava sotto un sole cocente quando qualcuno non<br />
riuscì a soffocare un urlo <strong>di</strong> orrore: i carnefici avevano iniziato a inchiodare<br />
il condannato (alla sinistra del Maestro) partendo dagli<br />
avambracci, che hanno le ossa più gran<strong>di</strong>. Dopo qualche minuto che<br />
sembrò un’eternità, fui il turno del condannato alla destra del Maestro.<br />
«Israele è grande!» urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.<br />
«Israele è grande!» gli rispose il compagno.<br />
<strong>Il</strong> Maestro alzò lo sguardo, guardò il cielo e rimase immobile. Sono<br />
sicura che riconobbe il rumore dei chio<strong>di</strong> destinati alla sua crocefissione<br />
che sbattevano fra loro. Forse, pensò a un miracoloso intervento<br />
<strong>di</strong>vino. Poi, si abbandonò al suo destino.<br />
Per il Maestro, i carnefici scelsero l’uso <strong>di</strong> chio<strong>di</strong> attraverso le mani<br />
e i pie<strong>di</strong>. Concordemente con il costume ebraico, gli fu offerta della<br />
mirra, un narcotico che serviva a mitigare le sofferenze, ma il Maestro<br />
la rifiutò. I carnefici iniziarono, quin<strong>di</strong>, il loro terribile lavoro e<br />
io, al primo colpo <strong>di</strong> martello, persi i sensi.<br />
Mi ripresi mentre issavano il palo sul quale era stato crocefisso il<br />
Maestro. Notai che la targa inchiodata sopra la sua testa lo definiva “il<br />
re dei giudei”. Evidentemente, il Maestro era stato condannato non<br />
per l’accusa <strong>di</strong> bestemmia mossagli dal Sinedrio, ma per la supposta<br />
minaccia alla sovranità assoluta dell’imperatore romano.<br />
Trascorso qualche minuto <strong>di</strong> totale <strong>di</strong>sorientamento, quin<strong>di</strong>, una<br />
domanda niti<strong>di</strong>ssima mi attraversò la mente: con la morte del Maestro<br />
non avrei più conosciuto quel <strong>segreto</strong> che avrebbe sconvolto la mia<br />
vita? Logicamente, non seppi rispondere.<br />
106
Io e le altre donne restammo sedute in preghiera. Giovanni si era<br />
unito a noi, l’unico degli apostoli. Lo strinsi fra le mie braccia colmando<br />
la sua solitu<strong>di</strong>ne e facendomi partecipe delle sue angosce. Uno<br />
degli zeloti, quello alla destra del Maestro urlava che aveva sete. Mi<br />
alzai e convinsi un soldato a dargli da bere dell’acqua mista ad aceto.<br />
<strong>Il</strong> soldato si chiamava Longino e aveva uno sguardo da uomo buono.<br />
Qualche tempo dopo, mi <strong>di</strong>ssero che si era convertito al messaggio<br />
del Maestro e che aveva affrontato il martirio con grande coraggio.<br />
Ma in quel momento tre uomini morivano (comunque) colpevoli <strong>di</strong><br />
aver concepito un mondo <strong>di</strong>verso. Morti che si aggiungevano ad altri<br />
morti e che ne anticipavano altri ancora. Uomini che erano vivi e liberi<br />
fino al giorno prima e che, fra poco, avrebbero finito la loro esistenza<br />
appesi a una croce. <strong>Il</strong> Golgota stava <strong>di</strong>ventando un ossario <strong>di</strong><br />
povera gente che pagava i vizi insiti negli uomini, dall’avi<strong>di</strong>tà alla follia<br />
omicida. Fra questi uomini, c’era il nostro Maestro, il primo e unico<br />
amore della mia vita.<br />
Mi raggiunse Giovanni «Sopravviverà il gregge alla morte del suo<br />
pastore?» mi chiese. «Sopravviverà» gli risposi con una sicurezza che<br />
non so da dove mi pervenisse. Poi, ci inginocchiammo vicino alla<br />
croce del Maestro e pregammo che le sue sofferenze terminassero al<br />
più presto. <strong>Il</strong> suo petto era scosso da deboli respiri, ma non stava ancora<br />
morendo. Mi voltai sperando che accadesse un miracolo, che i<br />
suoi fedelissimi, cioè, venissero a salvarlo. Ma era pura follia. In realtà,<br />
erano fuggiti e ora lo lasciavano morire senza muovere un <strong>di</strong>to e senza<br />
assisterlo nella sua agonia. «Ma Dio dov’è? – mi chiese Giovanni – <strong>Il</strong><br />
Maestro ci ha parlato sempre <strong>di</strong> un Dio pieno d’amore, Come mai,<br />
adesso, lo lascia morire così? Erano solo belle parole? Era il caso <strong>di</strong><br />
crederci ancora?». Ricordo che sentii un groppo stringermi e chiudermi<br />
la gola. Avrei voluto rispondergli con l’autorità <strong>di</strong> una sorella<br />
maggiore, ma riuscii a <strong>di</strong>rgli soltanto: «Non lo so. Non lo so nemmeno<br />
io, Giovanni, figlio mio!». Quin<strong>di</strong>, persi i sensi ancora una volta.<br />
Mi svegliai fra le braccia <strong>di</strong> Giovanni. Non eravamo più soli. Sotto<br />
la croce <strong>di</strong> Gesù si era radunata una piccola folla. Molti lo insultavano<br />
scuotendo il capo e <strong>di</strong>cevano: «Tu che <strong>di</strong>struggi il Tempio e lo ricostruisci<br />
in tre giorni salva te stesso. Se tu sei il figlio <strong>di</strong> Dio scen<strong>di</strong> dalla<br />
croce!» Vi<strong>di</strong> anche i sacerdoti, gli scribi e gli anziani del Sinedrio. Lo<br />
107<br />
Capitolo XIII
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
schernivano: «Ha salvato gli altri e ora non può salvare se stesso. Se<br />
veramente è il re d’Israele scenda dalla croce e gli crederemo». <strong>Il</strong> più<br />
autorevole <strong>di</strong> tutti sfiorò la bestemmia: «Ha confidato in Dio. Ha affermato,<br />
infatti, <strong>di</strong> essere Figlio <strong>di</strong> Dio – <strong>di</strong>sse con aria <strong>di</strong> sfida –. Lo<br />
liberi lui , ora, se gli vuole veramente bene». 48 Anche uno dei condannati<br />
lo insultava, ma l’altro lo rimproverò ricordandogli che il<br />
Maestro non aveva fatto nulla <strong>di</strong> male. E, rivolto a Gesù, gli<br />
<strong>di</strong>sse:«Ricordati <strong>di</strong> me quando entrerai nel tuo regno». <strong>Il</strong> Maestro<br />
trovò la forza <strong>di</strong> consolarlo, 49 coerente fino alla fine al suo ministero<br />
<strong>di</strong> perdono.<br />
Soffrivo in silenzio, ma non riuscivo a piangere. Un dolore acuto in<br />
mezzo al petto mi tormentava <strong>di</strong> continuo. <strong>Il</strong> passato riaffiorava pieno<br />
<strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> dolcissimi, tutti legati alla figura del Maestro, un uomo dotato<br />
<strong>di</strong> un carattere capace <strong>di</strong> attrarre, persuadere ed entusiasmare.<br />
Mi sembrava impossibile che la vita quoti<strong>di</strong>ana potesse proseguire<br />
dopo la sua scomparsa.<br />
Gesù mi parlava sempre <strong>di</strong> un Dio misterioso. Misterioso anche nel<br />
progetto che aveva per la nostra vita. Diceva a tutti che dovevano fidarsi<br />
<strong>di</strong> Dio. Gesù <strong>di</strong> Dio si era fidato. E ora? Pendeva da una croce,<br />
la più atroce fra tutte le esecuzioni. Dio si <strong>di</strong>mostrava assolutamente<br />
in<strong>di</strong>fferente al dolore <strong>di</strong> suo figlio. Che razza <strong>di</strong> padre era? Da quel<br />
giorno iniziai a o<strong>di</strong>arlo e a considerarlo un tiranno e un sanguinario,<br />
amante dei sacrifici umani.<br />
Ricordavo che, un giorno, Gesù si era incontrato con dei fanatici<br />
che sostenevano una tesi “pazzesca” secondo la quale Dio, per salvare<br />
tutti gli uomini (votati alla morte spirituale per effetto del peccato<br />
originale), avrebbe preso la decisione “amorevole” <strong>di</strong> mandare suo figlio<br />
fra noi affinché si consegnasse alla morte per la salvezza dei peccatori.<br />
C’è <strong>di</strong> più: affermavano che la morte del “Salvatore” sarebbe<br />
avvenuta secondo le Scritture, così come veniva annunciata nell’Antico<br />
Testamento. In particolare come sacrificio del servo sofferente...<br />
Del resto, un visionario <strong>di</strong> Tarso 50 su questo punto era chiarissimo:<br />
«Senza spargimento <strong>di</strong> sangue non esiste perdono» sentii che affermava<br />
fra la gente del suo stampo. 51 Da parte mia, da quel momento,<br />
mi guardai attorno e rifiutai <strong>di</strong> credere in un Dio pieno d’amore che<br />
ci viene incontro, soprattutto nelle sofferenze e nel dolore. E mi tenni<br />
108
alla larga anche dai <strong>di</strong>scorsi dei sacerdoti che approfittavano della nostra<br />
fragile credulità.<br />
Ad un tratto sentii un grido: «Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?».<br />
<strong>Il</strong> Maestro, anche in punto <strong>di</strong> morte, restava alla ricerca<br />
<strong>di</strong> un Dio del quale avvertiva la tragica assenza. In quella frase c’era<br />
tutta la sua terribile delusione.<br />
<strong>Il</strong> sole, intanto, cominciava a calare. Mi si avvicinò Giovanni, il giovane<br />
che il Maestro amava come un figlio. Non piangeva più. <strong>Il</strong> volto<br />
era cupo e a<strong>di</strong>rato. Cercò <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi qualcosa, ma il tremore delle labbra<br />
glielo impedì. Dopo qualche istante sorrise, pieno <strong>di</strong> amarezza,<br />
mi fissò a lungo e: «<strong>Maddalena</strong> – mi <strong>di</strong>sse – Dio non esiste. Dio è soltanto<br />
una favola. Una favola inventata dai sacerdoti per dominarci».<br />
Giovanni, dopo la crocefissione del nostro Maestro, non sarebbe<br />
più stato lo stesso? Lo vi<strong>di</strong> oppresso e angosciato quasi avesse un peso<br />
sul petto che gli impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> respirare. Ad un tratto, interruppe brevemente<br />
il filo dei suoi pensieri perché il Maestro aveva ripetuto con<br />
un tono <strong>di</strong> voce che ci straziava la sua frase terribile: «Dio mio, Dio<br />
mio perché mi hai abbandonato?». La croce del Maestro <strong>di</strong>stava rispetto<br />
a noi <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> metri. Mi alzai e mi inginocchiai davanti a<br />
lui stringendogli le caviglie con le braccia e con le mani. Gli baciai le<br />
ferite facendogli sentire l’interno delle mie labbra e riempii <strong>di</strong> baci i<br />
suoi poveri pie<strong>di</strong> inchiodati. I suoi occhi e il suo respiro (che trovavo<br />
così strano) mi seguirono come un ombra finché Longino allargò le<br />
braccia, quasi a scusarsi, e mi <strong>di</strong>sse che dovevo ritornare nel punto<br />
dove erano ammessi i parenti dei condannati.<br />
Era il giorno <strong>di</strong> preparazione alla festività del sabato, la parasceve.<br />
I giudei chiesero a Pilato che fossero spezzate le gambe ai condannati<br />
e che fossero portati via affinché i corpi non rimanessero sulla croce<br />
durante il giorno solenne. Vennero, quin<strong>di</strong>, dei soldati e spezzarono<br />
le gambe dei due zeloti, prima all’uno poi all’altro. Quando fu il turno<br />
del Maestro, videro che era già morto e non gli spezzarono le<br />
gambe,ma uno dei soldati, forse Longino, 52 gli colpì il fianco con la<br />
sua lancia e, subito, ne uscì sangue e acqua.<br />
Sopraggiunta la sera, Giuseppe d’Arimatea andò coraggiosamente<br />
da Pilato per chiedere il corpo del Maestro. Giuseppe ci raccontò che<br />
Pilato era rimasto meravigliato del fatto che Gesù fosse già morto e<br />
109<br />
Capitolo XIII
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
che volle essere rassicurato da un centurione. Ottenuta questa rassicurazione,<br />
concesse la salma a Giuseppe. Giuseppe, allora, acquistò<br />
un lenzuolo, calò il Maestro dalla croce, lo compose devotamente e lo<br />
depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi, fece rotolare un masso<br />
contro l’entrata del sepolcro.<br />
Io e le altre donne lo aiutammo in ogni fase della deposizione e<br />
della sepoltura. Poi, tornammo da dove venivamo per preparare aromi<br />
e oli profumati. <strong>Il</strong> giorno <strong>di</strong> sabato osservammo il riposo secondo la<br />
nostra Legge.<br />
<strong>Maria</strong>, la madre <strong>di</strong> Gesù, era crollata. E, in quei momenti, riposava<br />
nella casa della madre <strong>di</strong> Giacomo e <strong>di</strong> Giovanni assistita, amorevolmente,<br />
dal <strong>di</strong>scepolo che il Maestro aveva amato <strong>di</strong> più <strong>di</strong> ogni altro.<br />
Visto che la casa era vicinissima, andai a visitarla. Non voglio descrivere<br />
come la trovai, tanto era smunta nel viso e <strong>di</strong>strutta nello spirito.<br />
«Io, Giuseppe e i miei figli non abbiamo mai fatto del male – mi <strong>di</strong>sse<br />
guardandosi attorno smarrita – eppure Dio ci ha colpito con una trage<strong>di</strong>a<br />
così grande. Perché proprio noi mentre tanti uomini ingiusti<br />
sono riempiti <strong>di</strong> ogni bene?». Giovanni, presente all’incontro, annuì,<br />
poi: «Dove si è nascosta questa benedetta giustizia <strong>di</strong>vina <strong>di</strong> cui sento<br />
parlare fin da quando ero bambino? – ci chiese con rancore – Perché<br />
Dio ha permesso questa ingiustizia? Perché assiste in<strong>di</strong>fferente a tutto<br />
il dolore degli uomini? Perché ha permesso che il Maestro morisse?».<br />
«Non lo chiedete a me – risposi – io sto perdendo la fede...».<br />
NOTE CAPITOLO XIII<br />
48. Matteo 27/39-44.<br />
49. Luca 23/39-43.<br />
50. Saulo <strong>di</strong> Tarso che, più tar<strong>di</strong>, cambiò il nome in Paolo.<br />
51. Lettera agli Ebrei 9/22.<br />
52. Leggenda vuole che, sotto la croce, Longino sia statto convertito da una goccia del<br />
sangue <strong>di</strong> Gesù uscita dal costato trafitto dalla sua lancia.<br />
110
CAPITOLO XIV<br />
Passato il sabato, <strong>Maddalena</strong> si reca al sepolcro per imbalsamare il<br />
corpo del Maestro. Con suo grande stupore, arrivata al sepolcro, vede<br />
che qualcuno ha fatto rotolare il masso che chiudeva l’ingresso. Entra,<br />
col cuore in gola, e trova Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea che vegliano<br />
un corpo che sembra privo <strong>di</strong> vita.<br />
111
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
112
Passato il sabato, mi incamminai, prima dell’alba, verso il sepolcro<br />
per ungere e imbalsamare il corpo del Maestro con oli aromatici.<br />
Mentre camminavo, mi chiedevo come avrei fatto a far rotolare il<br />
masso che si trovava all’ingresso del sepolcro. Trasalii, quin<strong>di</strong>, quando,<br />
arrivata davanti al sepolcro, vi<strong>di</strong> che il masso era già rotolato via. Entrai<br />
con il cuore in gola e, <strong>di</strong>sabituata all’oscurità com’ero, cercai <strong>di</strong> vedere<br />
se, in quella tenebra, ci fosse qualcuno che mi facesse qualche<br />
segnale. A un tratto, mi sentii torcere un braccio mentre una voce debolissima<br />
mi invitava a seguirla. Dopo qualche secondo, persi il contatto<br />
con quella voce misteriosa e, istintivamente, mi portai verso<br />
l’interno della grotta. <strong>Il</strong> sole stava per sorgere e, finalmente, riuscii a<br />
<strong>di</strong>stinguere abbastanza chiaramente dove mi trovavo e chi avevo attorno.<br />
Vi<strong>di</strong> due uomini inginocchiati davanti a un corpo <strong>di</strong>steso, coperto<br />
da una tunica bianca con molte macchie <strong>di</strong> sangue. Una torcia<br />
bruciava nell’ombra. Vi<strong>di</strong> <strong>di</strong>stintamente Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea.<br />
<strong>Il</strong> corpo, davanti al quale stavano inginocchiati, era il corpo<br />
del Maestro!<br />
Sembrava che dormisse. <strong>Il</strong> volto era palli<strong>di</strong>ssimo e insanguinato.<br />
Mi avvicinai e gli baciai la fronte e le tempie. «Va tutto bene, non temere.<br />
Sarò sempre vicina a te» gli <strong>di</strong>ssi come se potesse ascoltarmi.<br />
Gli baciai anche le labbra e le mani. <strong>Il</strong> suo corpo sembrava non conoscere<br />
corruzione. «Dove sei?» gli chiesi. «É qui» mi rispose Nicodemo.<br />
«Respira ancora – aggiunse Giuseppe d’Arimatea – molto debolmente,<br />
ma respira. Tu hai visto come Gesù ha fatto sì che Lazzaro <strong>di</strong> Betania<br />
tornasse in vita. Cerca <strong>di</strong> ricordare come ha fatto e restituiscici il nostro<br />
Maestro». La grotta non era più buia. Tutto sembrava più chiaro.<br />
I due mi fissavano fiduciosi e io mi aggrappai <strong>di</strong>speratamente alla loro<br />
speranza.<br />
113<br />
Capitolo XIV
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
«Prima <strong>di</strong> tentare posso saperne <strong>di</strong> più?» domandai. Nicodemo e Giuseppe<br />
annuirono gravemente, poi: «Non ti stupire – iniziò Giuseppe –<br />
Gesù aveva trascorso molti anni fra gli esseni raggiungendo, nella gerarchia,<br />
una posizione <strong>di</strong> primo piano. In quegli anni – proseguì – prese<br />
conoscenza <strong>di</strong> terapie conosciute da pochi e acquisì una facoltà riservata<br />
solo ai gran<strong>di</strong> iniziati, come lui». «Quale?» interruppi. «Quella <strong>di</strong> provocarsi<br />
una morte apparente – intervenne Nicodemo –. Quella facoltà,<br />
cioè, <strong>di</strong> mettersi nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sospendere quasi tutte le funzioni<br />
organiche. È una con<strong>di</strong>zione che – spiegò Nicodemo – può durare ad<strong>di</strong>rittura<br />
qualche giorno L’attività respiratoria e car<strong>di</strong>aca è indebolita,<br />
la sensibilità è quasi a zero, i riflessi sono debolissimi. 53 Sta, adesso, a<br />
noi, interrompere questo stato. <strong>Il</strong> Maestro è fra la vita e la morte. Sta a<br />
te riportarlo in vita». «Ci proverò» <strong>di</strong>ssi senza sorridere, schiacciata da<br />
una responsabilità troppo grande. Mentre cercavo <strong>di</strong> ricordare come<br />
avesse agito il Maestro in situazioni analoghe, vi<strong>di</strong> Giuseppe che faceva<br />
bere al Maestro del liquido incolore. «Contiene una sostanza capace <strong>di</strong><br />
stimolare la circolazione del sangue – anticipò la mia domanda –. È così<br />
<strong>di</strong>fficile fargliela inghiottire tutta...». Concluse con l’espressione <strong>di</strong> un<br />
padre che si prende cura <strong>di</strong> un figlio ammalato.<br />
Mi inginocchiai accanto al corpo del Maestro e gli accarezzai la<br />
fronte e le tempie, quasi aspettandomi che mi sorridesse. A questo<br />
punto, avvenne qualcosa che non riesco ancora a spiegarmi. Uno stato<br />
<strong>di</strong> grazia s’impossessò improvvisamente <strong>di</strong> me. Compresi che Dio<br />
aveva perdonato la mia fuga dalla fede e che, ora, si serviva <strong>di</strong> me per<br />
qualcosa <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario. Alzai gli occhi al cielo per invocare la sua<br />
protezione e, da quel momento, agii come se qualcuno si fosse impossessato<br />
del mio corpo e lo facesse agire come se fossi in trance<br />
Appoggiai, quin<strong>di</strong>, il palmo della mano destra al centro del petto del<br />
Maestro, le sovrapposi l’altra mano, tenni le braccia forti e dritte e iniziai<br />
a comprimere le zone del cuore con tutta l’energia <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sponevo,<br />
scandendo i movimenti secondo pause uguali fra loro. Guardai<br />
per qualche istante il Maestro. <strong>Il</strong> suo viso era quello <strong>di</strong> un uomo calmo<br />
e sereno. «Sorri<strong>di</strong> – gli <strong>di</strong>ssi – sorri<strong>di</strong>, ti prego!». Guardai le sue labbra<br />
<strong>di</strong>segnate dalla sapienza <strong>di</strong>vina e provai il desiderio irresistibile <strong>di</strong> baciarle.<br />
Dopo pochi secon<strong>di</strong>, mi trovai a soffiare con forza nella sua<br />
bocca sperando <strong>di</strong> dare nuova vita a un corpo che sembrava ripren-<br />
114
dersi. Ero stremata, ma non mi concedevo soste. Dopo un tempo che<br />
sembrò a tutti e tre un’eternità, mentre la nostra fiducia aumentava, il<br />
Maestro riaprì gli occhi. <strong>Il</strong> suo viso era il viso <strong>di</strong> un uomo che veniva<br />
da un viaggio lunghissimo e faticoso. Era il viso <strong>di</strong> un viandante affamato<br />
che intravede, incredulo, la sua salvezza. Debolissimo, ci <strong>di</strong>sse<br />
subito <strong>di</strong> avere visto e u<strong>di</strong>to tutto quanto stavamo facendo e <strong>di</strong> essere<br />
stato in paesi che non conoscevamo. Ci descriveva tutto nei minimi<br />
particolari, ma io avevo paura che si affaticasse. Lo abbracciai e lo tenni<br />
stretto al mio petto finché si addormentò profondamente, stremato.<br />
Fuori della grotta Nicodemo stava “preparando” un asinello con<br />
l’intenzione evidente <strong>di</strong> portare il Maestro in un posto sicuro. Giuseppe<br />
mi si avvicinò, mi pose una mano sulla spalla e: «Che tu sia benedetta,<br />
figlia mia!» mi <strong>di</strong>sse augurandomi ogni bene.<br />
Giuseppe trovò per il Maestro una stanza piena <strong>di</strong> luce all’interno<br />
della sua confortevole abitazione. Dette or<strong>di</strong>ne ai parenti e ai servi <strong>di</strong><br />
non entrare in quella stanza e mi pregò <strong>di</strong> assistere il nostro Maestro.<br />
Incarico che mi riempì <strong>di</strong> gioia, anche se una responsabilità così<br />
grande non poteva che farmi paura.<br />
La convalescenza <strong>di</strong> Gesù fu lunga e piena <strong>di</strong> incubi. <strong>Il</strong> Maestro mi<br />
parlava, spesso nel dormiveglia, <strong>di</strong> animali ripugnanti, <strong>di</strong> mostri gobbi<br />
e <strong>di</strong> donne con le ali che gli or<strong>di</strong>navano <strong>di</strong> entrare nel mondo dei<br />
morti. Era un mondo che gli faceva paura e lo rendeva triste. A tratti,<br />
però, cambiava d’umore ed entrava in lui una nuova gioia <strong>di</strong> vivere<br />
che avvertivo nei suoi sguar<strong>di</strong> febbricitanti e da come rispondeva ai<br />
miei baci <strong>di</strong>sperati e dolcissimi. Fu proprio in uno <strong>di</strong> quei momenti <strong>di</strong><br />
luci<strong>di</strong>tà che mi iniziò ai segreti della trasmissione del pensiero 54 e della<br />
chiaroveggenza, 55 pro<strong>di</strong>gi straor<strong>di</strong>nari con i quali aveva familiarizzato<br />
durante i lunghi anni in cui era stato a fianco dei maestri esseni.<br />
Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo venivano quasi tutti i giorni a<br />
farci visita e io li assillavo sempre con la stessa domanda; «Quando<br />
potrà tornare l’uomo che era prima?». «Alla prossima Pasqua...» ripetevano<br />
invariabilmente con toni rassicuranti. E io, che ero abituata a<br />
leggere nel fondo dei loro occhi, capivo che erano sinceri.<br />
Dio mio! Era già passato quasi un anno dalla trage<strong>di</strong>a. Un anno durante<br />
il quale, reclusi come eravamo, avevo perso i contatti con Pietro<br />
e con gli altri <strong>di</strong>scepoli della nostra piccola comunità.<br />
115<br />
Capitolo XIV
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
La notte che precedeva la parasceve segnò un momento veramente<br />
critico. <strong>Il</strong> sonno del Maestro era turbato da visioni <strong>di</strong> pipistrelli e da<br />
ectoplasmi 56 che emergevano da ogni angolo della stanza. Fu in quei<br />
momenti che decisi <strong>di</strong> violare la Legge 57 e <strong>di</strong> strappare il Maestro a un<br />
mondo che lo stava inghiottendo. D’accordo con Giuseppe e con Nicodemo,<br />
decisi <strong>di</strong> ricorrere alle cure <strong>di</strong> un vecchio saggio 58 che godeva<br />
la fama <strong>di</strong> liberare i malati dagli attacchi degli spiriti del male.<br />
M’incamminai, quin<strong>di</strong>, verso la sua abitazione, pronta a tutto,<br />
anche a morire, pur <strong>di</strong> salvare il Maestro dal suo destino. Mentre camminavo,<br />
mi facevo coraggio convincendomi del fatto che il vecchio<br />
saggio non avrebbe potuto chiudere la porta in faccia a chi trasgre<strong>di</strong>va<br />
la Legge nel nome <strong>di</strong> un grande amore. La notte era più buia che mai.<br />
<strong>Il</strong> silenzio era assoluto. Provai, fino in fondo, cosa significasse avere<br />
paura. Arrivai, comunque, a destinazione e bussai alla porta della casa<br />
dove abitava il vecchio.<br />
La porta si aprì, appena appena, e comparve il viso <strong>di</strong> un vecchio sospettoso.<br />
Dopo qualche secondo, il vecchio cambiò, comunque,<br />
espressione, mi sorrise e mi invitò a entrare. Notò, evidentemente, il<br />
mio viso spossato e, gentilissimo, mi fece sedere offrendomi una focaccia<br />
con uva passa e del vino chiaro e leggero. <strong>Il</strong> vino mi dette coraggio<br />
e gli raccontai tutto nei minimi particolari.<br />
Dopo avermi ascoltato con grande attenzione, si alzò, prese una<br />
piccola pergamena e: «An<strong>di</strong>amo» mi <strong>di</strong>sse. Capii che, da quel momento,<br />
si apriva un nuovo capitolo della mia vita, ricco <strong>di</strong> avvenimenti<br />
che potevano risultare sconvolgenti.<br />
<strong>Il</strong> vecchio camminava lentamente, quin<strong>di</strong>, ci mettemmo un bel po’<br />
ad arrivare alla casa <strong>di</strong> Giuseppe d’Arimatea. Entrammo quasi subito<br />
nella stanza in cui giaceva il Maestro. Accanto a lui, Giuseppe e Nicodemo<br />
che accolsero fraternamente il nuovo venuto. Luce ce n’era<br />
pochissima. Una torcia attaccata a una parete mandava un chiarore<br />
debole e tremolante. L’aria era soffocante tanto che il vecchio chiese<br />
che fosse aperta l’unica finestra e fu subito accontentato. Poco dopo<br />
iniziò, da parte del vecchio, una specie <strong>di</strong> riconoscimento del viso del<br />
Maestro. Si fece portare un panno <strong>di</strong> lino bianco con un vaso <strong>di</strong> vetro<br />
pieno d’acqua e deterse con cura il viso del Maestro, mentre Giuseppe<br />
116
pregava in silenzio e Nicodemo sorrideva fiducioso. Dopo pochi minuti,<br />
il Maestro si svegliò e ci sorrise.<br />
Era un sorriso triste e misterioso. Un sorriso che sembrava venire<br />
da un mondo che non ci apparteneva. «Dove sei?» gli chiesi. «Nella<br />
luce – mi rispose – non riesco a spiegarmi...».<strong>Il</strong> vecchio si bloccò <strong>di</strong><br />
colpo quasi si trovasse davanti a una rivelazione. Accarezzò il viso del<br />
Maestro con delicatezza. Poi rimase immobile, quasi cercando nella<br />
memoria dove avesse già visto quei tratti così inquietanti.<br />
«Ma è Gesù, il figlio <strong>di</strong> Giuseppe e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>! – esclamò a un tratto<br />
con voce alta –. È un grande maestro degli esseni... il <strong>di</strong>scepolo preferito<br />
dal Battista...». Ci vollero molti minuti prima che il vecchio si<br />
riavesse dalla sorpresa. Fece un respiro profondo e gli chiese: «Dove<br />
sei stato in tutto questo tempo?». Ma Gesù non rispose. Si limitò a<br />
<strong>di</strong>re: «Sto bene, ma tutto quanto mi riguarda non sarà più come<br />
prima...». <strong>Il</strong> vecchio sorrise senza fare domande. Srotolò, quin<strong>di</strong>, la<br />
piccola pergamena che aveva portato con sé e recitò tre brevi preghiere.<br />
Giuseppe e Nicodemo restavano, preoccupati, un po’ in <strong>di</strong>sparte.<br />
Forse non riuscivano a spiegarsi l’improvviso miglioramento del Maestro<br />
e si chiedevano quanto fosse merito della presenza del vecchio.<br />
Era anche lui un maestro esseno? È una domanda alla quale non riuscimmo<br />
a dare una risposta. È innegabile, comunque, che, a partire<br />
dalla sua visita, le con<strong>di</strong>zioni del Maestro iniziarono a migliorare fino<br />
a raggiungere una guarigione quasi completa.<br />
Una frase del Maestro continuava, comunque, a crearmi ansia. Cosa<br />
voleva <strong>di</strong>re affermando che non sarebbe più stato lo stesso? Si riferiva<br />
anche a me? Voleva allontanarmi dalla sua vita? L’unica cosa che<br />
mi confortava e che, man mano che riprendeva le forze, ricambiava,<br />
con gioia, i miei atti d’amore mentre <strong>di</strong>mostrava un affetto sempre<br />
più profondo nei confronti <strong>di</strong> Giuseppe e <strong>di</strong> Nicodemo.<br />
<strong>Il</strong> suo carattere era, comunque, molto cambiato. Passava ore e ore<br />
rintanato nella semioscurità nella nostra stanza, vittima <strong>di</strong> una stanchezza<br />
generale che non riusciva a vincere. Un giorno mi confidò <strong>di</strong><br />
aver conosciuto, nei giorni che seguirono la crocefissione, una <strong>di</strong>mensione<br />
invisibile, misteriosa e tremenda che gli tornava sempre più in<br />
mente come un’ossessione che lo teneva prigioniero della propria an-<br />
117<br />
Capitolo XIV
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
goscia. In uno dei suoi momenti visionari, gli chiesi <strong>di</strong> andare più a<br />
fondo. Mi spiegò che gli era apparso un mondo che stava <strong>di</strong>ventando<br />
dominio <strong>di</strong> Satana mentre lui, oppresso dalla depressione (e quasi<br />
privo <strong>di</strong> forze) si trovava nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> non poter intervenire.<br />
«Perché non rientri nella nostra piccola comunità? – gli chiesi – i tuoi<br />
<strong>di</strong>scepoli sanno del sepolcro vuoto, pensano che tu sia ancora vivo e,<br />
spesso, si riuniscono per tramandare il tuo messaggio. Torna da loro<br />
– lo incoraggiai – vi sono ancora fedeli che ti potrebbero aiutare nella<br />
tua lotta contro il male!».<br />
Ricordo che il Maestro fece un breve cenno <strong>di</strong> capo e: «Uomo <strong>di</strong><br />
poca fede! – mormorò fra sé e sé – come ho fatto a non pensarci<br />
prima?».<br />
<strong>Il</strong> Maestro era tornato finalmente fra noi! Dimagritissimo, lievemente<br />
curvo, ma con quello sguardo irresistibile che conoscevo da<br />
tempo. Lo sguardo <strong>di</strong> chi era pronto a tutto.<br />
NOTE CAPITOLO XIV<br />
53. Catalessi.<br />
54. Telepatia.<br />
55. Facoltà <strong>di</strong> prevedere il futuro.<br />
56. Sostanze speciali che – in determinate con<strong>di</strong>zioni – potrebbero uscire dal corpo<br />
<strong>di</strong> alcuni me<strong>di</strong>um. Gesù era uno <strong>di</strong> questi me<strong>di</strong>um?<br />
57. La legge mosaica proibiva i contatti con maghi, indovini, negromanti ecc.<br />
58. Proveniente, probabilmente, dalle file degli esseni e da quelle dei terapeuti, appartenenti<br />
a una comunità giudaica misticheggiante che aveva sede nei pressi <strong>di</strong><br />
Alessandria d’Egitto. Questo spiegherebbe il riconoscimento <strong>di</strong> Gesù e la conoscenza<br />
della sua frequentazione “essena”.<br />
118
CAPITOLO XV<br />
La comunità dei <strong>di</strong>scepoli del Maestro conosce minacce e violenze <strong>di</strong><br />
ogni tipo. In quest’opera <strong>di</strong> fanatismo settario, si <strong>di</strong>stingue un certo<br />
Saulo un dottore della Legge che viene da Tarso. Nel suo animo, c’è<br />
solo o<strong>di</strong>o e intransigenza. Saulo decide perfino <strong>di</strong> perseguitare una<br />
piccola comunità che si è formata in Siria. Ma, mentre è sulla strada<br />
<strong>di</strong> Damasco, qualcosa stravolge il suo animo e i suoi programmi. Nello<br />
stesso periodo il Maestro si rivela ai suoi <strong>di</strong>scepoli.<br />
119
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
120
<strong>Il</strong> “ritorno” del Maestro andava, comunque, preparato evitando il pericolo<br />
<strong>di</strong> far precipitare gli eventi. <strong>Il</strong> gruppo dei <strong>di</strong>scepoli era rimasto,<br />
per nostra fortuna, abbastanza compatto anche se l’opera <strong>di</strong> proselitismo<br />
procedeva con grande <strong>di</strong>fficoltà. La verità è che i <strong>di</strong>scepoli del<br />
Maestro apparivano, agli occhi <strong>di</strong> molti, come soggetti pericolosi;<br />
degli emarginati visionari, cioè, che seguivano gli insegnamenti incomprensibili<br />
<strong>di</strong> un falegname galileo. Non solo, gli informatori del<br />
Sinedrio riferivano ai sacerdoti che i <strong>di</strong>scepoli parlavano <strong>di</strong> “scomparsa”<br />
del Maestro e non <strong>di</strong> morte, quasi che la parola morte fosse una<br />
parola da ban<strong>di</strong>re. Questa “scomparsa” era <strong>di</strong>fesa da un alone <strong>di</strong> mistero<br />
come se fosse un avvenimento eccezionale che solo loro potevano<br />
conoscere e spiegare.<br />
Presto cominciarono violenze e minacce <strong>di</strong> ogni tipo nei loro confronti.<br />
Si <strong>di</strong>stingueva, in quest’opera <strong>di</strong> fanatismo settario, un certo<br />
Saulo, un ebreo dottore della Legge che proveniva da Tarso, una<br />
grande e ricca città <strong>di</strong> commercianti della pianura orientale della Cilicia.<br />
Un ebreo della <strong>di</strong>aspora che parlava in greco e che era nato e<br />
cresciuto fuori della Palestina. Si <strong>di</strong>ceva che fosse venuto da Gerusalemme<br />
come <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Gamaliele 59 e che fosse entrato a far parte<br />
del gruppo dei farisei.<br />
Io lo incontrai per caso quando partecipò alla lapidazione <strong>di</strong> Stefano.<br />
60 Vi<strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong> bassa statura e <strong>di</strong> aspetto insignificante. I suoi<br />
tratti erano assolutamente comuni. Precocemente calvo, con la barba<br />
corta e rada. Un naso lungo e adunco che gli conferiva un’espressione<br />
fanatica e sinistra. Quanta <strong>di</strong>fferenza fra lui e il nostro Maestro! Eppure<br />
quest’uomo, all’apparenza così sgradevole, sapeva suscitare emozioni<br />
che facevano breccia nel cuore delle masse accendendo paure<br />
nascoste. Era, senz’altro, un personaggio capace d’emanare un grande<br />
121<br />
Capitolo XV
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
prestigio, un prestigio che gli derivava dalla sua personalità, dalla sua<br />
cultura e dalla sua capacità <strong>di</strong> spiegare le leggi mosaiche con parole assolutamente<br />
semplici e alla portata <strong>di</strong> tutti. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>o <strong>di</strong> cui parlava era un<br />
<strong>di</strong>o più da temere che da amare. Un <strong>di</strong>o che avrebbe reagito alla <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza<br />
del suo popolo con punizioni tremende.<br />
Saulo conosceva fino in fondo l’animo del nostro popolo, vittima<br />
della fame e della paura. <strong>Il</strong> gioco al massacro era iniziato. 61 Non poteva<br />
esserci posto per il <strong>di</strong>o dell’amore <strong>di</strong> cui aveva parlato il nostro Maestro.<br />
Nell’animo <strong>di</strong> Saulo c’era solo o<strong>di</strong>o e intransigenza. Se sentiva parlare<br />
della tomba vuota andava su tutte le furie e sosteneva che, <strong>di</strong><br />
notte, mentre le guar<strong>di</strong>e dormivano, i <strong>di</strong>scepoli avevano rubato il<br />
corpo del Maestro per portarlo chissà dove... Se, poi, qualcuno sosteneva,<br />
timidamente, <strong>di</strong> averlo visto e riconosciuto (malgrado fosse coperto<br />
da un caffetano) Saulo si <strong>di</strong>mostrava più intransigente e<br />
categorico che mai. «Tuttalpiù sarà stato uno dei suoi fratelli – tappava<br />
la bocca a tutti –. In fondo – ironizzava – questi fannulloni <strong>di</strong> galilei<br />
si assomigliano l’un l’altro in maniera impressionante». Presuntuoso,<br />
saccente e antipatico come sempre.<br />
Mentre parlava, pensavo alle mani forti e magre del Maestro alla<br />
sua fronte spaziosa, ai suoi occhi pieni <strong>di</strong> speranze e <strong>di</strong> sogni. Non era<br />
vero che i galilei si rassomigliassero fra loro al punto da sembrare gemelli.<br />
<strong>Il</strong> grande Saulo, il dottore della Legge, l’allievo pre<strong>di</strong>letto <strong>di</strong><br />
Gamaliele era caduto, anche lui, in un errore grossolano. <strong>Il</strong> Maestro<br />
era unico.<br />
Saulo non sottovalutava, comunque, il nuovo messaggio; capiva che<br />
poteva colpire il cuore d’Israele e lo vedeva come un male contagioso<br />
da fermare subito con durezza.<br />
La Pasqua era passata da qualche giorno quando io, con l’approvazione<br />
<strong>di</strong> Gesù, decisi <strong>di</strong> prendere contatti con i <strong>di</strong>scepoli per <strong>di</strong>re loro<br />
che Gesù sarebbe tornato fra <strong>di</strong> noi. Entrai nella casupola che ci serviva<br />
come rifugio e salutai Pietro e Giacomo che furono i primi a venirmi<br />
incontro. Poi, abbracciai anche gli altri. C’erano tutti, mancava<br />
solo Tommaso che ci raggiunse dopo pochi minuti. Ci sedemmo e cominciammo<br />
a mangiare qualcosa scambiandoci le informazioni sugli<br />
avvenimenti più recenti. Stavamo giusto parlando <strong>di</strong> queste cose,<br />
122
quando l’unica porta del nostro rifugio si aprì lentamente e apparve<br />
il Maestro.<br />
Quasi tutti credettero <strong>di</strong> vedere un fantasma. Restarono immobili<br />
con lo sguardo fisso nel vuoto come se il tempo si fosse improvvisamente<br />
fermato. Ma il Maestro cercò <strong>di</strong> confortarli. «Perché siete turbati?<br />
– chiese – perché sorgono tanti dubbi nel vostro cuore? Guardate<br />
le mie mani e i miei pie<strong>di</strong>. Un fantasma non potrebbe avere mani e<br />
pie<strong>di</strong>: sono proprio io!». Poi, per rassicurarli ancora <strong>di</strong> più, chiese qualcosa<br />
da mangiare e mangiò del pesce arrostito davanti a tutti. Tommaso,<br />
però, dubitava. «Soltanto se metto una mano sulla ferita del<br />
costato potrò credere» <strong>di</strong>sse ad alta voce. Ma , quando arrivò il momento<br />
<strong>di</strong> mettere in pratica il suo proposito, si inginocchiò davanti al<br />
Maestro e: «Mio signore, mio Dio!» esclamò continuando a piangere.<br />
Non so se per la gioia o per il rimorso <strong>di</strong> una sua incredulità che sarebbe<br />
<strong>di</strong>ventata emblematica.<br />
<strong>Il</strong> Maestro appariva stanco e affaticato, ma il suo carisma era più<br />
forte che mai. Si sedette vicino a me pronto a esaminare i problemi<br />
più seri che riguardavano la nostra piccola comunità. Fu in quei momenti<br />
che Giovanni mi sussurrò in un orecchio: «Ma è resuscitato o<br />
non è mai morto?». Feci finta <strong>di</strong> non aver capito la domanda.<br />
Intanto, si erano uniti al gruppo anche Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo.<br />
Giovanna, Susanna e <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Betania restavano silenziose<br />
spettatrici <strong>di</strong> quanto stava avvenendo e mi guardavano con una punta<br />
d’invi<strong>di</strong>a.<br />
«Quali avvenimenti stanno accadendo?» chiese il Maestro rivolgendosi<br />
a Giuseppe. Giuseppe spostò lo sguardo su Nicodemo per<br />
qualche secondo, quasi a sincerarsi del suo sostegno, poi: «Sai meglio<br />
<strong>di</strong> me – iniziò Giuseppe rivolgendosi al Maestro – che uno dei compiti<br />
del Sinedrio è quello <strong>di</strong> mantenere l’or<strong>di</strong>ne e il rispetto dell’antica<br />
Legge e sai anche –proseguì – quanto, per raggiungere questo obiettivo,<br />
si ricorra a una repressione che, col tempo, può <strong>di</strong>ventare brutale<br />
e crudele. Noi – concluse – siamo considerati come delle erbacce<br />
da sra<strong>di</strong>care mentre il tuo messaggio è giu<strong>di</strong>cato una tendenza pericolosa<br />
non da <strong>di</strong>rigere, ma da soffocare. <strong>Il</strong> capo <strong>di</strong> questa persecuzione<br />
sistematica è Saulo <strong>di</strong> Tarso che vuole iniziare contro <strong>di</strong> noi una<br />
guerra senza esclusione <strong>di</strong> colpi». <strong>Il</strong> Maestro avvertì subito la paura<br />
123<br />
Capitolo XV
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
che le parole <strong>di</strong> Giuseppe avevano provocato fra i <strong>di</strong>scepoli. La sua<br />
reazione fu imme<strong>di</strong>ata. «Un uomo che si comporta come Saulo – <strong>di</strong>sse<br />
– è un uomo che ha tanto bisogno d’amore. Non abbiate paura. Mi<br />
prenderò cura anche <strong>di</strong> lui. <strong>Il</strong> mio non è il tempo dell’o<strong>di</strong>o». Pietro<br />
annuì gravemente.<br />
«Non solo d’amore – intervenne Nicodemo – Saulo ha bisogno<br />
anche <strong>di</strong> un buon me<strong>di</strong>co. So per certo che soffre <strong>di</strong> mal <strong>di</strong> testa fortissimi,<br />
<strong>di</strong> vertigini e <strong>di</strong> stor<strong>di</strong>menti. Qualche volta, l’hanno visto cadere<br />
a terra come se i muscoli non lo sorreggessero più. Spesso è triste<br />
ed è perseguitato da brutti sogni...». A questo punto, Nicodemo si<br />
fermò come se provasse imbarazzo nel proseguire. Poi, cercò <strong>di</strong> assumere<br />
un atteggiamento più <strong>di</strong>staccato che mai e: «Si <strong>di</strong>ce anche che<br />
una malformazione sessuale lo condanni alla solitu<strong>di</strong>ne. Ma, secondo<br />
me, sono solo chiacchiere da comari» minimizzò con estremo tatto.<br />
Qualche giorno dopo, Giuseppe d’Arimatea ci confermò che Saulo<br />
entrava (accompagnato da alcuni soldati) nelle case dei nostri confratelli<br />
e che li faceva mettere in prigione, in<strong>di</strong>pendentemente dal fatto<br />
che fossero uomini o donne. Ci riferì anche che Saulo si era presentato<br />
al sommo sacerdote che gli aveva rilasciato alcune lettere (per le<br />
sinagoghe <strong>di</strong> Damasco) che lo autorizzavano a condurre in catene, a<br />
Gerusalemme, tutti i seguaci della dottrina del nostro Maestro.<br />
Saulo stava, quin<strong>di</strong>, per partire.<br />
La sosta, probabilmente, era prevista alla prima oasi della strada<br />
che da Gerusalemme portava in Siria. Ricordo che colsi un lampo<br />
negli occhi del Maestro. «Domani all’alba partiremo per quell’oasi –<br />
<strong>di</strong>sse rivolgendosi <strong>di</strong>rettamente a me – voglio precederlo. Quell’uomo<br />
ha bisogno <strong>di</strong> me». Inquadrai mentalmente la situazione e iniziai,<br />
quasi subito, a organizzare il nostro viaggio. <strong>Il</strong> sole era ancora alto in<br />
un cielo tersissimo. Giuseppe si alzò e se ne andò, assieme a Nicodemo,<br />
scuotendo la testa. Se fosse tornato in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> pochi minuti<br />
non avrebbe informato il Maestro del viaggio <strong>di</strong> Saulo...<br />
All’alba dell’indomani, ci <strong>di</strong>rigemmo verso l’oasi che raggiungemmo,<br />
stanchi e affamati, prima del tramonto. Si trattava <strong>di</strong> un’oasi<br />
piccola, ma abbastanza ricca d’acqua e <strong>di</strong> palme da datteri. C’era veramente<br />
<strong>di</strong> tutto: gruppi stanziali con molti bambini, noma<strong>di</strong> <strong>di</strong> passaggio<br />
alla ricerca <strong>di</strong> pascoli per le greggi, piccole carovane <strong>di</strong> nabatei 62<br />
124
ansiosi <strong>di</strong> riprendere il loro cammino. Un vecchio ci sorrise e ci offrì<br />
dei datteri, dei fichi e dei melograni. Era il suo modo <strong>di</strong> darci il benvenuto.<br />
Lo ringraziammo e gli chiedemmo se fossimo stati preceduti<br />
da un gruppo <strong>di</strong> uomini provenienti da Gerusalemme. <strong>Il</strong> vecchio ci<br />
<strong>di</strong>sse <strong>di</strong> no: Saulo non era ancora accampato nella “nostra” oasi.<br />
Ci stavamo guardando attorno alla ricerca <strong>di</strong> una zona riparata per<br />
passarci la notte quando notammo un fanciullo che si passava lentamente<br />
le mani sulla faccia stropicciandosi gli occhi. «È quasi cieco –<br />
<strong>di</strong>sse il vecchio – a volte non riconosce neanche me». <strong>Il</strong> Maestro, allora,<br />
gli accarezzò il viso con dolcezza, gli mise un po’ della sua saliva<br />
sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Ve<strong>di</strong> qualcosa?». <strong>Il</strong> fanciullo<br />
alzò gli occhi e dette una risposta vaga. <strong>Il</strong> Maestro gli impose ancora<br />
le mani e gli alitò sugli occhi. Dopo qualche minuto, il fanciullo<br />
vide con chiarezza sia quanto gli era vicino sia quanto gli era lontano.<br />
<strong>Il</strong> vecchio rimase immobile a fissare il Maestro con stupore e ammirazione.<br />
Poi, prese il fanciullo per mano e lo portò, mentre piangeva<br />
<strong>di</strong> gioia, dai suoi genitori.<br />
Quella sera, <strong>di</strong>videmmo con tutta la famiglia del vecchio un pasto frugale<br />
allietato dalla presenza <strong>di</strong> molti bambini. <strong>Il</strong> fanciullo guarito dalla<br />
cecità continuava a fissare il Maestro non sapendo come <strong>di</strong>mostrargli<br />
tutta la sua gratitu<strong>di</strong>ne. <strong>Il</strong> vecchio non riusciva a rimettersi ancora dallo<br />
stupore... Forse si aspettava delle spiegazioni, ma non ebbe il coraggio <strong>di</strong><br />
fare domande. <strong>Il</strong> Maestro sembrava lontanissimo e impenetrabile.<br />
Quella notte (che passammo all’aperto) attesi che il Maestro si addormentasse<br />
e, poi, mi rannicchiai accanto a lui, desiderosa <strong>di</strong> affetto<br />
e <strong>di</strong> amore anche nel senso fisico della parola. Ci vollero <strong>di</strong>versi minuti<br />
prima che il Maestro si risvegliasse e si accorgesse <strong>di</strong> me. Furono<br />
momenti in<strong>di</strong>menticabili. Un raggio <strong>di</strong> luna gli illuminò il viso. Accarezzai<br />
la sua pelle dura e ruvida che contrastava con i suoi tratti<br />
dolci e gentili. Baciai a lungo le sue labbra arse <strong>di</strong> sete finché non sentii<br />
che un fremito <strong>di</strong> desiderio attraversava il suo corpo. «Ti voglio<br />
bene – mi <strong>di</strong>sse – non temere. Avrò sempre cura <strong>di</strong> te». Quin<strong>di</strong>, si <strong>di</strong>stese<br />
con delicatezza sopra <strong>di</strong> me. Mentalmente ringraziai Dio per il<br />
dono <strong>di</strong> un grande amore così puro e innocente.<br />
Restammo abbracciati a lungo. A tratti, guardavamo il cielo, fianco<br />
a fianco, quasi volessimo conoscere il nostro destino. «Voglio un figlio<br />
125<br />
Capitolo XV
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
da te – gli <strong>di</strong>ssi – un uomo come te deve avere una sua <strong>di</strong>scendenza».<br />
<strong>Il</strong> Maestro mi guardò fisso negli occhi e: «L’avrai» mi promise. Facemmo<br />
l’amore fin quasi l’alba poi ci addormentammo abbracciati.<br />
Ricordo che, prima <strong>di</strong> cadere in un sonno profondo, mi chiesi se il<br />
destino mi stesse rivelando, segno dopo segno, quel <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> cui sarei<br />
stata l’unica custode.<br />
Verso l’alba inoltrata, ci svegliò il vecchio che avevamo incontrato<br />
la sera prima. «È arrivato un gruppo <strong>di</strong> soldati – ci <strong>di</strong>sse respirando a<br />
fatica –. Fanno da scorta a un personaggio evidentemente <strong>di</strong> grande<br />
importanza. Questo personaggio sta male. Trema in tutto io corpo,<br />
delira, vomita materia ripugnante. Abbiamo paura che ci contagi. Se<br />
sei un mago o un guaritore – concluse – aiutaci, ti prego!».<br />
«È un destino – mi <strong>di</strong>sse il Maestro – le cattive notizie arrivano<br />
sempre all’alba. Da che parte dobbiamo andare?». <strong>Il</strong> vecchio non rispose<br />
come se non avesse u<strong>di</strong>to, ma iniziò a camminare con passo sicuro<br />
facendoci segno <strong>di</strong> seguirlo. <strong>Il</strong> silenzio era assoluto, l’aria era<br />
ancora più secca del giorno prima, le luci del giorno sarebbero arrivate<br />
presto.<br />
Dopo pochi minuti, ci trovammo davanti a un uomo che soffriva le<br />
pene dell’inferno: era Saulo... Saulo <strong>di</strong> Tarso!<br />
NOTE AL QUINDICESIMO CAPITOLO<br />
59. Insigne maestro fariseo interprete della Legge.<br />
60. Membro (ebreo ellenista) della primitiva comunità cristiana.<br />
61. Ve<strong>di</strong> Atti degli Apostoli 7/55-60; 8/1-4.<br />
62. Antica popolazione con centro nella città <strong>di</strong> Petra a sud-est del Mar Morto. In origine,<br />
i nabatei furono noma<strong>di</strong>/carovanieri. Divenuti sedentari dettero origine a un<br />
regno <strong>di</strong> notevole importanza fra il II secolo a.C. e il I secolo d.C.<br />
126
CAPITOLO XVI<br />
Saulo subisce una conversione improvvisa e drammatica. Da persecutore,<br />
<strong>di</strong>venta quello che sarà definito l’“apostolo delle genti”. I <strong>di</strong>scepoli<br />
non riescono, però, a vincere una forte prevenzione nei suoi<br />
confronti. Intanto, nella vita <strong>di</strong> <strong>Maddalena</strong>, avvengono eventi davvero<br />
sconvolgenti che nessuno poteva prevedere.<br />
127
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
128
Mi apparve così come lo ricordavo. Era un uomo magro e <strong>di</strong> bassa statura.<br />
Quando entrammo nella sua tenda, ci guardò con occhi ostili e<br />
spaventati. «La pace sia con te – gli <strong>di</strong>sse, sorridendo, il Maestro –. Posso<br />
sedermi?». Saulo fissò il Maestro con o<strong>di</strong>o e non rispose. Prese a stropicciarsi<br />
con forza gli occhi, già molto infiammati. Poi, si prese il ventre<br />
fra le mani e rotolò per terra pronunciando frasi sconnesse preda,<br />
probabilmente, <strong>di</strong> allucinazioni terribili. Nell’aria, un <strong>di</strong>sgustoso fetore<br />
<strong>di</strong> vomito e <strong>di</strong> orina. <strong>Il</strong> Maestro sembrava non accorgersene.<br />
Passata la crisi, Saulo rimase immobile, seduto per terra abbracciandosi<br />
le ginocchia con le braccia. Ci fissava, uno ad uno, ma probabilmente<br />
non riusciva a <strong>di</strong>stinguerci. Non c’era tempo da perdere...<br />
<strong>Il</strong> Maestro si sedette vicino a lui, gli passò una mano sulle spalle e lo<br />
abbracciò. «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» gli chiese. Saulo non<br />
rispose. Affondò, invece, tutto a un tratto, la testa sul petto del Maestro<br />
e scoppiò a piangere. Avevano più o meno la stessa età, ma quell’abbraccio<br />
era un abbraccio fra padre e figlio.<br />
Restarono abbracciati per alcuni minuti, poi il Maestro ripeté la domanda<br />
in termini, comunque, <strong>di</strong>versi; «Saulo, Saulo, perché mi hai<br />
perseguitato?». «Le voci – gli rispose Saulo singhiozzando – mi parlavano<br />
in continuazione. Or<strong>di</strong>navano e or<strong>di</strong>navano, non mi lasciavano<br />
dormire... Erano sempre della stessa persona – aggiunse – una persona,<br />
però, che non avevo mai visto». «Non sentirai più la sua voce – gli promise<br />
il Maestro. <strong>Il</strong> rimorso e il pentimento ti hanno salvato da Satana.<br />
Lavati e metti una veste bianca e pulita. Un grande lavoro ti attende».<br />
Nella stanza calò un silenzio quasi irreale. <strong>Il</strong> vecchio che ci aveva guidato<br />
alla tenda <strong>di</strong> Saulo e i soldati della scorta apparivano <strong>di</strong>sorientati,<br />
incapaci <strong>di</strong> interpretare quanto era accaduto davanti ai loro occhi. Io,<br />
invece, ero sicura che Saulo avesse intuito che quel giovane che lo<br />
129<br />
Capitolo XVI
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
aveva curato e guarito (con la forza misteriosa della sua parola) fosse<br />
quel giovane che aveva visto morire crocefisso sul Golgota.<br />
La conversione <strong>di</strong> Saulo fu, comunque, completa sotto ogni aspetto.<br />
Dopo qualche settimana tornammo alla comunità e raccontammo<br />
quanto era avvenuto ai nostri fratelli e alle nostre sorelle. Da loro venimmo<br />
a sapere con gioia che Saulo si era fatto battezzare, che aveva<br />
cambiato il suo nome da Saulo in Paolo 63 e che, nelle sinagoghe, affermava<br />
che Gesù <strong>di</strong> Nazaret era il figlio <strong>di</strong> Dio. Non solo, sosteneva anche<br />
che Gesù era tornato dal mondo dei morti per volontà del Padre e che<br />
la sua resurrezione avrebbe anticipato la resurrezione <strong>di</strong> tutti i credenti.<br />
Pietro e gli altri non credevano, più <strong>di</strong> tanto, all’improvvisa conversione<br />
<strong>di</strong> Saulo. Sospetti e atti ostili erano, ormai, all’or<strong>di</strong>ne del giorno.<br />
Saulo continuava, comunque, nella sua missione e, a giu<strong>di</strong>care dai<br />
suoi spostamenti, dovevo concludere che il Maestro l’aveva risanato<br />
completamente.<br />
Un giorno riferii al Maestro che “Paolo” si era rivolto ad alcuni convertiti<br />
affermando che: «Se Cristo non è risorto, vana è la nostra pre<strong>di</strong>cazione<br />
e vana è la vostra fede». 64 <strong>Il</strong> Maestro – lo ricordo perfettamente<br />
– fece un gesto d’insofferenza. Primo, perché sapeva benissimo <strong>di</strong> non<br />
essere né morto né risorto. Secondo, perché trovava troppo infuocata<br />
la pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Saulo, aspetto che provocava molti scontri con gli<br />
apostoli, specie con Simone detto Pietro che vedeva insi<strong>di</strong>ata la sua supremazia.<br />
Terzo, perché Saulo non dava adeguato risalto alla sua pre<strong>di</strong>cazione<br />
assolutamente originale considerando i tempi. Una<br />
pre<strong>di</strong>cazione che avrebbe mantenuto il suo immenso valore, in<strong>di</strong>pendentemente<br />
dal fatto che il Maestro fosse morto e risorto (o meno).<br />
Ammetteva, però, anche lui, che questa promessa <strong>di</strong> immortalità era<br />
l’autentica carta vincente della pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Saulo perché vinceva<br />
la paura della morte e infondeva la grande speranza.<br />
A volte, il Maestro pronunciava frasi incomprensibili. Avevo la<br />
sensazione che, quei giorni passati fra la vita e la morte, gli avessero<br />
svelato il senso della sua esistenza e, forse, anche il futuro che ci attendeva<br />
dopo l’arrivo, silenzioso e invisibile, della morte. La verità è<br />
che proteggeva un <strong>segreto</strong>. Un <strong>segreto</strong> che volevo conoscere.<br />
A volte, mi parlava <strong>di</strong> quei misteriosi tre giorni. Ogni tanto, affioravano<br />
ricor<strong>di</strong> e sensazioni <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong>versa. Mi <strong>di</strong>ceva che,<br />
130
pur nella situazione fisica che conosciamo, riusciva, durante quei<br />
giorni, a sentire e a comprendere molte cose che accadevano attorno<br />
a lui. Vedeva colori e luci che non aveva mai visto. Aveva la sensazione<br />
che il tempo avesse sospeso la sua inarrestabile corsa e si fosse<br />
concesso una pausa, consentendogli <strong>di</strong> uscire dal suo corpo. La soluzione<br />
ai problemi più angosciosi gli appariva, in momenti particolari,<br />
chiara ed evidente, come non lo era mai stata. <strong>Il</strong> tutto mentre uno<br />
stato <strong>di</strong> dormiveglia continuava a inchiodarlo fra la vita e la morte.<br />
«Ma la morte è una traversata oppure è la fine <strong>di</strong> tutto?» gli chiesi una<br />
sera. <strong>Il</strong> Maestro mi guardò, sempre dolcissimo e protettivo, ma preferì<br />
non rispondermi.<br />
La vita continuava a svolgersi nell’attesa <strong>di</strong> misteriose rivelazioni<br />
che non arrivavano. Forse perché facevano parte <strong>di</strong> quel <strong>segreto</strong> che<br />
ero destinata a custo<strong>di</strong>re. Si trattava, forse, del fatto che il Maestro<br />
non era morto, ma era stato in catalessi? Assolutamente improbabile.<br />
Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea e forse qualche altro, ne erano perfettamente<br />
al corrente mentre, a quanto mi era stato predetto, io (io<br />
soltanto) avrei conosciuto questo benedetto <strong>segreto</strong>.<br />
Da qualche tempo, non ero più la stessa. Mi faceva sempre male la<br />
schiena e vedevo che il mio corpo si stava lentamente mo<strong>di</strong>ficando.<br />
<strong>Il</strong> flusso <strong>di</strong> sangue che, mensilmente, veniva eliminato dalla vagina<br />
era scomparso. Vivevo sensazioni strane. Mi feci “visitare” da Giovanna.<br />
Ricordo ancora il tono della sua voce quando, felice come non<br />
l’avevo mai vista: «Aspetti un bambino».<strong>di</strong>sse abbracciandomi. Ricordo<br />
che respirai profondamente e scoppiai a piangere mentre le<br />
gambe “non c’erano più”. Non vedevo l’ora <strong>di</strong> dare al Maestro la<br />
grande notizia. Padre... sarebbe <strong>di</strong>ventato padre anche lui.<br />
Ma quali sarebbero state le sue reazioni? Avrebbe vissuto il tutto<br />
come un problema? Sarebbe stato costretto a rinunciare a lunghi<br />
viaggi per “colpa” mia?<br />
La mia ansia sarebbe finita, comunque, presto. <strong>Il</strong> Maestro stava per<br />
ritornare. E io lo aspettavo, seduta davanti la porta <strong>di</strong> casa, con le<br />
gambe strette sul ventre, quasi a proteggere il mio tesoro. Intanto,<br />
mille pensieri mi facevano impazzire dalla tenerezza.<br />
Quella sera, dopo aver ascoltato quello che avevo da <strong>di</strong>rgli, Gesù si<br />
coprì il viso con le mani e: «Sarà un maschio – mi <strong>di</strong>sse mentre gli<br />
131<br />
Capitolo XVI
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
occhi gli si riempivano <strong>di</strong> gioia – sarà un grande profeta che continuerà<br />
la mia missione. Sarà, per tutti, un grande consolatore. 65 Insegnerà<br />
che il vero Dio è un Dio <strong>di</strong> amore non un Dio pieno <strong>di</strong> collera<br />
e assetato <strong>di</strong> castighi». Non riuscii a comprendere quella frase, ma non<br />
volli turbare quei momenti meravigliosi con domande premature e<br />
inopportune.<br />
Ma Gesù, il nostro Maestro, non visse abbastanza per vedere suo figlio.<br />
Quell’uomo, che sembrava immortale e invulnerabile, ci fu<br />
strappato in pochi giorni non dagli intrighi dei sacerdoti del Tempio,<br />
né dalla brutalità dei romani, ma da una malattia misteriosa che nessuno<br />
riuscì a curare. Ancora adesso, la ferita <strong>di</strong> quella morte così improvvisa<br />
continua a restare aperta. Ma, allora, era necessario che si<br />
rimarginasse per consentirmi <strong>di</strong> provvedere a nostro figlio.<br />
La nostra piccola comunità fu affidata a Pietro mentre Saulo (in<strong>di</strong>cato,<br />
ormai, sempre più spesso, con il nome <strong>di</strong> Paolo) proseguiva nei<br />
suoi viaggi missionari, eroici e visionari. Io, invece, accettai l’abbraccio<br />
<strong>di</strong> quell’angelo malinconico <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Nazaret e andai a vivere<br />
con lei, nel ricordo comune <strong>di</strong> un uomo meraviglioso che avevo sposato<br />
66 e che mi aveva elevata, forse immeritatamente, alla con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> “tre<strong>di</strong>cesimo apostolo”. 67<br />
Erano trascorsi alcuni anni da quando avevo partorito un figlio che<br />
feci circoncidere da un giovane rabbino che gli impose il nome <strong>di</strong><br />
Abel. Abel crebbe sano, forte e bellissimo. I tratti del suo volto erano<br />
identici ai tratti <strong>di</strong> suo padre.<br />
A volte, si isolava per giorni e giorni quasi volesse ascoltare un personaggio<br />
che, misteriosamente, viveva dentro il suo cuore. Notavo<br />
che, anche lui, possedeva una carica <strong>di</strong> umanità che riusciva ad ammorbi<strong>di</strong>re<br />
molti lati della sua indole, inquieta e assetata <strong>di</strong> giustizia.<br />
Pensavo che, alla sua età, suo padre dovesse essere esattamente come<br />
lui. E quell’angelo <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Nazaret me lo confermava spesso (con<br />
un sorriso che non riuscivo a decifrare) specie quando si parlava della<br />
sua precocità intellettuale.<br />
Quello che mi impressionava è che Abel fosse al corrente <strong>di</strong> fatti<br />
che conoscevamo solo io e suo padre. Si poteva trattare <strong>di</strong> quel “miracolo”<br />
che alcuni definivano “reincarnazione”? Decisi <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong>rettamente<br />
con il giovane rabbino che lo aveva circonciso. Si <strong>di</strong>ceva<br />
132
che fosse tollerante, coltissimo e nemico giurato dei “principi in<strong>di</strong>scutibili”.<br />
I sacerdoti del Sinedrio non lo perdevano <strong>di</strong> vista perché<br />
aveva ascoltato alcune pre<strong>di</strong>che del Maestro e non perdeva occasione<br />
per ricordarlo con simpatia e ammirazione.<br />
Fu così che il giovane rabbino ascoltò con pazienza tutto quanto<br />
avevo da <strong>di</strong>rgli. Ricordo che sorrise fra sé e sé e: «Devi partire – iniziò<br />
– dall’ipotesi che l’uomo oltre al corpo possieda anche una parte<br />
invisibile che gli stu<strong>di</strong>osi chiamano anima, spirito o soffio vitale. Questa<br />
parte invisibile, secondo alcuni, sopravvive alla <strong>di</strong>struzione del<br />
corpo e si trasferisce nel corpo <strong>di</strong> un bimbo che sta per nascere, portando<br />
con sé alcune esperienze e alcuni ricor<strong>di</strong> delle vite trascorse.<br />
La morte <strong>di</strong>viene, così, l’inizio <strong>di</strong> una nuova vita, con<strong>di</strong>zionata, però,<br />
da quanto riguarda le vite precedenti. Io – proseguì – sono convinto<br />
che l’umanità sia stata guidata, spesso, da anime evolute che, attraverso<br />
la reincarnazione, avevano raggiunto uno stato <strong>di</strong> perfezione».<br />
«Ma, secondo i nostri rabbini, dobbiamo prendere le <strong>di</strong>stanze da queste<br />
ipotesi, no?» gli feci osservare. «Sì – mi rispose – questi <strong>di</strong>scorsi<br />
sono riservati ai circoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi molto ristretti; la massa è meglio<br />
che ne resti fuori visto che non possiamo prevedere le sue reazioni».<br />
«Ma Gesù, il mio Maestro...» accennai dopo un attimo d’esitazione.<br />
«Gesù <strong>di</strong> Nazaret – m’interruppe bruscamente il rabbino – era un<br />
grande iniziato. Sono convinto che conoscesse a fondo queste dottrine<br />
e che fosse ormai pronto ad assumersi la guida del popolo<br />
d’Israele. Le forze del male – concluse – glielo hanno impe<strong>di</strong>to. Ma<br />
Gesù non è morto. Gesù è fra <strong>di</strong> noi. E riprenderà la sua lotta sotto apparenze<br />
fisiche che conosceremo presto».<br />
<strong>Il</strong> giovane rabbino era vicino alla verità, ma gli mancava l’ultima rivelazione.<br />
Io, invece, la ebbi qualche giorno dopo quando una folgorazione<br />
mi rivelò il <strong>segreto</strong> del quale dovevo essere l’unica custode.<br />
Gesù, il nostro grande Maestro, si era reincarnato in suo figlio Abel ed<br />
era tornato fra <strong>di</strong> noi per proteggerci e guidarci.<br />
Intanto, però, Abel era scomparso e la mia angoscia <strong>di</strong>ventava, ogni<br />
giorno, più insopportabile.<br />
Una sera, verso l’ora del tramonto, <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Nazaret mi abbracciò<br />
piangendo <strong>di</strong> gioia. Continuava a in<strong>di</strong>carmi un puntino, forse due,<br />
che si stagliavano all’orizzonte. Dopo qualche minuto, realizzai che<br />
133<br />
Capitolo XVI
<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
Abel stava tornando a casa. Ma non sembrava solo... sembrava sdoppiato.<br />
E lo fu finché si fuse con la figura che aveva al suo fianco. Padre<br />
e figlio erano <strong>di</strong>ventati una sola persona per continuare la missione<br />
che il padre aveva iniziato e che sarebbe stata compiuta nei secoli a<br />
venire. Prima da Abel, poi dalle gran<strong>di</strong> anime che si sarebbero rivelate<br />
dopo <strong>di</strong> lui.<br />
Da parte mia, dovevo quin<strong>di</strong> prepararmi a una esistenza fatta più <strong>di</strong><br />
dolore che <strong>di</strong> gioia, così come aveva affermato quella profezia talmente<br />
oscura da turbare tutti i giorni della mia incomprensibile vita.<br />
«Perché proprio io, Signore? – continuavo a chiedermi – perché proprio<br />
io?». Una domanda destinata a restare senza risposta, come quella<br />
che, tanti anni prima, si era posta anche <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Nazaret, la madre<br />
<strong>di</strong> Gesù, l’Immortale.<br />
NOTE CAPITOLO XVI<br />
63. In latino, “Paulus”, parvus, piccolo.<br />
64. Prima lettera ai Corinzi 15/14.<br />
65. Vangelo <strong>di</strong> Giovanni 14/26; 16/7-11.<br />
66. Vangelo apocrifo <strong>di</strong> Filippo passo 32 e passo 55.<br />
67. L’autore identifica il misterioso tre<strong>di</strong>cesimo apostolo nella <strong>Maddalena</strong>. È una figura<br />
(quella del tre<strong>di</strong>cesimo apostolo) ignorata dai Vangeli, ma che viene spesso<br />
riportata da alcuni scritti, anche contemporanei, a livello <strong>di</strong> ipotesi anche romanzesche.<br />
Particolarmente misterioso è quanto riportato nel Vangelo <strong>di</strong> Giovanni<br />
21/20-23.<br />
134
INDICE<br />
Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5<br />
Capitolo I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7<br />
Capitolo II . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15<br />
Capitolo III . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .23<br />
Capitolo IV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .31<br />
Capitolo V . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .39<br />
Capitolo VI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .47<br />
Capitolo VII . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .55<br />
Capitolo VIII . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .63<br />
Capitolo IX . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .71<br />
Capitolo X . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .79<br />
Capitolo XI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .87<br />
Capitolo XII . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .95<br />
Capitolo XIII . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .103<br />
Capitolo XIV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .111<br />
Capitolo XV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .119<br />
Capitolo XVI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .127<br />
135
136
Asiray. Le Do<strong>di</strong>ci Pioggie<br />
SELEZIONE DEI TITOLI<br />
ANIMA EDIZIONI<br />
Barbara Amadori. Me<strong>di</strong>anità quantica.<br />
Barbara Amadori. Al<strong>di</strong>là.<br />
Giulia Amici; Carol Adrienne. Guida pratica alla numerologia.<br />
Anonimo. Destatevi Figli della Luce. Dall’«Io sono» al «nuovo millennio».<br />
G. Ban<strong>di</strong>era; G. Fonseca. Dialoghi con l’angelo (con DVD allegato).<br />
A. Besant; C.W. Leadbeater. Le forme-pensiero.<br />
Annie Besant. Yoga.<br />
Elena Bianchi. Michele Arcangelo messaggero <strong>di</strong> Dio.<br />
Carlo Bozzelli. <strong>Il</strong> Co<strong>di</strong>ce dei Tarocchi.<br />
Salvatore Brizzi. Officina Alkemica.<br />
Salvatore Brizzi. Risveglio - con esercizi delle antiche scuole esoteriche.<br />
Salvatore Brizzi. La Porta del Mago.<br />
Paola Brumana. Osa sognare saggiamente.<br />
Giovanna Campo Antico. Tutto è Due.<br />
Carlotta Brucco. <strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> dell’essenza.<br />
Carlotta Brucco. Me<strong>di</strong>tazione. <strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> dell’essenza (con CD + DVD allegati)<br />
Capitanata. <strong>Il</strong> canto dell’OM (con CD allegato).<br />
Capitanata; Giuliano Guerra. Relax per l’anima (con CD allegato).<br />
Lorenzo Capuano. Ti amo comunque - la frase che trasformerà per sempre<br />
la tua vita.<br />
Lorenzo Capuano. Ti amo comunque - le me<strong>di</strong>tazioni che trasformeranno<br />
per sempre la tua vita (con CD allegato).<br />
<strong>Maria</strong> V.M. Carrassi. Esperienze <strong>di</strong> confine - Vivere il paranormale.<br />
Ida Caruggi. Da Cuore a Cuore - Comunicazioni con animali.
Silvia Cecchini; Ezio Sposato. L’abbraccio dei fiori (con CD allegato).<br />
Giorgio Cerquetti. Saggezza senza tempo.<br />
Giorgio Cerquetti. La scienza spirituale dei chakra (con CD allegato).<br />
Valentina Ivana Chiarappa. La tecnologia delle biofrequenze.<br />
Marco Clementi. E se fosse così? E se <strong>di</strong>pendesse da noi?<br />
Salvatore Coco. Omeopatia. Conoscersi, curarsi, guarire.<br />
Marco Colantuoni; Paolo Piccinini. Angeli - Gocce celesti per l’anima (con<br />
CD allegato).<br />
Marco Colantuoni; Paolo Piccinini. La musica del cerchio (con CD allegato).<br />
Marco Colantuoni; Paolo Piccinini. Piano Piano (con CD allegato).<br />
Franco Copes. <strong>Il</strong> piede dalla A alla Z.<br />
Clau<strong>di</strong>o Corbellini. Agopuntura dalla A alla Z.<br />
L. Crespi; N. Turato. L’anima della comunicazione.<br />
Livia Cuman. Disegno intuitivo.<br />
Livia Cuman. Pittura intuitiva.<br />
Luca d’Alessandro. <strong>Il</strong> potere dei 5 riflessi.<br />
Bhagavan Das M.A. La scienza delle emozioni.<br />
Adriano De Carlo. L’ambiguità della perfezione.<br />
Giorgio Del Vecchio. L’eterno canto <strong>di</strong> Bhagavan.<br />
Devana. Me<strong>di</strong>tazioni per l’anima (con CD allegato).<br />
<strong>Maria</strong> Rosaria Dibenedetto. Yoga - nel cuore dei bambini.<br />
<strong>Maria</strong> Grazia Di Niso; Gabriele Frigerio. <strong>Il</strong> risveglio.<br />
Erminio Di Pisa. Ipnosi dalla A alla Z.<br />
Emilian Dobrea. Dallo Spirito al DNA - (con DVD allegato).<br />
Carlo Dorofatti. Metamorfosi.<br />
Ashraf Eskandar. <strong>Il</strong> grande potere dei Salmi.<br />
Vincenzo Fanelli. <strong>Il</strong> potere <strong>di</strong> rendersi felici (con CD allegato).<br />
Fabio Ferrucci; Gianni Golfera. L’arte della memoria <strong>di</strong> Giordano Bruno.<br />
Fulvio Fiori. Umorismo Zen - aFIORIsmi per sorridere ogni giorno.
Simone Focacci. Guide.<br />
Nirodh Fortini. Brainwaves (con CD allegato).<br />
Samantha Fumagalli. Felicità - il tesoro nascosto.<br />
Samantha Fumagalli; Flavio Gan<strong>di</strong>ni. L’anima svelata.<br />
Samantha Fumagalli; Flavio Gan<strong>di</strong>ni. La quinta via.<br />
Cristina Garavaglia. Diario <strong>di</strong> una nascita.<br />
Slavy Gehring. Intuizia.<br />
Yor Glory. 2000 anni dopo Talita Kumi.<br />
Yor Glory. Rivelazioni <strong>di</strong>vine del III millennio.<br />
Ludovico Guarnieri. La formula <strong>di</strong> Rene Caisse. Un rime<strong>di</strong>o per <strong>di</strong>fendersi<br />
dal cancro e dalle malattie degenerative.<br />
Ludovico Guarnieri. La cosa più stupefacente al mondo. Avventure <strong>di</strong> un<br />
malato esperto.<br />
Ludovico Guarnieri. Viaggio nonostante tutto.<br />
Giuliano Guerra. Vivere corpo, mente, anima in armonia.<br />
F. Hartmann. I simboli segreti dei Rosacroce.<br />
Haziel. Angeli. Chi sono e a cosa servono?<br />
Haziel. <strong>Il</strong> Grande Viaggio.<br />
Haziel. Le carte degli Angeli (libro + 72 carte).<br />
Haziel. <strong>Il</strong> Taumaturgo.<br />
E. Holland; G. Gnecchi; C. Dorofatti. Percorsi <strong>di</strong> Alchimia Personale.<br />
Olga Karasso. Esperanza.<br />
Pier Luigi Lattuada. <strong>Il</strong> corpo del sogno - istruzioni per l’estasi.<br />
Pier Luigi Lattuada. <strong>Il</strong> corpo del sogno - pratiche sciamaniche <strong>di</strong> lunga vita<br />
(con DVD allegato).<br />
Pier Luigi Lattuada. Sciamanesimo brasiliano.<br />
Nicola Limardo. Salute dell’habitat.<br />
Alfredo Lissoni. UFO.<br />
Daniel Lumera. <strong>Il</strong> co<strong>di</strong>ce della luce.<br />
Maet. Come superare il sistema capitalista.
Jose Maffina. Gioia & Benessere.<br />
Adriana Mafio. Gli angeli intorno a me.<br />
Luiz Maio Ruiz. <strong>Il</strong> Sufismo.<br />
Graziella Mairate. Geneologia familiare.<br />
Manuela Mancini. Respiro per l’anima (con CD allegato).<br />
Elisabeth Mantovani. Astrologia dalla A alla Z.<br />
Fabio Paolo Marchesi. La Coppia <strong>Il</strong>luminata.<br />
Manuela <strong>Maria</strong>ni. Amori senza tempo.<br />
Piero Marini. L’enigma del destino rivelato dalla mano.<br />
Fabio Maselli. <strong>Il</strong> momento della coscienza.<br />
Scilla <strong>di</strong> Massa. <strong>Il</strong> giar<strong>di</strong>no interiore.<br />
Serena Milano. Ho scelto <strong>di</strong> guarire.<br />
Stefania Montagna. Ho’oponopono - Me<strong>di</strong>tazioni (con CD + DVD allegati).<br />
Laura Moroni. Alimentazione che cura - Manuale <strong>di</strong> Dietetica Cinese.<br />
<strong>Maria</strong> Morganti. Le Sezioni Binarie del VII Parallelo.<br />
<strong>Maria</strong> Morganti; Luciano Gasparini. I Corpi <strong>di</strong> Luce.<br />
<strong>Maria</strong> Morganti; Luciano Gasparini. Le conoscenze delle Civiltà Cosmiche.<br />
Shri Mataji Nirmala Devi. Meta Modern Era.<br />
Caroline Myss. Anatomia dello spirito.<br />
Roberto Numa. Contatti cosmici.<br />
Daniel O<strong>di</strong>er. Desideri, passioni e spiritualità.<br />
Doris. B. Orme. Dio parla a Doris.<br />
Laura Pellegrini. Letti <strong>di</strong> ghiaccio.<br />
Massimo Picasso. <strong>Il</strong> gemello <strong>di</strong> Dio.<br />
Massimo Picasso. Dio contro Dio.<br />
Massimo Picasso. Intervista con Gesù.<br />
Massimo Picasso. <strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong>.<br />
Angelo Picco Barilari. Kryon. La sfida dell’impossibile.<br />
Angelo Picco Barilari. Kryon. Rivelazioni sul 2012.
Angelo Picco Barilari. Kryon. La porta <strong>di</strong> connessione inter<strong>di</strong>mensionale<br />
(con DVD allegato).<br />
Angelo Picco Barilari. Kryon. Costruzione della Galassia degli Esseri <strong>di</strong> Luce<br />
Coscienti <strong>di</strong> se stessi (con DVD allegato).<br />
Giorgio Picchi. Cristalloterapia per l’anima.<br />
Giorgio Picchi. Le energie della Terra e dell’Universo.<br />
Giorgio Picchi. Ra<strong>di</strong>estesia dalla A alla Z.<br />
Giorgio Picchi. Ra<strong>di</strong>onica.<br />
Mario Pincherle. Leopar<strong>di</strong> Segreto.<br />
Mario Pincherle. Libro tibetano dei morti.<br />
Manuela Pompas. Reincarnazione.<br />
Elena Puntaroli, Lorenzo Sbrinci. L’Era della Luce.<br />
Elena Puntaroli. La spirale delle emozioni.<br />
Gary Quinn. Me<strong>di</strong>tazione con gli Angeli (con CD allegato).<br />
Gary Quinn. Vivere nella zona spirituale (con DVD allegato).<br />
Sujith Ravindran. Maturità maschile.<br />
Bruno Renzi. Anima - Conversazioni irreali.<br />
Paolo Rinal<strong>di</strong>ni. Giona. Come una Colomba nella pancia della Balena.<br />
Peter Roche de Coppens. La famiglia spirituale del XXI secolo.<br />
Conte <strong>di</strong> Saint Germain. Io sono.<br />
Roberto <strong>Maria</strong> Sassone. La Ricerca dell’Amore.<br />
Roberto <strong>Maria</strong> Sassone. <strong>Il</strong> Guerriero Interiore.<br />
Roberto <strong>Maria</strong> Sassone. Educazione alla ricerca interiore.<br />
Urankhatauli S. Savini. La Luna Nera.<br />
Paola Sassi. Angeli e germogli - Magia in cucina, 100 ricette per l’anima.<br />
Fiamma Rossa Secchi. <strong>Il</strong> tentativo.<br />
Silvia Salvarani. Me<strong>di</strong>tazione - i 5 Tibetani (con CD allegato).<br />
Eddy Seferian. La Grande Opera.<br />
Iole Sesler. Numeri e conoscenza.<br />
Iole Sesler. La Luna e altri simboli.
Igor Sibal<strong>di</strong>. La trama dell’Angelo.<br />
Igor Sibal<strong>di</strong>. Iniziazione. Come incontrare i propri Maestri Invisibili (con<br />
CD allegato).<br />
Igor Sibal<strong>di</strong>. Vocabolario - le parole dei mon<strong>di</strong> più gran<strong>di</strong>.<br />
Igor Sibal<strong>di</strong>. Esegesi - scopri la tua religione - da dove si comincia (con DVD<br />
allegato).<br />
Igor Sibal<strong>di</strong>. Esegesi 2 - la bellezza delle eresie - che cosa cambia (con DVD<br />
allegato).<br />
Igor Sibal<strong>di</strong>. Esegesi 3 - L’anima e la civiltà - E noi cosa dobbiamo fare? (con<br />
DVD allegato).<br />
Igor Sibal<strong>di</strong>. Maestri invisibili (con DVD allegato).<br />
Vitti Sicuri. Cantico del Nilo - magia <strong>di</strong> un viaggio iniziatico.<br />
<strong>Maria</strong> Sion Crucitti. <strong>Il</strong> sogno <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong> (con CD allegato).<br />
Nada Starcevic. Eros. <strong>Il</strong> sesto senso.<br />
Thomas Sugrue. La storia <strong>di</strong> Edgar Cayce, vi è un fiume.<br />
Giancarlo Tarozzi. Reiki – Dal primo al terzo Millennio (con CD allegato).<br />
<strong>Maria</strong> Ton<strong>di</strong>; Alberto Lomuscio. Dante e la sincronicità dell’I-King.<br />
Ornella Tomasoni. Iniziazione alle energie degli arcangeli.<br />
<strong>Maria</strong> Ton<strong>di</strong>, Alberto Lomuscio. Dante e la sincronicità dell’I-ching.<br />
Marie Noelle Urech. I sogni e l’infinito.<br />
Marie Noelle Urech. Tu puoi vincere il cancro.<br />
Valdo Vaccaro. Alimentazione naturale.<br />
Valdo Vaccaro. Dizionario <strong>di</strong> salute naturale.<br />
Valdo Vaccaro. Storia dell’igienismo naturale.<br />
Jan Val Ellam. <strong>Il</strong> Dramma Cosmico <strong>di</strong> Javeh.<br />
Luca Vignali. Campane (con CD allegato).<br />
Gaetano Vivo. Angeli della Trasparenza<br />
Victor Wichj. Messaggi. La Legge Divina non è la Legge dell’Uomo.<br />
Victor Wichj. Padre Pio parla a Lory. Le mie verità.<br />
Laibl Wolf. Kabbalah pratica.
Ygraayne. Erbe Magiche (con DVD allegato).<br />
Monia Zanon. Progetto Anima.<br />
Monia Zanon. Sincro-destino (con DVD allegato).<br />
Monia Zanon. Sincronicità - tutto ciò che non sai può essere usato contro <strong>di</strong> te.<br />
Chiara Zappoli. Alchimia della Nuova Era.<br />
Gabriella Zevi. Donne in via d’estinzione?<br />
Gabriella Zevi. Donne felici.