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Il segreto di Maria Maddalena

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COLLANA<br />

LETTERATURA PER L’ANIMA


Massimo Picasso<br />

IL SEGRETO DI<br />

MARIA MADDALENA<br />

Romanzo<br />

Anima E<strong>di</strong>zioni


© Anima E<strong>di</strong>zioni. Milano, 2012<br />

© Massimo Picasso, 2012<br />

I <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> traduzione, <strong>di</strong> memorizzazione elettronica, <strong>di</strong> riproduzione e <strong>di</strong> adattamento<br />

totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche),<br />

sono riservati per tutti i paesi. Per i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> utilizzo contattare l’e<strong>di</strong>tore.<br />

Progetto e<strong>di</strong>toriale: Jonathan Falcone<br />

Direzione: Timoteo Falcone<br />

Redazione: Sabrina Lescio<br />

ANIMA s.r.l.<br />

Gall. Unione, 1 – 20122 Milano<br />

Tel. 02 72080619 fax 02 80581864<br />

e-mail: info@animae<strong>di</strong>zioni.it<br />

www.animae<strong>di</strong>zioni.it<br />

I e<strong>di</strong>zione settembre 2012<br />

Tipografia Italgrafica<br />

Via Verbano, 146<br />

28100 Novara


PREMESSA<br />

Mi chiamo <strong>Maria</strong> e sembra che sia nata a Magdala, un piccolo paese<br />

della Galilea. Per questo motivo, sono soprannominata “la <strong>Maddalena</strong>”.<br />

Non chiedetemi chi fossero i miei genitori perché non saprei<br />

cosa rispondervi. So, soltanto, che mi raccolse da terra (più morta che<br />

viva) un uomo dal cuore buono a cui devo la vita. Una vita che <strong>di</strong>venne<br />

straor<strong>di</strong>naria perché conobbi un <strong>segreto</strong> che sarà custo<strong>di</strong>to gelosamente<br />

per tanti e tanti secoli a venire.<br />

Mio padre (lo chiamavo, comunque, così) aveva un’ambizione precisa:<br />

voleva che imparassi a leggere e a scrivere. Per questo motivo, mi<br />

affidò, per cinque lunghi anni, a una donna <strong>di</strong> grande cultura soprannominata<br />

“la profetessa”. Devo, quin<strong>di</strong>, a lei e a mio padre se, oggi,<br />

sono in grado <strong>di</strong> tramandare quanto ho appreso durante gli anni in cui<br />

sono stata vicina a Gesù. <strong>Il</strong> più grande iniziato che sia mai esistito.<br />

L’unico a conoscere, assieme a me, un <strong>segreto</strong> che, rivelato, potrebbe<br />

rivoluzionare la storia e la vita <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> esseri umani.<br />

Un mio pensiero, pieno <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne, va all’apostolo Matteo che<br />

mi ha seguito (con grande esperienza e infinita pazienza) nel dare, a<br />

questa testimonianza, una forma scritta che resista il più possibilie all’usura<br />

del tempo.<br />

5<br />

Premessa


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

6


CAPITOLO I<br />

I ricor<strong>di</strong> d’infanzia <strong>di</strong> <strong>Maddalena</strong>, l’inquietante profezia <strong>di</strong> un indovino:<br />

<strong>Maddalena</strong> depositaria <strong>di</strong> un <strong>segreto</strong> che nessuno deve conoscere?<br />

La tragica morte del padre e l’incontro con Simone detto Pietro<br />

e con Giuda <strong>di</strong> Kerijot. <strong>Il</strong> “Maestro” appare, per la prima volta, nella<br />

sua vita, sconvolgendola.<br />

7


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

8


I primi ricor<strong>di</strong> che ho mi rimandano a mio padre. Lo rivedo come un<br />

uomo abbastanza giovane, alto, <strong>di</strong> spalle larghe, con i capelli lunghi e<br />

un sorriso dolce, un po’ malinconico Quando ebbi qualche anno <strong>di</strong><br />

più, seppi che era vedovo e senza figli. Per vivere gestiva una taverna,<br />

<strong>di</strong> sua proprietà, vicino al lago Genezaret, in Galilea. Quando raggiunsi<br />

più o meno do<strong>di</strong>ci anni, cominciai a chiedergli con insistenza<br />

<strong>di</strong> aiutarlo, facendo le pulizie e servendo ai tavoli. Non voleva saperne<br />

ma, alla fine, cedette. Continuava, comunque, a raccomandarmi <strong>di</strong><br />

stare lontana dagli zeloti 1 che affollavano il locale e dai seguaci <strong>di</strong><br />

strani profeti che sostenevano che la fine del mondo fosse vicina. Mio<br />

padre era un uomo rude, <strong>di</strong>retto, de<strong>di</strong>to al suo lavoro. Le profezie catastrofiche<br />

non lo interessavano affatto. Preferiva assicurare l’or<strong>di</strong>ne<br />

nella sua taverna accompagnando rudemente alla porta chi aveva bevuto<br />

troppo o chi si permettesse confidenze eccessive nei miei confronti.<br />

Per lui ero, sempre e solo, “la sua bambina”.<br />

Un ricordo importante, che risale a quel periodo, riguarda l’incontro<br />

con un indovino egiziano che sosteneva <strong>di</strong> leggere il futuro in un<br />

vetro rotondo che rifletteva le immagini. Io guardai dentro quel vetro<br />

e vi<strong>di</strong> il viso <strong>di</strong> una ragazzina che mi spaventò, quasi che nascondesse<br />

qualcosa <strong>di</strong> oscuro. Anche l’indovino si mostrò preoccupato. Guardò<br />

con attenzione quel pezzo <strong>di</strong> vetro e: «Sei destinata ad avere più dolori<br />

che gioie, perché conoscerai un <strong>segreto</strong> che nessuno può conoscere»<br />

mi <strong>di</strong>sse gettandomi in uno stato d’agitazione che è <strong>di</strong>fficile da<br />

spiegare. La nostra Legge condannava sia la magia sia la <strong>di</strong>vinazione<br />

e io mi sentivo in colpa per aver ceduto alle insistenze dell’indovino<br />

che era, senz’altro, una creatura demoniaca. Ricordo ancora l’espressione<br />

dei suoi occhi gialli. Era quella dei cani randagi che vivevano nel<br />

deserto.<br />

9<br />

Capitolo I


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

Qualche mese dopo, avvenne una trage<strong>di</strong>a che mi costrinse a ricordare<br />

le parole dell’indovino. Stavo servendo del vino nella taverna<br />

<strong>di</strong> mio padre, quando due soldati romani mi mancarono <strong>di</strong> rispetto. La<br />

reazione <strong>di</strong> mio padre fu imme<strong>di</strong>ata. Ma quella dei due soldati romani<br />

fu brutale e inattesa. Uno dei due impugnò il suo gla<strong>di</strong>o e si scagliò<br />

frontalmente contro mio padre colpendolo in pieno petto. Mio padre<br />

cadde a terra ancora vivo. <strong>Il</strong> soldato romano lo finì con un altro colpo<br />

senza che mio padre trovasse la forza <strong>di</strong> proteggersi dai fendenti. Nella<br />

taverna iniziò una rissa furiosa. Due galilei, Simone e Giuda <strong>di</strong> Kerijot<br />

(che si <strong>di</strong>ceva fossero zeloti) snudarono i loro coltelli e si scagliarono<br />

contro i soldati romani. I romani erano più forti, ma i galilei<br />

avevano dalla loro la rabbia contro chi aveva calpestato la <strong>di</strong>gnità<br />

delle loro donne. Dopo pochi minuti, i due soldati giacevano sul pavimento,<br />

sozzi <strong>di</strong> sangue, con le gole tagliate da orecchio a orecchio.<br />

Da morti sembravano più giovani <strong>di</strong> quanto apparissero da vivi. Mi fecero<br />

compassione.<br />

«Bisogna eliminare le tracce <strong>di</strong> sangue e far sparire i cadaveri» <strong>di</strong>sse<br />

Giuda. Simone si guardò attorno. Eravamo rimasti in tre. Tutti gli altri<br />

si erano <strong>di</strong>leguati. Tre vivi e tre morti. Solo allora mi resi conto <strong>di</strong> essere<br />

restata sola al mondo e fui presa da un attacco <strong>di</strong> pianto convulso.<br />

Mio padre, il mio grande padre, era morto per proteggermi. Istintivamente,<br />

cercai un po’ <strong>di</strong> calore stringendomi a Simone. Poi, il soffitto<br />

cominciò a girare sopra la mia testa e persi i sensi.<br />

Le prime luci dell’alba si incaricarono <strong>di</strong> svegliarmi. Ci volle un bel<br />

po’ <strong>di</strong> tempo prima che mi rendessi conto che non si era trattato <strong>di</strong> un<br />

incubo. La presenza <strong>di</strong> Giuda e <strong>di</strong> Simone non poteva, purtroppo, che<br />

confermarlo. «Abbiamo eliminato ogni traccia <strong>di</strong> sangue» <strong>di</strong>sse Giuda.<br />

«E i corpi?» chiesi.«Tuo padre riposa in pace nel suo orto, abbiamo<br />

composto con cura il suo corpo. Per quanto riguarda i due romani, ti<br />

posso assicurare che non li troveranno mai...» mi rispose Simone con<br />

un sorriso cattivo. Dopo pochi minuti, mi lasciarono sola. Dovevo riaprire<br />

la taverna e darmi da fare sia per non destare sospetti sia perché<br />

la vita proseguiva nella sua marcia spietata. Anche se mio padre mi<br />

aveva lasciata sola e <strong>di</strong>sperata.<br />

La vita riprese, infatti, quasi normalmente. Nessuno faceva domande<br />

e nessuno dava risposte come se niente fosse successo. Simone<br />

10


e Giuda smisero <strong>di</strong> frequentare la mia taverna con assiduità. Io servivo<br />

ai tavoli, sorridevo, cercavo <strong>di</strong> <strong>di</strong>strarmi per soffocare quel dolore violento<br />

che mi tormentava sia <strong>di</strong> giorno sia <strong>di</strong> notte. Malgrado i miei<br />

sforzi mi sentivo, comunque, priva <strong>di</strong> forze e non riuscivo neanche a<br />

recarmi nell’orto per portare un fiore a mio padre. Avevo paura <strong>di</strong><br />

non riuscire a riprendermi. Di non tornare più quella che ero prima<br />

<strong>di</strong> quella notte maledetta che aveva cambiato la mia vita.<br />

Fu in quel periodo che cominciai a u<strong>di</strong>re le “voci”. Mio svegliavo<br />

in piena notte, perché mi davano or<strong>di</strong>ni, mi minacciavano o mi annunciavano<br />

castighi tremen<strong>di</strong> che erano in serbo per me. Io ascoltavo<br />

terrorizzata, con gli occhi spalancati. Temevo <strong>di</strong> crollare e <strong>di</strong> perdere<br />

la ragione. Avevo paura del buio, del vuoto e dell’ignoto. La morte<br />

mi appariva come l’unico mezzo per cancellare, <strong>di</strong> colpo, tutte le mie<br />

angosce e impe<strong>di</strong>re alle voci <strong>di</strong> tormentarmi.<br />

Intanto, la vita fuori dalla mia taverna procedeva nel peggiore dei<br />

mo<strong>di</strong>. Gli scontri fra soldati romani e zeloti erano violentissimi con<br />

molti morti in entrambi gli schieramenti. Da parte mia, ero preoccupata<br />

per il fatto che la mia taverna fosse <strong>di</strong>ventata un covo dove i rappresentanti<br />

delle varie forze in campo si riunivano per concertare, fra<br />

un boccale <strong>di</strong> vino e l’altro, le loro prossime mosse. Oltre gli zeloti,<br />

c’erano gli esseni 2 (misteriosi, colti ed esoterici) e i seguaci <strong>di</strong> Giovanni<br />

Battista 3 che, dopo la sua morte, cercavano <strong>di</strong> mantenere vivo<br />

il suo messaggio.<br />

Al centro <strong>di</strong> un lungo tavolo rettangolare, un uomo molto bello,<br />

con una lunga veste bianca, ascoltava tutti con attenzione sorseggiando<br />

lentamente vino denso e forte, <strong>di</strong> recente vendemmia. Era un<br />

giovane alto, dalle spalle larghe e dalle braccia vigorose, tipiche <strong>di</strong> chi<br />

ha conosciuto la fatica fisica. I capelli lunghi e castani si univano alla<br />

barba folta, <strong>di</strong> colore più scuro rispetto ai capelli. Fronte alta e occhi<br />

gran<strong>di</strong> e ver<strong>di</strong>. Sguardo fermo e intenso. Sorriso appena accennato,<br />

dolce e lievemente <strong>di</strong>stante. Un giovane uomo <strong>di</strong>screto, gentile e silenzioso.<br />

Lo notai subito.<br />

Chi era quell’uomo che i suoi <strong>di</strong>scepoli chiamavano con deferenza<br />

Maestro o Gesù? 4 Mentre servivo il vino i nostri sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> erano incrociati<br />

<strong>di</strong>verse volte. Avevo la sensazione che i suoi occhi riuscissero<br />

a penetrare nel mio cuore mettendo a nudo i miei sentimenti.<br />

11<br />

Capitolo I


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

Mi feci coraggio e: «Chi sei?» gli chiesi a un tratto. «Non <strong>di</strong>sturbare il<br />

Signore!» intervenne Simone con tono <strong>di</strong> voce ostile. «Pensa, piuttosto,<br />

a portarci da bere!» mi sollecitò sgarbatamente Giuda <strong>di</strong> Kerijot.<br />

Ma Gesù <strong>di</strong>sapprovò con un gesto i loro mo<strong>di</strong> bruschi e mi guardò a<br />

lungo, dritto negli occhi, senza rispondermi. E, da quel momento, i<br />

demoni che mi tormentavano, con le loro voci, scomparvero. Gesù li<br />

aveva sconfitti e messi in fuga con un suo semplicissimo sguardo. Ma<br />

chi era questo giovane che comandava i demoni e, quin<strong>di</strong>, anche le<br />

loro maledettissime voci?<br />

Per qualche mese, non vi<strong>di</strong> più quel misterioso Maestro della Galilea.<br />

Desideravo, però, rincontrarlo fino al punto che, spesso, mi sembrava<br />

che dal deserto procedesse verso la mia taverna. Ma era solo<br />

un’illusione ottica. L’amore che sentivo per lui faceva sì che i miei<br />

occhi vedessero immagini che non avevano riscontro nella realtà. Si<br />

trattava <strong>di</strong> fenomeni molto frequenti nel deserto dove rilievi <strong>di</strong> sabbia,<br />

a forma vagamente umana, apparivano e scomparivano in molti<br />

tratti dell’orizzonte.<br />

Ma, un giorno, tutto cambiò…<br />

Ricordo che era un pomeriggio afoso, quando qualcuno bussò alla<br />

porta della mia taverna che, a quell’ora, rimaneva chiusa. Sulle prime,<br />

non ci feci caso. Poi osservai che i colpi erano dati a intervalli regolari,<br />

quasi volessero trasmettermi una specie <strong>di</strong> messaggio <strong>segreto</strong>.<br />

Avevo una gran paura, ma trovai il coraggio <strong>di</strong> aprire la porta: davanti<br />

a me, Giuda <strong>di</strong> Kerijot mi sorrideva con fare complice «Facci mangiare<br />

– mi <strong>di</strong>sse – siamo riusciti a seminare i romani, ma siamo <strong>di</strong>giuni<br />

da due giorni». Dissi <strong>di</strong> sì. Giuda fece cenno <strong>di</strong> entrare a quelli<br />

che lo seguivano. Riconobbi subito Simone che il Maestro chiamava<br />

Pietro. 5 Dietro <strong>di</strong> lui, un uomo massiccio dallo sguardo tenero e protettivo<br />

che Giuda chiamava Giacomo. Quin<strong>di</strong>, un ragazzo alto e<br />

magro a cui Giacomo si rivolse chiamandolo Giovanni. Pensai che<br />

fossero fratelli, anche se non si assomigliavano affatto.<br />

Erano tutti affamati. Si sedettero attorno a uno dei gran<strong>di</strong> tavoli<br />

mentre io iniziavo a cuocere del pane schiacciato a cui aggiunsi qualche<br />

ingre<strong>di</strong>ente piccante per insaporirlo. Nell’attesa che si cuocesse,<br />

offrii del vino. Stavo giusto portando dei bicchieri <strong>di</strong> coccio, quando<br />

la porta si riaprì ed entrò una giovane donna con il viso quasi comple-<br />

12


tamente coperto. Mi colpirono subito i suoi occhi talmente scuri che<br />

quasi non riuscivo a <strong>di</strong>stinguerne le pupille. Mi abbracciò e si sedette<br />

vicino a Giovanni, il più giovane del gruppo. Pochi minuti dopo, il<br />

pane era pronto e tutti cominciarono a sfamarsi.<br />

«<strong>Il</strong> Maestro dovrebbe essere già qui – <strong>di</strong>sse a un tratto Simone detto<br />

Pietro – speriamo che i fratelli lo abbiano protetto come dovrebbero».<br />

Seguì qualche attimo <strong>di</strong> silenzio carico <strong>di</strong> tensione.<br />

Dopo qualche minuto la porta si aprì e, davanti a noi, comparve, finalmente,<br />

Gesù. Ci voltammo, tutti, verso <strong>di</strong> lui.<br />

Lo ricordavo più maturo rispetto a come mi appariva in quel preciso<br />

momento. Vedevo un uomo giovane e bello dal volto deciso e dai<br />

gran<strong>di</strong> occhi ver<strong>di</strong> dotati <strong>di</strong> sguardo magnetico. I capelli, castani e<br />

lunghi come quelli dei nazirei, 6 la barba folta e leggermente in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne.<br />

Si vedeva che era stanco e affamato, ma pronto a riprendere il<br />

suo cammino.<br />

Avrei voluto chiedergli subito da dove venisse, cosa facesse, quale<br />

fosse la missione della sua vita, ma il cuore in tumulto me lo impedì.<br />

Gesù salutò tutti con un sorriso sereno e si sedette accanto alla<br />

donna dal viso quasi completamente coperto chiamandola familiarmente<br />

col nome <strong>di</strong> Giovanna. Fu in qual momento che mi sentii inadeguata<br />

e provai un’acuta fitta <strong>di</strong> gelosia nei confronti <strong>di</strong> quella donna<br />

velata.<br />

Satana era ritornato fra noi. Ne avvertivo la presenza <strong>di</strong>sgregatrice<br />

all’interno del nostro piccolo gruppo che il serpente maledetto cercava,<br />

evidentemente, <strong>di</strong> conquistare mettendoci gli uni contro gli altri.<br />

13<br />

Capitolo I


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

NOTE AL CAPITOLO I<br />

1. Rivoluzionari armati contro i romani.<br />

2. Prima comunità <strong>di</strong> tipo monastico.<br />

3. Profeta che aveva battezzato Gesù.<br />

4. Nome proprio che deriva da una parola ebraica che significa salvatore.<br />

5. Cefa in aramaico = pietra o roccia.<br />

6. Nome che veniva dato a coloro che avevano fatto un voto molto rigoroso.<br />

14


CAPITOLO II<br />

Giovanna è una donna ricca che ha lasciato il marito per seguire il<br />

“Maestro”. Giovanna spiega a <strong>Maddalena</strong> chi è il “Maestro” e come<br />

l’ha salvata dalla sua <strong>di</strong>sperazione. Alla fine, anche <strong>Maddalena</strong> deciderà<br />

<strong>di</strong> seguire il giovane galileo, affascinata com’è dal suo eccezionale<br />

carisma.<br />

15


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

16


Una strana tensione era scesa sul nostro gruppo come una nuvola invisibile<br />

carica <strong>di</strong> veleno. Sembrava quasi che qualcuno fra <strong>di</strong> noi fosse<br />

ossessionato da brutti pensieri. Da parte mia, ero gelosa <strong>di</strong> quella<br />

donna nei confronti della quale il Maestro galileo <strong>di</strong>mostrava una<br />

confidenza, rarissima (ai nostri tempi) fra uomo e donna.<br />

Giovanna continuava a tenere nascosto il viso, ma quando si decise<br />

a mangiare, fu costretta a sollevare il velo. <strong>Il</strong> suo viso mi apparve<br />

come quello <strong>di</strong> una bambola invecchiata. Gesù mi guardò intensamente<br />

quasi volesse prendere atto delle mie reazioni. Poi, prese il viso<br />

<strong>di</strong> Giovanna fra le sue mani e la baciò con amore. Giovanna aveva sul<br />

collo due macchie ripugnanti, ma Gesù le accarezzò a lungo, dolcemente,<br />

sussurrando una preghiera. Sul gruppo era sceso il silenzio.<br />

<strong>Il</strong> pane era finito e io mi avvicinai al fuoco per cuocere delle focacce.<br />

Quasi subito, mi raggiunse Giuda. «È la moglie <strong>di</strong> Cusa, l’amministratore<br />

dei beni <strong>di</strong> Erode Antipa – mi <strong>di</strong>sse – ha lasciato il marito<br />

per seguire Gesù che, poco a poco, la sta guarendo. È ricca e, spesso,<br />

ci assiste con i suoi beni».<br />

Dopo pochi minuti misi sul tavolo le focacce e mi sedetti accanto<br />

a Giovanna che prese la focaccia più abbrustolita con due <strong>di</strong>ta, sottili<br />

come due sterpi. «Posso <strong>di</strong>videre il pane con te?» le chiesi, vergognandomi<br />

per i sentimenti d’ostilità che avevo provato nei suoi confronti.<br />

Giovanna mi rispose con un cenno del capo e con un sorriso sereno.<br />

Ci staccammo dal gruppo e, con un pretesto banale, ci sedemmo davanti<br />

al fuoco. «Ma chi è questo Gesù?» le chiesi. Giovanna mi rispose<br />

con grande chiarezza. «Non è un profeta come quelli che lo hanno<br />

preceduto – iniziò – Gesù parla un linguaggio <strong>di</strong>verso ed è un enigma<br />

per tutti. Forse lo è anche per se stesso. Sembra – concluse – che abbia<br />

dei poteri che nessuno riesce a spiegare. Non so <strong>di</strong>rti niente <strong>di</strong> più e<br />

17<br />

Capitolo II


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

niente <strong>di</strong> meno». «E gli altri?» chiesi. «Sono i suoi seguaci – mi rispose<br />

Giovanna – <strong>di</strong>vidono con lui i pericoli e i <strong>di</strong>sagi <strong>di</strong> una vita errabonda,<br />

ma anche la gioia <strong>di</strong> perseguire i suoi stessi ideali e, forse, la speranza<br />

<strong>di</strong> una ricompensa adeguata nel Regno dei Cieli. Nel nostro gruppo ci<br />

sono anche <strong>di</strong>verse donne. Sono quasi tutte innamoratissime <strong>di</strong> lui,<br />

ma lui sembra che non se ne accorga affatto...». «E il tuo rapporto?»<br />

chiesi. Giovanna mi rispose a voce bassa come se stesse per rivelarmi<br />

un <strong>segreto</strong>. «Gli devo tutto – iniziò sorridendo – Qualche tempo fa –<br />

continuò – commisi errori imperdonabili e ora Gesù tenta <strong>di</strong> porvi rime<strong>di</strong>o.<br />

Quello che mi sorprende è che non mi rinfaccia mai il mio<br />

passato».<br />

«Errori imperdonabili...?» «Sì – confermò Giovanna, che sembrava<br />

liberarsi da un peso – Qualche tempo fa, mi avvicinai a pratiche magiche<br />

con lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere la mia bellezza dal passare degli anni<br />

e <strong>di</strong> allontanare la morte. Mi addentrai in stu<strong>di</strong> che riguardavano il<br />

mondo occulto. Conobbi personaggi sinistri che si credevano dotati <strong>di</strong><br />

poteri che avrebbero risolto i miei problemi. Dopo <strong>di</strong>versi mesi, avvertii<br />

che qualcosa stava cambiando nel mio modo <strong>di</strong> sentire. Prevedevo<br />

fatti che sarebbero accaduti a grande <strong>di</strong>stanza e, soprattutto,<br />

vedevo con grande chiarezza persone morte da tempo. Di contro, sentivo<br />

che la vita sfuggiva al mio controllo. Avevo paura <strong>di</strong> morire. <strong>Il</strong><br />

buio e il vuoto mi terrorizzavano. Oltretutto, anziché vedere immutata<br />

la mia bellezza, vi<strong>di</strong> comparire le piaghe che hai appena visto.<br />

Castigo <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o inflessibile? Fu in quei giorni – concluse – che una<br />

mia ancella mi parlò <strong>di</strong> un profeta che viveva in solitu<strong>di</strong>ne sulle rive<br />

del Giordano. Sembra che guarisse i lebbrosi immergendoli per sette<br />

volte nelle acque del fiume. Le folle erano affascinate dalla sua forza<br />

visionaria e dalle guarigioni che gli erano attribuite».<br />

«Ci andasti?» «Sì – mi rispose Giovanna – lo riconobbi subito tra la<br />

folla dei malati: alto, carismatico, con i capelli lunghi, sciolti su spalle<br />

larghe e vigorose. Incrociai il suo sguardo. Era, senz’altro, lo sguardo<br />

<strong>di</strong> un uomo che si sentiva solo davanti a tutti i malati che aveva <strong>di</strong><br />

fronte, ma che riusciva a guardarsi attorno con un sorriso pieno<br />

d’umanità che gli attirava la devozione <strong>di</strong> tutti. È inutile che lo neghi<br />

a me stessa: quel giovane galileo mi affascinava. Ero sicura che potesse<br />

fare qualcosa per strapparmi dalla <strong>di</strong>sperazione. Non ce la fa-<br />

18


cevo più ad essere considerata solo una malata contagiosa che stava<br />

morendo. Quell’uomo – riprese Giovanna dopo un attimo <strong>di</strong> esitazione<br />

– mi aveva donato, dopo tanto tempo, la forza <strong>di</strong> sperare ancora.<br />

Non ero più una donna <strong>di</strong>sperata capace solo <strong>di</strong> azioni<br />

<strong>di</strong>sperate».<br />

«Guardavo il Maestro come affascinata – riprese Giovanna – svolgeva<br />

la sua missione fra gente poverissima e astiosa che, però, si inginocchiava<br />

piena d’amore al suo passaggio. In quei momenti, capii che<br />

la sua grandezza stava nell’impadronirsi del dolore <strong>di</strong> chi soffriva trasmettendo<br />

il suo calore e il suo amore. Ricordo quando si fermò davanti<br />

a una povera vecchia che aveva gli occhi sbarrati e le labbra<br />

<strong>di</strong>schiuse come se stesse per soffocare. Non trovava la forza per sollevarsi.<br />

<strong>Il</strong> Maestro la alzò <strong>di</strong> peso e la fece sedere compostamente. Poi,<br />

l’abbracciò a lungo e la cullò fino a che emise il suo ultimo respiro.<br />

Non conoscevo quella povera vecchia, ma, davanti alla morte, scoppiai<br />

in un pianto <strong>di</strong>sperato. <strong>Il</strong> Maestro se ne accorse, mi poggiò una<br />

mano su una spalla e, cosa incre<strong>di</strong>bile, mi invitò a seguirlo, affiancandolo<br />

nella sua missione. Stavo per <strong>di</strong>rgli <strong>di</strong> sì quando Satana scatenò<br />

uno dei suoi terribili attacchi con l’obiettivo preciso <strong>di</strong> farmi ritornare<br />

sulle mie decisioni. Sto parlando – mi spiegò Giovanna – <strong>di</strong> un<br />

omaccione invasato, brutto e sgraziato, che aggredì il Maestro con<br />

un’aria <strong>di</strong> sfida or<strong>di</strong>nandogli <strong>di</strong> lasciarmi stare. Satana, evidentemente,<br />

non voleva perdermi». «E il Maestro?». «Gesù – ricordò Giovanna – si<br />

limitò ad aggrottare le sopracciglia, poi mi allontanò con un gesto brusco<br />

e, rivolto all’invasato, lo terrorizzò <strong>di</strong>segnando nell’aria (con l’in<strong>di</strong>ce<br />

della mano destra) dei simboli strani che non riuscii a capire.<br />

Quin<strong>di</strong> – concluse – mentre l’invasato fuggiva urlando bestemmie orrende,<br />

il Maestro tornò da me e mi <strong>di</strong>sse semplicemente “seguirmi”».<br />

«Incrociai lo sguardo intenso dei suoi occhi ver<strong>di</strong>, sentii come una<br />

luce ra<strong>di</strong>osa scendere su me, capii da che parte stava il mio destino e<br />

gli <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong> sì».<br />

«Mi ritrovai, quin<strong>di</strong>, quasi senza accorgermene, a camminare <strong>di</strong>etro<br />

<strong>di</strong> lui, con alcuni dei suoi <strong>di</strong>scepoli per portare, <strong>di</strong> villaggio in villaggio,<br />

una speranza <strong>di</strong> pace. Gesù aveva dato un senso alla nostra vita».<br />

Avevo seguito con grande attenzione, il racconto <strong>di</strong> Giovanna, ma<br />

c’era in sospeso una domanda che non osavo farle. Alla fine, trovai il<br />

19<br />

Capitolo II


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

coraggio e: «Ma cosa pensa, Gesù, dell’amore?» le chiesi. «Su questo<br />

punto il Maestro è chiarissimo – mi spiegò pazientemente Giovanna<br />

–. Per lui, il vero amore non desidera il possesso, ma l’elevazione della<br />

persona amata. Per questo, definisce il vero amore come un’autentica<br />

esperienza spirituale nell’area del sacro. Ha sostenuto questa sua tesi<br />

perfino nel cortile dei gentili 7 trovandosi d’accordo con alcuni filosofi<br />

greci che si definivano platonici.<br />

A questo punto, Giovanna si interruppe quasi stesse riflettendo su<br />

quanto aveva appena detto poi: «Una donna che voglia amarlo deve<br />

tenere sempre presente quanto lui si aspetta da lei». Precisò con un<br />

sorriso che mi sembrò malizioso . Io mi sentii arrossire e mi spaventai<br />

per la mia fragilità. Alla mia età, <strong>di</strong> questioni sessuali sapevo pochissimo.<br />

Mi sembrava un mondo pieno <strong>di</strong> lati oscuri e <strong>di</strong> tentazioni<br />

che cercavano <strong>di</strong> sporcare il mio modo <strong>di</strong> amare.<br />

Dopo qualche minuto, Gesù ci fece capire, con un cenno del capo,<br />

che desiderava che ci unissimo al gruppo.<br />

Giacomo stava esaminando con Pietro quali sarebbero state le reazioni<br />

delle varie correnti dell’ebraismo al messaggio “rivoluzionario”<br />

del Maestro. Da quel poco che capivo, entrambi volevano stringere <strong>di</strong><br />

più i rapporti con un certo Stefano, 8 il capo <strong>di</strong> ebrei stanziati in Palestina,<br />

ma <strong>di</strong> lingua greca. Motivo <strong>di</strong> attrito era che questi cosiddetti<br />

“ellenisti” interpretavano la legge in modo meno rigido rispetto agli<br />

ebrei <strong>di</strong> lingua aramaica. A questo punto, Gesù decise <strong>di</strong> intervenire.<br />

«Stefano – iniziò lentamente, quasi scegliesse con cura le parole più<br />

giuste – è un nostro fratello ebreo. Quin<strong>di</strong>, dobbiamo rispettare le interpretazioni<br />

che gli vengono da una cultura <strong>di</strong>versa dalla nostra. Per<br />

Stefano, ad esempio, la verità è la conoscenza perfetta. Per noi, invece,<br />

non è un fatto intellettuale, ma è un fatto morale. Al suo opposto<br />

troviamo menzogna, malizia e inganno. Noi – concluse –<br />

dobbiamo farci guidare dalla verità fino a <strong>di</strong>ventare noi stessi la verità.<br />

La verità è una forza straor<strong>di</strong>naria che deve guidare la nostra volontà<br />

quando annunciamo il Regno dei Cieli».<br />

Giacomo annuì mentre il viso immobile <strong>di</strong> Pietro rifletteva la sua<br />

mente semplice, priva <strong>di</strong> fantasia e <strong>di</strong> trascendenza.<br />

Ricominciammo a mangiare. <strong>Il</strong> pane ci dava gioia ed energia mentre<br />

il vino ci rendeva più uniti e spirituali. A un tratto, il Maestro parve<br />

20


assentarsi mentre io percepivo, ancora una volta, la presenza <strong>di</strong> Satana,<br />

lontana, ma pericolosa. «Dobbiamo raggiungere subito i nostri<br />

fratelli. Sono in pericolo» ci esortò il Maestro, alzandosi quasi <strong>di</strong> scatto.<br />

«Cosa sarebbe stato <strong>di</strong> me senza <strong>di</strong> lui?» mi chiesi con angoscia. Quasi<br />

mi avesse letto nel pensiero. Gesù mi fissò con dolcezza e «chiu<strong>di</strong> per<br />

sempre la taverna e “seguimi”» mi <strong>di</strong>sse con semplicità <strong>di</strong>sarmante. Mi<br />

infilai i sandali e, senza pensarci neanche un secondo, lo seguii.<br />

Eravamo in sette: cinque uomini e due donne. Sentivo che il battito<br />

del mio cuore aumentava e che il respiro si faceva affannoso e irregolare.<br />

Avevo paura <strong>di</strong> cadere e mi girava la testa. Mi sentivo<br />

stanchissima. «Hai fatto la scelta giusta. Sei stata meravigliosa» mi’incoraggiò<br />

Giovanna. Le sorrisi con gratitu<strong>di</strong>ne. «Ho obbe<strong>di</strong>to solo al<br />

mio cuore» le <strong>di</strong>ssi con totale sincerità preoccupata, però, per le incognite<br />

che mi riservava il destino.<br />

Stavo camminando cercando <strong>di</strong> tenere il passo del gruppo quando<br />

il roccioso Giacomo ruppe il silenzio. Aveva uno sguardo grave e,<br />

brutto segno, aggrottava le sopracciglia. «È arrivato qui in Galilea – ci<br />

<strong>di</strong>sse preoccupato – un uomo che si ritiene esperto <strong>di</strong> arti magiche.<br />

Viene dalla Samaria dove gli abitanti lo considerano dotato della potenza<br />

<strong>di</strong> un <strong>di</strong>o». «Lo so – rispose il Maestro – senz’altro starà seminando<br />

dubbi e <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a fra i nostri. Dobbiamo fermarlo» concluse,<br />

calmo, quasi parlasse a se stesso. «Io so tutto <strong>di</strong> lui – intervenne Giovanna<br />

– feci ricorso a lui quando ero sconvolta per la mia malattia. Si<br />

chiama Simone e si fa accompagnare da una prostituta <strong>di</strong> nome Elena<br />

che ha conosciuto nella città <strong>di</strong> Tiro. È solo un imbroglione che ottiene<br />

scarsi risultati e che si fa pagare in maniera indecente. Riesce,<br />

comunque, ad avere largo seguito fra le masse ignoranti». Gesù le rivolse<br />

uno sguardo pieno <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne e allungò il passo.<br />

Dopo circa tre ore, raggiungemmo la casupola <strong>di</strong> Nazaret che serviva<br />

da rifugio. Qualcosa <strong>di</strong> violento stava accadendo al suo interno.<br />

«Ritieniti fortunato se te la cavi così a buon mercato» sentii <strong>di</strong>stintamente<br />

qualcuno che urlava. Poi, la porta si aprì e apparve la sagoma<br />

<strong>di</strong> un uomo corpulento accompagnato da una giovane donna. Intuii<br />

che si trattava <strong>di</strong> Simone il mago e <strong>di</strong> Elena, la prostituta <strong>di</strong> Tiro. Di<br />

lui ci aveva parlato Giovanna. «La prossima volta vi piglieremo a calci»<br />

urlò, ancora sulla porta, il burbero <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> cui non conoscevo<br />

21<br />

Capitolo II


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

ancora il nome. «Taddeo sceglie sempre le vie <strong>di</strong>plomatiche...» ironizzò<br />

il Maestro. Più tar<strong>di</strong> seppi che Simone il mago aveva offerto del<br />

denaro ai <strong>di</strong>scepoli perché gli rivelassero quale fosse la fonte dei poteri<br />

del Maestro. La reazione, come avevamo visto, non si era fatta attendere...<br />

NOTE AL SECONDO CAPITOLO<br />

7. Zona dell’esterno del Tempio che poteva ospitare anche i non ebrei.<br />

8. Con la sua pre<strong>di</strong>cazione, Stefano provocò la persecuzione degli ellenisti <strong>di</strong> cui lui<br />

stesso fu la prima vittima. Morì lapidato. A lui è de<strong>di</strong>cata una festa (precisamente<br />

il 26 <strong>di</strong>cembre).<br />

22


CAPITOLO III<br />

<strong>Maddalena</strong> si inserisce nel gruppo dei <strong>di</strong>scepoli che, lentamente, comincia<br />

a conoscere, uno per uno. Un giorno, riesce a convincere il<br />

Maestro ad affiancarlo nella sua pre<strong>di</strong>cazione itinerante. Per lei, è<br />

l’inizio <strong>di</strong> una nuova vita che la riempie <strong>di</strong> gioia. Si troverà, comunque,<br />

a dover affrontare prove più che impegnative.<br />

23


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

24


<strong>Il</strong> tentativo <strong>di</strong> Simon Mago dette, comunque, al Maestro l’occasione<br />

<strong>di</strong> riunire il gruppo. Giovanna si incaricò <strong>di</strong> farmi conoscere gli otto<br />

<strong>di</strong>scepoli che non conoscevo ancora. Trovai che ogni <strong>di</strong>scepolo appariva<br />

<strong>di</strong>verso rispetto a tutti gli altri.<br />

Andrea era il fratello <strong>di</strong> Simone detto Pietro. Faceva anche lui il<br />

pescatore. Capelli lunghi e pelle del viso ruvida con rughe profonde.<br />

Giovanna mi <strong>di</strong>sse che era stato un <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Giovanni Battista e<br />

che aveva la fama <strong>di</strong> persona riservata e onestissima. Tommaso era<br />

magro e muscoloso, dalla barba corta con qualche filo bianco. Nel<br />

gruppo era considerato scettico e pessimista. Matteo era un uomo robusto,<br />

<strong>di</strong> mezza età. Forse era il più anziano del gruppo. Aveva un<br />

passato <strong>di</strong> pubblicano da farsi perdonare, ma il Maestro lo aveva accolto<br />

a braccia aperte. Filippo si <strong>di</strong>stingueva per il suoi lineamenti severi<br />

e per lo sguardo intenso e profondo. Capelli lunghi fino alle<br />

spalle, barba corta e curata. Si <strong>di</strong>ceva che fosse <strong>di</strong> origine greca. Bartolomeo<br />

9 sembrava inquieto e preoccupato. Dapprima incredulo poi<br />

fra i più convinti. Quin<strong>di</strong>, Giacomo <strong>di</strong> Alfeo che assomigliava moltissimo<br />

al Maestro; Giuda Taddeo che si vantava <strong>di</strong> sapersela cavare in<br />

qualsiasi situazione e Simone lo zelota, alto e forte, dai capelli neri e<br />

ricci. <strong>Il</strong> più bello dei <strong>di</strong>scepoli.<br />

C’erano anche delle donne. Giovanna mi <strong>di</strong>sse che si chiamavano<br />

Susanna e <strong>Maria</strong>. Susanna veniva da un villaggio sui confini con la<br />

Samaria. <strong>Maria</strong> era, invece, <strong>di</strong> Betania, un piccolo centro vicino al<br />

Monte degli Ulivi, poco <strong>di</strong>stante da Gerusalemme. Susanna aveva un<br />

viso tondo e un fisico minuto, tipico <strong>di</strong> chi non ha mai conosciuto la<br />

fatica fisica. Si <strong>di</strong>ceva che avesse rinunciato a tutti i suoi beni a favore<br />

del gruppo. Giovanna mi avvertì <strong>di</strong> non lasciarmi ingannare dalla sua<br />

espressione pacifica, da brava bambina. In verità, era una donna com-<br />

25<br />

Capitolo III


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

battiva, capace <strong>di</strong> tenere testa anche ai soldati romani. <strong>Maria</strong> era, invece,<br />

una donna alta e magra, dall’aspetto deciso. Capelli castani raccolti<br />

<strong>di</strong>etro alla nuca e occhi gran<strong>di</strong> e intelligenti. Aveva, all’interno<br />

del gruppo, un prestigio e un’autorità riconosciuta da tutti.<br />

Alla destra <strong>di</strong> Gesù, notai una donnina fragile e magra. Una povera<br />

donna dai capelli bianchi e dall’espressione dolce e rassegnata. Gesù<br />

le teneva una mano fra le sue, triste e taciturno. Suo padre era morto<br />

da qualche mese e vedeva che sua madre non riusciva a risollevarsi da<br />

un dolore così profondo. «Resta con me, resta con noi» le <strong>di</strong>ceva. Ma<br />

la madre non poteva accettare. Altri figli, altre figlie e altri nipoti avevano<br />

bisogno del suo aiuto e lei doveva obbe<strong>di</strong>re. Come aveva obbe<strong>di</strong>to<br />

tutta la sua vita. Al momento del <strong>di</strong>stacco, si abbracciarono<br />

teneramente. Notai che Gesù la stringeva con forza, quasi facesse un<br />

ultimo tentativo per trattenerla. Ma fu inutile<br />

Nei giorni successivi, cercai <strong>di</strong> prendere confidenza con la mia<br />

nuova vita. Susanna e <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Betania avevano reagito con freddezza<br />

al mio ingresso nel gruppo. Anche molti uomini avevano un’espressione<br />

dubbiosa. Fra loro, si notava qualche faccia scura.<br />

Simone detto Pietro (che rivelava spesso un’indole gelosa) mi aveva<br />

rimproverato, davanti a Giacomo, perché (secondo lui) facevo troppe<br />

domande. Giacomo aveva fatto un gesto rassegnato invitandolo ad<br />

aver pazienza. «Tanto le donne sono fatte tutte allo stesso modo...»<br />

aveva sentenziato con indulgenza.<br />

L’unico che mi <strong>di</strong>mostrava amicizia era Giovanni, il fratello <strong>di</strong> Giacomo.<br />

Giovanissimo ed entusiasta cercava, spesso, <strong>di</strong> coinvolgermi in<br />

<strong>di</strong>scussioni su argomenti teologici <strong>di</strong> cui capivo ben poco. Avevo,<br />

quin<strong>di</strong>, deciso <strong>di</strong> parlare il meno possibile col risultato che Giovanni<br />

aveva scambiato i miei lunghi silenzi per pacata saggezza, spingendosi<br />

fino a <strong>di</strong>rmi che ero degna <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare il tre<strong>di</strong>cesimo apostolo.<br />

Da parte mia, approfittai dell’amicizia che si era creata fra <strong>di</strong> noi per<br />

sapere qualcosa in più sulla figura e sulla missione del Maestro galileo<br />

che aveva cambiato la nostra vita.<br />

«Gesù – iniziò Giovanni – constata ogni giorno la trage<strong>di</strong>a della<br />

con<strong>di</strong>zione umana e non riesce a capire come Dio possa permetterla.<br />

Forse, proprio per questo, concepisce e promette il riscatto della vita<br />

eterna, visione che appaga la sua sete <strong>di</strong> giustizia. Gesù – proseguì –<br />

26


parla <strong>di</strong> un Dio d’amore e non <strong>di</strong> un Dio spietato e ven<strong>di</strong>cativo come<br />

quello dell’Antico Testamento. E questo – concluse – lo mette in<br />

aperto conflitto con gli anziani del Sinedrio».<br />

«Com’è giu<strong>di</strong>cato?» domandai. «I più critici nei suoi confronti sono<br />

i farisei – mi rispose Giovanni – Affermano che il Maestro viva in una<br />

<strong>di</strong>mensione isolata e ascetica che lo porta a essere un uomo incapace<br />

<strong>di</strong> affetti per il quale gli uomini contano poco e le donne ancora <strong>di</strong><br />

meno. Niente <strong>di</strong> più sbagliato. La verità – affermò Giovanni – è che<br />

gli invi<strong>di</strong>ano il fascino che esercita sui singoli e sulle masse. Un fascino<br />

che, fatalmente, finisce per nuocere all’autorità del potere costituito.<br />

Penso che molti farisei – concluse Giovanni – sarebbero ben felici <strong>di</strong><br />

liberarsi <strong>di</strong> un personaggio così scomodo...».<br />

Alla nostra conversazione, volle unirsi Giuda <strong>di</strong> Kerijot. Stanco, insicuro<br />

e pessimista come sempre. Pensai che, forse, potevo aiutarlo a uscire<br />

dal suo isolamento, ma ci riuscii solo in parte. Anzi, ottenni risultati<br />

molto modesti. Giuda continuava a credere che l’uomo non potesse re<strong>di</strong>mersi<br />

e, quin<strong>di</strong>, giu<strong>di</strong>cava il tentativo del Maestro meraviglioso, ma destinato<br />

all’insuccesso. In poche parole, una missione impossibile.<br />

«Giorno dopo giorno – mi <strong>di</strong>sse desolato – noto che è la vita stessa a costringere<br />

l’uomo a essere nemico dell’uomo. È una legge <strong>di</strong> sopravvivenza.<br />

In fondo, siamo figli <strong>di</strong> Caino e non figli <strong>di</strong> Abele. Ne ho viste<br />

tante – <strong>di</strong>sse scaldandosi e alzando il tono <strong>di</strong> voce – ne ho viste troppe.<br />

Fin da quando ero bambino, gli uomini avevano perso le tracce <strong>di</strong> Dio.<br />

Tutto è rimasto come allora. Non credere che la gente accetti messaggi<br />

d’amore, che ci capisca e che ci ammiri. Anzi...».<br />

«Come siete considerati?». Domandai «siamo considerati come esseri<br />

che <strong>di</strong>cono cose assurde – mi rispose – perfino le nostre famiglie<br />

si sono allontanate. È inutile nasconderti che ci sentiamo molto soli.<br />

La nostra forza sta, soprattutto, nella fiducia incrollabile che ci trasmette<br />

il Maestro» concluse, rivelando tutto il suo amore e tutta la<br />

sua fedeltà. Ma anche un dolore interiore che lo rendeva più inquieto<br />

che mai.<br />

Dopo questo incontro, la simpatia reciproca fu quasi imme<strong>di</strong>ata.<br />

Fra me è Giuda nacque un’amicizia fatta, anche, da piccole quoti<strong>di</strong>ane<br />

complicità che lo aiutavano, comunque, a combattere il suo male<br />

oscuro.<br />

27<br />

Capitolo III


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

In quel periodo, cercai anche <strong>di</strong> capire <strong>di</strong> più il carattere e il ruolo<br />

<strong>di</strong> quelle donne che facevano parte del nostro gruppo. Gesù era stato<br />

chiaro sull’argomento: uomini e donne dovevano avere gli stessi <strong>di</strong>ritti<br />

e gli stessi doveri. <strong>Il</strong> che, affermato in un ambiente in cui la donna<br />

era <strong>di</strong>scriminata in tutto, poteva apparire pazzesco e sovversivo.<br />

Le donne – notavo – lavoravano più degli uomini e, affrontando<br />

pericoli quoti<strong>di</strong>ani, rendevano possibili le comunicazioni con quei<br />

fratelli che non facevano parte della cerchia più ristretta del gruppo.<br />

Un lavoro, però, era precluso alle donne: quello della pre<strong>di</strong>cazione<br />

itinerante e quello dell’assistenza ai malati. «Sarebbe criminale –<br />

aveva affermato il Maestro – far correre alle nostre donne pericoli che<br />

spettano solo a noi. Per il momento – si era raccomandato – non dobbiamo<br />

commettere imprudenze. Vi <strong>di</strong>rò io quando sarà il momento».<br />

Malgrado tutto, una sera che si <strong>di</strong>scuteva <strong>di</strong> questo argomento,<br />

guardai <strong>di</strong>ritto negli occhi il Maestro e gli <strong>di</strong>ssi con voce ferma: «Sono<br />

stanca <strong>di</strong> essere considerata solo una povera ignorante <strong>di</strong> buoni sentimenti.<br />

Maestro, permettimi <strong>di</strong> affiancarti. La tua autorità, la tua dottrina<br />

e il tuo coraggio rime<strong>di</strong>eranno a tutti i <strong>di</strong>fetti che ho». Finita la<br />

frase, guardai istintivamente verso Simone detto Pietro. Sono sicura<br />

che, da quel momento, imparò a non sottovalutare le donne. Donne<br />

che potevano rivelarsi molto <strong>di</strong>verse al <strong>di</strong> fuori dai ruoli e dalle funzioni<br />

che le società patriarcali prevedevano per loro.<br />

Giovanna mi fissava malinconica, riservata e silenziosa come sempre.<br />

Susanna aveva un’espressone misteriosa <strong>di</strong>etro alla quale si nascondevano<br />

sentimenti <strong>di</strong> gelosia molto complessi. <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Betania<br />

aveva <strong>di</strong>pinto sul viso un sorriso lievemente sprezzante, quasi temesse<br />

<strong>di</strong> vedere insi<strong>di</strong>ata la sua in<strong>di</strong>scussa supremazia. Gesù, dal canto suo,<br />

non poteva evitare <strong>di</strong> rispondermi. Non lo aveva mai fatto. Ricordo<br />

che mi osservò con grande attenzione per una decina <strong>di</strong> secon<strong>di</strong>, ancora<br />

indeciso, poi: «Nei prossimi giorni verrai con me» mi <strong>di</strong>sse.<br />

Alcuni <strong>di</strong>scepoli mi strinsero le mani con affetto che mi parve sincero<br />

mentre Pietro scuoteva la testa con aria perplessa.<br />

Mi trovai, quin<strong>di</strong>, al fianco <strong>di</strong> questo essere misterioso ed enigmatico<br />

del quale si sapeva poco o niente. Alcuni lo giu<strong>di</strong>cavano semplicemente<br />

un me<strong>di</strong>co, altri un mago, altri ancora un personaggio fra<br />

l’umano e il <strong>di</strong>vino, forse ad<strong>di</strong>rittura il Messia che aspettavano da se-<br />

28


coli. Di se stesso Gesù parlava <strong>di</strong> rado e, quelle poche volte, si definiva<br />

un “uomo”, un semplice uomo. Simone detto Pietro mi aveva detto<br />

che, qualche volta, si era definito un “profeta”, ma in modo talmente<br />

accidentale, da sembrare che non ci credesse neanche lui. Anzi, una<br />

sua abitu<strong>di</strong>ne era quella <strong>di</strong> scoraggiare le accoglienze troppo calorose<br />

che gli tributavano i fedeli.<br />

Ma il Maestro non aveva solo amici. Molti lo rifiutavano e, lentamente,<br />

ne capivo i motivi.<br />

Un primo capo d’accusa era quello <strong>di</strong> operare molte guarigioni in<br />

centri <strong>di</strong>versi da Nazaret, città che lo aveva cresciuto e nei confronti<br />

della quale doveva <strong>di</strong>mostrare maggiore riconoscenza. Un secondo,<br />

quello <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi ai malati anche <strong>di</strong> sabato, giorno <strong>di</strong> riposo settimanale<br />

imposto agli ebrei. Un terzo (velenoso più che mai) quello <strong>di</strong><br />

scacciare i demoni nel nome <strong>di</strong> Baal–zebuth, un <strong>di</strong>o adorato dai filistei,<br />

considerato, dagli ebrei, un rivale indegno <strong>di</strong> Jhwt. Davanti a<br />

questa calunnia, Gesù aveva fatto valere, con successo, le sue ragioni,<br />

ma l’acre<strong>di</strong>ne dei suoi avversari non si era placata. C’era, infatti, chi<br />

criticava molti aspetti della sua pre<strong>di</strong>cazione ritenendola così violenta<br />

da assimilarla a quella dei rivoluzionari. Non a caso, alcuni membri<br />

del Sinedrio (che lo o<strong>di</strong>avano) non perdevano occasione per ricordare,<br />

astutamente, che, fra i <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Gesù, ci fossero anche degli<br />

zeloti.<br />

I meno pericolosi si limitavano a considerarlo come il capo <strong>di</strong> un<br />

branco <strong>di</strong> vagabon<strong>di</strong> rozzi e catastrofici che prevedevano sempre il<br />

peggio.<br />

Da parte mia, trovavo la pre<strong>di</strong>cazione del Maestro semplice e pacata.<br />

Malgrado questo, l’avversione nei suoi confronti culminava, a<br />

volte, in episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> violenza vera e propria. Ricordo quando tentarono<br />

<strong>di</strong> lapidarlo 10 o quando stavano per buttarlo giù da un precipizio. 11 Si<br />

trattava, sempre, <strong>di</strong> sicari dei sacerdoti del Tempio e <strong>di</strong> uomini rozzi<br />

e ottusi incapaci <strong>di</strong> comprendere il suo linguaggio ispirato e simbolico.<br />

Ma Gesù sapeva affrontare i pericoli <strong>di</strong>mostrando <strong>di</strong> fare sempre le<br />

scelte più giuste.<br />

Molti giovani <strong>di</strong> quei tempi desideravano cambiare l’universo che<br />

li circondava. Gesù non faceva eccezione. Si era messo su quella strada<br />

e procedeva senza esitazioni.<br />

29<br />

Capitolo III


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

Con me era sempre gentile e sorridente, ma, a volte, si rinchiudeva<br />

in se stesso, preda <strong>di</strong> incubi a occhi aperti <strong>di</strong> cui non voleva parlarmi.<br />

In quei momenti, provavo sensazioni che cercavo <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticare.<br />

Quella sensazione, in particolare, che avevo provato tanti anni prima<br />

quando quel sinistro egiziano mi aveva detto: «Sei destinata ad avere<br />

più dolori che gioie, perché conoscerai un <strong>segreto</strong> che nessuno può<br />

conoscere». Mi chiedevo, spesso, se Gesù conoscesse questo <strong>segreto</strong><br />

che era all’origine <strong>di</strong> un malessere che non riuscivo a superare.<br />

NOTE CAPITOLO III<br />

9. Da identificare, forse,con quel Natanaèle che Filippo presentò a Gesù (Giovanni<br />

1/45–51).<br />

10. Giovanni 8/58; 10/30–39.<br />

11. Luca 4/16–30.<br />

30


CAPITOLO IV<br />

<strong>Maddalena</strong> assiste a due “resurrezioni”. Una a Cafarnao, l’altra a Nain.<br />

<strong>Il</strong> rabbino <strong>di</strong> Nain vuole conoscere meglio Gesù e lo invita a casa sua.<br />

Segue un incontro che si rivela interessante e costruttivo per entrambi.<br />

<strong>Maddalena</strong> è sempre più innamorata del “suo” Maestro.<br />

Giunto a Cafarnao, Gesù respinge l’attacco <strong>di</strong> un altro indemoniato.<br />

31


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

32


Sei mesi erano già passati da quando Gesù mi aveva voluto al suo<br />

fianco. Di quei sei mesi ricordo due episo<strong>di</strong> che non esito a definire<br />

“miracolosi”.<br />

Eravamo appena arrivati a Cafarnao, quando un uomo alto, magro<br />

e stempiato si precipitò dal Maestro in preda a una <strong>di</strong>sperazione che<br />

è impossibile descrivere. «Mia figlia è morta proprio ora – gli <strong>di</strong>sse<br />

prostrandosi – ma vieni, imponi le tue mani su <strong>di</strong> lei ed essa vivrà». 12<br />

Arrivammo alla casa <strong>di</strong> quest’uomo. Gesù allontanò dalla stanza (in<br />

cui giaceva la fanciulla) i flautisti e <strong>di</strong>sse: «Non è morta, ma dorme<br />

serenamente». Mi colpì il suo sorriso. Era un sorriso che veniva da<br />

molto lontano. Si sedette, quin<strong>di</strong>, vicino alla fanciulla e, dopo alcuni<br />

minuti <strong>di</strong> interminabile silenzio, iniziò a parlarle con un tono <strong>di</strong> voce<br />

bassissimo, quasi un sussurro. Poi, le posò una mano sul petto e, premendola<br />

con forza, le or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> respirare. La fanciulla rinvenne. <strong>Il</strong><br />

Maestro l’abbracciò accarezzandole i capelli, adagio, quasi temesse <strong>di</strong><br />

farle male. Lei gli sfiorò il viso con tutte e due le mani e, quando vide<br />

il padre, scoppiò a piangere <strong>di</strong> gioia.<br />

Ricordo che Gesù decise <strong>di</strong> lasciarla riposare. Prima <strong>di</strong> uscire, la<br />

guardai ancora. Si era rannicchiata in posizione fetale e sorrideva. <strong>Il</strong><br />

padre, ai pie<strong>di</strong> del letto, la guardava, ancora incredulo, come se fosse<br />

in trance. Gesù mi appariva stanco e indebolito. Aveva gli occhi <strong>di</strong><br />

chi ha visto la faccia della morte.<br />

La meraviglia della folla lo <strong>di</strong>sturbava, perché lo <strong>di</strong>straeva dai suoi<br />

pensieri. Essere ringraziato gli dava quasi fasti<strong>di</strong>o,<br />

«Resta sveglia piccina» le <strong>di</strong>sse, sorridendo, prima <strong>di</strong> allontanarsi.<br />

Pochi giorni dopo, eravamo a Nain, una località poco <strong>di</strong>stante da<br />

Nazaret.<br />

33<br />

Capitolo IV


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

Quando raggiungemmo la porta della città, ci <strong>di</strong>ssero che veniva<br />

portato al sepolcro un giovinetto, figlio unico <strong>di</strong> madre vedova. Vedendola,<br />

il Maestro ne ebbe compassione e le <strong>di</strong>sse: «Non piangere!».<br />

Or<strong>di</strong>nò, quin<strong>di</strong>, ai portatori <strong>di</strong> accostarsi e accarezzò più volte il giovinetto<br />

pronunciando sottovoce una preghiera. Ad un tratto, il giovinetto<br />

si levò a sedere 13 e iniziò a parlare. Ricordo che si guardava<br />

attorno smarrito inseguendo con gli occhi sua madre. Respirava profondamente<br />

quasi temesse <strong>di</strong> non respirare più. «Era tutto buio – sentii<br />

che <strong>di</strong>ceva a sua madre – ma non ho avuto paura, sai?» affermò con<br />

una punta <strong>di</strong> orgoglio tipicamente maschile.<br />

Anche in questa occasione, il Maestro mi parve stanco e indebolito,<br />

quasi avesse sacrificato buona parte delle sue energie per ridare la vita<br />

ai due fanciulli. Ma da dove e da chi gli venivano questi poteri?<br />

È una domanda che si ponevano in molti. Alcuni attribuivano i<br />

suoi poteri agli insegnamenti che aveva ricevuto dagli esseni. Altri<br />

parlavano <strong>di</strong> una lunga frequentazione con i terapeuti, una comunità<br />

<strong>di</strong> eremiti ebrei 14 che si era stabilita in Egitto guadagnandosi fama e rispetto.<br />

<strong>Il</strong> Maestro, comunque, non toccò mai questo argomento.<br />

Da parte mia, cercavo <strong>di</strong> imparare il più possibile per essergli <strong>di</strong><br />

aiuto in qualsiasi caso, semplice o <strong>di</strong>fficile che fosse.<br />

Per il momento, avevo capito che quei due fanciulli non erano<br />

morti. Respiravano ancora, anche se in modo così impercettibile che<br />

se n’era accorto solo il Maestro. L’apposizione vigorosa delle sue mani<br />

aveva fatto, evidentemente, il resto.<br />

Quel giorno chiesi, timidamente, al Maestro come fosse possibile<br />

restare in vita quando il cuore “batteva” in maniera così tenue. «È<br />

possibile, è possibile – mi <strong>di</strong>sse in tono evasivo – In passato ho conosciuto<br />

dei mistici che venivano da paesi lontani. Riuscivano – proseguì<br />

– a ridurre al minimo le funzioni del cuore e degli altri organi<br />

vitali fino ad arrivare a una situazione <strong>di</strong> morte apparente dalla quale<br />

si risvegliavano, autonomamente, senza, cioè, alcun intervento<br />

“esterno”... Quando intervenivano, invece, su chi era ritenuto morto<br />

(ma morto non era) cominciavano a massaggiargli il cuore, a lungo,<br />

con forza. Molto spesso, il corpo si rianimava e si gridava al miracolo.<br />

Più o meno – concluse con sorriso – come ho fatto io con quella fanciulla.<br />

34


In serata, accettammo l’ospitalità del rabbino <strong>di</strong> Nain. Arrivammo<br />

a casa sua mentre la vedova gli stava raccontando la “resurrezione”<br />

del suo unico figlio. <strong>Il</strong> rabbino era un uomo alto e imponente. Fronte<br />

spaziosa, naso aquilino e occhi neri e profon<strong>di</strong>. La barba molto curata<br />

e i capelli lunghi contribuivano a dargli un aspetto sereno e spirituale.<br />

La vedova, bruna, minuta e molto carina, gli lanciava spesso sguar<strong>di</strong><br />

appassionati.<br />

Cominciammo a mangiare assaporando, lentamente, quanto aveva<br />

preparato la vedova. Notai che Gesù stava riacquistando il suo colorito<br />

naturale, che sorrideva volentieri e che si <strong>di</strong>mostrava <strong>di</strong>sponibile<br />

a rispondere alle inevitabili domande che gli avrebbero posto. «Hai un<br />

viso da uomo buono – gli <strong>di</strong>sse a un tratto il rabbino – nei tuoi pensieri<br />

c’è senz’altro un progetto d’amore. Chi sei? Cosa vuoi fare?».<br />

Gesù bevve un piccolo sorso <strong>di</strong> vino e sorrise. La giovane vedova lo<br />

fissava intimi<strong>di</strong>ta. I suoi occhi erano gran<strong>di</strong>, neri e un po’ malinconici.<br />

<strong>Il</strong> dolore l’aveva, comunque, segnata per sempre.<br />

«Sono originario <strong>di</strong> Nazaret, in Galilea, Mio padre si chiamava Giuseppe.<br />

Mia madre si chiama <strong>Maria</strong>. Mio padre manteneva decorosamente<br />

la numerosa famiglia 15 alternando il lavoro <strong>di</strong> carpentiere con<br />

quello <strong>di</strong> falegname – iniziò il Maestro – Da parte mia – proseguì – mi<br />

sono sempre ritenuto un ebreo. Ho riconosciuto l’autorità delle Scritture<br />

dell’Antico Testamento e, già da principio, ho rivolto il mio messaggio<br />

al solo popolo ebraico. Ho imparato moltissimo dagli esseni e,<br />

come <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Giovanni Battista, ho invitato (chi mi ascoltava) al<br />

pentimento, in vista dell’arrivo del Regno dei Cieli. <strong>Il</strong> reame sul quale<br />

Dio governerà in eterno, elemento centrale della mia pre<strong>di</strong>cazione».<br />

«Ma come si presenterà questo Regno dei Cieli?» chiese il rabbino la<br />

cui espressione del viso si faceva sempre più seria e attenta. «Posso rivelarti<br />

quanto ci <strong>di</strong>sse, a suo tempo, Giovanni Battista – gli rispose il<br />

Maestro – Giovanni viveva le sue visioni come rivelazioni <strong>di</strong>vine <strong>di</strong><br />

qualcosa che stava per accadere. Di sicuro – proseguì – ci promise che<br />

Dio sarebbe intervenuto nella vita del popolo d’Israele (come era intervenuto<br />

per liberarci dall’oppressione egiziana) assicurando ai giusti<br />

un’era <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong> vita eterna. La mia missione –<br />

concluse – è quella <strong>di</strong> convincere i nostri fratelli ebrei a cambiare<br />

completamente il loro comportamento osservando i comandamenti<br />

35<br />

Capitolo IV


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

<strong>di</strong>vini e, soprattutto, il comandamento dell’amore, tanto combattuto<br />

dal principe delle tenebre, maledetto sia sempre il suo nome».<br />

<strong>Il</strong> rabbino sembrava conquistato dalla limpida eloquenza del Maestro<br />

e avrebbe prolungato volentieri la conversazione fino a notte<br />

inoltrata. <strong>Il</strong> Maestro, però, era stanchissimo e accettò con gioia l’invito<br />

del rabbino a fermarsi sotto il suo tetto per tutta la notte.<br />

<strong>Il</strong> Maestro si addormentò quasi subito. Io no. Pensavo a cosa avevo<br />

lasciato e cercavo <strong>di</strong> capire a cosa stessi andando incontro. Poi, le note<br />

lontane <strong>di</strong> un flautista mi conciliarono il sonno portandomi sogni<br />

pieni <strong>di</strong> agitazione.<br />

Mi svegliai prestissimo mentre Gesù dormiva ancora con le labbra<br />

leggermente <strong>di</strong>schiuse. Ma chi era quest’uomo <strong>di</strong> cui mi ero innamorata?<br />

Dopo tanti giorni trascorsi assieme conoscevo molti aspetti del<br />

suo carattere.<br />

Nell’intimità, quest’uomo, così amato e così o<strong>di</strong>ato, si rivelava <strong>di</strong> una<br />

semplicità sorprendente. Spesso, mi chiedevo come facesse a provare<br />

tanto amore per tutti. L’umile e insignificante destino degli “ultimi” gli<br />

era caro quanto quello dei <strong>di</strong>scepoli che amava <strong>di</strong> più. Ma io continuavo<br />

a sperare che provasse per me un amore <strong>di</strong>verso, che pensasse, cioè, a<br />

me come alla donna con la quale <strong>di</strong>videre il proprio futuro.<br />

Dopo quasi un’ora, eravamo pronti a riprendere il nostro cammino.<br />

<strong>Il</strong> rabbino abbracciò Gesù con affetto paterno. «Sei entrato nella mia<br />

casa come un dono del Padre e puoi tornare quando vuoi, perché la<br />

tue parole sono quelle <strong>di</strong> un uomo giusto» gli <strong>di</strong>sse. La vedova, alla<br />

quale il Maestro aveva riportato in vita l’unico figlio, mi porse un cestino<br />

pieno <strong>di</strong> provviste. Poi, s’inginocchiò davanti al Maestro e gli<br />

baciò devotamente una mano scoppiando a piangere.<br />

In quel momento, fui colta da un attacco <strong>di</strong> gelosia che non riuscii<br />

a nascondere. <strong>Il</strong> Maestro doveva essere solo mio e tutto mio. Nessuna<br />

poteva prendersi, con lui, confidenze <strong>di</strong> questo tipo. Ero <strong>di</strong>ventata,<br />

ormai, una donna. Con tutte le qualità e i <strong>di</strong>fetti che una donna <strong>di</strong>mostra<br />

<strong>di</strong> avere.<br />

Dopo qualche minuto, riprendemmo il nostro viaggio, ancora una<br />

volta verso Cafarnao in Galilea.<br />

A Cafarnao, approfittando <strong>di</strong> una breve assenza del Maestro e, sempre<br />

esasperata dalla mia gelosia, cercai conforto in quelle pratiche ma-<br />

36


giche dalle quali, secondo Giovanna, dovevo stare lontana. Conobbi,<br />

casualmente, un uomo molto anziano, alto e magro, dal sorriso appena<br />

accennato. Ricordo che le forze lo reggevano a stento anche se<br />

non aveva perso autorevolezza e luci<strong>di</strong>tà. Gli chiesi se, un giorno, il<br />

Maestro sarebbe stato mio come io sarei stata sua. La reazione del vecchio<br />

a questa mia domanda mi apparve incerta, forse un po’ timorosa.<br />

Mi fissò a lungo negli occhi, poi: «Sì – mi <strong>di</strong>sse dopo <strong>di</strong>versi minuti –<br />

ma non come pensi tu...». Da parte mia, mi mancò il coraggio <strong>di</strong> saperne<br />

<strong>di</strong> più. Temevo <strong>di</strong> sentirmi <strong>di</strong>re qualcosa <strong>di</strong> triste. Ringraziai il<br />

vecchio e mi lasciai andare a una stanchezza sempre più profonda.<br />

Non parlai mai a Gesù dell’incontro che avevo avuto e delle parole<br />

che aveva pronunciato quel vecchio così misterioso. Notai, però, che<br />

mi guardava in modo insolito, come se si aspettasse una spiegazione<br />

che, da me, non arrivò mai. Intanto, mi tornava spesso alla mente la<br />

frase <strong>di</strong> quell’indovino che avevo conosciuto quando, da ragazzina, gestivo<br />

la taverna <strong>di</strong> mio padre. «Sei destinata ad avere più dolori che<br />

gioie perché conoscerai un <strong>segreto</strong> che nessuno può ancora conoscere».<br />

Come sempre, il ricordo <strong>di</strong> quella frase riusciva a turbarmi e ad aumentare<br />

quella maledetta ansia che era <strong>di</strong>ventata la sgradevole compagna<br />

della mia vita. Mi chiedevo spesso se Dio volesse punirmi per<br />

qualche mancanza che avevo commesso senza accorgermene. Ma non<br />

riuscivo a trovarla. <strong>Il</strong> Maestro mi aveva insegnato che non esistono<br />

uomini senza colpe e che non è lecito farsi troppe domande. «<strong>Il</strong><br />

mondo è sopra l’uomo e Dio è sopra il mondo» <strong>di</strong>ceva per ricordarci<br />

che dovevamo accettare le incognite della vita come il povero Giobbe.<br />

Ma ne era, poi, così convinto?<br />

Sistemati a Cafarnao, stavamo per andare in sinagoga quando un<br />

uomo, posseduto da uno spirito immondo, gridò all’in<strong>di</strong>rizzo del Maestro:<br />

«Cosa c’entri tu con noi? Io so chi sei e cosa sei venuto a fare. Hai<br />

portato qui la tua prostituta per impestarci tutti. Tu vuoi rovinarci!».<br />

<strong>Il</strong> maestro restò impassibile, abituato com’era a espressioni <strong>di</strong> questo<br />

tipo. Sapeva perfettamente che uno spirito estraneo aveva preso possesso<br />

<strong>di</strong> quell’uomo parlando per suo tramite e determinandone il comportamento.<br />

Ma la sua parola fu più forte dello spirito immondo: «Taci<br />

– gli or<strong>di</strong>nò – esci da quest’uomo!». E lo spirito immondo, gridando<br />

forte, uscì dall’ossesso fra la meraviglia <strong>di</strong> tutti i presenti che furono<br />

37<br />

Capitolo IV


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

presi da timore reverenziale nei confronti del Maestro. Intanto, l’indemoniato<br />

crollava pesantemente appoggiandosi alla porta <strong>di</strong> casa sua.<br />

Notai che uno dei capi della sinagoga guardava il Maestro con<br />

grande interesse. «Cosa sono, secondo te, questi fenomeni?» gli chiese.<br />

«Senz’altro è un emissario <strong>di</strong> Satana che entra in contatto con il<br />

mondo dei vivi – gli rispose il Maestro – <strong>Il</strong> suo scopo è quello <strong>di</strong> risvegliare<br />

in noi quella parte perversa che dobbiamo, invece, reprimere.<br />

Va eliminato subito, senza pietà, perché si tratta <strong>di</strong> una presenza che<br />

si moltiplica velocemente».<br />

Mi ripromisi <strong>di</strong> ricordare al Maestro <strong>di</strong> affrontare questo argomento<br />

anche con gli “altri”, quando ci saremmo rincontrati nel nostro rifugio.<br />

Era opportuno che anche loro sapessero come comportarsi in occasioni<br />

<strong>di</strong> questo tipo.<br />

NOTE CAPITOLO IV<br />

12. Matteo 9/18–25<br />

13. Luca 7/11–17<br />

14. dei quali si sa pochissimo<br />

15. Marco 6/2–3: sì! La famiglia <strong>di</strong> Giuseppe era veramente numerosa!<br />

38


CAPITOLO V<br />

I <strong>di</strong>scepoli si ritrovano uniti nella casupola che funge da rifugio. Molti<br />

<strong>di</strong> loro espongono quanto emerso nei loro viaggi. A ognuno il Maestro<br />

fornisce argomenti più che convincenti. Arriva il momento <strong>di</strong> rimettersi<br />

in viaggio. Gesù parte per Magdala con <strong>Maddalena</strong> e con<br />

Simone lo zelota, il più irrequieto del gruppo.<br />

39


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

40


Due settimane più tar<strong>di</strong> ci ritrovammo, tutti, nel nostro rifugio per<br />

scambiare le nostre esperienze. La temperatura esterna era fresca e<br />

gradevole. L’aria dello stanzone dove ci stavamo riunendo non era<br />

soffocante come al solito. È chiaro che, con questa riunione, il Maestro<br />

voleva infondere fiducia nei suoi <strong>di</strong>scepoli e, ancora una volta,<br />

per raggiungere questo obiettivo, <strong>di</strong>mostrava <strong>di</strong> preferire la parola<br />

orale rispetto a quella scritta. Giovanni si sedette vicino a me. Vi<strong>di</strong><br />

che il suo sguardo era pieno <strong>di</strong> ansia e <strong>di</strong> attesa come, del resto, quello<br />

<strong>di</strong> quasi tutti i <strong>di</strong>scepoli. <strong>Il</strong> Maestro se ne accorse e decise <strong>di</strong> iniziare.<br />

Simone detto Pietro prese la parola a nome <strong>di</strong> tutti i <strong>di</strong>scepoli. Le<br />

perplessità che avevano sollevato le persone avvicinate erano, secondo<br />

lui, facilmente identificabili. Molti credevano che venisse prospettata<br />

una nuova religione in contrasto con quella mosaica, ipotesi<br />

che faceva tremare <strong>di</strong> sdegno qualsiasi ebreo giustamente devoto. Le<br />

esortazioni al pentimento e alla conversione risultavano, invece, comprese<br />

e accettate da tutti, mentre l’avvento del Regno dei Cieli si era<br />

rivelato un concetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile comprensione. Molta curiosità aveva<br />

suscitato, infine, tutto quanto riguardava il destino dell’uomo dopo<br />

la morte.<br />

<strong>Il</strong> Maestro, che aveva ascoltato con molta attenzione l’intervento <strong>di</strong><br />

Simone detto Pietro, iniziò col dare una prima risposta che risultò assolutamente<br />

convincente. «Noi – iniziò – non abbiamo alcuna intenzione<br />

<strong>di</strong> creare un nuovo movimento religioso. Voglio <strong>di</strong>re – precisò<br />

– che ci muoveremo sempre all’interno della tra<strong>di</strong>zione profetica<br />

d’Israele e della legge mosaica. Tuttavia, gli eletti che risponderanno<br />

alla nostra chiamata formeranno, con noi una comunità alternativa,<br />

sempre, però, all’interno dell’ebraismo. Va da se – concluse – che su<br />

41<br />

Capitolo V


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

questo punto dovete essere molto chiari, proprio per riuscire a rassicurare<br />

chi ci guarda ancora con ingiustificata <strong>di</strong>ffidenza».<br />

«Pentimento e conversione: cosa dobbiamo intendere con questi<br />

due termini?» intervenne Giuda <strong>di</strong> Kerijot. «Di cosa si devono pentire<br />

i nostri fratelli che muoiono, letteralmente, <strong>di</strong> fame e <strong>di</strong> stenti? Quali<br />

peccati possono aver commesso?». «Ve<strong>di</strong> Giuda – rispose pacatamente<br />

Gesù – so perfettamente che la fame e gli stenti cui fai riferimento<br />

possono portare prima alla <strong>di</strong>sperazione e, quin<strong>di</strong>, all’abiezione morale.<br />

Non mi faccio illusioni <strong>di</strong> alcun tipo. <strong>Il</strong> nostro compito – aggiunse<br />

– è quello <strong>di</strong> dare (in un contesto quale quello che hai<br />

descritto) non la speranza, ma la certezza dell’avvento <strong>di</strong> un regno<br />

dove gli ultimi saranno i primi». «Maestro – prese la parola Simone lo<br />

Zelota – dobbiamo porci come missione quella <strong>di</strong> spiegare quanto hai<br />

appena detto ai sacerdoti, alle guar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Erode e ai soldati romani.<br />

Può darsi che aprano gli occhi...». «Ci arriveremo, ci arriveremo – fu<br />

la risposta <strong>di</strong> Gesù – noi o chi verrà dopo <strong>di</strong> noi». «Come dobbiamo<br />

comportarci con chi rifiuta il messaggio?» incalzò Giuda. «Dovete tenere<br />

presente che l’uomo è attirato più dal male che dal bene. Questo<br />

mondo è dominato da Satana. Dovete o<strong>di</strong>are il peccato, ma amare<br />

il peccatore. Siamo qui per i peccatori e non per i giusti. Guai a chi<br />

giu<strong>di</strong>ca, guai a chi non ha pietà per chi cade. Ricordatevi come mi<br />

comportai quando gli scribi e i farisei volevano lapidare un’adultera...»<br />

rievocò, ancora commosso dal ricordo <strong>di</strong> quell’episo<strong>di</strong>o lontano. 16<br />

«Ho avvicinato un sacerdote <strong>di</strong> grande preparazione – intervenne<br />

Giacomo – Secondo lui il Regno <strong>di</strong> Dio è una nostra invenzione visto<br />

che, nell’Antico Testamento, questa espressione è praticamente assente.<br />

17 Non ho saputo cosa rispondergli...».<br />

<strong>Il</strong> viso <strong>di</strong> Gesù si fece serio, attento, forse un po’ preoccupato. «Non<br />

posso dare torto a questo sacerdote visto che io stesso mi collego, soprattutto,<br />

alla pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Giovanni Battista – ammise il Maestro<br />

– Giovanni – proseguì – ci ha rivelato che Dio sta per realizzare un<br />

Regno con gli uomini che vivono sulla terra. Questo Regno avrà inizio<br />

sulla terra d’Israele, ma sarà completato nei cieli dopo la fine <strong>di</strong><br />

questo mondo». «Ma, in definitiva, quando parliamo <strong>di</strong> Regno <strong>di</strong> Dio,<br />

<strong>di</strong> cosa parliamo?» tornò sull’argomento Filippo, un giovane colto dotato<br />

<strong>di</strong> una personalità complessa e affascinante. <strong>Il</strong> Maestro gli rispose<br />

42


con parole semplicissime: «Prima <strong>di</strong> tutto –precisò – è importante che<br />

si capisca che voglio parlare <strong>di</strong> un Regno spirituale e non <strong>di</strong> un regno<br />

fisico e materiale. Gli uomini saranno trasformati perché si realizzerà<br />

il piano <strong>di</strong> una nuova creazione. La città costruita dall’uomo andrà in<br />

rovina e, al posto suo, sorgerà la Gerusalemme celeste. La regalità <strong>di</strong><br />

Dio scenderà sul nostro popolo e, attraverso il nostro popolo, su tutta<br />

l’umanità. Nessuno <strong>di</strong> noi soffrirà più per l’oppressione voluta da altri<br />

popoli, perché Satana sarà sconfitto da Dio una volta per tutte». «E<br />

noi, nell’attesa, cosa dobbiamo fare?» domandò Taddeo. «Dobbiamo<br />

preparare e prepararci ai tempi che verranno – gli rispose il Maestro<br />

– sapendo che tutto passa e che solo Dio resta. La fede ci sarà <strong>di</strong> grande<br />

aiuto». <strong>Il</strong> focoso Taddeo si <strong>di</strong>chiarò sod<strong>di</strong>sfatto della risposta del Maestro.<br />

Così, almeno, parve a tutti i presenti.<br />

«Maestro – intervenne Giovanni, il più giovane del gruppo – tu ci<br />

chie<strong>di</strong> <strong>di</strong> aver fiducia in Dio, ma come possiamo aver fiducia in un<br />

Dio che non interviene davanti alle atrocità che abbiamo visto durante<br />

le nostre missioni? Perché questo Dio si volta dall’altra parte?».<br />

«Ti comprendo, Giovanni. Penso <strong>di</strong> poterti rispondere ricordandoti<br />

che tutto rientra nel piano della salvezza – iniziò a spiegare il Maestro<br />

– <strong>Il</strong> Padre (come ci ha insegnato Giovanni Battista) <strong>di</strong>struggerà questo<br />

mondo corrotto per instaurare il Regno <strong>di</strong> cui abbiamo parlato. <strong>Il</strong><br />

momento è vicino. Dio – proseguì – non si volterà più dall’altra parte,<br />

ma bene<strong>di</strong>rà i giusti e male<strong>di</strong>rà gli empi. La sua ira sarà terribile. <strong>Il</strong> suo<br />

volto <strong>di</strong>verrà sinistro e spaventoso. Non farti ingannare, Giovanni, il<br />

silenzio <strong>di</strong> Dio – concluse – sta per finire...!».<br />

La prospettiva del Regno <strong>di</strong> Dio affascinava Tommaso che se lo immaginava<br />

come un mondo parallelo a quello in cui vivevamo. La sua<br />

domanda andò dritta allo scopo; «Abbiamo visto chi entrerà nel<br />

Regno – <strong>di</strong>sse – ma in base a quali accuse saranno giu<strong>di</strong>cati gli empi<br />

che ne resteranno fuori?». Gesù si guardò attorno per sincerarsi che<br />

tutti seguissero la sua riposta, quin<strong>di</strong>: «Tutti – <strong>di</strong>sse – saranno giu<strong>di</strong>cati<br />

sulla carità. Avevo fame (<strong>di</strong>rà il primo angelo) e non mi hai dato<br />

da mangiare. Avevo sete e non mi hai dato da bere (<strong>di</strong>rà il secondo angelo).<br />

Ero esule e non mi hai ospitato (<strong>di</strong>rà un terzo angelo). Ero malato<br />

e non sei venuto a visitarmi (<strong>di</strong>rà un quarto angelo). Ero nudo,<br />

avevo freddo e non hai <strong>di</strong>viso con me il tuo mantello (<strong>di</strong>rà l’ultimo an-<br />

43<br />

Capitolo V


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

gelo). Chi riceverà queste accuse – riprese il Maestro – non solo non<br />

entrerà nel Regno, ma sarà condannato per sempre».<br />

Per la prima volta, vi<strong>di</strong> illuminarsi il viso, antico e severo, <strong>di</strong> Tommaso.<br />

Se perfino lui riusciva a superare i suoi dubbi potevamo sperare<br />

nel successo della nostra missione. Anche se gli insuccessi e le delusioni<br />

stavano sempre in agguato.<br />

Matteo si <strong>di</strong>mostrò d’accordo su tutto e ci stava descrivendo i suoi<br />

incontri con dei mistici, <strong>di</strong> fede <strong>di</strong>chiaratamente apocalittica, quando<br />

si fermò <strong>di</strong> colpo, impallidendo. Mi guardai attorno e trasalii. Alle nostre<br />

spalle, seduti accanto alla pesante porta <strong>di</strong> legno, dei bambini<br />

magri, sporchi e vestiti <strong>di</strong> soli stracci ci guardavano con o<strong>di</strong>o come<br />

animali selvatici. Matteo, sopraffatto dalla compassione, li guardava<br />

indeciso sul come aiutarli. Ricordo che Susanna esclamò: «Hanno<br />

fame!». Matteo, a questo punto, si rivolse a Giovanna: «Tieni per noi<br />

lo stretto necessario e dà da mangiare a questi bambini. Sia così per<br />

ogni giorno che i bambini verranno da noi. Che la loro fame non <strong>di</strong>venti<br />

o<strong>di</strong>o e malattia!».<br />

Giovanna si coprì con cura il viso ed eseguì l’or<strong>di</strong>ne. Rannicchiato<br />

in un angolo il Maestro, solo, in silenzio, la fronte poggiata sulle ginocchia,<br />

ci appariva come vinto da un dolore insopportabile. Nessuno<br />

osava rivolgergli la parola. «Devi tornare a pescare. La famiglia si sta<br />

allargando» esclamò ad un tratto rivolgendosi a Simone detto Pietro.<br />

<strong>Il</strong> rude pescatore <strong>di</strong> Cafarnao obbedì. Giacomo e Giovanni lo seguirono.<br />

Bisognava pensare, prima <strong>di</strong> tutto, a quei bambini affamati.<br />

Dopo qualche giorno, alcuni <strong>di</strong>scepoli manifestarono il desiderio<br />

<strong>di</strong> riprendere la pre<strong>di</strong>cazione itinerante. Gesù raccomandò a tutti <strong>di</strong><br />

chiedere in quale misura gli ebrei attendessero l’avvento del Messia.<br />

Dal canto suo, decise <strong>di</strong> mettersi in viaggio e mi confermò come sua<br />

compagna In più, “volle” con sé anche Simone lo zelota al quale raccomandò<br />

più volte <strong>di</strong> frenare la sua istintiva pre<strong>di</strong>sposizione a mettersi<br />

nei guai.<br />

Simone lo zelota era un ragazzone buono, ma immaturo. Provocato,<br />

poteva <strong>di</strong>ventare intollerante e rissoso. Probabilmente, Gesù lo<br />

volle con sé proprio per smussare gli angoli del suo carattere.<br />

Ci avviammo, quin<strong>di</strong>, in tre, verso Magdala, dove mi aveva “raccolto”<br />

mio padre. La strada da percorrere sembrava interminabile.<br />

44


L’unico a non sentire la fatica era Simone lo zelota che portava sulle<br />

spalle quel peso che ci avrebbe assicurato la sopravvivenza per qualche<br />

giorno. Alla porta <strong>di</strong> Magdala, segnalai al Maestro un povero che<br />

aveva bisogno delle nostre cure. Si trattava <strong>di</strong> un vecchio malato, piccolo,<br />

malfermo sulle gambe, <strong>di</strong> età indefinibile. Aveva lo sguardo <strong>di</strong><br />

chi, dalla vita, si aspetta solo dolore e miseria e si meravigliò che ci offrissimo<br />

<strong>di</strong> aiutarlo. <strong>Il</strong> Maestro fece quanto era in grado <strong>di</strong> fare. «Siate<br />

benedetti» ci <strong>di</strong>sse il vecchio quando ci salutammo. «Benedetto sia il<br />

Padre» gli rispose il Maestro, <strong>di</strong>spiaciuto <strong>di</strong> non essere riuscito a fare<br />

<strong>di</strong> più. Poi si mise in cammino davanti a noi vittima, forse, <strong>di</strong> uno dei<br />

suoi momenti <strong>di</strong> depressione profonda durante i quali si rivelava vulnerabile.<br />

Come noi, forse <strong>di</strong> più.<br />

Simone lo zelota, che assumeva spesso atteggiamenti protettivi nei<br />

suoi confronti, affermava che Gesù vedeva segni lontani che noi non<br />

potevamo immaginare. Si spinse fino al punto <strong>di</strong> rivelarmi che Pietro,<br />

Giovanni e Giacomo erano convinti che Gesù fosse, spesso, portato<br />

in regioni lontane dove entrava in contatto con spiriti dai quali riceveva<br />

consigli e rivelazioni.<br />

Da parte mia, i suoi lunghi silenzi mi davano angoscia e cercavo <strong>di</strong><br />

superarla <strong>di</strong>alogando mentalmente con lui. Era un rime<strong>di</strong>o per sentirmi<br />

meno sola. Ma il vuoto che provavo in quei momenti restava,<br />

comunque, incolmabile. La verità è che avevo bisogno <strong>di</strong> sentire il<br />

calore del suo corpo, avevo bisogno <strong>di</strong> abbandonarmi, piccola e debole,<br />

fra le sue braccia. <strong>Il</strong> mio corpo <strong>di</strong> giovane donna e la mia sensualità<br />

(ormai definita) bussavano continuamente alla porta.<br />

Quella notte, mentre Simone lo zelota dormiva profondamente,<br />

decisi <strong>di</strong> avvicinarmi al Maestro. Gesù dormiva, finalmente sereno,<br />

avvolto nel suo “caffettano” 18 lungo e bianco. Provavo un’emozione<br />

fortissima che mi spezzava il respiro. Capivo che quel pochi minuti<br />

potevano cambiare la mia vita. Fu in quel momento che il Maestro si<br />

svegliò e mi fissò con un sorriso strano, fra il confuso e il sorpreso.<br />

Ricordo che allargò le braccia e che mi tenne vicino per tutta la notte<br />

senza che accadesse quello che, stranamente, non desideravo più. Vicino<br />

al Maestro mi sentivo protetta da tutto e da tutti. Le pre<strong>di</strong>zioni<br />

in base alle quali avrei avuto più dolori che gioie e quel <strong>segreto</strong> che<br />

avrebbe con<strong>di</strong>zionato tutta la mia vita mi apparivano come qualcosa<br />

45<br />

Capitolo V


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

<strong>di</strong> indefinito, lontano nello spazio e remoto nel tempo. Per il momento,<br />

mi sentivo serena come quando, da piccola, facevo brutti sogni<br />

e il mio tenerissimo padre mi riaddormentava ninnandomi.<br />

NOTE CAPITOLO V<br />

16. Giovanni 8–1/11.<br />

17. V. Dizionario della Bibbia – Zanichelli – voce: “Regno <strong>di</strong> Dio”, pag. 709.<br />

18. Intendere: una specie <strong>di</strong> veste maschile lunga e con maniche molto larghe.<br />

46


CAPITOLO VI<br />

Gesù incontra un rabbino che, forse, sta perdendo la fede e, in questa<br />

occasione, si rivela un enigma anche per se stesso. Questo mondo appartiene<br />

a Dio oppure a Satana? Gesù fornisce ai <strong>di</strong>scepoli una spiegazione<br />

che risulta convincente. Intanto si prepara a <strong>di</strong>rigersi verso<br />

Nazaret per rincontrare sua madre.<br />

47


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

48


Alle prime luci dell’alba ci mettemmo in cammino verso un piccolo<br />

centro nel sud della Galilea. Fummo “accolti” da casupole basse senza<br />

finestre, da qualche animale affamato e da un ven<strong>di</strong>tore ambulante<br />

che esibiva verdura che stava marcendo. Simone lo zelota, davanti a<br />

un quadro del genere, cambiò umore. Viveva nel suo intimo il<br />

dramma della sua gente. I romani restavano, per lui, invasori da <strong>di</strong>struggere<br />

a tutti i costi e con qualsiasi mezzo. Notai il suo sguardo<br />

cupo e lo sentii mormorare frasi piene <strong>di</strong> delusione e <strong>di</strong> rabbia. Solo<br />

Gesù riusciva a tenere sotto controllo i tanti demoni che lo tentavano<br />

<strong>di</strong> continuo spingendolo a raggiungere le bande degli zeloti.<br />

Gesù aveva scelto questo piccolo centro a sud della Galilea perché<br />

Bartolomeo <strong>di</strong> Cana 19 e Andrea (fratello <strong>di</strong> Simone detto Pietro) volevano<br />

proporgli un incontro con un rabbino del luogo, desideroso <strong>di</strong> conoscere<br />

meglio il capo <strong>di</strong> questa nuova comunità che si stava formando.<br />

Tutti e tre eravamo taciturni e un po’ tristi, desiderosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre<br />

la nostra solitu<strong>di</strong>ne con altri <strong>di</strong>scepoli. Per questo motivo, l’incontro<br />

con Andrea e Bartolomeo fu causa <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> abbracci fraterni. Mangiammo,<br />

assieme, del pane e bevemmo qualche sorso <strong>di</strong> vino. Ci sentivamo<br />

finalmente felici come quando eravamo ragazzi.<br />

<strong>Il</strong> sole si avviava allo zenit. Dovevamo tornare alla nostra missione.<br />

Vi<strong>di</strong> Bartolomeo che bisbigliava qualcosa all’orecchio <strong>di</strong> Andrea, tenendosi<br />

una mano davanti alla bocca. «Maestro – <strong>di</strong>sse Andrea – Quel<br />

rabbì <strong>di</strong> cui ti abbiamo parlato ci aspetta. È – aggiunse – un uomo giusto<br />

e ha una buona cultura. Sta, però, attraversando un momento <strong>di</strong>fficile.<br />

Forse ha perso la fede e cerca <strong>di</strong> ritrovarla. «An<strong>di</strong>amo» <strong>di</strong>sse<br />

Gesù alzandosi. Bartolomeo e Andrea si incamminarono sulla sabbia<br />

bollente del deserto. Noi tre li seguivamo, in silenzio, sotto un sole<br />

implacabile.<br />

49<br />

Capitolo VI


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

Dopo pochi minuti, facemmo conoscenza con il rabbino. Era un<br />

uomo abbastanza alto, magro, calvo, sulla quarantina d’anni. Appariva<br />

<strong>di</strong>sinvolto, curato nella persona e sicuro <strong>di</strong> sé. Ci in<strong>di</strong>cò un tavolo<br />

pieno <strong>di</strong> frutta e ci invitò a prendere posto. Vi<strong>di</strong> che mi guardava con<br />

insistenza. Senz’altro, non riusciva a spiegarsi la presenza <strong>di</strong> una<br />

donna in un gruppo <strong>di</strong> uomini. 20 Gesù gliene spiegò il motivo, cosa<br />

che lo incoraggiò a presentarci la sua compagna: una donna con un bel<br />

viso palestinese, antico, fiero e severo. <strong>Il</strong> rabbino bevve qualche sorso<br />

<strong>di</strong> vino bianco, ci rivolse un sorriso appena accennato e formulò con<br />

cura la prima domanda.<br />

«Chi sei veramente? – domandò rivolgendosi a Gesù – Giovanni Battista<br />

è morto prima <strong>di</strong> riuscire a rispondere a questa domanda che ti riguarda<br />

e, fra noi, rappresenti, quin<strong>di</strong>, un mistero. Io non riesco a pensare<br />

che tu sia solo un taumaturgo dotato <strong>di</strong> poteri che non riusciamo ancora<br />

spiegare. Dimmi – concluse con tono paterno – sei tu il Messia?».<br />

Davanti a una domanda così precisa, la risposta <strong>di</strong> Gesù fu altrettanto<br />

chiara. «Se tu, per Messia, inten<strong>di</strong> uomini come Teuda 21 o come<br />

Giuda il galileo – rispose – devo <strong>di</strong>rti <strong>di</strong> no. Se invece – proseguì – ti<br />

riferisci a un me<strong>di</strong>atore scelto da Dio per salvare il popolo d’Israele,<br />

posso risponderti <strong>di</strong> sì». Seguì un attimo <strong>di</strong> silenzio, poi Gesù riprese<br />

la parola: «In ogni caso – raccomandò – preferisco che si parli <strong>di</strong> me<br />

definendomi “figlio dell’uomo” proprio per sottolineare la mia natura<br />

<strong>di</strong> servo dei servi <strong>di</strong> Dio. Sarà il Padre a decidere se e quando potrò definirmi<br />

Messia».<br />

<strong>Il</strong> rabbino mangiò lentamente un piccolo frutto rosso e guardò intensamente<br />

Gesù come se stesse pensando al significato delle parole<br />

che aveva appena ascoltato, poi: «Ma chi ti ha investito <strong>di</strong> questa autorità?»<br />

domandò. « Quando ho ricevuto il battesimo da Giovanni Battista<br />

non avevo ancora coscienza della mia missione – rispose il<br />

Maestro – Ero solo uno dei tanti ebrei, provenienti dalle file degli esseni,<br />

che accettavano il suo messaggio sul pentimento e sulla conversione<br />

in vista dell’avvento del Regno dei Cieli. Quando arrivò mio<br />

turno Giovanni mi guardò <strong>di</strong>sorientato, come fosse stato colpito da<br />

una visione. Poi, prese nel palmo della mano un po’ d'acqua del Giordano<br />

e me la versò sulla testa pronunciando una frase misteriosa e<br />

iniziatica».<br />

50


Stavamo tutti in silenzio affascinati dal racconto e dalla personalità<br />

magnetica del Maestro quando il rabbino, che ascoltava con molta attenzione,<br />

gli fece una domanda precisa: «Quale frase ti <strong>di</strong>sse?». Gesù<br />

aggrottò le folte sopracciglia che lo facevano sembrare meno giovane,<br />

bevve un sorso <strong>di</strong> vino forse per prendere tempo, poi: «Mi ha detto:<br />

sei il figlio dell’uomo nel quale Dio si è compiaciuto 22 – rispose – una<br />

frase che mi provocò un turbamento che è <strong>di</strong>fficile da descrivere. Nei<br />

giorni seguenti – proseguì – cercai <strong>di</strong> rintracciare Giovanni per domandargli<br />

il senso <strong>di</strong> questa frase. Mi <strong>di</strong>ssero, però, che Erode Antipa<br />

lo aveva fatto arrestare, forse perché Giovanni lo accusava pubblicamente<br />

<strong>di</strong> adulterio e <strong>di</strong> crudeltà nei confronti del nostro popolo».<br />

«Smarrito, mi recai nel deserto per guardare dentro me stesso. Fu in<br />

quei giorni che avvertii la presenza <strong>di</strong> Dio, non vicino a me, ma dentro<br />

<strong>di</strong> me. 23 Fu in quei giorni – confermò – che decisi <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care la mia vita<br />

al piano della salvezza, voluto da Dio e affermato da Giovanni Battista».<br />

«Ci hai detto – riprese il Rabbino – che la missione <strong>di</strong> questo figlio<br />

dell’uomo non è quella <strong>di</strong> portare guerra, ma pace. Molti sacerdoti più<br />

colti <strong>di</strong> me – proseguì – fanno parte <strong>di</strong> una corrente <strong>di</strong> pensiero che arriva<br />

a conclusioni che mi lasciano perplesso». «Quali?» domandò il Maestro.<br />

«Partono dal peccato originale – gli rispose il rabbino – La colpa,<br />

cioè dei nostri progenitori che ricadrebbe su tutti i <strong>di</strong>scendenti per<br />

l’eternità. Dico “ricadrebbe” perché il figlio dell’uomo, secondo loro, si<br />

farà carne per assumere su <strong>di</strong> sé questo peccato e riscattare, con il sacrificio<br />

della sua vita, tutta l’umanità. Qual è il tuo pensiero su questa ipotesi?».<br />

«È un’ipotesi primitiva e tribale – gli rispose il Maestro – che ci<br />

<strong>di</strong>pinge un Dio spietato e ven<strong>di</strong>cativo. Un Dio assetato <strong>di</strong> sangue che,<br />

per placare la sua ira, ha bisogno <strong>di</strong> sacrificare un innocente. È un’ipotesi<br />

mostruosa. Dio non può essere più ingiusto del più ingiusto degli<br />

uomini. Qualora lo fosse (e non può esserlo) – concluse – non potremmo<br />

che o<strong>di</strong>arlo. È Satana che ha bisogno del sangue, non Dio!».<br />

Ci aspettavamo che le parole del Maestro provocassero una <strong>di</strong>scussione,<br />

ma non fu così. <strong>Il</strong> rabbino si <strong>di</strong>mostrò gentile, ma scettico. Forse<br />

avevamo turbato la sua vita senza scosse introducendolo in un universo<br />

inquietante che, tutto sommato, gli faceva paura. Ci congedò,<br />

comunque, con molta cortesia regalandoci cinque piccoli sacchi pieni<br />

<strong>di</strong> frutta e <strong>di</strong> focaccine. Salutammo con gratitu<strong>di</strong>ne e riprendemmo il<br />

51<br />

Capitolo VI


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

cammino. Questa coppia così triste e sola ci aveva messo <strong>di</strong> cattivo<br />

umore. «Hanno seppellito da tempo il cervello» fu, in sintesi, il parere<br />

<strong>di</strong> Bartolomeo. «Del resto, non possiamo sconvolgere la vita <strong>di</strong> chi<br />

non ce lo chiede» <strong>di</strong>sse il Maestro quasi parlando fra sé e sé. Si vedeva,<br />

comunque, che era deluso e che si sentiva incompreso.<br />

Continuavamo a camminare lentamente con un senso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne<br />

opprimente e con la preoccupazione <strong>di</strong> perderci. Fra noi si stava insinuando<br />

una certa sfiducia nei confronti della nostra missione. Solo<br />

le certezze <strong>di</strong> Gesù sembravano incrollabili.<br />

Eppure, anche lui vedeva villaggi popolati da uomini soli, <strong>di</strong>sperati<br />

e senza futuro. Mon<strong>di</strong> dove la prepotenza appariva come un male necessario<br />

per sopravvivere e dove rancore, o<strong>di</strong>o e ingiustizia regnavano<br />

ovunque.<br />

Senza farmi accorgere guardai il viso dei tre <strong>di</strong>scepoli che camminavano<br />

con noi. Intuii che vivevano nel loro animo la trage<strong>di</strong>a della<br />

loro gente e l’orrore della miseria umana. Da parte mia, mi rifugiavo<br />

nella speranza che portassimo un minimo <strong>di</strong> conforto a questa povera<br />

gente. Ma mi rendevo conto che si trattava <strong>di</strong> una goccia nel fiume.<br />

Simone lo Zelota, davanti agli “spettacoli” che si presentavano ai<br />

nostri occhi non riuscì a nascondere, per l’ennesima volta, tutto il suo<br />

o<strong>di</strong>o nei confronti dei romani. Ma fu Andrea che fece al Maestro una<br />

domanda che i <strong>di</strong>scepoli si ponevano <strong>di</strong> frequente. «Come mai – chiese<br />

– Dio che, per definizione, è amore lascia che il male e il dolore si <strong>di</strong>ffondano<br />

sempre <strong>di</strong> più nel nostro mondo? Perché, dovunque an<strong>di</strong>amo,<br />

sono sempre le tenebre a prevalere?». Gesù rivolse ad Andrea<br />

un sorriso pieno <strong>di</strong> comprensione e rispose, per la prima volta, in termini<br />

nuovi che ci lasciarono sconcertati.<br />

«Vorrei tanto risponderti, Andrea – iniziò – ricorrendo a formule<br />

tanto care ai nostri sacerdoti quali: che la volontà <strong>di</strong>vina è imperscrutabile,<br />

che tutto ciò che chiamiamo male non può venire da Dio, che<br />

Dio può, comunque, trarre il bene anche dal male, che Dio non vuole<br />

il male, ma che lo permette per rispettare la libertà umana, ma...».<br />

Dopo qualche secondo <strong>di</strong> attesa, fu Bartolomeo che invitò il Maestro<br />

a terminare la frase lasciata in sospeso. Gesù gli rivolse uno<br />

sguardo pensieroso, poi: «...ma penso che vi ingannerei. La verità è<br />

che questo mondo che ci sconvolge appartiene a Satana e non a Dio.<br />

52


Per questo, Dio lo vuole <strong>di</strong>struggere» affermò scandendo le parole una<br />

per una per dare più forza a quanto ci aveva rivelato. «Ci <strong>di</strong>ci che questo<br />

mondo appartiene a Satana – fu la reazione quasi sgarbata <strong>di</strong> Simone<br />

lo zelota – ma a te chi lo ha detto?».<br />

La risposta del Maestro fu semplicissima e straor<strong>di</strong>nariamente<br />

chiara. Cominciò col ricordare a tutti quanto, anche lui, avesse superato<br />

prove molto <strong>di</strong>fficili che si riferivano, soprattutto, al mondo delle<br />

tentazioni. Poi: «Quando mi ritirai nel deserto – confermò – Satana mi<br />

offrì tutti i regni del mondo in cambio <strong>di</strong> una mia totale sottomissione.<br />

Io lo cacciai con forza, ma non fui in grado <strong>di</strong> sbugiardarlo. Mi resi<br />

conto che Satana è un criminale, ma che non è un impostore: se mi offriva<br />

tutti i regni del mondo – proseguì – è perché erano effettivamente<br />

in suo possesso. Dopo questa rivelazione un pensiero terribile<br />

cominciò a tormentarmi: perché Dio ci aveva dato la vita per farcela<br />

trascorrere in un mondo dominato da Satana? Non riuscii a darmi una<br />

risposta – ammise con umiltà – ma, da quel giorno, decisi <strong>di</strong> schierarmi<br />

dalla parte degli umili e degli oppressi lottando contro il male che<br />

identificai (come lo identifico adesso) con Satana, maledetto sia il suo<br />

nome. Ricordatevi – raccomandò inquieto e preoccupato – che Satana<br />

può nascondersi anche <strong>di</strong>etro un sorriso buono e gentile. Non <strong>di</strong>menticatevi<br />

che siamo stati chiamati a combatterlo e a vincerlo. <strong>Il</strong> Padre ci<br />

darà la forza che ci è necessaria. Ne sono sicuro».<br />

Le parole del Maestro si rivelarono come una porta che si apriva davanti<br />

a un mondo pieno <strong>di</strong> slanci positivi. L’entusiasmo era ritornato<br />

fra noi.<br />

Dopo qualche minuto, ci trovammo davanti a un bivio. Andrea e<br />

Bartolomeo manifestarono la loro intenzione <strong>di</strong> andare verso sud. Noi<br />

tre decidemmo, invece, <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigerci verso Nazaret dove Gesù voleva<br />

rincontrare sua madre. Li abbracciammo con affetto intensissimo e li<br />

guardammo mentre si allontanavano nel deserto: due sagome forti e<br />

virili, poi due forme in<strong>di</strong>stinte, quin<strong>di</strong>, due puntini neri che precedevano<br />

il nulla. Quando scomparvero fui presa da una tristezza profonda,<br />

quasi che andassero incontro alla morte. Giurerei che la stessa<br />

sensazione la provassero sia Gesù, che si era commosso, sia Simone lo<br />

zelota che voleva <strong>di</strong>mostrarsi rude e insensibile mentre, in fondo, non<br />

lo era affatto.<br />

53<br />

Capitolo VI


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

NOTE CAPITOLO VI<br />

19. Che alcuni stu<strong>di</strong>osi identificano con Natanaèle, il <strong>di</strong>scepolo che Filippo portò da<br />

Gesù.<br />

20. Cosa rarissima per quei tempi.<br />

21. Teuda capeggiò una rivolta antiromana stroncata nel sangue; Giuda, il galileo, fu<br />

il fondatore della setta degli zeloti.<br />

22. Frase nelle quali si sottolinea la comunione fra l’umano e il <strong>di</strong>vino.<br />

23. Ibidem.<br />

54


CAPITOLO VII<br />

Gesù arriva a Nazaret. Incontra <strong>di</strong> nuovo la madre e guarisce molti<br />

malati. È invitato a un banchetto da un fariseo. A casa del fariseo conosce<br />

una piccola prostituta che implora il suo perdono. Gesù decide<br />

<strong>di</strong> salvare il suo corpo e la sua anima provocando delle forti gelosie da<br />

parte <strong>di</strong> <strong>Maddalena</strong>. Gesù cerca <strong>di</strong> rassicurarla, ma non ci riesce. <strong>Maddalena</strong><br />

è vittima <strong>di</strong> un’ossessione.<br />

55


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

56


Camminammo in silenzio per un paio d’ore poi ci fermammo e decidemmo<br />

<strong>di</strong> passare la notte vicino a Nazaret, il villaggio del Maestro,<br />

quel villaggio che il Maestro (quando parlava della sua infanzia) definiva<br />

“il tempio della gioia”. L’indomani, facemmo visita a sua madre<br />

sempre delicata, sorridente e rassegnata. I fratelli e le sorelle non<br />

c’erano. C’erano, in compenso, <strong>di</strong>versi bambini che ci guardavano con<br />

curiosità. <strong>Il</strong> Maestro li accarezzò con dolcezza quasi affascinato dalla<br />

trasparenza dei loro sguar<strong>di</strong> innocenti. Poi, salutammo tutti con affetto<br />

e ci avviammo verso Cafarnao, a pochi chilometri dall’imbocco<br />

del fiume Giordano.<br />

<strong>Il</strong> Maestro guarì molti malati e pre<strong>di</strong>cò in sinagoga. La sua fama era<br />

ormai tale che uno dei farisei lo invitò a mangiare con lui. <strong>Il</strong> Maestro<br />

accettò e noi lo accompagnammo.<br />

Fuori dalla casa del fariseo fummo “accolti” da vecchi men<strong>di</strong>canti e da<br />

giovani prostitute che si aggiravano furtive come cagne <strong>di</strong>sperate e affamate.<br />

Gesù, sempre pronto a chinarsi verso i più deboli, or<strong>di</strong>nò a Simone<br />

lo Zelota <strong>di</strong> “sacrificare” quanto era avanzato della frutta e delle<br />

focaccine che ci aveva donato il rabbino. La prospettiva <strong>di</strong> mangiare dal<br />

fariseo ci aveva reso più generosi. Vuotammo, quin<strong>di</strong>, i piccoli sacchi.<br />

Entrati nella casa del fariseo, cominciammo a mangiare in un clima<br />

<strong>di</strong> serenità e <strong>di</strong> abbondanza. <strong>Il</strong> Maestro, seduto accanto al vecchio fariseo<br />

(che lo trattava come un figlio) sembrava aver ritrovato la serenità<br />

dei suoi momenti migliori. Stava, appunto, sorridendomi con<br />

affetto, quando una giovane prostituta che avevamo già incontrato<br />

davanti alla casa entrò e si inginocchiò, piangendo, ai suoi pie<strong>di</strong> implorando<br />

il perdono. Guardai il fariseo e gli invitati. Tutti reagivano,<br />

al gesto della prostituta, con espressioni <strong>di</strong> sdegno. Gesù, invece, sollevò<br />

da terra la ragazza, spezzò il pane con lei e la invitò a sedersi vi-<br />

57


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

cino a lui. La ragazza, però, preferì accovacciarsi ai suoi pie<strong>di</strong> come un<br />

animale domestico. La guardai con attenzione. Era magrissima, le<br />

spalle curve, i capelli corvini sciolti sulle spalle, gli occhi nerissimi e<br />

pieni <strong>di</strong> lacrime. Mi faceva compassione, ma ne avevo paura. Temevo<br />

che il Maestro, nella sua sconfinata generosità, volesse portarla con<br />

noi per salvare il suo corpo e la sua anima.<br />

Quello che temevo avvenne. Da quel momento cominciai a viaggiare<br />

in un mondo noto soltanto a me stessa. Gesù aveva nei confronti<br />

<strong>di</strong> quella ragazza delle attenzioni particolari mentre io nutrivo verso<br />

<strong>di</strong> lei sentimenti ostili. Avevo paura che la preferisse a me e che mi<br />

trascurasse. Non ragionavo più. Mi sentivo brutta e vedevo tra<strong>di</strong>menti<br />

ovunque. Mi ero sempre considerata la sua donna, ma ora il mondo<br />

che avevo immaginato stava per crollarmi addosso. Tutto questo centrava<br />

qualcosa con la profezia <strong>di</strong> quel vecchio indovino? Centrava<br />

qualcosa con quel <strong>segreto</strong> che non avrei dovuto conoscere?<br />

Le mie notti procedevano agitate, insonni, piene <strong>di</strong> brutti pensieri.<br />

Ma, proprio quando stavo per crollare, il Maestro venne finalmente<br />

a salvarmi. Si stese vicino a me, mi accarezzò il viso e mi abbracciò,<br />

cullandomi come una bambina. Quin<strong>di</strong>, volle sfiorarmi delicatamente<br />

la fronte e le tempie. Tutto questo fino a scacciare quei pensieri orribili<br />

che mi avevano tormentato per troppo tempo.<br />

Vicino a noi, Simone lo zelota dormiva respirando profondamente.<br />

La ragazza si agitava in preda a brutti sogni. Mi fece compassione e la<br />

accarezzai fino a quando mi apparve serena. Di lei sapevamo poco o<br />

niente. Ci aveva detto <strong>di</strong> chiamarsi Sara. Di provenire da una famiglia<br />

poverissima e <strong>di</strong> essere sopravvissuta vendendo, per pochi sol<strong>di</strong>, il suo<br />

gracilissimo corpo. <strong>Il</strong> Maestro mi aveva raccomandato <strong>di</strong> non farle<br />

mancare quanto le era necessario per rimettersi in forze.<br />

Guardai a lungo il Maestro. Qualcosa in lui mi sfuggiva. Intuivo, comunque,<br />

che non sarebbe mai stato mio. Era un uomo <strong>di</strong> tutti e per<br />

tutti. Dovevo rassegnarmi e respingere gli inevitabili attacchi <strong>di</strong> gelosia.<br />

Con questi pensieri, cercai conforto nel calore del suo corpo e<br />

scivolai lentamente nell’effimero mondo dei sogni. Tutto attorno solo<br />

il silenzio assoluto, tipico del deserto.<br />

L’indomani lasciai per qualche ora i miei tre compagni <strong>di</strong> viaggio e<br />

tornai verso Nazaret per comprare delle provviste e per chiedere no-<br />

58


tizie <strong>di</strong> Giacomo <strong>di</strong> Alfeo che aveva scelto i <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Nazaret per<br />

svolgere la sua pre<strong>di</strong>cazione.<br />

Ero ormai a metà strada quando un uomo <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria bellezza<br />

apparve improvvisamente ai miei occhi, venendomi incontro sorridendo.<br />

Viso delicato e occhi scuri ed espressivi, atteggiamento apparentemente<br />

sincero. «Se vai a Nazaret – mi <strong>di</strong>sse – possiamo fare assieme<br />

un pezzo <strong>di</strong> strada in modo che tu possa parlarmi dei tuoi problemi».<br />

«Non ho problemi – lo interruppi subito con decisione – e se ne avessi<br />

non vedo perché dovrei parlarne proprio con te». Lo sconosciuto mi<br />

fissò con aria complice per qualche minuto. Poi:«Cerchi <strong>di</strong> nasconderlo,<br />

ma la gelosia ti sta tormentando» affermò come se conoscesse a fondo<br />

le mie ossessioni. Pensai che fosse un angelo, ma un angelo <strong>di</strong> Dio o un<br />

angelo <strong>di</strong> Satana? Restammo a lungo in silenzio camminando fianco a<br />

fianco. Le sue parole avevano colpito nel segno e pensavo con invi<strong>di</strong>a<br />

al corpo acerbo e flessuoso della piccola Sara, così <strong>di</strong>verso dal mio così<br />

temprato dalle fatiche quoti<strong>di</strong>ane. <strong>Il</strong> Maestro poteva esserne attratto?<br />

«Se vuoi – mi <strong>di</strong>sse a un tratto lo sconosciuto quasi mi avesse letto<br />

nel pensiero – puoi far morire la tua rivale, improvvisamente o lentamente,<br />

come desideri». A quel punto, si chinò verso terra per togliere<br />

la sabbia dai calzari. La tunica bianca gli scivolò lentamente<br />

sulle spalle e notai, con raccapriccio, sulla sua schiena, un tatuaggio:<br />

un sole a sette raggi neri, segno sinistro, <strong>di</strong>ffuso fra gli adoratori <strong>di</strong><br />

Satana. Continuavo a rabbrivi<strong>di</strong>re per l’orrore, ma riuscii a concentrarmi<br />

con tutte le forze su me stessa e a gridare «vattene miserabile!»<br />

con tutto il fiato che avevo in corpo. Quando sollevai gli occhi lo sconosciuto<br />

era scomparso mentre un uomo alto e massiccio mi stava venendo<br />

incontro. Riconobbi Giacomo <strong>di</strong> Alfeo. Corsi verso <strong>di</strong> lui, lo<br />

abbracciai forte forte e scoppiai in un pianto liberatorio. Mi sentivo<br />

al sicuro, protetta da un uomo giusto.<br />

«Hai abbattuto un gigante – mi <strong>di</strong>sse Giacomo <strong>di</strong> Alfeo dopo aver<br />

ascoltato il mio racconto – ma ricordati che il principe delle tenebre<br />

può essere abbattuto in battaglia, ma solo per pochissimo tempo visto<br />

che, appena tocca terra, riprende tutta la sua terribile forza e contamina<br />

quello che tocca con le sue mani immonde. Tu – concluse – sei<br />

uscita vittoriosa da una prova <strong>di</strong>fficile smentendo chi, nel gruppo, ti<br />

considera solo una ragazza semplice e <strong>di</strong> scarse qualità. Puoi essere<br />

59<br />

Capitolo VII


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

fiera <strong>di</strong> te stessa». Da una parte, le sue parole mi spaventarono, dall’altra<br />

mi riempirono <strong>di</strong> gioia.<br />

Poco dopo, riprendemmo il cammino verso Nazaret. Io per comprare<br />

delle provviste. Giacomo <strong>di</strong> Alfeo per rincontrare Giuda <strong>di</strong> Kerijot<br />

reduce da un breve viaggio in Indumea, 24 regione <strong>di</strong> origine della<br />

sua famiglia. <strong>Il</strong> luogo dell’appuntamento era la porta laterale della sinagoga,<br />

quella che la Legge riserva alle donne.<br />

Giacomo <strong>di</strong> Alfeo teneva gli occhi bassi e cercava <strong>di</strong> evitare l’incontro<br />

con i suoi conoscenti che erano passati, clandestinamente,<br />

nelle file degli zeloti. Provava per loro un misto <strong>di</strong> ammirazione e <strong>di</strong><br />

repulsione. Avrebbe voluto <strong>di</strong>stoglierli da una vita votata a una violenza<br />

che gli appariva suicida. Era convinto che, in loro, ci fosse molto<br />

<strong>di</strong> buono e che fosse possibile che questo bene prevalesse sul male che<br />

li possedeva. Sarebbe stata una grande vittoria per lui e per il Maestro.<br />

Stava pensando a tutto questo quando Giuda <strong>di</strong> Kerijot gli mise una<br />

mano su una spalla. Era stranamente allegro. I suoi gran<strong>di</strong> occhi scuri<br />

mi <strong>di</strong>cevano che era felice <strong>di</strong> ritrovarsi tra noi. La borsa che gli pendeva<br />

da un fianco (e che lui stesso, ogni tanto, accarezzava) ci ricordava<br />

che era l’avveduto amministratore del nostro piccolo gruppo.<br />

Giacomo <strong>di</strong> Alfeo, che camminava davanti a me, mi lanciava, <strong>di</strong><br />

tanto in tanto, qualche sguardo preoccupato. Secondo me, aveva capito<br />

che qualcosa mi stava spingendo verso una depressione profonda.<br />

Forse, un senso <strong>di</strong> colpa fatto <strong>di</strong> tentazioni mostruose e <strong>di</strong> pensieri <strong>di</strong>sumani.<br />

Un’autentica <strong>di</strong>scesa negli inferi che mi faceva trovare davanti<br />

a me stessa, così come ero realmente. Almeno in quei brutti<br />

momenti.<br />

«Perché non ti confi<strong>di</strong> con me?» mi chiese a un tratto Giacomo <strong>di</strong><br />

Alfeo con tono <strong>di</strong> garbato rimprovero. Giacomo <strong>di</strong> Alfeo era un uomo<br />

chiuso e razionale. Eppure, approfittando <strong>di</strong> una breve assenza <strong>di</strong><br />

Giuda, decisi <strong>di</strong> aprirgli il mio cuore. «Ti ho già detto, Giacomo – iniziai<br />

– che sono innamorata del Maestro fino al punto <strong>di</strong> essere gelosa<br />

<strong>di</strong> Sara, la piccola prostituta che il Maestro ha preso con noi. Ti ho<br />

detto anche – proseguii – che Satana si è messo a mia <strong>di</strong>sposizione per<br />

farla morire al prezzo della mia anima, offerta che io ho rifiutato con<br />

in<strong>di</strong>gnazione. Quello che non ti ho detto – conclusi – è che non sono<br />

libera dalla tentazione e che (mi vergogno a <strong>di</strong>rlo) sarei felice se Sara<br />

60


morisse...». Giacomo mi rivolse uno sguardo comprensivo e penetrante,<br />

poi: «Quel Signore che può liberarci dal dolore e dalla paura –<br />

mi rispose – può liberarci anche da un sentimento tenace e perverso<br />

come quello che ti tormenta. Qui a Nazaret c’è un vecchio rabbino,<br />

un uomo gra<strong>di</strong>to a Dio e agli uomini. An<strong>di</strong>amo a trovarlo. Potrà senz’altro<br />

aiutarti».<br />

Fu così che ci trovammo davanti al rabbino <strong>di</strong> Nazaret, un uomo<br />

vecchio e stanco, ma attento e sveglio, dallo sguardo buono e intelligente.<br />

Mi trattò da subito come se mi conoscesse da tempo, cosa che<br />

mi facilitò nel decidere <strong>di</strong> confessargli tutto, senza omettere assolutamente<br />

niente, anche i cattivi pensieri <strong>di</strong> cui mi vergognavo <strong>di</strong> più. In<br />

un angolo, seduto per terra, con la fronte sulle ginocchia, Giacomo<br />

<strong>di</strong> Alfeo riusciva a far <strong>di</strong>menticare la sua presenza.<br />

«Dimmi figlia – m’invitò cortesemente il rabbino – quali sono, in<br />

particolare, i sospetti e le fantasie che ti ossessionano e che ti fanno<br />

soffrire?». Istintivamente, strinsi le tempie fra il pollice e il me<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

una mano, poi: «Ogni notte – gli risposi – sogno le mani del Maestro<br />

che l’accarezzano e la sua voce che le mormora parole d’amore. Ogni<br />

notte sogno che il Maestro la spoglia e la bacia dolcemente <strong>di</strong>cendole<br />

che l’ama. Ogni notte, l’invi<strong>di</strong>a prende il sopravvento. Penso che vorrei<br />

trovarmi io al posto della piccola Sara ed essere io l’oggetto dei desideri<br />

d’amore del Maestro. Che colpa ne ho se non riesco a togliermi<br />

questi pensieri orribili dalla mia povera testa? Tutto il mio mondo sta<br />

<strong>di</strong>ventando misterioso, impuro e sinistro: che devo fare?». Per qualche<br />

istante il rabbino restò in silenzio, sembrava che pregasse. Fissava<br />

con intensità un grande candelabro a sette braccia posto su un<br />

tavolo che occupava quasi tutta la parete della stanza in cui ci aveva<br />

accolti. Forse gli mancavano le forze e faceva fatica a respirare. Alla<br />

fine, comunque, si decise a parlare.<br />

61<br />

Capitolo VII


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

NOTE CAPITOLO VII<br />

24. Regione a sud <strong>di</strong> Gerusalemme.<br />

62


CAPITOLO VIII<br />

Come fosse vittima <strong>di</strong> un sortilegio, la piccola prostituta (che ha fatto<br />

ingelosire <strong>Maddalena</strong>) passa improvvisamente dal sonno alla morte.<br />

<strong>Maddalena</strong> comprende, in questa occasione, quanto sia <strong>di</strong>fficile sottrarsi<br />

ai propri rimorsi. Questo evento doloroso provoca, nel gruppo,<br />

una serie <strong>di</strong> riflessioni che riguardano il destino dell’uomo dopo la<br />

morte con particolare attenzione alla trasmigrazione delle anime e<br />

alla resurrezione dei corpi.<br />

63


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

64


«Dio, il Dio <strong>di</strong> Abramo, <strong>di</strong> Isacco e <strong>di</strong> Giacobbe, ha dato solo ad alcuni<br />

<strong>di</strong> noi il potere <strong>di</strong> cacciare gli influssi spiritici funesti che danneggiano<br />

cose, animali o che, ad<strong>di</strong>rittura, prendono possesso <strong>di</strong> una persona,<br />

come sta accadendo a te – mi rispose il vecchio rabbino – ma –<br />

proseguì – ormai posso fare ben poco. I tuoi desideri, consapevoli o inconsapevoli,<br />

hanno spalancato le porte al principe delle tenebre. Tra<br />

poco – concluse – il cielo avrà un angelo in più mentre tu caricherai<br />

sulle tue spalle un rimorso che non ti abbandonerà mai». A questo<br />

punto, il rabbino tratteggiò con la punta del suo bastone degli strani<br />

simboli sul terreno sabbioso, mi rivolse uno sguardo che mi respingeva<br />

e: «Vattene!» mi <strong>di</strong>sse restando seduto, immobile, come sopraffatto<br />

da brutti presentimenti.<br />

Uscimmo, confusi e turbati, dalla porta laterale della sinagoga e ci<br />

incontrammo, quasi subito, con Giuda <strong>di</strong> Kerijot. Come nei programmi,<br />

caricammo le nostre bisacce <strong>di</strong> frutta e <strong>di</strong> focacce e c’incamminammo<br />

verso la piccola oasi dove avevamo lasciato Gesù, Sara e<br />

Simone lo zelota. Trovammo solo Gesù che appariva sconvolto. La<br />

piccola Sara era passata serenamente dal sonno alla morte. Simone lo<br />

zelota era riuscito a portarne il corpo nel primo centro abitato raggiungibile<br />

e si stava occupando <strong>di</strong> tutto quanto riguardava la sua sepoltura.<br />

È impossibile descrivere quali fossero i miei sentimenti. In<br />

quegli istanti, mi resi conto quanto fosse impossibile sottrarsi ai propri<br />

rimorsi.<br />

«Era troppo debilitata per affrontare le avversità della vita – ci <strong>di</strong>sse<br />

Gesù avvilito e demoralizzato, come non l’avevo mai visto –. A noi –<br />

proseguì – non resta che chinare la testa e accettare le decisioni del<br />

Padre». Seguì qualche minuto <strong>di</strong> silenzio, poi: «Ma, adesso, la piccola<br />

65<br />

Capitolo VIII


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

Sara dov’è? – chiese Giacomo <strong>di</strong> Alfeo rivolgendosi <strong>di</strong>rettamente al<br />

Maestro – cos’è esattamente la morte?».<br />

<strong>Il</strong> Maestro guardò per qualche istante nel vuoto e si preparò, concentratissimo,<br />

a rispondere. «È sempre <strong>di</strong>fficile parlare della morte,<br />

quasi che si trattasse <strong>di</strong> un argomento scabroso da evitare assolutamente<br />

– iniziò – Io – proseguì – posso <strong>di</strong>rti <strong>di</strong> essere entrato, a suo<br />

tempo, in contatto con gruppi <strong>di</strong> mistici. Credevano che i morti continuassero<br />

a vivere nell’oltretomba e che avessero la possibilità <strong>di</strong> comunicare<br />

con i vivi. Io ci credo – affermò – anche se molti teologi<br />

d’Israele affermano e insegnano che i morti sono inutili e ne scoraggiano<br />

le forme <strong>di</strong> culto tipiche delle culture dei paesi vicini». «Comunque<br />

sia – osservò tristemente Giuda – adesso quella povera<br />

ragazza è sola...». «No – lo contrad<strong>di</strong>sse il Maestro – come Sara ci ha<br />

lasciato, ha trovato subito un angelo dolcissimo che ha deposto la sua<br />

anima nel ventre <strong>di</strong> una giovane donna che sta per partorire una bambina.<br />

Una bambina – concluse il Maestro con un sorriso – che un<br />

giorno (forse) rincontreremo».<br />

Gesù aveva appena completato la sua risposta, così densa <strong>di</strong> significati,<br />

quando ci raggiunse Simone lo zelota. Bisognava pagare qualcosa<br />

per la sepoltura <strong>di</strong> Sara. Simone fece un gesto d’intesa in<strong>di</strong>cando<br />

a Giuda quella borsa che teneva a tracolla, il “tesoro” del nostro<br />

gruppo. Giuda comprese subito e sorrise. Entrambi s’incamminarono<br />

per compiere, nei confronti della piccola Sara, l’estremo atto <strong>di</strong> pietà.<br />

Restammo, quin<strong>di</strong>, solo in tre: io, il Maestro e Giacomo <strong>di</strong> Alfeo che<br />

era rimasto affascinato dalle ipotesi che ci aveva rivelato il Maestro.«Ma<br />

come si sta nal grande Regno dei Cieli?» trovai il coraggio <strong>di</strong><br />

chiedere. «Ci si ritrova perfetti. <strong>Il</strong> nostro corpo non sarà più un corpo<br />

fisico, ma sarà un corpo etereo, limpi<strong>di</strong>ssimo, privo <strong>di</strong> dolore, <strong>di</strong> sofferenze<br />

e <strong>di</strong> quei con<strong>di</strong>zionamenti legati al passare del tempo – mi rispose<br />

il Maestro – In più, le domande più avvincenti che ci saremo<br />

posti durante la vita troveranno risposta da parte <strong>di</strong> un angelo che<br />

sarà il nostro spirito guida». «Ma qualcuno è mai tornato da questo<br />

mondo meraviglioso?» domandò Giacomo <strong>di</strong> Alfeo. «Non lo so. Io,<br />

personalmente, non ho alcuna esperienza <strong>di</strong>retta – gli rivelò il Maestro<br />

– uno <strong>di</strong> quei mistici che avevo avvicinato riteneva, però, che<br />

66


una domanda del genere fosse senza senso visto che coloro che stavano<br />

nella nuova <strong>di</strong>mensione non desideravano affatto tornare su<br />

questa terra e riprendere un corpo fisico così pieno <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti. 25 Logicamente<br />

– concluse – si riferivano, come sempre, a chi nel corso della<br />

sua vita aveva amato e rispettato la Legge. Lo abbiamo già visto». 26<br />

«Quin<strong>di</strong> – gli chiesi – in quale misura cre<strong>di</strong> nella trasmigrazione delle<br />

anime e nella resurrezione dei corpi?». «Nella trasmigrazione delle<br />

anime ci credo, in alcuni casi e nella forma che ti ho descritto. Non<br />

credo, invece, nella resurrezione dei corpi anche se alcune tracce delle<br />

Scritture ci invitano a riflettere». 27<br />

<strong>Il</strong> Maestro aveva appena finito la frase, quando Simone lo Zelota e<br />

Giuda <strong>di</strong> Kerijot ci raggiunsero. «Le abbiamo chiuso gli occhi e le abbiamo<br />

avvolto il viso in un panno <strong>di</strong> lino bianco» ci informò Simone.<br />

«Pensavamo anche <strong>di</strong> compiere un sacrificio <strong>di</strong> purificazione – aggiunse<br />

Giuda – le monete che abbiamo ci consentono questa spesa».<br />

«No!» <strong>di</strong>sse il Maestro e, senza dare spiegazioni, si alzò e ci <strong>di</strong>sse <strong>di</strong><br />

incamminarci verso la casupola che ci serviva da rifugio. Tutti eravamo<br />

meravigliati per la sua reazione quasi sgarbata. <strong>Il</strong> Maestro capì<br />

il nostro stato d’animo e, tornato del solito umore: «Vi spiegherò perché<br />

sono contrario a forme <strong>di</strong> culto che prevedono sacrifici <strong>di</strong> animali.<br />

Ve lo spiegherò – ci tenne a precisare – quando saremo tutti<br />

riuniti». Camminando in silenzio arrivammo, quin<strong>di</strong>, nel nostro rifugio,<br />

accolti da tutti con grande affetto, specie da Tommaso e da Filippo<br />

che erano considerati, ormai, gli “intellettuali” del gruppo e,<br />

come tali, quelli più interessati a questi scambi <strong>di</strong> esperienze.<br />

Io mi sedetti accanto a Giovanna. I suoi occhi erano più neri e lucenti<br />

che mai. Erano gli occhi <strong>di</strong> una donna felice. Stavo cercando <strong>di</strong> capire<br />

il motivo <strong>di</strong> tanta felicità, quando Giovanna sollevò il velo dal viso e vi<strong>di</strong><br />

che quelle piaghe orrende (che l’avevano gettata nella <strong>di</strong>sperazione)<br />

erano quasi totalmente scomparse. «Sia benedetto il nome del Maestro<br />

– mi <strong>di</strong>sse con dolcezza – chiunque egli sia». Poi, mi sorrise e scoppiò<br />

in un pianto pieno <strong>di</strong> gioia. L’abbracciai con grande affetto proteggendola<br />

dagli sguar<strong>di</strong> perplessi dei <strong>di</strong>scepoli, <strong>di</strong> Susanna e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />

In un angolo, con la schiena poggiata alla parete e le gambe <strong>di</strong>stese,<br />

compostamente, una sull’altra, Gesù stava raccogliendo i pensieri. Mi<br />

sentii felice quando i suoi occhi sfiorarono fugacemente i miei. In<br />

67<br />

Capitolo VIII


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

quei momenti mi apparve lontano, misterioso, votato a un destino<br />

che, forse, neanche lui conosceva. Questo suo destino c’entrava qualcosa<br />

con quel <strong>segreto</strong> che non avrei dovuto conoscere?<br />

Nei giorni successivi, i <strong>di</strong>scepoli si scambiarono fra loro le esperienze<br />

più significative in modo da poter affrontare con maggiore<br />

competenza le domande più insi<strong>di</strong>ose che provenivano soprattutto<br />

dai farisei che sembravano i più interessati a tenere sotto controllo il<br />

nostro piccolo gruppo.<br />

<strong>Il</strong> Maestro ascoltava, ma interveniva <strong>di</strong> rado nelle <strong>di</strong>scussioni (sempre<br />

in modo prudente) quasi fosse convinto che ognuno dovesse trovare<br />

da solo la verità traendola dalle proprie esperienze quoti<strong>di</strong>ane.<br />

L’argomento dei sacrifici, ai quali il Maestro era assolutamente contrario,<br />

si rivelò, alla fine, l’unico argomento che necessitava <strong>di</strong> un approfon<strong>di</strong>mento<br />

adeguato. Giuda Taddeo chiese che fosse il Maestro ad<br />

affrontare una materia così delicata. I <strong>di</strong>scepoli erano tutti d’accordo.<br />

E il Maestro accettò assumendo,da subito, un’espressione estremamente<br />

seria e preoccupata.<br />

«I riti sacrificali – iniziò Gesù – costituiscono il fondamento <strong>di</strong> ogni<br />

società primitiva. Noi non facciamo eccezione visto che il sacrificio si<br />

pone nel cuore della nostra religione. <strong>Il</strong> sacrificio – non <strong>di</strong>mentichiamolo<br />

– è iscritto chiaramente nel quadro dell’Alleanza». «Hai parlato<br />

– lo interruppe Giuda Taddeo – <strong>di</strong> società primitive, il che mi fa pensare<br />

a menti semplici e suggestionabili. Com’è nata in queste menti<br />

l’idea del sacrificio?». «L’idea – riprese lentamente Gesù – è che allora,<br />

come del resto adesso, gli uomini non riuscivano a giustificare i<br />

mali che li colpivano. Sto pensando, per esempio, alla povertà, alla<br />

malattia e alla morte prematura <strong>di</strong> una persona cara. Davanti a questi<br />

eventi,gli uomini primitivi pensavano che tutto fosse dovuto alla<br />

collera <strong>di</strong> un essere supremo che, in qualche modo, si riteneva gravemente<br />

offeso. Da qui, il sacrificio visto come autopunizione e, quin<strong>di</strong>,<br />

come riparazione e soprattutto come redenzione raggiunta attraverso<br />

il perdono <strong>di</strong>vino». «In sostanza – prese la parola Tommaso – mi sembra<br />

che il sacrificio abbia come scopo quello <strong>di</strong> ristabilire la comunicazione<br />

con Dio e <strong>di</strong> provocare la sua venuta, nella speranza della sua<br />

bene<strong>di</strong>zione». « Sì – gli fece eco Filippo – è quel fenomeno celeste che<br />

noi <strong>di</strong> cultura greca chiamiamo teofania». 28<br />

68


«Maestro – intervenne Marco – il grande profeta Ezechiele ci insegna<br />

che il Tempio, con il suo culto sacrificale, sarà sempre il centro<br />

della Gerusalemme futura. 29 Tu, invece, perdoni i peccati senza l’introduzione<br />

del rito. 30 Cosa possiamo rispondere a chi ti accusa <strong>di</strong> non<br />

essere un buon ebreo, osservante e praticante? Cosa possiamo rispondere<br />

a chi sostiene che tu stai minando il potere detenuto dai sacerdoti<br />

<strong>di</strong> controllare le varie fasi dell’intero culto sacrificale mettendo,<br />

così, in <strong>di</strong>scussione la loro autorità <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>ari fra Dio e l’uomo,<br />

come lo sono stati per tanti e tanti anni?».<br />

«Non posso nascondere – rispose Gesù – la mia avversione nei confronti<br />

dei sacrifici e la mia convinzione che si possa raggiungere il perdono<br />

attraverso un rapporto <strong>di</strong>retto con Dio senza ricorrere a <strong>di</strong>sgustosi<br />

sacrifici che, fra l’altro, finiscono per <strong>di</strong>pingerci Dio come un essere meschino,<br />

ven<strong>di</strong>cativo e sanguinario. Del resto – concluse con un sorriso<br />

rassegnato – ripetere per tanti secoli le stesse assur<strong>di</strong>tà finisce per farle<br />

apparire come qualcosa <strong>di</strong> logico. I sacerdoti lo sanno benissimo. Sono<br />

esseri preparati, astuti e assetati <strong>di</strong> potere. Non ascoltateli: sono sepolcri<br />

imbiancati; liberatevene! Le loro frasi affermano che i sacrifici sono il<br />

pane <strong>di</strong> Dio e che il loro profumo è soave per il Signore: non credeteli!».<br />

<strong>Il</strong> Maestro guardò per qualche istante i <strong>di</strong>scepoli e si accorse, senz’altro,<br />

che erano confusi, quasi impauriti dalla sua pre<strong>di</strong>cazione così<br />

violenta. Ritenne, comunque, opportuno approfon<strong>di</strong>re ancora <strong>di</strong> più<br />

l’orrore che provava davanti alla crudeltà e alla ferocia dei sacrifici.<br />

Proseguì, quin<strong>di</strong>, il suo <strong>di</strong>scorso accennando appena ai sacrifici propiziatori<br />

(eseguiti per <strong>di</strong>sporre favorevolmente la <strong>di</strong>vinità). Trascurò<br />

i sacrifici <strong>di</strong> ringraziamento (compiuti per esprimere la propria gratitu<strong>di</strong>ne<br />

e per assicurarsi una protezione futura) e si concentrò sui sacrifici<br />

espiatori, quelli ritenuti necessari quando la collera <strong>di</strong>vina si è<br />

già manifestata.<br />

«Oggi – fratelli miei – iniziò il Maestro – i sacrifici espiatori prevedono<br />

l’offerta <strong>di</strong> cereali e <strong>di</strong> animali, a seconda della con<strong>di</strong>zione sociale<br />

dell’offerente. C’è stato, però, un periodo <strong>di</strong> cui il nostro popolo<br />

(come del resto molti altri popoli) si deve vergognare. Sto parlando –<br />

concluse – dell’oscuro periodo dei sacrifici umani dai quali derivano<br />

(ci piaccia o no) quelli dei nostri giorni. Un periodo oscuro che (la<br />

cosa vi sorprenderà) è molto più recente <strong>di</strong> quanto possiate immagi-<br />

69<br />

Capitolo VIII


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

nare». Notai che tutti erano attentissimi. Non osavano, però, fare domande<br />

su un argomento che non conoscevamo affatto e che veniva<br />

trattato fra <strong>di</strong> noi per la prima volta.<br />

NOTE CAPITOLO VIII<br />

25. Questi temi, accennati in questo capitolo, sono trattati da molti stu<strong>di</strong>osi. Segnalo,<br />

fra gli altri: La reincarnazione e la legge del Karma <strong>di</strong> William Walker Atkinson,<br />

Venexia E<strong>di</strong>zioni e La morte e la vita dopo la morte della psichiatra svizzera Elisabeth<br />

Kubler-Rorr, E<strong>di</strong>zioni Me<strong>di</strong>terranee. L’autore ha preso qualche spunto da<br />

questi testi molto documentati e originali.<br />

26. V. capitolo quinto; parte relativa al giu<strong>di</strong>zio post-mortem.<br />

27. V. Matteo 11/15 – 14/2 – 16/13-15 + Ezechiele 37: tutto il capitoletto.<br />

28. Manifestazione <strong>di</strong> Dio.<br />

29. Ezechiele: “la Torah <strong>di</strong> Ezechiele”.<br />

30. Levitico 3, tutto il capitoletto.<br />

70


CAPITOLO IX<br />

Dietro richiesta dei suoi <strong>di</strong>scepoli, Gesù affronta il tema dei sacrifici<br />

(anche umani) che venivano praticati dalle popolazioni primitive per<br />

ingraziarsi le varie <strong>di</strong>vinità. Ne esce un quadro raccapricciante. Alla<br />

fine del suo intervento, Gesù afferma che onorare Dio significa, anche,<br />

onorare le sue creature. Un chiaro invito ad avere un rapporto più<br />

dolce con gli animali e più consapevole nei confronti della natura.<br />

71


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

72


«<strong>Il</strong> primo contatto con il sacrificio umano che conosciamo è quello<br />

che riguarda Abramo, il capostipite del nostro popolo – incominciò il<br />

Maestro –. La storia la conosciamo tutti. Per mettere alla prova la fede<br />

<strong>di</strong> Abramo. Dio gli or<strong>di</strong>na <strong>di</strong> sacrificare Isacco, l’unico figlio maschio<br />

avuto da Sara (sua moglie) in età ormai avanzata. Abramo soffre, non<br />

comprende, ma ubbi<strong>di</strong>sce. Per fortuna, la voce <strong>di</strong> Dio blocca il sacrificio<br />

mentre Isacco è già steso e legato su un altare improvvisato.<br />

Stiamo parlando <strong>di</strong> un periodo storico <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile definizione. Quello<br />

che mi stupisce è che l’atteggiamento <strong>di</strong> Abramo sia stato più <strong>di</strong> dolore<br />

che <strong>di</strong> stupore. Segno evidente che, a quei tempi, il sacrificio<br />

umano non era ritenuto qualcosa <strong>di</strong> assurdo, <strong>di</strong> criminale e <strong>di</strong> impensabile».<br />

«Possiamo considerarlo un sacrificio espiatorio rientrato all’ultimo<br />

momento?» domandò Bartolomeo. «No – gli rispose il Maestro<br />

– in questo caso parlerei <strong>di</strong> sacrificio votivo, come <strong>di</strong> sacrificio votivo<br />

parlerei nel caso <strong>di</strong> Iefte, uno dei gran<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ci d’Israele. Nel periodo<br />

precedente l’avvento della monarchia, intorno a 1200 anni fa, nella<br />

guerra contro gli ammoniti – riprese il Maestro – Iefte è chiamato a<br />

guidare l’esercito. Prima della battaglia decisiva fa un voto: offrirà, in<br />

sacrificio al Signore, chi, per primo, gli andrà incontro al suo vittorioso<br />

ritorno. Per ironia della sorte, la persona che gli va incontro per<br />

prima è sua figlia e Iefte non può che mantenere la sua promessa. <strong>Il</strong><br />

dolore non gli impe<strong>di</strong>rà, comunque, <strong>di</strong> compiere altre imprese gloriose,<br />

<strong>di</strong> dominare la sua tribù, <strong>di</strong> essere giu<strong>di</strong>ce d’Israele per sei anni<br />

e <strong>di</strong> essere sepolto nella sua patria».<br />

«Ma le popolazioni vicine si comportavano ancora peggio, no?» osservò<br />

Tommaso facendo puntualmente sfoggio del suo vivace spirito<br />

<strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zione e del suo amore per la <strong>di</strong>alettica «Puoi giurarci –<br />

<strong>di</strong>chiarò il Maestro con un sorriso – ti basti pensare al sacrificio del<br />

73<br />

Capitolo IX


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

primogenito da parte del re Moab. Come sai – proseguì dopo una<br />

breve pausa – i moabiti costituivano un popolo <strong>di</strong> razza affine a quella<br />

degli israeliti con i quali, in varie occasioni, furono, comunque, in<br />

guerra. È certo che praticassero sacrifici umani in onore del loro <strong>di</strong>o,<br />

Kemosh. Proprio durante una spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Israele e <strong>di</strong> Giuda contro<br />

i moabiti, il re <strong>di</strong> Moab, vistosi perso, ricorse a un gesto <strong>di</strong>sperato:<br />

prese il figlio primogenito che doveva regnare al suo posto e lo offrì<br />

in olocausto sulle mura della sua città, asse<strong>di</strong>ata da ogni parte. <strong>Il</strong> secondo<br />

Libro dei Re ci informa che si scatenò una grande ira contro gli<br />

israeliti che si allontanarono e tornarono nella loro regione». 31<br />

«Primogenito, primogeniti... – esclamò a un tratto Filippo – ma perché<br />

erano (e sono) così importanti?». «Primizie e primogeniti sono,<br />

da sempre, considerati le migliori offerte sacrificali perché si ritiene<br />

che abbiano più forza ed energia rispetto a chi viene dopo <strong>di</strong> loro –<br />

spiegò il Maestro – I primogeniti maschi degli uomini e degli animali<br />

vengono de<strong>di</strong>cati a Dio perché li ha salvati (durante il massacro dei<br />

primogeniti egiziani) da quella famosa decima piaga che costrinse il<br />

faraone a chinare la testa. Ma, per i primogeniti, oltre che onori ci<br />

sono anche oneri – riprese il Maestro – niente, comunque, che non sia<br />

rime<strong>di</strong>abile offrendo al tesoro del Tempio un adeguato riscatto in denaro,<br />

come poteva fare, probabilmente, Iefte, anziché sacrificare la<br />

figlia. Delitto <strong>di</strong> cui si macchiò (sostengono molti rabbini) per non<br />

aver approfon<strong>di</strong>to la Legge. Molto strano per uno dei più gran<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ci<br />

d’Israele.<br />

«Restiamo su questo argomento: come giu<strong>di</strong>chi quegli strani passi<br />

attribuiti a Michea e a Ezechiele che parlano dell’offerta del primogenito<br />

per espiare una grave colpa?» domandò Matteo, il <strong>di</strong>scepolo<br />

più interessato all’interpretazione delle Sacre Scritture. <strong>Il</strong> Maestro <strong>di</strong>mostrò,<br />

ancora una volta, la sua straor<strong>di</strong>naria memoria. «Ho sempre<br />

esaminato con grande perplessità quella frase <strong>di</strong> Michea (6/7: n.d.a.)<br />

e non posso che ritenerla facente parte <strong>di</strong> una cultura scandalosa che<br />

si stava estinguendo – gli rispose il Maestro – La stessa condanna – riprese<br />

– vale per il passo <strong>di</strong> Ezechiele (20/25-31: n.d.a.) dove il Divino<br />

sembra ad<strong>di</strong>rittura tollerare il sacrificio dei primogeniti. Penso sia<br />

evidente – concluse – che tutto nasca da una teologia primitiva che attribuiva<br />

al Divino istituzioni e deformazioni <strong>di</strong> cui, in realtà, erano re-<br />

74


sponsabili i teocrati del tempo. Va ricordato che Michea è vissuto almeno<br />

otto secoli prima <strong>di</strong> noi ed Ezechiele due secoli dopo Michea.<br />

Prima, cioè, che le riforme del grande Giosia 32 riuscissero a sra<strong>di</strong>care<br />

queste barbarie <strong>di</strong> origine misteriosa».<br />

Da ultimo, il Maestro accennò a una forma estrema <strong>di</strong> de<strong>di</strong>cazione<br />

(lo sterminio) che, quando veniva applicato alle città, comportava la<br />

loro totale <strong>di</strong>struzione. 33 <strong>Il</strong> riscatto non era ammesso. Le persone votate<br />

allo sterminio dovevano essere uccise tutte quante. Un vero obbrobrio.<br />

<strong>Il</strong> passato del nostro popolo riaffiorava con la violenza <strong>di</strong> una storia<br />

<strong>di</strong> sangue che sembrava rimossa. <strong>Il</strong> Maestro ricordava tutto senza<br />

pietose omissioni. La sua espressione era l’espressione <strong>di</strong> un uomo che<br />

soffriva. Anche se erano passati tanti anni.<br />

«Nei miei viaggi ho soggiornato per qualche tempo a Sidone, in Fenicia<br />

– intervenne Bartolomeo – Gli anziani <strong>di</strong> quella città parlavano,<br />

spesso, <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o ferocissimo che chiamavano Moloch. Cosa ne sai?»<br />

chiese al Maestro. «Forse – spiegò il Maestro – per Moloch non bisogna<br />

intendere solo il nome <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o assetato <strong>di</strong> sangue dei bambini<br />

(che gli venivano sacrificati nel fuoco), ma una procedura rituale riferentesi<br />

ai sacrifici in genere. I nostri saggi ci forniscono tuttora interpretazioni<br />

<strong>di</strong>verse. Questo culto poteva essere <strong>di</strong> origine fenicia<br />

anche se il Deuteronomio lo spiega come un rito della popolazione<br />

in<strong>di</strong>gena <strong>di</strong> Canaan». «Contaminò anche il nostro popolo?» domandò<br />

il taciturno Andrea, fratello <strong>di</strong> Simone detto Pietro, il pescatore <strong>di</strong><br />

Cafarnao. Io intuii che il Maestro avrebbe preferito evitare questa terribile<br />

domanda. Lo vi<strong>di</strong> immerso nei suoi pensieri per qualche istante,<br />

poi rispose con aria sicura e con quel tono <strong>di</strong> voce chiarissimo che gli<br />

era spontaneo quando doveva affrontare problemi scabrosi senza tralasciare<br />

particolari <strong>di</strong> qualche importanza.<br />

«Vorrei tanto <strong>di</strong>rti <strong>di</strong> no – rispose rivolgendosi <strong>di</strong>rettamente ad Andrea<br />

– ma non mi è possibile. La verità dolorosa – riprese – è che alcuni<br />

israeliti praticarono, clandestinamente o meno, questo culto per<br />

un periodo <strong>di</strong> tempo che va da 735 a 575 anni fa. Tale pratica, con la<br />

specifica menzione <strong>di</strong> Moloch, si trova, infatti, in quattro testi <strong>di</strong><br />

ferma condanna (Lv: 18/21-20/2-5; 2 Re: 23/10; Geremia 32/35:<br />

n.d.a.). Evidentemente, le riforme <strong>di</strong> Giosia, che prevedevano la sop-<br />

75<br />

Capitolo IX


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

pressione <strong>di</strong> ogni traccia <strong>di</strong> culti stranieri e l’eliminazione <strong>di</strong> luoghi <strong>di</strong><br />

culto esterni, stavano ottenendo successi notevolissimi, ma non erano<br />

ancora riuscite a eliminare del tutto la pratica <strong>di</strong> questi orrori che<br />

coinvolgevano fanciulli in tenera età. Ne abbiamo già parlato».<br />

«Comunque sia – intervenne Simone detto Pietro – anche questi<br />

orrori ci in<strong>di</strong>cano l’esigenza dell’uomo <strong>di</strong> essere perdonato dall’Essere<br />

Supremo. Abbiamo già visto – proseguì – che tu sei accusato <strong>di</strong> perdonare<br />

i peccati senza ricorrere ai riti previsti dal nostro culto. È un<br />

fatto definito gravissimo, quasi una bestemmia. Come dobbiamo <strong>di</strong>fenderci?<br />

Cosa dobbiamo rispondere? Le domande che ci vengono<br />

poste sono semplici: chi è quest’uomo che cerca sempre il perdono <strong>di</strong><br />

Dio e chi è questo Dio che sembra sempre <strong>di</strong>sposto a concederglielo?<br />

Quando affrontiamo questi argomenti e i guar<strong>di</strong>ani della Legge ci tendono,<br />

<strong>di</strong> continuo, tranelli su tranelli...».<br />

Forse, senza neanche accorgersene, Simone detto Pietro aveva<br />

posto una domanda che avrebbe evidenziato quanto il percorso del<br />

Maestro finisse per allontanarsi dall’ortodossia giudaica. <strong>Il</strong> Maestro se<br />

ne rese conto e iniziò a rispondere lentamente, cercando con cura le<br />

parole più giuste.<br />

«Dio sa perfettamente, caro Pietro, <strong>di</strong> quale materia siamo plasmati<br />

– iniziò –. Non sarò certo io a ricordarti quanto recita il salmo 103<br />

(Dio è amore n.d.a.). Le Sacre Scritture ci parlano chiaramente della<br />

cecità dell’uomo e della sua inclinazione verso il peccato cui fa da<br />

contraltare, però, la propensione <strong>di</strong> Dio al perdono. <strong>Il</strong> sistema <strong>di</strong> culto<br />

attualmente previsto – ricordò – comporta sacrifici <strong>di</strong> espiazione accompagnati<br />

da un pentimento sincero e da un fermo proposito <strong>di</strong> non<br />

cadere <strong>di</strong> nuovo nel peccato. <strong>Il</strong> nostro maestro Giovanni Battista ci<br />

ha in<strong>di</strong>cato, anche lui, un rito tutto basato sulla confessione dei propri<br />

peccati, sul pentimento e sul desiderio <strong>di</strong> conversione, ma non ha<br />

mai parlato <strong>di</strong> riti sacrificali, che <strong>di</strong>ventano inutili in un rapporto <strong>di</strong>retto<br />

fra uomo e Dio. Ditelo a chi ci critica».<br />

«Maestro – intervenne ancora Pietro – io ero presente quando, a<br />

Cafarnao, guaristi un paralitico dopo avergli perdonato i peccati. Ti<br />

posso assicurare – proseguì – che alcuni scribi erano furenti. “Chi può<br />

rimettere i peccati se non Dio?” <strong>di</strong>cevano battendosi il petto. Sii prudente,<br />

ti prego o te la faranno pagare...». «Io, invece, riven<strong>di</strong>co que-<br />

76


sto mio potere <strong>di</strong> perdonare i peccati – fu la risposta del Maestro – e<br />

continuerò a esercitarlo durante tutta la mia missione». Vi<strong>di</strong> che Pietro<br />

si passava una mano tra i capelli. Un brivido mi attraversò la<br />

schiena. Avevo paura.<br />

«Alla luce <strong>di</strong> quanto hai detto – domandò Giuda <strong>di</strong> Kerijot – mi<br />

chiedo se il comandamento <strong>di</strong> non uccidere, nella sua raccomandazione<br />

così sintetica, si riferisca solo agli uomini o comprenda anche gli<br />

animali». «Può darsi – rispose il Maestro – che il comandamento non<br />

escluda gli animali. Dice, infatti “non uccidere” anziché “non commettere<br />

omici<strong>di</strong>o”, quasi volesse inaugurare una nuova mentalità nei<br />

confronti degli animali e della natura in genere. Da parte mia – concluse<br />

– mi auguro che, in futuro, si pratichi con gli animali un rapporto<br />

più dolce rispetto a quello attuale. Rendere onore a Dio significa<br />

anche onorare le sue creature. I nostri sacerdoti dovrebbero tenerne<br />

conto. Dio non ha bisogno <strong>di</strong> sentire l’odore <strong>di</strong> animali inutilmente<br />

sacrificati. Dio è sopra a queste miserie».<br />

«Maestro – intervenne Matteo, il pubblicano pentito, andando subito<br />

al nocciolo del problema – io quella gente la conosco molto meglio<br />

<strong>di</strong> te. È gente arida, calcolatrice, incapace <strong>di</strong> affetti. Tu,<br />

sostenendo un contatto <strong>di</strong>retto fra l’uomo e Dio, togli loro sia il potere<br />

religioso sia il controllo sull’in<strong>di</strong>viduo e sulle masse. Se ti <strong>di</strong>chiari<br />

ostile ai sacrifici finisci, poi, per danneggiare i loro affari che, ti assicuro,<br />

sono tanti, leciti e illeciti. Tu – concluse – parli del Tempio come<br />

qualcosa <strong>di</strong> sacro. Fossi in te, accetterei il fatto che è <strong>di</strong>ventato simile<br />

a una spelonca <strong>di</strong> ladri e <strong>di</strong> complici <strong>di</strong> ladri». «Se vuoi – intervenne<br />

a questo punto Giuda <strong>di</strong> Kerijot rivolgendosi <strong>di</strong>rettamente al Maestro<br />

– ho qualche amico fra i sacerdoti del Tempio. Mi è, quin<strong>di</strong>, possibile<br />

sentire cosa pensano <strong>di</strong> te e della nostra comunità, così potremo decidere<br />

meglio le nostre prossime mosse». «Grazie Giuda – gli rispose<br />

il Maestro – quello che vuoi fare, fallo subito».<br />

Giuda raccolse il mantello e la bisaccia, fece un cenno <strong>di</strong> saluto e<br />

uscì dalla casupola accostando con delicatezza la pesante porta <strong>di</strong><br />

legno. Matteo, che era seduto vicino a me, mi rivolse uno sguardo<br />

pieno <strong>di</strong> scetticismo. «Stiamo cercando <strong>di</strong> togliere a quella gente denaro<br />

e potere. Come vuoi che ci giu<strong>di</strong>chino?» mi <strong>di</strong>sse sottovoce, cacciando<br />

una zanzara che continuava a posarglisi sulla fronte.<br />

77<br />

Capitolo IX


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

«Come siamo giu<strong>di</strong>cati?» chiese il Maestro, quasi avesse colto lo<br />

scetticismo <strong>di</strong> Matteo. «Siamo giu<strong>di</strong>cati – riprese – incapaci <strong>di</strong> governarci<br />

senza la salvaguar<strong>di</strong>a della Legge che deve essere interpretata<br />

dai sacerdoti e posta sopra a tutto e a tutti, anche sopra l’amore. Cosa<br />

che – concluse accigliato – io non posso con<strong>di</strong>videre».<br />

NOTE CAPITOLO IX<br />

31. II Re 3-27.<br />

32. Giosia regnò durante la seconda metà del VII secolo A.E.V. Mise il rispetto della<br />

Legge al centro della sua riforma. Volle che tutto il culto fosse centralizzato a Gerusalemme,<br />

che i santuari sui monti, <strong>di</strong>sseminati in tutto il regno, fossero <strong>di</strong>strutti,<br />

che venissero abolite le usanze pagane e che si ripristinasse la festa della Passah<br />

(la Pasqua) <strong>di</strong>menticata dal tempo dei giu<strong>di</strong>ci.<br />

33. <strong>Il</strong> cosiddetto voto <strong>di</strong> sterminio = consacrazione a Dio <strong>di</strong> persone e <strong>di</strong> beni materiali.<br />

Ve<strong>di</strong> (a titolo <strong>di</strong> esempio) Giosuè 10/28 e seguenti.<br />

78


CAPITOLO X<br />

Lazzaro, il fratello <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e <strong>di</strong> Marta <strong>di</strong> Betania, sta per morire. Gesù<br />

accorre al suo capezzale e compie un vero e proprio miracolo. Tornato<br />

alla vita Lazzaro narra a Gesù cosa ha provato nelle lunghe ore in cui<br />

ha lasciato il nostro mondo. Dopo qualche tempo, Gesù rivela a <strong>Maddalena</strong><br />

com’è stato possibile far “resuscitare” Lazzaro. Molti anziani<br />

del Tempio temono la popolarità che Gesù sta conquistando. I rapporti<br />

fra Gesù e il Sinedrio s’inaspriscono sempre <strong>di</strong> più.<br />

79


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

80


La riunione sarebbe durata a lungo se <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Betania (che quel<br />

giorno si era assentata più volte) non fosse tornata e non si fosse precipitata<br />

dal Maestro rivelandogli, evidentemente, qualcosa <strong>di</strong> grave.<br />

<strong>Il</strong> motivo della sua agitazione la giustificava, comunque, ampiamente:<br />

suo fratello Lazzaro era in punto <strong>di</strong> morte e <strong>Maria</strong> pensava che solo il<br />

Maestro potesse salvarlo così come aveva fatto con la fanciulla <strong>di</strong> Cafarnao<br />

e con il figlio della vedova <strong>di</strong> Nain.<br />

<strong>Il</strong> Maestro fece un sospiro profondo, mi lanciò uno <strong>di</strong> quei suoi<br />

sguar<strong>di</strong> che mi facevano tremare dall’emozione e «seguimi» mi <strong>di</strong>sse<br />

con semplicità, senza aggiungere altro. Io e <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Betania lo seguimmo<br />

, quin<strong>di</strong>, mentre attraversava quel tratto <strong>di</strong> il deserto che ci<br />

separava dalla casa <strong>di</strong> Lazzaro.<br />

Finalmente, dopo essersi fatto largo fra la ressa <strong>di</strong> parenti e amici,<br />

il Maestro si sedette vicino a Lazzaro. Notai che era ancora vivo anche<br />

se la sua voce si affievoliva sempre <strong>di</strong> più fino a smorzarsi del tutto. <strong>Il</strong><br />

Maestro gli posò una mano fra i riccioli neri e gli sorrise come si sorride<br />

all’amico più caro. Fra le ombre del dormiveglia che precede la<br />

morte, Lazzaro non ce la faceva più a parlare, ma ringraziava il Maestro<br />

con sguar<strong>di</strong> pieni <strong>di</strong> riconoscenza. <strong>Maria</strong> piangeva in silenzio, abbracciata<br />

a sua sorella Marta. <strong>Il</strong> Maestro cercò <strong>di</strong> rassicurarle:<br />

«Coraggio, non temete! <strong>Il</strong> nostro Dio verrà a salvarlo». Ma, dopo una<br />

promessa così audace, le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Lazzaro, anziché migliorare,<br />

peggiorarono, cadde in uno stato <strong>di</strong> totale incoscienza e spirò. La situazione<br />

appariva, ormai, compromessa.<br />

A questo punto, accadde l’inverosimile. Gesù or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> portare Lazzaro<br />

in <strong>di</strong>sparte, lontano dalla folla <strong>di</strong> parenti e amici. Dopo, alzò gli<br />

occhi verso il cielo, quasi ad invocare la protezione del Padre e si inginocchiò<br />

accanto al suo corpo accertandosi che fosse ben <strong>di</strong>steso e<br />

81<br />

Capitolo X


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

adagiato sulla nuda terra. Quin<strong>di</strong>, appoggiò il palmo <strong>di</strong> una mano nel<br />

centro del suo torace, le sovrappose l’altra mano e, tenendo le braccia<br />

<strong>di</strong>ritte, iniziò a premere con grande forza, ritmando i movimenti.<br />

Guardai per qualche istante il Maestro. <strong>Il</strong> suo viso era il viso <strong>di</strong> un<br />

uomo calmo e sicuro <strong>di</strong> quello che stava facendo.<br />

A un tratto, chiese un panno <strong>di</strong> lino a <strong>Maria</strong> che glielo porse imme<strong>di</strong>atamente.<br />

<strong>Il</strong> Maestro mise il panno <strong>di</strong> lino sulla bocca <strong>di</strong> Lazzaro, vi<br />

pose le sue labbra e, mentre continuava a premere con forza il centro<br />

del suo torace, iniziò a soffiare, bocca a bocca, dentro un corpo che<br />

sembrava ancora inanimato.<br />

L’ansia, il dolore e la paura stavano ormai impossessandosi <strong>di</strong> tutti i<br />

presenti quando Lazzaro riaprì gli occhi. <strong>Il</strong> Maestro aveva vinto la<br />

morte. <strong>Il</strong> suo volto era sudato e scavato. Era il volto <strong>di</strong> un angelo stanco.<br />

Lazzaro, in un angolo della stanza, abbracciava le sorelle e chiedeva<br />

da mangiare. I parenti e gli amici sfollavano lentamente, ansiosi<br />

<strong>di</strong> raccontare quello che era successo. <strong>Il</strong> Maestro, stroncato dalla tensione<br />

e dalla fatica, si era steso sulla nuda terra, finalmente sereno.<br />

Quando si risvegliò volle sapere da Lazzaro cosa avesse provato<br />

nelle sue lunghe ore <strong>di</strong> “assenza” dal nostro mondo.<br />

«Mi sembrava – incominciò Lazzaro che si era totalmente ripreso<br />

e appariva in buona forma – che il tempo scorresse più velocemente;<br />

anche i miei pensieri erano più chiari e più veloci. Mi sembrava <strong>di</strong><br />

essere circondato da una musica dolcissima e da una luce <strong>di</strong>vina. Ho<br />

avuto – proseguì – la sensazione <strong>di</strong> dovermi separare dal mio corpo e<br />

<strong>di</strong> arrivare a un punto <strong>di</strong> non ritorno. Pensai ai miei affetti più cari e<br />

mi apparvero Marta e <strong>Maria</strong> <strong>di</strong>cendomi che non mi avrebbero abbandonato<br />

mai. Dopo questa meravigliosa esperienza, voglio improntare<br />

la mia vita su valori <strong>di</strong>versi da quelli <strong>di</strong> prima. Voglio – concluse – essere<br />

un tuo <strong>di</strong>scepolo».<br />

«Per il momento riposati – gli rispose il Maestro – Ti chiamerò io<br />

quando sarà il momento». Salutammo Marta e <strong>Maria</strong> e c’incamminammo<br />

alla volta del nostro rifugio. La voce della “miracolosa” guarigione<br />

<strong>di</strong> Lazzaro si era sparsa, intanto, con la velocità <strong>di</strong> un lampo e<br />

molti malati si inchinavano al passaggio del Maestro. Tre o quattro<br />

riuscirono a toccargli la veste. Sapemmo, più tar<strong>di</strong>, che sostenevano<br />

<strong>di</strong> averne ricavato un beneficio imme<strong>di</strong>ato.<br />

82


Gesù mi aveva mostrato qualcosa <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario ed io lo vedevo,<br />

ancora <strong>di</strong> più, come un essere misterioso, tutto da decifrare. «Ma dove<br />

hai imparato tutte queste cose?» gli chiesi a un tratto. «Dagli esseni – mi<br />

rispose con semplicità – Mi hanno insegnato – proseguì – come trasferire<br />

energia anche ai pazienti in con<strong>di</strong>zioni critiche. È necessario, comunque,<br />

che l’organismo interessato sia ancora in grado <strong>di</strong> recepire gli<br />

stimoli terapeutici. Gli esseni la sanno lunga su tutto questo – concluse<br />

– anche se i veri maestri restano i greci». S’interruppe per qualche<br />

istante, poi: «Fai tesoro <strong>di</strong> questa esperienza. Può darsi che, in futuro,<br />

ti possa servire – aggiunse con un sorriso malinconico – Lazzaro non era<br />

morto, ma stava per morire. Potrebbe accadere a me come a ogni altro<br />

<strong>di</strong>scepolo della nostra piccola comunità. Uomo o donna che sia».<br />

Quasi a destinazione, ci venne incontro Giacomo, figlio <strong>di</strong> Zebedeo<br />

e fratello <strong>di</strong> Giovanni, il più concreto del nostro gruppo. Giacomo era<br />

stato informato della miracolosa guarigione <strong>di</strong> Lazzaro e sembrava più<br />

preoccupato che felice. <strong>Il</strong> Maestro glielo fece notare e Giacomo, dopo<br />

un attimo <strong>di</strong> esitazione, entrò in argomento: «Maestro – iniziò pesando<br />

con cura ogni parola – molti giudei hanno assistito al risveglio <strong>di</strong> Lazzaro<br />

e oggi credono in te. Ma alcuni <strong>di</strong> loro sono andati dai farisei e<br />

hanno riferito (non so come) quello che tu hai fatto. Giuda ci ha detto<br />

che i sacerdoti si sono riuniti subito e che sono molto allarmati. Che<br />

facciamo? si chiedono. Quest’uomo compie molti segni e, se lo lasciamo<br />

fare, tutti crederanno in lui con il risultato che interverranno<br />

i romani e <strong>di</strong>struggeranno il nostro Tempio e la nostra nazione».<br />

«Cosa intendono fare?» domandò il Maestro. «<strong>Il</strong> sommo sacerdote<br />

– gli rispose Giacomo – è arrivato a conseguenze estreme: meglio che<br />

un solo uomo muoia piuttosto che l’intera nazione perisca. Purtroppo,<br />

salvo Nicodemo e Giuseppe <strong>di</strong> Arimatea, 34 sono tutti d’accordo con<br />

lui. Maestro – suggerì Giacomo – devi essere molto (ma molto) prudente.<br />

Cerca <strong>di</strong> seguire i consigli <strong>di</strong> Giuda. Lui ha sentito i sacerdoti<br />

con le sue orecchie. Ed è un uomo che ti vuole molto bene».<br />

Raggiungemmo, quin<strong>di</strong>, gli “altri” e trovammo solo facce scure e<br />

preoccupate. Solo Giovanni non aveva perso il suo proverbiale buonumore.<br />

Giuda confermò tutto quanto ci aveva anticipato Giacomo sottolineando<br />

anche che gli anziani del Tempio sobillavano il popolo ricor-<br />

83<br />

Capitolo X


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

rendo alla loro proverbiale astuzia. «A conclusione <strong>di</strong> tutto – sintetizzò<br />

Giuda rivolgendosi al Maestro – visto che i membri del Sinedrio<br />

hanno deciso <strong>di</strong> ucciderti, il consiglio più valido che posso darti è<br />

quello <strong>di</strong> nasconderti». «Dovunque vai ti seguiremo» intervenne Simone<br />

detto Pietro, impulsivo e combattivo come sempre.<br />

Gesù ascoltò i consigli <strong>di</strong> Giuda ed evitò, in quei giorni, <strong>di</strong> farsi vedere<br />

in pubblico fra i giudei. Dopo qualche giorno, si ritirò nella regione<br />

vicina al deserto, in una piccola città chiamata Efraim dove si<br />

trattenne con alcuni dei suoi <strong>di</strong>scepoli. Intanto, i sacerdoti avevano<br />

dato or<strong>di</strong>ne che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse per<br />

consentirne l’arresto.<br />

La Pasqua era vicina e il Maestro, <strong>di</strong>menticando i consigli <strong>di</strong> Giuda,<br />

si recò a Betania per far visita a Lazzaro e alle sue sorelle. In quei<br />

giorni, molti giudei vennero a sapere dove si trovava e accorsero non<br />

solo per vedere il Maestro, ma anche per accertarsi che Lazzaro fosse<br />

ancora vivo e vegeto. I sacerdoti avevano compreso subito quanto<br />

questo “miracolo” potesse metterli in <strong>di</strong>fficoltà e, sicuramente, si sforzavano<br />

<strong>di</strong> darne una spiegazione convincente senza, peraltro, riuscirci.<br />

Dal canto suo, il Maestro affrontava gli eventi con una sicurezza<br />

che cresceva <strong>di</strong> giorno in giorno. Sempre sorridente, curava, consolava<br />

e ricordava a tutti il prossimo avvento del Regno mentre i farisei,<br />

velenosi e sdegnati, continuavano a ripetere che bisognava<br />

impe<strong>di</strong>re che la folla gli andasse <strong>di</strong>etro acclamandolo. <strong>Il</strong> suo potere<br />

faceva loro paura.<br />

Nel frattempo, Caifa (il sommo sacerdote) e gli anziani più autorevoli<br />

del Sinedrio, temendo <strong>di</strong> essere colpiti nei loro interessi e nel loro<br />

potere, sceglievano la strada dell’inganno e confermavano il massimo<br />

rigore nei nostri confronti. Nessuna <strong>di</strong>sponibilità, quin<strong>di</strong>, né al <strong>di</strong>alogo<br />

né al confronto con chi cercava <strong>di</strong> <strong>di</strong>re qualcosa <strong>di</strong> nuovo e <strong>di</strong> giusto.<br />

In un momento del genere, il Maestro decise coraggiosamente <strong>di</strong><br />

entrare nella città santa assieme ai suoi <strong>di</strong>scepoli. L’accoglienza che gli<br />

venne tributata fu degna <strong>di</strong> un re. Ricordo soprattutto le donne: tagliavano<br />

i rami degli alberi e li stendevano sulla via come fossero dei<br />

tappeti. Molti gridavano “Osanna al figlio <strong>di</strong> Davide!”. Un’acclamazione<br />

entusiastica che fece andare su tutte le furie i sacerdoti e gli<br />

scribi, ma il Maestro non se ne curò più <strong>di</strong> tanto. Anzi, entrato nel<br />

84


Tempio, scacciò tutti quelli che compravano e vendevano, rovesciò i<br />

tavoli dei cambiavalute e i banchi dei ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> animali, complici<br />

dei sacerdoti e degli anziani del Tempio.<br />

Questa azione, così violenta e inaspettata, rafforzò un ostracismo<br />

ferocissimo nei suoi confronti. I componenti del Sinedrio si <strong>di</strong>mostravano<br />

più preoccupati che mai del pericolo che venisse colpito sia il<br />

cuore dell’economia <strong>di</strong> Gerusalemme sia il centro dei loro personali<br />

interessi. Molti <strong>di</strong> loro si chiedevano da quale fonte venisse l’autorità<br />

del nostro Maestro, ma nessuno sembrava in grado <strong>di</strong> dare una risposta<br />

convincente. I potenti si affannavano inutilmente, in quei momenti,<br />

nella ricerca <strong>di</strong> capi d’accusa.<br />

Ma quei giorni terribili furono anche giorni <strong>di</strong> critiche chiare e <strong>di</strong>chiarate<br />

nei confronti dei sacerdoti, degli scribi e degli anziani. <strong>Il</strong> Maestro<br />

li definì pubblicamente ipocriti, pigri, vanitosi e <strong>di</strong>sonesti. In più,<br />

assetati del potere, dei privilegi che ne derivano e incuranti degli aspetti<br />

fondamentali della Legge, quali la giustizia, la misericor<strong>di</strong>a e la fedeltà.<br />

Arrivò a definirli “guide cieche” e “serpenti e razza <strong>di</strong> vipere”. Li accusò<br />

<strong>di</strong> non aver accolto la parola <strong>di</strong> Giovanni Battista e profetizzò che<br />

avrebbero perso il favore <strong>di</strong> Dio. Ma una sua frase non gli fu mai perdonata.<br />

È quando alzò la voce fino a gridare: «In verità, in verità vi <strong>di</strong>co<br />

che i pubblicani e le prostitute vi passeranno avanti nel Regno <strong>di</strong> Dio»,<br />

una frase terribile che poteva essere lavata solo col sangue. Chi si riteneva<br />

offeso iniziò, da qual momento, a preparare la sua vendetta.<br />

Quella sera il Maestro lasciò il Tempio e s’incamminò verso la casa<br />

<strong>di</strong> Lazzaro per passarvi la notte. Io ero già lì ad attenderlo. Capii subito<br />

che non si sarebbe mai arreso e che avrebbe combattuto fino alla<br />

vittoria o fino alla sconfitta che riteneva, comunque, assurda e impossibile.<br />

Più tar<strong>di</strong>, mentre ero stesa al suo fianco, mi parlò ancora<br />

del suo sogno, quello cioè che l’uomo riuscisse a superare il suo egoismo<br />

trasformandolo in amore. La sua missione era quella <strong>di</strong> cambiare<br />

il suo mondo sottraendolo ai sacerdoti e al potere politico.<br />

Io tacevo e ascoltavo, felice che si confidasse con me. <strong>Il</strong> mio era un<br />

amore vero, non come quelle passioni che finiscono alle prime <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Ero, comunque, perfettamente al corrente <strong>di</strong> quanto fossero pericolose<br />

le persone con le quali il Maestro si era scontrato e temevo<br />

per la sua vita.<br />

85<br />

Capitolo X


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

Quando pensavo che la morte potesse strapparmelo soffrivo in<br />

modo che non posso descrivere. Spesso collegavo questo pensiero orrendo<br />

a quel <strong>segreto</strong> che mi sarebbe stato rivelato e che poteva cambiare<br />

la mia vita. Non riuscivo, però a trovare nessun nesso logico e<br />

finivo per ricadere nel mio continuo stato d’ansia. Gli unici momenti<br />

in cui riuscivo a <strong>di</strong>strarmi erano quelli in cui il Maestro mi parlava dei<br />

suoi meto<strong>di</strong> terapeutici. Lo ascoltavo in silenzio e, quando me lo chiedeva,<br />

cercavo <strong>di</strong> assisterlo <strong>di</strong>mostrando, se non altro, tutta la mia<br />

buona volontà.<br />

Ero l’unica persona alla quale il Maestro rivelasse i suoi segreti.<br />

NOTE CAPITOLO X<br />

34. Membri del Sinedrio giudaico appartenenti al gruppo dei farisei. Entrambi apprezzavano<br />

Gesù come Maestro in Israele.<br />

86


CAPITOLO XI<br />

Gesù e <strong>Maddalena</strong> conoscono la gioia <strong>di</strong> amare e <strong>di</strong> essere amati. <strong>Maddalena</strong><br />

è, comunque, asse<strong>di</strong>ata da oscuri presentimenti. Si avvicina la<br />

Pasqua e i <strong>di</strong>scepoli si preparano a festeggiarla con una cena a base <strong>di</strong><br />

pane e <strong>di</strong> vino. Terminata la cena, Gesù cade in un tranello or<strong>di</strong>to dai<br />

capi del Sinedrio. Segue il suo arresto. La vendetta dei potenti nei suoi<br />

confronti si avvicina.<br />

87


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

88


Quella sera, nel giar<strong>di</strong>no davanti alla casa <strong>di</strong> Lazzaro, ci coricammo vicini.<br />

Di notte, faceva ancora freddo e io ne approfittai per stringere il<br />

mio corpo al corpo del Maestro. Quello che provavo per lui s’inseriva<br />

in un progetto d’amore nel quale l’attrazione fisica si trasformava in<br />

desiderio <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> tenerezza. Ma il Maestro sembrava non corrispondermi.<br />

La sua vita si basava, tutta, sulla sua missione. Aveva timore<br />

dei legami, quasi che gli facessero perdere la sua libertà d’azione.<br />

Pietro mi aveva raccontato un episo<strong>di</strong>o che risaliva a quando il Maestro<br />

si era ritirato nel deserto per verificare se fosse abbastanza forte<br />

per vincere le tentazioni. In quell’occasione, le tentazioni furono<br />

molte, ma il Maestro riuscì a respingerle tutte. Tranne una...<br />

«Puoi parlarmene?» chiesi a Pietro. Pietro mi rivolse uno sguardo<br />

d’intesa, poi: «<strong>Il</strong> Maestro era sdraiato a terra in uno stato <strong>di</strong> dormiveglia,<br />

stremato dalla debolezza, quando gli apparve una giovane donna<br />

<strong>di</strong> una bellezza indescrivibile – iniziò –. Riposava languidamente con<br />

lo sguardo socchiuso, in atteggiamento puro e innocente. Sorrise al<br />

Maestro con tenerezza, aprì le braccia e lo invitò a entrare nel suo<br />

corpo meraviglioso. Qualcuno lo aiutò. Mentre stava per cedere trovò<br />

la forza <strong>di</strong> guardarla e, a un tratto, vide apparire al posto del suo volto<br />

bellissimo le linee spaventose <strong>di</strong> un teschio, simbolo della morte. <strong>Il</strong><br />

Maestro – concluse Pietro – credeva <strong>di</strong> abbracciare un angelo e, invece,<br />

stava per abbracciare Satana, il principe delle tenebre. <strong>Il</strong> Maestro<br />

lo respinse con forza, <strong>di</strong>sgustato e terrorizzato per il pericolo che<br />

aveva corso». 35 «Ma io non sono il <strong>di</strong>avolo...» mi scappò detto quando<br />

Pietro finì il suo racconto. Ma Pietro non raccolse la mia allusione.<br />

<strong>Il</strong> Maestro continuava a dormire e io lo stringevo teneramente fra<br />

le mie braccia. Fu in quei momenti che mi accorsi <strong>di</strong> un’anomalia che<br />

riguardava il suo fisico. <strong>Il</strong> suo cuore, il suo grande cuore, batteva con<br />

89<br />

Capitolo XI


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

regolarità, ma con una lentezza sorprendente. Cercai <strong>di</strong> confrontare<br />

i battiti del suo cuore con i battiti del mio e rimasi stupita. Ogni tre o<br />

quattro battiti del mio cuore il suo ne faceva solo uno. Pensai che<br />

fosse nato così oppure che, durante i suoi soggiorni fra gli esseni,<br />

avesse appreso tecniche <strong>di</strong> respirazione ancora sconosciute. Decisi,<br />

comunque, <strong>di</strong> non fargli domande in<strong>di</strong>screte. Mi girai più volte per<br />

trovare la posizione giusta. Alla fine entrai in un sonno carico <strong>di</strong> incubi<br />

spaventosi: Sara veniva dal mondo dei morti per rivelarmi la<br />

morte del Maestro sulla croce. Sorrideva mentre mi gettava nel buio<br />

<strong>di</strong> una crisi atroce. <strong>Il</strong> suo volto era l’immagine devastante della pazzia.<br />

Cercavo <strong>di</strong> scacciarla dalla mia mente, ma non ci riuscivo. Ci riuscì,<br />

invece, il Maestro svegliandomi con un bacio tenerissimo sulle<br />

labbra. Per qualche istante, mi sentii come quando ero piccola: una<br />

bambina assetata <strong>di</strong> baci e <strong>di</strong> carezze che, senza la protezione <strong>di</strong> una<br />

madre e senza la compagnia <strong>di</strong> fratelli, cercava <strong>di</strong> capire il mondo dei<br />

gran<strong>di</strong>, senza riuscirci. Ma adesso non ero più quella bambina. Ero<br />

una donna. Una donna giovane e bella che il Maestro stava guardando<br />

con naturale desiderio <strong>di</strong> un uomo forte e giovane.<br />

<strong>Il</strong> cielo si stava lentamente imbiancando mentre il sole si preparava<br />

a uscire all’orizzonte. In quei momenti magici, quello che mi<br />

sembrava impossibile si avverò e i nostri corpi si unirono e si smarrirono<br />

in un abbraccio purissimo che ci veniva da Dio. Avevamo scoperto,<br />

finalmente, quanta dolcezza ci fosse nell’amare e nell’essere<br />

amati.<br />

Dopo l’abbraccio, il Maestro si chiuse in un mutismo che feriva la<br />

mia sensibilità. Pensai che mi incolpasse della morte <strong>di</strong> Sara col risultato<br />

che i sensi <strong>di</strong> colpa ripresero a tormentarmi. Cominciai a piangere,<br />

ma il Maestro non se ne accorse. Evidentemente, le mie lacrime<br />

non si vedevano... «Cos’hai? – gli chiesi a un tratto – cosa ti ho fatto?<br />

Perché mi tratti così?». Gesù mi guardò negli occhi con sguardo fisso<br />

e assorto: «Tu non hai colpa – mi rispose – Tu per me rappresenti la<br />

vita, ma spesso sento come se la mia vita stesse per finire. Mi sento<br />

solo ed è come se la mia solitu<strong>di</strong>ne anticipasse la morte». Mi accarezzò<br />

il viso e: «Ma non è tutto – riprese – è come se qualcuno mi inseguisse.<br />

Come se qualcuno volesse impadronirsi del mio spirito per<br />

90


amarmi o per annientarmi. Io – concluse – non so se si tratta della<br />

grazia <strong>di</strong> Dio o della male<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Satana».<br />

Tacque per qualche istante. Quin<strong>di</strong>, si stese <strong>di</strong> nuovo accanto a me,<br />

mi abbracciò ancora (facendomi provare una gioia immensa) e si addormentò<br />

fra le mie braccia. Gli accarezzai a lungo il volto scavato dalla fatica<br />

e dalle privazioni e scoppiai a piangere <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> tenerezza.<br />

“È come se qualcuno mi inseguisse. Come se qualcuno volesse impadronirsi<br />

del mo spirito per amarmi e per annientarmi. Non so se si<br />

tratta della grazia <strong>di</strong> Dio o della male<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Satana”. Questa frase<br />

appena pronunciata da Gesù, mi preoccupava. Come dovevo immaginarmi<br />

queste due forze che si contendevano il suo spirito? Filippo,<br />

un giorno, ci aveva detto che alcuni sapienti geci non credevano in<br />

Dio e in Satana nei termini in cui ci credevamo noi. Sostenevano che,<br />

anziché un solo <strong>di</strong>o, ne esistessero due, magari uguali come gemelli,<br />

ma totalmente opposti sul piano morale e, quin<strong>di</strong>, in lotta eterna fra<br />

loro. Erano questi i due dei che lottavano per impadronirsi dello spirito<br />

del Maestro? Forse, solo in futuro, avrei avuto una risposta.<br />

Si avvicinava, intanto, la festività più cara al popolo d’Israele. <strong>Il</strong><br />

primo giorno degli azzimi. 36 I <strong>di</strong>scepoli si avvicinarono, quin<strong>di</strong>, a Gesù<br />

e gli chiesero: «Dove vuoi che prepariamo per festeggiare la Pasqua?».<br />

Gesù <strong>di</strong>ede le <strong>di</strong>sposizioni necessarie e, venuta la sera, si mise a mensa<br />

con i do<strong>di</strong>ci. In più, <strong>di</strong>spose che io sedessi al suo fianco provocando,<br />

così, la reazione gelosa da parte <strong>di</strong> molti, specie <strong>di</strong> Pietro, scontroso e<br />

taciturno. Io sedevo alla destra del Maestro. Alla sua sinistra c’era<br />

Giuda <strong>di</strong> Kerijot, l’uomo che, <strong>di</strong>etro incarico del Maestro, teneva i<br />

contatti con i sacerdoti del Tempio.<br />

Mentre tutti stavano mangiando, il Maestro spezzò il pane, lo bene<strong>di</strong>sse<br />

e lo <strong>di</strong>ede ai <strong>di</strong>scepoli. Quin<strong>di</strong>, prese il calice e, dopo aver reso<br />

grazie, lo <strong>di</strong>ede loro annunciando, con parole oscure, una nuova era<br />

che sarebbe iniziata grazie alla loro fede. I <strong>di</strong>scepoli si passarono il calice<br />

<strong>di</strong> vino, silenziosi, cercando <strong>di</strong> interpretare il messaggio che avevano<br />

appena ricevuto. Chiuso il cerchio, Simone lo zelota porse il<br />

calice anche a me. Lo ringraziai con un sorriso e vi intinsi le labbra.<br />

Quel vino sapeva <strong>di</strong> sangue. Un presentimento <strong>di</strong> morte, vago e confuso,<br />

tornò a dominare la mia anima tormentata e inquieta.<br />

91<br />

Capitolo XI


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

<strong>Il</strong> Maestro parlava familiarmente con Giuda. Sembrava che due sacerdoti<br />

avessero manifestato il desiderio <strong>di</strong> conoscerci meglio. Apprezzavano<br />

il messaggio del Maestro, volevano confrontarsi con lui e<br />

chiedevano <strong>di</strong> poterlo incontrare in <strong>segreto</strong>. «Ai Getsemani, ai pie<strong>di</strong><br />

del Monte degli Ulivi, nella valle del Cedron. Stanotte stessa» <strong>di</strong>sse il<br />

Maestro a Giuda, che si incamminò alla volta <strong>di</strong> Gerusalemme.<br />

«Quello che devi fare fallo al più presto». 37 Furono le ultime parole<br />

che il Maestro <strong>di</strong>sse a Giuda, mai più pensando a un tranello.<br />

Quella notte, ai Getsemani, il Maestro era taciturno, spento e abbattuto.<br />

Fu colto da una tristezza così forte da cercare conforto in Pietro<br />

e nei due figli <strong>di</strong> Zebedeo, Giacomo e Giovanni. Ma i tre <strong>di</strong>scepoli<br />

erano crollati sotto il peso della giornata e dormivano pesantemente.<br />

Io stessa feci una gran fatica a restare sveglia. Finsi <strong>di</strong> pregare per qualche<br />

minuto, assieme al Maestro. Poi, persi letteralmente conoscenza.<br />

Mi svegliò la voce <strong>di</strong> Giuda. Stava vicino al Maestro che parlava<br />

con due sacerdoti dall’aspetto benevolo e rassicurante. Notai che l<br />

Maestro aveva ritrovato il suo tono vigoroso e carismatico. Al suo<br />

confronto, i due sacerdoti apparivano come personcine fiacche, deboli<br />

e sbia<strong>di</strong>te.<br />

Stavo ancora fra il sonno e la veglia quando vi<strong>di</strong> che Giuda si avvicinava<br />

al Maestro baciandolo e abbracciandolo con forza, quasi volesse<br />

proteggerlo. Lo vi<strong>di</strong> piangere a <strong>di</strong>rotto mentre ripeteva con voce convulsa:<br />

«Rabbì, io non volevo. Ti giuro: hanno ingannato anche me!».<br />

Dietro <strong>di</strong> lui, una folla armata <strong>di</strong> spade e <strong>di</strong> bastoni. Corsi subito dai <strong>di</strong>scepoli<br />

e li svegliai. Pietro e altri tentarono una <strong>di</strong>sperata resistenza,<br />

ma il Maestro li fermò con un gesto imperioso. Voleva, evidentemente,<br />

che non corressimo alcun rischio. Lo vi<strong>di</strong> arrestare e condurre verso<br />

Gerusalemme. Più tar<strong>di</strong>, seppi che fu portato subito al palazzo del<br />

sommo sacerdote dove si riunirono i sacerdoti, gli anziani e gli scribi.<br />

Uno spaventoso gruppo <strong>di</strong> potere che, anziché pregare, rubava.<br />

Per noi si stava consumando una trage<strong>di</strong>a terribile mentre per loro<br />

si avvicinava il momento <strong>di</strong> una vendetta livida e spietata.<br />

Giovanni mi venne vicino, mi abbracciò e pianse a <strong>di</strong>rotto come<br />

un bambino. Non tentai <strong>di</strong> consolarlo. Sarebbe stato inutile.<br />

Guardai verso il gruppo dei <strong>di</strong>scepoli. Pietro era agitato e affranto,<br />

ma convinto dell’innocenza <strong>di</strong> Giuda. Suo fratello Andrea era, invece,<br />

92


<strong>di</strong> parere contrario. Rimproverava spesso Giuda perché tendeva a isolarsi,<br />

perché si esprimeva in termini oscuri, perché aveva un brutto<br />

carattere, suscettibile e spigoloso. E ora, in quei momenti drammatici,<br />

lo considerava colpevole <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>mento. Gli altri apparivano chiusi<br />

nel loro rancore.<br />

<strong>Il</strong> Maestro fu condotto nella casa del sommo sacerdote. Pietro e io<br />

fummo gli unici a trovare il coraggio <strong>di</strong> seguirlo, silenziosi come due<br />

ombre. I servi avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano<br />

seduti attorno, incuriositi per l’arresto <strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong> cui si era parlato<br />

tanto negli ultimi giorni. Anche noi due ci sedemmo in mezzo a loro.<br />

A un tratto una serva fissò Pietro e, puntando un <strong>di</strong>to, <strong>di</strong>sse: «Anche<br />

quest’uomo era con lui!». Pietro <strong>di</strong>venne pallido e negò <strong>di</strong>cendo:<br />

«Donna, ti sbagli. Io non lo conosco!». Poco dopo, un altro lo vide e<br />

<strong>di</strong>sse: «Anche tu sei uno <strong>di</strong> loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo<br />

sono!». Passò circa un’ora in cui ci fu solo silenzio. Poi, un altro servo<br />

tornò a insistere: «In verità, anche quest’uomo era con lui. Anche lui<br />

è un galileo!». Ma Pietro, impaurito, lo zittì con irruenza. «Non capisco<br />

quello che <strong>di</strong>ci» gli <strong>di</strong>sse alzando il tono <strong>di</strong> voce.<br />

Dopo qualche minuto, si stese a terra nascondendo il viso. Piangeva<br />

come un bambino per la <strong>di</strong>sperazione e, soprattutto, per il rimorso<br />

<strong>di</strong> aver rinnegato il Maestro.<br />

Poco dopo, ci alzammo e c’incamminammo verso i Getsemani per<br />

riunirci al gruppo. Durante il tragitto, “rincontrammo” Giuda. Si era<br />

impiccato a un abete. Le viscere gli uscivano dal ventre squarciato.<br />

Una civetta, accovacciata su una sua spalla, si era assunta il compito<br />

<strong>di</strong> accompagnare la sua anima, forse innocente, nel regno dei morti.<br />

«Riposi in pace» <strong>di</strong>sse Pietro a bassa voce. «Riposi in pace» gli feci eco.<br />

Durante il tragitto, sono sicura che Pietro si sentiva in colpa per<br />

quelle parole che avrebbe dovuto <strong>di</strong>re e per quelle parole che avrebbe<br />

dovuto tacere. La colpa <strong>di</strong> aver rinnegato il Maestro lo stava gettando<br />

in uno stato <strong>di</strong> profonda depressione. Avvertiva tutto il peso della sua<br />

sconfitta e non si sentiva più degno <strong>di</strong> essere il capo degli apostoli.<br />

Tanto era stato (sempre) lucido e determinato quanto (adesso) mi appariva<br />

debole e irresoluto. Entrambi sapevamo che il Maestro rischiava<br />

<strong>di</strong> pagare con la vita l’affermazione e la <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> principi che<br />

avrebbero salvato il nostro popolo. E lo anticipammo con totale sin-<br />

93<br />

Capitolo XI


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

cerità, agli altri componenti della nostra comunità che trovammo ancora<br />

riuniti, ai Getsemani.<br />

NOTE CAPITOLO XI<br />

35. Luca 4/1-13: libera interpretazione dell’autore.<br />

36. Matteo 26/17: il giorno esatto della cena pasquale è, comunque, ancora in <strong>di</strong>scussione.<br />

37. Giovanni 13/27.<br />

94


CAPITOLO XII<br />

Gesù viene portato davanti a Caifa, il sommo sacerdote del Tempio.<br />

L’intenzione <strong>di</strong> Caifa è quella <strong>di</strong> condannare Gesù, ma non ne ha il<br />

potere visto che la pena <strong>di</strong> morte è appannaggio esclusivo dei romani.<br />

Gesù viene portato, quin<strong>di</strong>, davanti a Pilato che (forse a malincuore)<br />

si lascia convincere a condannare Gesù alla crocefissione. Deriso e<br />

flagellato, Gesù viene condotto sul luogo dell’esecuzione<br />

95


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

96


Nessuno parlava. Qualcuno pregava. Le donne piangevano. Da parte<br />

mia, sentivo che avevo il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> fare molte domande e <strong>di</strong> avere altrettante<br />

risposte. Mi appartai con Matteo, il pubblicano pentito, il<br />

più colto della nostra piccola comunità. «Perché – gli chiesi – sembra<br />

che il Maestro abbia quasi cercato la morte affrontando senza <strong>di</strong>fendersi<br />

nemici che avevano l’intenzione e il potere <strong>di</strong> condannarlo? Perché<br />

non è fuggito?». «<strong>Il</strong> Maestro – mi rispose Matteo – sa, da sempre,<br />

<strong>di</strong> avere un destino tragico inciso dentro <strong>di</strong> sé. Non poteva fuggire –<br />

proseguì – perché giu<strong>di</strong>cava che la sua missione non ammettesse la<br />

paura <strong>di</strong> morire che (inevitabilmente) sentiva anche lui. In caso <strong>di</strong><br />

fuga, avrebbe tra<strong>di</strong>to la sua pre<strong>di</strong>cazione basata in buona parte sulla<br />

denuncia dei mali della casta sacerdotale che domina il popolo<br />

d’Israele. Mi chiedo con grande angoscia – concluse – come potrà salvarsi<br />

il gregge qualora il suo pastore fosse condannato a morte».<br />

Pietro, a poca <strong>di</strong>stanza da noi, sedeva compostamente, abbracciandosi<br />

le ginocchia, con lo sguardo fisso nel vuoto. Forse pensava, con<br />

grande preoccupazione, al ruolo che avrebbe dovuto giocare portando<br />

il gregge del Maestro al pascolo. 38 Lui, che aveva rinnegato per tre<br />

volte Gesù nel cortile della casa <strong>di</strong> Caifa.<br />

<strong>Il</strong> sole cominciava lentamente a spuntare quando ci raggiunse Giuseppe<br />

d’Arimatea che aveva assistito al colloquio fra Caifa e il Maestro.<br />

Giuseppe si sedette appoggiando la schiena al tronco <strong>di</strong> un albero e ci<br />

fissò pensieroso, quasi cercasse <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>nare correttamente tutto<br />

quanto voleva <strong>di</strong>rci. Noi tutti ci eravamo raccolti attorno a lui e restavamo<br />

in silenzio in attesa che ci rivelasse quanto era accaduto. «Non<br />

vi porto buone notizie – iniziò dopo un sospiro che ci mise in agitazione<br />

–. <strong>Il</strong> Maestro si è comportato con coraggio e con grande <strong>di</strong>gnità,<br />

ma ha offerto a Caifa valide ragioni per accusarlo ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> be-<br />

97<br />

Capitolo XII


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

stemmia. Non escludo che Caifa sottoponga la questione nientemeno<br />

che a Ponzio Pilato, un uomo concreto e deciso che quando si trattò<br />

<strong>di</strong> reprimere la rivolta dei samaritani si rivelò ad<strong>di</strong>rittura spietato. In<br />

questo caso, avremmo ben poco da sperare, anche se (si <strong>di</strong>ce) che sua<br />

moglie conosca e ammiri il nostro Maestro». 39<br />

«Prima che iniziasse il confronto fra Caifa e Gesù – riprese Giuseppe<br />

– io e Nicodemo intervenimmo in <strong>di</strong>fesa del Maestro, ma fummo messi<br />

subito a tacere. “Nessun profeta è mai venuto dalla Galilea” <strong>di</strong>cevano<br />

i sacerdoti più vicini a Caifa, mettendo in rapporto l’origine galilea <strong>di</strong><br />

Nicodemo con la stima che <strong>di</strong>mostrava nei confronti del Maestro. Ma<br />

la maggioranza dei sacerdoti, degli anziani e degli scribi restava ancora<br />

dubbiosa e perplessa. Molti non comprendevano, infatti, l’accanimento<br />

nei confronti <strong>di</strong> un uomo che aveva fatto solo del bene e che,<br />

adesso, veniva trattato come l’ultimo dei malfattori».<br />

«Una parola <strong>di</strong> grande equilibrio la <strong>di</strong>sse, in quel frangente, Gamaliele<br />

– proseguì Giuseppe – un fariseo, dottore e interprete della<br />

Legge, stimato presso tutto il popolo. Gamaliele dette or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> far<br />

uscire per qualche momento l’accusato e: “Uomini d’Israele – <strong>di</strong>sse –<br />

badate bene a cosa state per fare nei confronti <strong>di</strong> quest’uomo. Qualche<br />

tempo fa venne Teuda, 40 <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong> essere un profeta e a lui si aggregarono<br />

più <strong>di</strong> quattrocento uomini. Ma fu ucciso e quanti si erano<br />

lasciati persuadere si <strong>di</strong>spersero e finirono nel nulla. Dopo <strong>di</strong> lui, sorse<br />

Giuda il Galileo 41 e quanti lo seguirono furono <strong>di</strong>spersi. Per quanto<br />

riguarda il caso presente, non occupatevene più <strong>di</strong> tanto. Se, quanto<br />

<strong>di</strong>ce quest’uomo, è <strong>di</strong> origine umana, sarà <strong>di</strong>strutto. Ma se è <strong>di</strong> origine<br />

<strong>di</strong>vina, non potrete opporvi perché vi trovereste a combattere<br />

contro Dio!”». 42<br />

«Purtroppo – continuò Giuseppe – il consiglio <strong>di</strong> Gamaliele non fu<br />

ascoltato. Fu così che il Maestro venne a trovarsi <strong>di</strong> fronte a Caifa».<br />

«Ma cosa accadde veramente?» chiese Andrea, il fratello <strong>di</strong> Pietro.<br />

Nicodemo, che nel frattempo ci aveva raggiunto, si passò lentamente<br />

le mani sul viso, quasi a scacciare brutti pensieri. Poi, dopo qualche<br />

minuto che sembrò un’eternità, scosse la testa in segno <strong>di</strong> <strong>di</strong>sapprovazione<br />

e iniziò l’esposizione dei fatti. Da parte mia, sentii una stretta<br />

allo stomaco mentre il cuore mi batteva all’impazzata e la fronte <strong>di</strong>ventava<br />

calda e pesante.<br />

98


«<strong>Il</strong> sommo sacerdote e i suoi fedelissimi cercavano qualche testimonianza<br />

contro Gesù per condannarlo a morte, ma non riuscirono a trovarne<br />

alcuna anche se si erano fatti avanti <strong>di</strong>versi testimoni risultati,<br />

però, non decisivi – spiegò Nicodemo –. Alla fine se ne presentarono<br />

due. Affermarono che Gesù aveva <strong>di</strong>chiarato che poteva <strong>di</strong>struggere il<br />

Tempio e ricostruirlo in tre giorni. Inutile <strong>di</strong>re che l’interpretazione dei<br />

suoi avversari non lasciava dubbi: Gesù si riferiva alla <strong>di</strong>struzione del<br />

culto giudaico e alla sua sostituzione con un culto nuovo: quello che lui<br />

aveva pre<strong>di</strong>cato. Un’ipotesi sconvolgente da una parte; un pericolo terribile<br />

e incombente dall’altra. Caifa non voleva correre rischi...».<br />

«Caifa, a questo punto, si alzò. Era alto quasi quanto Gesù. Solenne<br />

e imponente come nessuno dei sacerdoti riusciva ad essere – ricordò<br />

Giuseppe d’Arimatea –. Fissò il viso <strong>di</strong> Gesù davanti a sé: “non rispon<strong>di</strong><br />

nulla – gli <strong>di</strong>sse – a costoro che testimoniano davanti a te?”. Ma<br />

Gesù continuava a tacere. Allora Caifa, scuotendo la testa in segno <strong>di</strong><br />

paterna <strong>di</strong>sapprovazione, ricorse ai mo<strong>di</strong> più gentili <strong>di</strong> cui era capace<br />

e tese quel tranello che fu fatale a Gesù. “Io, sommo sacerdote, ti prego<br />

e ti scongiuro – <strong>di</strong>sse pacatamente – in nome del Dio vivente, sei tu<br />

il Messia, il figlio <strong>di</strong> Dio?”. Gesù a questo punto, alzò il suo sguardo e:<br />

“Tu l’hai detto – gli rispose – Io lo sono. Anzi io vi <strong>di</strong>co – aggiunse –<br />

che vedrete il figlio dell’uomo sedere alla destra <strong>di</strong> Dio e venire sulle<br />

nubi del cielo”. Molti sacerdoti che erano ancora intontiti dal sonno<br />

si svegliarono completamente mentre Caifa sorrideva, trionfante, con<br />

un leggero tremito sulle labbra sottili». La trappola era scattata.<br />

«Dopo pochi secon<strong>di</strong> – proseguì Giuseppe – Caifa si stracciò le vesti<br />

in segno <strong>di</strong> dolore e, rivolgendosi a tutti i presenti, <strong>di</strong>sse: ha bestemmiato!<br />

Non abbiamo più bisogno <strong>di</strong> testimoni. Avete u<strong>di</strong>to anche voi<br />

la bestemmia?... “Va punito con la morte” <strong>di</strong>ssero in molti. Gesù rimase<br />

immobile a fissare tutti, uno per uno. Si schiarì la voce e tentò<br />

<strong>di</strong> prendere la parola, ma glielo impe<strong>di</strong>rono. Anzi, ci fu chi volle infierire<br />

sputandogli in faccia e schiaffeggiandolo. La vittoria (effimera)<br />

<strong>di</strong> Caifa era completa».<br />

«Ma cosa aveva detto <strong>di</strong> tanto grave il Maestro?» chiese Tommaso.<br />

Seguì qualche secondo <strong>di</strong> silenzio. Poi, Pietro si asciugò le lacrime e,<br />

come capo della nostra piccola comunità, si sentì in dovere <strong>di</strong> dare<br />

una risposta a Tommaso e a tutti noi.<br />

99<br />

Capitolo XII


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

«Nella risposta che il Maestro ha dato a Caifa – iniziò Pietro – è<br />

chiaro che il Maestro abbia rinunciato, in quei momenti drammatici,<br />

alla consegna del <strong>segreto</strong> messianico 43 riconoscendosi come Messia<br />

sulle tracce <strong>di</strong> quanto aveva già rivelato ai suoi <strong>di</strong>scepoli più intimi. 44<br />

Ma, davanti al Sinedrio, il Maestro non si è proclamato come un messia<br />

umano e tra<strong>di</strong>zionale, ma come il Signore che può riven<strong>di</strong>care la<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>vina descritta nel Salmo 110». «Cioè?» chiese Filippo.<br />

«In questo Salmo – riprese Pietro – si fa riferimento a un personaggio<br />

misterioso <strong>di</strong> origine celeste. Ci viene descritto come seduto alla destra<br />

del Padre con i pie<strong>di</strong> poggiati sul corpo dei suoi nemici. È chiaro,<br />

comunque, che quando il Maestro affermava che gli ebrei avrebbero<br />

visto il figlio dell’uomo (seduto alla destra <strong>di</strong> Dio) venire sulle nubi del<br />

cielo, parlava <strong>di</strong> un trionfo del tutto spirituale ed escatologico».<br />

«Ma c’è dell’altro – intervenne Nicodemo –. Nel momento in cui<br />

Gesù si è proclamato “figlio <strong>di</strong> Dio” potrebbe aver realizzato una rottura<br />

con la nostra religione visto che un uomo non può farsi Dio, così<br />

come Dio non può farsi uomo. La sua frase poteva essere interpretata<br />

come un passo pericoloso verso quel politeismo <strong>di</strong> stampo romano<br />

che già minaccia da vicino il nostro popolo. Dio doveva restare quello<br />

<strong>di</strong> sempre: uno e in<strong>di</strong>visibile. Le parole <strong>di</strong> Gesù – concluse Nicodemo<br />

– potevano consentire a Caifa <strong>di</strong> imbrogliare le carte». «Caifa – affermò<br />

Giuseppe – vuole che il Maestro muoia, ma non può essere lui<br />

a condannarlo visto che le condanne a morte sono appannaggio esclusivo<br />

dei romani. Chissà che cosa s’inventerà per convincere Pilato <strong>di</strong><br />

trovarsi davanti a un criminale meritevole della crocefissione...».<br />

<strong>Il</strong> silenzio era calato su <strong>di</strong> noi. Era quasi l’alba. Mi strinsi a Simone<br />

lo Zelota che stava seduto accanto a me. «Potrebbero uccidere il Maestro?»<br />

gli chiesi. «<strong>Il</strong> solo pensiero mi terrorizza. <strong>Il</strong> mondo perderebbe<br />

l’unico uomo che potrebbe cambiarlo» mi rispose abbassando lo<br />

sguardo.<br />

Come era da prevedere, il Maestro fu portato dai sacerdoti del Tempio<br />

al cospetto <strong>di</strong> Pilato. Nessuno <strong>di</strong> noi era presente. Quello che avvenne<br />

fra loro è, quin<strong>di</strong>, avvolto nel mistero. Secondo quanto ci riferì<br />

Giuseppe d’Arimatea, Pilato ricevette subito i sacerdoti anche se appariva<br />

<strong>di</strong> cattivo umore. Come sua abitu<strong>di</strong>ne, volle tagliare corto ricordando<br />

ai sacerdoti che non gli interessava che il Maestro avesse<br />

100


infranto la Legge dei padri visto che Roma non lo considerava un<br />

reato. I sacerdoti, però, non erano certo tipi da arrendersi alle prime<br />

<strong>di</strong>fficoltà. Puntarono tutto sul presentare il Maestro come un sobillatore<br />

che incitava il popolo alla rivolta, che esortava a non pagare il tributo<br />

a Cesare e che si autoproclamava “re dei Giudei” mentre non si<br />

doveva riconoscere altro re all’infuori <strong>di</strong> Cesare. «Se lo liberi – <strong>di</strong>sse<br />

a Pilato il più autorevole fra loro – tu stesso ti metti contro Cesare».<br />

Pilato, è chiaro, non poteva cadere in un errore <strong>di</strong> tale importanza<br />

e cercò <strong>di</strong> uscire con <strong>di</strong>gnità dalla situazione addossando la responsabilità<br />

della decisione a Erode. Ma non gli riuscì. Erode, cauto e guar<strong>di</strong>ngo,<br />

rimandò il prigioniero a Pilato, 45 senza prendere alcuna<br />

decisione. Si avvicinava, quin<strong>di</strong>, il momento più intenso e drammatico<br />

<strong>di</strong> questa trage<strong>di</strong>a: quello del confronto <strong>di</strong>retto fra Gesù e Pilato.<br />

Due uomini completamente <strong>di</strong>versi nell’anima, nella cultura e – importantissimo<br />

– nel linguaggio, inteso soprattutto come significato dei<br />

termini.<br />

Era inutile sperare che potessero comprendersi. Fra loro due<br />

c’erano troppe barriere.<br />

Pilato, gli chiese: «La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato<br />

a me. Dicono che ti sei fatto re dei giudei: è vero?». «<strong>Il</strong> mio<br />

regno non è <strong>di</strong> questo mondo – gli rispose Gesù – se lo fosse, i miei fedeli<br />

avrebbero combattuto per non farmi arrestare». «Dunque tu sei<br />

re?» chiese ancora Pilato. «Tu lo <strong>di</strong>ci: io sono re – confermò Gesù –.<br />

Sono venuto su questo mondo per dare testimonianza alla verità».<br />

Giuseppe d’Arimatea, presente al colloquio, era certo che Pilato<br />

non avesse capito che in minima parte le parole del Maestro. Era rimasto,<br />

tuttavia, colpito dal suo carisma, dal suo sguardo coraggioso e<br />

dai suoi mo<strong>di</strong> fermi, ma gentili.<br />

«Ma cos’è questa verità?» 46 chiese parlando a se stesso. Poi ritornò<br />

sui suoi passi, incerto sul da farsi.<br />

Chi accusava il Maestro continuava a sostenere che riven<strong>di</strong>casse<br />

una sovranità non spirituale, ma politica e Pilato si lasciò convincere,<br />

forse perché era la tesi più facile da comprendere. Fece, comunque, un<br />

ultimo tentativo. Visto che la Pasqua era imminente, si <strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong>sposto<br />

a liberare un condannato a morte. Fu così che una piccola folla<br />

preferì la liberazione <strong>di</strong> un certo Barabba 47 e la ottenne anche perché<br />

101<br />

Capitolo XII


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

i sostenitori <strong>di</strong> Gesù si erano nascosti per paura <strong>di</strong> ritorsioni. Gesù,<br />

flagellato e schernito dai soldati, venne condotto sul luogo dell’esecuzione.<br />

NOTE CAPITOLO XII<br />

38. Matteo 16/16-19.<br />

39. Matteo 27/19.<br />

40. Pretese <strong>di</strong> essere un profeta e <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre con la sua parola il Giordano per guidare<br />

i suoi seguaci in una lotta vittoriosa contro Roma. La sua rivolta finì, però, miseramente<br />

e la sua testa fu portata in trionfo a Gerusalemme. <strong>Il</strong> periodo che vide le<br />

sue gesta è <strong>di</strong> datazione molto incerta.<br />

41. Fondatore della setta degli zeloti in un periodo attorno al 6 o 7 dell’era cristiana.<br />

Guidò la rivolta contro Roma ricorrendo alle armi.<br />

42. L’intervanto <strong>di</strong> Gamaliele si riferisce all’arresto <strong>di</strong> apostoli che vengono portati<br />

davanti al Sinedrio (Atti 5/34-40). L’autore ha voluto immaginare una “scena”<br />

analoga riferita all’arresto <strong>di</strong> Gesù.<br />

43. Marco 1/44.<br />

44. Matteo 16/13-20.<br />

45. Luca 23/1-12.<br />

46. Tema già affrontato nel secondo capitolo.<br />

47. Probabilmente non un brigante, ma uno zelota che partecipò una rivolta contro<br />

i romani.<br />

102


CAPITOLO XIII<br />

Gesù viene portato sul luogo della crocifissione assieme ad altri due<br />

condannati, quasi sicuramente due zeloti. Dalla croce lancia un urlo<br />

terribile: “mio Dio! mio Dio! perché mi hai abbandonato?”. Una domanda<br />

che si fanno anche <strong>Maddalena</strong> e Giovanni, la cui fede in Dio<br />

comincia a vacillare. Gesù muore e Giuseppe d’Arimatea ne depone<br />

il corpo in un sepolcro scavato in una roccia.<br />

103


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

104


Seguivo il Maestro che saliva lentamente verso il luogo della crocefissione.<br />

Non ero sola. C’erano anche alcune donne che si lamentavano<br />

e si battevano il petto. Riconobbi la madre, la sorella della madre<br />

(<strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Cleofa) e la madre <strong>di</strong> Giacomo e Giovanni, i figli <strong>di</strong> Zebedeo,<br />

il pescatore. La strada piena <strong>di</strong> buche e il palo che il Maestro portava<br />

sulle spalle davano gli ultimi colpi al suo organismo già ridotto<br />

allo stremo dai patimenti subiti. Con lui si avviavano alla crocefissione<br />

due uomini, probabilmente due zeloti. Uno era alto, spalle larghe<br />

e capelli neri e arruffati: aveva la paura <strong>di</strong>pinta sul volto. L’altro<br />

era un omaccione tracotante che continuava a insultare i soldati. Ricordo<br />

la sua corporatura massiccia, la faccia brutale, il collo corto e vigoroso.<br />

Guardando i loro corpi era facile capire quanto l’impero<br />

romano avesse adottato la tortura come strumento <strong>di</strong> potere.<br />

A un tratto, un piccolo inciampo e il Maestro crollò a terra. Cercò<br />

<strong>di</strong> rialzarsi, ma non ci riuscì. Sentivo che ansimava e che gli mancava<br />

il respiro. Le mani insanguinate, grumi <strong>di</strong> sangue sul viso e saliva agli<br />

angoli delle labbra. Ridotto pelle e ossa, quasi irriconoscibile. Era evidente<br />

che, sulla croce, si sarebbe spento rapidamente. A quel punto,<br />

il centurione che comandava il drappello, un rude soldato, valoroso<br />

e rotto a tutto, provò compassione, lo sollevò da terra e or<strong>di</strong>nò a un<br />

uomo che passava <strong>di</strong> là <strong>di</strong> portare il palo fino al luogo della crocefissione.<br />

Quell’uomo si chiamava Simone, veniva da Cirene e, per vivere,<br />

faceva il conta<strong>di</strong>no. <strong>Il</strong> Maestro lo guardò per pochi istanti e lo<br />

ringraziò chinando la testa. Dopo qualche istante, una fanciulla bruna<br />

e molto graziosa, approfittando della brevissima pausa, gli deterse il<br />

viso con un panno <strong>di</strong> lino bianco. Si chiamava Veronica. Anche lei era<br />

rimasta affascinata dall’intensità visionaria che emanava dallo sguardo<br />

del Maestro. Più defilati, riconobbi alcuni anziani del Sinedrio, ve-<br />

105<br />

Capitolo XIII


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

nuti a godersi lo spettacolo. Non <strong>di</strong>menticherò mai i loro sguar<strong>di</strong> velenosi,<br />

pieni <strong>di</strong> maligna sod<strong>di</strong>sfazione. Guide perfide, <strong>di</strong> un popolo<br />

buono e sempre sensibile al dolore degli altri. Un popolo che, fra soprusi,<br />

sofferenze e miserie, sperava ancora nell’arrivo <strong>di</strong> un Messia<br />

scelto da Dio come Salvatore.<br />

Passo dopo passo, arrivammo vicino al luogo dell’esecuzione. Un silenzio<br />

improvviso calò sulla folla. I soldati si prepararono a inchiodare<br />

i tre condannati. <strong>Il</strong> Maestro venne messo al centro, fra i due zeloti, <strong>di</strong>steso<br />

sulla sua croce e coperto solo da un perizoma. Palli<strong>di</strong>ssimo, gli<br />

occhi arrossati, ma lo sguardo sorprendentemente vivo. Notai che le<br />

sue labbra si muovevano in maniera impercettibile. Pensai che stesse<br />

pregando. La folla sudava sotto un sole cocente quando qualcuno non<br />

riuscì a soffocare un urlo <strong>di</strong> orrore: i carnefici avevano iniziato a inchiodare<br />

il condannato (alla sinistra del Maestro) partendo dagli<br />

avambracci, che hanno le ossa più gran<strong>di</strong>. Dopo qualche minuto che<br />

sembrò un’eternità, fui il turno del condannato alla destra del Maestro.<br />

«Israele è grande!» urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.<br />

«Israele è grande!» gli rispose il compagno.<br />

<strong>Il</strong> Maestro alzò lo sguardo, guardò il cielo e rimase immobile. Sono<br />

sicura che riconobbe il rumore dei chio<strong>di</strong> destinati alla sua crocefissione<br />

che sbattevano fra loro. Forse, pensò a un miracoloso intervento<br />

<strong>di</strong>vino. Poi, si abbandonò al suo destino.<br />

Per il Maestro, i carnefici scelsero l’uso <strong>di</strong> chio<strong>di</strong> attraverso le mani<br />

e i pie<strong>di</strong>. Concordemente con il costume ebraico, gli fu offerta della<br />

mirra, un narcotico che serviva a mitigare le sofferenze, ma il Maestro<br />

la rifiutò. I carnefici iniziarono, quin<strong>di</strong>, il loro terribile lavoro e<br />

io, al primo colpo <strong>di</strong> martello, persi i sensi.<br />

Mi ripresi mentre issavano il palo sul quale era stato crocefisso il<br />

Maestro. Notai che la targa inchiodata sopra la sua testa lo definiva “il<br />

re dei giudei”. Evidentemente, il Maestro era stato condannato non<br />

per l’accusa <strong>di</strong> bestemmia mossagli dal Sinedrio, ma per la supposta<br />

minaccia alla sovranità assoluta dell’imperatore romano.<br />

Trascorso qualche minuto <strong>di</strong> totale <strong>di</strong>sorientamento, quin<strong>di</strong>, una<br />

domanda niti<strong>di</strong>ssima mi attraversò la mente: con la morte del Maestro<br />

non avrei più conosciuto quel <strong>segreto</strong> che avrebbe sconvolto la mia<br />

vita? Logicamente, non seppi rispondere.<br />

106


Io e le altre donne restammo sedute in preghiera. Giovanni si era<br />

unito a noi, l’unico degli apostoli. Lo strinsi fra le mie braccia colmando<br />

la sua solitu<strong>di</strong>ne e facendomi partecipe delle sue angosce. Uno<br />

degli zeloti, quello alla destra del Maestro urlava che aveva sete. Mi<br />

alzai e convinsi un soldato a dargli da bere dell’acqua mista ad aceto.<br />

<strong>Il</strong> soldato si chiamava Longino e aveva uno sguardo da uomo buono.<br />

Qualche tempo dopo, mi <strong>di</strong>ssero che si era convertito al messaggio<br />

del Maestro e che aveva affrontato il martirio con grande coraggio.<br />

Ma in quel momento tre uomini morivano (comunque) colpevoli <strong>di</strong><br />

aver concepito un mondo <strong>di</strong>verso. Morti che si aggiungevano ad altri<br />

morti e che ne anticipavano altri ancora. Uomini che erano vivi e liberi<br />

fino al giorno prima e che, fra poco, avrebbero finito la loro esistenza<br />

appesi a una croce. <strong>Il</strong> Golgota stava <strong>di</strong>ventando un ossario <strong>di</strong><br />

povera gente che pagava i vizi insiti negli uomini, dall’avi<strong>di</strong>tà alla follia<br />

omicida. Fra questi uomini, c’era il nostro Maestro, il primo e unico<br />

amore della mia vita.<br />

Mi raggiunse Giovanni «Sopravviverà il gregge alla morte del suo<br />

pastore?» mi chiese. «Sopravviverà» gli risposi con una sicurezza che<br />

non so da dove mi pervenisse. Poi, ci inginocchiammo vicino alla<br />

croce del Maestro e pregammo che le sue sofferenze terminassero al<br />

più presto. <strong>Il</strong> suo petto era scosso da deboli respiri, ma non stava ancora<br />

morendo. Mi voltai sperando che accadesse un miracolo, che i<br />

suoi fedelissimi, cioè, venissero a salvarlo. Ma era pura follia. In realtà,<br />

erano fuggiti e ora lo lasciavano morire senza muovere un <strong>di</strong>to e senza<br />

assisterlo nella sua agonia. «Ma Dio dov’è? – mi chiese Giovanni – <strong>Il</strong><br />

Maestro ci ha parlato sempre <strong>di</strong> un Dio pieno d’amore, Come mai,<br />

adesso, lo lascia morire così? Erano solo belle parole? Era il caso <strong>di</strong><br />

crederci ancora?». Ricordo che sentii un groppo stringermi e chiudermi<br />

la gola. Avrei voluto rispondergli con l’autorità <strong>di</strong> una sorella<br />

maggiore, ma riuscii a <strong>di</strong>rgli soltanto: «Non lo so. Non lo so nemmeno<br />

io, Giovanni, figlio mio!». Quin<strong>di</strong>, persi i sensi ancora una volta.<br />

Mi svegliai fra le braccia <strong>di</strong> Giovanni. Non eravamo più soli. Sotto<br />

la croce <strong>di</strong> Gesù si era radunata una piccola folla. Molti lo insultavano<br />

scuotendo il capo e <strong>di</strong>cevano: «Tu che <strong>di</strong>struggi il Tempio e lo ricostruisci<br />

in tre giorni salva te stesso. Se tu sei il figlio <strong>di</strong> Dio scen<strong>di</strong> dalla<br />

croce!» Vi<strong>di</strong> anche i sacerdoti, gli scribi e gli anziani del Sinedrio. Lo<br />

107<br />

Capitolo XIII


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

schernivano: «Ha salvato gli altri e ora non può salvare se stesso. Se<br />

veramente è il re d’Israele scenda dalla croce e gli crederemo». <strong>Il</strong> più<br />

autorevole <strong>di</strong> tutti sfiorò la bestemmia: «Ha confidato in Dio. Ha affermato,<br />

infatti, <strong>di</strong> essere Figlio <strong>di</strong> Dio – <strong>di</strong>sse con aria <strong>di</strong> sfida –. Lo<br />

liberi lui , ora, se gli vuole veramente bene». 48 Anche uno dei condannati<br />

lo insultava, ma l’altro lo rimproverò ricordandogli che il<br />

Maestro non aveva fatto nulla <strong>di</strong> male. E, rivolto a Gesù, gli<br />

<strong>di</strong>sse:«Ricordati <strong>di</strong> me quando entrerai nel tuo regno». <strong>Il</strong> Maestro<br />

trovò la forza <strong>di</strong> consolarlo, 49 coerente fino alla fine al suo ministero<br />

<strong>di</strong> perdono.<br />

Soffrivo in silenzio, ma non riuscivo a piangere. Un dolore acuto in<br />

mezzo al petto mi tormentava <strong>di</strong> continuo. <strong>Il</strong> passato riaffiorava pieno<br />

<strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> dolcissimi, tutti legati alla figura del Maestro, un uomo dotato<br />

<strong>di</strong> un carattere capace <strong>di</strong> attrarre, persuadere ed entusiasmare.<br />

Mi sembrava impossibile che la vita quoti<strong>di</strong>ana potesse proseguire<br />

dopo la sua scomparsa.<br />

Gesù mi parlava sempre <strong>di</strong> un Dio misterioso. Misterioso anche nel<br />

progetto che aveva per la nostra vita. Diceva a tutti che dovevano fidarsi<br />

<strong>di</strong> Dio. Gesù <strong>di</strong> Dio si era fidato. E ora? Pendeva da una croce,<br />

la più atroce fra tutte le esecuzioni. Dio si <strong>di</strong>mostrava assolutamente<br />

in<strong>di</strong>fferente al dolore <strong>di</strong> suo figlio. Che razza <strong>di</strong> padre era? Da quel<br />

giorno iniziai a o<strong>di</strong>arlo e a considerarlo un tiranno e un sanguinario,<br />

amante dei sacrifici umani.<br />

Ricordavo che, un giorno, Gesù si era incontrato con dei fanatici<br />

che sostenevano una tesi “pazzesca” secondo la quale Dio, per salvare<br />

tutti gli uomini (votati alla morte spirituale per effetto del peccato<br />

originale), avrebbe preso la decisione “amorevole” <strong>di</strong> mandare suo figlio<br />

fra noi affinché si consegnasse alla morte per la salvezza dei peccatori.<br />

C’è <strong>di</strong> più: affermavano che la morte del “Salvatore” sarebbe<br />

avvenuta secondo le Scritture, così come veniva annunciata nell’Antico<br />

Testamento. In particolare come sacrificio del servo sofferente...<br />

Del resto, un visionario <strong>di</strong> Tarso 50 su questo punto era chiarissimo:<br />

«Senza spargimento <strong>di</strong> sangue non esiste perdono» sentii che affermava<br />

fra la gente del suo stampo. 51 Da parte mia, da quel momento,<br />

mi guardai attorno e rifiutai <strong>di</strong> credere in un Dio pieno d’amore che<br />

ci viene incontro, soprattutto nelle sofferenze e nel dolore. E mi tenni<br />

108


alla larga anche dai <strong>di</strong>scorsi dei sacerdoti che approfittavano della nostra<br />

fragile credulità.<br />

Ad un tratto sentii un grido: «Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?».<br />

<strong>Il</strong> Maestro, anche in punto <strong>di</strong> morte, restava alla ricerca<br />

<strong>di</strong> un Dio del quale avvertiva la tragica assenza. In quella frase c’era<br />

tutta la sua terribile delusione.<br />

<strong>Il</strong> sole, intanto, cominciava a calare. Mi si avvicinò Giovanni, il giovane<br />

che il Maestro amava come un figlio. Non piangeva più. <strong>Il</strong> volto<br />

era cupo e a<strong>di</strong>rato. Cercò <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi qualcosa, ma il tremore delle labbra<br />

glielo impedì. Dopo qualche istante sorrise, pieno <strong>di</strong> amarezza,<br />

mi fissò a lungo e: «<strong>Maddalena</strong> – mi <strong>di</strong>sse – Dio non esiste. Dio è soltanto<br />

una favola. Una favola inventata dai sacerdoti per dominarci».<br />

Giovanni, dopo la crocefissione del nostro Maestro, non sarebbe<br />

più stato lo stesso? Lo vi<strong>di</strong> oppresso e angosciato quasi avesse un peso<br />

sul petto che gli impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> respirare. Ad un tratto, interruppe brevemente<br />

il filo dei suoi pensieri perché il Maestro aveva ripetuto con<br />

un tono <strong>di</strong> voce che ci straziava la sua frase terribile: «Dio mio, Dio<br />

mio perché mi hai abbandonato?». La croce del Maestro <strong>di</strong>stava rispetto<br />

a noi <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> metri. Mi alzai e mi inginocchiai davanti a<br />

lui stringendogli le caviglie con le braccia e con le mani. Gli baciai le<br />

ferite facendogli sentire l’interno delle mie labbra e riempii <strong>di</strong> baci i<br />

suoi poveri pie<strong>di</strong> inchiodati. I suoi occhi e il suo respiro (che trovavo<br />

così strano) mi seguirono come un ombra finché Longino allargò le<br />

braccia, quasi a scusarsi, e mi <strong>di</strong>sse che dovevo ritornare nel punto<br />

dove erano ammessi i parenti dei condannati.<br />

Era il giorno <strong>di</strong> preparazione alla festività del sabato, la parasceve.<br />

I giudei chiesero a Pilato che fossero spezzate le gambe ai condannati<br />

e che fossero portati via affinché i corpi non rimanessero sulla croce<br />

durante il giorno solenne. Vennero, quin<strong>di</strong>, dei soldati e spezzarono<br />

le gambe dei due zeloti, prima all’uno poi all’altro. Quando fu il turno<br />

del Maestro, videro che era già morto e non gli spezzarono le<br />

gambe,ma uno dei soldati, forse Longino, 52 gli colpì il fianco con la<br />

sua lancia e, subito, ne uscì sangue e acqua.<br />

Sopraggiunta la sera, Giuseppe d’Arimatea andò coraggiosamente<br />

da Pilato per chiedere il corpo del Maestro. Giuseppe ci raccontò che<br />

Pilato era rimasto meravigliato del fatto che Gesù fosse già morto e<br />

109<br />

Capitolo XIII


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

che volle essere rassicurato da un centurione. Ottenuta questa rassicurazione,<br />

concesse la salma a Giuseppe. Giuseppe, allora, acquistò<br />

un lenzuolo, calò il Maestro dalla croce, lo compose devotamente e lo<br />

depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi, fece rotolare un masso<br />

contro l’entrata del sepolcro.<br />

Io e le altre donne lo aiutammo in ogni fase della deposizione e<br />

della sepoltura. Poi, tornammo da dove venivamo per preparare aromi<br />

e oli profumati. <strong>Il</strong> giorno <strong>di</strong> sabato osservammo il riposo secondo la<br />

nostra Legge.<br />

<strong>Maria</strong>, la madre <strong>di</strong> Gesù, era crollata. E, in quei momenti, riposava<br />

nella casa della madre <strong>di</strong> Giacomo e <strong>di</strong> Giovanni assistita, amorevolmente,<br />

dal <strong>di</strong>scepolo che il Maestro aveva amato <strong>di</strong> più <strong>di</strong> ogni altro.<br />

Visto che la casa era vicinissima, andai a visitarla. Non voglio descrivere<br />

come la trovai, tanto era smunta nel viso e <strong>di</strong>strutta nello spirito.<br />

«Io, Giuseppe e i miei figli non abbiamo mai fatto del male – mi <strong>di</strong>sse<br />

guardandosi attorno smarrita – eppure Dio ci ha colpito con una trage<strong>di</strong>a<br />

così grande. Perché proprio noi mentre tanti uomini ingiusti<br />

sono riempiti <strong>di</strong> ogni bene?». Giovanni, presente all’incontro, annuì,<br />

poi: «Dove si è nascosta questa benedetta giustizia <strong>di</strong>vina <strong>di</strong> cui sento<br />

parlare fin da quando ero bambino? – ci chiese con rancore – Perché<br />

Dio ha permesso questa ingiustizia? Perché assiste in<strong>di</strong>fferente a tutto<br />

il dolore degli uomini? Perché ha permesso che il Maestro morisse?».<br />

«Non lo chiedete a me – risposi – io sto perdendo la fede...».<br />

NOTE CAPITOLO XIII<br />

48. Matteo 27/39-44.<br />

49. Luca 23/39-43.<br />

50. Saulo <strong>di</strong> Tarso che, più tar<strong>di</strong>, cambiò il nome in Paolo.<br />

51. Lettera agli Ebrei 9/22.<br />

52. Leggenda vuole che, sotto la croce, Longino sia statto convertito da una goccia del<br />

sangue <strong>di</strong> Gesù uscita dal costato trafitto dalla sua lancia.<br />

110


CAPITOLO XIV<br />

Passato il sabato, <strong>Maddalena</strong> si reca al sepolcro per imbalsamare il<br />

corpo del Maestro. Con suo grande stupore, arrivata al sepolcro, vede<br />

che qualcuno ha fatto rotolare il masso che chiudeva l’ingresso. Entra,<br />

col cuore in gola, e trova Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea che vegliano<br />

un corpo che sembra privo <strong>di</strong> vita.<br />

111


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

112


Passato il sabato, mi incamminai, prima dell’alba, verso il sepolcro<br />

per ungere e imbalsamare il corpo del Maestro con oli aromatici.<br />

Mentre camminavo, mi chiedevo come avrei fatto a far rotolare il<br />

masso che si trovava all’ingresso del sepolcro. Trasalii, quin<strong>di</strong>, quando,<br />

arrivata davanti al sepolcro, vi<strong>di</strong> che il masso era già rotolato via. Entrai<br />

con il cuore in gola e, <strong>di</strong>sabituata all’oscurità com’ero, cercai <strong>di</strong> vedere<br />

se, in quella tenebra, ci fosse qualcuno che mi facesse qualche<br />

segnale. A un tratto, mi sentii torcere un braccio mentre una voce debolissima<br />

mi invitava a seguirla. Dopo qualche secondo, persi il contatto<br />

con quella voce misteriosa e, istintivamente, mi portai verso<br />

l’interno della grotta. <strong>Il</strong> sole stava per sorgere e, finalmente, riuscii a<br />

<strong>di</strong>stinguere abbastanza chiaramente dove mi trovavo e chi avevo attorno.<br />

Vi<strong>di</strong> due uomini inginocchiati davanti a un corpo <strong>di</strong>steso, coperto<br />

da una tunica bianca con molte macchie <strong>di</strong> sangue. Una torcia<br />

bruciava nell’ombra. Vi<strong>di</strong> <strong>di</strong>stintamente Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea.<br />

<strong>Il</strong> corpo, davanti al quale stavano inginocchiati, era il corpo<br />

del Maestro!<br />

Sembrava che dormisse. <strong>Il</strong> volto era palli<strong>di</strong>ssimo e insanguinato.<br />

Mi avvicinai e gli baciai la fronte e le tempie. «Va tutto bene, non temere.<br />

Sarò sempre vicina a te» gli <strong>di</strong>ssi come se potesse ascoltarmi.<br />

Gli baciai anche le labbra e le mani. <strong>Il</strong> suo corpo sembrava non conoscere<br />

corruzione. «Dove sei?» gli chiesi. «É qui» mi rispose Nicodemo.<br />

«Respira ancora – aggiunse Giuseppe d’Arimatea – molto debolmente,<br />

ma respira. Tu hai visto come Gesù ha fatto sì che Lazzaro <strong>di</strong> Betania<br />

tornasse in vita. Cerca <strong>di</strong> ricordare come ha fatto e restituiscici il nostro<br />

Maestro». La grotta non era più buia. Tutto sembrava più chiaro.<br />

I due mi fissavano fiduciosi e io mi aggrappai <strong>di</strong>speratamente alla loro<br />

speranza.<br />

113<br />

Capitolo XIV


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

«Prima <strong>di</strong> tentare posso saperne <strong>di</strong> più?» domandai. Nicodemo e Giuseppe<br />

annuirono gravemente, poi: «Non ti stupire – iniziò Giuseppe –<br />

Gesù aveva trascorso molti anni fra gli esseni raggiungendo, nella gerarchia,<br />

una posizione <strong>di</strong> primo piano. In quegli anni – proseguì – prese<br />

conoscenza <strong>di</strong> terapie conosciute da pochi e acquisì una facoltà riservata<br />

solo ai gran<strong>di</strong> iniziati, come lui». «Quale?» interruppi. «Quella <strong>di</strong> provocarsi<br />

una morte apparente – intervenne Nicodemo –. Quella facoltà,<br />

cioè, <strong>di</strong> mettersi nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sospendere quasi tutte le funzioni<br />

organiche. È una con<strong>di</strong>zione che – spiegò Nicodemo – può durare ad<strong>di</strong>rittura<br />

qualche giorno L’attività respiratoria e car<strong>di</strong>aca è indebolita,<br />

la sensibilità è quasi a zero, i riflessi sono debolissimi. 53 Sta, adesso, a<br />

noi, interrompere questo stato. <strong>Il</strong> Maestro è fra la vita e la morte. Sta a<br />

te riportarlo in vita». «Ci proverò» <strong>di</strong>ssi senza sorridere, schiacciata da<br />

una responsabilità troppo grande. Mentre cercavo <strong>di</strong> ricordare come<br />

avesse agito il Maestro in situazioni analoghe, vi<strong>di</strong> Giuseppe che faceva<br />

bere al Maestro del liquido incolore. «Contiene una sostanza capace <strong>di</strong><br />

stimolare la circolazione del sangue – anticipò la mia domanda –. È così<br />

<strong>di</strong>fficile fargliela inghiottire tutta...». Concluse con l’espressione <strong>di</strong> un<br />

padre che si prende cura <strong>di</strong> un figlio ammalato.<br />

Mi inginocchiai accanto al corpo del Maestro e gli accarezzai la<br />

fronte e le tempie, quasi aspettandomi che mi sorridesse. A questo<br />

punto, avvenne qualcosa che non riesco ancora a spiegarmi. Uno stato<br />

<strong>di</strong> grazia s’impossessò improvvisamente <strong>di</strong> me. Compresi che Dio<br />

aveva perdonato la mia fuga dalla fede e che, ora, si serviva <strong>di</strong> me per<br />

qualcosa <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario. Alzai gli occhi al cielo per invocare la sua<br />

protezione e, da quel momento, agii come se qualcuno si fosse impossessato<br />

del mio corpo e lo facesse agire come se fossi in trance<br />

Appoggiai, quin<strong>di</strong>, il palmo della mano destra al centro del petto del<br />

Maestro, le sovrapposi l’altra mano, tenni le braccia forti e dritte e iniziai<br />

a comprimere le zone del cuore con tutta l’energia <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sponevo,<br />

scandendo i movimenti secondo pause uguali fra loro. Guardai<br />

per qualche istante il Maestro. <strong>Il</strong> suo viso era quello <strong>di</strong> un uomo calmo<br />

e sereno. «Sorri<strong>di</strong> – gli <strong>di</strong>ssi – sorri<strong>di</strong>, ti prego!». Guardai le sue labbra<br />

<strong>di</strong>segnate dalla sapienza <strong>di</strong>vina e provai il desiderio irresistibile <strong>di</strong> baciarle.<br />

Dopo pochi secon<strong>di</strong>, mi trovai a soffiare con forza nella sua<br />

bocca sperando <strong>di</strong> dare nuova vita a un corpo che sembrava ripren-<br />

114


dersi. Ero stremata, ma non mi concedevo soste. Dopo un tempo che<br />

sembrò a tutti e tre un’eternità, mentre la nostra fiducia aumentava, il<br />

Maestro riaprì gli occhi. <strong>Il</strong> suo viso era il viso <strong>di</strong> un uomo che veniva<br />

da un viaggio lunghissimo e faticoso. Era il viso <strong>di</strong> un viandante affamato<br />

che intravede, incredulo, la sua salvezza. Debolissimo, ci <strong>di</strong>sse<br />

subito <strong>di</strong> avere visto e u<strong>di</strong>to tutto quanto stavamo facendo e <strong>di</strong> essere<br />

stato in paesi che non conoscevamo. Ci descriveva tutto nei minimi<br />

particolari, ma io avevo paura che si affaticasse. Lo abbracciai e lo tenni<br />

stretto al mio petto finché si addormentò profondamente, stremato.<br />

Fuori della grotta Nicodemo stava “preparando” un asinello con<br />

l’intenzione evidente <strong>di</strong> portare il Maestro in un posto sicuro. Giuseppe<br />

mi si avvicinò, mi pose una mano sulla spalla e: «Che tu sia benedetta,<br />

figlia mia!» mi <strong>di</strong>sse augurandomi ogni bene.<br />

Giuseppe trovò per il Maestro una stanza piena <strong>di</strong> luce all’interno<br />

della sua confortevole abitazione. Dette or<strong>di</strong>ne ai parenti e ai servi <strong>di</strong><br />

non entrare in quella stanza e mi pregò <strong>di</strong> assistere il nostro Maestro.<br />

Incarico che mi riempì <strong>di</strong> gioia, anche se una responsabilità così<br />

grande non poteva che farmi paura.<br />

La convalescenza <strong>di</strong> Gesù fu lunga e piena <strong>di</strong> incubi. <strong>Il</strong> Maestro mi<br />

parlava, spesso nel dormiveglia, <strong>di</strong> animali ripugnanti, <strong>di</strong> mostri gobbi<br />

e <strong>di</strong> donne con le ali che gli or<strong>di</strong>navano <strong>di</strong> entrare nel mondo dei<br />

morti. Era un mondo che gli faceva paura e lo rendeva triste. A tratti,<br />

però, cambiava d’umore ed entrava in lui una nuova gioia <strong>di</strong> vivere<br />

che avvertivo nei suoi sguar<strong>di</strong> febbricitanti e da come rispondeva ai<br />

miei baci <strong>di</strong>sperati e dolcissimi. Fu proprio in uno <strong>di</strong> quei momenti <strong>di</strong><br />

luci<strong>di</strong>tà che mi iniziò ai segreti della trasmissione del pensiero 54 e della<br />

chiaroveggenza, 55 pro<strong>di</strong>gi straor<strong>di</strong>nari con i quali aveva familiarizzato<br />

durante i lunghi anni in cui era stato a fianco dei maestri esseni.<br />

Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo venivano quasi tutti i giorni a<br />

farci visita e io li assillavo sempre con la stessa domanda; «Quando<br />

potrà tornare l’uomo che era prima?». «Alla prossima Pasqua...» ripetevano<br />

invariabilmente con toni rassicuranti. E io, che ero abituata a<br />

leggere nel fondo dei loro occhi, capivo che erano sinceri.<br />

Dio mio! Era già passato quasi un anno dalla trage<strong>di</strong>a. Un anno durante<br />

il quale, reclusi come eravamo, avevo perso i contatti con Pietro<br />

e con gli altri <strong>di</strong>scepoli della nostra piccola comunità.<br />

115<br />

Capitolo XIV


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

La notte che precedeva la parasceve segnò un momento veramente<br />

critico. <strong>Il</strong> sonno del Maestro era turbato da visioni <strong>di</strong> pipistrelli e da<br />

ectoplasmi 56 che emergevano da ogni angolo della stanza. Fu in quei<br />

momenti che decisi <strong>di</strong> violare la Legge 57 e <strong>di</strong> strappare il Maestro a un<br />

mondo che lo stava inghiottendo. D’accordo con Giuseppe e con Nicodemo,<br />

decisi <strong>di</strong> ricorrere alle cure <strong>di</strong> un vecchio saggio 58 che godeva<br />

la fama <strong>di</strong> liberare i malati dagli attacchi degli spiriti del male.<br />

M’incamminai, quin<strong>di</strong>, verso la sua abitazione, pronta a tutto,<br />

anche a morire, pur <strong>di</strong> salvare il Maestro dal suo destino. Mentre camminavo,<br />

mi facevo coraggio convincendomi del fatto che il vecchio<br />

saggio non avrebbe potuto chiudere la porta in faccia a chi trasgre<strong>di</strong>va<br />

la Legge nel nome <strong>di</strong> un grande amore. La notte era più buia che mai.<br />

<strong>Il</strong> silenzio era assoluto. Provai, fino in fondo, cosa significasse avere<br />

paura. Arrivai, comunque, a destinazione e bussai alla porta della casa<br />

dove abitava il vecchio.<br />

La porta si aprì, appena appena, e comparve il viso <strong>di</strong> un vecchio sospettoso.<br />

Dopo qualche secondo, il vecchio cambiò, comunque,<br />

espressione, mi sorrise e mi invitò a entrare. Notò, evidentemente, il<br />

mio viso spossato e, gentilissimo, mi fece sedere offrendomi una focaccia<br />

con uva passa e del vino chiaro e leggero. <strong>Il</strong> vino mi dette coraggio<br />

e gli raccontai tutto nei minimi particolari.<br />

Dopo avermi ascoltato con grande attenzione, si alzò, prese una<br />

piccola pergamena e: «An<strong>di</strong>amo» mi <strong>di</strong>sse. Capii che, da quel momento,<br />

si apriva un nuovo capitolo della mia vita, ricco <strong>di</strong> avvenimenti<br />

che potevano risultare sconvolgenti.<br />

<strong>Il</strong> vecchio camminava lentamente, quin<strong>di</strong>, ci mettemmo un bel po’<br />

ad arrivare alla casa <strong>di</strong> Giuseppe d’Arimatea. Entrammo quasi subito<br />

nella stanza in cui giaceva il Maestro. Accanto a lui, Giuseppe e Nicodemo<br />

che accolsero fraternamente il nuovo venuto. Luce ce n’era<br />

pochissima. Una torcia attaccata a una parete mandava un chiarore<br />

debole e tremolante. L’aria era soffocante tanto che il vecchio chiese<br />

che fosse aperta l’unica finestra e fu subito accontentato. Poco dopo<br />

iniziò, da parte del vecchio, una specie <strong>di</strong> riconoscimento del viso del<br />

Maestro. Si fece portare un panno <strong>di</strong> lino bianco con un vaso <strong>di</strong> vetro<br />

pieno d’acqua e deterse con cura il viso del Maestro, mentre Giuseppe<br />

116


pregava in silenzio e Nicodemo sorrideva fiducioso. Dopo pochi minuti,<br />

il Maestro si svegliò e ci sorrise.<br />

Era un sorriso triste e misterioso. Un sorriso che sembrava venire<br />

da un mondo che non ci apparteneva. «Dove sei?» gli chiesi. «Nella<br />

luce – mi rispose – non riesco a spiegarmi...».<strong>Il</strong> vecchio si bloccò <strong>di</strong><br />

colpo quasi si trovasse davanti a una rivelazione. Accarezzò il viso del<br />

Maestro con delicatezza. Poi rimase immobile, quasi cercando nella<br />

memoria dove avesse già visto quei tratti così inquietanti.<br />

«Ma è Gesù, il figlio <strong>di</strong> Giuseppe e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>! – esclamò a un tratto<br />

con voce alta –. È un grande maestro degli esseni... il <strong>di</strong>scepolo preferito<br />

dal Battista...». Ci vollero molti minuti prima che il vecchio si<br />

riavesse dalla sorpresa. Fece un respiro profondo e gli chiese: «Dove<br />

sei stato in tutto questo tempo?». Ma Gesù non rispose. Si limitò a<br />

<strong>di</strong>re: «Sto bene, ma tutto quanto mi riguarda non sarà più come<br />

prima...». <strong>Il</strong> vecchio sorrise senza fare domande. Srotolò, quin<strong>di</strong>, la<br />

piccola pergamena che aveva portato con sé e recitò tre brevi preghiere.<br />

Giuseppe e Nicodemo restavano, preoccupati, un po’ in <strong>di</strong>sparte.<br />

Forse non riuscivano a spiegarsi l’improvviso miglioramento del Maestro<br />

e si chiedevano quanto fosse merito della presenza del vecchio.<br />

Era anche lui un maestro esseno? È una domanda alla quale non riuscimmo<br />

a dare una risposta. È innegabile, comunque, che, a partire<br />

dalla sua visita, le con<strong>di</strong>zioni del Maestro iniziarono a migliorare fino<br />

a raggiungere una guarigione quasi completa.<br />

Una frase del Maestro continuava, comunque, a crearmi ansia. Cosa<br />

voleva <strong>di</strong>re affermando che non sarebbe più stato lo stesso? Si riferiva<br />

anche a me? Voleva allontanarmi dalla sua vita? L’unica cosa che<br />

mi confortava e che, man mano che riprendeva le forze, ricambiava,<br />

con gioia, i miei atti d’amore mentre <strong>di</strong>mostrava un affetto sempre<br />

più profondo nei confronti <strong>di</strong> Giuseppe e <strong>di</strong> Nicodemo.<br />

<strong>Il</strong> suo carattere era, comunque, molto cambiato. Passava ore e ore<br />

rintanato nella semioscurità nella nostra stanza, vittima <strong>di</strong> una stanchezza<br />

generale che non riusciva a vincere. Un giorno mi confidò <strong>di</strong><br />

aver conosciuto, nei giorni che seguirono la crocefissione, una <strong>di</strong>mensione<br />

invisibile, misteriosa e tremenda che gli tornava sempre più in<br />

mente come un’ossessione che lo teneva prigioniero della propria an-<br />

117<br />

Capitolo XIV


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

goscia. In uno dei suoi momenti visionari, gli chiesi <strong>di</strong> andare più a<br />

fondo. Mi spiegò che gli era apparso un mondo che stava <strong>di</strong>ventando<br />

dominio <strong>di</strong> Satana mentre lui, oppresso dalla depressione (e quasi<br />

privo <strong>di</strong> forze) si trovava nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> non poter intervenire.<br />

«Perché non rientri nella nostra piccola comunità? – gli chiesi – i tuoi<br />

<strong>di</strong>scepoli sanno del sepolcro vuoto, pensano che tu sia ancora vivo e,<br />

spesso, si riuniscono per tramandare il tuo messaggio. Torna da loro<br />

– lo incoraggiai – vi sono ancora fedeli che ti potrebbero aiutare nella<br />

tua lotta contro il male!».<br />

Ricordo che il Maestro fece un breve cenno <strong>di</strong> capo e: «Uomo <strong>di</strong><br />

poca fede! – mormorò fra sé e sé – come ho fatto a non pensarci<br />

prima?».<br />

<strong>Il</strong> Maestro era tornato finalmente fra noi! Dimagritissimo, lievemente<br />

curvo, ma con quello sguardo irresistibile che conoscevo da<br />

tempo. Lo sguardo <strong>di</strong> chi era pronto a tutto.<br />

NOTE CAPITOLO XIV<br />

53. Catalessi.<br />

54. Telepatia.<br />

55. Facoltà <strong>di</strong> prevedere il futuro.<br />

56. Sostanze speciali che – in determinate con<strong>di</strong>zioni – potrebbero uscire dal corpo<br />

<strong>di</strong> alcuni me<strong>di</strong>um. Gesù era uno <strong>di</strong> questi me<strong>di</strong>um?<br />

57. La legge mosaica proibiva i contatti con maghi, indovini, negromanti ecc.<br />

58. Proveniente, probabilmente, dalle file degli esseni e da quelle dei terapeuti, appartenenti<br />

a una comunità giudaica misticheggiante che aveva sede nei pressi <strong>di</strong><br />

Alessandria d’Egitto. Questo spiegherebbe il riconoscimento <strong>di</strong> Gesù e la conoscenza<br />

della sua frequentazione “essena”.<br />

118


CAPITOLO XV<br />

La comunità dei <strong>di</strong>scepoli del Maestro conosce minacce e violenze <strong>di</strong><br />

ogni tipo. In quest’opera <strong>di</strong> fanatismo settario, si <strong>di</strong>stingue un certo<br />

Saulo un dottore della Legge che viene da Tarso. Nel suo animo, c’è<br />

solo o<strong>di</strong>o e intransigenza. Saulo decide perfino <strong>di</strong> perseguitare una<br />

piccola comunità che si è formata in Siria. Ma, mentre è sulla strada<br />

<strong>di</strong> Damasco, qualcosa stravolge il suo animo e i suoi programmi. Nello<br />

stesso periodo il Maestro si rivela ai suoi <strong>di</strong>scepoli.<br />

119


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

120


<strong>Il</strong> “ritorno” del Maestro andava, comunque, preparato evitando il pericolo<br />

<strong>di</strong> far precipitare gli eventi. <strong>Il</strong> gruppo dei <strong>di</strong>scepoli era rimasto,<br />

per nostra fortuna, abbastanza compatto anche se l’opera <strong>di</strong> proselitismo<br />

procedeva con grande <strong>di</strong>fficoltà. La verità è che i <strong>di</strong>scepoli del<br />

Maestro apparivano, agli occhi <strong>di</strong> molti, come soggetti pericolosi;<br />

degli emarginati visionari, cioè, che seguivano gli insegnamenti incomprensibili<br />

<strong>di</strong> un falegname galileo. Non solo, gli informatori del<br />

Sinedrio riferivano ai sacerdoti che i <strong>di</strong>scepoli parlavano <strong>di</strong> “scomparsa”<br />

del Maestro e non <strong>di</strong> morte, quasi che la parola morte fosse una<br />

parola da ban<strong>di</strong>re. Questa “scomparsa” era <strong>di</strong>fesa da un alone <strong>di</strong> mistero<br />

come se fosse un avvenimento eccezionale che solo loro potevano<br />

conoscere e spiegare.<br />

Presto cominciarono violenze e minacce <strong>di</strong> ogni tipo nei loro confronti.<br />

Si <strong>di</strong>stingueva, in quest’opera <strong>di</strong> fanatismo settario, un certo<br />

Saulo, un ebreo dottore della Legge che proveniva da Tarso, una<br />

grande e ricca città <strong>di</strong> commercianti della pianura orientale della Cilicia.<br />

Un ebreo della <strong>di</strong>aspora che parlava in greco e che era nato e<br />

cresciuto fuori della Palestina. Si <strong>di</strong>ceva che fosse venuto da Gerusalemme<br />

come <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Gamaliele 59 e che fosse entrato a far parte<br />

del gruppo dei farisei.<br />

Io lo incontrai per caso quando partecipò alla lapidazione <strong>di</strong> Stefano.<br />

60 Vi<strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong> bassa statura e <strong>di</strong> aspetto insignificante. I suoi<br />

tratti erano assolutamente comuni. Precocemente calvo, con la barba<br />

corta e rada. Un naso lungo e adunco che gli conferiva un’espressione<br />

fanatica e sinistra. Quanta <strong>di</strong>fferenza fra lui e il nostro Maestro! Eppure<br />

quest’uomo, all’apparenza così sgradevole, sapeva suscitare emozioni<br />

che facevano breccia nel cuore delle masse accendendo paure<br />

nascoste. Era, senz’altro, un personaggio capace d’emanare un grande<br />

121<br />

Capitolo XV


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

prestigio, un prestigio che gli derivava dalla sua personalità, dalla sua<br />

cultura e dalla sua capacità <strong>di</strong> spiegare le leggi mosaiche con parole assolutamente<br />

semplici e alla portata <strong>di</strong> tutti. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>o <strong>di</strong> cui parlava era un<br />

<strong>di</strong>o più da temere che da amare. Un <strong>di</strong>o che avrebbe reagito alla <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza<br />

del suo popolo con punizioni tremende.<br />

Saulo conosceva fino in fondo l’animo del nostro popolo, vittima<br />

della fame e della paura. <strong>Il</strong> gioco al massacro era iniziato. 61 Non poteva<br />

esserci posto per il <strong>di</strong>o dell’amore <strong>di</strong> cui aveva parlato il nostro Maestro.<br />

Nell’animo <strong>di</strong> Saulo c’era solo o<strong>di</strong>o e intransigenza. Se sentiva parlare<br />

della tomba vuota andava su tutte le furie e sosteneva che, <strong>di</strong><br />

notte, mentre le guar<strong>di</strong>e dormivano, i <strong>di</strong>scepoli avevano rubato il<br />

corpo del Maestro per portarlo chissà dove... Se, poi, qualcuno sosteneva,<br />

timidamente, <strong>di</strong> averlo visto e riconosciuto (malgrado fosse coperto<br />

da un caffetano) Saulo si <strong>di</strong>mostrava più intransigente e<br />

categorico che mai. «Tuttalpiù sarà stato uno dei suoi fratelli – tappava<br />

la bocca a tutti –. In fondo – ironizzava – questi fannulloni <strong>di</strong> galilei<br />

si assomigliano l’un l’altro in maniera impressionante». Presuntuoso,<br />

saccente e antipatico come sempre.<br />

Mentre parlava, pensavo alle mani forti e magre del Maestro alla<br />

sua fronte spaziosa, ai suoi occhi pieni <strong>di</strong> speranze e <strong>di</strong> sogni. Non era<br />

vero che i galilei si rassomigliassero fra loro al punto da sembrare gemelli.<br />

<strong>Il</strong> grande Saulo, il dottore della Legge, l’allievo pre<strong>di</strong>letto <strong>di</strong><br />

Gamaliele era caduto, anche lui, in un errore grossolano. <strong>Il</strong> Maestro<br />

era unico.<br />

Saulo non sottovalutava, comunque, il nuovo messaggio; capiva che<br />

poteva colpire il cuore d’Israele e lo vedeva come un male contagioso<br />

da fermare subito con durezza.<br />

La Pasqua era passata da qualche giorno quando io, con l’approvazione<br />

<strong>di</strong> Gesù, decisi <strong>di</strong> prendere contatti con i <strong>di</strong>scepoli per <strong>di</strong>re loro<br />

che Gesù sarebbe tornato fra <strong>di</strong> noi. Entrai nella casupola che ci serviva<br />

come rifugio e salutai Pietro e Giacomo che furono i primi a venirmi<br />

incontro. Poi, abbracciai anche gli altri. C’erano tutti, mancava<br />

solo Tommaso che ci raggiunse dopo pochi minuti. Ci sedemmo e cominciammo<br />

a mangiare qualcosa scambiandoci le informazioni sugli<br />

avvenimenti più recenti. Stavamo giusto parlando <strong>di</strong> queste cose,<br />

122


quando l’unica porta del nostro rifugio si aprì lentamente e apparve<br />

il Maestro.<br />

Quasi tutti credettero <strong>di</strong> vedere un fantasma. Restarono immobili<br />

con lo sguardo fisso nel vuoto come se il tempo si fosse improvvisamente<br />

fermato. Ma il Maestro cercò <strong>di</strong> confortarli. «Perché siete turbati?<br />

– chiese – perché sorgono tanti dubbi nel vostro cuore? Guardate<br />

le mie mani e i miei pie<strong>di</strong>. Un fantasma non potrebbe avere mani e<br />

pie<strong>di</strong>: sono proprio io!». Poi, per rassicurarli ancora <strong>di</strong> più, chiese qualcosa<br />

da mangiare e mangiò del pesce arrostito davanti a tutti. Tommaso,<br />

però, dubitava. «Soltanto se metto una mano sulla ferita del<br />

costato potrò credere» <strong>di</strong>sse ad alta voce. Ma , quando arrivò il momento<br />

<strong>di</strong> mettere in pratica il suo proposito, si inginocchiò davanti al<br />

Maestro e: «Mio signore, mio Dio!» esclamò continuando a piangere.<br />

Non so se per la gioia o per il rimorso <strong>di</strong> una sua incredulità che sarebbe<br />

<strong>di</strong>ventata emblematica.<br />

<strong>Il</strong> Maestro appariva stanco e affaticato, ma il suo carisma era più<br />

forte che mai. Si sedette vicino a me pronto a esaminare i problemi<br />

più seri che riguardavano la nostra piccola comunità. Fu in quei momenti<br />

che Giovanni mi sussurrò in un orecchio: «Ma è resuscitato o<br />

non è mai morto?». Feci finta <strong>di</strong> non aver capito la domanda.<br />

Intanto, si erano uniti al gruppo anche Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo.<br />

Giovanna, Susanna e <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Betania restavano silenziose<br />

spettatrici <strong>di</strong> quanto stava avvenendo e mi guardavano con una punta<br />

d’invi<strong>di</strong>a.<br />

«Quali avvenimenti stanno accadendo?» chiese il Maestro rivolgendosi<br />

a Giuseppe. Giuseppe spostò lo sguardo su Nicodemo per<br />

qualche secondo, quasi a sincerarsi del suo sostegno, poi: «Sai meglio<br />

<strong>di</strong> me – iniziò Giuseppe rivolgendosi al Maestro – che uno dei compiti<br />

del Sinedrio è quello <strong>di</strong> mantenere l’or<strong>di</strong>ne e il rispetto dell’antica<br />

Legge e sai anche –proseguì – quanto, per raggiungere questo obiettivo,<br />

si ricorra a una repressione che, col tempo, può <strong>di</strong>ventare brutale<br />

e crudele. Noi – concluse – siamo considerati come delle erbacce<br />

da sra<strong>di</strong>care mentre il tuo messaggio è giu<strong>di</strong>cato una tendenza pericolosa<br />

non da <strong>di</strong>rigere, ma da soffocare. <strong>Il</strong> capo <strong>di</strong> questa persecuzione<br />

sistematica è Saulo <strong>di</strong> Tarso che vuole iniziare contro <strong>di</strong> noi una<br />

guerra senza esclusione <strong>di</strong> colpi». <strong>Il</strong> Maestro avvertì subito la paura<br />

123<br />

Capitolo XV


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

che le parole <strong>di</strong> Giuseppe avevano provocato fra i <strong>di</strong>scepoli. La sua<br />

reazione fu imme<strong>di</strong>ata. «Un uomo che si comporta come Saulo – <strong>di</strong>sse<br />

– è un uomo che ha tanto bisogno d’amore. Non abbiate paura. Mi<br />

prenderò cura anche <strong>di</strong> lui. <strong>Il</strong> mio non è il tempo dell’o<strong>di</strong>o». Pietro<br />

annuì gravemente.<br />

«Non solo d’amore – intervenne Nicodemo – Saulo ha bisogno<br />

anche <strong>di</strong> un buon me<strong>di</strong>co. So per certo che soffre <strong>di</strong> mal <strong>di</strong> testa fortissimi,<br />

<strong>di</strong> vertigini e <strong>di</strong> stor<strong>di</strong>menti. Qualche volta, l’hanno visto cadere<br />

a terra come se i muscoli non lo sorreggessero più. Spesso è triste<br />

ed è perseguitato da brutti sogni...». A questo punto, Nicodemo si<br />

fermò come se provasse imbarazzo nel proseguire. Poi, cercò <strong>di</strong> assumere<br />

un atteggiamento più <strong>di</strong>staccato che mai e: «Si <strong>di</strong>ce anche che<br />

una malformazione sessuale lo condanni alla solitu<strong>di</strong>ne. Ma, secondo<br />

me, sono solo chiacchiere da comari» minimizzò con estremo tatto.<br />

Qualche giorno dopo, Giuseppe d’Arimatea ci confermò che Saulo<br />

entrava (accompagnato da alcuni soldati) nelle case dei nostri confratelli<br />

e che li faceva mettere in prigione, in<strong>di</strong>pendentemente dal fatto<br />

che fossero uomini o donne. Ci riferì anche che Saulo si era presentato<br />

al sommo sacerdote che gli aveva rilasciato alcune lettere (per le<br />

sinagoghe <strong>di</strong> Damasco) che lo autorizzavano a condurre in catene, a<br />

Gerusalemme, tutti i seguaci della dottrina del nostro Maestro.<br />

Saulo stava, quin<strong>di</strong>, per partire.<br />

La sosta, probabilmente, era prevista alla prima oasi della strada<br />

che da Gerusalemme portava in Siria. Ricordo che colsi un lampo<br />

negli occhi del Maestro. «Domani all’alba partiremo per quell’oasi –<br />

<strong>di</strong>sse rivolgendosi <strong>di</strong>rettamente a me – voglio precederlo. Quell’uomo<br />

ha bisogno <strong>di</strong> me». Inquadrai mentalmente la situazione e iniziai,<br />

quasi subito, a organizzare il nostro viaggio. <strong>Il</strong> sole era ancora alto in<br />

un cielo tersissimo. Giuseppe si alzò e se ne andò, assieme a Nicodemo,<br />

scuotendo la testa. Se fosse tornato in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> pochi minuti<br />

non avrebbe informato il Maestro del viaggio <strong>di</strong> Saulo...<br />

All’alba dell’indomani, ci <strong>di</strong>rigemmo verso l’oasi che raggiungemmo,<br />

stanchi e affamati, prima del tramonto. Si trattava <strong>di</strong> un’oasi<br />

piccola, ma abbastanza ricca d’acqua e <strong>di</strong> palme da datteri. C’era veramente<br />

<strong>di</strong> tutto: gruppi stanziali con molti bambini, noma<strong>di</strong> <strong>di</strong> passaggio<br />

alla ricerca <strong>di</strong> pascoli per le greggi, piccole carovane <strong>di</strong> nabatei 62<br />

124


ansiosi <strong>di</strong> riprendere il loro cammino. Un vecchio ci sorrise e ci offrì<br />

dei datteri, dei fichi e dei melograni. Era il suo modo <strong>di</strong> darci il benvenuto.<br />

Lo ringraziammo e gli chiedemmo se fossimo stati preceduti<br />

da un gruppo <strong>di</strong> uomini provenienti da Gerusalemme. <strong>Il</strong> vecchio ci<br />

<strong>di</strong>sse <strong>di</strong> no: Saulo non era ancora accampato nella “nostra” oasi.<br />

Ci stavamo guardando attorno alla ricerca <strong>di</strong> una zona riparata per<br />

passarci la notte quando notammo un fanciullo che si passava lentamente<br />

le mani sulla faccia stropicciandosi gli occhi. «È quasi cieco –<br />

<strong>di</strong>sse il vecchio – a volte non riconosce neanche me». <strong>Il</strong> Maestro, allora,<br />

gli accarezzò il viso con dolcezza, gli mise un po’ della sua saliva<br />

sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Ve<strong>di</strong> qualcosa?». <strong>Il</strong> fanciullo<br />

alzò gli occhi e dette una risposta vaga. <strong>Il</strong> Maestro gli impose ancora<br />

le mani e gli alitò sugli occhi. Dopo qualche minuto, il fanciullo<br />

vide con chiarezza sia quanto gli era vicino sia quanto gli era lontano.<br />

<strong>Il</strong> vecchio rimase immobile a fissare il Maestro con stupore e ammirazione.<br />

Poi, prese il fanciullo per mano e lo portò, mentre piangeva<br />

<strong>di</strong> gioia, dai suoi genitori.<br />

Quella sera, <strong>di</strong>videmmo con tutta la famiglia del vecchio un pasto frugale<br />

allietato dalla presenza <strong>di</strong> molti bambini. <strong>Il</strong> fanciullo guarito dalla<br />

cecità continuava a fissare il Maestro non sapendo come <strong>di</strong>mostrargli<br />

tutta la sua gratitu<strong>di</strong>ne. <strong>Il</strong> vecchio non riusciva a rimettersi ancora dallo<br />

stupore... Forse si aspettava delle spiegazioni, ma non ebbe il coraggio <strong>di</strong><br />

fare domande. <strong>Il</strong> Maestro sembrava lontanissimo e impenetrabile.<br />

Quella notte (che passammo all’aperto) attesi che il Maestro si addormentasse<br />

e, poi, mi rannicchiai accanto a lui, desiderosa <strong>di</strong> affetto<br />

e <strong>di</strong> amore anche nel senso fisico della parola. Ci vollero <strong>di</strong>versi minuti<br />

prima che il Maestro si risvegliasse e si accorgesse <strong>di</strong> me. Furono<br />

momenti in<strong>di</strong>menticabili. Un raggio <strong>di</strong> luna gli illuminò il viso. Accarezzai<br />

la sua pelle dura e ruvida che contrastava con i suoi tratti<br />

dolci e gentili. Baciai a lungo le sue labbra arse <strong>di</strong> sete finché non sentii<br />

che un fremito <strong>di</strong> desiderio attraversava il suo corpo. «Ti voglio<br />

bene – mi <strong>di</strong>sse – non temere. Avrò sempre cura <strong>di</strong> te». Quin<strong>di</strong>, si <strong>di</strong>stese<br />

con delicatezza sopra <strong>di</strong> me. Mentalmente ringraziai Dio per il<br />

dono <strong>di</strong> un grande amore così puro e innocente.<br />

Restammo abbracciati a lungo. A tratti, guardavamo il cielo, fianco<br />

a fianco, quasi volessimo conoscere il nostro destino. «Voglio un figlio<br />

125<br />

Capitolo XV


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

da te – gli <strong>di</strong>ssi – un uomo come te deve avere una sua <strong>di</strong>scendenza».<br />

<strong>Il</strong> Maestro mi guardò fisso negli occhi e: «L’avrai» mi promise. Facemmo<br />

l’amore fin quasi l’alba poi ci addormentammo abbracciati.<br />

Ricordo che, prima <strong>di</strong> cadere in un sonno profondo, mi chiesi se il<br />

destino mi stesse rivelando, segno dopo segno, quel <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> cui sarei<br />

stata l’unica custode.<br />

Verso l’alba inoltrata, ci svegliò il vecchio che avevamo incontrato<br />

la sera prima. «È arrivato un gruppo <strong>di</strong> soldati – ci <strong>di</strong>sse respirando a<br />

fatica –. Fanno da scorta a un personaggio evidentemente <strong>di</strong> grande<br />

importanza. Questo personaggio sta male. Trema in tutto io corpo,<br />

delira, vomita materia ripugnante. Abbiamo paura che ci contagi. Se<br />

sei un mago o un guaritore – concluse – aiutaci, ti prego!».<br />

«È un destino – mi <strong>di</strong>sse il Maestro – le cattive notizie arrivano<br />

sempre all’alba. Da che parte dobbiamo andare?». <strong>Il</strong> vecchio non rispose<br />

come se non avesse u<strong>di</strong>to, ma iniziò a camminare con passo sicuro<br />

facendoci segno <strong>di</strong> seguirlo. <strong>Il</strong> silenzio era assoluto, l’aria era<br />

ancora più secca del giorno prima, le luci del giorno sarebbero arrivate<br />

presto.<br />

Dopo pochi minuti, ci trovammo davanti a un uomo che soffriva le<br />

pene dell’inferno: era Saulo... Saulo <strong>di</strong> Tarso!<br />

NOTE AL QUINDICESIMO CAPITOLO<br />

59. Insigne maestro fariseo interprete della Legge.<br />

60. Membro (ebreo ellenista) della primitiva comunità cristiana.<br />

61. Ve<strong>di</strong> Atti degli Apostoli 7/55-60; 8/1-4.<br />

62. Antica popolazione con centro nella città <strong>di</strong> Petra a sud-est del Mar Morto. In origine,<br />

i nabatei furono noma<strong>di</strong>/carovanieri. Divenuti sedentari dettero origine a un<br />

regno <strong>di</strong> notevole importanza fra il II secolo a.C. e il I secolo d.C.<br />

126


CAPITOLO XVI<br />

Saulo subisce una conversione improvvisa e drammatica. Da persecutore,<br />

<strong>di</strong>venta quello che sarà definito l’“apostolo delle genti”. I <strong>di</strong>scepoli<br />

non riescono, però, a vincere una forte prevenzione nei suoi<br />

confronti. Intanto, nella vita <strong>di</strong> <strong>Maddalena</strong>, avvengono eventi davvero<br />

sconvolgenti che nessuno poteva prevedere.<br />

127


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

128


Mi apparve così come lo ricordavo. Era un uomo magro e <strong>di</strong> bassa statura.<br />

Quando entrammo nella sua tenda, ci guardò con occhi ostili e<br />

spaventati. «La pace sia con te – gli <strong>di</strong>sse, sorridendo, il Maestro –. Posso<br />

sedermi?». Saulo fissò il Maestro con o<strong>di</strong>o e non rispose. Prese a stropicciarsi<br />

con forza gli occhi, già molto infiammati. Poi, si prese il ventre<br />

fra le mani e rotolò per terra pronunciando frasi sconnesse preda,<br />

probabilmente, <strong>di</strong> allucinazioni terribili. Nell’aria, un <strong>di</strong>sgustoso fetore<br />

<strong>di</strong> vomito e <strong>di</strong> orina. <strong>Il</strong> Maestro sembrava non accorgersene.<br />

Passata la crisi, Saulo rimase immobile, seduto per terra abbracciandosi<br />

le ginocchia con le braccia. Ci fissava, uno ad uno, ma probabilmente<br />

non riusciva a <strong>di</strong>stinguerci. Non c’era tempo da perdere...<br />

<strong>Il</strong> Maestro si sedette vicino a lui, gli passò una mano sulle spalle e lo<br />

abbracciò. «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» gli chiese. Saulo non<br />

rispose. Affondò, invece, tutto a un tratto, la testa sul petto del Maestro<br />

e scoppiò a piangere. Avevano più o meno la stessa età, ma quell’abbraccio<br />

era un abbraccio fra padre e figlio.<br />

Restarono abbracciati per alcuni minuti, poi il Maestro ripeté la domanda<br />

in termini, comunque, <strong>di</strong>versi; «Saulo, Saulo, perché mi hai<br />

perseguitato?». «Le voci – gli rispose Saulo singhiozzando – mi parlavano<br />

in continuazione. Or<strong>di</strong>navano e or<strong>di</strong>navano, non mi lasciavano<br />

dormire... Erano sempre della stessa persona – aggiunse – una persona,<br />

però, che non avevo mai visto». «Non sentirai più la sua voce – gli promise<br />

il Maestro. <strong>Il</strong> rimorso e il pentimento ti hanno salvato da Satana.<br />

Lavati e metti una veste bianca e pulita. Un grande lavoro ti attende».<br />

Nella stanza calò un silenzio quasi irreale. <strong>Il</strong> vecchio che ci aveva guidato<br />

alla tenda <strong>di</strong> Saulo e i soldati della scorta apparivano <strong>di</strong>sorientati,<br />

incapaci <strong>di</strong> interpretare quanto era accaduto davanti ai loro occhi. Io,<br />

invece, ero sicura che Saulo avesse intuito che quel giovane che lo<br />

129<br />

Capitolo XVI


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

aveva curato e guarito (con la forza misteriosa della sua parola) fosse<br />

quel giovane che aveva visto morire crocefisso sul Golgota.<br />

La conversione <strong>di</strong> Saulo fu, comunque, completa sotto ogni aspetto.<br />

Dopo qualche settimana tornammo alla comunità e raccontammo<br />

quanto era avvenuto ai nostri fratelli e alle nostre sorelle. Da loro venimmo<br />

a sapere con gioia che Saulo si era fatto battezzare, che aveva<br />

cambiato il suo nome da Saulo in Paolo 63 e che, nelle sinagoghe, affermava<br />

che Gesù <strong>di</strong> Nazaret era il figlio <strong>di</strong> Dio. Non solo, sosteneva anche<br />

che Gesù era tornato dal mondo dei morti per volontà del Padre e che<br />

la sua resurrezione avrebbe anticipato la resurrezione <strong>di</strong> tutti i credenti.<br />

Pietro e gli altri non credevano, più <strong>di</strong> tanto, all’improvvisa conversione<br />

<strong>di</strong> Saulo. Sospetti e atti ostili erano, ormai, all’or<strong>di</strong>ne del giorno.<br />

Saulo continuava, comunque, nella sua missione e, a giu<strong>di</strong>care dai<br />

suoi spostamenti, dovevo concludere che il Maestro l’aveva risanato<br />

completamente.<br />

Un giorno riferii al Maestro che “Paolo” si era rivolto ad alcuni convertiti<br />

affermando che: «Se Cristo non è risorto, vana è la nostra pre<strong>di</strong>cazione<br />

e vana è la vostra fede». 64 <strong>Il</strong> Maestro – lo ricordo perfettamente<br />

– fece un gesto d’insofferenza. Primo, perché sapeva benissimo <strong>di</strong> non<br />

essere né morto né risorto. Secondo, perché trovava troppo infuocata<br />

la pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Saulo, aspetto che provocava molti scontri con gli<br />

apostoli, specie con Simone detto Pietro che vedeva insi<strong>di</strong>ata la sua supremazia.<br />

Terzo, perché Saulo non dava adeguato risalto alla sua pre<strong>di</strong>cazione<br />

assolutamente originale considerando i tempi. Una<br />

pre<strong>di</strong>cazione che avrebbe mantenuto il suo immenso valore, in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dal fatto che il Maestro fosse morto e risorto (o meno).<br />

Ammetteva, però, anche lui, che questa promessa <strong>di</strong> immortalità era<br />

l’autentica carta vincente della pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Saulo perché vinceva<br />

la paura della morte e infondeva la grande speranza.<br />

A volte, il Maestro pronunciava frasi incomprensibili. Avevo la<br />

sensazione che, quei giorni passati fra la vita e la morte, gli avessero<br />

svelato il senso della sua esistenza e, forse, anche il futuro che ci attendeva<br />

dopo l’arrivo, silenzioso e invisibile, della morte. La verità è<br />

che proteggeva un <strong>segreto</strong>. Un <strong>segreto</strong> che volevo conoscere.<br />

A volte, mi parlava <strong>di</strong> quei misteriosi tre giorni. Ogni tanto, affioravano<br />

ricor<strong>di</strong> e sensazioni <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong>versa. Mi <strong>di</strong>ceva che,<br />

130


pur nella situazione fisica che conosciamo, riusciva, durante quei<br />

giorni, a sentire e a comprendere molte cose che accadevano attorno<br />

a lui. Vedeva colori e luci che non aveva mai visto. Aveva la sensazione<br />

che il tempo avesse sospeso la sua inarrestabile corsa e si fosse<br />

concesso una pausa, consentendogli <strong>di</strong> uscire dal suo corpo. La soluzione<br />

ai problemi più angosciosi gli appariva, in momenti particolari,<br />

chiara ed evidente, come non lo era mai stata. <strong>Il</strong> tutto mentre uno<br />

stato <strong>di</strong> dormiveglia continuava a inchiodarlo fra la vita e la morte.<br />

«Ma la morte è una traversata oppure è la fine <strong>di</strong> tutto?» gli chiesi una<br />

sera. <strong>Il</strong> Maestro mi guardò, sempre dolcissimo e protettivo, ma preferì<br />

non rispondermi.<br />

La vita continuava a svolgersi nell’attesa <strong>di</strong> misteriose rivelazioni<br />

che non arrivavano. Forse perché facevano parte <strong>di</strong> quel <strong>segreto</strong> che<br />

ero destinata a custo<strong>di</strong>re. Si trattava, forse, del fatto che il Maestro<br />

non era morto, ma era stato in catalessi? Assolutamente improbabile.<br />

Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea e forse qualche altro, ne erano perfettamente<br />

al corrente mentre, a quanto mi era stato predetto, io (io<br />

soltanto) avrei conosciuto questo benedetto <strong>segreto</strong>.<br />

Da qualche tempo, non ero più la stessa. Mi faceva sempre male la<br />

schiena e vedevo che il mio corpo si stava lentamente mo<strong>di</strong>ficando.<br />

<strong>Il</strong> flusso <strong>di</strong> sangue che, mensilmente, veniva eliminato dalla vagina<br />

era scomparso. Vivevo sensazioni strane. Mi feci “visitare” da Giovanna.<br />

Ricordo ancora il tono della sua voce quando, felice come non<br />

l’avevo mai vista: «Aspetti un bambino».<strong>di</strong>sse abbracciandomi. Ricordo<br />

che respirai profondamente e scoppiai a piangere mentre le<br />

gambe “non c’erano più”. Non vedevo l’ora <strong>di</strong> dare al Maestro la<br />

grande notizia. Padre... sarebbe <strong>di</strong>ventato padre anche lui.<br />

Ma quali sarebbero state le sue reazioni? Avrebbe vissuto il tutto<br />

come un problema? Sarebbe stato costretto a rinunciare a lunghi<br />

viaggi per “colpa” mia?<br />

La mia ansia sarebbe finita, comunque, presto. <strong>Il</strong> Maestro stava per<br />

ritornare. E io lo aspettavo, seduta davanti la porta <strong>di</strong> casa, con le<br />

gambe strette sul ventre, quasi a proteggere il mio tesoro. Intanto,<br />

mille pensieri mi facevano impazzire dalla tenerezza.<br />

Quella sera, dopo aver ascoltato quello che avevo da <strong>di</strong>rgli, Gesù si<br />

coprì il viso con le mani e: «Sarà un maschio – mi <strong>di</strong>sse mentre gli<br />

131<br />

Capitolo XVI


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

occhi gli si riempivano <strong>di</strong> gioia – sarà un grande profeta che continuerà<br />

la mia missione. Sarà, per tutti, un grande consolatore. 65 Insegnerà<br />

che il vero Dio è un Dio <strong>di</strong> amore non un Dio pieno <strong>di</strong> collera<br />

e assetato <strong>di</strong> castighi». Non riuscii a comprendere quella frase, ma non<br />

volli turbare quei momenti meravigliosi con domande premature e<br />

inopportune.<br />

Ma Gesù, il nostro Maestro, non visse abbastanza per vedere suo figlio.<br />

Quell’uomo, che sembrava immortale e invulnerabile, ci fu<br />

strappato in pochi giorni non dagli intrighi dei sacerdoti del Tempio,<br />

né dalla brutalità dei romani, ma da una malattia misteriosa che nessuno<br />

riuscì a curare. Ancora adesso, la ferita <strong>di</strong> quella morte così improvvisa<br />

continua a restare aperta. Ma, allora, era necessario che si<br />

rimarginasse per consentirmi <strong>di</strong> provvedere a nostro figlio.<br />

La nostra piccola comunità fu affidata a Pietro mentre Saulo (in<strong>di</strong>cato,<br />

ormai, sempre più spesso, con il nome <strong>di</strong> Paolo) proseguiva nei<br />

suoi viaggi missionari, eroici e visionari. Io, invece, accettai l’abbraccio<br />

<strong>di</strong> quell’angelo malinconico <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Nazaret e andai a vivere<br />

con lei, nel ricordo comune <strong>di</strong> un uomo meraviglioso che avevo sposato<br />

66 e che mi aveva elevata, forse immeritatamente, alla con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> “tre<strong>di</strong>cesimo apostolo”. 67<br />

Erano trascorsi alcuni anni da quando avevo partorito un figlio che<br />

feci circoncidere da un giovane rabbino che gli impose il nome <strong>di</strong><br />

Abel. Abel crebbe sano, forte e bellissimo. I tratti del suo volto erano<br />

identici ai tratti <strong>di</strong> suo padre.<br />

A volte, si isolava per giorni e giorni quasi volesse ascoltare un personaggio<br />

che, misteriosamente, viveva dentro il suo cuore. Notavo<br />

che, anche lui, possedeva una carica <strong>di</strong> umanità che riusciva ad ammorbi<strong>di</strong>re<br />

molti lati della sua indole, inquieta e assetata <strong>di</strong> giustizia.<br />

Pensavo che, alla sua età, suo padre dovesse essere esattamente come<br />

lui. E quell’angelo <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Nazaret me lo confermava spesso (con<br />

un sorriso che non riuscivo a decifrare) specie quando si parlava della<br />

sua precocità intellettuale.<br />

Quello che mi impressionava è che Abel fosse al corrente <strong>di</strong> fatti<br />

che conoscevamo solo io e suo padre. Si poteva trattare <strong>di</strong> quel “miracolo”<br />

che alcuni definivano “reincarnazione”? Decisi <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong>rettamente<br />

con il giovane rabbino che lo aveva circonciso. Si <strong>di</strong>ceva<br />

132


che fosse tollerante, coltissimo e nemico giurato dei “principi in<strong>di</strong>scutibili”.<br />

I sacerdoti del Sinedrio non lo perdevano <strong>di</strong> vista perché<br />

aveva ascoltato alcune pre<strong>di</strong>che del Maestro e non perdeva occasione<br />

per ricordarlo con simpatia e ammirazione.<br />

Fu così che il giovane rabbino ascoltò con pazienza tutto quanto<br />

avevo da <strong>di</strong>rgli. Ricordo che sorrise fra sé e sé e: «Devi partire – iniziò<br />

– dall’ipotesi che l’uomo oltre al corpo possieda anche una parte<br />

invisibile che gli stu<strong>di</strong>osi chiamano anima, spirito o soffio vitale. Questa<br />

parte invisibile, secondo alcuni, sopravvive alla <strong>di</strong>struzione del<br />

corpo e si trasferisce nel corpo <strong>di</strong> un bimbo che sta per nascere, portando<br />

con sé alcune esperienze e alcuni ricor<strong>di</strong> delle vite trascorse.<br />

La morte <strong>di</strong>viene, così, l’inizio <strong>di</strong> una nuova vita, con<strong>di</strong>zionata, però,<br />

da quanto riguarda le vite precedenti. Io – proseguì – sono convinto<br />

che l’umanità sia stata guidata, spesso, da anime evolute che, attraverso<br />

la reincarnazione, avevano raggiunto uno stato <strong>di</strong> perfezione».<br />

«Ma, secondo i nostri rabbini, dobbiamo prendere le <strong>di</strong>stanze da queste<br />

ipotesi, no?» gli feci osservare. «Sì – mi rispose – questi <strong>di</strong>scorsi<br />

sono riservati ai circoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi molto ristretti; la massa è meglio<br />

che ne resti fuori visto che non possiamo prevedere le sue reazioni».<br />

«Ma Gesù, il mio Maestro...» accennai dopo un attimo d’esitazione.<br />

«Gesù <strong>di</strong> Nazaret – m’interruppe bruscamente il rabbino – era un<br />

grande iniziato. Sono convinto che conoscesse a fondo queste dottrine<br />

e che fosse ormai pronto ad assumersi la guida del popolo<br />

d’Israele. Le forze del male – concluse – glielo hanno impe<strong>di</strong>to. Ma<br />

Gesù non è morto. Gesù è fra <strong>di</strong> noi. E riprenderà la sua lotta sotto apparenze<br />

fisiche che conosceremo presto».<br />

<strong>Il</strong> giovane rabbino era vicino alla verità, ma gli mancava l’ultima rivelazione.<br />

Io, invece, la ebbi qualche giorno dopo quando una folgorazione<br />

mi rivelò il <strong>segreto</strong> del quale dovevo essere l’unica custode.<br />

Gesù, il nostro grande Maestro, si era reincarnato in suo figlio Abel ed<br />

era tornato fra <strong>di</strong> noi per proteggerci e guidarci.<br />

Intanto, però, Abel era scomparso e la mia angoscia <strong>di</strong>ventava, ogni<br />

giorno, più insopportabile.<br />

Una sera, verso l’ora del tramonto, <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Nazaret mi abbracciò<br />

piangendo <strong>di</strong> gioia. Continuava a in<strong>di</strong>carmi un puntino, forse due,<br />

che si stagliavano all’orizzonte. Dopo qualche minuto, realizzai che<br />

133<br />

Capitolo XVI


<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />

Abel stava tornando a casa. Ma non sembrava solo... sembrava sdoppiato.<br />

E lo fu finché si fuse con la figura che aveva al suo fianco. Padre<br />

e figlio erano <strong>di</strong>ventati una sola persona per continuare la missione<br />

che il padre aveva iniziato e che sarebbe stata compiuta nei secoli a<br />

venire. Prima da Abel, poi dalle gran<strong>di</strong> anime che si sarebbero rivelate<br />

dopo <strong>di</strong> lui.<br />

Da parte mia, dovevo quin<strong>di</strong> prepararmi a una esistenza fatta più <strong>di</strong><br />

dolore che <strong>di</strong> gioia, così come aveva affermato quella profezia talmente<br />

oscura da turbare tutti i giorni della mia incomprensibile vita.<br />

«Perché proprio io, Signore? – continuavo a chiedermi – perché proprio<br />

io?». Una domanda destinata a restare senza risposta, come quella<br />

che, tanti anni prima, si era posta anche <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Nazaret, la madre<br />

<strong>di</strong> Gesù, l’Immortale.<br />

NOTE CAPITOLO XVI<br />

63. In latino, “Paulus”, parvus, piccolo.<br />

64. Prima lettera ai Corinzi 15/14.<br />

65. Vangelo <strong>di</strong> Giovanni 14/26; 16/7-11.<br />

66. Vangelo apocrifo <strong>di</strong> Filippo passo 32 e passo 55.<br />

67. L’autore identifica il misterioso tre<strong>di</strong>cesimo apostolo nella <strong>Maddalena</strong>. È una figura<br />

(quella del tre<strong>di</strong>cesimo apostolo) ignorata dai Vangeli, ma che viene spesso<br />

riportata da alcuni scritti, anche contemporanei, a livello <strong>di</strong> ipotesi anche romanzesche.<br />

Particolarmente misterioso è quanto riportato nel Vangelo <strong>di</strong> Giovanni<br />

21/20-23.<br />

134


INDICE<br />

Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5<br />

Capitolo I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7<br />

Capitolo II . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15<br />

Capitolo III . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .23<br />

Capitolo IV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .31<br />

Capitolo V . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .39<br />

Capitolo VI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .47<br />

Capitolo VII . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .55<br />

Capitolo VIII . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .63<br />

Capitolo IX . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .71<br />

Capitolo X . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .79<br />

Capitolo XI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .87<br />

Capitolo XII . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .95<br />

Capitolo XIII . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .103<br />

Capitolo XIV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .111<br />

Capitolo XV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .119<br />

Capitolo XVI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .127<br />

135


136


Asiray. Le Do<strong>di</strong>ci Pioggie<br />

SELEZIONE DEI TITOLI<br />

ANIMA EDIZIONI<br />

Barbara Amadori. Me<strong>di</strong>anità quantica.<br />

Barbara Amadori. Al<strong>di</strong>là.<br />

Giulia Amici; Carol Adrienne. Guida pratica alla numerologia.<br />

Anonimo. Destatevi Figli della Luce. Dall’«Io sono» al «nuovo millennio».<br />

G. Ban<strong>di</strong>era; G. Fonseca. Dialoghi con l’angelo (con DVD allegato).<br />

A. Besant; C.W. Leadbeater. Le forme-pensiero.<br />

Annie Besant. Yoga.<br />

Elena Bianchi. Michele Arcangelo messaggero <strong>di</strong> Dio.<br />

Carlo Bozzelli. <strong>Il</strong> Co<strong>di</strong>ce dei Tarocchi.<br />

Salvatore Brizzi. Officina Alkemica.<br />

Salvatore Brizzi. Risveglio - con esercizi delle antiche scuole esoteriche.<br />

Salvatore Brizzi. La Porta del Mago.<br />

Paola Brumana. Osa sognare saggiamente.<br />

Giovanna Campo Antico. Tutto è Due.<br />

Carlotta Brucco. <strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> dell’essenza.<br />

Carlotta Brucco. Me<strong>di</strong>tazione. <strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> dell’essenza (con CD + DVD allegati)<br />

Capitanata. <strong>Il</strong> canto dell’OM (con CD allegato).<br />

Capitanata; Giuliano Guerra. Relax per l’anima (con CD allegato).<br />

Lorenzo Capuano. Ti amo comunque - la frase che trasformerà per sempre<br />

la tua vita.<br />

Lorenzo Capuano. Ti amo comunque - le me<strong>di</strong>tazioni che trasformeranno<br />

per sempre la tua vita (con CD allegato).<br />

<strong>Maria</strong> V.M. Carrassi. Esperienze <strong>di</strong> confine - Vivere il paranormale.<br />

Ida Caruggi. Da Cuore a Cuore - Comunicazioni con animali.


Silvia Cecchini; Ezio Sposato. L’abbraccio dei fiori (con CD allegato).<br />

Giorgio Cerquetti. Saggezza senza tempo.<br />

Giorgio Cerquetti. La scienza spirituale dei chakra (con CD allegato).<br />

Valentina Ivana Chiarappa. La tecnologia delle biofrequenze.<br />

Marco Clementi. E se fosse così? E se <strong>di</strong>pendesse da noi?<br />

Salvatore Coco. Omeopatia. Conoscersi, curarsi, guarire.<br />

Marco Colantuoni; Paolo Piccinini. Angeli - Gocce celesti per l’anima (con<br />

CD allegato).<br />

Marco Colantuoni; Paolo Piccinini. La musica del cerchio (con CD allegato).<br />

Marco Colantuoni; Paolo Piccinini. Piano Piano (con CD allegato).<br />

Franco Copes. <strong>Il</strong> piede dalla A alla Z.<br />

Clau<strong>di</strong>o Corbellini. Agopuntura dalla A alla Z.<br />

L. Crespi; N. Turato. L’anima della comunicazione.<br />

Livia Cuman. Disegno intuitivo.<br />

Livia Cuman. Pittura intuitiva.<br />

Luca d’Alessandro. <strong>Il</strong> potere dei 5 riflessi.<br />

Bhagavan Das M.A. La scienza delle emozioni.<br />

Adriano De Carlo. L’ambiguità della perfezione.<br />

Giorgio Del Vecchio. L’eterno canto <strong>di</strong> Bhagavan.<br />

Devana. Me<strong>di</strong>tazioni per l’anima (con CD allegato).<br />

<strong>Maria</strong> Rosaria Dibenedetto. Yoga - nel cuore dei bambini.<br />

<strong>Maria</strong> Grazia Di Niso; Gabriele Frigerio. <strong>Il</strong> risveglio.<br />

Erminio Di Pisa. Ipnosi dalla A alla Z.<br />

Emilian Dobrea. Dallo Spirito al DNA - (con DVD allegato).<br />

Carlo Dorofatti. Metamorfosi.<br />

Ashraf Eskandar. <strong>Il</strong> grande potere dei Salmi.<br />

Vincenzo Fanelli. <strong>Il</strong> potere <strong>di</strong> rendersi felici (con CD allegato).<br />

Fabio Ferrucci; Gianni Golfera. L’arte della memoria <strong>di</strong> Giordano Bruno.<br />

Fulvio Fiori. Umorismo Zen - aFIORIsmi per sorridere ogni giorno.


Simone Focacci. Guide.<br />

Nirodh Fortini. Brainwaves (con CD allegato).<br />

Samantha Fumagalli. Felicità - il tesoro nascosto.<br />

Samantha Fumagalli; Flavio Gan<strong>di</strong>ni. L’anima svelata.<br />

Samantha Fumagalli; Flavio Gan<strong>di</strong>ni. La quinta via.<br />

Cristina Garavaglia. Diario <strong>di</strong> una nascita.<br />

Slavy Gehring. Intuizia.<br />

Yor Glory. 2000 anni dopo Talita Kumi.<br />

Yor Glory. Rivelazioni <strong>di</strong>vine del III millennio.<br />

Ludovico Guarnieri. La formula <strong>di</strong> Rene Caisse. Un rime<strong>di</strong>o per <strong>di</strong>fendersi<br />

dal cancro e dalle malattie degenerative.<br />

Ludovico Guarnieri. La cosa più stupefacente al mondo. Avventure <strong>di</strong> un<br />

malato esperto.<br />

Ludovico Guarnieri. Viaggio nonostante tutto.<br />

Giuliano Guerra. Vivere corpo, mente, anima in armonia.<br />

F. Hartmann. I simboli segreti dei Rosacroce.<br />

Haziel. Angeli. Chi sono e a cosa servono?<br />

Haziel. <strong>Il</strong> Grande Viaggio.<br />

Haziel. Le carte degli Angeli (libro + 72 carte).<br />

Haziel. <strong>Il</strong> Taumaturgo.<br />

E. Holland; G. Gnecchi; C. Dorofatti. Percorsi <strong>di</strong> Alchimia Personale.<br />

Olga Karasso. Esperanza.<br />

Pier Luigi Lattuada. <strong>Il</strong> corpo del sogno - istruzioni per l’estasi.<br />

Pier Luigi Lattuada. <strong>Il</strong> corpo del sogno - pratiche sciamaniche <strong>di</strong> lunga vita<br />

(con DVD allegato).<br />

Pier Luigi Lattuada. Sciamanesimo brasiliano.<br />

Nicola Limardo. Salute dell’habitat.<br />

Alfredo Lissoni. UFO.<br />

Daniel Lumera. <strong>Il</strong> co<strong>di</strong>ce della luce.<br />

Maet. Come superare il sistema capitalista.


Jose Maffina. Gioia & Benessere.<br />

Adriana Mafio. Gli angeli intorno a me.<br />

Luiz Maio Ruiz. <strong>Il</strong> Sufismo.<br />

Graziella Mairate. Geneologia familiare.<br />

Manuela Mancini. Respiro per l’anima (con CD allegato).<br />

Elisabeth Mantovani. Astrologia dalla A alla Z.<br />

Fabio Paolo Marchesi. La Coppia <strong>Il</strong>luminata.<br />

Manuela <strong>Maria</strong>ni. Amori senza tempo.<br />

Piero Marini. L’enigma del destino rivelato dalla mano.<br />

Fabio Maselli. <strong>Il</strong> momento della coscienza.<br />

Scilla <strong>di</strong> Massa. <strong>Il</strong> giar<strong>di</strong>no interiore.<br />

Serena Milano. Ho scelto <strong>di</strong> guarire.<br />

Stefania Montagna. Ho’oponopono - Me<strong>di</strong>tazioni (con CD + DVD allegati).<br />

Laura Moroni. Alimentazione che cura - Manuale <strong>di</strong> Dietetica Cinese.<br />

<strong>Maria</strong> Morganti. Le Sezioni Binarie del VII Parallelo.<br />

<strong>Maria</strong> Morganti; Luciano Gasparini. I Corpi <strong>di</strong> Luce.<br />

<strong>Maria</strong> Morganti; Luciano Gasparini. Le conoscenze delle Civiltà Cosmiche.<br />

Shri Mataji Nirmala Devi. Meta Modern Era.<br />

Caroline Myss. Anatomia dello spirito.<br />

Roberto Numa. Contatti cosmici.<br />

Daniel O<strong>di</strong>er. Desideri, passioni e spiritualità.<br />

Doris. B. Orme. Dio parla a Doris.<br />

Laura Pellegrini. Letti <strong>di</strong> ghiaccio.<br />

Massimo Picasso. <strong>Il</strong> gemello <strong>di</strong> Dio.<br />

Massimo Picasso. Dio contro Dio.<br />

Massimo Picasso. Intervista con Gesù.<br />

Massimo Picasso. <strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong>.<br />

Angelo Picco Barilari. Kryon. La sfida dell’impossibile.<br />

Angelo Picco Barilari. Kryon. Rivelazioni sul 2012.


Angelo Picco Barilari. Kryon. La porta <strong>di</strong> connessione inter<strong>di</strong>mensionale<br />

(con DVD allegato).<br />

Angelo Picco Barilari. Kryon. Costruzione della Galassia degli Esseri <strong>di</strong> Luce<br />

Coscienti <strong>di</strong> se stessi (con DVD allegato).<br />

Giorgio Picchi. Cristalloterapia per l’anima.<br />

Giorgio Picchi. Le energie della Terra e dell’Universo.<br />

Giorgio Picchi. Ra<strong>di</strong>estesia dalla A alla Z.<br />

Giorgio Picchi. Ra<strong>di</strong>onica.<br />

Mario Pincherle. Leopar<strong>di</strong> Segreto.<br />

Mario Pincherle. Libro tibetano dei morti.<br />

Manuela Pompas. Reincarnazione.<br />

Elena Puntaroli, Lorenzo Sbrinci. L’Era della Luce.<br />

Elena Puntaroli. La spirale delle emozioni.<br />

Gary Quinn. Me<strong>di</strong>tazione con gli Angeli (con CD allegato).<br />

Gary Quinn. Vivere nella zona spirituale (con DVD allegato).<br />

Sujith Ravindran. Maturità maschile.<br />

Bruno Renzi. Anima - Conversazioni irreali.<br />

Paolo Rinal<strong>di</strong>ni. Giona. Come una Colomba nella pancia della Balena.<br />

Peter Roche de Coppens. La famiglia spirituale del XXI secolo.<br />

Conte <strong>di</strong> Saint Germain. Io sono.<br />

Roberto <strong>Maria</strong> Sassone. La Ricerca dell’Amore.<br />

Roberto <strong>Maria</strong> Sassone. <strong>Il</strong> Guerriero Interiore.<br />

Roberto <strong>Maria</strong> Sassone. Educazione alla ricerca interiore.<br />

Urankhatauli S. Savini. La Luna Nera.<br />

Paola Sassi. Angeli e germogli - Magia in cucina, 100 ricette per l’anima.<br />

Fiamma Rossa Secchi. <strong>Il</strong> tentativo.<br />

Silvia Salvarani. Me<strong>di</strong>tazione - i 5 Tibetani (con CD allegato).<br />

Eddy Seferian. La Grande Opera.<br />

Iole Sesler. Numeri e conoscenza.<br />

Iole Sesler. La Luna e altri simboli.


Igor Sibal<strong>di</strong>. La trama dell’Angelo.<br />

Igor Sibal<strong>di</strong>. Iniziazione. Come incontrare i propri Maestri Invisibili (con<br />

CD allegato).<br />

Igor Sibal<strong>di</strong>. Vocabolario - le parole dei mon<strong>di</strong> più gran<strong>di</strong>.<br />

Igor Sibal<strong>di</strong>. Esegesi - scopri la tua religione - da dove si comincia (con DVD<br />

allegato).<br />

Igor Sibal<strong>di</strong>. Esegesi 2 - la bellezza delle eresie - che cosa cambia (con DVD<br />

allegato).<br />

Igor Sibal<strong>di</strong>. Esegesi 3 - L’anima e la civiltà - E noi cosa dobbiamo fare? (con<br />

DVD allegato).<br />

Igor Sibal<strong>di</strong>. Maestri invisibili (con DVD allegato).<br />

Vitti Sicuri. Cantico del Nilo - magia <strong>di</strong> un viaggio iniziatico.<br />

<strong>Maria</strong> Sion Crucitti. <strong>Il</strong> sogno <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong> (con CD allegato).<br />

Nada Starcevic. Eros. <strong>Il</strong> sesto senso.<br />

Thomas Sugrue. La storia <strong>di</strong> Edgar Cayce, vi è un fiume.<br />

Giancarlo Tarozzi. Reiki – Dal primo al terzo Millennio (con CD allegato).<br />

<strong>Maria</strong> Ton<strong>di</strong>; Alberto Lomuscio. Dante e la sincronicità dell’I-King.<br />

Ornella Tomasoni. Iniziazione alle energie degli arcangeli.<br />

<strong>Maria</strong> Ton<strong>di</strong>, Alberto Lomuscio. Dante e la sincronicità dell’I-ching.<br />

Marie Noelle Urech. I sogni e l’infinito.<br />

Marie Noelle Urech. Tu puoi vincere il cancro.<br />

Valdo Vaccaro. Alimentazione naturale.<br />

Valdo Vaccaro. Dizionario <strong>di</strong> salute naturale.<br />

Valdo Vaccaro. Storia dell’igienismo naturale.<br />

Jan Val Ellam. <strong>Il</strong> Dramma Cosmico <strong>di</strong> Javeh.<br />

Luca Vignali. Campane (con CD allegato).<br />

Gaetano Vivo. Angeli della Trasparenza<br />

Victor Wichj. Messaggi. La Legge Divina non è la Legge dell’Uomo.<br />

Victor Wichj. Padre Pio parla a Lory. Le mie verità.<br />

Laibl Wolf. Kabbalah pratica.


Ygraayne. Erbe Magiche (con DVD allegato).<br />

Monia Zanon. Progetto Anima.<br />

Monia Zanon. Sincro-destino (con DVD allegato).<br />

Monia Zanon. Sincronicità - tutto ciò che non sai può essere usato contro <strong>di</strong> te.<br />

Chiara Zappoli. Alchimia della Nuova Era.<br />

Gabriella Zevi. Donne in via d’estinzione?<br />

Gabriella Zevi. Donne felici.

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