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<strong>Il</strong> <strong>segreto</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Maddalena</strong><br />
In quel periodo, cercai anche <strong>di</strong> capire <strong>di</strong> più il carattere e il ruolo<br />
<strong>di</strong> quelle donne che facevano parte del nostro gruppo. Gesù era stato<br />
chiaro sull’argomento: uomini e donne dovevano avere gli stessi <strong>di</strong>ritti<br />
e gli stessi doveri. <strong>Il</strong> che, affermato in un ambiente in cui la donna<br />
era <strong>di</strong>scriminata in tutto, poteva apparire pazzesco e sovversivo.<br />
Le donne – notavo – lavoravano più degli uomini e, affrontando<br />
pericoli quoti<strong>di</strong>ani, rendevano possibili le comunicazioni con quei<br />
fratelli che non facevano parte della cerchia più ristretta del gruppo.<br />
Un lavoro, però, era precluso alle donne: quello della pre<strong>di</strong>cazione<br />
itinerante e quello dell’assistenza ai malati. «Sarebbe criminale –<br />
aveva affermato il Maestro – far correre alle nostre donne pericoli che<br />
spettano solo a noi. Per il momento – si era raccomandato – non dobbiamo<br />
commettere imprudenze. Vi <strong>di</strong>rò io quando sarà il momento».<br />
Malgrado tutto, una sera che si <strong>di</strong>scuteva <strong>di</strong> questo argomento,<br />
guardai <strong>di</strong>ritto negli occhi il Maestro e gli <strong>di</strong>ssi con voce ferma: «Sono<br />
stanca <strong>di</strong> essere considerata solo una povera ignorante <strong>di</strong> buoni sentimenti.<br />
Maestro, permettimi <strong>di</strong> affiancarti. La tua autorità, la tua dottrina<br />
e il tuo coraggio rime<strong>di</strong>eranno a tutti i <strong>di</strong>fetti che ho». Finita la<br />
frase, guardai istintivamente verso Simone detto Pietro. Sono sicura<br />
che, da quel momento, imparò a non sottovalutare le donne. Donne<br />
che potevano rivelarsi molto <strong>di</strong>verse al <strong>di</strong> fuori dai ruoli e dalle funzioni<br />
che le società patriarcali prevedevano per loro.<br />
Giovanna mi fissava malinconica, riservata e silenziosa come sempre.<br />
Susanna aveva un’espressone misteriosa <strong>di</strong>etro alla quale si nascondevano<br />
sentimenti <strong>di</strong> gelosia molto complessi. <strong>Maria</strong> <strong>di</strong> Betania<br />
aveva <strong>di</strong>pinto sul viso un sorriso lievemente sprezzante, quasi temesse<br />
<strong>di</strong> vedere insi<strong>di</strong>ata la sua in<strong>di</strong>scussa supremazia. Gesù, dal canto suo,<br />
non poteva evitare <strong>di</strong> rispondermi. Non lo aveva mai fatto. Ricordo<br />
che mi osservò con grande attenzione per una decina <strong>di</strong> secon<strong>di</strong>, ancora<br />
indeciso, poi: «Nei prossimi giorni verrai con me» mi <strong>di</strong>sse.<br />
Alcuni <strong>di</strong>scepoli mi strinsero le mani con affetto che mi parve sincero<br />
mentre Pietro scuoteva la testa con aria perplessa.<br />
Mi trovai, quin<strong>di</strong>, al fianco <strong>di</strong> questo essere misterioso ed enigmatico<br />
del quale si sapeva poco o niente. Alcuni lo giu<strong>di</strong>cavano semplicemente<br />
un me<strong>di</strong>co, altri un mago, altri ancora un personaggio fra<br />
l’umano e il <strong>di</strong>vino, forse ad<strong>di</strong>rittura il Messia che aspettavano da se-<br />
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