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«<strong>Il</strong> sommo sacerdote e i suoi fedelissimi cercavano qualche testimonianza<br />
contro Gesù per condannarlo a morte, ma non riuscirono a trovarne<br />
alcuna anche se si erano fatti avanti <strong>di</strong>versi testimoni risultati,<br />
però, non decisivi – spiegò Nicodemo –. Alla fine se ne presentarono<br />
due. Affermarono che Gesù aveva <strong>di</strong>chiarato che poteva <strong>di</strong>struggere il<br />
Tempio e ricostruirlo in tre giorni. Inutile <strong>di</strong>re che l’interpretazione dei<br />
suoi avversari non lasciava dubbi: Gesù si riferiva alla <strong>di</strong>struzione del<br />
culto giudaico e alla sua sostituzione con un culto nuovo: quello che lui<br />
aveva pre<strong>di</strong>cato. Un’ipotesi sconvolgente da una parte; un pericolo terribile<br />
e incombente dall’altra. Caifa non voleva correre rischi...».<br />
«Caifa, a questo punto, si alzò. Era alto quasi quanto Gesù. Solenne<br />
e imponente come nessuno dei sacerdoti riusciva ad essere – ricordò<br />
Giuseppe d’Arimatea –. Fissò il viso <strong>di</strong> Gesù davanti a sé: “non rispon<strong>di</strong><br />
nulla – gli <strong>di</strong>sse – a costoro che testimoniano davanti a te?”. Ma<br />
Gesù continuava a tacere. Allora Caifa, scuotendo la testa in segno <strong>di</strong><br />
paterna <strong>di</strong>sapprovazione, ricorse ai mo<strong>di</strong> più gentili <strong>di</strong> cui era capace<br />
e tese quel tranello che fu fatale a Gesù. “Io, sommo sacerdote, ti prego<br />
e ti scongiuro – <strong>di</strong>sse pacatamente – in nome del Dio vivente, sei tu<br />
il Messia, il figlio <strong>di</strong> Dio?”. Gesù a questo punto, alzò il suo sguardo e:<br />
“Tu l’hai detto – gli rispose – Io lo sono. Anzi io vi <strong>di</strong>co – aggiunse –<br />
che vedrete il figlio dell’uomo sedere alla destra <strong>di</strong> Dio e venire sulle<br />
nubi del cielo”. Molti sacerdoti che erano ancora intontiti dal sonno<br />
si svegliarono completamente mentre Caifa sorrideva, trionfante, con<br />
un leggero tremito sulle labbra sottili». La trappola era scattata.<br />
«Dopo pochi secon<strong>di</strong> – proseguì Giuseppe – Caifa si stracciò le vesti<br />
in segno <strong>di</strong> dolore e, rivolgendosi a tutti i presenti, <strong>di</strong>sse: ha bestemmiato!<br />
Non abbiamo più bisogno <strong>di</strong> testimoni. Avete u<strong>di</strong>to anche voi<br />
la bestemmia?... “Va punito con la morte” <strong>di</strong>ssero in molti. Gesù rimase<br />
immobile a fissare tutti, uno per uno. Si schiarì la voce e tentò<br />
<strong>di</strong> prendere la parola, ma glielo impe<strong>di</strong>rono. Anzi, ci fu chi volle infierire<br />
sputandogli in faccia e schiaffeggiandolo. La vittoria (effimera)<br />
<strong>di</strong> Caifa era completa».<br />
«Ma cosa aveva detto <strong>di</strong> tanto grave il Maestro?» chiese Tommaso.<br />
Seguì qualche secondo <strong>di</strong> silenzio. Poi, Pietro si asciugò le lacrime e,<br />
come capo della nostra piccola comunità, si sentì in dovere <strong>di</strong> dare<br />
una risposta a Tommaso e a tutti noi.<br />
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Capitolo XII