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Tempio, scacciò tutti quelli che compravano e vendevano, rovesciò i<br />
tavoli dei cambiavalute e i banchi dei ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> animali, complici<br />
dei sacerdoti e degli anziani del Tempio.<br />
Questa azione, così violenta e inaspettata, rafforzò un ostracismo<br />
ferocissimo nei suoi confronti. I componenti del Sinedrio si <strong>di</strong>mostravano<br />
più preoccupati che mai del pericolo che venisse colpito sia il<br />
cuore dell’economia <strong>di</strong> Gerusalemme sia il centro dei loro personali<br />
interessi. Molti <strong>di</strong> loro si chiedevano da quale fonte venisse l’autorità<br />
del nostro Maestro, ma nessuno sembrava in grado <strong>di</strong> dare una risposta<br />
convincente. I potenti si affannavano inutilmente, in quei momenti,<br />
nella ricerca <strong>di</strong> capi d’accusa.<br />
Ma quei giorni terribili furono anche giorni <strong>di</strong> critiche chiare e <strong>di</strong>chiarate<br />
nei confronti dei sacerdoti, degli scribi e degli anziani. <strong>Il</strong> Maestro<br />
li definì pubblicamente ipocriti, pigri, vanitosi e <strong>di</strong>sonesti. In più,<br />
assetati del potere, dei privilegi che ne derivano e incuranti degli aspetti<br />
fondamentali della Legge, quali la giustizia, la misericor<strong>di</strong>a e la fedeltà.<br />
Arrivò a definirli “guide cieche” e “serpenti e razza <strong>di</strong> vipere”. Li accusò<br />
<strong>di</strong> non aver accolto la parola <strong>di</strong> Giovanni Battista e profetizzò che<br />
avrebbero perso il favore <strong>di</strong> Dio. Ma una sua frase non gli fu mai perdonata.<br />
È quando alzò la voce fino a gridare: «In verità, in verità vi <strong>di</strong>co<br />
che i pubblicani e le prostitute vi passeranno avanti nel Regno <strong>di</strong> Dio»,<br />
una frase terribile che poteva essere lavata solo col sangue. Chi si riteneva<br />
offeso iniziò, da qual momento, a preparare la sua vendetta.<br />
Quella sera il Maestro lasciò il Tempio e s’incamminò verso la casa<br />
<strong>di</strong> Lazzaro per passarvi la notte. Io ero già lì ad attenderlo. Capii subito<br />
che non si sarebbe mai arreso e che avrebbe combattuto fino alla<br />
vittoria o fino alla sconfitta che riteneva, comunque, assurda e impossibile.<br />
Più tar<strong>di</strong>, mentre ero stesa al suo fianco, mi parlò ancora<br />
del suo sogno, quello cioè che l’uomo riuscisse a superare il suo egoismo<br />
trasformandolo in amore. La sua missione era quella <strong>di</strong> cambiare<br />
il suo mondo sottraendolo ai sacerdoti e al potere politico.<br />
Io tacevo e ascoltavo, felice che si confidasse con me. <strong>Il</strong> mio era un<br />
amore vero, non come quelle passioni che finiscono alle prime <strong>di</strong>fficoltà.<br />
Ero, comunque, perfettamente al corrente <strong>di</strong> quanto fossero pericolose<br />
le persone con le quali il Maestro si era scontrato e temevo<br />
per la sua vita.<br />
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Capitolo X